L'Almanacco 2022

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L’AL MANA CCO 2022 A.S.D. FALCHI LECCO

SOMMARIO

Lettera di Sandro e Francesca Parola al Presidente Team 2022 Irlanda GoinUP Trofeo KIMA

L’osteopata può aiutarti nel migliorare la tua performance?

Maratona Milano 2022 Ponte nel Cielo Run Giornata La Goccia (Anche) Di Corsa

03 04 06 12 16 18 22 24 26 28 34 L’ALMANACCO 2022 3

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Engadin Ultra Trail Trofeo Adelfio Altura Estiva: ke KAPPL!!! Gli aneddoti di Ardesi Generazione pantacordellino New entry 2022 - Un anno dopo Il mio primo anno da Falco I Falchi & Friends Lieti eventi Saluti e Ringraziamenti

Lettera di Sandro e Francesca

arola al presidente

Di

Parola al Presidente,

Il famigerato cambio generazionale è arrivato anche per i Falchi: da quest’anno io mi ritrovo a fare il Presidente, nuovi elementi sono entrati nel Consiglio e le numerose New Entry hanno subito iniziato a battagliare lì davanti insieme ai “Soliti Noti”. Ora la forza del nostro gruppo è particolarmente eterogenea perché possiamo contare sulla solidità e affidabilità dei veterani, ma anche sull’entusiasmo e la grinta dei nuovi entrati degli ultimi anni (nei quali mi ci metto pure io, essendo entrato nel non lontano 2016). Inutile nascondere che quest’anno le notevoli difficoltà ci son state. Lo stesso Mauro, ora eletto Past President, ha ammesso che non ha invidiato alcuni momenti particolarmente difficili.

Ma, dopo le prime difficoltà, ho realizzato con lucidità che tutto ciò fa parte del pacchetto che ho deciso di accettare, proponendomi prima e accettando dopo l’incarico di Presidente dei Falchi per il prossimo quadriennio.

Mi sento quindi di ringraziare tutte le persone che mi hanno e mi stanno dimostrando fiducia e spero di riuscire a continuare a diffondere l’entusiasmo e la solarità che mi contraddistinguono!

Torno a dire che alcune decisioni di quest’anno son state particolarmente difficili, considerate le conseguenze. Sono cosciente che l’uscita di alcuni atleti d’Élite potrebbe andare a demotivare altri atleti forti sia ad entrare che a rimanere, ma questa decisione è supportata dalla voglia di appartenere a qualcosa di unico, che non vuole accettare di stare alle regole che alcuni brand impongono in un ambiente che è nato ben prima di loro, fatto di valori e umiltà che un paio di scarpe e una maglietta non sono in grado di darti. Ho potuto constatare che il nostro gruppo dapprima si è diviso ma poi è tornato unito, ancora più forte e con più voglia di divertirsi e gareggiare insieme! Spero che potrà esserlo sempre di più: potremo approfittare della nostra sede che ha rinnovato le sue vesti e l’anno venturo chissà che qualche nuova collaborazione possa portare più possibilità di sostenere sia le nostre attività agonistiche che quelle sociali: come non si può non menzionare la Giornata col Sorriso con i ragazzi della Goccia di quest’anno ai Resinelli. Magnifica giornata davvero!

La mia speranza nelle competizioni è che si riesca a far gruppo anche in quelle e a partecipare ad eventi e campionati di notevole rilevanza tutti insieme, senza badare allo stato di forma o al “è più forte lui, son più forte io” ma con il semplice spirito di divertirsi insieme e respirare quella bellissima atmosfera che alcune gare sono in grado di creare! Mi sento di ringraziare anche la famiglia Morganti, che nei momenti giusti ha saputo dare preziosi consigli, senza smettere di sostenerci in ogni modo, come sempre fatto in tanti anni. È molto bello vedere che oltre al Sandro, il nostro nonno acquisito, ci sono anche Franco, Francesca, Alessandro e Lucia (e il piccolo Lori) che hanno dimostrato di tenere molto al legame ormai consolidato tra Falchi e Kapriol.

Quindi non mi resta che dire: AVANTI TUTTA FALCHI!

P

L a squadra

TEAM 2022 A.S.D. FALCHI LECCO

Ardesi Enrico 2001 Ardizzoia Federica 2018 Beria Paolo 2012 Bernasconi Sergio 2010 Bertoldini Taddeo 2012 Biassoni Andrea 2013 Bisogno Carlo 2015 Biffi Mattia 2017 Corti Gianluca 2012 Crippa Alessandro 2003 D’Amato Massimiliano 2015 Crucifero Antonella 2016 D’Ambrosio Bruno 2001 Del Lungo Stefano 2017 Driza Dritan 2017 Alippi Gabriele 2021 Del Pero Luca 2019 Andreotti Davide 2017 Beltrami Lorenzo 2018 Bonanomi Paolo 2014 Brambilla Danilo 2018 Cappello Antonio 2001 Casati Stefano 2013 Ceraudo Andrea 2014 Alippi Lorenzo 2022 NEW
Esposito Mauro 2001 Grilli Andrea 2012 Lafranconi Marco 2013 Lafranconi Luca 2016 Mauri Luca 2006 Mazzoleni Enrico 2006 Girola Giona 2016 Paganoni Gianluca 2001 Perego Davide 2019 Noia Enrico 2016 Gianola Erik 2022 Gilardi Simone 2021 Maggioni Gianluca 2003 Lucernini Gianmaria 2014 Ghislanzoni Davide 2012 Ghislanzoni Riccardo 2001 Locatelli Silvia 2018 Fumagalli Emilio 2013 Filigura Alessandro 2005 Mainetti Giacomo 2019 Nicoletti Marcello 2019 Farumi Fabrizio 2011 Passoni Lorenzo 2022 NEW Parenti Martina 2022 NEW Picco Alice 2017 NEW
Spreafico Nicola 2011 Stefanoni Alessio 2013 Ugolini Filippo 2016 Tavola Giovanni 2012 Valsecchi Michele 2016 Rusconi Marta 2022 Valsecchi Simone 2022 Tavola Marco 2001 Turrisi Simone 2019 Tizzoni Micaela 2013 Spreafico Matteo 2005 Simonetta Costantino 2006 Simonetta Francesco 2006 Roncaletti Roberto 2013 Radaelli Eros 2013 Redaelli Stefano 2018 Ratti Carlo 2001 C Proserpio Carlo 2017 Pizzagalli Claudio 2001 Pomoni Luigi 2022 Piloni Michele 2019 Pozzoli Roberto 2022 NEW NEW NEW NEW

Articoli

Dopo 3 anni di ferie forzate in Italia causa pandemia decidiamo di partire per un breve viaggio di 9 giorni, destinazione Irlanda. Siamo in 4, io, mia moglie e due mie amici: Matteo e Veronica, con cui avevo già condiviso parecchi viaggi tra cui Patagonia, Alaska, Marocco. Una coppia ben rodata e molto attiva.

Il programma è di girare in lungo ed in largo l’Irlanda prendendo un auto a noleggio, fare qualche trek, visitare i siti turistici più importanti. Decidiamo di spostarci ogni giorno, si dorme prevalentemente in ostelli e B&B, la vita in Irlanda risulta più cara che in Italia.

Eravamo preparati al clima pazzerello dell’Irlanda ma credevamo sinceramente di prendere meno acqua, praticamente in 9 giorni ha piovuto a tratti quasi sempre, ci ha risparmiato 2 mezze giornate, se non c’erano precipitazioni c’era sempre vento, nuvole e freddo. La temperatura massima era 16°C mentre la minima era intorno agli 8°C.

Il programma è stato rispettato riuscendo a fare Dublino, tutta la costa ovest sia a nord che a sud di Galway, le isole Aran, il Croach Patrik, le scogliere di Cliff, la parte sud ed infine il parco nazionale di Glendale, ottimo per escursioni.

Il Croach Patrik è la montagna “sacra “ per gli Irlandesi, si erge tipo un vulcano dal mare, non è eccessivamente alta ma bisogna

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calcolare che in Irlanda dopo i 400 m s.l.m. di quota si trova solo roccia, praticamente era come salire in cima al Grignone nell’ ultimo tratto. La salita richiede 2 ore circa, ciottolato ed infine sentiero su roccia ben segnato. Tempo naturalmente nuvoloso con raffiche di vento gelido, fortunatamente non ha piovuto se non alla fine della discesa.

Splendida vista sulla cima della costa occidentale dove si erge una chiesa dedicata a San Patrizio che nel 441 D.C. rimase in vetta 40 giorni costruendola.

La leggenda vuole che al termine del quarantesimo giorno, il patrono d’Irlanda scagliò una campana sulle pendici del monte, scacciando dall’isola tutti i serpenti.

L’ultima domenica di Luglio, migliaia di fedeli, molti dei quali scalzi, si arrampicano sul monte in segno di devozione e di penitenza fino alla cima.

Il resto del viaggio è sempre stato accompagnato da abbigliamento invernale nonostante eravamo in estate, birra, km in auto, splendidi paesaggi, il verde dei campi e le pecore.

Poco traffico, piccole frazioni, pub che sono bar dove la famiglia si ritrova alla sera e beve tanta Guinness e ascolta musica folk.

Un ringraziamento ai miei compagni di viaggio, mia moglie Gita, Matteo in particolare per i 1500 km che si è sparato in macchina, Veronica per l’itinerario e a tutti per la compagnia.

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L’ALMANACCO 2022 17 Orari: Lunedì-Venerdi 08.30-12.00 / 14.30-18.30 - Sabato 08.30-12.00 Via Achille Grandi, 34, 23847 Molteno LC - Mail:kapriolpoint@kapriol.com Tel. 031 851036 Kapriol Point L’INVERNO STA ARRIVANDO! SCALDATI CON LA NOSTRA GIACCA THERMIC

GOINUP

Come capitato per molti altri eventi, anche questo circuito di gare serali era stato sospeso causa Covid, ma quest’anno... rieccole!

5 tappe per 5 giovedì sera di corsa “solo-salita” organizzate da Affari&Sport con il supporto di diverse società. Mi perdo purtroppo la prima serata Chiuso-Camposecco, 4 km per D+ 400 , vittoria di Lorenzo Beltrami in 15’22” con terzo posto di Danilo Brambilla. Riesco a partecipare alla seconda tappa Galbiate-Monte Barro: gara sui sentieri dove spesso mi alleno; dopo varie battaglie taglio il traguardo in quarta posizione e per festeggiare diluvio universale alla baita degli alpini!

Premiata anche Martina Parenti, quinta tra le donne. Il 30 giugno è la volta di Valmadrera-San Tommaso: salita breve ma intensa… come la festa del dopo gara!

Chiudo la gara in quinta posizione con Eros Radaelli che vince e Danilo Brambilla che completa il podio, al femminile Martina ancora nelle prime cinque.

Penultimo incontro Civate-San Pietro al Monte: ho sottovaluto questa salita che porta all’Abbazia di San Pietro al Monte e taglio il traguardo settimo arrancando sulle gradinate finali!

Dulcis in fundo Acquate-Stoppani: ultima gara che concludo in quarta posizione e con sorpresa visti i vari piazzamenti mi premiano come terzo

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Di Simone Gilardi

del circuito!

I Falchi conquistano anche il primo premio come società più vincente, tenendo conto della somma delle prestazioni al maschile e al femminile.

Per finire in bellezza festa fino a tarda notte al piazzale della funivia con musica. Circuito consigliato ad atleti, ma anche a simpatizzanti che vogliono fare quattro passi in compagnia, senza dimenticare la festa serale!

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TROFEO KIMA 2022

KIMA... KIMA… mannaggia a te e all’incredibile attrazione che provochi a noi stolti Skyrunners!

“Come fai a poter dire di essere uno Skyrunner se non hai mai fatto il Trofeo Kima?”

È stato il pensiero che mi ha pervaso il cervello quando ho visto vincere Kilian nel lontano 2014.

Ed è proprio quell’anno che ho scoperto questo percorso magnifico: allora ero un semplice escursionista che insieme ad amici con la stessa passione aveva deciso di fare un lungo giro in montagna a tappe.

“Facciamo il Sentiero Roma”

“E ma è lungo, poi danno brutto in quei giorni”

“Allora facciamolo al contrario, più corto. Come quella gara di corsa che fanno ogni 2 anni… il Trofeo Kima!”

“Mmm, ci sta… ma in che senso lo fanno di corsa?!”

Ed eccoci il 5 agosto 2014 a Preda Rossa ad iniziare la nostra massacrante avventura con zaino da 30 litri pieno, attrezzati con scarponi e ramponi e con tutto il materiale per passare la prima notte al Bivacco Kima, la seconda al Rifugio Allievi e la terza al Rifugio Giannetti. Ed effettivamente fu così: alcuni ragazzi ci hanno sorpassato di corsa! Uno incontrato all’Allievi si ferma a

parlarci e ci racconta brevemente che era partito al mattino da Filorera e si stava preparando per la gara del 31, scoprimmo poi che si chiamava Alessandro Bonesi e che sarebbe arrivato 8°assoluto in 7h12’.

Così, ho fissato l’appuntamento biennale a fine agosto per godermi la gara da spettatore.

2014 con la supremazia di Kilian.

2016 il record battuto da Gurung arrivato poco davanti ad un grande Dega. 2018 a sostenere Danilo al suo primo Kima nelle sue mille peripezie e godendomi il nuovo record targato ancora dal leggendario Kilian.

“Dai forse non è così impossibile”.

Nella mia migliore stagione sportiva, il 2019, carico di buoni propositi e con ottime sensazioni nelle gambe e nella testa, decido di buttarmi e preiscrivermi: mannaggia vengo sorteggiato!

Ma in agguato c’era il Covid che destabilizza tutti e rompe i piani… si inizia ad annusare l’annullamento del consueto appuntamento biennale di fine agosto. Come magra consolazione, insieme ad un gruppo di amici quasi tutti Falchi, decidiamo di andare a fare il percorso completo come allenamento ad inizio agosto 2020: io, Lorenz, Dani, Eros, Michelino e Fratto. Cavolo che ottime sensazioni… mi ritrovo a correre la maggior parte del percorso e a godermi tutti i magnifici scorci che il giro ci riserva. Decidiamo di accorciare il giro e fermarci ai Bagni di Masino, tagliando l’ultimo noioso pezzo di asfalto di 6-7 km in leggera

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Trofeo Kima 2022

discesa.

Non pensavo certo di averla scampata… infatti il 2022 arriva in fretta e l’iscrizione: è ancora valida!

Simo Gila e Misha sono i miei accompagnatori nel weekend di prova, percorso con notte all’Allievi a metà luglio. “Caspita ma farla in una sola volta è una mazzata!” penso.

Il 2022 non è il mio anno buono… la preparazione stenta a partire, la determinazione non è sempre così alta, la stagione avanza tra alti e bassi fino a quando decido di mettermi sotto l’ultimo mese e tirar insieme ciò che posso! Infatti, riesco ad arrivare al 28 agosto con la consapevolezza di potercela fare!

Il Kima non è solo la gara, è soprattutto un’esperienza: la Val Masino è pronta ad accogliere atleti provenienti da tutto il mondo, le varie gare sono distribuite tra il sabato e la domenica, durante il briefing gli organizzatori cercano di farti pentire di esserti iscritto e che probabilmente non hai con te tutto il materiale obbligatorio, i supporters e gli accompagnatori cercano di aiutarti nella preparazione e si fanno trovare dove tu desideri lungo il tracciato per sostenerti e darti qualche gel o flask, insomma una figata!

La sera prima Martina mi prepara la solita cenetta pre-gara fatta di

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riso, pollo, grana e curcuma, con un bel po’ di bresaola di secondo. Passiamo tutta sera a confrontarci con gli altri amici che condivideranno con me la gara: Danilo, Roberto, Erik, Silvia e il mitico Sergino Fioretta, col quale avevo anche condiviso l’escursione nel 2014! Ore 6.00 la partenza tanto ambita quanto temuta: sto bene, decido di correre facile e di non esagerare, sono consapevole di cosa mi aspetta. Arrivo in Bocchetta Roma in circa 2h15’ e le buone sensazioni hanno lasciato spazio ad una stanchezza che non mi permette di tenere il mio ritmo... in breve mi rendo conto che è meglio giocare in riserva, poi si vedrà! Lungo tutto il percorso trovo numerosi amici che mi aiutano, spronano, sostengono e mi danno grande energia per poter tenere duro, c’è anche chi si fa trovare a sorpresa alla Giannetti (grande Fratto e Anna), il paesaggio è maestoso, il percorso tortuoso, CAZZO MA CHE BELLO! In mezzo a tutte queste emozioni non c’è spazio per il rammarico di una prestazione sottotono, l’intento è solo di finirla con il sorriso. Arriva l’asfalto di Bagni di Masino, finalmente, mai avrei creduto di ambire così tanto correre sul bitume, riesco anche ad aumentare il ritmo e recuperare un paio di posizioni mentre l’emozione cresce. Entro in Filorera, scorgo il fidato Touran con Maggiolina, sento il tifo aumentare, la mia consapevolezza sta diventando realtà: CE L’HO FATTA. Taglio il traguardo pervaso da un turbinio di emozioni. Martina e tanti amici vengono da me a complimentarsi, io sono sfinito :D KIMA mi hai stregato fin da subito, non son così sicuro di volerti rivedere, ma non sono neanche così sicuro del contrario.

Grazie.

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Iniziamo dal principio: cosa fa l’osteopata?

No, non è “quello che scrocchia le ossa!” L’osteopata è un professionista sanitario che, basando il suo ragionamento sui principi osteopatici, tratta la disfunzione somatica utilizzando tecniche manuali.

Tranquillo/a! La disfunzione somatica non è una nuova rara malattia, ma è ciò che deriva dall’alterazione della funzione di una o più componenti del sistema neuro-muscolo-scheletrico. Possiamo dire che è quell’ingranaggio difettoso tra le tante componenti della nostra macchina corpo. E cosa c’entra quindi la corsa?

La corsa è uno sport ciclico: ogni passo che facciamo correndo richiede sempre l’attivazione degli stessi muscoli e il movimento delle stesse articolazioni. Se tutto scorre nella maniera corretta allora non avremo problemi, in quanto, la “macchina” che stiamo utilizzando, è stata progettata per permetterci di correre, ma se dovesse esserci un ingranaggio fuori posto, passo dopo

passo, corsa dopo corsa, questo andrà incontro ad usura che si tradurrà poi in infiammazione e dolore, fattore che renderà poco piacevole l’allenamento. Una miglior performance non arriva però solo dalla buona riuscita dell’allenamento.

Se la nostra tecnica di corsa è efficiente, la sensazione di fatica si farà sentire dopo un maggior numero di km.

Anche in questo caso giocano un grande ruolo tutto l’insieme di leve e forze che fanno muovere il nostro corpo nella corsa: quando la catena è funzionante non sarà difficile trasformare l’energia creata dal contatto al terreno in velocità, ma se l’energia venisse persa, sempre per causa di quell’ingranaggio difettoso che non esprime la sua corretta mobilità, allora si farà più fatica a correre velocemente.

Infatti, il corretto range di movimento delle articolazioni facenti parte dell’arto inferiore, del bacino e del rachide, è un prerequisito necessario per fare in modo che l’energia derivante dal contatto con il terreno venga trasferita in modo ottimale attraverso il corpo e si trasformi in velocità di corsa.

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Dr Alessio Stefanoni Dr.ssa Martina Parenti
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L’osteopata può aiutarti nel migliorare la tua performance?

In questi casi la causa del rallentamento della nostra “macchina” non è sempre evidente e potrebbe creare sintomi anche lontani dalla causa stessa. Per essere più chiari possiamo fare un esempio: se quel maledetto sassolino ci provoca una distorsione della caviglia, allora anche il perone tende a scivolare anteriormente, visto che qui si attacca il bicipite femorale, anche lui andrà in tensione e si porterà dietro anche la tuberosità ischiatica che a sua volta forzerà l’emibacino a ruotare posteriormente e così via.

Una valutazione osteopatica potrebbe aiutare a definire qual è l’ingranaggio che sta funzionando con meno efficienza all’interno della nostra macchina corpo in modo da poterci lavorare per migliorare non solo lo stato di salute ma anche il tempo in gara.

In particolare, parlando di trattamento nelle 24/48 ore precedenti alla prestazione sportiva, il trattamento osteopatico può mettere l’accento volontariamente su alcuni aspetti che spiegheremo molto velocemente.

Si può stimolare la coordinazione motoria, tramite il trattamento della parte alta della cervicale, che porta il sangue al cervelletto, sede per l’appunto della corretta sequenza motoria del gesto da compiere. Inoltre con lo stesso lavoro possiamo andare a migliorare la convergenza visiva,

utile soprattutto nelle nostre discese in montagna. Anche il diaframma può essere aiutato, sia stimolando la sua parte di conduzione elettrica, che meccanicamente nei movimenti costali. Inoltre, il diaframma, agganciandosi sulle vertebre lombari, ci aiuta a migliorarne la loro mobilità, con grande sollievo della schiena e migliorando anche, tramite un discorso di “catena muscolare” la mobilità del bacino.

Interessante poi la stimolazione toracica, sia per aiutare la dilatazione dei bronchi, che, a livello della cerniera toraco-lombare, la produzione di adrenalina tramite il surrene.

Infine, aiutare l’attivazione della muscolatura profonda del piede, degli archi che lo sostengono e la mobilità della caviglia sono step fondamentali sia per l’off road che per l’asfalto.

Insomma, le armi da giocare in questa partita sono molte, e queste poche righe non rendono giustizia a quanto si possa fare con le mani.

A voi l’onere e il piacere di toccare con mano!

Vi aspettiamo!

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MARATONA MILANO 2022

Dove eravamo rimasti ??? Giusto, L’ultima volta è stata la Maratona di Ravenna a fine 2021 e non è stata memorabile… anzi... quasi da dimenticare… O forse no… perchè alla fine se decidi di correre per raggiungere un obiettivo di prestazione, devi imparare a gestire le situazioni in cui non và come speravi e ad analizzare dove avresti dovuto e potuto fare meglio. È cosi anche nella vita, lo so, ma visto che parliamo di corsa... Consapevole ma preoccupato, è cosi che decido di iscrivermi con leggerezza ma determinazione alla Telepass Milano marathon 2022. Corsi la mia prima maratona proprio qui, nel 2017, il piacevole ricordo mi spinge a sorvolare sul folle prezzo dell’iscrizione e in compagnia di Davide, sotto la guida di coach Ruggiero, iniziamo un programma di allenamento piuttosto lungo già a gennaio. Mancano due mesi e mezzo e anche se l‘inverno è stato tiepidino, non è facile seguire ritmi e terminare le sedute più intense. Inizia il solito balletto per incastrare gli impegni familiari, il lavoro e gli allenamenti in compagnia e almeno una volta a settimana ti chiedi: ”ma chi cazzo me lo fa fare?”Ma ormai lo so , funziona così e tra quattro cazzate in pista coi ragazzi, con Teo che si presenta anche se non gareggerà, Marco che corre il triplo più forte, il coach che spinge e ti tiene con i piedi per terra, ti ritrovi la settimana della gara con 800 km di strada bruciata in allenamento e almeno due paia di scarpe cambiate. Le aspettative e le sensazioni sono buone, come al solito fino al mercoledì.

Dal giovedì inizia l’ansia da prestazione, razionale come le proposte dei politici italiani: “Azzo, ho il fiatone a fare 5 km.” “Oggi non riesco a correre nemmeno 10 km correndo un minuto più lento del ritmo gara!” “mi fa male qui, sento dolore là”

Mi presento cosi, insieme a Dario, al suo esordio, a raccattare Dave la domenica mattina.

Finalmente arriva la domenica e dopo una estenuante trattativa sull‘orario di partenza, Davide ama entrare in griglia con lo zaino in spalla mentre io preferisco un filo di agio, ci troviamo in mezzo al rebelot di queste gare. Ci mischiamo, senza sapere la nostra esatta collocazione, tra atleti veri, atleti forti, atleti onesti, amatori e scappati di casa e in poco tempo è ora di partire. Il clima è freddo e asciutto, l ‘ideale per provare ad abbattere il proprio personal.

Si parte, non è più il momento di divagare con la mente, serve trovare in fretta il ritmo giusto, fondamentale in maratona per non “saltare”, quell’equilibrio che è il vero godimento di una maratona. È ora il momento di capire gli atleti che hai intorno, quelli che correranno con te tutta la gara, quelli che hanno il tuo stesso obiettivo e lo potranno realmente raggiungere. E si va con tempi leggermente veloci ma con il giusto flow, macinando km e perdendosi, ora si, a guardarsi un po’ intorno (alla fine sono a Milano e alcuni passaggi sono veramente belli). Mi ritrovo a correre con un ragazzo siciliano che mi ricorda ad ogni scambio di battute che sono anzianotto dandomi del “lei” ed iniziamo un lento ma

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Di Michele Piloni
U rticoli A

Maratona Milano 2022

inesorabile recupero su chiunque abbia sbagliato ritmo… e sì la maratona non perdona nulla, soprattutto dal 28° in avanti.

Come al solito Inizio a soffrire di crampi ai polpacci e siamo intorno al 33°/34°km ma i tempi non scendono, anzi clamorosamente inizio a correre anche più veloce rispetto alla prima parte di gara. Ora la fatica si fa sentire, è tempo di concentrarsi solo sulla corsa e portare a casa la gara. Siamo al 40° e realizzo che ormai sarà certamente record per me e davanti agli occhi mi ripassano tutti gli allenamenti fatti, i momenti più duri e quelli più esaltanti dei 3 mesi precedenti. Ormai ci sono, raccolgo gli applausi e il tifo a sorpresa di Paolone e della family e chiudo,

narcotizzato dall’adrenalina, in 2h 40’ 42” con passaggio in mezza in circa 1h 21’.

Godimento puro, quasi impensabile alla partenza. Anche per Davide è pb , con una gara pazzesca e un SUPER Dario che chiude da veterano la sua prima maratona. Be’ che dire? È il momento di ringraziare Andrea Ruggiero, mio coach, Davide con cui ho condiviso allenamenti e gara, e poi Teo, Marco, Paolone e tutto il gruppo di amici con cui abbiamo preparato e raggiunto un piccolo sogno.

Ma soprattutto un GRAZIE grande a Lucia, Angelica e Ginevra che, pur non capendo perché io lo faccia, sono al mio fianco ogni giorno!

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PONTE NEL CIELO RUN

Con l’arrivo dell’autunno il calendario agonistico del buon atleta inizia a diradarsi, vista la stanchezza per le numerose gare stagionali disputate. Ecco, io che non sono un buon atleta, mi ritrovo a inizio ottobre con ben poche gare all’attivo. Decido di seguire il consiglio di persone fidate che mi dicono di vedermi piuttosto in forma e mi vien voglia di buttar dentro una gara a caso, basta che ci sia poca discesa per le mie caviglie di cristallo e che sia in luoghi che non ho ancora visto, così da soddisfare lo spirito da giovane marmotta che alberga nel mio animo.

Opto per la Ponte nel Cielo Run, zona Val Tartano, partenza da Sirta e arrivo a Campo Tartano dopo 7,5 km e 980 m D+. Gli ingredienti mi sembrano ottimi, in aggiunta nel menù abbiamo mulattiere, sempre molto apprezzate e attraversamento dell’ormai celebre ponte tibetano di 230 metri di lunghezza sospeso su 140 metri di vuoto.

Il 1° Ottobre mi presento al via, neanche mi viene in mente di contattare altri perché è un weekend ricco di gare. Meglio, penso, così non ci sarà nessuno che mi conosce e non rischio di far figure quando arriverò con la banda. Invece no, al ritiro pettorali risplendono le giacche arancioni di Luigi Pomoni e di Paolo Beria. Farò figure, penso. Fa freschino, non so decidere l’outfit, perdo tempo, mi scaldo pure poco.

Si parte, mulattiera subito ripida: la mia tattica di gara è provare a rimanere fin quando posso dietro a Paolone, uomo di sicura esperienza e di prestazioni atletiche alle quali le mie non sono paragonabili.

Il primo km scorre bene, si frappone tra noi un ragazzo che decido di superare, ma mi trovo davanti anche a Beria. Errore. Tiro un altro km, poi vengo ripreso da entrambi che spariscono pure alla mia vista. Ecco, me la sono giocata, penso. Continuo a salire tra ponticelli in pietra che sembrano usciti da un romanzo di Tolkien, attraverso il borgo di Sostila, sempre salita. Mi aggancio ad un local, lo conoscono tutti a quanto pare. Ad una certa mi sembra di non avere un brutto passo, non sono al gancio, ma corro quasi sempre e anche quando cammino riesco stranamente a #SPINGERE. Sorpasso il local e allungo proprio dove inizia un sentierino che si inerpica verso il crocione che sormonta Campo Tartano. Intravedo qualcun altro più avanti, mi avvicino, canotta blu, passo esperto. E’ Paolone! Con la paura di fare di nuovo un clamoroso errore, passo. Problemi con il pettorale, la carta negli angoli si è spappolata, devo ravanare con le spillette, rimetterle mentre cerco di camminare veloce. Ecco, me la sono giocata, penso. Riesco ad arrivare in cima ancora davanti a loro, ora discesa. Guardo il pettorale e… non c’è! Perso, chiedo a due volontari se posso continuare, segno di assenso. Non scendo nemmeno troppo male, penso.

Poi a Campo Tartano è finita, la chiudiamo qua, no? No. Da Campo Tartano si scende ancora per una cementata ripidissima dove il mio passo scopre di non essere a proprio agio a 3 e 20 al km. Si attraversa ora la diga di Colombera e mi

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Di Stefano Del Lungo

Ponte nel Cielo Run

accorgo che mi segue il local di prima. Mi riprende, penso. Inizia di nuovo una bella salita su sentiero a zig-zag che porta nel borgo di Frasnino, da cui poi imboccheremo il ponte sospeso per sbarcare finalmente a Campo Tartano. Però in salita prima non andavo tanto male, aumentiamo un po’, penso. Così mi distacco di nuovo, corro bene la breve discesa che da Frasnino porta all’ingresso del ponte. Qui ci sono gli organizzatori che mi chiedono il numero di pettorale, comunico, poi chiedo se si corre sul ponte, non ho risposta. Quello davanti, a metà ponte, trotterella, trotterello anche io. Arriviamo dall’altra parte che non ho ancora capito se l’arrivo fosse prima del ponte, dopo o ancora più avanti. Ma insomma la gara è finita. Non troppo male, penso. Segue la bella routine di tutte le gare, con annesse pregevoli birrette, taglieri di livello e grandi chiacchierate con Paolo. Scopriamo poi di essere arrivati ottavo io, decimo lui e il super Pomoni secondo dietro a Manzi.

Le nostre gambe si sono rivelate essere l’agognata e inesistente navetta per il rientro, piccola falla del sistema. Tra l’altro con un discreto peso dato da pacco gara e premi che venivano dati all’arrivo. Poco male quando si scende in compagnia per nuove mulattiere (e si trovano pure porcini). Non è malaccio tornare alle gare, penso.

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Special Guest: S. Del Pitto Luigi Pomoni

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Organizzare la giornata insieme ai ragazzi dell’associazione La Goccia è un punto fermo dell’attività di noi Falchi. È una giornata in cui si trascurano le competizioni per dedicarsi tutti insieme a passare del tempo condividendo la nostra passione per lo skyrunning in modo speciale e all’insegna dell’amicizia. Quest’anno teatro della festa sono stati i Piani Resinelli e il meraviglioso ambiente del Parco Valentino. Partenza del percorso, grazie alla collaborazione della Comunità Montana del Lario, è stato il Museo del Parco dove non poteva mancare lo start “in linea” dato del nostro Presidente Ugo, seguito da una partenza “a tutta” per giungere alla passerella panoramica. Il tracciato ad anello è proseguito sfiorando il Coltignone e scendendo per il bosco.

Sentiero impegnativo, ma che ha consentito a tutti i protagonisti di misurarsi in simpatia con le proprie forze o con l’aiuto di sprintose jolette condotte da

altrettanti sprintosi Falchi. Ritrovo conclusivo per il “Terzo tempo” al Rifugio SEL dove ad attendere i partecipanti c’era un caratteristico menù a base polenta e salamella preceduto da un gradito aperitivo offerto dagli amici del rifugio; ben disponibili ad accogliere i ragazzi protagonisti della “passeggiata”, gli accompagnatori e tutti i Falchi con i loro famigliari.

Buoni piatti, bella compagnia, tanta musica con karaoke, balli e coinvolgenti trenini hanno riempito il pomeriggio rinnovando lo spirito di gruppo che contribuisce ogni anno a rafforzare il legame di amicizia tra i Falchi e l’associazione La Goccia.

Al prossimo anno!

30 A.S.D. FALCHI LECCO
Di Antonella Crucifero GIORNATA COL SORRISO
31 A.S.D. FALCHI LECCO
Sorriso
Giornata col
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L’ALMANACCO 2022 35 Giornata col Sorriso

(ANCHE) DI CORSA

Il 2022 è stato l’anno in cui ho deciso di inseguire uno degli obiettivi che mi ero posto svariati anni fa (e anche il motivo per cui nel 2014 ho iniziato a correre) ossia il Triathlon. Una disciplina che mi ha sempre affascinato, ma anche intimorito in quanto si tratta di mettere insieme tre sport diversi in un’unica competizione.

Avendo avuto come sport principale il ciclismo sin da ragazzino, la cosa che mi premeva di più curare era il nuoto (che si svolge in acque libere). Così a settembre 2021 ho iniziato a lavorare con allenamenti bisettimanali su tecnica e fondo nel nuoto riuscendo a sviluppare un ritmo che mi consentisse di portare a termine la frazione nuoto in un tempo ragionevole.

La distanza che ho scelto per le gare di questa stagione è il triathlon medio, ossia 1.9km di nuoto, 90km di bici e 21km di corsa. Ne ho svolte tre, la prima l’8 Maggio a Candia Canavese, la seconda il 29 Maggio a Lovere e l’ultima il 31 Luglio ad Arona. In questo racconto voglio soffermarmi sulla seconda, quella che è stata per me più iconica, il Triathlon Medio di Lovere.

L’avvicinamento alla gara inizia con delle buone sensazioni, il debutto a Candia era stato meglio di qualunque previsione, la poca distanza tra le due gare ha fatto sì che dovessi fare degli allenamenti di mantenimento e qualità senza caricare troppo. Già dal giovedì però inizio a vedere che le previsioni meteo non sono delle migliori, ma non mi voglio fasciare troppo la testa.

Arrivo il sabato a Lovere, ritiro il pacco gara, breve cena e passeggiata sul lungo lago e poi torno in albergo a preparare il tutto. Attacco gli adesivi alla bici e al casco, mi preparo tutto ciò che avrei dovuto mettere in zona cambio, ripassando i movimenti che avrei dovuto fare. Ultima controllata alle previsioni prima di andare a dormire: pioggia tutta la mattina.

Mattina della gara: suona la sveglia, e sento lo scroscio incessante dell’acqua, mi preparo esco dall’albergo e sorpresa… trovo la mia auto bloccata da un’altra non consentendomi di uscire dal parcheggio. Aspetto qualche minuto e il proprietario non si palesa, quindi i gentilissimi gestori dell’albergo mi prestano la loro auto per scendere a Lovere (ero a circa 20min di auto da Lovere). Arrivo al ritrovo, porto bici e materiale in zona cambio preparandomi un sacchettino con le scarpe da corsa e dei calzini da cambiare dopo la frazione bici.

Il tempo di mettere la muta, sistemare le ultime cose ed è già ora di portarsi al molo di partenza. Io parto nella prima batteria, con mass start, ossia si entra tutti in acqua e viene dato il via dal molo. Il lago è scuro, ci sono nuvole molto basse e la visibilità non è il massimo, in partenza inizio a prendere colpi a destra e a sinistra, ma cerco di prendere il mio ritmo, uscendo leggermente dalla “tonnara” in partenza. Una volta che il gruppo si è assottigliato, nuotare diventa un piacere. Forse il nuoto è la frazione più “romantica” della gara, la visibilità sott’acqua è quasi nulla, ogni tanto si vede spuntare qualche altro concorrente, si sente solo il suono del proprio respiro e delle mani che impattano l’acqua. Così tra un pensiero e l’altro, in poco più di mezz’ora esco dall’acqua.

36 A.S.D. FALCHI LECCO
U rticoli A
Di Enrico Noia

Piccola corsetta dal molo fino alla zona cambio, dove al volo mi tolgo la muta, indosso il casco, infilo calzini e scarpette ed esco per la frazione bici.

La frazione bici si svolge su un circuito, tre giri da compiere da Lovere a Clusone. L’andata tutta in salita e il ritorno tutto in discesa, per un totale di circa 85km e 1300m di dislivello. Sempre sotto l’acqua, quindi dovendo stare attenti in discesa, finché a un certo punto sembra stia iniziando a smettere di piovere. Ecco che un altro concorrente mentre lo supero mi dice: finalmente smette di piovere ed esce il sole. Appena ha terminato di dire la frase, riprende uno scroscio violento di pioggia.

In salita ho cercato di essere abbastanza conservativo sulle gambe, il pensiero è sempre quello di dover correre la mezza maratona finale.

In circa 3 ore porto a termine la frazione bici, in zona cambio metto i calzini asciutti e le scarpe da corsa e riparto per i 21km di corsa finali.

Per fortuna a questo punto ha veramente smesso di piovere, la corsa si svolge su un circuito di 5km da ripetere 4 volte sul lungo lago, attraversando gallerie e salti di roccia a picco sul lago, veramente suggestivo.

I primi due giri li completo sentendomi ancora in forze, dal terzo in poi ho iniziato ad accusare la stanchezza e qualche dolore alle gambe, ma al giro di boa che segnava l’inizio del quarto giro ho ritrovato un po’ di adrenalina e le forze per portare a termine la gara e godermi il passaggio sotto lo striscione dell’arrivo dopo 5 ore e 33 minuti di gara.

Una sensazione bellissima, condita da quel senso di “impresa” essendo stato quasi tutto il tempo sotto l’acqua.

Il Triathlon ho scoperto essere uno sport duro, che però è in grado di regalare emozioni molto forti, momenti adrenalinici e momenti in cui bisogna solo stringere i denti per portare a casa il risultato. E anche la sensazione di correre sulle gambe stanche dalla bici è particolare, si sente la stanchezza, ma anche una voglia di far girare le gambe al massimo.

Al prossimo anno per nuove ed emozionanti imprese.

L’ALMANACCO 2022 37
(Anche) Di Corsa

ENGADIN ULTRA TRAIL

Dopo la vittoria dello scorso anno, non si poteva proprio mancare alla Engadin Ultra Trail! Soprattutto perché questa volta ho due pettorali gratis, uno per la 16 km e uno per la 21 km (i costi di iscrizione sarebbero stati di 80 e 110 CHF rispettivamente... argh!).

Decido così di donare gentilmente il pettorale della 21 km al mitico Pilo, che ricambierà il favore spendendo la medesima cifra in birrette e in una multa per eccesso di velocità (+2 km/h).

Eccoci arrivati a Sabato 16 Luglio. Si parte in mattinata, direzione Promulins Arena a Samaden, punto di partenza e arrivo della gara. La giornata è stupenda e i 1700 metri di altitudine regalano una piacevole tregua dal caldo lecchese delle settimane precedenti. Il tracciato è di quelli che piace a me: 16 km con 800 metri di dislivello positivo, da correre tutto d’un fiato. Dall’Alp Muntatsch, GPM della gara, si può godere di una splendida vista sul massiccio del Bernina. Anche questa volta riesco a conquistare il primo posto e abbassare di circa due minuti il tempo dello scorso anno.

Al traguardo ritrovo l’amico Pilo: anche per lui un ottimo secondo posto nella 21 km. Seguono quindi le premiazioni, ovviamente in pieno stile Falchi: birra, ciabatte rosa e occhiale tamarro.

Dobbiamo proprio insegnare tutto a questi Svizzeri!

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U rticoli A
Engadin Ultra Trail

TROFEO ADELFIO 2022

E siamo arrivati all’undicesima edizione! Decisamente non male. Sulla stampa locale viene etichettata come “super classica del 25 aprile” ma per noi è e rimane il modo migliore per ricordare Adelfio.

E ci piace farlo sul campo, che nel nostro caso sono le montagne di casa! Percorso rigorosamente originale: poco più di cinque chilometri di sviluppo con 790 D+, contraddistinto dall’impegnativa salita al Pizzo D’Erna e dalla successiva picchiata in discesa fino al traguardo posto presso il rifugio dei tanti Marco: il Marchett.

Dal punto di vista sportivo si tratta di una bella sparata in cui far andare il motore a giri alti (per chi li ha!) o barcamenarsi nello spingere sulle ginocchia lungo le pendenze della mitica “sponda”. Buona la partecipazione con 233 atleti al via. Negli annali sono finiti i nomi di Martina Brambilla (42’36”) e del bergamasco Alex Baldaccini (33’37”). Completano il podio femminile Laura Basile e Barbara Sangalli mentre al maschile Luca Del Pero e Lorenzo Rota Martir. In casa Falchi oltre al secondo posto di Luca ottime anche le prestazioni di Lorenzo (4), Danilo (8), Paolino (12), Luis (13), Eros (15). In campo femminile Marta (5) e Martina (6).

La bella giornata ha permesso a tante persone di salire in quota per assistere alla gara. In particolare nella zona del Pizzo d’Erna c’era un bel tifo.

In questi casi si è solito dire che la macchina organizzativa è ben oliata… anche se in realtà è sempre un cinema! E non potrebbe essere diversamente visto che il boccino dell’organizzazione non è nelle mani di una società specializzata in eventi ma è nelle mani di un gruppo di amici con la passione per la montagna e per la corsa. Ma c’è da onorare la memoria di un amico che ha fatto tanto e quindi ce la si mette tutta per fare una bella festa.

D’altronde questi sono i valori che ci ha insegnato Adelfio: passione, semplicità, caparbietà e altruismo.

Alla fine, sia che ci sia il sole (come quest’anno) sia che ci sia pioggia viene sempre fuori una bella e genuina mattinata di sport. Lo spirito della giornata (il famoso “mood of the day”) è in pieno Adelfio style, così come gli ingredienti della festa: montagna, sorrisi e un pò di sana cagnara.

Per noi che organizziamo la soddisfazione più grande è vedere, magari nascosti dalla maschera di fatica, i sorrisi di chi taglia il traguardo. Ma adesso finiamola con tutte queste chiacchere: Adelfio preferiva i fatti alle parole!!

Ci vediamo l’anno prossimo: abbiamo un amico che ci aspetta!

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U rticoli A
Di Carlo Proserpio
L’ALMANACCO 2022 41
Adelfio
Trofeo
42 A.S.D. FALCHI LECCO U rticoli A
43 Trofeo Adelfio
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Adelfio
Trofeo
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ALTURA ESTIVA: KE KAPPL!!!

06/08 Giorno 1: L’arrivo con

(run 11km con 627 d+)

Sorprendentemente il piano organizzativo da me dettato alla ciurma, ha una perfetta riuscita! 3 macchine, 9 persone, 9 bici e tanta spesa. MA TANTA. Gruppo 1: Ugo, Ste e Turro - Operazione spesa all’Esselunga e recupero 4 bici Gruppo 2: Simo, Biso e Paolino - Operazione frutta e verdura e recupero 2 bici Gruppo 3: i mandellesi Eros, Lorenzo e Michelino - Ci aspettano a Mandello per organizzare bagagli e ultime 3 bici.

Tutto sembra filare liscio con sorprendente poco ritardo del gruppo 2. Ci si trova a Mandello, si organizzano al meglio le macchine e pronti via verso Kappl!

Questo ridente paesino austriaco all’interno di una valle sperduta ci sembra fin da subito accogliente e decidiamo di fermarci a 10 km dalla casa per fare pranzo selvaggio in un centro commerciale. Arrivati a destinazione ci accoglie una coppia di anziani signori molto ospitali e sorridenti ma che non spiccica

mezza parola di italiano e inglese. Solo gesti e risate. PERFETTO.

Scopriamo che la casa è un B&B con bagni, sala e cucina in comune e 5 stanze private, spettacolo visto che abbiamo preso tutte le stanze e quindi abbiamo tutta la struttura a nostra disposizione!

Giusto il tempo di mettere le birre in fresco, cambiarci e notare la faccia sconvolta e semi imbarazzata di Paolino e Biso che arrivano con il loro tipico sguardo disperso dicendo che l’avevano combinata: nel trasferire spesa e bagagli dalla macchina di Biso a quella di Paolino, si erano scordati la frutta e la verdura sui sedili dietro e la macchina di Biso era, naturalmente, parcheggiata sotto il sole, a Lecco. Dopo l’incredulità e disappunto generale, per stemperare si è deciso di andare a fare una corsetta esplorativa sotto leggera pioggerella, coscienti che al nostro ritorno le birre sarebbero state fresche ad aspettarci.

Ovviamente la corsetta si è poi trasformata in merenda di mirtilli e ricerca di funghi per il risotto

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U rticoli A
Di Ugolini Filippo Supporters : Ste, Turro, Simo, Biso, Dendi, Paolino, Eros, Lorenzo e Michelino Cheerleaders: Martina, Marzia, Laura ed Elisa

della sera.

È stato più difficile decidere e tracciare il giro, piuttosto che andare a farlo (non è vero, io ero finito).

Lorenz aveva individuato la cima rocciosa e tecnica che gli gustava e ha deciso di trascinarci con lui. Quasi tutti ci sono arrivati tranne un Paolino svogliato che preferisce appisolarsi vicino ad un laghetto di passaggio e il buon Biso che,

Altura Estiva: ke KAPPL!!!

rimasto indietro, opta per una cima più bassa vicino ad un bel rifugio che ci era già entrato nel mirino per una possibile mangiata nei giorni seguenti. Cima conquistata e rientro agile verso l’aperitivo guadagnato, se non fosse che siamo incappati in un parco avventura dove si sono disputate le prime sfide tra Biso ed Eros. La sera si decide di risolvere le questioni in sospeso con una bella pokerata fino tarda notte!

L’ALMANACCO 2022 49
07/08 Giorno 2: L’agognata cima (run 23km con 1775d+)

Mai titolo fu più azzeccato per descrivere le imprese dei due gruppi: io e Paolino impegnati in un lungo in montagna propedeutico per il mio Kima e gli altri concentrati in un giro in bici con capo-gita un Barba indemoniato che pian piano ha smarrito le povere pecorelle che cercavano di tenere il suo passo. Io ed un sorprendente Paolino (fuori allenamento ma che non molla, anzi, il più delle volte è lui a spingermi[fuoriclasse]) rincasiamo per primi, per poi scoprire da vocali e messaggi sul gruppo che Biso, prendendo la bici di Paolino in prestito per “provarla” stava tornando a casa con svariati mezzi pubblici perché “si era rotto qualcosa nel cambio”. Nel bel mezzo della disperazione/stanchezza di Paolino arriva un Eros semifresco ed indignato della scarsezza del resto del gruppo che, una volta arrivato in cima alla seconda salita, si era fiondato nel rifugio a mangiare e bere per reintegrare, lui di risposta si è messo mezza barretta in bocca, guardato in giro 14 secondi e ripartito più veloce di prima verso casa. Rientrato tutto il gruppo abbiamo passato il resto della giornata a narrare le varie gesta e bere birrette e mangiare patatine fino a tarda sera quando, con estrema lucidità, si è deciso di prendere il decolorante portato da Simo e applicarlo random su peli e capelli di quelli più “coraggiosi”.

Giustamente il giorno dopo siamo tutti tritati. Ed è lì che il coach Beltram ha le idee migliori: scarichello di 10km con qualche peaks up (per i comuni mortali anche chiamate variazioni di ritmo, sì… ma a 3 al km!).

Nel primo pome un piccolo gruppo di audaci formato da me, Ste, Biso e Michelino, decide di andare a fare un giretto esplorativo in bici per scaricare un po’ le gambe, il resto del gruppo invece decide di andare a caccia di porcini.

Tutto questo si trasforma in un’uscita in bici con punte di 45 km/h in pianura e una raccolta di kg di finferli e porcini (forse 2 marci).

Ma nulla scoraggia il nostro chef SimoGila che si prodiga in qualche kg di pasta con funghetti e ovviamente qualche litro di birra di contorno. “Oh le birre in Austria costano meno dell’acqua, e se riporti i vetri ti danno indietro anche dei soldi!!!”

50 A.S.D. FALCHI LECCO U
A
rticoli
08/08 Giorno 3: La tritata (run 36,5km con 2170d+| bike 150km con 2700d+) 09/08 Giorno 4: La birra risana tutto! (run 10km con 200d+ | bike 52,5km con 860d+)

Altura Estiva: ke KAPPL!!!

I giorni avanzano, gli stomaci sono messi in continua dura prova, per non parlare del fegato, ma soprattutto le nostre gambe iniziano ad accusare la severità degli allenamenti. Quindi, coscienti che la vacanza era ancora lunga, decidiamo di fare un allegro collinare per poterci poi dedicare al nostro vero sport preferito: gli aperitivi. La giornata è poi dedicata a stretching e sfide varie alternate con qualche birra al bar sotto casa.

L’ALMANACCO 2022 51
10/08 Giorno 5: Lo svago (run 14,5km con 700d+)

Ebbene sì, per il secondo anno di seguito la nostra vacanza è a cavallo del compleanno di Lorenz e per il secondo anno avevamo già individuato il rifugio dove andare a farci riconoscere.

La novità era che quest’anno 4 ragazze, Martina, Marzia, Laura ed Elisa, erano venute pure loro in Austria a fare una vacanzina a circa 60 km da noi, nella valle a fianco praticamente, e quel giorno sono venute da noi per partecipare ai festeggiamenti.

Noi, in compenso, abbiamo giusto avuto il tempo di fare una corsetta di prima mattina e rincasare esattamente quando le ragazze arrivavano e scorgere le loro espressioni disgustate e di sgomento fissando i nostri capelli/peli decolorati, di cui noi andavamo tanto fieri.

L’ascesa al rifugio scorre velocemente mentre sia noi sia le ragazze narrano le varie disavventure. Arrivati al rifugio in un attimo ci siamo messi a tavola affamati.

Cibo molto buono, simpatia dei rifugisti totalmente da rivedere, insomma tutto bello TRANNE il momento in cui Paolino ha preso la parola e ha letto un’allegra filastrocca, da lui stesa insieme a Lorenz, che ha rivelato una sorprendente verità: la mattina del primo giorno Paolino, Biso e Simo non sono MAI andati dal fruttivendolo, essendo troppo in ritardo nella tabella di marcia, e non hanno mai dimenticato le cose in macchina di Biso! È stata tutta una presa in giro per camuffare il loro estremo ritardo. Ricordo ancora la mia smorfia e stordimento nell’ascoltare quelle parole, la mia mente non riusciva ad accettarlo e il cervello continuava a dare system error, poi

mi ha pervaso un istinto omicida ma il tutto è sfociato in una fragorosa risata e una pioggia di parolacce.

Le sorprese non erano finite: Marzia aveva preparato delle simpatiche domande a doppia risposta a Lorenzo, dove lui doveva rispondere quella sbagliata, penalità bere mezzo bicchiere di spritz. Beh, 1,5 litri di spritz se li è bevuti in mezz’ora. Ma soprattutto, nel bel mezzo delle domande, arriva la chiamata che alcuni di noi aspettavano e altri neanche sapevano: il Dendi è arrivato a Kappl pronto a passare 2 intense giornate con la ciurma!!! AHIA

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U rticoli A
11/08 Giorno 6: #TANTIAUGURILO! (run 6km con 120d+ | trekking 16km con 1000d+)

Per poter riordinare i pensieri dalle gesta del giorno prima e poter “riposare” le gambe dalla corsa, decidiamo di incalzare le bici. Fortuna volle che Dendi avesse con sé anche la bici della sua ragazza Martina, così da poter prestare la sua a Paolino, avendo la bici KO (grazie Biso) e lui usare quella di Martina. Poco prima di partire si scopre che Dendi non ha mai superato i 40 km in bici ma soprattutto non mai fatto più di 500m d+. BENE la giornata è quella giusta e l’espressione del Barba è immediatamente cambiata. Eros si piazza davanti a trascinare il gruppo e via a fiondarci a 60/70km/h in discesa a trenino fino al paesino a 30 km più avanti, dove, trovando più traffico, abbiamo dovuto rallentare e fare slalom tra i vari austriaci al volante. Incomincio ad avvertire un senso di inquietudine perché eravamo tanti, scomposti ed agitati tra le macchine. Neanche riesco a finire il mio pensiero che sento uno SBADABEM e vedo volare una borraccia 40 metri davanti a me: un Biso che si rialza di scatto da terra come una molla e la sua bici con manubrio piegato che si accartoccia per terra dopo

aver sbattuto sul baule di una macchina. Panico generale ma per fortuna Biso non sembrerebbe aver riportato gravi danni e l’autista se n’è andato senza fare troppe storie.

Il buon Bis decide di proseguire e poco dopo inizia la salita e il gruppo si divide prendendo ognuno il proprio passo e cercando di battagliare con quelli vicini. Un Dendi sfinito anticipa di poco Biso in cima e dopo essere arrivato dichiara di voler vendere la bici una volta tornato a Lecco. Biso invece, seppur incidentato, un po’ sovrappeso e completamente masarato, arriva in cima semi-sorridente pronto per scendere subito in picchiata in discesa e cercare di staccare metà gruppo nell’ultima parte di falsopiano verso casa, ma ad 8 km da casa, decidere di fermarsi sfinito a prendere il pullman. Stoico!

Purtroppo l’ultimo giorno era arrivato e tutti eravamo semidemoliti dai giorni precedenti per ovvie ragioni, ma anche dalla sera prima, considerato che l’ultima sera è sempre quella impegnativa dove bisogna finire il più possibile le cose avanzate e le birrette austriache. Una corsetta si decide di farla comunque prima di iniziare a pulire, fare i bagagli e caricare le macchine.

Tardiamo leggermente il checkout e i due signori vengono a far questioni con il loro linguaggio incomprensibile ma vedono che abbiam già tutto pronto, così tornano a sorridere e a scambiare qualche gesto con Biso, unica persona in grado di comunicare con loro, che decide di lasciargli del miele per ringraziarli. Il rientro è stato lungo e a tappe per poter scaricare tutto e tutti, ma l’argomento comune di ogni macchina era il decidere già la location del prossimo anno. SPETTACOLO!

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KAPPL!!!
Altura Estiva: ke
12/08 Giorno 7: La bici e gli inconvenienti di giornata (bike 93km con 1600d+) 13/08 Giorno 8: Last (run 5,5km con 200d+)

GLI ANEDDOTI DI ARDESI

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rticoli A
Di Enrico Ardesi

Gli aneddoti di Ardesi

Enrico Ardesi

Vinto 200€, arrivai a casa con 20€. 120€ spesi in lattine di Calanda Beer offerte a tutta la valle

Carlo Ratti

Quando Ardesi era in forma (una volta l’anno) si correva per l’argento

Enrico Ardesi

A chi pensa che il tempo di Golinelli sia mostruoso (Malina-Elisa ndr) racconto un aneddoto che potrei raccontare ai nipoti, così state svegli a meditare se è il nostro è correre o deambulare. Nel 2012 ho fatto la gara di Bergen di 9km e 1075 D+ e ho fatto 50minuti. Dopo un mese feci 57 in Elisa. Sapete il record dell’attuale presidente WMRA a Bergen, Jonathan Wyatt ? 40’ e 47”... forse meno. 27 sui 10mila e 2’ e 12” sulla 42km. Pane e acqua? Boh! Se il riferimento è quello

Enrico Ardesi

Dopo queste storie qua.. praticamente ho chiuso il profilo Instagram.. mi toccherà passare su Tic Toc... Tac, come dice il Berlusca!

Vi mando un vocaleee di dieci minuti e ragazzi visto che siete in pausa pranzo vi scasso ancora per dieci minuti, qui è il vostro professore di Elisiologia... ho ancora un paio di aneddoti che vale la pena raccontare perchè sono uno spettacolo:

L’ALMANACCO 2022 55

Enrico Ardesi

Il primo è Ratti che nel 2000, alla Molina-Elisa, ha un 1h e 4’ e a metà ha vomitato... quindi Elisa con il vomito. Nel 2010, un po’ di storia ancora, anno in cui l’Elisa mi si è “concessa” ( Enrico ha vinto ndr) con il tempo peggiore di tutti, un tempaccio, 57’ e 18”, dietro di mè c’era una certa quantità di vecchietti.. tutti incazzosi. Un certo Tom, del 1961, fece intorno all’ora e aveva la bellezza di 49anni, ha 2 anni in più di me, e la cosa che mi rode di più è che Domenica con 1h e 10’ potevo fare i campionati tetraplegici (con tutto rispetto), quindi chi si avvicina all’ora e pensa di essere un professionista o cosa, poi c’era anche il Carlo Gaddi che aveva fatto 1h e 1’... Meditate meditate

Enrico Ardesi

Comunque la mia prima Elisa: Parto con Carlo Ratti, chiaramente mi stacca e tutto e arrivo a metà ed è li che vomita e gli dico: “che cacchio hai?“ Perchè il fenomeno faceva la colazione con Tea e gli Zalet, poi ha continuato a farlo anche quando andava come un missile e mi dice: “Figa la colazione porca troia... torno indietro“ e va beh, dopo è arrivato in 1h e 4’. Fate voi

Enrico Ardesi

Poi ne ho una per Skyratter, Carlo Ratti: Domenica, a metà, mi supera a fuoco Fausto Lizzoli, a me sembrava di essere fermo, come il Giir di Mont del 2001, mi supera al doppio della velocità, che Sarà partito con i mortaretti... poi vedo una sagoma impiantata. È Italo Conti. l’unica soddisfazione della giornata è stata giustiziarlo in partenza, comunque che bello è stato vedere tanti amici

56 A.S.D. FALCHI LECCO
U rticoli A

Generazione pantacordellino

GENERAZIONE PANTACORDELLINO

Erano gli anni dei pionieri, di quelli che quando andavano a correre erano sbeffeggiati dagli automobilisti: “Guarda quel cretino che corre...”, anni in cui si correva con scarponcini di pelle con suola Vibram, anni lontani, oscuri, che si perdono tra leggende e realtà, tra racconti di vecchi podisti stanchi ed annebbiati e gare che ormai non esistono più.

Ma andiamo con ordine: i protagonisti della storia sono i numerosi e valorosi podisti dei territori lecchesi e limitrofi, ognuno con la sua storia, la sua sfida, la sua inconfondibile personalità.

Cercherò di ricordare qualche episodio, aneddoto, che rappresenta le gesta di questi vecchi podisti, pionieri e baluardi di miracoli sportivi. I fratelli Simonetta, uno ormai è stato disperso nell’oblio, l’altro a cinquant’anni suonati la spiega ancora al novanta per cento dei ventenni con scarpa con inserto in carbonio, maglietta traspirante in kevlar e l’immancabile orologio che conta anche le flatulenze durante la gara, insomma due tipi loschi. Nino, discreto picchiatore nei campi di calcio, Franz altrettanto apprezzato bikers. Si tolgono non poche soddisfazioni negli anni buoni della carriera e poi, giusto per attaccare scarpette chiodate e mountain bike al chiodo, provano a correre al lago del Segrino, giusto per cambiare sport. Ma si... a quarant’anni suonati… Qualche risultato di sti due cadaveri? Una Monza Resegone vinta con un tempo pazzesco (all’epoca Franz si faceva un pacchetto di Marlboro al giorno tra una gomma del camion e una del trattore...), tempi in mezza che stabilmente attorno 1h e 11’, tempi sulla maratona da 2h e 29’ per Nino e 2h e 31’ per Franz... insomma considerando i pantacordellino, le Marlboro, le 10 ore in officina tutti i giorni: due cadaveri!

L’ALMANACCO 2022 57
Di Carlo Ratti

Parliamo del Trinca? No dai non voglio annoiarvi. Poca roba direi. Una delle cose che mi lasciavano incredulo tutti gli anni era la prestazione di Trinca alle Marmitte dei Giganti. La gara cadeva sempre in corrispondenza del Giro di Lombardia di ciclismo ed il Moss, come tradizione vuole, il sabato seguiva il Lombardia. Nel senso che se lo faceva in bici. Si... forse non tutto ma i suoi onesti 150 km se li faceva sempre. La domenica, giorno della gara a Chiavenna, si presentava dicendo che aveva fatto 150/200 km in bici il giorno prima, che gli facevano male le gambe (strano!) e che avrebbe fatto quello che poteva. Risultato: tutti i santissimi anni tirava fuori prestazione incredibili, non siamo mai riusciti a vincere la gara, ma spesso siamo arrivati secondi dietro la Forestale di Manzi e De Gasperi, anche loro non ricordo se avessero i pantacordellino, ma

correvano veloci, se non ricordo male… Comunque, tornando al Moss, io mi chiedevo in che condizioni sarei stato se avessi fatto 150 km il giorno prima, probabilmente avrei fatto fatica ad alzarmi dal divano.

Ho sempre avuto grande ammirazione del Moss per la semplicità che metteva nelle cose, pochi fronzoli, zero minchiate, pedalare e basta.

Non si lamentava mai... mi fa male la gamba, lo stiramento, la schiena, la vescica, mai un lamento... uomo di altri tempi! Ardesi, va be no lasciamolo per il gran finale.

Ahhh, Gatti, Silvio Gatti... lui con i pantacordellino probabilmente corre ancora oggi (naturalmente sotto i 3’ al mille) e nelle scarpe invece del carbonio ha la terra del giardino che ha tagliato il giorno prima. Anche con lui ogni gara una storia, non posso non

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U rticoli A
Esposito, Gatti, Tricavelli e Ongania

citare un’edizione del Trofeo Dei Presidenti: non era il mondiale ma come avversari avevamo ancora una volta De Gasperi, Manzi ed un altro forestale di cui mi sfugge il nome (chiedete ad Ardesi che lo sa). La staffetta è particolare perché ogni atleta parte in punti differenti: il primo da Como, il secondo da Brunate ed il terzo da un punto molto panoramico di incrocio tra svariati sentieri e che porta all’arrivo al rifugio Riella.

Prima della gara, parlottando di accordi e strategie mi accordo con Silvio che subito dopo l’arrivo al cambio della staffetta della forestale, mi sarei preparato ad aspettarlo per il cambio. Il risultato: chiaro!

I miei due compagni, Trinca e Silvio fanno meglio nelle prime due frazioni della forestale e quando arriva Silvio io sono nel bosco, dietro ad un albero, con i pantaloncini abbassati... avete capito!

Silvio mi urla ridendo... “È lì il cambio?” Io do l’anima per corrergli dietro ed arrivare al cambio da lui con i pantaloncini semiabbassati!

Per la cronaca anche in quel caso purtroppo mi sono fatto recuperare dal DeGa quindi niente vittoria neanche li!

Per concludere con Silvio ed i suoi pantacodellino: atleta incredibile, molto molto naif. Qualche tempo? 1h 07’ in mezza, 55’ netto in Elisa, un 30’40” al Vanoni, insomma classe cristallina.

Come non scrivere due righe anche del DOC!

Al secolo Cappello Antonio, forte come un bufalo, (ma non come il Bufalo), alle gare magari si presenta con dei pantaloncini discutibili, come al Kima, ma poi sempre con grandi prestazioni.

L’ALMANACCO 2022 59
Generazione pantacordellino
Ghislanzoni R, Arrigoni Neri, Esposito e Ardesi

U rticoli A

Tutti gli anni, a meno di rarissimi casi, alla Molina Elisa non riuscivo mai a metterlo dietro, partivo, andavo, avevo un bel vantaggio, poi iniziavo a sentire un sibilo, sempre più forte, mi giravo e lo sentivo fischiare come un drago, e poi mi staccava!

Una sera l’ho incontrato al pistino, pioveva e lui aveva l’ombrello!!! Avete capito bene, correva con l’ombrello. Io dovevo fare un medio con finale in progressione, medio o non medio (altrimenti Ardesi attacca a dire che era troppo veloce) stavamo correndo a 3’25” al mille; gli ultimi chilometri abbiamo aumentato, e lui l’ombrello non l’ha mollato!!! Un mito!

leggendari e ricordi lontani.

Mi ricordo una mattina a Chiavenna prima del vertical di Lagunc, Enry aveva festeggiato la sera prima con polenta e lenticchie; sappiamo che spesso prima di una gara, o per un pizzico di tensione, o per il fatto che si sveglia il metabolismo, si deve correre spesso nel bosco per espletare; quella mattina Enry si prese una piazzola del parcheggio, fece una cosa incredibile, verde, come il verde dei prati nei disegni di prima elementare: nessuno osò parcheggiare per tutta la giornata! Un’opera degna di un orso Grizzly!!!

Una volta mi ha raccontato che dopo una convention all’estero decise di tornare in hotel a piedi, naturalmente correndo così com’era vestito, con giacca e cravatta.

La polizia l’ha inseguito e lo ha fermato per identificarlo non prima di avergli chiesto perché e da chi stava scappando.

Ardesi. Ci vorrebbe un libro, non basterebbe l’Almanacco.

Ultimamente ci vediamo poco, una volta al mese, con il Gaddi, grande esperto di atletica e con un passato di tutto rispetto e tutte le volte riaffiorano aneddoti

Ai tempi dei “pantacordellino” Enry aveva una folta barba, si cambiava la maglietta una volta alla settimana, lottava a mani nude contro i cinghiali di Primalpe, eremita e sognatore, anticonformista e ribelle!

60 A.S.D. FALCHI LECCO
Enrico Ardesi, alias Enry

Se mi avessero detto che sarebbe diventato l’idolo di TikTok ed Instagram, non ci avrei mai creduto! Oggi ci regala post con effetti fantastici, con i suoi Roller ed i suoi consigli.

Enry era la classica mina vagante! Quando era in giornata lo vedevi subito, ed in quelle giornate era veramente difficile stargli davanti.

Come non ricordare il mitico Trofeo Vanoni con Silvio ed Enry, mi ricordo la carica che aveva quel giorno: stampò un 31.34 (se non sbaglio) ma vederlo correre al Tempietto fu uno spettacolo! Enry è un Almanacco vivente, sa tutti i tempi di tutte le gare, ed immancabilmente dopo una gara inizia a fare paragoni su materiali, percorsi, tempi, classifiche.

Personalmente non so se il livello sia aumentato o diminuito, anche perché non allenandomi più e soprattutto diventando vecchio e scarso mi sembrano

tutti dei fenomeni.

Mi sento però di suggerire a tutti di vivere questo ambiente con la giusta misura, con la consapevolezza di avere la fortuna di praticare uno sport magnifico, che si pratica in ambienti unici, lontani da tutto.

Io ho avuto la fortuna di praticare questo sport per tanti anni, di conoscere tanta gente, posso dire di essere cresciuto con la corsa; sono riuscito anche a vincere qualche gara, ma se mi volto indietro, i ricordi più belli difficilmente sono legati ai risultati sportivi; i ricordi più belli sono legati a queste persone di cui ho parlato, e di tante altre, che hanno condiviso con me 25 anni di vita con le scarpette ai piedi, sempre con il sorriso sulle labbra, senza prendersi mai troppo sul serio, sempre con il coltello tra i denti durante la gara e tanto rispetto e complicità in tutti gli altri momenti.

Generazione pantacordellino

Quale è la gara che ti ha dato maggiore soddisfazione e quale quella in cui hai sofferto di più?

Quale dei Falchi è il tuo “acerrimo nemico”, che sulla linea di partenza vorresti battere più di tutti?

Quali ambizioni hai per il prossimo anno? Gara, circuito o prestazione particolare.

Come ti aspetti i Falchi del domani?

Quale premio vorresti ad una ipotetica gara da te vinta?

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Entry 2022 – Un anno dopo… Domande da parte del Presidente

New entry 2022 - Un anno dopo

La gara che mi ha dato maggiore soddisfazione è stato il Giir di Mont Uphill. È stato bellissimo correre una gara così sentita e con atlete così forti.

La gara in cui ho sofferto di più credo sia stata la Snowrun dei Resinelli… è stata la primissima gara in maglia Falchi ed ero di rientro da un infortunio. Il secondo giro in particolare con quel “sali e scendi” continuo… non so come ho fatto a finirla!

Non ho un animo competitivo. Direi che il nemico da battere è l’obiettivo che mi sono prefissata per quella gara.

Vorrei riuscire a fare una gara più lunga di 30km

Mi aspetto si porti avanti lo spirito di squadra e di aggregazione che c’è ora.

Un pettorale + soggiorno per una gara all’estero

La PizzoStellaSkyrace è la gara in cui ho avuto la maggior soddisfazione. L’anno prima ero a fare il tifo e lì ho deciso di provare a gareggiare La Resegup è stata la più sofferta. È già buono che sono arrivata!

Non ho un animo competitivo. Direi che il nemico da battere è l’obiettivo che mi sono prefissata per quella gara.

Vorrei riuscire a fare una gara più lunga di 30km

Mi aspetto si porti avanti lo spirito di squadra e di aggregazione che c’è ora.

Un pettorale + soggiorno per una gara all’estero

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Martina Parenti

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Purtroppo quest’anno sono stato un pò sfigato e non ho potuto fare molte gare, spero di fare bene il Valtellina sabato, per il resto sono soddisfatto della Pizzo Stella Skyrace, che ho chiuso 6° dopo essermi perso e anche della Valgrosina Trail che ho chiuso 4°. Molto contento anche dell’Adelfio come esordio.

Non ho un animo competitivo. Direi che il nemico da battere è l’obiettivo che mi sono prefissato per quella gara.

Per il prossimo anno mi piacerebbe molto fare una stagione solida con dei risultati costanti ed inserire anche gare di un certo calibro come quelle del circuito La Sportiva.

Beh sono nuovo della società e sono orgoglioso di farne parte, mi piacerebbe vedere il gruppo di ragazzi giovani di oggi portare avanti il progetto come hanno fatto in passato e come stanno facendo quelli della vecchia guardia avendo la stessa forza di volontà e mettendoci la stessa passione che ci mettono tutt’ora.

Iniziamo a vincere una gara poi il premio viene dopo. No beh diciamo che mi piacerebbe vedere un bel trofeo con scritto il mio nome sopra. Per quanto riguarda il tipo di premio, io adoro un sacco i cesti pieni di cose da mangiare, quelli sono sempre ben accetti.

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Lorenzo Passoni
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New entry 2022 - Un anno dopo

TGS quella con più soddisfazioni e Montebarro Running la peggiore.

Uh che domanda... io mi sono unito ai Falchi perché avevo capito fossimo tutti un gruppo con l’amicizia come valore fulcro!!

Personalmente mi interessa migliorarmi sempre di più, e togliermi sempre più soddisfazioni con me stesso. A livello di gare non ho ancora guardato bene per la prossima stagione, ma sicuramente vorrei correre la Resegup.

Sempre più numerosi, competitivi ma sempre con una birretta e un bel sorriso nei post gara!

Non ho un premio specifico che vorrei particolarmente, mi accontento di un bel cesto con mangiare e bere da condividere nel post gara!

Non ho un premio specifico che vorrei particolarmente, mi accontento di un bel cesto con mangiare e bere da condividere nel post gara!

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Lorenzo Alippi
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Più soddisfazioni me l’ha data non una gara ma un circuito: La Sportiva Mountain Running Cup, dove ho potuto partecipare a belle gare con percorsi veramente unici sfidando tanti amici conosciuti nelle varie prove. La più sofferta? Trofeo Vanoni, non sono mai state il mio forte le gare di corsa in montagna, neanche il tempo di partire che si è subito arrivati.

Nessuno, e io spero di esser simpatico a tutti, anche se ho un conto in sospeso con Dendi che lo scorso anno alla Wine Trail mi ha sverniciato l’ultimo km!

Come ogni anno non pianifico niente, vedo come riesco a prepararmi, se il lavoro me lo permette e se i miei ragazzi (4 asini) fanno giudizio cercherò di partecipare a gare già fatte in passato per provare ad abbassare il mio tempo personale, ma anche partecipare a qualche nuova gara!

Volenterosi di fare una canotta un po’ più large perché questa è troppo attillata!

Una bella forma di formaggio, così mio papà è contento! Anche se è già successo… (Presidente testimone).

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New entry 2022 - Un anno dopo

Parto da quella dove ho sofferto di più che sicuramente è stato il Trofeo Kima, essendo già dura di suo per la tipologia del tracciato, purtroppo ho avuto anche una giornata no, sono comunque riuscito a finirla ma purtroppo con molto amaro in bocca perché era l’obbiettivo stagionale. Non ho una gara dove mi ha dato maggior soddisfazione, posso dire che le gare fatte tra Giugno e metà Luglio sono andate tutte bene, veniva tutto facile e la forma era buona.

Di “nemici” non ne ho, siamo tutti amici, c’è sempre da battagliare anche con i compagni di squadra che non mollano mai un colpo.

Per ora non ho ancora fatto programmi per il prossimo anno, avendo appena concluso la stagione devo solo riposare. Sicuramente l’idea sarebbe di fare meno gare ma prepararle meglio, staremo a vedere!

Sicuramente ci saranno sempre maggiori adesioni, i giovani per fare bene ci sono e sicuramente ci saranno altri che vorranno farci parte, sono molto fiducioso in questo gruppo.

Non sono uno che guarda il premio prima delle gare, mi importa solo fare bene e divertirmi. Ma se proprio devo rispondere ovviamente un contributo economico non fa mai male.

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Erik Gianola

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Sebbene sia finalmente riuscito a correre e chiudere bene il Trofeo Kima, la più bella soddisfazione di quest’anno è stata senza dubbio la PizzoStellaSkyrace: per me è la gara “di casa”, poiché trascorro le vacanze in questa valle da quando sono bambino. Dopo 2 tentativi insoddisfacenti finalmente ho chiuso con il tempo che volevo, correndo una buona gara e con la soddisfazione di essere premiato per l’ottava posizione. La gara dove ho sofferto di più è stata il Marathon Trail Lago di Como, dove, pur arrivando secondo, al 27°km sono entrato in crisi nera arrivando al traguardo (dopo 15 km) sui gomiti.

Sicuramente vorrei andare forte in salita come Giacomo Mainetti e in discesa come Dritan, sono amici di lunga data e vanno forte!

Nonostante renda al meglio su gare veloci sulla media distanza, il cuore è per gare che portano in ambienti favolosi. Da tempo mi frullano per la testa la Maratona del Cielo e magari provare una gara lunga, tipo la VUT: per questo l’ambizione numero 1 è non avere infortuni!

Mi aspetto un gruppo sempre più grande, in grado di attrarre giovani e farli sentire a casa.

Il premio migliore è di sicuro una bella bottiglia di vino!!!

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Roberto Pozzoli

New entry 2022 - Un anno dopo

La Resegup è stata in assoluto la gara che mi ha dato più soddisfazione.

Le due gare che mi hanno lasciato l’amaro in bocca sono di sicuro la PizzoStellaSkyrace e la Dolomites Skyrace.

Mi piace la giusta competizione: quella sana, che ci permette di crescere e raggiungere gli obbiettivi. Amo la partecipazione nel sociale e anche lo stesso spirito coatto che c’è stato quest’anno.

Per riuscire a dare il meglio in una gara tutti i miei compagni di squadra sono per me dei potenziali rivali, uno in particolare, che nelle gare brevi è davvero bravo, è Simone Gilardi.

Per il prossimo anno ambisco a migliorare i miei tempi nelle gare a cui ho già partecipato e dare anche il massimo in quelle che invece parteciperò per la prima volta.

Sempre lo spirito di Unione e di sostegno fra di noi che ce stato quest’anno e specialmente lo stesso impegno nelle iniziative per il sociale soprattutto a quelle che rendono grandi questa squadra.

Un premio che mi piacerebbe ricevere nel caso di una mia ipotetica vittoria potrebbe essere un buono di una cena per due, così da regalare una bella serata alla mia ragazza… ma anche un paio di scarpe vanno bene! Se invece devo essere più sociale invece, vorrei vincere un open bar per i Falchi per il terzo tempo!

L’ALMANACCO 2022 69
Simone Valsecchi
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U rticoli A

DA FALCO

Prefazione

Quelle di seguito sono le sue parole di Simone, (senza censura) di risposta alle domande dell’articolo precedente.

I più attenti noteranno delle ripetizioni, perchè le risposte son state direttamente ESTRAPOLATE DAL TESTO, MA È BELLO VIVERE LE EMOZIONI E LA PASSIONE CHE SIMO RIESCE A TRASMETTERE A TUTTI NELLA SUA INTEREZZA.

IL MIO PRIMO ANNO Di Simone Valsecchi

La Resegup è stata in assoluto la gara che mi ha dato più soddisfazione.

È la gara di casa: la città di Lecco è da sempre associata ai suoi due più importanti simboli, il meraviglioso lago e il monte Resegone che si specchia sulla sua superficie e grazie a questa competizione ho potuto vivere entrambi i panorami. Non è soltanto una corsa ma è per tutti un’esperienza straordinaria che unisce sportivi e appassionati valorizzando il nostro territorio. Infatti l’emozione più bella per me è stata quella di trovare lungo lo storico sentiero 1 tanti conoscenti e amici che data la vicinanza si sono sparpagliati su tutto il percorso per tifare. Per me fu il primo successo perché per la prima volta sono salito sul palco grazie alla mia quindicesima posizione. Essere chiamato dallo speaker insieme ad altri atleti di importanza di questo sport e vedere le espressioni di orgoglio delle persone che mi vogliono

Il mio primo anno da Falco

bene è stata davvero una forte emozione. Le due gare che mi hanno lasciato l’amaro in bocca sono di sicuro la Pizzo stella e le Dolomiti. Arrivavo da tante gare e un periodo di allenamenti duri al di sopra della soglia delle mie possibilità fisiche e quello che ho sbagliato più di tutti e di non tener conto del recupero fisico che necessita tra una gara e l’altra o semplicemente tra gli allenamenti. Questo perché sono stato frettoloso nel migliorarmi senza avere un giusto percorso graduato spinto dal mio forte ego. Invece di progredire lasciando il giusto tempo perché in questo sport si ottengono risultati se si ascolta il proprio corpo e sensazioni. Perciò al PizzoStella ho avuto la mia prima lezione innanzitutto l’ho presa sottogamba ed è stata per

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me una sofferenza dall’inizio alla fine: come se fossi sempre in prima senza cambiare marcia non sono riuscito mai ad andare e a metà gara ho avuto un calo fisico e mentale riuscendo a chiuderla solo col cuore. La settimana seguente, turbato dalla prestazione non contento ed accecato, partii per le Dolomiti Skyrace con mio papa e mio fratello che mi hanno seguito a Canazei.

E lì ho dovuto abbandonare la gara per un brutto infortunio al piede che, a mio parere, avevo già lesionato alla precedente competizione. Quindi dopo aver salutato alla forcella Pordoi i due tifanti mi sono dovuto ritirare prima del rifugio capanna Piz di Fassa e rientrare per gli accertamenti in traumatologia del

posto.

È stata molto duro rialzarsi dopo l’accaduto ma con i consigli di tutti ho ripreso dopo 1 mese e mezzo le competizioni più sereno. Morale: avrei dovuto ragionare meglio sul da farsi curandomi non facendomi trasportare dalla mia voglia di essere in gara per prendere quell’adrenalina che mi fa tagliare il traguardo e scollinare il punto più alto o arrivare al traguardo dalla mia ragazza.

Tutto lascia un enorme rammarico dentro di me ma la consapevolezza dell’errore mi fa solo capire dove ho sbagliato lasciandomi solo la possibilità di migliorarmi nel futuro.

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La giusta competizione, quella sana, che ci permette di crescere e raggiungere gli obbiettivi: partecipazione nel sociale e lo stesso spirito coatto che c’è stato quest’anno.

Per riuscire a dare il meglio in una gara tutti i miei compagni di squadra sono per me dei potenziali rivali, uno in particolare che nelle gare brevi è davvero bravo è Simone Gilardi.

Per il prossimo anno ambisco a migliorare i miei tempi nelle gare in cui ho già partecipato e dare anche il massimo in quelle che invece parteciperò per la prima volta. A pensare a quello che ho fatto quest’anno, ho avuto dei grandi traguardi e molte soddisfazioni.

Ho partecipato a innumerevoli gare di tutti i generi. Aspetto con ansia il domani per affrontare il prossimo anno insieme alla mia squadra: i Falchi di Lecco. Il Trofeo Adelfio è stato un importante momento di ricordo e di integrazione con i compagni.

Aver dato una mano il sabato prima portando il materiale in Erna e successivamente al rif Marchett, mi ha fatto capire che dietro ogni gara ci sono tante persone che lavorano insieme al fine di permettere a tutti gli atleti di vivere al meglio la gara e il dopo.

Il mio primo anno da Falco

Al ristoro finale ad aspettarmi e a dare il the c’era la mia ragazza ad aiutare.

Alla Esino dove sono riuscito a guadagnarmi il terzo posto preso nell ultimo tratto di discesa dopo essere stato trainato e seguito il passo dei miei compagni Gabriele e Giacomo.

Bellissima gara anche la Madesimo summit trail nel bellissimo paesaggio del lago dello Spluga dove ogni anno passo le mie vacanze avendo casa a Starleggia. Gara molto combattuta anche perché ho duvuto lottare con Roberto Pozzoli insieme con me sul podio. Correre è come la vita: allenarsi bene, studiarsi, capirsi, recuperare, saper recuperare, fermarsi, riflettere, fare il punto della situazione e non arrendersi. Tanti ingredienti che fanno parte della centrifuga che si chiama vita. Lottare entrare nel sociale. Competere e festeggiare. La corsa mi dà adrenalina. Spesso dopo le gare sono talmente felice che nel giorno del defaticamento rivivo emozioni e sensazioni che mi fanno riemergere il brivido provato nello scollinare il punto più alto o al mio arrivo al traguardo quando posso spuntare un altro mio successo, un altro mio sogno, un altro mio obbiettivo.”

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La sede torna a vivere

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Casso che cassuola
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L’ALMANACCO 2022 86 BENVENUTI AL MONDO PICCOLI 7 ottobre 2022 Nicolò Mamma Ilaria e papà Mattia Biffi 16 maggio 2022 Alessandro Mamma Elena e papà Riccardo Ghislanzoni
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