Territori 22

Page 31

dall’inizio prefissato come macro-obiettivo finale quello di “comunicare” tali contenuti, adottando formule e metodi diversificati, a seconda dei pubblici verso cui di volta in volta ci si è indirizzati e degli obiettivi specifici che si è inteso perseguire nella peculiarità delle singole iniziative. Ecco quindi che, fermo restando la scientificità dei contenuti, la comunicazione è stata declinata in varie accezioni (tecnico-specialistica, didattica, divulgativa ecc.), contemplando iniziative eterogenee che hanno spaziato dalla mini-conferenza al laboratorio didattico a tema, fino alla “performance culturale”, un modo

Il termine “museo” Secoli di storia hanno prodotto l’attuale concetto – e le relative funzioni – del museo: luogo

Come si congiungono storicamente i due estremi di un simile percorso evolutivo? Con il termine “museo”, l’antica Grecia identificava il tempio dedicato alle Muse, in cui i donativi – soprattutto in età ellenistica – assunsero le fattezze di libri ed opere d’arte. Nel 387 a.C., ad Atene, Platone fondò la celebre Accademia, una scuola filosofica che, sul piano giuridico, risultava essere un’associazione religiosa, dedita al culto di Apollo e delle Muse. Il complesso, infatti, era dotato di un tempio a loro dedicato, detto appunto mouseion. Analogamente, il musaeum di Alessandria, creato sotto Tolo-

piacevole e leggero per avvicinare al museo, fisicamente prima ancora che intellettualmente, il pubblico più refrattario. L’attuazione di un simile programma è stata possibile grazie all’accoglienza della comunità dei monaci cistercensi di Casamari – in particolare P. Alberto Coratti, direttore della splendida biblioteca annessa al monumento, al quale va un sentito ringraziamento per la

di conservazione, valorizzazione e fruizione pubblica di beni culturali. Ma l’etimologia svela il senso vero e profondo di questa istituzione che è, prima di ogni altra cosa, uno spazio intellettuale: luogo sacro alle Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, protettrici delle arti e delle scienze, patrocinate da Apollo. Dunque luogo della mente e della memoria, della sapienza e della bellezza.

meo I Filadelfo nel 280 a.C. all’interno della famosa biblioteca della città, formalmente era un luogo di culto ma, di fatto, ospitava una comunità scientifica e letteraria mantenuta dal sovrano. Il termine musaeum, derivato da mouseion, venne utilizzato da Strabone nel III secolo d.C. proprio per indicare gli ambienti della Biblioteca di Alessandria in cui studiosi e filosofi si riunivano

disponibilità e la collaborazione – sempre pronti a sposare progetti culturali interessanti, e al supporto dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Frosinone. Prima di scendere nel dettaglio del programma culturale, dei suoi metodi e obiettivi, ritengo sia fondamentale, per comprendere realmente lo spirito del progetto, fare qualche riflessione sull’etimologia e sul significato di due termini-chiave: museo e didattica.

per esercitare un’attività di tipo intellettuale: studiare, dibattere, etc. Nel XVII libro della Geografia egli riferisce che il Musaeum era dotato di “portici, la sala per i simposi e un vasto cenacolo dove vengono serviti i pasti che i dotti membri del Museo consumano insieme. […] Questo collegio di dotti dispone di risorse comuni, amministrate da un sacerdote un tempo designato dai re e ora da Cesare”. Originariamente, dunque, il termine “museo” indicava un luogo sacro, votato al culto delle Muse e successivamente – associato all’accademia e alla biblioteca – anche per derivazione semantica e ontologica, un luo- Un'immagine del museo di Casamari, realizzato go per lo studio e dall'Arch. Marco l’esercizio dell’atti- Mastroianni e dalla Dott.a Maria Romana vità intellettuale. Picuti. L’uso dell’appellativo “museo” nell’accezione di luogo di collezione e conservazione di oggetti si preparò nel Quattrocento, quando la cultura laica riscoprì le divinità pagane preposte alle attività creative e dell’intelletto. Fu forse Petrarca, nel De vita solitaria (1346-1356), il primo a parlare del luogo in cui lo studioso poteva utilmente ritirarsi per esercitare un’attività intellettuale radicata nella solitudine, con la frequentazione di pochi compagni: un luogo separato e appartato, scelto per la vita dello spirito, sovrinteso dalle Muse poiché lì si esercitavano le attività della mente. Nel 1448-52, la decorazione dello Studiolo di Belfiore a Ferrara, voluta da Leonello e proseguita da Borso d’Este, saldò il nesso tra luogo di studio e programma iconografico (un ciclo di tavole raffiguranti

TERRITORI

29


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.