2007. NUOVA GOVERNANCE E NUOVI SCENARI PER LE POLITICHE GIOVANILI

Page 6

giovanni campagnoli

31.01.2007 !

Rete politichegivanili.it!

giovani un problema relativo alle disuguaglianze di genere, poiché le giovani donne sono più esposte dei loro coetanei al rischio di disoccupazione e di povertà, pur essendo più numerosi i giovani maschi che abbandonano precocemente gli studi. È quindi ora di occuparsi anche dei giovani “normali” prima che questi rischino seriamente di essere succubi di meccanismi di esclusione sociale e lavorativa che potrebbero metterli “out” rispetto a tutto ciò che fa inclusione. Ma nei Comuni (che tra le istituzioni sono quelle che da sempre più si sono occupate di giovani, insieme all’associazionismo ed alla Chiesa) sono carenti anche gli interventi più tradizionali rispetto alle politiche giovanili. In particolare mancano strumenti e luoghi di espressività e creatività per i giovani produttori di cultura, proprio mentre l'economia sta dando rilevanza crescente ai prodotti e ai servizi culturali rivolgendosi in particolare al consumo giovanile. Sono carenti anche gli spazi di ricerca dell’identità per esprimere e rappresentare i propri bisogni di socializzazione, di rappresentanza e di espressività e protagonismo giovanile, così come spazi di partecipazione anche individuale o di gruppi informali (la maggior parte degli interventi previsti oggi sono per associazioni ed aggregazioni giovanili formalmente costituite). Inoltre spesso non è riconosciuto proprio il protagonismo giovanile perché i progetti, i servizi e le strutture dedicate ai giovani sono in prevalenza governati da adulti. Tutto ciò si traduce in distanza tra i giovani e le istituzioni, in esclusione dai luoghi di rappresentanza: i giovani non sono ben rappresentati nel Parlamento, nei consigli regionali, in gran parte dei consigli comunali. Con un grosso problema di ricambio generazionale della classe dirigente. Gli anziani, pare ovvio, saranno sempre di più e richiederanno, giustamente, più cure e risorse, ma anche i giovani dovranno richiedere massicci investimenti. E certo non solo i giovani già emarginati o ai margini della società. Per i giovani va pensato invece un “orizzonte di normalità”. Vi sono allora tre questioni importanti da affrontare: la partecipazione per consultare i giovani nelle decisioni che li riguardano e sostenere la cittadinanza attiva; un sistema di opportunità e diritti per un inserimento reale nella società; l’inclusione nel mercato della conoscenza per assicurare informazione attiva e garantire uguaglianza nell’accesso alle opportunità7. Così come il collegamento con altre reti nazionali ed internazionali che hanno interesse verso il mondo giovanile Allora il varo di consistenti progetti a favore delle giovani generazioni va visto come una scommessa in termini di conoscenza, di educazione e di opportunità (accesso al credito, alla casa e alle nuove professioni): sia per dare nuova linfa ai nostri territori sia perché questi sono investimenti importanti per il nostro futuro e, soprattutto, per quello dei nostri figli. Azioni importanti per il futuro, ma che devono avvenire nel presente, non sono più rimandabili: i giovani richiamano inevitabilmente a questo, al qui e ora, al presente. Il futuro è dei loro figli...

7

Progetto Iter 2005, “Welfare e casa” (da www.iterwelfare.org).


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.