■ Anna Santarelli da Rieti Lettera
Ti scrivo dalla propaggine di un’estate che s’accartoccia tra le nubi, svogliato e incolore il cielo d’agosto poco regala. Riva del tempo vuota di sabbia e di luce, di giochi e scommesse, scolpisce i giorni nell’abbraccio grigiastro del Mare del Nord. Da verdi prati avvezzi al canto dell’assenza, ti scrivo, il cuore nella compunzione del silenzio, l’ora invasa da una fragilità che ha il sapore del distacco. Aspetto la tua voce, un cenno, un tuo passo a rabberciare lunghe distanze ordite da parole non pronunciate, espressioni e gesti anzitempo tranciati. Sì, molte sono le strade parallele ma ancora ci sarà un incrocio a intersecare linee e passi. … attendere e ancora avere fede pensarsi a una distanza colma di interrogativi e di silenzi.
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