“…ed io nuovamente solo rimanevo con me e me stesso, di fronte a quella visione, se pur sublime, terrificante. Non vi era sangue, non vi erano ferite, solo lividi. Fu struggente sapermi vivo, questo mondo mi aveva accolto nel suo più fetente abbraccio, tra piaghe ed ulcere stomachevoli di lividi corpi divini.”
Due ragazzi, naufragati nel mezzo di una nascente apocalisse, dovuta ad un morbo letale, saranno costretti a cercare rifugio in un casolare in rovina, circondati da un labirinto di alti rovi, tra alti boschi ed alte coste funeste. In questa atmosfera sognante, scottante di delusioni e dilaniata da malesseri, l’amore sembra essere l’unico conforto rimasto, ma ahimè tra quelle mura, vaga languido il più sofferente sentore di morte.