Rivista il Gobetti

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dosso al cacciatore uno spruzzo d’acqua che lo trasforma in un cervo, il quale viene così immediatamente sbranato dagli stessi suoi cani che lo avevano seguito. Il primo elemento chiave per la lettura dell’opera è la vicenda di Atteone, il quale, pur essendo incolpevole, viene raggiunto da una punizione crudele e sproporzionata della divinità rispetto ad un atto compiuto in modo involontario, perché il cacciatore non ha scelto di offendere Diana; è il caso a portarlo nel luogo dove si trova la dea. Tale concetto, infatti, si trova scritto con caratteri all’antica lungo il fregio che sottende l’affresco della saletta. Il secondo elemento è rappresentato dalle forme con le quali viene proposto il protagonista delle pitture: Parmigianino raffigura Atteone esclusivamente con sembianze femminili, secondo quanto è ravvisabile anche da uno stu-

Atteone mentre sta partecipando ad una battuta di caccia in una foresta con un gruppo di amici, rimane solo e si addentra nel folto della vegetazione, dove, a sua insaputa, Diana con alcune ninfe sta bagnandosi nelle acque di una sorgente. Facendosi largo fra le fronde del bosco Atteone si trova proprio di fronte alla dea, nuda e bellissima: questa si vendica immediatamente per la violazione della sua intimità gettando ad-

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dio preparatorio per l’affresco ora conservato a New York. Forse è questa la ragione che ha portato il pittore a posizionare l’Atteone-donna sopra la parola Acteona della sottostante iscrizione, il cui accusativo alla greca suona femminile a orecchie italiane. Proprio nel 1523 nel castello di Fontanellato una donna, Paola Gonzaga, era stata punita ingiustamente dal destino con la perdita del figlio appena nato. Lo stesso bimbo è stato effigiato sopra la lunetta in cui Atteone viene dilaniato dalla sua muta di cani, e viene morso dal suo cane preferito, riconoscibile dal collare ornato dalla conchiglia bivalve: nell’antichità la conchiglia era simbolo della maternità, e Diana era considerata la protettrice delle partorienti e dei lattanti. Proprio Galeazzo Sanvitale aveva la conchiglia come emblema, secondo quanto è ravvisabile nel ritratto che Parmigianino gli fece durante il soggiorno

Parmigianino, Saletta di Diana e Atteone, Particolare della metamorfosi di Atteone-donna in cervo nella parete raffigurante l’incontro fra Diana e Atteone. Fontanellato, Rocca Sanvitale

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