Gielle pronta a sfidare i mercati d’oltreoceano

economia LA NUOVA MURGIA - Anno XIII • N° 102 • Luglio/Agosto 2013

Gielle pronta a sfidare i mercati d’oltreoceano Intervista a tre voci. Luigi, Vincenzo e Rosanna Galantucci

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a Gielle, azienda leader del settore antincendio, ha sedi in tutta Italia e nel Mondo, con un’esperienza di circa 50 anni nel settore, 260 dipendenti diretti rappresenta una sorta di pietra miliare europea. Senza dubbio, tra le più forti e consolidate nel suo settore. Per il territorio pugliese è una sorta di “Fiat” (però nata in pieno sud) che, in piena crisi, riesce ad espandersi in tutto il globo. Quest’anno ha ulteriormente ampliato la sua presenza sui principali mercati mondiali. A gennaio all’Intersec di Dubai, poi alla MIPS di Mosca (entrambe le realtà documentate dal ns giornale negli anni scorsi). E ancora, un’altra grande novità di quest’anno: la partecipazione alla più grande fiera di Energia del Mondo, in Texas (OTC di Houston), e poi Birmingham (Regno Unito), Kuala Lumpur (Malesia). Le tappe continuano in Scozia agli inizi di settembre in Kazakistan e Brasile ad ottobre per poi concludere a novembre con altri due Paesi importanti Cuba (America Latina) e Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti).

Commendator Galantucci, è partito 50 anni fa che era un’azienda locale. Dopo qualche anno è diventato leader nel centro-sud Italia.

Poi la più importante azienda di antincendio d’Italia.

Oggi, tra i primi posti, in Europa... Un percorso difficile. In salita. Ma anche una grande soddisfazione.

Stiamo raccogliendo i frutti della semina (che ancora continuiamo a fare) dopo anni: grazie all’aiuto di tutti i miei collaboratori che ringrazio con grande stima. Con il loro impegno e sacrificio abbiamo raggiunto un livello profes-

Malesia

Texas

sionale altissimo dando scuola nei cantieri nel mondo anche a tecnici altolocati. Ringrazio tutti partendo dalla produzione insieme a tutto l’equipe diretta dal capo officina Sardone – dall’ uff. gare Lopane e Creanza; dall’organizzazione cantieri -Graziadio e Pepe; dall’ ufficio “Vigilanza Antincendio” - Berloco; dal magazzino-Tragni; Ufficio Tecnico Ciccimarra; Ufficio Contabile Cappiello; Ufficio Estero Pianetti; la fidata Segretaria Lograno con la supervisione dei miei figli insieme all’indispensabile Quattromini. Ma tutti insieme, ai 260 che operano in tutta Italia, formiamo una squadra da super campioni: sono tutti da

pallone d’oro! Ancora grazie a tutti.

Dott. Vincenzo Galantucci, quest’anno grandi novità il Texas (la più importante fiera dell’energia) e i mercati dell’America latina.Come ci giudicano da quelle parti?

L’Italia e gli italiani sono ben visti ovunque nel mondo.

La nostra cultura, creatività e manualità sono armi di marketing micidiali, tra l’altro gratuito. Nel collettivo mondiale l’Italia ed i suoi prodotti vengono visti sempre di buon occhio. Di solito si associa il prodotto cinese a qualcosa di economico ma di bassissima qualità, al prodotto tedesco qualcosa di estremamente affidabile ma estetica-

mente “brutto” e costoso. Il prodotto made in Italy, invece, viene visto come un prodotto affidabile, con design - bello esteticamente -, e ad un giusto prezzo! Non bisogna tralasciare che in questi giorni si sta discutendo di un accordo Ue-Usa sul libero scambio [accordo Fta (Free trade agreement)]. In questo caso i nostri politici (intesi come politici europei….) stanno davvero facendo un ottimo lavoro. Se tutto ciò sarà confermato, per noi italiani ci saranno opportunità di vendita IMMENSA! È una cosa abbastanza grossa, invito chiunque a seguire questi avvenimenti e a prepararsi per un salto dall’altra parte dell’oceano.

Dottoressa Rosanna Galantucci, da qualche settimana rientrata da Kuala Lumpur Malesia. Per la prima volta, la Gielle sbarca anche nel sud est asiatico: di che mercato si tratta?

Ogni nuovo mercato è per noi una nuova fonte di espansione e di conoscenza!

L’Oga (oil &gas) a cui abbiamo preso parte in Malesia, è un campo in cui stiamo da poco entrando. Dove, per lavorare, bisogna essere accreditati, certificati, controllati e preparati. Ho avuto un’ottima impressione sull’organizzazione dell’evento, sugli addetti ai lavori, siamo stati accolti dall’Ambasciatore italiano a

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dfghj economia Articolo di LA NUOVA MURGIA - Anno XIII • N° 102 • Luglio/Agosto 2013

Mariapaola De Santis

“Per la zootecnia murgiana il futuro è consorziarsi” Il settore ovino fra problematiche e prospettive di rilancio. Ne abbiamo parlato con Nicola Dibenedetto direttore del ‘’Consorzio Murgia Viva’’ nato nel 2009 e sostenuto da 12 aziende, zootecniche e agricole. L’obiettivo è la valorizzazione dei prodotti tipici della Murgia.

Q

uali sono le problematiche del settore zootecnico, in particolare di quello ovino?

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Negli ultimi 5 anni il numero dei capi ovini si è drasticamente ridimensionato. Un trend negativo, nell’ambito dei comuni del Parco dell’Alta Murgia. Altamura in modo particolare annoverava un numero di capi pari a 23-24 mila nel 2008, oggi sceso a 18 mila. Il Consorzio Murgia Viva cerca di evitare l’impoverimento nella nostra Murgia, di una realtà che è sempre stata storicamente tipica di queste zone.

L’assurdo è che nel momento in cui abbiamo più prodotti da vendere, in primavera, ci rendiamo conto che tali prodotti non hanno mercati di sbocco, restano nel mercato locale, la concorrenza diventa agguerrita e cala il prezzo.

Ciò non gioca a nostro favore.

Questo è un fattore comune in tutto il mondo zootecnico e agricolo, anche se nel nostro territorio c’è una tradizione ovina molto più spiccata. La Puglia ha zone “a vocazione” e un patrimonio zootecnico che si sta impoverendo.

La vocazione dell’Alta Murgia?

Noi non siamo per l’allevamento intensivo. Lo spazio e la capacità di scelta dell’animale determinano la qualità. Un prodotto derivante da un animale che ha pascolato liberamente in una primavera florida, con essenze erbacee molto varie, non è paragonabile a quello derivante da un animale che è stato sempre in stalla e ha mangiato lo stesso prodotto tutto l’anno. Dobbiamo riproporre un allevamento brado, con un pascolamento naturale, con un prodotto di qualità e con un riconoscimento nell’ambito della filiera.

Dove la salubrità è il concetto base. Oggi c’è la lotta ai marchi. Anche questo crea una grossa confusione. Il marchio deve essere rigido e scegliere quelle realtà che hanno determinati requisiti.

Il settore primario vive un impoverimento. A che cosa è dovuto?

Questo fenomeno è dovuto prevalentemente ad una fase di pseudo-industrializzazione (es. mobile-imbottito). I benefici nell’immediato sono stati visibili a tutti, a svantaggio

Una fase del progetto “Partnersheep”

dell’artigianato e dell’agricoltura. C’è stata una disaffezione alla terra. I vecchi mestieri si sono persi ed oggi chi ha sempre e solo lavorato nel distretto del salotto ha difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. Con la zootecnia, poi, si è molto impegnati con gli animali, è un lavoro duro.

Quanta carne della murgia mangiano oggi gli Altamurani rispetto alle altre carni?

Ad Altamura c’è un buon consumo di carne locale, pari a circa il 50%. Se nel periodo pasquale e in quello natalizio si macellano 100 agnelli, nel comprensorio barese, se ne vendono 1.000. Gli altri 900 finiscono, spesso, non in maniera chiara, per essere definiti come “agnelli della Murgia”. Dobbiamo riuscire a dare il valore aggiunto del nostro prodotto murgiano e a promuovere la tracciabilità assoluta. La filiera dovrebbe garantire la certezza che quel prodotto deriva da quell’animale, allevato in quell’azienda, trasformato in quel sito e venduto in quella bottega.

E negli anni ‘80?

Anni fa le grosse catene di macellazione non andavano ad investire nei paesi dell’est Europa. Oggi, al contrario, costa molto meno far arrivare la carne macellata dall’estero, rispetto all’animale vivo.

Ovviamente i controlli vengono fatti secondo le leggi del paese di provenienza, spesso meno restrittive. In Italia il sistema veterinario fa invece un controllo molto capillare.

Nicola Dibenedetto

Chi vende deve informare correttamente sui propri prodotti?

Questo riguarda soprattutto gli ovini. L’importante è che il consumatore sappia esattamente cosa sta acquistando.

Ci sono macellai che promuovono il prodotto nostrano, nonostante non vivano un momento felice dovuto alla concorrenza dei centri commerciali e della grande distribuzione.

La pecora di razza altamurana è un’altra questione del settore ovino...

In qualità di esperto di razze ovine, coordino il progetto “Incipit” in collaborazione con l’Università di Bari e il Parco dell’Alta Murgia per il recupero della pecora di razza altamurana. Sono solo 500 i capi presenti nei registri anagrafici.

La pecora altamurana si accontenta di poco, produce un po’ di tutto, ma si adatta benissimo a questo territorio arido. I suoi prodotti sono già particolarmente pregiati.

Si potrebbe mantenere l’Altamurana in una situazione di

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Un gomitolo di lana del consorzio “Murgia Viva”

nicchia in allevamenti poco meccanizzati, riproponendo la vecchia pastorizia con prodotti di una qualità eccelsa. Il problema dell’industria spesso è produrre velocemente. L’ accrescimento lento dell’animale, invece è a favore della carne e del gusto non standardizzato.

I progetti del Consorzio Murgia Viva?

Qual è la novità di Partnersheep?

Ampliare la filiera, non solo con la vendita della lana, ma anche con la realizzazione di manufatti (berretti, sciarpe, tappeti). Siamo in contatto con un’associazione leccese “Le Costantine” che si occuperà di formare alla tessitura, 4 unità operative, sperimentando anche la colorazione naturale della lana a base di erbe. L’obiettivo è che questi manufatti rientrino fra i prodotti tipici degli agriturismi. Il futuro è cercare di far sentire la nostra voce sul mercato, consorziandoci.

(segue da pag. 28) Kuala Lumpur e da tutti gli organizzatori del posto.

Ho avuto un’ottima impressione dei visitatori. Tutta gente interessata ed accreditata dall’organizzazione stessa.

Ho conosciuto gente meravigliosa. Gente assolutamente gentile e buona, molto accogliente, mi sono sentita a casa! A parte il caldo umido contrastato dalla forte aria condizionata, il risultato è stato positivo. Molte richieste interessanti per il nostro progetto. Aggiungo che in ogni paese, in ogni settore, la chiave di volta e’ l’impegno ed a volte anche il sacrificio, nell’affrontare lunghi viaggi di lavoro verso nuovi orizzonti.

Un po’ come fece Cristoforo Colombo 5 secoli fa. Ovvia-

mente tutto ciò e’ anche possibile grazie all’esperienza di chi ci ha preceduto, nostro padre Luigi, ed anche grazie ai nostri validi collaboratori, senza dei quali, l’organizzazione non sarebbe perfetta!

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Il Consorzio proseguirà il progetto “Partnersheep” (con il Parzo Nazionale dell’Alta Murgia), avviato nel corso della primavera 2012 e finalizzato alla raccolta e al riutilizzo della lana, abitualmente smaltita dagli allevatori locali come rifiuto speciale.