gigia

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— Perché le programmano così presto? Non siamo mica tutti mattinieri, a questo mondo. — Lo so — mormorò lei. Per loro qualsiasi orario prima di mezzogiorno era troppo presto. E da quando ero nata io, lavoravano come insegnanti, sempre in guerra contro le otto del mattino. Mentre facevo colazione si prepararono, azzardarono qualche battuta che avrebbe dovuto tirarmi su il morale, e mi lasciarono sola a tavola. Mi andava più che bene. Parecchio tempo dopo che furono scesi, e con le lancette sempre più vicine all'ora d'inizio dell'assemblea di orientamento, ero ancora seduta lì. Forse nel mio immaginario bastava prolungare la colazione per evitare di affrontare tutti quegli sconosciuti. Il fatto che ci fosse anche Lucas, un volto amico, bé, aiutava un pò. Ma non molto. Infine, quando rimandare oltre fu impossibile, tornai nella mia stanza e indossai la divisa di Evernight. La odiavo - non ero mai stata obbligata a indossarne una - ma la cosa peggiore fu che ritrovarmi in quella stanza rievo cò lo strano incubo della notte precedente. Camicia bianca inamidata. SPINE CHE MI GRAFFIANO LA PELLE, MI FRUSTANO, MI DICONO DI TORNARE INDIETRO.


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