Accademia di Belle Arti di Urbino.
InFinito
Progetto InFinito. A.A. 2021-2022 Corso di Scultura, Plastica Ornamentale e Tecniche Plastiche Contemporanee. prof: Giancarlo Lepore.
Testi: prof. Maurizio Guerri, prof.ssa Donata Ricci
Progetto InFinito. Niccolò Amadori
Angelica De Gennaro
Giulio Murazzo
Iris Armellini
Gianluca Di Francesco
Irene Nunziato
Melania Avola
Elisa Ferretti
Arianna Pallotta
Davide Balduini
Pietro Fidente
Sabrina Palumbo
Luca Basotti
Agnese Gabrielli
Greta Paparella
Alessandro Bellifemine
Adrian Joita
Serena Polimanti
Rocco Bentivegna
Eleonora La Porta
Umberto Proietti
Anna Brunelli
Nadia Latessa
Giulia Ragone
Catuscia Bucci
Simone Leanza
Eugenio Toscano
Michele Cotelli
Aurora Merendi
Giulio Veroni
Le piante monumentali dell’Orto Botanico, angolo di verde incastonato nel centro storico di Urbino, respirano da centinaia di anni l’aria della splendida città che lo abbraccia al suo interno. Ma non sono solo le essenze arboree a costituire le caratteristiche uniche di questa struttura.Piccolo giardino pensile, con le radici dei giganteschi alberi che non si capisce dove possano diffondersi in spazi limitati, e cio’ nonostante ricco di specie erbacee,arbustive,arboree che sono distribuite su tre terrazzamenti in aiuole di forma e dimensioni varie, creando un percorso quasi labirintico capace di offrire angoli molto suggestivi. Le collezioni di vario tipo(piante grasse,piante carnivore etc) arricchiscono i contenuti,e la grande serra De Brignoli, dal nome del fondatore, domina il tutto. Ho avuto la fortuna di lavorare per più di quarant'anni in questo luogo magico, da molti definito "di meditazione". Si sente solo il canto degli uccellini di giorno, e quello di specie notturne al calar della notte. La nostra splendida struttura è stata più volte valorizzata da opere degli studenti e dei professori dell'Accademia di belle arti di Urbino, opere che ben si sposano con il nostro regno verde. E con piacere accogliamo quindi la mostra "InFinito" e ringraziamo docenti e studenti per averci concesso ancora una volta di poter rendere ancora più coinvolgente e godibile dai visitatori il nostro Orto Botanico. Grazie, grazie per questa bella e proficua collaborazione.
Donata Ricci Prefetto del Centro Orto Botanico
a nome di tutto il personale
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Nella fase di ricerca del Progetto InFinito ci siamo occupati soprattutto dell'aspetto poetico. Fra gli allievi ha sicuramente pesato la situazione del momento, le insicurezze e lo scollamento da una realtà difficile da accettare. In definitiva si tratta di una generale tendenza verso l'estraniamento che nel periodo della formazione sembra particolarmente pressante . Sul versante opposto si impone la curiosità per il confronto con un luogo molto affascinante ed il tentativo di vederlo con occhi nuovi, in maniera non convenzionale. Sicuramente l'Orto Botanico non si può ridurre a semplice recipiente, ma è invece protagonista, adatto a sviluppare una relazione reciproca con l’oggetto d'arte. Il lavoro di progettazione e realizzazione è stato sviluppato muovendosi attraverso i confini dei generi e delle tecniche, utilizzando materiali semplici e di recupero. Sicuramente a distanza dai modelli in primo piano del sistema-arte attuale. La maggior parte degli studenti preferisce andare verso soluzioni individuali, mettendo a punto i metodi appresi ed attingendo al proprio repertorio. La forma ed il materiale cercano una relazione con fattori esterni, la luce, le atmosfere e gli elementi ambientali che cooperano con l’oggetto a creare ombre e riflessioni armoniche, una messa in scena vera e propria della scultura. La mostra è un'estensione del laboratorio, è il compimento di un processo. Fragilità, debolezze, introspezione sono materiali che si aggiungono all'attrezzatura dell'officina creativa.
Prof. Giancarlo Lepore - Corso di Scultura Triennio Responsabile Erasmus
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Via Giro del Cassero - 0722 320287 / 348 9169043 - http:// scuoladiscultura.altervista.org www.facebook.com/pages/Scultura-Urbino/724210511029679
Niccolò Amadori Niccolò Amadori vive e lavora a Fano (PU). Nasce a Fossombrone (PU) il 17-08-85. Si laurea in Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino per poi avvicinarsi alla scultura con lo scopo di tradurre l’introspezione derivante dai propri segni grafici bidimensionali in oggetti tridimensionali scultorei. Si concentra sulle relazioni tra ambiente e società incuriosito soprattutto dal forte contrasto tra la perseveranza dell’uomo nel voler dominare e sfruttare il suo habitat, nonostante conosca il prezzo e le criticità derivanti da questo.
Distòpia: Plastica Replicante e Memorie dal futuro “Plastica replicante” e “ Memorie dal futuro” sono 2 lavori che fanno parte della stessa serie chiamata Distòpia. Per l’Orto botanico saranno installati insieme a rafforzare il contrasto tra la natura rigogliosa e il materiale di cui sono costituiti: la plastica, che ad oggi è l’elemento inquinante più diffuso in natura. La serie Distòpia tratta proprio il tema ambientale, alludendo al degrado ecologico provocato da una sola specie che non ha imparato a vivere in armonia con il proprio luogo ospitante. Per Niccolò, sondare il terreno della distopia climatica, significa fantasticare su un mondo proiettato in un futuro sempre meno immaginario. Nella narrazione, l’artista, osserva un futuro in cui le persone saranno quasi del tutto estinte a causa di un inquinamento folle, che si anima e prende vita. La stessa plastica usata per arrivare all’autodistruzione assume delle forme emulanti la natura diventata rara. Questi “esseri”, capaci di emettere suoni o riprodurre le forme organiche, vogliono ripopolare il pianeta, avendo acquisito un primordiale spirito di conservazione, lasciatogli in eredità dal genere umano.
Memorie dal futuro Stampa 3D e registrazione in loop di suoni naturali Memorie dal futuro è una plastica che emula le stalagmiti, elementi naturali formati goccia dopo goccia da tempo immemore. Oltre a ricordare le formazioni calcaree, la plastica ha inglobato, nella sua evoluzione, un circuito elettrico e una cassa capaci di riprodurre i suoni naturali per meglio provare a camuffarsi.
Plastica replicante Plexiglass inciso e tagliato a laser Plastica replicante è un lavoro pensato proprio in relazione al Ginkgo Biloba dell’Orto botanico di Urbino. Niccolò ha scelto il Ginkgo Biloba proprio perché è un albero che esiste sul pianeta Terra da 250 milioni di anni e la memoria genetica che possiede è in netto contrasto con la frettolosa forma replicante che la plastica assume, essendo neofita nel suo processo evolutivo. La plastica acrilica trasparente, tagliata e incisa tramite laser, L’intelligenza attribuita dall’artista alla plastica ha fatto in modo che questa riproponga degli elementi naturali longevi, formatisi e progrediti in migliaia e migliaia di anni.
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Iris Armellini Iris Armellini, nata a Lodi nel 2000, dopo il diploma linguistico interrompe gli studi universitari e si iscrive all'accademia di Urbino, attualmente frequenta il primo anno di scultura.
Rendi l’udito Argilla, fil di ferro, specchi, metallo, spago. "Essere nella natura è una forma di religione immediata" H. Fulton. Questo effetto, prodotto dalla natura su chi vi ci si immerge, permette di confrontarsi con lo spazio interiore, lo spazio che si porta con sé nel momento della mostra. Piccole tracce appese stuzzicano l'udito e la vista del visitatore, con l'invito a prestare attenzione ai piccoli suoni, in questo luogo che stimola i sensi e permette di concentrarsi sui dettagli. L'orto botanico è un'occasione per stupirsi: le forme disegnate dalla natura riempiono la vista, perciò non ho sentito la necessità di operare interventi radicali. Un'antropizzazione fatta di azioni primarie permette di riconsiderare l'importanza dei piccoli segni umani, densi di rispetto e significato.
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Melania Avola Nata a Enna, Sicilia nel 2001. Frequenta il Liceo Artistico “Luigi e Mariano Cascio” di Enna ottenendo il diploma di maturità artistica nelle discipline Ceramiche. Partecipa a mostre ed eventi tenutesi nel paese di origine dell’entroterra siciliano, successivamente si stabilisce a Urbino per continuare gli studi d’arte nell’Accademia e partecipa alle mostre collettive del corso di Scultura da lei frequentato.
Divenire Garza gessata, cartone, rami di cipresso
Il divenire, la maieutica , il muoversi e il mutare, lo scorrere senza fine della realtà, il perenne nascere e morire dell’anima di ogni cosa in natura . L’opera prende spunto da questo concetto : “la ricerca e poi la nascita dell’anima nella natura e nell’essere vivente” attraverso la poesia “Testa di Fauno” del poeta francese Rimbaud, dove egli con i suoi testi ricercava l’anima, un po’ come noi artisti attraverso le arti. L’opera è dedicata all’albero del Cipresso che simboleggia l’immortalità come emblema della vita eterna dopo la morte, per la sua verticalità assoluta, l’erigersi verso l’alto, il Cipresso indica l’anima che si avvia e resta eterna nel tempo e nello spazio. La scultura misura 130cm , è stata realizzata in garza gessata su una modella , dove poi sono stati fatti degli interventi con dei rami .
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Davide Balduini Nato a Pesaro l'11 Febbraio 2001, ha frequentato il liceo artistico Mengaroni sezione arti figurative, tuttavia in maggior parte autodidatta nella ricerca ed abilità artistica.
Viandanti Dispersi Fil di ferro L'installazione che ho realizzato si basa sulla reinterpretazione della pianta come specie animale, composta da filamenti che sostituendo le foglie fungono da strutture che essa utilizza per camminare. L’ibridazione della pianta-animale non possiede un corpo di 360 gradi come la pianta da cui è ispirato, bensì è solo una porzione di essa. Queste strutture sono quindi costantemente alla ricerca dei loro simili per intrecciarsi e completarsi, sfruttando i loro filamenti come unione.
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Luca Basotti Luca Basotti, nato ad Ancona l’ 11 giugno 2002. Terminati gli studi al Liceo Artistico Apolloni di Fano prosegue la propria formazione artistica all'Accademia di Belle Arti di Urbino.
Anthy'llio Fil di Ferro. Ho creato questa scultura con il fil di ferro ispirandomi al fiore che ho scelto di aggiungere alla pianta in sé, per valorizzarla.
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Alessandro Bellifemine Nato a Bitonto, un piccolo paesino in provincia di Bari, il giorno 25 maggio 2002. Inizia a disegnare già in tenera età ispirato dalla vista dei quadri del nonno paterno. Frequenta il liceo scientifico— artistico a Bitonto e qui conosce persone dal grande talento pittorico e scultoreo come il Professor Pasquale Gadaleta , docente di scultura . Attualmente studia nell’Accademia di Urbino nel dipartimento di scultura .
Venere di glicine Argilla
La scultura rappresenta una Venere sdraiata che contempla un fiore di Glicine , completamente nuda e dall’animo vuoto -lo si può notare dalla mancanza degli occhi e dalla staticitá del soggetto- . Ai piedi della poltrona c’è un teschio , simbolo di sfortuna che contrasta con il significato di prosperità del glicine . Il tutto verrà smaltato di bianco e infine cosparso di terra per dare L’effetto d’esser un ritrovamento storico . In mano terrá un fiore di glicine vero.
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Rocco Bentivegna Nato a Gela (Sicilia ) il 28 maggio 2001. Compiuti gli studi al Liceo Scientifico di Novafeltria ( RImini) prosegue la propria formazione artistica presso il dipartimento di scultura all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.
Armonia Materiali utilizzati L’idea alla base è il rapporto “natura/ bellezza” ispirato all’Antica Grecia e legato dunque al concetto di armonia e proporzione. Il volto che ho deciso di riprendere è quello della Venere, dea greca della bellezza, che nella mia scultura si fonde con il tronco di un albero stando così a simboleggiare un unione con la natura.
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Anna Brunelli Nata nel 2000 ad Orvieto dove ha frequentato il liceo artistico all'Istituto Istruzione Superiore Artistico Classico Professionale. Attualmente frequenta l'Accademia di Belle Arti.
(Alla pagina precedente)
Impressi dal tempo. terracotta Guardando il tronco di questo ficus centenario è possibile individuare forme che possano ricordare delle facce. Questa opera vuol far emergere dalla corteccia i volti, rimasti impressi sul tronco, delle persone che hanno osservato e toccato questa pianta durante il corso degli anni.
Logorarsi fil di ferro, foglie e spighe secche Le relazioni umane, indipendentemente dalla loro natura, sono qualcosa di estremamente complesso. Questo lavoro vuole rappresentare la parte "tossica" e distruttiva delle relazioni umane. I due corpi, composti da elementi ormai sterili, cercano di prendere il più possibile l'uno dall'altro, fino a logorarsi a vicenda.
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Catuscia Bucci Vive a San Marino e lavora in Italia. Curatrice di eventi editoriali, realizza progetti di marketing e creatività. Attualmente frequenta l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
La costola di Eva (Opera della serie “sofferenze”) Disco e lamiera di recupero, tondini piegati. Recuperare la materia collocandola tra le antiche piante Chorisia Speciosa St. Hil Malvaceae, irte di spine. In questo caso il recupero è nuova vita. Come una donna che soffre, lotta, spera e continua in questa lunga corsa ad ostacoli, dando vita a una nuova esistenza. Dai tormenti dell'essere umano, le sofferenze e le angosce, l’artista Catuscia Bucci le trasforma in opere.
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Michele Cotelli Nato a Chiari BS il 18/08/1979 Formato in Lettere Moderne all’Università di Bologna, tra i fondatori della rivista universitaria Tabard; iscritto a Scultura presso Accademia belle Arti di Urbino. Curatore di rassegne cinematografiche, festival musicali e teatrali nei comuni di Cattolica e Misano Adriatico. Ideatore di corsi di educazione alla immagine per le scuole primarie e secondarie tramite l’assessorato alle politiche giovanili dei comuni del riminese. Sceneggiatore, montatore e produttore esecutivo del film Verso Asfu selezionato al Roma Indipendent Film Festival RIFF, 2012. Collettive e concorsi: Paratissima NEEDS, Bologna 2020; 2^ Classificato Premio Eleanor, Urbino 2020; selezionato Premio Internazionale Edgardo Mannucci 2021 e 2022; ARTGARTEN Correggio 2011 e 2022. Articoli e saggi: L’indistinto in Black Square di Nicola Samorì, su segnonline.it, 2020; Sfregi e solchi, le trasformazioni in Nicola Samorì, su leparoleelecose.it 2021
Diventerò un Liriodendro, poi garza gessata, resina, cera, ossidi
L'opera è il calco in garza gessata del corpo umano. Tale rivestimento negativo, testimonianza liminale tra soggetto e mondo oggettivo, è posto in dialogo con quel che resta dell'albero Liriodendro dell'orto Botanico di Urbino. Intesa come sintesi dei processi di vita e di morte che la natura racchiude l'opera affronta l'ibrido della materia, tra organico e inorganico, umano e vegetale, nel fluire indifferenziato della materia.
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Angelica De Gennaro Nata a Urbino nel 2000, dove si è diplomata al Liceo delle Scienze Umane. Attualmente frequenta Accademia di Belle Arti.
Innesto mare monti Legno
La differenza tra il legno corroso, levigato, modellato dal mare e i tronchi vivi dell’orto botanico, scenario collinare, mi ha ispirato l’idea di un possibile innesto tra mare e monti, il quale produrrà dei frutti. Natura che si contamina di natura e così facendo si rigenera.
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Gianluca Di Francesco Nasce a Teramo ( Abruzzo), il 27 Luglio del 2000. Conclusi gli studi al liceo scientifico A. Einstein di Teramo si iscrive e tuttora frequenta il corso di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Paradiso Pomodoro, salsa di pomodoro, coltello e vestiti. Il bambù è una pianta tipica della giungla amazzonica, un luogo in cui la natura regna sovrana, l’occidente colonizzatore non è il benvenuto, lo spiega molto bene Ruggero Deodato in Cannibal Holocaust, una splendida e perversa narrazione delle smanie di gloria umane, quel sentimento di onnipotenza che non ci appartiene. Il regista riesce a dipingere un “inferno verde” di natura che si ribella, costretta a svegliarsi dal suo sonno per darci una lezione. Questa è una “cartolina”, la quiete disturbante di un cadavere che giace nella natura ucciso da essa stessa. Il sangue nei film è storicamente succo di pomodoro, come un cadavere in decomposizione, pomodori andranno a decomporsi e a mutare in forma, colore e odore.
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Elisa Ferretti Vive ad Arquata del Tronto, provincia di Ascoli Piceno. Studia all’Accademia delle Belle Arti di Urbino.
Bosco sacro- alla luna e alla notte Terracotta Il mio progetto si compone in tre statue di terracotta. La composizione rappresenta delle sacerdotesse immerse nel tronco del leccio, pianta sacra ad Ecate dea greca della luna a cui è dedicato il bosco sacro.
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Pietro Fidente Nato a Roma il 13 gennaio 2002. Compiuti gli studi al Liceo Classico F. Vivona di Roma inizia la propria formazione artistica presso l’ Accademia di Belle Arti di Urbino, indirizzo scultura.
Siamo figli delle piante Terracotta, terriccio, pianta di avocado. Il mio progetto vuole esprimere un messaggio semplice ma necessario. Siamo figli delle piante; ci hanno accudito per un lungo periodo offrendoci ossigeno, cibo e protezione dai predatori. Oggigiorno siamo difronte a un ribaltamento di questo ordine naturale, ci siamo imposti come loro genitori: entrando nell’orto botanico possiamo vederlo chiaramente, ci sono vari esemplari portati e curati dall’uomo, con lo scopo di conservarli e studiarli. Le piante sono nelle nostre mani, il loro futuro dipende da noi e noi dipendiamo da loro.
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Agnese Gabrielli Nata a Rimini il 23 gennaio 1999 si è diplomata nel 2018 dopo aver seguito un percorso di studi in ambito umanistico e aver fatto qualche esperienza all'estero (Gran Bretagna, Irlanda, Grecia, Stati Uniti, Palestina), decide di intraprendere un percorso artigianale-artistico presso una bottega di ceramica, ora frequenta il corso di Scultura all'Accademia di belle Arti di Urbino, al secondo anno. Si interessa di attualità e giustizia sociale, cerca di ampliare quotidianamente le sue conoscenze e aprirsi a nuove esperienze per maturare sempre più idee in ambito artistico, e trovare una sua personalissima voce.
Sabrina Palumbo Studentessa di scultura presso l’accademia delle Belle Arti di Urbino nata a Castel San Pietro Terme il 17/12/1998. Consegue il diploma presso il liceo artistico Torricelli Ballardini a Faenza specializzandosi in design della ceramica. La tematica chiave della sua produzione artistica è la “magia”; magia intesa come una speranza di trasmettere un sentimento capace di accendere nello spettatore scenari inimmaginabili, capaci di esistere solo nel proprio essere.
Find your key Vetro "La tua chiave si trova già nella serratura d'argento. Tutto ciò che devi fare è girarla." L'opera è composta da pezzi di vetro riciclato, che formano fiori ispirati alle ninfee ed incorniciano uno specchio con al centro una serratura realizzata in resina trasparente.
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Adrian Joita Nato a Pitesti (Romania) nel
1999, residente a S.Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini. Diplomato al liceo artistico Mengaroni di Pesaro frequenta ora il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Pianta onnivora plastica, nastro adesivo, fil di ferro. In questo lavoro immagino una pianta carnivora che si evolve prendendo forme umane. Infatti gli esseri viventi si adattano all'ambiente in cui vivono, ma l'uomo attualmente si allontana dalla natura alimentandosi sempre più di cibi artificiali ed artefatti. Una pianta può dirci molto sul nostro comportamento ed ho provato a parlarne con un po' di ironia.
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Eleonora La Porta Nata il 16 luglio 2002 a Como si avvicina al mondo dell’arte grazie ai genitori. Finite le medie decide di frequentare il Liceo Artistico Casnati indirizzo Fashion Design per poi proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Organo stoffa, terra e cotone Organo è un’opera che racconta l’essenza dell’uomo e della natura. Il cuore fonte di vita ma anche di morte rappresenta il passare del tempo, esso muore tornando da dove è venuto diventando materia e donando il proprio corpo alla terra. Il soggetto è nato osservando l’ambigua forma della radice che rimandava ad un cuore anatomico. L’opera è stata realizzata a mano impiegando come imbottitura cotone e terra, dalle vene sbocciano i fiori della datura come se il sangue pompato donasse vita alla pianta.
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Nadia Latessa Originaria dell’Alta Irpinia, cresciuta in provincia di Ascoli Piceno(dove ha frequentato il Liceo Artistico O. Licini), attualmente vive e studia a Urbino dove frequenta la Scuola di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti.
Margini Marmo L’opera è realizzata in marmo bardiglio chiaro la cui forma è ispirata all’intreccio dei rami del Corniolo e rimanda alle sagome del fogliame. Questo lavoro, come altri lavori dell’autrice, fa parte di una serie di sculture realizzate nel corso degli anni che appartengono a uno stesso registro di forme tipiche del suo operato. Esse rappresentano dei frammenti di una natura immaginaria.
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Simone Leanza Vive e lavora tra Emilia Romagna e Marche. Conseguito il Diploma accademico combina gli studi e la ricerca artistica indipendente ed espone in mostre collettive e personali.
Coltivazione d'arte contemporanea. Amari frutti dei campi contemporanei Coltivazione di pomodori, ceramica, rame e legno La mano dell'uomo opera sulla terra per raccoglierne il massimo. Un terreno coltivato genera frutti di ogni sorta, ma quando il largo consumo è il fine e il mercato della manovalanza agricola tira al ribasso sul costo del lavoro ne risulta un raccolto di frutti amari.
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Aurora Merendi Nasce a Sant’Omero in provincia di Teramo ( Abruzzo), residente ad Alba Adriatica. Termina gli studi scientifici per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti indirizzo Pittura ad Urbino in cui scopre la passione per la scultura. Attualmente iscritta al biennio specialistico al corso di scultura ambientale e tecnologie produttive all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.
Disequilibrio filo di ferro, resina e foglie. La dimensione umana viene presentata coniugandosi a delle leggere foglie di Acero rosso, a cui dedico il mio lavoro. L’insistenza dell’uomo a voler piegare la natura a proprio piacimento ha portato alla globalizzazione indotta delle piante, le quali inermi sono costrette a subire pesanti spostamenti, soffrendo per lungo tempo a causa dell’inadeguatezza del proprio habitat. È questo il caso dell’acero rosso, una pianta originaria dell’America del Nord che abbiamo il privilegio di vedere in quest’orto.
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Giulio Murazzo Nasce a Termoli, in Molise nel maggio del 2002. Già da infante inizia il proprio percorso artistico. Consegue il diploma presso il liceo artistico Benito Jacovitti. Le sue opere hanno la volontà di colpire lo spettatore né in positivo né in negativo ma lasciare dentro di sé quel profondo e angosciante senso di umanità .
THE LAST BABY CAVENDISH gesso, canapa e acrilico L’ opera è profondamente legata alla pianta del banano in quanto l’artista, dopo aver eseguito uno studio riguardante questa pianta, si fa carico di tutti i soprusi che ha ricevuto, per accontentare le patetiche esigenze consumistiche umane. L’opera in sé è un elemento di rottura, non attribuisce una sessualità al soggetto ma ripudia il normale processo di clonazione regalando alla pianta ciò che gli è¨ stato tolto. Chi è il patogeno in questione?
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Irene Nunziato Nata il 3 marzo 2001. Attualmente iscritta al primo anno all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dipartimento di Scultura.
C24Z Argilla Ispirata dall'acqua che è fondamentale per la vita. Ispirata alle rocce modellate dall'acqua. E alle forme della natura
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Arianna Pallotta Arianna Pallotta, 20 ottobre 2001. Nata in provincia di Torino, ha conseguito il diploma al liceo artistico di Pinerolo e ora frequenta il secondo anno di decorazione.
Anapana Sati Fil di ferro, Paglia, stoffa e sciroppo di menta. La pianta scelta è la menta piperita e la mia opera è costituita da due profumatori in fil di ferro e paglia, poi ricoperti di stoffa, che al momento dell'inaugurazione verranno riempiti di sciroppo di menta così da emanare odore.
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Greta Paparella Nata il 19 Novembre 2002 a Cesena. Frequenta il liceo artistico di Ravenna. Nel 2021 decide di proseguire gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Pelle Materiali utilizzati La "Chiorisia Speciosa" é un albero della famiglia delle Malvacee, curioso per le sue caratteristiche e il suo tronco spinoso. Produce sia frutti che fiori e ha la capacità di trattenere l'acqua per sopravvivere in periodi di siccità. Questo albero l'ho associato a una figura femminile perché ne rappresenta la bellezza e la maestosità. Questa figura femminile fuoriesce da un "tronco"
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Serena Polimanti Nata ad Ancona nel 2000 vive a Civitanova Marche. Ha frequentato il liceo di Cantalamessa di Macerata.
Dio Salvi la me regina Carta, stucco, resina epossidica, fil di ferro, calza di nylon. Fiorellini soffici e bianchi, delicati e dal profumo leggero di miele; invadi percorsi dei fiumi e i giardini regali, “Regina dei prati” il tuo altro nome. Imperatrice che porta con sé un mondo ricco di segreti e abilità di cui le donne conoscono la trama e nella loro forza nel sorreggere e guidare il mondo. La femminilità si manifesta in molti modi, necessaria nella creazione diequilibrio e connessione con i sensi verso la terra, al fine di renderci consapevoli di far parte di questo flusso con la terra.
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Umberto Proietti Urbino 2002, vive a Fano, ha studiato presso il liceo artistico Scuola del Libro di Urbino, dove ha frequentato la sezione di disegno animato e fumetto. Attualmente iscritto al corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Elemento “P” 641 Terracotta. L’opera in sé rappresenta una pianta di un altro pianeta, aliena al nostro pianeta e in particolare alle piante che lo vivono. Essa è paragonabile ad un parassita che si lega ad una pianta per trarne alimento e sostentamento, un po' come la specie umana la quale sta risucchiando la vita da tutto quello che la natura crea, guardando esclusivamente al profitto. “P”641 è stata posizionata vicino ad un acero, perché l’acero è un albero diffuso in tutto il mondo, pertanto può essere utilizzato come alimentazione della pianta che lo sta parassitando. Probabilmente in questo momento nel resto del mondo ci sono altre piante del progetto “Elemento “P” che si stanno nutrendo della linfa degli aceri per sopravvivere e poi nascere per chissà quale motivo.
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Giulia Ragone Nata a Cesena nel 2000 e residente a San Mauro Pascoli, si è diplomata nel 2019 presso il Liceo Artistico “A.Serpieri” di Rimini. Frequenta il 2°anno di scultura all’Accademia di Belle arti di Urbino.
Atlas fil di ferro, pietre Atlas, nella mitologia classica è il titano che sorregge la volta celeste, ben diverso dall’Atlas che ho voluto raffigurare. Un titano, un uomo grande che ha distrutto e sta distruggendo la Terra, costretto a mandare avanti quel poco che resta della natura, quella incontaminata e selvaggia che ci fa respirare e vivere. Atlas, l’umano che prova e tenta di salvarsi riprendendo in mano le redini della propria vita, redini fatte da felci. La felce è una pianta ancestrale e fra le più antiche del nostro pianeta, tanto antica che il popolo Maōri -Nuova Zelanda- ha fatto dei germogli della felce, detti Koru, un simbolo molto importante. Dalla forma a spirale, questi germogli, danno l’idea di un continuo movimento, mentre il centro, ad un ritorno alle origini. L’opera raffigura la vita nel suo incedere ciclico, l'armonia dell'esistenza, la forza della vita, la crescita di tutto ciò che esiste e gli sforzi dell’uomo per mantenere in equilibrio la Terra e la natura.
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Eugenio Toscano Nato il 27 agosto 1998 Diplomato al liceo artistico di Grosseto, ha frequentato per un anno e mezzo l’Accademia di Belle Arti di Roma, attualmente iscritto al primo anno di decorazione ad Urbino.
Senza Titolo stoffa, filo e tubi in plastica La pianta che ho scelto è una pianta carnivora chiamata Cephalotus Follocularis. Ho cercato di riprendere le caratteristiche e le forme della pianta da me scelta per riadattarle sotto forma di copri capo.
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Giulio Veroni Nasce a Reggio Emilia il 28 maggio 1997. Da sempre appassionato di disegno e pittura, frequenta prima il liceo scientifico del Liceo Rinaldo Corso di Correggio, per poi intraprendere i propri studi artistici presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. A Milano, si approccia al mondo dell’arte contemporanea, avendo modo di espandere i propri orizzonti e impiega la scultura, l’installazione e il video come nuovi medium espressivi. Si laurea nel 2020 e prosegue la propria formazione frequentando il Biennio specialistico in Scultura Ambientale e Tecnologie Produttive presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Vive tra Urbino e Correggio.
Oyster Cera d’api vergine e gesso. L’Acanthus Mollis o semplicemente Acanto è una pianta di grandissima storia e significato. Conosciuta già dagli antichi greci per la sua bellezza, ha attraversato il mondo antico e quello moderno, diventando simbolo non solo di eleganza, raffinatezza e bellezza, ma è anche rappresentante di purezza, resistenza e resilienza. Durante la prima visita all’orto botanico non ho potuto non notare come la spiga di fiori che si eleva nell’aria fosse accerchiata da api e insetti che si posavano sui pistilli per raccogliere il nettare. Qui ripropongo alcuni frammenti della pianta, petali caduti ricoperti di cera d’api vergine, in modo che si possano integrare all’interno dell’orto, senza che vadano a disturbare il delicato ecosistema presente.
L’Orto Botanico di Urbino è stato fondato nel 1809 sull’area che rappresentava l’orto maggiore del convento dell’ordine dei frati minori di San Francesco sin dal 1286, già orto dell’abbazia e monastero di S.Angelo. Situato nel cuore della città di Urbino offre la rara occasione di entrare in contatto con un luogo dedicato allo studio, alla ricerca e alla preservazione della biodiversità vegetale, così raro da trovare in un centro cittadino. Gli studenti dei corsi di Scultura, Plastica Ornamentale e Tecniche Plastiche Contemporanee ispirati anche dalle suggestioni di Goethe della “Metamorfosi delle piante”, dalla fantastica “Histoire Naturelle” di Max Ernst oltre che dalle poesie dell’urbinate Umberto Piersanti entreranno in conversazione poetica con le numerose piante officinali, insettivore, tintorie, grasse e altre specie acquatiche, così come con piante ad alto fusto, custodite con cura all’interno dell’orto botanico. L’evento è in collaborazione con l’università degli studi di Urbino Carlo Bo. La mostra sarà inaugurata il 14 giugno 2022 alle 17.30. Sarà visitabile fino al 15 settembre 2022. Dal lunedì al venerdì . Orari di Apertura 8.30-13.00.
Catalogo realizzato da Aurora Merendi.
Ringraziamenti Si ringraziano: il Prof. Lepore per averci offerto questa possibilità di dialogo con la Natura. Il coordinatore di corso prof: Pino Mascia. Il professor Maurizio Guerri e la professoressa Donata Ricci per il loro contributo letterario. La tutor Non Pane per la comunicazione Il tutor Joseph Baccarella per il supporto tecnico I tutor Romeo Chebac, Merendi Aurora e Nikolas Demetriou per il costante supporto agli studenti.
Accademia di Belle Arti di Urbino.