Phonola-Brand magazine

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EUPHONIA - PARERI

Cinema L’albero della vita di Terrence Malik Il merito di Malick è di condurre lo spettatore in un viaggio extracinematografico, utilizzando però armi convenzionali del cinema: un montaggio di suoni, immagini, musica. Il regista texano vola alto, anzi altissimo per sollevare il suo sguardo sull’universo. Realizza un requiem sulla morte e sulla vita. La forza di Tree of Life è allo stesso tempo il suo difetto ovvero quello di concedere allo spettatore una sola possibilità: o abbracciare o abbandonarsi completamente a questo viaggio oppure rinunciare a tutto e tornare a casa. Questo di Malik è unn film da un colpo solo: prendere o lasciare.

Piano, solo di Riccardo Milani

Ecco uno dei tanti film che ci ricordano la dialettica tra il Vero e la sua Rappresentazione. La scommessa era alta, ambiziosa, nobile. Tutto del film dice di una forte e bella tensione al raggiungimento di un risultato convincente, emozionante e di autenticità. Pur senza alcuna vistosa inclinazione al cliché “genio e sregolatezza”, in Luca Flores (il protagonista del film biografico) talento artistico, sensibilità e dolore, autolesionismo e manie di auto colpevolizzazione hanno fatto tutt’uno. Un film intenso che si dà come obiettivo l’eccellenza nella narrazione.

Dopo mezzanotte di Davide Ferrario Il nuovo film di Ferrario parte da questi tre personaggi e vuole essere un omaggio al cinema: in primis il cinema muto di Buster Keaton, di cui è debitrice la figura del maldestro Martino e la sua storia d’amore con Amanda. Il secondo grande debito è con François Truffaut, soprattutto col film “Jules et Jim”, citato nella pellicola di Ferrario e esplicitato nel ménage à trois della trama. È un film a basso costo, di quelli che gli americani chiamano low budget, in cui il regista si impegna anche nel ruolo di produttore e sceneggiatore.

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