80 Leonardo Da Vinci dipinse la “Cena”) affrescata con ritratti ancor oggi ben visibili di poeti, scrittori, filosofi e sapienti di tutti i tempi, la chiesa privata della famiglia Gualino in stile romanico costruita con mattoni rossi e tufi scolpiti, tre sale da riposo, camere da letto per gli ospiti e per la servitù e molte altre probabilmente poco o mai utilizzate. Nelle decorazioni sul soffitto del salottino ottagonale, a ridosso delle stanze da letto dei coniugi Gualino, è ripetuta più volte la data 1913. Sotto lo splendido scalone centrale vi è dipinto uno stemma sabaudo su cui compare la scritta: “ Ad otium suum amoenitate loci et cultus suavitates oblectandum Ric. Gualino has sedes reficiendas atque ampliandas curavit quas amici studio indulgens Vict. Tornielli excoluit atque exornavit”. Vi è inoltre un affresco, raffigurante San Giorgio e il drago (copia di quello nel cortile del castello di Fenis -Aosta-), posto lateralmente allo stemma sabaudo. “Gli interni del castello - scrisse Giovanna Castagnoli nel catalogo della mostra sulle collezioni di Riccardo Gualino - esprimono senz'altro la natura raffinata e illuminata del proprietario ma ne svelano anche la sua ossessionante ricerca dell' unità, a costo del falso e della copia. Gualino guardò probabilmente al principe rinascimentale cercando di riprenderne gli stilemi, riproponendoli ad esempio nelle pareti della residenza attraverso la scrittura dei motti che stavano alla base della sua etica. Ricorrono frequentemente per tutto il palazzo le frasi «Ad augusta per angusta» e «Nec vi nec fraude» e anche la biblioteca, sul modello