Oh che bel Castello...

Page 1

Oh che bel Castello...

presentazione della camapgna di crowdfounding per salvare il mosaico del Castello del Parco Durazzo Pallavicini di Pegli

Silvana Ghigino

www.villadurazzopallavicini.it info@villadurazzopallavicini.it 010 8531544 +39 393 8830842

i libretti

Pallavicini

Genova - 2022 Stampato in proprio

Oh che bel Castello..... .... può tornare anche più bello!

Il Castello del Capitano è l’architettura più imponente del Parco Pallavicini e forse anche la più complicata dal punto di vista tecnico e della sua conservazione. È l’esempio di cosa voglia dire la parola conservazione, prendersi cura quotidianamente di un oggetto d’arte che per sua natura si deteriora progressivamente e che può resistere al tempo soltanto grazie ad una manutenzione ordinaria e straordinaria continua.

2
3

Tra il 1840 e il 1846 l’architetto Michele Canzio progetta e realizza per il marchese Ignazio Pallavicini il parco di Pegli compreso il Castello del Capitano e il suo meraviglioso pavimento a mosaico.

Il mosaico si trova all’interno della torre e rappresenta un complesso ramage di foglie d’acanto tanto belle da sembrare piume, realizzato con migliaia di minuscoli tozzetti di marmi policromi tagliati nelle forme opportune per accondiscendere al complicato disegno.

A realizzare l’opera sono i fratelli Mora, noti mosaicisti facenti parte del gruppo degli artisti dell’Accademia Ligustica che, chiamati da Canzio, si occupano dei pavimenti del Castello, del Tempio di Flora e della sala etrusca del Coffee House.

4

Nel 1928 il Parco venne donato al Comune di Genova dalla principessa Matilde Giustiniani, vedova del nipote del marchese Ignazio.

Dal 1946 in poi per il Parco iniziò un lento ma incisivo declino che portò al totale degrado della parte alta dove si trovavano le capanne e dove restarono, abbandonati a se stessi, le famose giostre, la Cappelletta di Maria, il Mausoleo e il Castello del Capitano.

I danni provocati dal tempo si sommarono a quelli inflitti dai vandali; si persero le vetrate colorate, furono scempiati gli stucchi neogotici, si bruciarono o sfasciarono i mobili, vennero rubati i pezzi in marmo e le pareti diventarono fogli su cui si scrissero e disegnarono tutte le peggiori ingiurie.

Alla metà degli anni ’80 del novecento, quando io e Fabio Calvi iniziammo ad occuparci del Parco, tutto era distrutto e così rimase fino al 2010 quando iniziarono i restauri della parte alta del Parco e del suo Castello.

Dalla foto a fianco potete desumere lo stato di degrado in cui si trovava il pavimento prima del 2014.

5
6
Il pavimento prima del 2010
7
Il pavimento dopo il restauro del 2014

A quel punto il pavimento era in uno stato di sfacelo. Da decenni mancavano le finestre del torrione, vento e acqua piovana entravano ed uscivano insieme ad animali che spesso lì morivano; le piante avevano colonizzato gli interstizi tra le tessere demolendo giorno dopo giorno la coesione con il supporto.

Il degrado era tale da far apparire persino troppo fiduciosi i due architetti che avevano deciso di restaurarlo. Ma il restauro si effettuò ottenendo un ottimo risultato estetico.

Purtroppo nulla fu possibile fare per sanare le condizioni drammatiche del massetto su cui era ancorato, massetto pregno di depositi organici vegetali e animali e di sali di ogni tipo.

Oggi, dopo dieci anni, il pavimento presenta un nuovo dissesto dovuto ai vecchi traumi; le tessere si staccano spinte dal basso dai sali e formano bolle che si trasformano velocemente in sgretolamento.

Si decide quindi insieme alla Soprintendenza di effettuare un nuovo intervento: distaccare il mosaico, procedere alla bonifica del massetto e riposarlo nella sua sede.

9

Individuazione del pavimento e del massetto degradato

10
11

Per effettuare questa operazione si coinvolgono i fratelli Marco e Massimo Vigo, i restauratori più accreditati per queste operazioni i quali cominciano ad effettuare i rilievi manuali e con le tecniche scanner di ogni porzione al fine di assicurare un rimontaggio fedele di ogni parte. Però durante questa operazione valutano che le tessere antiche sono ormai così consunte da non poter più essere rimontate per ottenere una superficie calpestabile dal pubblico. Cosa fare? Non si può correre il rischio di perdere il mosaico, ma non si può neppure rinunciare ad un uso pubblico della sala. Allora abbiamo provato ad immaginare una operazione più GRANDE composta di due fasi:

● strappare il mosaico da terra come si strappano gli affreschi dalle pareti conservandone intatta ogni parte, ancorarlo su un supporto idoneo e restaurarlo per avere una sorta di grande quadro composto dal pavimento originale

● sostituire il vecchio massetto con uno strato analogo ma nuovo e puro e su questo realizzare una copia perfetta del pavimento dei Mora, il quale potrà durare nel tempo quasi all’infinito fermo restando che il Castello sia conservato con cura e attenzione.

12
13

Tutto ok, se non fosse per l’aumento dei costi di 29 000 euro. Abbiamo quindi deciso di rivolgerci a tutti coloro che conoscono il Parco e il suo straordinario valore artistico e culturale tramite un progetto di crowdfounding che possa aiutarci a raccogliere i fondi necessari.

Dona andando nel sito del Parco www.villadurazzopallavicini.it/sostienici

Se ci lasciate anche i vostri recapiti vi terremo aggiornati sui lavori di restauro, sull’andamento della campagna e, non ultimo, sulle ricompense che penseremo come ringraziamento per chi ci ha sostenuto. Certo resterete nell’elenco dei donatori che sarà imperituramente pubblicato sul nostro sito e mandato in video all’ingresso del parco.

Intanto incominciamo con un bel Grazie di cuore a tutti VOI che ci aiutate a far tornare bello il nostro Castello!

14

Cari amici del Parco Pallavicini, sono ben consapevole di essere una persona anomala sia come professionista che come direttore. Spesso mi incontrate nel parco mentre lavoro con i giardinieri e quando non sono con loro affianco i restauratori oppure sono in ufficio ad occuparmi delle progettazioni, delle questioni relative al funzionamento dell’ATI Villa Durazzo Pallavicini e dei rapporti con il Comune di Genova e gli altri enti interessati. Ormai la mia attività di direttore del parco assorbe quasi tutto il mio tempo. E si tratta di un tempo problematico ma infinitamente felice. Il tempo dedicato a salvare e riportare alla sua innata luminosità un luogo tanto bello e pieno di valenze storiche, culturali, paesaggistiche ed artistiche è per me un tempo usato bene. L’entusiasmo, come forse ben sapete, non manca nè a me nè alle persone che compongono l’ATI Villa Durazzo Pallavicini. Quello che purtroppo manca spesso sono i soldi per realizzare il sogno. Ma siccome il sogno è cosa buona ho piacere di condividerlo con VOI tutti. Silvana Ghigino

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Oh che bel Castello... by ghigino - Issuu