Progetto di Restauro Architettonico: Castello di Ascoli Satriano

Progetto di Restauro Architettonico

CASTELLO DI ASCOLI SATRIANO

C U L T U R A L . L A Y E R S

Matteo Ilaria Gessica Carmen

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico assistenti/tutor:

Università Politecnica delle Marche Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

1 3 5 2 4 6 TAV.28 INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO _stilatura dei giunti _recupero di volte in camorcanna TAV.29 INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO _cerchiatura di aperture in facciata _sifoni atmosferici TAV.30 PROGETTO DI FATTIBILITA’ TAV.31 INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO _cronoprogramma degli interventi TAV.32 INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO _cronoprogramma degli interventi TAV.33 ORGANIGRAMMA_ideale _reale TAV.34 ORGANIGRAMMA_calato in pianta TAV.35 SCHEMA ROSSI-GIALLI

PROGETTO DI RESTAURO

RILIEVO GEOMETRICO

TAV.07 RILIEVO MATERICO_piano terra TAV.08 RILIEVO MATERICO_piano terra rialzato TAV.09 RILIEVO MATERICO_piano primo TAV.10 RILIEVO MATERICO_piano secondo TAV.11 RILIEVO MATERICO_prospetto nord _prospetto est TAV.12 RILIEVO MATERICO_prospetto sud _prospetto ovest TAV.13 RILIEVO MATERICO_Sezione A-A _Sezione B-B _Sezione E-E TAV.14 RILIEVO MATERICO_Sezione C-C _Sezione D-D

TAV.36 CONCEPT PROGETTUALE TAV.37 SEZIONI TECNICHE TAV.38 PARTICOLARI COSTRUTTIVI _consolidamento capriata-polanceau _volta sospesa _cordolo TAV.39 VISTA DI PROGETTO TAV.40 PROGETTO ILLUMINOTECNICO

IQM & RILIEVO DEL DEGRADO

TAV.05 RILIEVO GEOMETRICO_piante TAV.06 RILIEVO GEOMETRICO_alzati

TAV.01 INQUADRAMENTO TERRITORIALE TAV.02 INQUADRAMENTO STORICO TAV.03 FOCUS STORICO _evoluzione storico-costruttiva TAV.04 FOCUS STORICO _analisi in pianta e in alzato

INTERVENTI DI RESTAURO

RILIEVO MATERICO

INQUADRAMENTO & STORIA

TAV.15 INDICE DI QUALITA’ MURARIA TAV.16 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_P.1 TAV.17 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_P.2 TAV.18 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_P.3 TAV.19 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_P.4 TAV.20 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_P.5 TAV.21 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_P.6 TAV.22 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_M.7 TAV.23 INDICE DI QUALITA’ MURARIA_M.8 _M.9 TAV.24 CARTA DEL DEGRADO_prospetto nord _prospetto est TAV.25 CARTA DEL DEGRADO_prospetto sud _prospetto ovest TAV.26 CARTA DEL DEGRADO_sezione A-A _sezione B-B TAV.27 CARTA DEL DEGRADO_sezione C-C _sezione D-D

INQUADRAMENTO & STORIA

1

TAV

Inquadramento Territoriale

DISTRIBUZIONE DELLE FORTIFICAZIONI San Severo Manfredonia

San Severo Manfredonia

Fortificazioni

A 14

Foggia

IL CASTELLO

VIABILITÀ PRINCIPALE Castello di Ascoli Satriano

01

A 14

Torri

Foggia

Lucera

Lucera

Autostrade Strade principali

Andria

A 16 A 14

Corato

Ascoli Satriano

Molfetta

Benevento

Cerignola

Il centro storico è un susseguirsi di case antiche, botteghe e palazzi signorili e si estende in un caratteristico labirinto di vicoli, che confluisce nelle piazzette risalenti al periodo feudale.

Il borgo è costellato di affascinanti architetture religiose e civili, un Polo Museale costituito dal museo archeologico e dal museo diocesano.

A sud, fuori dal centro abitato, lungo i dolci pendii della Collina del Serpente si estende il Parco Archeologico dei Dauni, con importanti reperti e tracce del ricco passato del paese.

La famosa battaglia di Ascoli, dove nel 279 a.C. combatterono i Romani e l’esercito di Pirro, prende il nome da questa cittadina.

Molfetta

A 16 A 14

Corato

Bitonto

Ascoli Satriano sorge a circa 30 km a sud-ovest di Foggia ed è situata su un’altura che si suddivide in tre colline, Pompei, Castello e Serpente, sulla valle del fiume Carapelle, ai piedi del Subappennino Dauno.

Andria

Progetto di Restauro Architettonico

Benevento

Cerignola

Bitonto

Al culmine del colle, su cui sorge l’antichissimo abitato di Ascoli, domina l’imponente mole del castello. L’edificio sorse probabilmente nel secolo XIII allorchè ebbe inizio la serie di feudatari che si susseguirono nel dominio del paese.

Le movimentate vicende storiche che caratterizzarono la secolare vita della città e l’avvicendamento di numerosi feudatari e signori, trova coerente testimonianza nell’attuale stato del castello.

Estese trasformazioni compiute nei secoli, radicali lavori fatti eseguire dai Duchi Marulli, per cui il catello fu mutato in Palazzo Ducale e recenti interventi di consolidamento del tutto irrispettosi del carattere dell’edificio, provocano una sorprendente impressione nel visitatore che risalendo dal piano per l’erta strada che conduce all’abitato, vede svanire, man mano che si avvicina alla meta,, la suggestione di un’immagine ancora valida nel suo aspetto d’insieme, se vista da lontano.

41°12’19.1”N 15°33’32.1”E

LA CITTÀ DI ASCOLI SATRIANO Il territorio ascolano divenne per secoli oggetto di conquiste e di riconquiste politico-militari.

Il 4 maggio 1041, i Bizantini cedettero il dominio del territorio ai Normanni.

Il 1087 la città fu sconvolta da un violento terremoto.

In età normanna il territorio di Ascoli era feudo delle maggiori Abbazie benedettine meridionali e Federico II aveva nel territorio ascolano tenute di caccia a Corneto e a Palazzo d’Ascoli.

Ad Ascoli, inoltre, venivano condotti i prigionieri lombardi guelfi.

La fioritura federiciana ebbe fine con l’avvento degli Angioini, quando cominciò la decadenza.

Nel 1390, il feudo di Ascoli passa al fiorentino Benedetto Acciaiuoli ed inizia un periodo di attivi e fiorenti scambi commerciali tra Puglia e Toscana, dove operavano banchieri e mercanti fiorentini.

portato alla ricostruzione di moltissime abitazioni urbane e rurali; sono stati restaurati, riportati all’antico splendore e riaperti al pubblico numerosi edifici religiosi e civili tra i quali il Castello, riaperto il 3 agosto 2019.

Parallelamente alla “ricostruzione” si stanno realizzando importanti lavori pubblici, volti a rendere più funzionale e più bella la città. Il Centro Storico e gran parte dell’abitato stanno cambiando look con un radicale ammodernamento della rete stradale, dell’illuminazione e dell’arredamento e zone degradate vengono rigenerate e trasformate in spazio pubblico.

In tutto il processo di ammodernamento, un’attenzione particolare è rivolta al patrimonio storico del quale è ricca la città.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Ascoli Satriano

Trani

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Barletta

Trani

In età angioino-aragonese su Ascoli si abbaterono i terremoti del 1343, 1360, 1456, 1627, 1694 e la peste nel1656, che portò la popolazione a solo un migliaio di abitanti.

Nel 1764 Ascoli fu colpita da una carestia seguita da un’altra epidemia di peste.

La condizione feudale di Ascoli era ancora evidente e pesante quando la città aderì nel 1799, alla Repubblica napoletana.

Il territorio di Ascoli Satriano è stato abitato fin dalla preistoria da popolazioni diverse per lingua e costumi che, fondendosi hanno dato luogo a una civiltà unitaria tra l’XI e l’VIII sec. a.C..

Nei secoli seguenti si intrecciarono contatti coi coloni greci, che modificarono idee, arte e vita ascolana, finché nel VI sec. Ascoli appariva, con le altre città daune, completamente grecizzata.

Nel 279 a.C. Ascoli si trovò al centro della famosa battaglia omonima che portò alla vittoria dei Romani e al loro conseguente dominio.

Lo splendore del III sec. finì con le devastazioni subite da Ascoli, nel corso della II guerra punica, per le scorrerie predatrici dei Cartaginesi di Annibale.

Con l’invasione longobarda dei 588 l’Italia si divise in due zone, longobarda e bizantina, dai confini incerti e mutevoli.

Il 14 agosto 1851 un catastrofico terremoto distrusse quasi completamente la città, visitata alcuni giorni dopo da re Ferdinando II: subito iniziarono i lavori per la ricostruzione.

Due volte ancora il terremoto (1857-1883) e altrettante il colera (1865 e 1886) colpirono Ascoli nel sec. XIX. Dopo il colera, la guerra mondiale del 1915-18 e la epidemia “spagnola” del ‘19 colpirono la popolazione che, col censimento del 1921, risultò di appena 8572 abitanti.

Nel 1946 la città fu colpita da un nuovo violento terremoto, inoltre gli anni politicamente e socialmente effervescenti del dopoguerra videro anche Ascoli protagonista delle manifestazioni e delle rivendicazioni bracciantili e contadine fatte in Capitanata.

Un nuovo terremoto scosse la città nel 23 novembre 1980 con un pesante bilancio di distruzioni e di danni ma, fortunatamente, senza vittime umane.

La “ricostruzione”, passata attraverso incertezze politiche, angosce e contraddizioni, ha

Università Politecnica delle Marche

Nel 1528, Ascoli subì saccheggio e incendio.

Nelle mani della corte regia dal 1528, la città fu rivenduta al barlettano Troiano Marulli nel 1674, il quale ottenne nel 1679 il titolo di Duca.

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Barletta

TAV

Inquadramento Storico

02

GLI EVENTI SISMICI

1361

1542

1501

1570

1560

1646

1627

1698

1694

1731

1702

1851

IL CASTELLO

ARCHEOLOGIA TERRITORIALE

Il Castello di Ascoli Satriano sorse probabilmente nel XIII secolo, quando ebbe inizio la lunga serie di feudatari, che si susseguirono nel dominio della città. Di origine normanna, il manufatto conserva elementi risalenti al XII secolo; le fonti storiche e la consueta composizione degli impianti fortificati dell’epoca fanno pensare alla presenza di torri fino all’inizio del XVIII secolo, quando furono abbattute dai Duchi Marulli nel processo di trasformazione in Palazzo Ducale.

Tra le risorse economiche e culturali del territorio della Provincia di Foggia e di tutta la regione Puglia possiamo annoverare i beni archeologici e storico artistici.

Infatti la città di Ascoli Satriano è impegnata ormai da circa un trentennio nella realizzazione di un progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico locale, con la realizzazione di varie strutture per il rilancio dell’archeologia.

Le movimentate vicende storiche, che caratterizzarono la secolare vita della città, e l’avvicendamento di numerosi feudatari e signori trovano coerente testimonianza nell’attuale stato del castello, che, nonostante l’imponenza, conserva ben pochi tratti dell’antica struttura quali aree di muratura con cantonali in pietra squadrata, parte di un accesso secondario con arcata ogivale, sul lato opposto dell’attuale ingresso, un portale, anch’esso con ogiva, visibile nel cortile. Estese trasformazioni compiute nei secoli, radicali lavori fatti eseguire dai duchi Marulli, che mutarono il castello in Palazzo Ducale, e recenti interventi di consolidamento poco omogenei al carattere dell’edificio lo hanno reso ormai più suggestivo se visto da lontano nel suo aspetto d’insieme.

Il Palazzo Ducale ha una struttura ottocentesca, col prospetto principale, rivolto verso la città, caratterizzato dal portale sormontato da una serie di sette finestre ad arco. Il lato orientale, come gli altri, profondamente degradato da modifiche e da un generale stato di fatiscenza, presenta due balconi sorretti da mensoloni in pietra ed è contraddistinto dalla presenza di numerose e diverse tessiture murarie che ne evidenziano l’evoluzione storica.

Ad oggi è ancora possibile apprezzare il suggestivo cortile quadrangolare pavimentato con acciottolato a raggiere con il bel portale interno dal quale si sale alla loggia interna con due imponenti arcate attraverso l’elegante scalinata interna. All’interno l’edificio ha vaste camere, porte originali del settecento e due stupende scale a chiocciola una delle quali porta al mastio, unico elemento ad oggi visibile dell’antico impianto fortificato.

Il Palazzo ducale è stato riaperto al pubblico il 3 agosto 2019 dopo l’intervento di restauro.

I marmi di Ascoli Satriano_ coppia di grifoni che sbranano una cerva

Il glorioso passato dell’antica Ausculum spinse già il dott. Pasquale Rosario, quasi un secolo fa, a compiere il primo vero intervento di scavo/raccolta di materiale archeologico nel territorio ascolano. Da quel momento Ascoli è riuscita a catalizzare le attenzioni di studiosi e accademici e non solo, rendendosi fucina di numerosi scavi archeologici che hanno riportato alla luce tracce consistenti e suggestive di una comunità indigena germogliata sul confine del subappenino daunio.

Il vortice mediatico che ha investito la città con il ritorno dei “marmi policromi”, nel 2010, ha prodotto un forte senso di autostima nella comunità ascolana, riportando alla luce l’interesse per l’archeologia e la storia del territorio.

SUCCESSIONI E DINASTIE

Università Politecnica delle Marche

Vista storica della facciata principale del Palazzo Ducale

Castello di Ascoli Satriano (FG)

1343

1456

Vista storica del lato sud del Palazzo Ducale

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

1252

1349

Progetto di Restauro Architettonico

1255

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

1120

TAV

Focus Storico

03

EVOLUZIONE STORICO COSTRUTTIVA

XV-XVII sec

1673

Le prime informazioni sul Palazzo di Ascoli Satriano risalgono al XIII secolo, periodo nel quale venne eretto l’antico castello fortificato. Il mastio normanno è l’unico elemento dell’impianto originario giunto intatto fino ad oggi e si ipotizza facesse parte di una cinta muraria con torri, abbattute nei secoli successivi quando il castello fu trasformato in Palazzo Ducale dopo l’ascesa dei Marulli.

Nella prima metà del XV secolo si sono succeduti una serie di catastrofici eventi sismici che hanno colpito la regione e distrutto quasi completamente la città e la fortezza di Ascoli Satriano. Tra i numerosi eventi sismici si ricordano in particolare quello del 1421, che distrusse la città e quello del 1456, il quale rasò al suolo parte della città e gran parte della fortezza.

Tra il XV e il XVII secolo si registrano interventi di espansione su due livelli attorno al confine esterno (attuale limite del cortile del Palazzo) dell’antico impianto fortificato quali fabbricati, case, botteghe con volumetrie che non sembrano seguire una medesima regola compositiva. In seguito allo sviluppo di questi volumi si pensa sia stata costruita una seconda cinta muraria più esterna. La conformazione risalente a questo periodo è deducibile da un’incisione di Giovan Battista Pacichelli databile a circa metà del XVII secolo.

Nuovamente, anche nel corso del XVII secolo, la città ha subito considerevoli danni a causa di importanti eventi sismici quali, tra i più distruttivi, quello del 1601 e del 1694.

LEGENDA XIII sec XV-XVII sec 1673 XIX sec Elementi costruttivi ipotizzati

Nel 1673 i Duchi Marulli divennero ufficialmente signori di Ascoli Satriano e il loro insediamento ha trasformato considerevolmente i resti della fortezza e dei vari edifici aggregati, più volte distrutti dai terremoti, nel Palazzo Ducale.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA F. Capriglione - P. Mele, Ascoli Satriano. Storia, arte, lingua e folclore, Foggia 1980 Pasquale Rosario, Per uno studio sistematico dei terremoti di Capitanata, 1931 R. De Vita, Castelli e torri e opere fortificate in Puglia A. Mele, Gli affari e l’onore C. Mariotti, La grammatica delle fortificazioni

Stato attuale del Castello

XIX sec

www.prolocoascolisatriano.it www.comune.ascolisatriano.fg.it

Tra il XVIII e il XIX secolo numerosi altri eventi sismici registrati hanno distrutto più volte la città (1851).

Un’ulteriore e significativa trasformazione del palazzo risale al XIX secolo quando, sia per necessità di ricostruzione post eventi sismici sia per necessità di rinnovamento, sono state interamente ricostruite parti distrutte come la facciata nord ed edificate due nuove elevazioni a vocazione residenziale.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

XV sec

www.anspiascolisatriano.it

Università Politecnica delle Marche

XIII sec

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Incisione Giovan Battista Pacichelli (1634-1695)

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

La grammatica delle fortificazioni_Le torri

Progetto di Restauro Architettonico

La grammatica delle fortificazioni_Il mastio

TAV

Focus Storico

04

ANALISI STORICA IN PIANTA LEGENDA XIII sec 1673

Pianta Piano Primo

Pianta Piano Secondo

ANALISI DELL’ALZATO

Prospetto Nord

Prospetto Sud

L’analisi stratigrafica e costruttiva è stata condotta anche sui prospetti esterni principali, di più difficile lettura rispetto alle piante poiché maggiormente manipolati e modificati nel tempo. Tramite la tessitura muraria, le bucature, gli aggetti e gli altri elementi architettonici presenti si è cercato di collocare ogni area individuata in un intervallo storico per poter avere un quadro generale sulla composizione in alzato del manufatto storico.

Il prospetto Nord, affacciato sulla città di Ascoli Satriano, è stato attribuito quasi completamente alla fase ottocentesca nella quale è avvenuta una ricostruzione della facciata caratterizzata da un sontuoso portale di ingresso sormontato da una loggia con una serie di finestre ad arco. Solo una minima area al piano terra, di tessitura muraria differente rispetto al resto, è stata considerata parte di una fase storica precedente.

Nel prospetto Sud la tessitura muraria più

LEGENDA XIII sec 1673 XIX sec Prospetto Est

Prospetto Ovest

1900 +

ricorrente, caratterizzata da ciottolame misto a pietra, è stata attribuita al dominio dei Duchi Marulli; solo il bastione presente sulla destra, di composizione più recente, è stato segnalato come inserimento del XIX secolo. Una piccola porzione del prospetto Sud trova invece spazio per un intervento contemporaneo, probabilmente di ricostruzione a seguito di crollo, più esteso nel prospetto Ovest ad esso adiacente.

Questo infatti, molto più frammentato rispetto agli altri prospetti, è caratterizzato da altri interventi di ripristino estesi per buona parte della muratura presente. Anche nel prospetto Est, costituito prevalentemente da stratigrafie di fine 1600 e parti del XIX secolo, è presente un intervento moderno; quest’ultimo a differenza dei precedenti va a modificare l’originario assetto del manufatto andando ad alzare la linea della scarpa muraria esistente.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Pianta Piano Rialzato

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Pianta Piano Terra

Progetto di Restauro Architettonico

XIX sec

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

al potere dei Duchi Marulli i quali, dopo il loro insediamento ad Ascoli Satriano, hanno avviato un processo di modifica del Castello in Palazzo Ducale.

Per quanto concerne invece le ultime due elevazioni presenti si pensa che siano frutto di una successiva sopraelevazione compiuta nel XIX secolo, altro periodo di cruciale cambiamento per il Palazzo il quale, probabilmente segnato da numerose distruzioni provocate da eventi sismici, ha subito un processo di innovazione e ricostruzione che lo ha portato all’attuale configurazione.

L’attribuzione degli ultimi due livelli al sedime ottocentesco è stata dettata dalla netta differenza stilistica e architettonica riscontrata rispetto a quella analizzata al piano sottostante e visibile dalla gestione di spessori murari e dalla distribuzione degli spazi interni.

Inoltre anche nelle piante sono visibili elementi attribuibili all’epoca contemporanea quali scale, coperture o solai che testimoniano successivi interventi di modificazione o mantenimento di questo apparato storico.

Università Politecnica delle Marche

Tramite l’analisi degli spessori murari e delle vicende storiche sopra citate sono state prese in esame le piante dello stato attuale del Castello per poter mettere in luce le diverse stratigrafie che compongono la struttura.

L’unico elemento visibile dell’impianto originario risalente al XIII secolo è il mastio, elemento caratteristico degli impianti difensivi fino al XV secolo, rispondente a tutte le caratteristiche proprie di questo elemento primario quali la pianta quadrilatera, l’altezza superiore rispetto agli altri elementi, la robustezza e l’ingresso in quota.

Gli altri segni dell’antica struttura fortificata normanna sono ormai scomparsi sotto le successive stratificazioni ed espansioni, le quali hanno probabilmente inglobato anche la cinta muraria che percorreva l’attuale perimetro del cortile interno. Questa struttura infatti costituiva solitamente l’anello murario posto a protezione dell’elemento fortificato e, nello spazio temporale che comprende XI e XIII secolo, veniva dotato anche di elementi forti nella difesa perimetrale quali torri, componenti immaginati presenti nell’antica configurazione del Castello.

Data la mancanza di segni architettonici visibili riconducibili ad epoche precedenti al XVII secolo, l’intera struttura attualmente presente al piano terra e al piano rialzato, ad eccezione del mastio, è stata attribuita al periodo successivo al 1673, anno di ascesa

RILIEVO GEOMETRICO

2

PIANO TERRA RIALZATO

B A -0,15

A

A 1,80 0,45

C B

E

A A

A

0,00

-0,57

A

0,55

A

-0,35

-0,45 0,10

D

D

-1,10

0,17

D

3,00

1,85

-1,10

-0,50

2,16

B

E

B

C

0 1 2

10m

5

10m

PIANO SECONDO

PIANO PRIMO

C

C

5,46

5,25 5,20

A

5,20

A 5,46

5,34

5,20

5,23

D

5,85

D

5,20

5,35

E

B C

0 1 2

0 1 2

5

10m

5

10m

Piano Primo

A

5,24

5,20

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

5,27

5,27

B

E

9,25

9,03 9,75

A

9,03

7,90

9,03 9,70

A

9,03

5,30

A

A

9,98

9,70

9,65

10,41

11,03 10,80 8,70

D

D

9,62

E

B C

0 1 2

0 1 2

5

10m

5

10m

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

B

E

A

1,60 1,90

C

5

2,60

2,80

1,58

E

D

2,00

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

E

10m

Castello di Ascoli Satriano (FG)

-0,22

5

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Piano Terra

0,22

0 1 2

Progetto di Restauro Architettonico

10m

C

0 1 2

05

Università Politecnica delle Marche

5

Piano Secondo

0 1 2

Piano Terra Rialzato

PIANO TERRA

TAV

Rilievo Geometrico

0 1 2

0 1 2 5

5

5 10m

Prospetto OVEST

10m

Sezione C-C

10m 0 1 2

0 1 2

0 1 2

5

5

5

10m

Sezione A-A

10m

Sezione D-D

10m

0 1 2

0 1 2

0 1 2

5

5

5

10m

Sezione E-E

10m

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Progetto di Restauro Architettonico

10m

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

0 1 2

Prospetto EST

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Prospetto NORD

Università Politecnica delle Marche

Rilievo Geometrico TAV

06

Prospetto SUD

Sezione B-B

Matrici di Riferimento

MP.007

MP.008

Intervento recente, copertura in travi di legno lamellare e tavolato in legno.

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (50%)

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (80%)

PIETRA SQUADRATA TUFO CON CIOTTOLAME MISTO

DP.006

DI.003

Interventi

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

DI.004

Cause •

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

IP.004

Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

•

Umidità di risalita capillare.

Cause •

Percolazione acqua piovana.

•

Umidità di risalita capillare.

Cause • •

Percolazione acqua piovana.

Scarsa efficienza dell’impianto di smaltimento delle acque meteroriche

Interventi

DI.005

Interventi II.002

Interventi II.003

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IP.005

Cause Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

Interventi

Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DP.008

Cause •

Cause •

Presenza di sali.

PIETRA SQUADRATA IN TUFO I

DP.009

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Pietra (tufo) a blocchi squadrati regolari con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

AFFRESCHI MP.010

PIETRA SQUADRATA BIANCA

DP.010

MP.011

PIETRA BIANCA I

DP.011

MP.012

PIETRA BIANCA II Pietra bianca a conci squadrati di dimensioni retttangolari o quadrate.

MP.013

DP.012

Cause •

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

Pietra bianca a conci rettangolari allungati che costituiscono le soglie e la cornice di finestre e porte.

Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

MACCHIA Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).

Pietra a blocchi squadrati regolari di dimensioni medie con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

Cause

Cause • •

DM.001

IP.006

PRESENZA DI VEGETAZIONE Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

IP.007

II.005

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri, o piante superiori).

•

Interventi

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

DM.002

IP.002

FRONTE DI RISALITA

DM.003

IP.010

Cause •

COLAUTRA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Ciottolame arrotondato di medie dimensioni con ricorsi orizzontali ogni metro circa composti da due file sovrapposte di mattoni pieni disposti di fascia della tipologia M.001 o M.004 .

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IP.007

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IP.008

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IP.009

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IP.010

Risarcimento delle alveolizzazioni

IP.011

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.012

Intervento conservativo

II.001

Impregnazione con silicato di etile

II.002

Sabbiatura a secco

II.003

Sifonamento atmosferico

II.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

II.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

II.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

II.008

Applicazione di biocidi (azione chimica)

Umidità di risalita capillare.

Interventi IM.002

Cause •

Percolazione acqua piovana.

Interventi

IM.003 DM.004

IP.011 IP.001

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

Cause • •

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

Interventi IM.008

Interventi DM.005

IP.002

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

Sabbiatura a secco

IM.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IM.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IM.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IM.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.008

Intervento conservativo

IM.009

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IM.010

Stilatura dei giunti con malta di calce

IS.001

Riadesione di parti distaccate con microiniezioni di resine acriliche o betoncini di malta idraulica e resina

IS.002

Impregnazione con silicato di etile

IS.003

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IS.004

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IS.005

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IS.006

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IS.007

Impacchi assorbenti

IS.008

Intervento conservativo

Interventi IM.009 IM.010

IP.012

DISTACCO Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi.

Il termine si usa in particolare per gli intonaci ed i mosaici.

Interventi

Cause Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali; • Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; • Sollecitazioni sismiche.

•

Sifonamento atmosferico

IM.004 IM.005

Interventi

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

IM.003

IM.006

Interventi II.004

IP.011 IP.001

DS.002

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

PIETRA SQUADRATA IN TUFO II

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DI MATTONI

IP.006

IM.002

Interventi

Pietra in blocchi di tufo squadrata di dimensioni medie a blocchi regolari omogenei di forma rettangolare con ricorsi orizzontali allineati e giunti verticali non allineati.

MP.014

Sifonamento atmosferico

IM.001

Interventi

DS.001

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Presenza di materiale estraneo al substrato (microrganismi, sostanze organiche, acqua).

IP.005

II.008

IM.007 MP.009

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

IM.001

Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

ALVEOLIZZAZIONE Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si dice “a cariatura”.

Inquinamenti atmosferici.

IP.004

•

IP.002

DEPOSITO SUPERFICIALE

Impregnazione con silicato di etile

II.004

Interventi

IP.009

DP.007

IP.003

Interventi

II.005

PATINA BIOLOGICA

Sabbiatura a secco

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Interventi

Cause

IP.002 II.001

PIETRA

IP.002

IP.003

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

IP.008

STUCCHI

Volte affrescate (residui di affreschi su volte in camorcanna).

Cause

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Elementi di cornicioni e decorativi.

MA.001

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

Pietra (tufo) a blocchi squadrati mista a ciottolame arrotondato, con ricorsi orizzontali discontinui.

MS.001

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

DI.002

Stilatura dei giunti con malta di calce

Progetto di Restauro Architettonico

DP.005

Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco degradato dal quale fuoriescono alcuni conci. Sono stati effettuati interventi di ripristino.

TEGOLE Tegole in coppi di laterizio.

TEGOLE

SOFFITTO NUOVO IN LEGNO

•

Interventi

Erosione chimica dovuta all’infiltrazione di acqua; • Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche.

•

IP.001

Interventi

DS.003

Cause Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

•

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Cause •

Percolazione acqua piovana.

Interventi II.004

Interventi IS.003 IS.004 IS.005 IS.006

DS.004

DEPOSITO SUPERFICIALE Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DS.005

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DS.006

Cause •

Cause Inquinamenti atmosferici; • Radiazioni solari.

•

PATINA Alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale.

Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

Inquinamenti atmosferici.

Cause •

Modificazione naturale della superficie.

Interventi IS.007

Interventi II.004

Interventi IS.007

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

SOFFITTO NUOVO IN ACCIAIO

STUCCHI

MO.008

Cause

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli tra loro (sfoglie).

IP.001

Cause

II.006

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. CONTINUI

Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco parzialmente scoperto, alcuni conci emergono dall’intonaco.

Sono stati effettuati interventi di ripristino.

MURATURA DI MATTONI PIENI III Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni). Muratura successiva alla prima edificazione.

MT.001

Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

•

PRESENZA DI VEGETAZIONE Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra continui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II

MP.006

Intervento recente, copertura in travi di acciaio e lamiera grecata.

Cause

ESFOLIAZIONE

II.002 MP.005

PIETRA

MO.007

DP.004

Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

•

DI.001

II.007

Muratura in mattoni pieni con elementi piatti disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni).

MM.003

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DISCONTINUI

Cause

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra discontinui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II

SOFFITTO AFFRESCATO Soffitto affrescato, alcuni in perfetto stato di manutenzione.

Si notano dei residui sulle volte in camorcanna.

DP.003

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

Interventi

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

MURATURA

MM.002

CIOTTOLAME MISTO CON INTERVENTO IN FACCIATA

•

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con intervento in facciata (aggiunta di malta).

Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni), ricorsi orizzontali allineati. Filari di malta degradati in facciata (necessaria stilatura giunti).

SOFFITTO INTONACATO Soffitto intonacato con finitura bianca.

La stratigrafia del solaio è deducibile dalle fessure causate dal distacco dell’intonaco (laterocemento).

MO.006

MP.003

MP.004

AFFRESCHI

ORIZZONTAMENTI

MO.005

INTONACO II

SOFFITTO IN LEGNO E LATERIZI MM.001

DP.002

Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata.

Intonaco di malta di calce senza finitura, rasato con presenza di “rattoppi” segno di un intervento (iniezioni di boiacca) sul muro.

Soffito in travetti di legno e pignatte.

CIOTTOLAME MISTO II

Cause

Università Politecnica delle Marche

Antica metodologia costruttiva che prevedeva strati di cannucciati intrecciati.

MO.004

MP.002

Intonaco in malta di calce senza finitura e rasatura.

MI.003

Decoesione caratterizzata del legande della muratura sotto minime sollecitazioni meccaniche.

Conci irregolari e ciottoli misti, pietre non omogenee in colore, forma e dimensione.

INTONACO I

DISGREGAZIONE DEL LEGANTE

INTONACO

SOFFITTO IN CAMORCANNA

DP.001

MURATURA

MI.002

CIOTTOLAME MISTO I

STUCCHI

SOFFITTO IN LATEROCEMENTO Soffitto laterocementizio in travetti e pignatte.

MO.003

Intonaco in malta di calce degradato con finitura in colore bianco, presenza di parziali distacchi che scoprono la finitura superficiale.

INTONACO

MO.002

MP.001

INTONACO

Soffitto voltato (a botte, a crociera, a padiglione, cupola...) in mattoni.

INTONACO CON FINITURA BIANCA

MURATURA

MI.001

STUCCHI

ORIZZONTAMENTO IN PIETRA (MATTONI)

PIETRA

MO.001

IPOTESI DI INTERVENTO

CARTA DEL DEGRADO

RILIEVO MATERICO

RILIEVO MATERICO

RILIEVO MATERICO

3

TAV

Rilievo Materico

Piano Terra

07

RILIEVO MATERICO

MO.001

ORIZZONTAMENTO IN PIETRA (MATTONI) Soffitto voltato (a botte, a crociera, a padiglione, cupola...) in mattoni.

MO.002

SOFFITTO IN LATEROCEMENTO Soffitto laterocementizio in travetti e pignatte.

MO.003

SOFFITTO IN CAMORCANNA

SOFFITTO IN LEGNO E LATERIZI

C

Soffitto a cupola, presumibilmente in mattoni (intonacato)

MO.007

MO.008

0,55

A

-0,35

Soffitto in laterocemento, pignatte e travetti

-0,45 0,10 -1,10

Soffitto a volta in mattoni 0,17

-0,50

D

C

Università Politecnica delle Marche

B

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

0,00

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

0,45 -0,57

SOFFITTO NUOVO IN LEGNO

A 1,80

10m

SOFFITTO NUOVO IN ACCIAIO

Intervento recente, copertura in travi di legno lamellare e tavolato in legno.

A

5

SOFFITTO AFFRESCATO

Intervento recente, copertura in travi di acciaio e lamiera grecata.

-0,15

0 1 2

Soffitto intonacato con finitura bianca.

La stratigrafia del solaio è deducibile dalle fessure causate dal distacco dell’intonaco (laterocemento).

Soffitto affrescato, alcuni in perfetto stato di manutenzione.

Si notano dei residui sulle volte in camorcanna.

A

E

SOFFITTO INTONACATO

-0,22

B

D

MO.005

MO.006

0,22

E

ORIZZONTAMENTI

Soffito in travetti di legno e pignatte.

Progetto di Restauro Architettonico

MO.004

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Antica metodologia costruttiva che prevedeva strati di cannucciati intrecciati.

TAV

Rilievo Materico

Piano Terra Rialzato

08

RILIEVO MATERICO

MO.001

ORIZZONTAMENTO IN PIETRA (MATTONI) Soffitto voltato (a botte, a crociera, a padiglione, cupola...) in mattoni.

MO.002

SOFFITTO IN LATEROCEMENTO Soffitto laterocementizio in travetti e pignatte.

MO.003

SOFFITTO IN CAMORCANNA

SOFFITTO IN LEGNO E LATERIZI

ORIZZONTAMENTI

Soffito in travetti di legno e pignatte.

C

MO.005

SOFFITTO INTONACATO Soffitto intonacato con finitura bianca.

La stratigrafia del solaio è deducibile dalle fessure causate dal distacco dell’intonaco (laterocemento).

MO.006

SOFFITTO AFFRESCATO Soffitto affrescato, alcuni in perfetto stato di manutenzione.

Si notano dei residui sulle volte in camorcanna.

E

B

MO.007

SOFFITTO NUOVO IN ACCIAIO Intervento recente, copertura in travi di acciaio e lamiera grecata.

A

MO.008

Progetto di Restauro Architettonico

MO.004

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Antica metodologia costruttiva che prevedeva strati di cannucciati intrecciati.

SOFFITTO NUOVO IN LEGNO Intervento recente, copertura in travi di legno lamellare e tavolato in legno.

A

D

D

2,00 1,85

3,00 -1,10 2,60

2,80

2,16 1,58

E

1,90

B C

0 1 2

5

10m

1,60

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

A

Università Politecnica delle Marche

Informazioni insufficienti per definire la natura dell'orizzontamento

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

A

TAV

Rilievo Materico

Piano Primo

09

RILIEVO MATERICO

MO.001

ORIZZONTAMENTO IN PIETRA (MATTONI) Soffitto voltato (a botte, a crociera, a padiglione, cupola...) in mattoni.

MO.002

SOFFITTO IN LATEROCEMENTO Soffitto laterocementizio in travetti e pignatte.

MO.003

SOFFITTO IN CAMORCANNA

SOFFITTO IN LEGNO E LATERIZI

ORIZZONTAMENTI

Soffito in travetti di legno e pignatte.

C

MO.005

SOFFITTO INTONACATO Soffitto intonacato con finitura bianca.

La stratigrafia del solaio è deducibile dalle fessure causate dal distacco dell’intonaco (laterocemento).

MO.006

SOFFITTO AFFRESCATO Soffitto affrescato, alcuni in perfetto stato di manutenzione.

Si notano dei residui sulle volte in camorcanna.

B

MO.007

Intervento recente, copertura in travi di acciaio e lamiera grecata.

9,75

A

9,03

7,90 MO.008

9,03

9,70

9,65

A

10,41

11,03 10,80 8,70

D

9,62

D

Soffitto nuovo: travi in acciaio e lamiera grecata

E

Soffitto in laterocemento in perfetto stato (nuova costruzine)

B C

0 1 2

5

10m

Soffitto nuovo: travi in legno lamellare e tavolato di legno

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

9,98

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

9,70

5,30

A

SOFFITTO NUOVO IN LEGNO Intervento recente, copertura in travi di legno lamellare e tavolato in legno.

A

9,03

SOFFITTO NUOVO IN ACCIAIO

Università Politecnica delle Marche

E

9,25

9,03

Progetto di Restauro Architettonico

MO.004

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Antica metodologia costruttiva che prevedeva strati di cannucciati intrecciati.

TAV

Rilievo Materico

Piano Secondo

10

RILIEVO MATERICO

MO.001

ORIZZONTAMENTO IN PIETRA (MATTONI) Soffitto voltato (a botte, a crociera, a padiglione, cupola...) in mattoni.

MO.002

SOFFITTO IN LATEROCEMENTO Soffitto laterocementizio in travetti e pignatte.

MO.003

SOFFITTO IN CAMORCANNA

ORIZZONTAMENTI

Soffito in travetti di legno e pignatte.

Soffitto intonacato, presumibilmente in laterocemento (come si nota nelle parti in cui l'intonaco si è staccato)

C

MO.005

MO.007

A

5,24

Intervento recente, copertura in travi di acciaio e lamiera grecata.

5,20

5,46 MO.008

5,20

A

A

5,34

5,20

5,23

5,85

D

5,20

5,35

Soffitto a travetti in legno e pignatte

E

B C

0 1 2

5

10m

Volte in camorcanna presumibilmente affrescate a giudicare dai residui di intonaco

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Soffitto affrescato 5,46

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

5,20

D

SOFFITTO NUOVO IN LEGNO Intervento recente, copertura in travi di legno lamellare e tavolato in legno.

5,25

A

SOFFITTO NUOVO IN ACCIAIO

Università Politecnica delle Marche

E

SOFFITTO AFFRESCATO Soffitto affrescato, alcuni in perfetto stato di manutenzione.

Si notano dei residui sulle volte in camorcanna.

5,27

5,27

SOFFITTO INTONACATO Soffitto intonacato con finitura bianca.

La stratigrafia del solaio è deducibile dalle fessure causate dal distacco dell’intonaco (laterocemento).

MO.006

B

SOFFITTO IN LEGNO E LATERIZI

Progetto di Restauro Architettonico

MO.004

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Antica metodologia costruttiva che prevedeva strati di cannucciati intrecciati.

TAV

11

RILIEVO MATERICO INTONACO CON FINITURA BIANCA

MP.001

Intonaco in malta di calce degradato con finitura in colore bianco, presenza di parziali distacchi che scoprono la finitura superficiale.

INTONACO

MI.002

Conci irregolari e ciottoli misti, pietre non omogenee in colore, forma e dimensione.

INTONACO I

MP.002

Intonaco in malta di calce senza finitura e rasatura.

MI.003

INTONACO II

MP.003

MURATURA

MP.005

MP.006

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (50%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco parzialmente scoperto, alcuni conci emergono dall’intonaco.

Sono stati effettuati interventi di ripristino.

MURATURA DI MATTONI PIENI III Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni). Muratura successiva alla prima edificazione.

MP.007

PIETRA

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (80%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco degradato dal quale fuoriescono alcuni conci. Sono stati effettuati interventi di ripristino.

TEGOLE Tegole in coppi di laterizio.

TEGOLE

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. CONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra continui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi piatti disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni).

MT.001

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DISCONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra discontinui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni), ricorsi orizzontali allineati. Filari di malta degradati in facciata (necessaria stilatura giunti).

MM.003

CIOTTOLAME MISTO CON INTERVENTO IN FACCIATA Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con intervento in facciata (aggiunta di malta).

MP.004

MM.002

CIOTTOLAME MISTO II Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata.

Intonaco di malta di calce senza finitura, rasato con presenza di “rattoppi” segno di un intervento (iniezioni di boiacca) sul muro.

MM.001

CIOTTOLAME MISTO I

Castello di Ascoli Satriano (FG)

MI.001

Progetto di Restauro Architettonico

10m

MP.008

PIETRA SQUADRATA TUFO CON CIOTTOLAME MISTO Pietra (tufo) a blocchi squadrati mista a ciottolame arrotondato, con ricorsi orizzontali discontinui.

MS.001

STUCCHI

STUCCHI Elementi di cornicioni e decorativi.

PIETRA SQUADRATA IN TUFO I

MA.001

AFFRESCHI Volte affrescate (residui di affreschi su volte in camorcanna).

MP.010

PIETRA SQUADRATA BIANCA Pietra a blocchi squadrati regolari di dimensioni medie con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

MP.011

PIETRA BIANCA I Pietra bianca a conci rettangolari allungati che costituiscono le soglie e la cornice di finestre e porte.

MP.012

PIETRA BIANCA II Pietra bianca a conci squadrati di dimensioni retttangolari o quadrate.

MP.013

PIETRA SQUADRATA IN TUFO II Pietra in blocchi di tufo squadrata di dimensioni medie a blocchi regolari omogenei di forma rettangolare con ricorsi orizzontali allineati e giunti verticali non allineati.

MP.014

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DI MATTONI Ciottolame arrotondato di medie dimensioni con ricorsi orizzontali ogni metro circa composti da due file sovrapposte di mattoni pieni disposti di fascia della tipologia M.001 o M.004 .

0 1 2

5

10m

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Pietra (tufo) a blocchi squadrati regolari con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

MP.009

Università Politecnica delle Marche

5

AFFRESCHI

0 1 2

Prospetto EST

Prospetto NORD

Rilievo Materico

TAV

Rilievo Materico

12

INTONACO CON FINITURA BIANCA

MP.001

Intonaco in malta di calce degradato con finitura in colore bianco, presenza di parziali distacchi che scoprono la finitura superficiale.

INTONACO

MI.002

Conci irregolari e ciottoli misti, pietre non omogenee in colore, forma e dimensione.

INTONACO I

MP.002

Intonaco in malta di calce senza finitura e rasatura.

MI.003

INTONACO II

MP.003

MURATURA

MP.005

MP.006

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (50%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco parzialmente scoperto, alcuni conci emergono dall’intonaco.

Sono stati effettuati interventi di ripristino.

MURATURA DI MATTONI PIENI III Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni). Muratura successiva alla prima edificazione.

MP.007

PIETRA

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (80%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco degradato dal quale fuoriescono alcuni conci. Sono stati effettuati interventi di ripristino.

TEGOLE Tegole in coppi di laterizio.

TEGOLE

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. CONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra continui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi piatti disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni).

MT.001

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DISCONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra discontinui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni), ricorsi orizzontali allineati. Filari di malta degradati in facciata (necessaria stilatura giunti).

MM.003

CIOTTOLAME MISTO CON INTERVENTO IN FACCIATA Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con intervento in facciata (aggiunta di malta).

MP.004

MM.002

CIOTTOLAME MISTO II Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata.

Intonaco di malta di calce senza finitura, rasato con presenza di “rattoppi” segno di un intervento (iniezioni di boiacca) sul muro.

MM.001

CIOTTOLAME MISTO I

Castello di Ascoli Satriano (FG)

MI.001

Progetto di Restauro Architettonico

10m

MP.008

PIETRA SQUADRATA TUFO CON CIOTTOLAME MISTO Pietra (tufo) a blocchi squadrati mista a ciottolame arrotondato, con ricorsi orizzontali discontinui.

MS.001

STUCCHI

STUCCHI Elementi di cornicioni e decorativi.

PIETRA SQUADRATA IN TUFO I

MA.001

AFFRESCHI Volte affrescate (residui di affreschi su volte in camorcanna).

MP.010

PIETRA SQUADRATA BIANCA Pietra a blocchi squadrati regolari di dimensioni medie con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

MP.011

PIETRA BIANCA I Pietra bianca a conci rettangolari allungati che costituiscono le soglie e la cornice di finestre e porte.

MP.012

PIETRA BIANCA II Pietra bianca a conci squadrati di dimensioni retttangolari o quadrate.

MP.013

PIETRA SQUADRATA IN TUFO II Pietra in blocchi di tufo squadrata di dimensioni medie a blocchi regolari omogenei di forma rettangolare con ricorsi orizzontali allineati e giunti verticali non allineati.

MP.014

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DI MATTONI Ciottolame arrotondato di medie dimensioni con ricorsi orizzontali ogni metro circa composti da due file sovrapposte di mattoni pieni disposti di fascia della tipologia M.001 o M.004 .

0 1 2

5

10m

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Pietra (tufo) a blocchi squadrati regolari con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

MP.009

Università Politecnica delle Marche

5

AFFRESCHI

0 1 2

Prospetto OVEST

Prospetto SUD

RILIEVO MATERICO

TAV

Rilievo Materico

13

RILIEVO MATERICO INTONACO CON FINITURA BIANCA

MP.001

Intonaco in malta di calce degradato con finitura in colore bianco, presenza di parziali distacchi che scoprono la finitura superficiale.

INTONACO

MI.002

Conci irregolari e ciottoli misti, pietre non omogenee in colore, forma e dimensione.

INTONACO I

MP.002

Intonaco in malta di calce senza finitura e rasatura.

MI.003

INTONACO II

MP.003

MURATURA

MP.005

MP.006

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (50%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco parzialmente scoperto, alcuni conci emergono dall’intonaco.

Sono stati effettuati interventi di ripristino.

MURATURA DI MATTONI PIENI III Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni). Muratura successiva alla prima edificazione.

MP.007

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (80%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco degradato dal quale fuoriescono alcuni conci. Sono stati effettuati interventi di ripristino.

TEGOLE Tegole in coppi di laterizio.

TEGOLE

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. CONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra continui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi piatti disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni).

MT.001

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DISCONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra discontinui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni), ricorsi orizzontali allineati. Filari di malta degradati in facciata (necessaria stilatura giunti).

MM.003

CIOTTOLAME MISTO CON INTERVENTO IN FACCIATA Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con intervento in facciata (aggiunta di malta).

MP.004

MM.002

CIOTTOLAME MISTO II Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata.

Intonaco di malta di calce senza finitura, rasato con presenza di “rattoppi” segno di un intervento (iniezioni di boiacca) sul muro.

MM.001

CIOTTOLAME MISTO I

Castello di Ascoli Satriano (FG)

MI.001

Progetto di Restauro Architettonico

10m

PIETRA

MP.008

PIETRA SQUADRATA TUFO CON CIOTTOLAME MISTO Pietra (tufo) a blocchi squadrati mista a ciottolame arrotondato, con ricorsi orizzontali discontinui.

STUCCHI

MS.001

PIETRA SQUADRATA IN TUFO I

AFFRESCHI Volte affrescate (residui di affreschi su volte in camorcanna).

MP.010

PIETRA SQUADRATA BIANCA Pietra a blocchi squadrati regolari di dimensioni medie con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

MP.011

PIETRA BIANCA I Pietra bianca a conci rettangolari allungati che costituiscono le soglie e la cornice di finestre e porte.

MP.012

PIETRA BIANCA II Pietra bianca a conci squadrati di dimensioni retttangolari o quadrate.

MP.013

PIETRA SQUADRATA IN TUFO II Pietra in blocchi di tufo squadrata di dimensioni medie a blocchi regolari omogenei di forma rettangolare con ricorsi orizzontali allineati e giunti verticali non allineati.

MP.014

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DI MATTONI

5

10m

0 1 2

5

10m

Sezione E-E

0 1 2

Sezione B-B

Ciottolame arrotondato di medie dimensioni con ricorsi orizzontali ogni metro circa composti da due file sovrapposte di mattoni pieni disposti di fascia della tipologia M.001 o M.004 .

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Pietra (tufo) a blocchi squadrati regolari con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

MP.009

MA.001

AFFRESCHI

STUCCHI Elementi di cornicioni e decorativi.

Università Politecnica delle Marche

5

Sezione A-A

0 1 2

TAV

Rilievo Materico

14

RILIEVO MATERICO INTONACO CON FINITURA BIANCA

MP.001

Intonaco in malta di calce degradato con finitura in colore bianco, presenza di parziali distacchi che scoprono la finitura superficiale.

INTONACO

MI.002

Conci irregolari e ciottoli misti, pietre non omogenee in colore, forma e dimensione.

INTONACO I

MP.002

Intonaco in malta di calce senza finitura e rasatura.

MI.003

INTONACO II

MP.003

MURATURA

MP.005

MP.006

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (50%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco parzialmente scoperto, alcuni conci emergono dall’intonaco.

Sono stati effettuati interventi di ripristino.

MURATURA DI MATTONI PIENI III Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni). Muratura successiva alla prima edificazione.

MP.007

CIOTTOLAME MISTO CON INTONACO IN FACCIATA (80%) Conci irregolari con presenza in facciata di intonaco degradato dal quale fuoriescono alcuni conci. Sono stati effettuati interventi di ripristino.

TEGOLE Tegole in coppi di laterizio.

TEGOLE

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. CONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra continui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi piatti disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni).

MT.001

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DISCONTINUI Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con ricorsi orizzontali in pietra discontinui.

MURATURA DI MATTONI PIENI II Muratura in mattoni pieni con elementi disposti di fascia di lunghezza varia (o presenza di diatoni), ricorsi orizzontali allineati. Filari di malta degradati in facciata (necessaria stilatura giunti).

MM.003

CIOTTOLAME MISTO CON INTERVENTO IN FACCIATA Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata con intervento in facciata (aggiunta di malta).

MP.004

MM.002

CIOTTOLAME MISTO II Conci irregolari e ciottoli misti di forma arrotondata.

Intonaco di malta di calce senza finitura, rasato con presenza di “rattoppi” segno di un intervento (iniezioni di boiacca) sul muro.

MM.001

CIOTTOLAME MISTO I

Castello di Ascoli Satriano (FG)

MI.001

Progetto di Restauro Architettonico

10m

PIETRA

MP.008

PIETRA SQUADRATA TUFO CON CIOTTOLAME MISTO Pietra (tufo) a blocchi squadrati mista a ciottolame arrotondato, con ricorsi orizzontali discontinui.

STUCCHI

MS.001

PIETRA SQUADRATA IN TUFO I

AFFRESCHI Volte affrescate (residui di affreschi su volte in camorcanna).

MP.010

PIETRA SQUADRATA BIANCA Pietra a blocchi squadrati regolari di dimensioni medie con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

MP.011

PIETRA BIANCA I Pietra bianca a conci rettangolari allungati che costituiscono le soglie e la cornice di finestre e porte.

MP.012

PIETRA BIANCA II Pietra bianca a conci squadrati di dimensioni retttangolari o quadrate.

MP.013

PIETRA SQUADRATA IN TUFO II Pietra in blocchi di tufo squadrata di dimensioni medie a blocchi regolari omogenei di forma rettangolare con ricorsi orizzontali allineati e giunti verticali non allineati.

MP.014

CIOTTOLAME MISTO CON RICORSI ORIZZ. DI MATTONI

0 1 2

5

10m

Sezione D-D

Ciottolame arrotondato di medie dimensioni con ricorsi orizzontali ogni metro circa composti da due file sovrapposte di mattoni pieni disposti di fascia della tipologia M.001 o M.004 .

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Pietra (tufo) a blocchi squadrati regolari con ricorsi orizzontali continui e ricorsi verticali parzialmente allineati.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

MP.009

MA.001

AFFRESCHI

STUCCHI Elementi di cornicioni e decorativi.

Università Politecnica delle Marche

5

Sezione C-C

0 1 2

IQM & RILIEVO DEL DEGRADO

4

TAV

Indice di Qualità Muraria

OBIETTIVI

15

ATTRIBUZIONE DEI PUNTEGGI AI PARAMETRI DELLA REGOLA DELL’ARTE

Tra i diversi elementi che influenzano la risposta sismica degli edifici, la qualità delle murature, intesa in senso meccanico, rappresenta uno Il criterio seguito per differenziare l’importanza di ciascun parametro della regola dell’arte sul comportamento delle murature nei confronti dei tre dei punti più rilevanti. La strada delle diagnostiche dirette, pur offrendo un importante contributo, il più delle volte non è percorribile; infatti tipi di azioni considerate consiste nell’attribuire ai sette parametri qui considerati dei pesi differenti. raramente si ha la possibilità pratica di effettuare quelle prove che possano fornire indicazioni meccanich basilari, come ad esempio la resistenza Di seguito, i valori da attribuire ai vari parametri a seconda dell’azione in questione. e la defomrabilità al taglio.

Per murature in mattoni pieni o blocchi IQMV=rVxREELVx(ORV+PDV+FELV+SGV+DELV+MAV) IQMFP=rFPxREELFPx(ORFP+PDFP+FELFP+SGFP+DELFP+MAFP) IQMNP=rNPxREELNPx(ORNP+PDNP+FELNP+SGNP+DELNP+MANP)

Valori del coefficiente correttivo r in funzione del parametro MA (per murature in mattoni pieni o blocchi)

VALUTAZIONE DELLA CATEGORIA MURARIA I valori trovati per gli IQM consentono una classificazione della qualità meccanica della muratura in esame che esprime, in modo qualitativo e sintetico la loro capacità di rispondere alle sollecitazioni verticali, a quelle orizzontali fuori piano o a quelle orizzontali (taglianti) nel piano. Di seguito, la tabella che consente di determinare la classe di appartenenza della muratura in base ai valori dell’IQM.

Il comportamento meccanico delle murature in base alle categorie denominate A, B e C è interpretabile come segue: Per azioni verticali: • una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona qualità; • una muratura di categoria B ha bassa probabilità di collassare, ma può lesionarsi; può considerarsi di media qualità; • una muratura di categoria C ha elevata probabilità di subire lesioni o di andare fuori piano per instabilità, specie se di spessore limitato e se molto caricata, specialmente in corrispondenza di carichi concentrati. Tale categoria di muratura va considerata di scarsa qualità; Per azioni fuori piano: • una muratura di categoria A è in grado di mantenere un comportamento monolitico. Essa ha una probabilità molto bassa di lesionarsi o di collassare per azioni fuori piano se le pareti sono ben collegate fra loro e ai solai ed è da ritenersi di buona qualità; • una muratura di categoria B non è in grado di mantenere un comportamento monolitico ma comunque neanche si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano. Per tale categoria di murature è probabile avere lesioni o spanciamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina; tali murature sono di media qualità; • una muratura di categoria C si disgrega con facilità in caso di sismi severi; in queste situazioni, per essa è molto probabile il collasso, anche in presenza di efficaci collegamenti. Tali murature sono da ritenersi di scarsa qualità; Per azioni nel piano: • una muratura di categoria A ha basse probabilità di lesionarsi; essa può definirsi come una muratura di buona qualità; • una muratura di categoria B, in caso di sisma, ha buone probabilità di lesionarsi, specialmente se le pareti sono sottili o se sono poche rispetto all’area coperta dall’edificio; tuttavia tali lesioni saranno di scarsa entità; tale categoria definisce le murature di media qualità; • una muratura di categoria C ha molte probabilità di lesionarsi nel piano delle pareti e le lesioni che subirà saranno ampie; pertanto nella categoria C rientrano le murature di scarsa qualità.

Per attribuire un giudizio sulla qualità della muratura, come si è detto, occorre valutare in che misura siano rispettati i parametri della regola dell’arte. Solo dopo questa operazione preliminare sarà possibile combinare tra loro giudizi parziali, prevenendo così ad una valutazione sintetica complessiva. Il giudizio può essere di pieno rispetto (R) o di mancato rispetto (NR). Per tenere conto di possibili situazioni intermedie tra il pieno rispetto e l’assoluto non rispetto dei parametri, è stato introdotto un giudizio di parziale rispetto (PR) della regola dell’arte.

Castello di Ascoli Satriano (FG) Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

La “regola dell’arte” è l’insieme di tutti quegli accorgimenti costruttivi che, se eseguiti durante la costruzione di un muro, ne garantiscono il buon comportamento e ne assicurano la compattezza ed il monolitismo. Essa deriva da una pratica costruttiva millenaria e dall’osservazione diretta del comportamento delle murature sia in fase statica che sotto sisma ed è codificata nei manuali di epoca antica e premoderna. Nel seguito si descrivono gli elementi che, tutti insieme, definiscono la regola dell’arte: MA. Malta di buona qualità - efficace contatto fra elementi - zeppe Questo requisito, necessario per trasmettere e ripartire le azioni fra le pietre in maniera uniforme e per portare le forze fino al terreno, si ottiene o per contatto diretto fra elementi squadrati, tramite la malta, oppure, per muri irregolari con malta degradata, grazie a pietre di dimensione minore inserite nei giunti, le cosiddette “zeppe”. La malta oltre che regolarizzare il contatto tra le pietre, se di buona qualità, assicura una certa resistenza di natura coesiva.

P.D. Ingranamento trasversale - presenza di diatoni Questo requisito impedisce la suddivisione della parete in più paramenti semplicemente costruiti l’uno a ridosso dell’altro e, inoltre, permette la distribuzione del carico su tutto lo spessore del muro anche in quei casi in cui c’è un carico gravante sul bordo della parete. Il requisito può essere soddisfatto grazie ai “diatoni”, ossia pietre passanti attraverso tutto lo spessore della parete.

F.EL. Elementi resistenti di forma squadrata La presenza di due facce orizzontali sufficientemente piane assicura la mobilitazione delle forze d’attrito, cui si deve gran parte della capacità di una parete di resistere a sollecitazioni orizzontali ad essa complanari. Infatti l’attrito si mobilita principalmente sotto l’effetto della forza peso della muratura sovrastante la superficie di scorrimento. È intuitivo che l’attrito si massimizza per le superfici di scorrimento ortogonali alla forza peso, dunque per superfici di scorrimento orizzontali.

D.EL. Elementi resistenti di grande dimensione Elementi resistendi di grande dimensione rispetto allo spessore del muro assicurano, come i diatoni, un buon grado di monoliticità della parete.

Inoltre, proprio in virtù della loro grande dimensione, si tratta di elementi di grande peso e spesso ben ingranati fra loro e difficili da muovere.

S.G. Presenza di sfalsamento fra i giunti verticali Tale condizione, insieme alla forma squadrata delle pietre, permette “l’effetto catena” che fornisce una certa resistenza a trazione alla muratura.

Inoltre, anche se le pietre non sono squadrate, se si hanno giunti regolarmente sfalsati si mobilita un’altra grande risorsa resistente delle murature: l’ingranamento fra gli elementi resistenti (anche detto “effetto incastro”).

O.R. Presenza di filari orizzontali Tale requisito induce una buona distribuzione dei carichi verticali in quanto si ottiene un vincolo di appoggio regolare. Ma l’orizzontalità dei filari assume importanza anche in occasione delle azioni sismiche poiché essa consente l’oscillazione attorno a cerniere cilindriche orizzontali senza danneggiare la muratura. Per gli stessi motivi sono importanti anche i ricorsi orizzontali in mattoni che con interasse periodico regolarizzano le murature in pietre e ciottoli.

RE.EL. Buona qualità degli elementi resistenti Questo requisito tende ad evitare tre situazioni: che gli elementi siano intrinsecamente deboli (ad esempio i mattoni di fango che si utilizzano in certe zone del mondo); che essi siano mattoni fortemente forati; che essi siano degradati, ad esempio per umidità o per esposizione alle intemperie.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

La metodologia consiste nell’”estarrre” dalla muratura un singolo pannello di forma parallelepipeda, di dimesioni 100x100 cm, considerandolo isolato dal resto dell’edificio. In tale elemento murario viene alutato il rispetto o meno dei requisiti della regola dell’arte. Dato che la risposta della muratura dipende dal tipo di azione sollecitante, è necessario esaminare separatamente il comportamento per tre diverse categorie di azione: • Carichi verticali. Fra di essi si hanno la forza verticale concentrata (ad esempio quella dovuta ad una trave infilata nella muratura) e la forza verticale distribuita sulla faccia superiore del pannello (ad esempio quella dovuta ad un solaio o ad una parete sovrastante).

• Azioni orizzontali che impegnano il pannello murario nel suo piano medio. Fra di esse si ricordano le azioni sismiche rappresentate da una forza orizzontale complanare al pannello e posta sulla sua sommità. Solitamente tali azioni sono dovute ai terremoti e riescono ad impegnare i pannelli murari in questa direzione solo se la concezione globale dell’edificio è scatolare.

• Azioni che impegnano il pannello murario ortogonalmente al suo piano medio. Si tratta di sollecitazioni dovute a carichi eccentrici (es. il VALUTAZIONE DELL’ IQM momento flettente dovuto a solai eccentrici appoggiati sul bordo della parete) o a spinte di volte, archi, coperture ma, più spesso e più pericolosamente, si tratta di sollecitazioni dovute al sisma. Fra esse si ricordano: una forza orizzontale (concentrata o distribuita) agente in Inserendo i punteggi ottenuti dalle tabelle riportate precedentemente nelle formule riportate qua di seguito, si ottengono i tre IQM indagati. sommità del pannello e ad esso ortogonale; un momento flettente rappresentato da un vettore verticale (responsabile del cosiddetto “effetto arco” o flessione orizzontale della parete); un momento flettente rappresentato da un vettore orizzontale (responsabile della flessione verticale Si distinguono le formule in caso di murature in mattoni pieni (o blocchi equivalenti) e non. Questo perchè, in base ad alcune evidenze sperimentali e osservazioni di danni sismici, nel caso delle murature in mattoni pieni, la resistenza tangenziale media e quella a compressione media del della parete). pannello murario sono fortemente influenzate dalla qualità della malta.

Il risultato finale sarà un valore di IQM variabile tra 0 e 10, distinto in base alla direzione dell’azione sollecitante, a cui vengono associate delle “categorie” di appartenenza della muratura (A, B, C) che forniscono quindi un giudizio sintetico riguardo al comportamento strutturale del pannello. Per murature di pietrame: IQMV=REELVx(ORV+PDV+FELV+SGV+DELV+MAV) IQMFP=REELFPx(ORFP+PDFP+FELFP+SGFP+DELFP+MAFP) PARAMETRI E CRITERI DI GIUDIZIO DELLA REGOLA DELL’ARTE IQMNP=REELNPx(ORNP+PDNP+FELNP+SGNP+DELNP+MANP)

Università Politecnica delle Marche

Tramite l’osservazione della muratura si opererà una valutazione del grado fi rispetto di alcuni parametri della cosidetta “regola dell’arte”, da cui dipenderanno gli indici di qualità muraria per azioni verticali (IQMv), per le azioni orizzontali nel piano (IQMnp) e per azioni orizzontali fuori piano (IQMfp).

Progetto di Restauro Architettonico

Si intedne quindi indagare la qualità della muratura al fine di classificarla in base al suo comportamento in presenza di sollecitazioni. A questo fine si utilizza un parametro, denominato “Indice di Qualità Muraria” (IQM), che viene suddiviso in sottoparametri dipendenti dalla possibile direzione dell’azione sollecitante il generico pannello.

TAV

Indice di Qualità Muraria

16

Ciottolame misto - P1 Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Campione: P.1.2

Muratura di ciottoli legati con malta di calce e sabbia misti a pietrame e scaglie di pietra II paramento esterno è costituito da ciottoli di varia dimensione. I ciottoli sono sistemati a filari orizzontali di differenti altezze, con i letti regolarizzati da frammenti di pietrame e malta grossa.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

N.R.

N.R

P.R.

N.R.

N.R.

CATEGORIA

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

P.R.

N.R

P.R.

N.R.

N.R.

CATEGORIA

Nel Piano

-

145 cm

-

2,10

2,10

1,75

Descrizione

Campione: P.1.3

Muratura di ciottoli legati con malta di calce e sabbia misti a pietrame e scaglie di pietra.

II paramento esterno è costituito da ciottoli di varia dimensione. I ciottoli sono sistemati a filari orizzontali di differenti altezze, con i letti regolarizzati da frammenti di pietrame e malta grossa.

Sfasamento giunti verticali

Materiale

s: 8/15 cm h: 8/15 cm l: 10/30 cm

Ciottoli di fiume spesso di arenaria.

Malta di calce e sabbia.

Linea minimo tracciato

Schemi

Fuori Piano

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

P.R.

N.R

P.R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

C

C

C

-

141 cm

-

2,10

2,10

1,75

Note B

C

C

-

134 cm

-

3,15

2,80

2,45

Analisi IQM

Analisi IQM

C

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

Note Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

C

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Foto Verticali

C

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

F.EL.

Filari orizzontali

Sfasamento giunti verticali

Materiale Linea minimo tracciato

Foto Schemi

MA.

Fuori Piano

Università Politecnica delle Marche

Analisi IQM

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

P.D.

Nel Piano

Note ^2

Muratura di ciottoli legati con malta di calce e sabbia misti a pietrame e scaglie di pietra.

II paramento esterno è costituito da ciottoli di varia dimensione. I ciottoli sono sistemati a filari orizzontali di differenti altezze, con i letti regolarizzati da frammenti di pietrame e malta grossa.

Ciottoli di fiume spesso di arenaria.

Malta di calce e sabbia.

Verticali

Filari orizzontali

Campione: P.1.1

P.D.

Filari orizzontali

Linea minimo tracciato

Schemi Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Parametri meccanici fm med 226,99 E med 1059,23 0 med 4,07 G 423,69

Sfasamento giunti verticali

M.1.2

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “ciottolame misto” è complessivamente scarsa. Infatti rientra nella categoria C in tutti e tre i campioni con riferimento alle azioni nel piano e fuori piano; per quanto riguarda le azioni verticali la muratura risulta di categoria B nel campione P.1.1 e C nei casi P.1.2 e P.1.3. Si tratta quindi di una muratura con elevata probabilità di subire lesioni o di andare fuori piombo per il fenomeno dell’instabilità.

Il risultato è globalmente insoddisfacente poiché in tutti i campioni si riscontra la scarsa qualità della muratura.

Infatti nelle linee guida per la redazione dell’IQM si legge che “una muratura di categoria C si disgrega con facilità in caso di sismi severi; in queste situazioni, per essa è molto probabile il collasso anche in presenza di efficaci collegamenti”.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

s: 8/15 cm h: 8/15 cm l: 10/30 cm

Ciottoli di fiume spesso di arenaria.

Malta di calce e sabbia.

Progetto di Restauro Architettonico

Materiale

Foto

M.1.3

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

M.1.1

TAV

Indice di Qualità Muraria

17

Ciottolame misto - P2 Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Campione: P.2.2

Muratura mista di ciottoli, pietrame e laterizi legati con malta di calce e sabbia.

Gli elementi in laterizio sono posti in opera in maniera disordinata ad eccezione di piani di posa regolari e orizzontali. Per l’abbondare di materiale di risulta questo tipo murario è riscontrabile in opere di trasformazione edilizia o di ricostruzione di edifici danneggiati a causa di terremoti.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

P.R.

P.R

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

P.R.

P.R.

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

B

-

147,50 cm

-

6,50

6,00

5,50

Campione: P.2.3

Muratura mista di ciottoli, pietrame e laterizi legati con malta di calce e sabbia.

Gli elementi in laterizio sono posti in opera in maniera disordinata ad eccezione di piani di posa regolari e orizzontali. Per l’abbondare di materiale di risulta questo tipo murario è riscontrabile in opere di trasformazione edilizia o di ricostruzione di edifici danneggiati a causa di terremoti.

Sfasamento giunti verticali

Schemi

Fuori Piano

s: 8/15 cm h: 8/25 cm l: 10/25 cm

Calcari bianchi e rossi, duri e compatti.

Malta di calce e sabbia.

Linea minimo tracciato

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

P.R.

P.R

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

A

B

-

138 cm

-

6,50

6,00

5,50

Note A

A

B

-

134 cm

-

5,50

5,50

4,50

Analisi IQM

Analisi IQM

A

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Note Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

A

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

MA.

Filari orizzontali

Sfasamento giunti verticali

Materiale Linea minimo tracciato

Foto Schemi P.D.

Fuori Piano

Università Politecnica delle Marche

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi s: 8/15 cm h: 8/25 cm l: 10/25 cm

Nel Piano

Note ^2

Muratura mista di ciottoli, pietrame e laterizi legati con malta di calce e sabbia.

Gli elementi in laterizio sono posti in opera in maniera disordinata ad eccezione di piani di posa regolari e orizzontali. Per l’abbondare di materiale di risulta questo tipo murario è riscontrabile in opere di trasformazione edilizia o di ricostruzione di edifici danneggiati a causa di terremoti.

Calcari bianchi e rossi, duri e compatti.

Malta di calce e sabbia.

Verticali

Filari orizzontali

Campione: P.2.1

MA.

Descrizione

Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Parametri meccanici fm med 501,52 E med 2018,33 0 med 8,38 G 807,33

Analisi IQM

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “ciottolame misto con ricorsi orizzontali discontinui” è complessivamente medio-elevata. Infatti rientra nella categoria A in tutti e tre i campioni per quanto riguarda le azioni verticali e nel piano e di categoria B per le azioni fuori piano.

Il risultato è soddisfacente poiché, come riportato nelle linee guida per la redazione dell’IQM “una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona qualità”, ma ricade complessivamente in categoria B per le azioni fuori piano, quindi “non è generalmente in grado di mantenere un comportamento monolitico ma comunque neanche si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano. Per tale categoria di murature è probabile avere lesioni o spanciamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina”.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

P.D.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Schemi

M.2.2

Progetto di Restauro Architettonico

M.2.1

Filari orizzontali

Linea minimo tracciato

M.2.3

s: 8/15 cm h: 8/25 cm l: 10/25 cm

Calcari bianchi e rossi, duri e compatti.

Malta di calce e sabbia.

Sfasamento giunti verticali

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

TAV

Indice di Qualità Muraria

18

Pietra mista - P3 Muratura di pietra di dimensioni minute, mista a ciottoli naturali o spaccati e pietrame.

Muratura realizzata con pietre di vario tipo (calcari, scaglie, talvolta arenarie) e ciottoli di fiume naturali o spaccati. La tessitura muraria è caotica, non sono rispettati i filari orizzontali, né lo sfalsamento dei giunti verticali; assenti i diatoni.

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi Ciottoli di fiume naturali e spaccati.

Calcari compatti e a frattura concoide. s: 8/12 cm Malta di calce e graniglia di cava, talvolta si h: 10/15 cm trova malta di argilla, ambedue di scadente l: 15/30 cm qualità.

M.3.3

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

P.R.

N.R.

R.

N.R.

N.R.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

P.R.

N.R.

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Nel Piano

Fuori Piano

Metodo punteggi

C

C

C

LMT

-

-

109 cm

IQM

2

1,5

2

Muratura di pietra di dimensioni minute, mista a ciottoli naturali o spaccati e pietrame.

Muratura realizzata con pietre di vario tipo (calcari, scaglie, talvolta arenarie) e ciottoli di fiume naturali o spaccati. La tessitura muraria è caotica, non sono rispettati i filari orizzontali, né lo sfalsamento dei giunti verticali; assenti i diatoni.

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi Ciottoli di fiume naturali e spaccati.

Calcari compatti e a frattura concoide. s: 8/12 cm Malta di calce e graniglia di cava, talvolta si h: 10/15 cm trova malta di argilla, ambedue di scadente l: 15/30 cm qualità.

117 cm

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

N.R.

N.R.

R.

N.R.

N.R.

Filari orizzontali

Linea minimo tracciato

Schemi

Fuori Piano

P.D.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

Metodo punteggi

C

C

C

LMT

-

-

118 cm

IQM

0,5

0,5

1

Note Metodo punteggi

B

C

C

LMT

-

-

121 cm

IQM

3,5

3

3

-

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Descrizione Materiale

Campione: P.3.3

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

MA.

Verticali

Università Politecnica delle Marche

-

119 cm

Sfasamento giunti verticali

P.D.

CATEGORIA

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Analisi IQM

Analisi IQM

R.EL.

Foto

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi Ciottoli di fiume naturali e spaccati.

Calcari compatti e a frattura concoide. s: 8/12 cm Malta di calce e graniglia di cava, talvolta si h: 10/15 cm trova malta di argilla, ambedue di scadente l: 15/30 cm qualità.

124 cm

Schemi

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Note

-

S.G.

Muratura di pietra di dimensioni minute, mista a ciottoli naturali o spaccati e pietrame.

Muratura realizzata con pietre di vario tipo (calcari, scaglie, talvolta arenarie) e ciottoli di fiume naturali o spaccati. La tessitura muraria è caotica, non sono rispettati i filari orizzontali, né lo sfalsamento dei giunti verticali; assenti i diatoni.

Linea minimo tracciato

118 cm

Campione: P.3.1

Filari orizzontali

Foto

Materiale

Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

F.EL.

Sfasamento giunti verticali

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

MA.

Note ^2

Analisi IQM

Parametri meccanici fm med 212,09 E med 998,14 0 med 3,62 G 399,25

P.D.

Filari orizzontali

Schemi

M.3.2

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “ciottolame misto con elementi in pietra di tufo squadrati” è complessivamente scarsa. Infatti rientra nella categoria C in tutti e tre i campioni con riferimento alle azioni nel piano e fuori piano; per quanto riguarda le azioni verticali la muratura risulta di categoria B nel campione P.3.2 e C nei casi P.3.1 e P.3.3. Si tratta quindi di una muratura con elevata probabilità di subire lesioni o di andare fuori piombo per il fenomeno dell’instabilità.

Il risultato è globalmente insoddisfacente poiché in tutti i campioni si riscontra la scarsa qualità della muratura.

Infatti nelle linee guida per la redazione dell’IQM si legge che “una muratura di categoria C si disgrega con facilità in caso di sismi severi; in queste situazioni, per essa è molto probabile il collasso anche in presenza di efficaci collegamenti”.

Sfasamento giunti verticali

111 cm Linea minimo tracciato

107 cm

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Foto

Materiale

M.3.1

Campione: P.3.2

Progetto di Restauro Architettonico

Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

TAV

Indice di Qualità Muraria

19

Pietra squadrata tufo - P4 Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Campione: P.4.2

Muratura di blocchi di pietra quasi perfettamente squadrata.

I paramenti sono costituiti da conci lavorati di pietra calcarea bianca e talvolta arenaria.

La tessitura muraria regolare presenta corsi orizzontali di altezze diverse ed un buon sfalsamento dei giunti verticali.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

N.R

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R.

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

B

-

132,50 cm

-

7,50

5,50

5,50

Campione: P.4.3

Muratura di blocchi di pietra quasi perfettamente squadrata.

I paramenti sono costituiti da conci lavorati di pietra calcarea bianca e talvolta arenaria.

La tessitura muraria regolare presenta corsi orizzontali di altezze diverse ed un buon sfalsamento dei giunti verticali.

Sfasamento giunti verticali

Schemi

Fuori Piano

s: 15/30 cm h: 15/20 cm l: 15/35 cm

Calcare bianco, tufo e arenaria.

Malta di calce e sabbia.

Linea minimo tracciato

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

A

B

-

134,50 cm

-

8,00

6,50

6,00

Note A

A

B

-

133 cm

-

8,00

6,50

6,00

Analisi IQM

Analisi IQM

A

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Note Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

A

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

MA.

Filari orizzontali

Sfasamento giunti verticali

Materiale Linea minimo tracciato

Foto Schemi P.D.

Fuori Piano

Università Politecnica delle Marche

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi s: 15/30 cm h: 15/20 cm l: 15/35 cm

Nel Piano

Note ^2

Muratura di blocchi di pietra quasi perfettamente squadrata.

I paramenti sono costituiti da conci lavorati di pietra calcarea bianca e talvolta arenaria.

La tessitura muraria regolare presenta corsi orizzontali di altezze diverse ed un buon sfalsamento dei giunti verticali.

Calcare bianco, tufo e arenaria.

Malta di calce e sabbia.

Verticali

Filari orizzontali

Campione: P.4.1

MA.

Descrizione

Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Parametri meccanici fm med 713,22 E med 2688,96 0 med 9,01 G 1075,58

Analisi IQM

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “blocchi di pietra di tufo squadrati” è complessivamente medio-elevata. Infatti rientra nella categoria A in tutti e tre i campioni per quanto riguarda le azioni verticali e nel piano e di categoria B per le azioni fuori piano.

Il risultato è soddisfacente poiché, come riportato nelle linee guida per la redazione dell’IQM “una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona qualità”, ma ricade complessivamente in categoria B per le azioni fuori piano, quindi “non è generalmente in grado di mantenere un comportamento monolitico ma comunque neanche si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano. Per tale categoria di murature è probabile avere lesioni o spanciamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina”.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

P.D.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Schemi

M.4.2

Progetto di Restauro Architettonico

Linea minimo tracciato

M.4.3

s: 15/30 cm h: 15/20 cm l: 15/35 cm

Calcare bianco, tufo e arenaria.

Malta di calce e sabbia.

Filari orizzontali

Foto

M.4.1

Sfasamento giunti verticali

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

TAV

Indice di Qualità Muraria

20

Pietra da cantoni - P5 Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Campione: P.5.2

Muratura con paramento di pietra da cantoni perfettsmente squadrata.

Il paramento esterno è costituito da conci di pietra lavorati: si tratta della pietra bianca da cantoni e talvolta arenaria. Gli elementi sono posti in opera a filari regoalri di alteze non molto diverse.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R.

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

A

B

-

148 cm

-

8,00

6,50

6,00

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Muratura con paramento di pietra da cantoni perfettsmente squadrata.

Il paramento esterno è costituito da conci di pietra lavorati: si tratta della pietra bianca da cantoni e talvolta arenaria. Gli elementi sono posti in opera a filari regoalri di alteze non molto diverse.

Descrizione

Campione: P.5.3

Muratura con paramento di pietra da cantoni perfettsmente squadrata.

Il paramento esterno è costituito da conci di pietra lavorati: si tratta della pietra bianca da cantoni e talvolta arenaria. Gli elementi sono posti in opera a filari regoalri di alteze non molto diverse.

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R.

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Sfasamento giunti verticali

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R

R.

R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

A

B

-

151 cm

-

8,00

6,50

6,00

Note A

A

B

-

154 cm

-

8,00

6,50

6,00

Analisi IQM

Analisi IQM

s: 15/45 cm h: 15/20 cm l: 15/40 cm

Calcari bianchi, duri e compatti.

Malta di calce e sabbia.

Linea minimo tracciato

Foto Fuori Piano

Note Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

Schemi

Filari orizzontali

Sfasamento giunti verticali

Schemi

s: 15/45 cm h: 15/20 cm l: 15/40 cm

Calcari bianchi, duri e compatti.

Malta di calce e sabbia.

Linea minimo tracciato

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

Filari orizzontali

Descrizione

Campione: P.5.1

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non rispettato.

IQM

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Note ^2

* Come la “Pietra Leccese”, la pietra da Cantoni è una delle pietre da costruzione mioceniche più pregiate, reperibili sul territorio italiano. E’ formata da strati marini calcarei e marnosi, che sono stati datati al Burdigaliano-Langhiano sulla base dei microfossili in essi contenuti.

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Castello di Ascoli Satriano (FG)

F.EL.

Progetto di Restauro Architettonico

MA.

Università Politecnica delle Marche

Parametri meccanici fm med 738,13 E med 2765,60 0 med 9,61 G 1106,24

Analisi IQM

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “blocchi di pietra da cantoni perfettamente squadrati” * è complessivamente medio-elevata. Infatti rientra nella categoria A in tutti e tre i campioni per quanto riguarda le azioni verticali e nel piano e di categoria B per le azioni fuori piano.

Il risultato è soddisfacente poiché, come riportato nelle linee guida per la redazione dell’IQM “una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona qualità”, ma ricade complessivamente in categoria B per le azioni fuori piano, quindi “non è generalmente in grado di mantenere un comportamento monolitico ma comunque neanche si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano. Per tale categoria di murature è probabile avere lesioni o spanciamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina”.

P.D.

Filari orizzontali

Schemi

M.5.3 M.5.2

Sfasamento giunti verticali

M.5.1

s: 15/45 cm h: 15/20 cm l: 15/40 cm

Calcari bianchi, duri e compatti.

Malta di calce e sabbia.

Linea minimo tracciato

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

TAV

Indice di Qualità Muraria

21

Ciottolame con ricorsi - P6

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

P.R.

P.R

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Filari orizzontali Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

B

C

-

-

125 cm

5,5

3,5

3,5

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Campione: P.6.3

Muratura di pietra di dimensioni varie, mista a ciottoli naturali o spaccati e pietrame.

Muratura realizzata con pietre di vario tipo (calcari, scaglie, talvolta arenarie) e ciottoli di fiume naturali o spaccati. Gli elementi presentano forme molto irregolari (scaglie di pietra) e dimensioni medie. La tessitura muraria è caotica con ricorsi orizzontali in mattoni pieni posti fi faccia ogni metro circa.

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi Ciottoli di fiume naturali e spaccati.

Calcari compatti di colori vari. s: 8/12 cm Laterizi (mattoni) di argilla cotta. h: 8/15 cm Malta di calce e graniglia di cava o di argilla l: 15/30 cm ambedue di scadente qualità.

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

R.

R.

P.R

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Filari orizzontali

Linea minimo tracciato

Sfasamento giunti verticali

122 cm

Schemi

Fuori Piano

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

B

C

-

-

120 cm

7

6,5

5

Note A

A

B

-

-

119 cm

7

6,5

5

Castello di Ascoli Satriano (FG)

R.

Progetto di Restauro Architettonico

Descrizione N.R.

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Analisi IQM

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Analisi IQM

Analisi IQM

D.EL

Note ^2

Note Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

OR.

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

F.EL.

R.EL.

Università Politecnica delle Marche

MA.

Filari orizzontali

Schemi P.D.

S.G.

118 cm

Sfasamento giunti verticali

120 cm

F.EL.

Descrizione

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi Ciottoli di fiume naturali e spaccati.

Calcari compatti di colori vari. s: 8/12 cm Laterizi (mattoni) di argilla cotta. h: 8/15 cm Malta di calce e graniglia di cava o di argilla l: 15/30 cm ambedue di scadente qualità.

MA.

Materiale

Descrizione

Muratura di pietra di dimensioni varie, mista a ciottoli naturali o spaccati e pietrame.

Muratura realizzata con pietre di vario tipo (calcari, scaglie, talvolta arenarie) e ciottoli di fiume naturali o spaccati. Gli elementi presentano forme molto irregolari (scaglie di pietra) e dimensioni medie. La tessitura muraria è caotica con ricorsi orizzontali in mattoni pieni posti fi faccia ogni metro circa.

Linea minimo tracciato

118 cm

Campione: P.6.1

Materiale

Foto

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Parametri meccanici fm med 541,77 E med 2147,19 0 med 8,13 G 858,88

P.D.

Foto

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “ciottolame misto con ricorsi orizzontali in mattoni” è complessivamente media. Rientra nella categoria A in tutti e tre i campioni per quanto riguarda le azioni verticali; per le azioni nel piano la muratura ricade in categoria B per i campioni P.6.1 e P.6.3, in categoria B per il campione P.6.2; in riferimento alle azioni fuori piano, la muratura ricade in categoria C per i campioni P.6.1 e P.6.3 e in categoria B per P.6.2.

Il risultato è abbastanza soddisfacente poiché, come riportato nelle linee guida per la redazione dell’IQM “una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona qualità”, ma ricade in categoria B per le azioni nel piano, quindi in caso di sisma potrebbe lesionarsi lievemente, senza danni gravi.

Per le azioni fuori piano, la muratura ricade globalmente in categoria C, quindi come si legge nelle linee guida per la redazione dell’IQM “si disgrega con facilità in caso di sismi severi; in queste situazioni, per essa è molto probabile il collasso anche in presenza di efficaci collegamenti”, tuttavia questa debolezza è colmata dalla buona efficacia delle azioni verticali e nel piano, dall’importante spessore della muratura e dai ricordi orizzontali.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

Sfasamento giunti verticali

Schemi

M.6.2

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi Ciottoli di fiume naturali e spaccati.

Calcari compatti di colori vari. s: 8/12 cm Laterizi (mattoni) di argilla cotta. h: 8/15 cm Malta di calce e graniglia di cava o di argilla l: 15/30 cm ambedue di scadente qualità.

127 cm

M.6.3

M.6.1

Muratura di pietra di dimensioni varie, mista a ciottoli naturali o spaccati e pietrame.

Muratura realizzata con pietre di vario tipo (calcari, scaglie, talvolta arenarie) e ciottoli di fiume naturali o spaccati. Gli elementi presentano forme molto irregolari (scaglie di pietra) e dimensioni medie. La tessitura muraria è caotica con ricorsi orizzontali in mattoni pieni posti fi faccia ogni metro circa.

Linea minimo tracciato

123 cm

Campione: P.6.2

Materiale

Foto

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

TAV

Indice di Qualità Muraria

22

Muratura ONE C-C di mattoni - M7 Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Schemi

1,58

0,00 -1,10

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

R.

P.R.

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

B

B

-

-

152 cm

5,5

5

4,5

Note

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

11,03

10,80

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

5,34 Muratura di mattoni con elementi disposti ortogonalmente al piano della muratura.

5,23 Muratura realizzata con mattoni perfettamente squadrati disposti tutti con la dimensione maggiore ortogonalmente al piano della muratura stessa, tessitura muraria che rispetta l’orizzontalità dei filari, ma presenta un parziale sfalsamento dei giunti verticali.

Descrizione

Descrizione

5,43

Campione: M.7.1

Campione: M.7.3

Muratura di mattoni con elementi disposti ortogonalmente al piano della muratura.

Muratura realizzata con mattoni perfettamente squadrati disposti tutti con la dimensione maggiore ortogonalmente al piano della muratura stessa, tessitura muraria che rispetta l’orizzontalità dei filari, ma presenta un parziale sfalsamento dei giunti verticali.

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

R.

P.R.

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Laterizi mattoni di argilla cotta, di forma regolare.

Realizzata con malta di discereta qualità.

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

Linea minimo tracciato

Sfasamento giunti verticali

160 cm 150 cm

s: 10/13 cm h: 5/6 cm l: 24/32 cm

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

R.

P.R

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Filari orizzontali

Foto

-0,57

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

B

B

-

-

155 cm

5,5

5

4,5

Note A

B

B

-

-

133 cm

5,5

5

4,5

Analisi IQM

Note Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

Schemi

Schemi

s: 10/13 cm h: 5/6 cm l: 24/32 cm

Sfasamento giunti verticali

128 cm Linea minimo tracciato

138 cm

10m

Analisi IQM

5

Laterizi mattoni di argilla cotta, di forma 0,00 regolare.

Realizzata con malta di discereta qualità.

Filari orizzontali

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

^2

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

ONE D-D

Parametri meccanici fm med 432,84 E med 1791,87 0 med 7,05 G 716,75

P.D.

Università Politecnica delle Marche

Dalla valutazione delle tre porzioni di muratura è generalmente emerso che la qualità muraria dell’apparecchiatura di tipologia “blocchi di pietra di tufo squadrati” è complessivamente media. Rientra nella categoria A in tutti e tre i campioni per quanto riguarda le azioni verticali e in categoria B per le azioni nel piano e fuori piano.

Il risultato è soddisfacente poiché, come riportato nelle linee guida per la redazione dell’IQM “una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni e può essere considerata di buona qualità”, ma ricade complessivamente in categoria B per le azioni nel piano e fuori piano, quindi “non è generalmente in grado di mantenere un comportamento monolitico ma comunque neanche si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano.

Per tale categoria di murature è probabile avere lesioni o spanciamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina”; in linea generale la muratura può lesionarsi lievemente in caso di sismi importanti ma comunque non subisce gravi danni.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

Analisi IQM

0,22

Sfasamento giunti verticali

1,85

144 cm Linea minimo tracciato

160 cm

s: 10/13 cm h: 5/6 cm l: 24/32 cm Progetto di Restauro Architettonico

Materiale

Foto

9,62

Laterizi mattoni di argilla cotta, di forma regolare.

Realizzata con malta di discereta qualità.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

M.7.3 M.7.2

10,41

Muratura di mattoni con elementi disposti ortogonalmente al piano della muratura.

Muratura realizzata con mattoni perfettamente squadrati disposti tutti con la dimensione maggiore ortogonalmente al piano della muratura stessa, tessitura muraria che rispetta l’orizzontalità dei filari, ma presenta un parziale sfalsamento dei giunti verticali.

Filari orizzontali

M.7.1

Campione: M.7.2

TAV

Indice di Qualità Muraria

23

Muratura TO SUD di mattoni - M8 Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

Campione: M.8.1

Muratura in mattoni pieni con elementi piatti disposti di fascia di lunghezza varia.

Muratura realizzata con mattoni perfettamente squadrati con tessitura muraria che rispetta l’orizzontalità dei filari, ma presenta un parziale sfalsamento dei giunti verticali.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

N.R.

P.R.

R.

P.R.

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

A

B

B

-

-

158 cm

6

5

4,5

Attraverso un rilievo di tipo geometrico non è stato Metodo punteggi possibile riscontrare la presenza di diatoni, si è quindi LMT proceduto a classificare il corrispondente parametro come Non Rispettato.

IQM

Descrizione

Scheda di valutazione della qualità muraria (IQM)

PROSPETTO OVEST

Campione: M.9.1

Muratura in laterizi (mattoni) con disposizione alternata.

Muratura realizzata con mattoni di forma regolare; tessitura muraria con alternanza di “ortostati” e “diatoni” e sfalsamento abbastanza evidente dei giunti verticali.

Laterizi mattoni di argilla cotta, di forma regolare.

Realizzata con malta di buona qualità.

Linea minimo tracciato

Schemi 5

10m

Per la muratura di tipo “mattoni pieni (laterizi) con disposizione alternata” non è stato possibile definire tre campioni a causa della scarsa qualità delle immagini che risultano ritoccate con software di elaborazione grafica (Photoshop). Inoltre dalla documentazione fotografica in dotazione e dall’analisi storica eseguita sul manufatto questa tipologia di apparecchiatura risulta essere riconducibile ad interventi recenti, quindi potenzialmente fatti “a regola d’arte” secondo le nuove direttive. L’introduzione è doverosa dal momento che, disponendo di un solo campione la valutazione della muratura potrebbe non rappresentare a pieno la situazione reale.

L’apparecchiatura muraria ricade complessivamente in categoria A e quindi risulta essere di buona qualità, infatti nelle linee guida per la redazione dell’IQM si legge che “una muratura di categoria A difficilmente subisce lesioni ed è in grado di mantenere un comportamento monolitico. Essa ha una probabilità molto bassa di lesionarsi o di collassare per azioni fuori piano se le pareti sono ben collegate fra loro e ai solai”.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

Parametri meccanici fm med 738,13 E med 2765,60 0 med 9,61 G 1106,24

P.D.

MA.

F.EL.

S.G.

R.EL.

OR.

D.EL

P.R.

R.

R.

P.R.

R.

P.R.

P.R.

CATEGORIA

Verticali

Nel Piano

Fuori Piano

Metodo punteggi

A

A

A

LMT

-

-

195 cm

IQM

8

6

7

Note ^2

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Analisi IQM

0 1 2

Sfasamento giunti verticali

193 cm 197 cm M.9.1

s: 10/13 cm h: 5/6 cm l: 24/32 cm

Filari orizzontali

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

N/cm ^ N/mm 2 ^ N/cm 2 ^ N/mm 2

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Note ^2

Muratura di mattoni - M9

10m

Castello di Ascoli Satriano (FG)

MA.

Università Politecnica delle Marche

TO OVEST

Parametri meccanici fm med 481,60 E med 1954,35 0 med 7,05 G 781,74

Analisi IQM

sembra essere stata utilizzata unicamente come materiale per operazioni di “scuci-cuci” o per la chiusura di vecchie aperture. L’introduzione è doverosa dal momento che, disponendo di un solo campione, la valutazione della muratura potrebbe non rappresentare a pieno la situazione reale.

Dal momento che la muratura ricade in categoria A per le azioni verticali e in categoria B per le azioni nel piano e fuori piano può essere considerata globalmente di media qualità. Infatti nelle linee guida per la redazione dell’IQM si legge che “non è generalmente in grado di mantenere un comportamento monolitico ma comunque neanche si disgrega se sottoposta ad azioni orizzontali fuori piano. Per tale categoria di murature è probabile avere lesioni o spanciamenti in caso di sisma, ma è difficile che esse collassino se sono ben collegate agli orizzontamenti ed ai muri di spina”.

Si riportano di seguito le schede di IQM relative ai singoli campioni con conseguente calcolo dei parametri meccanici.

P.D.

Progetto di Restauro Architettonico

Schemi Per la muratura di tipo “mattoni piatti e perfettamente squadrati” non è stato possibile definire tre campioni a

causa della scarsaSUD diffusione della stessa. Inoltre, dalla documentazione fotografica in dotazione, questa tipologia PROSPETTO

s: 10/13 cm h: 3/4 cm l: 20/40 cm

Sfasamento giunti verticali

152 cm Linea minimo tracciato

164 cm

Laterizi mattoni di argilla cotta, di forma schiacciata.

Realizzata con malta di discereta qualità.

Filari orizzontali

Foto

Materiale

Dimensioni e forme ricorrenti dei blocchi

DISGREGAZIONE DEL LEGANTE

Cause

Decoesione caratterizzata del legande della muratura sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DP.002

•

Cause

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO •

DISGREGAZIONE

Cause

DP.004

•

PRESENZA DI VEGETAZIONE •

DI.002

IP.003

DI.003

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

DI.004

II.001

Interventi

Cause

II.002

Interventi

•

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

IP.004

Cause Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

•

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

Interventi

Cause Erosione chimica dovuta all’infiltrazione di acqua; • Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche.

•

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

IP.002

Interventi

Cause

Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

ESFOLIAZIONE Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli tra loro (sfoglie).

Interventi

Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DI.001

IP.001

Interventi

Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

DP.003

Interventi

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

II.003

Interventi

Cause

II.004 II.005 II.006 II.007 II.002

DP.005

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

DP.006

Interventi

Cause •

COLATURA

Umidità di risalita capillare.

• •

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IP.005

Cause

Interventi

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

II.008

•

II.005

Interventi

Cause

Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

DI.005

Percolazione acqua piovana.

Scarsa efficienza dell’impianto di smaltimento delle acque meteroriche

DM.001

IP.006

PRESENZA DI VEGETAZIONE Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

IP.007 IP.008 IP.009

Interventi

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri, o piante superiori).

•

IM.001

IP.002

DEPOSITO SUPERFICIALE

Cause

Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DP.008

OSPETTO EST

•

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

DM.002

IP.002

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

ALVEOLIZZAZIONE •

Interventi

Cause •

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

IM.002

Interventi

Cause

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si dice “a cariatura”.

Presenza di sali.

DM.003

IP.010

MURATURA

DP.007

Castello di Ascoli Satriano (FG)

DP.001

Progetto di Restauro Architettonico

10m

24

CARTA DEL DEGRADO

INTONACO

5

PROSPETTO SUD

PIETRA

COLAUTRA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Cause

Interventi IM.004 IM.005 IM.006 IM.007

DP.010

MACCHIA Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).

DP.011

DP.012

Cause •

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

ROSPETTO EST

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

ALTERAZIONE CROMATICA

Cause

Interventi

IP.001

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

• •

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

IM.008

Interventi

Presenza di materiale estraneo al substrato (microrganismi, sostanze organiche, acqua).

Cause

DM.005

IP.002

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Inquinamenti atmosferici; • Radiazioni solari.

•

Cause

IM.009

•

DISTACCO Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi.

Il termine si usa in particolare per gli intonaci ed i mosaici.

Interventi

Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

Interventi

Cause Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

IM.010

IP.012 DS.001

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IM.003 DM.004

IP.011

•

Interventi

Cause Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali; • Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; • Sollecitazioni sismiche.

•

II.004

IP.011 IP.001

DS.002

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DS.003

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Interventi

Cause Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

•

Cause •

II.004

Interventi

Percolazione acqua piovana.

IS.003 IS.004

STUCCHI

IS.005 IS.006

DS.004

DEPOSITO SUPERFICIALE Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DS.005

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DS.006

Cause •

•

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

Cause •

IS.007

Interventi

Cause •

PATINA Alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale.

Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

II.004

Interventi

Modificazione naturale della superficie.

IS.007

0 1 2

5

10m

IS.001

Riadesione di parti distaccate con microiniezioni di resine acriliche o betoncini di malta idraulica e resina

Sifonamento atmosferico

IS.002

Impregnazione con silicato di etile

IM.003

Sabbiatura a secco

IS.003

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IM.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IS.004

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IM.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IS.005

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IM.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IS.006

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IS.007

Impacchi assorbenti

IM.008

Intervento conservativo

IS.008

Intervento conservativo

Stilatura dei giunti con malta di calce

II.001

Impregnazione con silicato di etile

IM.001

IP.002

Sabbiatura a secco

II.002

Sabbiatura a secco

IM.002

IP.003

Impregnazione con silicato di etile

II.003

Sifonamento atmosferico

IP.004

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

II.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

II.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

IP.005

Sifonamento atmosferico

IP.006

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IP.007

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IP.008

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

II.008

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.009

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.009

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.010

Risarcimento delle alveolizzazioni

IM.010

Stilatura dei giunti con malta di calce

IP.011

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.012

Intervento conservativo

STUCCHI

IP.001

MURATURA

PIETRA

10m

Prospetto EST

IPOTESI DI INTERVENTO

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Cause •

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA

Università Politecnica delle Marche

DP.009

INTONACO

Prospetto NORD

OSPETTO NORD 0 1 2

TAV

Carta del Degrado

TAV

Carta del Degrado

25

CARTA DEL DEGRADO

DP.001

DISGREGAZIONE DEL LEGANTE

Cause

Decoesione caratterizzata del legande della muratura sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DP.002

•

Cause

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO

DP.003

•

DISGREGAZIONE

Cause

DP.004

•

PRESENZA DI VEGETAZIONE •

DI.002

IP.003

DI.003

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

DI.004

II.001

Interventi

Cause

II.002

Interventi

•

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

IP.004

Cause Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

•

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

Interventi

Cause Erosione chimica dovuta all’infiltrazione di acqua; • Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche.

•

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

IP.002

Interventi

Cause

Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

ESFOLIAZIONE Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli tra loro (sfoglie).

Interventi

Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DI.001

IP.001

Interventi

Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

PROSPETTO EST

Interventi

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

II.003

Interventi

Cause

II.004 II.005 II.006 II.007 II.002

DP.005

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

DP.006

SEZIONE C-C

Interventi

Cause •

COLATURA

Umidità di risalita capillare.

• •

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IP.005

Percolazione acqua piovana.

Scarsa efficienza dell’impianto di smaltimento delle acque meteroriche

DM.001

IP.006

IP.009

Interventi

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

II.008

•

II.005

Interventi

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri, o piante superiori).

•

IM.001

IP.002 DP.007

DEPOSITO SUPERFICIALE

Cause

Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DP.008

•

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

DM.002

IP.002

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

ALVEOLIZZAZIONE •

Interventi

Cause •

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

IM.002

Interventi

Cause

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si dice “a cariatura”.

Presenza di sali.

DM.003

IP.010

MURATURA

PIETRA

Cause

PRESENZA DI VEGETAZIONE Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

IP.007 IP.008

0 1

PATINA BIOLOGICA

Interventi

Cause

Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

DI.005

Castello di Ascoli Satriano (FG)

10m

Progetto di Restauro Architettonico

5

INTONACO

Prospetto SUD

0 1 2

COLAUTRA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Cause

Interventi IM.004 IM.005 IM.006 IM.007

DP.010

MACCHIA Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).

DP.011

PROSPETTO OVEST

Cause •

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DP.012

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

ALTERAZIONE CROMATICA

Cause

Interventi

IP.001

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

• •

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

IM.008

Interventi

Presenza di materiale estraneo al substrato (microrganismi, sostanze organiche, acqua).

Cause

DM.005

IP.002

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Inquinamenti atmosferici; • Radiazioni solari.

•

Cause

IM.009

•

DISTACCO Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi.

Il termine si usa in particolare per gli intonaci ed i mosaici.

Interventi

Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

Interventi

Cause Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

IM.010

IP.012 DS.001

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IM.003 DM.004

IP.011

•

Interventi

Cause Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali; • Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; • Sollecitazioni sismiche.

•

II.004

IP.011 IP.001

DS.002

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DS.003

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Interventi

Cause Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

•

Cause •

II.004

Interventi

Percolazione acqua piovana.

IS.003 IS.004

STUCCHI

IS.005 IS.006

DS.004

DEPOSITO SUPERFICIALE Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DS.005

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DS.006

0 1 2

5

10m

•

Interventi

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

Cause •

IS.007

II.004

Interventi

Modificazione naturale della superficie.

IS.007

IPOTESI DI INTERVENTO IS.001

Riadesione di parti distaccate con microiniezioni di resine acriliche o betoncini di malta idraulica e resina

Sifonamento atmosferico

IS.002

Impregnazione con silicato di etile

IM.003

Sabbiatura a secco

IS.003

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IM.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IS.004

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IM.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IS.005

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IM.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IS.006

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IS.007

Impacchi assorbenti

IM.008

Intervento conservativo

IS.008

Intervento conservativo

II.001

Impregnazione con silicato di etile

IM.001

Sabbiatura a secco

II.002

Sabbiatura a secco

IM.002

IP.003

Impregnazione con silicato di etile

II.003

Sifonamento atmosferico

IP.004

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

II.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

II.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

IP.005

Sifonamento atmosferico

IP.006

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IP.007

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IP.008

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

II.008

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.009

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.009

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.010

Risarcimento delle alveolizzazioni

IM.010

Stilatura dei giunti con malta di calce

IP.011

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.012

Intervento conservativo

STUCCHI

Stilatura dei giunti con malta di calce

IP.002

INTONACO

IP.001

MURATURA

PIETRA

10m

Prospetto OVEST

5

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

Cause •

PATINA Alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale.

Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

2

Cause •

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Cause •

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA

Università Politecnica delle Marche

DP.009

TAV

Carta del Degrado

26

CARTA DEL DEGRADO

Cause

Sezione A-A

Decoesione caratterizzata del legande della muratura sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DP.002

•

Cause

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO •

DISGREGAZIONE

Cause

DP.004

•

PRESENZA DI VEGETAZIONE •

DI.002

IP.003

DI.003

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

DI.004

II.001

Interventi

Cause

II.002

Interventi

•

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

IP.004

Cause Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

•

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

Interventi

Cause Erosione chimica dovuta all’infiltrazione di acqua; • Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche.

•

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

IP.002

Interventi

Cause

Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

ESFOLIAZIONE Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli tra loro (sfoglie).

Interventi

Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DI.001

IP.001

Interventi

Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

DP.003

Interventi

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

II.003

Interventi

Cause

II.004 II.005 II.006 II.007 II.002

DP.005

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

DP.006

Interventi

Cause •

COLATURA

Umidità di risalita capillare.

• •

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IP.005

Percolazione acqua piovana.

Scarsa efficienza dell’impianto di smaltimento delle acque meteroriche

DM.001

IP.006

Cause

Interventi

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

II.008

•

PRESENZA DI VEGETAZIONE Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

IP.007 IP.008

PIETRA

PATINA BIOLOGICA

II.005

Interventi

Cause

Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

DI.005

IP.009

Interventi

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri, o piante superiori).

•

IM.001

IP.002 DP.007

DEPOSITO SUPERFICIALE

Cause

Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DP.008

•

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

DM.002

IP.002

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

ALVEOLIZZAZIONE •

Interventi

Cause •

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

IM.002

Interventi

Cause

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si dice “a cariatura”.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

DISGREGAZIONE DEL LEGANTE

Progetto di Restauro Architettonico

DP.001

INTONACO

10m

Presenza di sali.

DM.003

IP.010

MURATURA

COLAUTRA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Cause

Interventi IM.004 IM.005 IM.006 IM.007

DP.010

MACCHIA Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).

DP.011

Cause •

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DP.012

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

ALTERAZIONE CROMATICA

Cause

Interventi

IP.001

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

• •

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

IM.008

Interventi

Presenza di materiale estraneo al substrato (microrganismi, sostanze organiche, acqua).

Cause

DM.005

IP.002

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Inquinamenti atmosferici; • Radiazioni solari.

•

Cause

IM.009

•

DISTACCO Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi.

Il termine si usa in particolare per gli intonaci ed i mosaici.

Interventi

Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

Interventi

Cause Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

IM.010

IP.012 DS.001

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IM.003 DM.004

IP.011

•

Interventi

Cause Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali; • Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; • Sollecitazioni sismiche.

•

II.004

IP.011 IP.001

DS.002

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DS.003

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Interventi

Cause Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

•

Cause •

II.004

Interventi

Percolazione acqua piovana.

IS.003 IS.004

STUCCHI

IS.005 IS.006

DS.004

DEPOSITO SUPERFICIALE Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DS.005

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DS.006

Cause •

•

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

Cause •

IS.007

Interventi

Cause •

PATINA Alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale.

Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

II.004

Interventi

Modificazione naturale della superficie.

IS.007

0 1 2

5

10m

PIETRA

IS.001

Riadesione di parti distaccate con microiniezioni di resine acriliche o betoncini di malta idraulica e resina

Sifonamento atmosferico

IS.002

Impregnazione con silicato di etile

IM.003

Sabbiatura a secco

IS.003

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IM.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IS.004

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IM.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IS.005

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IM.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IS.006

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IS.007

Impacchi assorbenti

IM.008

Intervento conservativo

IS.008

Intervento conservativo

IP.001

Stilatura dei giunti con malta di calce

II.001

Impregnazione con silicato di etile

IM.001

IP.002

Sabbiatura a secco

II.002

Sabbiatura a secco

IM.002

IP.003

Impregnazione con silicato di etile

II.003

Sifonamento atmosferico

IP.004

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

II.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

II.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

INTONACO

Sezione B-B

IPOTESI DI INTERVENTO Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

IP.005

Sifonamento atmosferico

IP.006

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IP.007

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IP.008

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

II.008

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.009

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.009

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.010

Risarcimento delle alveolizzazioni

IM.010

Stilatura dei giunti con malta di calce

IP.011

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.012

Intervento conservativo

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Cause •

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA

Università Politecnica delle Marche

DP.009

STUCCHI

5

MURATURA

0 1 2

SEZIONE C-C DP.001

DISGREGAZIONE DEL LEGANTE

Cause

Sezione C-C

Decoesione caratterizzata del legande della muratura sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DP.002

•

Cause

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO •

DISGREGAZIONE

Cause •

9,62 DP.004

PRESENZA DI VEGETAZIONE •

DI.002

IP.003

DI.003

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

DI.004

II.001

Interventi

Cause

II.002

Interventi

•

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

IP.004

Cause Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

•

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

Interventi

Cause Erosione chimica dovuta all’infiltrazione di acqua; • Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche.

•

DEGRADO ANTROPICO E VANDALICO Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

IP.002

Interventi

Cause

Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

ESFOLIAZIONE Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli tra loro (sfoglie).

Interventi

Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DI.001

IP.001

Interventi

Interventi di restauro con applicazione di boiacche in facciata e iniezioni di boiacca per rinforzo murature; • Vandalismo.

Degrado di superfici a causa di interventi di restauro ed apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.

DP.003

Interventi

Sollecitazione meccaniche indotte da azioni sismiche.

II.003

Interventi

Cause

II.004 II.005 II.006 II.007 II.002

DP.005

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

DP.006

0,22

0,00

Interventi

Cause •

COLATURA

Umidità di risalita capillare.

• •

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IP.005

Percolazione acqua piovana.

Scarsa efficienza dell’impianto di smaltimento delle acque meteroriche

DM.001

IP.006

SEZIONE D-D

VEST

10m

Interventi

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

II.008

•

II.005

Interventi

Cause Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri, o piante superiori).

•

IM.001

IP.002 DP.007

DEPOSITO SUPERFICIALE

Cause

DP.008

•

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

DM.002

IP.002

FRONTE DI RISALITA Limite di mitigazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. È generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.

ALVEOLIZZAZIONE •

Interventi

Cause •

Umidità di risalita capillare.

•

Percolazione acqua piovana.

IM.002

Interventi

Cause

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si dice “a cariatura”.

Presenza di sali.

DM.003

IP.010

MURATURA

PIETRA

IP.009

Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

5

Cause

PRESENZA DI VEGETAZIONE Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

IP.007 IP.008

0 1 2

PATINA BIOLOGICA

Interventi

Cause

Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

DI.005

COLAUTRA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Cause

Interventi IM.004 IM.005 IM.006 IM.007

1,58

0,00

DP.010

-1,10

MACCHIA Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).

DP.011

DP.012

Cause •

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

SEZIONE D-D

Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

ALTERAZIONE CROMATICA

Cause

Interventi

IP.001

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

• •

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

IM.008

Interventi

Presenza di materiale estraneo al substrato (microrganismi, sostanze organiche, acqua).

Cause

DM.005

IP.002

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Inquinamenti atmosferici; • Radiazioni solari.

•

Cause

IM.009

•

DISTACCO Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi.

Il termine si usa in particolare per gli intonaci ed i mosaici.

Interventi

Accumuli di umidità; • Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

Interventi

Cause Accumuli di umidità; Attacchi da parte di organismi autotrofi (alghe, batteri o piante superiori); • Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità o ruvidità).

•

IM.010

IP.012 DS.001

PATINA BIOLOGICA Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

IM.003 DM.004

IP.011

•

Interventi

Cause Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali; • Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; • Sollecitazioni sismiche.

•

II.004

IP.011 IP.001

DS.002

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

DS.003

COLATURA Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano ad andamento parallelo.

Interventi

Cause Sollecitazioni meccaniche indotte da azioni sismiche; • Reazione tra materiali edilizi e atmosfera: degrado di interfaccia tra laterizi e malte; • Radici di piante superiori.

•

Cause •

II.004

Interventi

Percolazione acqua piovana.

IS.003 IS.004

11,03

10,80

10,41

STUCCHI

IS.005 IS.006

DS.004

DEPOSITO SUPERFICIALE Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.

DS.005

5,43

5,34

5,23

0,00

ALTERAZIONE CROMATICA Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

DS.006

Interventi

Inquinamenti atmosferici.

•

Inquinamenti atmosferici; Radiazioni solari.

Cause •

IS.007

Interventi

Cause •

PATINA Alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale.

Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

-0,57

Cause •

II.004

Interventi

Modificazione naturale della superficie.

IS.007

IPOTESI DI INTERVENTO

0 1 2

5

10m

IS.001

Riadesione di parti distaccate con microiniezioni di resine acriliche o betoncini di malta idraulica e resina

Sifonamento atmosferico

IS.002

Impregnazione con silicato di etile

IM.003

Sabbiatura a secco

IS.003

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IM.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IS.004

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IM.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

IS.005

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IM.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

IS.006

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IS.007

Impacchi assorbenti

IM.008

Intervento conservativo

IS.008

Intervento conservativo

II.001

Impregnazione con silicato di etile

IM.001

Sabbiatura a secco

II.002

Sabbiatura a secco

IM.002

IP.003

Impregnazione con silicato di etile

II.003

Sifonamento atmosferico

IP.004

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

II.004

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

II.005

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.006

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

IP.005

Sifonamento atmosferico

IP.006

Revisione degli elementi delle strutture di copertura

IP.007

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

II.007

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IP.008

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

II.008

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.009

Revisione degli elementi di protezione sommitali (scossaline, cornici, ecc.)

IM.009

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.010

Risarcimento delle alveolizzazioni

IM.010

Stilatura dei giunti con malta di calce

IP.011

Applicazione di biocidi (azione chimica)

IP.012

Intervento conservativo

STUCCHI

Stilatura dei giunti con malta di calce

IP.002

INTONACO

IP.001

MURATURA

PIETRA

10m

Sezione D-D

5

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi su cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Interventi

Cause •

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

1,85

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA

Università Politecnica delle Marche

DP.009

0,22

2

Castello di Ascoli Satriano (FG)

10m

Progetto di Restauro Architettonico

5

27

CARTA DEL DEGRADO

INTONACO

0 1 2

TAV

Carta del Degrado

INTERVENTI DI RESTAURO

5

TAV

Interventi di Consolidamento

28

Stilatura dei giunti 1. Scarnitura profonda dei giunti murari mediante uso di attrezzi meccanici (raschietti evitando scalpellature).

L’operazione deve asportare la malta di allettamento senza danneggiare le superfici dei mattoni.

Pulitura della muratura tramite getti d’acqua o vapore saturo a bassa pressione (150° - 200°C 5 - 10 atm) per eliminare eventuali sostanze solubili o insolibili con particolare cura per quanto riguarda giunti e lesioni; in alternativa (utilizzo miscela base organica) la può avvenire tramite spazzole, aria compressa o sabbiatura;

P.002

Prospetto OVEST

2. Pulitura della muratura

P.008

2.a Preparazione della malta di stilatura, da effettuarsi in funzione del materiale e della modalità prescelta, sulla base delle indicazioni e dei mix design; 3.a Esecuzione della stilatura mediante applicazione della malta sopra indicata, con l’utilizzo degli attrezzi più convenienti, in funzione delle dimensioni dell’intervento, della morfologia muraria e dell’organizzazione di cantiere; 4.a Sagomatura della stilatura in funzione dello specifico profilo prescelto, con l’utilizzo degli attrezzi più convenienti, in funzione delle dimensioni dell’intervento, della morfologia muraria e dell’organizzazione di cantiere.

2.b Stilatura dei giunti e sigillatura delle fessure su entrambe le facce della muratura, per evitare la fuoriuscita della miscela durante l’operazione di iniezione; 3.b Esecuzione dei fori con trapano a sola rotazione nei giunti di malta, con profondità variabile a seconda dello spessore della muratura (mai inferiore ai 10 cm). ad una distanza di circa 60-80 cm in ragione della consistenza del muro e del quadro fessurativo; 4.b Posizionamento delle cannule d’adduzione nei fori. Le cannule, introdotte ad una profondità sempre superiore a 15 - 20 cm, devono sporegere minimo 10 cm verso l’esterno; 5.b Lavaggio interno della parete attraverso l’immissione d’acqua dalle stesse cannule, al fine di pulire i percorsi della miscela consolidante e di saturare la massa muraria, limitandone le caratteristiche di assorbimento; 6.b Iniezione a bassa pressione della malta (compresa tra gli 0,07 e gli 0,15 MPa).

3.a Esecuzione della stilatura

2.b Sigillatura di giunti e lesioni

Muratura regolare in mattoni pieni 3.b Esecuzione dei fori

Metodo B

5.b Lavaggio interno

Muratura in ciottolame misto

P.008

Muratura in pietra di tufo squadrata e ciottolame misto

Per murature caotiche (metodo B)

P.002

Muratura in ciottolame misto

Per murature regolari (metodo A)

6.b Iniezione della malta

Muratura in pietra di tufo squadrata e ciottolame misto

Recupero di volte in camorcanna SISTEMA DI SOSPENSIONE La volta in camorcanna è caratterizzata da una bassa curvatura, per cui è priva di resistenza per forma ed è soggetta a sollecitazione a flessione.

Necessità di sospensioni con tiranti di acciaio/legno

5,46

5,20

A

5,20

A 5,46

5,34

A

5,20

5,23

D

5,85

1 E

D

5,20

5,35

2

B C

0 1 2

5

10m

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

5,20

Centina lignea portante della volta Muratura portante

Sospensioni non rigide flessionalmente per garantire l’indipendenza tra la volta e la copertura.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

A

5,24 5,25

Tenditore a doppia forcella

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

B

5,27

5,27

Le volte in camorcanna rilevate nel Palazzo di Ascoli Satriano presentano una perdita quasi completa degli intonaci e degli affreschi storici risalenti al periodo dei Duchi Marulli.

Dal rilievo fotografico non è stato possibile riscontrare particolari degradi sulla struttura lignea costituita da centine e tambocci ed evidenti distacchi tra la struttura e lo stuoiato.

Seppure non si registrano cedimenti strutturali delle volte, si prevede un intervento di consolidamento preventivo allo scopo di limitarne il deterioramento e garantirne la conservazione.

All’estradosso, per garantire o ripristinare l’aggancio tra centina e stuoiato è possibile porre in opera speciali cavallotti in CFRP. Nel caso in cui il distacco tra legno e stuoiato fosse diffuso è possibile porre in opera fasce estradossali sempre in CFRP a cavallo dei tambocci aventi la stessa funzione dei cavallotti posizionati sulle centine.

Si prevede il ripristino delle parti mancanti con nuovo stuoiato, realizzato con canne intrecciate con la stessa modalità di quelle esistenti, sovrapponendolo a quello antico, chiodato alla struttura lignea e reso solidale al vecchio stuoiato con malte.

Necessità di realizzare un nuovo intonaco, studiato in modo da possedere simili caratteristiche meccaniche e termo-igrometriche degli altri componenti presenti sulla volta.

RESTAURO PITTORICO Si procede con il restauro pittorico e decorativo sulla base di un’analisi di colori e simboli originari per poter riportare alla luce i motivi geometrici perduti a causa dei dissesti.

2

INTERVENTO C

STUOIATO E INTONACO

All’estradosso della volta in sezione BB verrà inserito un sistema di sospensioni in acciaio ancorate alla capriata sovrastante.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

PIANO PRIMO

1

CONSOLIDAMENTO PREVENTIVO

Cavallotti in CFRP

Sezione CC

Dalla sezione CC è possibile verificare la presenza pregressa di un sistema di sospensione della seconda volta in camorcanna presa in esame. Si procederà quindi alla verifica della tenuta statica della stessa.

Fasce estradossali in CFRP

Le mancanze sullo stuoiato possono essere ripristinate con uno nuovo come precedentemente descritto.

Sulle centine lignee e sui tambocci è possibile effettuare protesi in legno per sostituire o ripristinare gli elementi mancanti o degradati.

Protesi sulla centina

Prima

Dopo

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

4.a Sagomatura della stilatura

L’intervento serve a migliorare la qualità del paremento murario, consolidare i giunti e prevenire fessurazioni che porterebbero a danni irrevesibili per l’operatività dell’edificio.

In particolare si vuole consolidare la “facciata sud” in quanto risulta essere, dall’analisi IQM in categoria C, quindi una muratura maggiormente sollecitate e soggetta a disgregazione in caso di eventi sismici.

Inoltre il consolidamento si rende necessario poichè il progetto di riuso si concentra in quest’ala del castello; infatti si prevedono per questo spazio altri consolidamenti della struttura (capriata polanceau, cordolo etc.)

Università Politecnica delle Marche

In presenza di degradi quali erosione e degradazione differenziale occorrerà eseguire un risarcimento dei giunti di malta.

I giunti risultano non ammorsati tra di loro quindi, in seguito ad eventi sismici, è compromesso il funzionamento meccanico dell’intera muratura.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

PREVENZIONE MECCANISMI DI DANNO

PATOLOGIA DEL DEGRADO

E

Castello di Ascoli Satriano (FG)

1. Scarnitura dei giunti

Metodo A M.004

Muratura regolare in mattoni pieni

Prospetto SUD

Campioni a scopo illustrativo del risultato finale dopo gli interventi di stilatura dei giunti nei vari tipi di muratura presi in esame.

Progetto di Restauro Architettonico

M.004

FASI REALIZZATIVE DI INTERVENTO

REALIZZATO REALIZZATO CON UN PRODOTTO CON UNAUTODESK PRODOTTOVERSIONE AUTODESK PER VERSIONE STUDENTI PER STUDENTI

TAV

Interventi di Consolidamento

29

Cerchiatura di aperture in facciata

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

4

Cerchiatura_Sezione orizzontale

Infisso_Sezione orizzontale

Stato di fatto

5

6

1. Tasselli fissati con schiuma epossidica

1. Regolazione dell’apertura attraverso malta di calce, laterizi e pietra.

2. Impiego di puntelli orizzontali e verticali per la tenuta dell’apertura nelle fasi realizzative.

3. Inserimento di profili metallici per la realizzazione della cerchiatura e connessione alla muratura attraverso perforazioni armate e collegate alla cerchiatura attraverso saldatura.

4. Realizzazione di un cordolo di base per la cerchiatura attraverso un profilo metallico.

5. Inserimento dell’infisso.

4. Infisso in acciaio con vetrocamera 5. HEB 120

7

6. Calastrellatura ogni 40 cm (Piastre) 7. Davanzale in pietra con rompigoccia

Cerchiatura_Sezione verticale

Infisso_Sezione verticale

Sifoni atmosferici FASI ESECUTIVE 1. Eliminazione dell’intonaco o dell’eventuale basamento, ivi compresa la relativa malta di allettamento; 2. Esecuzione di fori, mediante carotiere a secco, del diametro di 120 mm e per una profondità non inferiore alla metà dello spessore della muratura.

Questi fori, 3 per metro lineare, devono essere realizzati ad un’altezza pari ad almeno 20 cm rispetto al piano di calpestio esterno; 3. Immissione all’interno delle cavità di un getto di aria compressa al fine di allontanare l’eventuale pulverulenza accumulatasi durante la fase di carotaggio; 4. Formazione di un letto di malta all’interno del foro, con inerti porosi e compatibili igrometricamente con l’elemento in terracotta (sifone atmosferico) che si intende utilizzare; 5. Posa in opera del sifone atmosferico in posizione inclinata con l’estremità esterna rivolta verso il basso e comunque arretrato di almeno 3 cm rispetto al paramento murario, per consentire l’alloggiamento di una griglia di protezione;

7. Collocazione di gliglie di protezione, corrispondenza delle zone terminali dei sifoni.

Inserimento infisso

Schema rappresentativo dell’esecuzione dei fori mediante carotiere

CONSIDERAZIONI

Prima

6. Sigillatura del sifone alla muratura con la malta già utilizzata in precedenza (punto 4); in

Dopo

REALIZZATO REALIZZATO CON UN PRODOTTO CON UNAUTODESK PRODOTTOVERSIONE AUTODESK PER VERSIONE STUDENTI PER STUDENTI

Il grafico riportato rappresenta l’andamento dell’umidità nella muratura in funzione della sua altezza.

La curva, corrispondente ad un valore di umidità del 2-3%, è determinata dalla condensazione capillare.

La risalita capillare “spontanea” dell’acqua all’interno di un materiale poroso si verifica nelle murature quando queste insistono su una fondazione umida. Le malte, i laterizi, i tufi, i calcari teneri sono tutti materiali a porosità aperta, caratterizzati dalla presenza di micro cavità collegate da canali capillari che formano una “rete di canalicoli” che favoriscono la penetrazione dell’acqua. A contatto con il terreno questi materiali si comportano come spugne e assorbono l’acqua che, spinta da pressione capillare, risale lungo questa rete. L’evaporazione superficiale influenza il contenuto di umidità e fa alzare ulteriormente il fronte di risalita. Il contenuto d’acqua nella muratura raggiunge i valori massimi del 20-30% nel primo metro, per poi decrescere per effetto dell’evaporazione e arrivare ad un residuo del 2-3%.

Schemi rappresentativi del funzionamento dei sifoni atmosferici

Nella scelta di questa tecnologia è stato necessario rendersi consapevoli delle limitazioni relative al funzionamento della stessa, dovute al fatto che l’aria carica di vapore, per poter uscire dal sifone, deve essere più fredda dell’aria esterna in modo da risultare più pesante. Il seguente problema potrebbe verificarsi in inverno dove, solitamente, il muro interno risulta più caldo dell’aria esterna. Analizzate però le nuove destinazioni d’uso al piano terra del Palazzo si è verificato che

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

3. HEB 120

FASI DELL’INTERVENTO

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

2. HEB 120

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

LEGENDA

Castello di Ascoli Satriano (FG)

3

2

i paramenti murari interessati dall’intervento, per lo più situati nel cortile, non insistessero su ambienti costantemente riscaldati, i quali avrebbero favorito il mal funzionamento del sistema. Da questa ed altre considerazioni, come il notevole spessore delle murature e in particolar modo la minima invasività fisica e visiva dell’intervento adatta ad una muratura storica, si è deciso di adottare la tecnologia dei sifoni atmosferici per la risoluzione dell’umidità di risalita.

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

1

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Le aperture rilevate nel prospetto sud del Castello di Ascoli Satriano manifestano l’assenza di architrave in sommità dell’apertura.

Questa assenza potrebbe essere dovuta alla successione di molti eventi sismici nell’area del foggiano.

Allo stato di fatto, perciò, questa zona del castello risulta avere scarsa rigidezza in corrispondenza delle aperture ed è necessario ripristinarla in quanto potrebbe creare danni strutturali molto gravi alla struttura stessa.

Lo scopo dell’intervento strutturale delle aperture nella facciata sud del Castello è quello di ripristinare, sotto un profilo architettonico e strutturale congruente con quanto espresso dalla normativa viwgente, in una messa in sicurezza permanente.

Per garantire la sicurezza e la stabilità della struttura occorre quindi ripristinare le condizioni iniziali dell’edificio.

Per farlo, si può utilizzare la tecnica della cerchiatura lungo il perimetro interno di ciascuna apertura, che consiste nella realizzazione di un telaio in acciaio ammorsato alla muratura esistente, che in una prima fase è stata adeguatamente consolidata mediante iniezioni di malta.

Si tratta in pratica di realizzare una sorta di portale di irrigidimento, in grado di rispondere alle sollecitazioni statiche che si sono create.

In corrispondenza del futuro architrave che verrà inserito dovranno essere effettuate tre verifiche (resistenza, deformabilità, schiacciamento della muratura agli appoggi) in modo tale che il progetto esecutico risulti essere conforme e adatto a questa tipologia specifica di muratura.

Dunque il sistema portante di questo intervento è rappresentato da profili metallici, la cui lunghezza percorre il perimetro di ogni singola bucatura.

Dopo aver cerchiato l’apertura si procede con l’inserimento di un infisso, necessario per la futura rifunzionalizzazione dell’intero complesso.

PRIMA e DOPO

Progetto di Restauro Architettonico

Prospetto SUD

PARTICOLARI COSTRUTTIVI

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

TIPOLOGIA DI INTERVENTO

Università Politecnica delle Marche

INDIVIDUAZIONE DELL’INTERVENTO

TAV

Progetto di Fattibilità

Opere provvisionali: - Recinzione - Ponteggio tubolare - Montacarichi - Piattaforma aerea Oneri per la sicurezza

Se l’edificio presenta parti a rischio di caduta, in particolar modo a livello strutturale, sarà necessario intervenire per prima cosa con operazioni preliminari di messa in sicurezza delle parti distaccate, attraverso puntellatura e/o pre-consolidamento, per garantire la sicurezza nelle successive fasi di intervento ed evitare ulteriori danneggiamenti.

Stuccatura Pulizia per macchie Pulizia per deposito Pulizia per degrado antropico REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

2

Revisione degli elementi delle strutt. di copertura Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

Revisione degli elementi di protezione sommitali Intervento conservativo Applicazione di biocidi (azione chimica)

Sabbiatura a secco

10m

10m

2

5

10m

Piattaforma aerea elevabile Permette di entrare nel cortile interno per eseguire gli interventi in quota o in copertura.

La piattaforma permette di sollevare due operatori con attrezzi per un peso di circa 240 kg.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 0 1

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Pulitura superficiale

Sifonamento atmosferico Revisione degli elementi delle strutt. di copertura Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche Revisione degli elementi di chiusura (infissi) Revisione degli elementi delle strutt. di copertura Applicazione di biocidi (azione chimica)

Ponteggio tubolare Fisso, per eseguire gli interventi sulle facciate sud e ovest che risultano difficilmente accessibili per la complessità del terreno.

Mobile, per gli interventi sulle stanze interne.

Alla fine dell’intervento di restauro si procede con l’applicazione di uno strato protettivo finale che si esegue con prodotti testati preliminarmente e compatibili dal punto di vista chimico-fisico con i materiali originali, con l’obiettivo di “proteggere” il manufatto originale e fissare l’intervento di restauro.

Tale operazione si rende necessaria anche per proteggere la superficie esterna dagli agenti atmosferici.

PIANO SECONDO

Sifonamento atmosferico

Impregnazione con silicato di etile

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

5

Sabbiatura a secco

Stilatura dei giunti con malta di calce

Ripristino con inserimento delle parti mancanti 2

Risarcimento delle alveolizzazioni

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

PIANO PRIMO Pulizia per patina PIANO SECONDO 5

Revisione degli elementi di protezione sommitali

Intervento conservativo

INTONACO

1

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Trattamento consolidante disgregazione

10m

Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Rimozione e diserbante

5

Revisione degli elementi delle strutt. di copertura

Riadesione di parti distaccate con microiniezioni di resine acriliche o betoncini di malta idraulica e resina Impregnazione con silicato di etile Revisione degli elementi delle strutt. di copertura Revisione dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche Revisione degli elementi di chiusura (infissi) Revisione degli elementi di protezione sommitali Impacchi adsorbenti Intervento conservativo

Sostituzione infissi esterni

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Pulizia per alterazione cromatica

2

MURATURA IN LATERIZI

Sifoni drenanti per umidità di rasalita

0 1

10m

Pulizia per colatura NTA PIANO SECONDO

NTA

Revisione degli elementi di chiusura (infissi)

PIANTA PIANO SECONDO REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

5

Si riportano di seguito i principali mezzi utilizzati per eseguire le operazioni di restauro in quota e nelle zone che risultano difficilmente accessibili.

Sifonamento atmosferico

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

PIANO TERRA

Eliminazione di erbe infestanti con diserbanti

Università Politecnica delle Marche

NTA PIANO PRIMO

MURATURA IN PIETRA

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Impregnazione con silicato di etile

Nella tabella di lato si approfondiscono le varie tipologie di intervento da realizzarsi sull’oggetto di studio.

Si distinguono lavori a misura, che saranno computati in seguito e lavori a corpo che prevedono un importo fisso indipendentemente dalle dimensioni REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI dell’oggetto.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

ANTA PIANO PRIMO

Sabbiatura a secco

STUCCHI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Stilatura dei giunti con malta di calce

Lavori a corpo

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Indagini preliminari

Lavori a misura

Progetto di Restauro Architettonico

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Abaco degli interventi di restauro REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Prima di realizzare operativamente un intervento di restauro sarà necessaria un’attenta indagine preliminare, per valutare le caratteristiche del manufatto, analizzare le cause ed i fattori di degrado e sviluppare un report completo sullo stato di conservazione.

Le indagini diagnostiche verranno effettuate in laboratorio, su piccoli campioni di dipinto, oppure in situ, mediante l’utilizzo di strumentazione specifica.

Questa fase, seppur talvolta non approfondita a causa dei costi, è di fondamentale importanza per avere una conoscenza specifica e dettagliata dell’opera in oggetto, in modo da programmare un adeguato intervento di restauro che non comprometta le caratteristiche chimico-fisiche dei materiali.

30

TAV

Interventi di Consolidamento

L’intervento si occupa di preparare l’area e il manufatto per le lavorazioni successive.

L’intervento prevede la rimozione di prodotti estranei, quali depositi, incrostazioni e patine biologiche, muschi e licheni o anche, cavi di impianti dismessi o chiodi e ferri ossidati, in quanto potenzialmente dannosi per la durabilità del manufatto.

RIMOZIONE DI VEGETAZIONE INFESTANTE, PATINE BIOLOGICHE E ALTRI ELEMENTI La pulitura deve risultare in ogni caso inattiva nei ESTRANEI confronti degli elementi costituenti la muratura e le sue superfici, non deve innescare ulteriori processi di alterazione o causare processi di inquinamento ambientale.

STRUMENTI

STATO ATTUALE

POST INTERVENTO

Preparazione dell’area per l’intervento di restauro (perimetrazione della zona, affissione di cartellonistica e segnaletica di cantiere, predisposizione di - Recinzione macchinari e strumenti).

- Segnaletica (luminosa e informativa) Rimozione degli oggetti estranei e di intralcio alle - Piattaforma aerea operazioni di restauro e messa in sicurezza delle parti a rischio caduta.

L’intervento viene eseguito attraverso: - Estirpazione meccanica (con azioni abrasive o che ricorrono a strumenti in grado di esercitare pressioni, - Sradicatore tagli, ecc.) e deve essere fatto con particolare cura in - Estirpatore - Raschietto quanto potenzialmente distruttivo.

- Pompa per irrorazione e - Trattamenti chimici, che consistono nell’applicazione a diserbo spruzzo di un biocida a bassa concentrazione, incolore, non tossico direttamente sul materiale, in modo da non interferire con la pietra sottostante.

vegetazione infestante

Castello di Ascoli Satriano (FG)

PREPARAZIONE E PRECONSOLIDAMENTO DEL MANUFATTO E DELL’AREA ATTORNO AD ESSO

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Progetto di Restauro Architettonico

FASI DI INTERVENTO

31

degrado antropico

patina

- Spazzole abrasive - Smerigliatrice elettrica - Bisturie spatole - Pulitori e sgrassanti da applicare a pennello - stampi e materiali per eventuali ricostruzioni - Protettivi e passivanti

ruggine

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

PULITURA E STABILIZZAZIONE DEI METALLI

La pulitura e la stabilizzazione dei metalli possono essere condotte meccanicamente e/o tramite prodotti chimici. In genere, la pulitura viene condotta meccanicamente ma i risultati migliori si ottengono dall’alternanza dei due metodi. La stabilizzazione, invece, viene eseguita principalmente con prodotti chimici.

Le parti in ferro degradate presenti vengono trattate come segue: - pulitura meccanica, compresa microsabbiatura; - lavaggio con solventi organici; - lavaggio con acqua distillata e inibitore; - trattamento con convertitori di ruggine.

La pulitura si deve limitare alla rimozione di strati di protettivi/vernici accumulatesi nel tempo e scaglie di prodotti di ossidazione/corrosione non aderenti.

Nel caso in cui i prodotti di corrosione non siano di spessore eccessivo, tra i metodi meccanici, si scelgano abrasivi meccanici tradizionali (es. carta abrasiva a varie granulometrie) e la microsabbiatura.

Una volta effettuata la pulitura, i residui di corrosione devono essere stabilizzati. Si usino ad esempio soluzioni contenenti tannino o convertitori di ruggine commerciali e con vernice antiruggine a finire.

I convertitori vanno applicati a pennello o ad impacco.

alterazione cromatica

Università Politecnica delle Marche

PULITURA DEI MATERIALI LAPIDEI

La pulitura è l’operazione che consiste nel rimuovere i prodotti di degrado che di fatto rappresentano dei materiali estranei ai lapidei atti ad intaccarne e danneggiarne le superfici.

Delicata e irreversibile, la pulitura va affrontata con tutte le precauzioni e le conoscenze indispensabili ad ottenere risultati ottimali. Ogni fase che si prevede deve essere ben controllabile, graduale e selettiva e non deve produrre materiali dannosi per la conservazione dei materiali lapidei e non deve produrre neanche modificazioni delle superfici.

Le forme di degrado rilevate che richiedono un intervento sono: - alterazione cromatica; - deposito superficiale, che si può presentare anche sottoforma di colatura; - Sabbiatrice a secco: - deterioramento dei giunti (disgregazione del erosione tramite getti legante); di materiale abrasivo a - graffito vandalico (degrado antropico); granulometria e pressione - macchia di ossidi/sali di rame, ruggine, sostanze ridottissime organiche; - Impacchi adsorbenti: - patina. spazzole, spatole, La pulitura dei materiali lapidei prevede l’utilizzo di malte, acqua deionizzata, mezzi fisici e/o di prodotti chimici. Tra i primi, i più compressore usati sono di tipo abrasivo ed è fondamentale valutare l’effetto che possono produrre sui vari materiali lapidei.

Su elementi di particolare pregio si eseguono impacchi particolari (di argilla) in modo da trasferire le sostanze estrane dalla superficie all’impacco di assorbimento.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

patina biologica

TAV

Interventi di Consolidamento

PROTEZIONE DEI MATERIALI LAPIDEI

PROTEZIONE DEI METALLI

- Strumenti di perforazione meccanica della muratura - Malta - Sifoni - Rete protettiva

protezione dal fronte di risalita

Gli interventi di protezione consistono nell’applicare alla pietra sana o riconsolidata un film che in qualche modo rappresenta una superficie di sacrificio e che rende più lente le trasformazioni della pietra a seguito dell’interazione con l’ambiente. Questo sistema impedisce l’ingresso nel materiale lapideo dell’acqua piovana e si configura come uno schermo contro gli inquinanti atmosferici.

La definizione suddetta è il sistema di protezione più comunemente adottato, in quanto la protezione in senso lato presupporrebbe anche un intervento sull’ambiente ma spesso è difficilmente applicabile.

Il materiale lapideo può essere protetto, qualora sia stato pulito e se necessario, consolidato. Alcuni consolidanti che hanno buone proprietà di idrorepellenza si possono considerare anche dei protettivi.

Un buon protettivo sarà efficace quanto più penetrerà entro la rete capillare, soprattutto quando si è di fronte a pietre porose; al contrario, per pietre compatte l’azione sarà concentrata soprattutto in superficie. Nel caso di strutture interessate da risalita capillare, è da evitare l’applicazione di una sostanza idrorepellente senza prima arrestare la causa di penetrazione (spesso impossibile). C’è da tener conto che la durata di questi protettivi esposti agli agenti atmosferici è limitata ad un tempo di qualche anno.

Nei metalli questa fase consiste nell’interporre un film continuo ed idrorepellente (contenente eventualmente un inibitore di corrosione) sulla superficie del metallo proteggendolo dal deterioramento per un determinato periodo di tempo.

In generale si prediliga il metodo di applicazione a pennello e i trattamenti vanno eseguiti quando la superficie è asciutta e pulita.

Per le leghe di ferro-carbonio si usino vernici per ferro, mentre in altri possono essere coprenti. Non si applichino strati troppo spessi di protettivo: - Pennelli si otterrebbero superfici troppo lucide ed il film - Materiale protettivo risulterebbe poco resistente.

- Verinici Si possono utilizzare due tipi di protezione: di tipo passivo e/o di tipo attivo.

Nel primo caso la protezione serve ad isolare la superficie del metallo dall’ambiente esterno mediante il suo rivestimento, mentre nel secondo caso la protezione viene garantita da più strati.

- Pennelli - Nebulizzatore - Protettivo (idrofobo) - Quanto serve per applicare la protezione

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Progetto di Restauro Architettonico

deterioramento dei giunti

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

PROTEZIONE FRONTE DI RISALITA

L’intervento si occupa di risolvere (o perlomeno limitare) uno dei principali problemi degli edifici a contatto diretto con il terreno “asciugando” la muratura attraverso l’adozione di varie tecniche fisiche o chimiche (sifoni atmosferici, sbarramenti fisici, lenta trasfusione, vespai aerati)

Per risolvere il problema dell’acqua di risalita si interviene attraverso l’inserimento di sifoni atmosferici nella muratura: lunghi circa trenta centimetri e del diametro di tre centimetri all’interno del muro, si può estrarre l’aria umida. L’aria esterna, più calda e di conseguenza più leggera di quella che si trova all’interno del manufatto, salendo all’interno del canale di aerazione sposta l’aria umida accumulata dentro il sifone, verso l’esterno. Lo scopo del sifone quindi è quello di aumentare l’evaporazione dell’acqua contenuta nella muratura, provocando una corrente di aria umida dall’alto del sifone verso l’esterno e richiamando contemporaneamente aria secca dall’esterno.

esfoliazione

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

La stuccatura è un’operazione che ha lo scopo di colmare stabilmente lacune e discontinuità presenti sulla superficie della pietra. In questo modo si riduce la possibilità di adesione di particellato atmosferico così come la penetrazione dell’acqua e delle soluzioni aggressive, e quindi i degradi a loro connessi.

alveolizzazione

- Strumenti abrasivi - Detergenti non invasivi - Rete di rinforzo - Stucco, colla, resina (per la ricostruzione delle parti mancanti) - Spatole, pennelli e quant’altro serve per eseguire le ricostruzioni

Università Politecnica delle Marche

CONSOLIDAMENTO

Il consolidamento è quell’operazione che si rende necessaria quando la pietra ha perso la sua coesione sia superficiale che in profondità ed il degrado è in uno stadio così avanzato che la stessa sopravvivenza fisica del manufatto è in pericolo. Si pone l’obiettivo di rigenerare strutturalmente la pietra ristabilendo il più possibile le sue condizioni prima del degrado, eliminando le brusche differenze fisico-meccaniche esistenti tra la parte alterata e sana della pietra.

In definitiva il trattamento di consolidamento renderà la pietra più resistente ai processi di alterazione.

Le forme di degrado rilevate che richiedono un intervento di consolidamento sono: - alveolizzazione; - disgregazione o polverizzazione; - distacco; - esfoliazione.

Quelle per le quali si prevede invece la stuccatura: - deterioramento dei giunti.

Il consolidamento sarà tanto più efficace quanto maggiore è la profondità di penetrazione del trattamento. Si preferiscono, consolidanti che riducano parzialmente la porosità e che lascino il materiale sufficientemente permeabile al vapore. I prodotti che si possono usare sono di natura sia inorganica che organica. Questo metodo risulta efficace su materiali porosi e con eventuale presenza di azione anche protettiva.

La stuccatura va effettuata qualora ci siano lacune superficiali, fratture e fessure sottili da colmare. Lo stucco, di consistenza plastica durante l’applicazione, deve avere colore, porosità e resistenza meccanica simili quelle della pietra da trattare.

32

TAV

Organigramma

33

Organigramma Ideale MOSTRA TEMPORANEA e affaccio sulla città

servizi igienici SALA LETTURA Principal acces

Public acces

CORTILE

MAGAZZINI

servizi igienici

LOGGIA

Private acces Public way colleg. verticali /disimpegno Private way

MOSTRA FISSA soffito affrescato GIARDINO in camorcanna

SHOP

LOGGIA

58 mq

MASTIO

MAGAZZINI

SOCIAL LEVEL CULTURAL LEVEL EXHIBITION LEVEL PANORAMIC LEVEL Private rooms Toilets Vertical connections

65 mq

colleg. verticali collegamenti /disimpegno verticali/dimp.

MAGAZZINI

SALA CONFERENZE/HALL

SALA EVENTI

Principal acces Public acces Private acces Public way Private way

45 mq

SALE RICREATIVE

colleg. verticali /disimpegno

CORTILE

36 mq

servizi igienici

Piano Rialzato

52 mq

Piano Primo

Piano Secondo

LOGGIA

BAR

50 mq

58 mq

GIARDINO MASTIO 25 mq

MAGAZZINI

120 mq

180 mq

65 mq

colleg. verticali /disimpegno

MAGAZZINI 45 mq

CORTILE

colleg. verticali /disimpegno

servizi igienici

MAGAZZINO (sottotetto parzialmente accessibile)

MOSTRA TEMPORANEA e affaccio sulla città

126 mq

118 mq

MASTIO 38 mq

Private rooms Toilets colleg. verticali Vertical connections /disimpegno Principal acces Public acces colleg. verticali SHOP /disimpegno Private acces50 mq Public way Private way servizi igienici

MOSTRA FISSA

130 mq

LOGGIA

SALA LETTURA 68 mq

45 mq

65 mq

106 mq

38 mq

colleg. verticali /disimpegnoBAR MOSTRA FISSA soffito affrescato in camorcanna 180 mq

50 mq

SALA CONFERENZE/HALL

58 mq

WORKSHOP 241 mq

MASTIO LABORATORI 130 mq

colleg. verticali /disimpegno

CUCINA

GIARDINO 25 mq

MAGAZZINI 65 mq

colleg. verticali /disimpegno SALE RICREATIVE

10 mq

WORKSHOP

MASTIO

LEGENDA

LOGGIA

ripost.

SALA EVENTI

TERRAZZA

36 mq

colleg. verticali MAGAZZINI /disimpegno 45 mq

CORTILE

colleg. verticali /disimpegno

120 mq

120 mq

servizi igienici

Piano Rialzato

Piano Primo

TERRAZZA 38 mq

MOSTRA TEMPORANEA

29mq

52 mq

10 mq

SALA EVENTI

SOCIAL LEVEL CULTURAL LEVEL EXHIBITION LEVEL PANORAMIC LEVEL BIBLIOTECA

CUCINA

SALA LETTURA 68 mq

ripost.

LEGENDA

Piano Terra

LEGENDA

servizi igienici

Organigramma Reale

36 mq

50 mq

25 mq

colleg. verticali /disimpegno

Piano Terra

SALE RICREATIVE

38 mq

colleg. verticali BAR /disimpegno CUCINA

collegamenti verticali/disim.

riposiglio CUCINA

MASTIO Castello di Ascoli Satriano (FG)

Toilets Vertical connections

colleg. verticali /disimpegno

BAR

TERRAZZA PANORAMICA

Private rooms

25 mq

SALE RICREATIVE

38 mq

MOSTRA FISSA

52 mq

Piano Secondo

LOGGIA

SALA LETTURA 68 mq

SOCIAL LEVEL CULTURAL LEVEL EXHIBITION LEVEL PANORAMIC LEVEL Private rooms Toilets Vertical connections Principal acces Public acces Private acces Public way Private way

Università Politecnica delle Marche

MASTIO

MASTIO

MOSTRA TEMPORANEA

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

EXHIBITION LEVEL PANORAMIC LEVEL

GIARDINO

TERRAZZA PANORAMICA

Progetto di Restauro Architettonico

SOCIAL LEVEL BIBLIOTECACULTURAL LEVEL

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

LEGENDA

TAV

Organigramma

Terrazza

Piano Secondo

Legenda

H X E

Il progetto mira ad una rifunzionalizzazione del castello in ogni sua parte, facendo particolare attenzione all’accessibilità dell’intera struttura in tutti i piani.

Dallo stato di fatto si nota che il castello presenta delle risalite verticali poco fruibili e accessibili, e una conformazione spaziale interna di stanze tutte collegate tra loro, senza la presenza di alcun corridoio.

Si vuole far in modo che l’edificio possa essere vocato a fungere da riferimento territoriale per lo sviluppo e il potenziamento del ruolo culturale e di volano per l’economia del territorio.

Perciò a partire dal piano terra, entrando per l’ingresso principale , a destra sarà presente l’area magazzino/deposito, poi si arriverà al cortile centrale che ospiterà gli ingressi per le varie parti del castello.

Nella vecchia stalla verrà inserita una sala meeting/eventi con ingresso autonomo, zona guardaroba e area riservata ai servizi.

Sulla sinistra il primo ingresso sarà dedicato a zona cucina/ristoro, mentre il secondo come ingresso per la nuova biblioteca comunale, che si svilupperà in particolar modo in tutto il piano rialzato della struttura.

Attualmente la biblioteca comunale si trova nell’ex seminario serafico del paesino, luogo impropriamente adatto per questa funzione.

L’accessibilità della biblioteca sarà data sia dalle scale del piano terra, in cui sarà possibile installare un servoscala date le dimensioni della rampa, che da una scala di servizio posta in adiacenza con la sala lettura del piano terra.

Tutto il primo piano sarà adibito a museo, contenente sia molte ricchezze archeologiche del foggiano che opere temporanee ed una sala conferenze, accessibile attraverso le scale del piano terra o attraverso un ascensore che verrà collocato nell’ala ovest, in un’area in cui recentemente sono state realizzate delle scale.

Il piano secondo è raggiungibile attraverso il vano ascensore in cui ci sarà un’ala di laboratori ricreativi o di lavoro a servizio del museo.

Le stanze restanti di questo piano saranno utilizzate come workshop ricreativi o di lavoro, accessibili attraverso una scalinata molto ampia che dal piano terra arriva fino al secondo piano nella quale potrà essere installato un servoscala per persone diversamente abili; in questa zona sarà presente un ampio magazzino o spazio deposito.

Inoltre tramite il mastio si potrà raggiungere una terrazza con vista panoramica sul paesaggio suggestivo della zona.

Infine per rendere accattivante l’immagine esterna del castello, data la sua posizione strategica, sarà realizzato un progetto illuminotecnico sulle facciate esterne.

Il tutto sarà particolarmente visibile dalle ss655 e sp99.

In questo modo il castello diverrà il catalizzatore di iniziative sociali, studio, catalogazione, restauro e divulgazione del ricco patrimonio storico e archeologico presente nella provincia di Foggia.

C

T L U

U

I IB

T

N O I

L A R

SO

A I C

L

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Piano Primo

Castello di Ascoli Satriano (FG)

AR

A H C

L O E

I G O

L A C

Progetto di Restauro Architettonico

N A P

A R O

C I M

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Piano Terra Rialzato

Università Politecnica delle Marche

Piano Terra

34

PIANTA PIANO RIALZATO

-0,15

1,80 0,45 0,00

-0,57

0,55 -0,35

-0,45 0,10 -1,10

Soffitto a volta in mattoni 0,17

10m

Soffitto intonacato, presumibilmente in laterocemento (come si nota nelle parti in cui l'intonaco si è staccato)

Demolizioni Costruzioni

5,20

5,46

5,25 5,20

5,20

Soffitto affrescato 5,46 5,34

5,20

5,23

5,85

5,20

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

10m

Volte in camorcanna presumibilmente affrescate a giudicare dai residui di intonaco

0 1 2

5

10m

Piano Primo

5,35

Soffitto a travetti in legno e pignatte

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

5,27

5,24

5

1,85

3,00 -1,10 2,60

2,80

2,16 1,58

1,60 1,90

2

5

10m

Costruzioni 5,27

2

2,00

Demolizioni

Demolizione e ricostruzione

0 1

Informazioni insufficienti per definire la natura dell'orizzontamento

0 1

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Demolizione e ricostruzione

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

5

-0,50

Costruzioni

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

2

PIANTA PIANO PRIMO

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Soffitto in laterocemento, pignatte e travetti

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

-0,22

Demolizioni

Castello di Ascoli Satriano (FG)

0,22

10m

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Piano Terra

Demolizione e ricostruzione

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Costruzioni

5

Demolizione e ricostruzione

0 1 2

5

10m

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Soffitto a cupola, presumibilmente in mattoni (intonacato)

0 1 2

Progetto di Restauro Architettonico

10m

Demolizioni

0 1

35

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

5

Piano Secondo

0 1 2

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Università Politecnica delle Marche

PIANTA PIANO TERRA

Piano Terra Rialzato

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

TAV

Schema Rossi-Gialli

PROGETTO DI RESTAURO

6

TAV

Concept Progettuale

36

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Il nuovo fulcro della stanza a doppia altezza è costituito da una volta lignea sospesa e ancorata alle capriate esistenti precedentemente consolidate, il cui impatto visivo viene filtrato per convogliare l’attenzione verso il nuovo elemento progettato. Quest’ultimo, composto da una fitta sequenza di listelli in legno agganciati ai costoloni superiori, si distacca formalmente e fisicamente dalle pareti dell’edificio per enfatizzare il senso di leggerezza e di rispetto verso i manufatti storici

Università Politecnica delle Marche

Successivamente alla demolizione del solaio è necessario ripristinare la rigidezza dell’orizzontamento attraverso un cordolo interno in acciaio che corre lungo le pareti e reso più solido da una serie di controventi.

L’intervento di demolizione mette in luce la copertura costituita da capriate in acciaio e lamiera grecata e rende necessario un ripensamento stilistico dello spazio.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

La prima fase dell’intervento prevede la demolizione del solaio non storico del secondo piano, costituito da lamiera e travi di acciaio, presente al di sopra della stanza fulcro del nuovo museo. L’intento principe è quello di conferire imponenza allo spazio creando una doppia altezza adeguata alla nuova funzione di accoglienza e fruizione dello spazio museale.

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO REALIZZATO AUTODESK CON UN VERSIONE PRODOTTO PER AUTODESK STUDENTIVERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

SOSPENSIONE

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

CONSOLIDAMENTO

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

DEMOLIZIONE

Progetto di Restauro Architettonico

REALIZZATO CON UN PRODOTTO REALIZZATO AUTODESK CON UN VERSIONE PRODOTTO PER AUTODESK STUDENTIVERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

TAV

Sezioni Tecniche

1

2

3

37

4

Progetto di Restauro Architettonico

6 7

SEZIONE DELL’INTERVENTO

15

10 11 12 13 14

16

17

18

0 1

19

20

2

5

10m

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

11. Carter 12. Trave voltata in acciaio 13. Costolone in legno 14. Listelli in legno 15. Luce LED 16. Cordolo interno, profilo “C” 17. Carter 18. Tirafondo armato cordolatura 19. Luce LED 20. Controventatura in tiranti d’acciaio

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

1. Cordolo in c.a.

2. Scarpa in acciaio 3. Lamiera grecata 4. Catena 5. Monaco 6. Tirante 7. Tirante 8. Tenditore 9. Disco centrale per sistema tiranti 10. Attacchi a base piana per tiranti

9

Università Politecnica delle Marche

SEZIONE LONDITUDINALE

PIANTA DELL’INTERVENTO

8

Castello di Ascoli Satriano (FG)

5

TAV

tirafondi, con perforazioni sub-orizzontali (n.1 foro ogni 60 cm) e saturazione con resine epossidiche bicomponenti a media intensità (maturazione del 70% a mezz’ora dall’iniezione).

Data la volontà di ancorare la nuova volta sospesa alla copertura, si è reso necessario un intervento di consolidamento delle capriate in acciaio esistenti costituite solamente da puntoni e catena in acciaio. Tale consolidamento strutturale è stato raggiunto grazie alla trasformazione della capriata classica in capriata Polonceau, la quale prevede l’inserimento di tiranti in ghisa o acciaio nei punti sottoposti a compressione o a trazione. I tiranti sotto ai puntoni, i contraffissi e la catena vengono ancorati ai puntoni mediante piastre bullonate, fazzoletti e staffe sagomate ad U. Grazie a questo nuovo schema statico viene assicurata una solidità maggiore alle capriate così da consentire l’ancoraggio della volta sottostante mediante tiranti in acciaio fissati su più punti per scongiurare possibili oscillazioni o movimenti.

Fase 3 - Ancoraggio dei cordoli in acciaio con profilo a “C”

alla muratura, lungo tutto il perimetro attraverso tirafondi, con perforazioni sub-orizzontali (n.1 foro ogni 60 cm) e saturazione con resine epossidiche bicomponenti a media intensità (maturazione del 70% a mezz’ora dall’iniezione).

Fase 4 - Ancoraggio tra i nodi d’angolo e i cordoli con profilo a “C” tramite bullonatura, nel giunto a completo ripristino.

Fase 5 - Realizzazione del cordolo interno per tutto il perimetro

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Fase 2 - Ancoraggio dei nodi d’angolo alla muratura attraverso

Progetto di Restauro Architettonico

Fase 1 - Rimozione del solaio esistente e consolidamento della muratura interessata attraverso gli interventi precedentemente descritti.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

38

sequenza di lamelle in legno, filtra l’impatto visivo della struttura a capriate del tetto e modula la luce proveniente dall’impianto a led posto al di sotto delle catene in acciaio.

Strutturalmente la nuova volta lignea è costituita da costoloni in legno trasversali rispetto ai listelli e presagomati nella parte inferiore così da poterli contenere e fissare; agganciati al di sopra dei quattro costoloni, posizionati in linea rispetto alle capriate superiori, trovano spazio dei profilati in acciaio a C sedi degli attacchi della volta ai puntoni superiori.

Sul loro intorno, sia per proteggere le travi da eventuali incendi o degradi futuri sia per nascondere visivamente la struttura e lasciare l’attenzione solo sulla parte lignea, vengono inseriti dei carter prefabbricati chiodati tra loro e tagliati puntualmente solo all’altezza dell’attacco dei tiranti.

Il senso di leggerezza evocato dalla struttura sospesa è stato possibile solamente grazie all’ancoraggio alla copertura superiore, resa preventivamente salda grazie al nuovo schema statico Polonceau precedentemente descritto.

Fase 7 - Realizzazione di impianto di illuminazione al di sotto del cordolo e predisposizione di impianto audio.

Fase 8 - Rivestimento finale con pannelli in cartongesso.

Università Politecnica delle Marche

Il fulcro del progetto di restauro del Castello di Ascoli Satriano è posto al primo piano, nella stanza principale del nuovo museo; al fine di dare maggiore importanza e imponenza a questo spazio si è deciso di demolire il solaio in acciaio del piano superiore per poter così ottenere una doppia altezza apprezzabile a livello visivo.

La copertura portata a vista da questa demolizione, non possedendo notevole qualità estetica o storica, ha creato il presupposto e l’occasione di progettare un elemento scenografico e di importanza spaziale all’interno della stanza, quale una volta in legno sospesa.

Questo elemento, posto appena al di sotto della copertura e fisicamente distaccato dalle pareti storiche dell’edificio, si pone l’obiettivo di diventare il fulcro del museo e di valorizzare l’interno del manufatto storico senza toccarlo ponendosi, quasi come con rispetto, a distanza da esso.

Questo leggero elemento ligneo, formato dalla stretta successione di sottili luci e ombre resa possibile grazie a una fitta

Fase 6 - Realizzazione della controventatura e del tiraggio del cordolo tramite tiranti in acciaio.

CORDOLO

VOLTA SOSPESA

della struttura.

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

CONSOLIDAMENTO CAPRIATA - POLANCEAU

Particolari Costruttivi

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Università Politecnica delle Marche

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Castello di Ascoli Satriano (FG)

Progetto di Restauro Architettonico

Render TAV

39

TAV

Progetto Illuminotecnico

Luce a proiezione Luce d’accento Luce radente

STUDIO DEI PROSPETTI

Vengono qui di fianco riportate delle rappresentazioni fotografiche che mostrano la percezione di un ipotetico progetto illuminotecnico esterno.

L’intento è quello di valorizzare gli elementi architettonici rappresentativi delle facciate, con particolare riguardo al mastio che rimane visibile e riconoscibile da tutte le angolazioni.

Particolare cura è rivolta al prospetto nord in quanto vi è l’ingresso principale al Castello, il quale è rivolto in una delle piazze principali della città; posizione di rilievo, apprezzabile da più punti di vista.

ILLUMINAZIONE UTILIZZATA Metodo - LUCE A PROIEZIONE Posizionamento di apparecchi a distanza rispetto alla facciata e con una angolazione laterale tale da rispettare il punto di vista principale per produrre ombre forti e sottolineature e donando profondità alla facciata.

L’architettura medievale, così come la classica, sono caratterizzate da facciate con predominanza di elementi verticali. Si può dare loro enfasi applicando apparecchi dal lato sinistro o destro della facciata utilizzando proiettori a fascio medio.

Proiettori utilizzati - CONTRAST 2 LED LARGE

Metodo - LUCE RADENTE Il metodo wall washing si utilizza per un’illuminazione coerente sull’intera facciata installando apparecchi ad intervallo regolare o in fila continua nel caso di profili lineari dove le pareti sono delicatamente “lavate” con illuminazione uniforme. Questa illuminazione soft, priva di abbagliamento, desta interesse visivo e in molti casi fornisce un’illuminazione generale della zona, dovuta alla riflessione.

Proiettori utilizzati - MICA

Metodo - LUCE D’ACCENTO Illuminazione a 45° per rivelare forme e dettagli della struttura facendoli emergere dal contesto. Solitamente, a causa del rivestimento poco colorato della superficie, le ombre formate dall’illuminazione obliqua generano contrasto troppo netto. Viene applicata così una luce di riempimento dalla direzione opposta con proiettori a fascio largo così da ridurre il contrasto creando un effetto d’insieme più morbido.

Proiettori utilizzati - CONTRAST 2 LED SMALL

Proiettori utilizzati - DCO LED

PERCEZIONE GLOBALE Questo caso studio rientra nel filone di lighting design per gli edifici storici, il cui scopo è quello di celebrare l’architettura e rendere lo spazio invitante e divertente.

Grazie alla luce è possibile esaltare il valore simbolico e l’unicità degli elementi storici e al contempo migliorare l’aspetto di un luogo rendendolo sicuro e ben illuminato per coloro che lo vivono. In una scenografia architettonica lo stile e l’illuminazione formano un unico insieme ammirabile anche da chi, passando rapidamente per una strada lontana, riesce anche con un rapido sguardo ad apprezzare l’imponenza e la storicità del manufatto.

Castello di Ascoli Satriano (FG)

LEGENDA

Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura A.A. 2019/2020

Viene riportato lo schema di distribuzione e tipologia dei dispositivi illuminotecnici posti sulle facciate esterne del Castello.

Si predilige come tipologia principale di illuminazione quella radente, caratterizzata dalla presenza di proiettori posti a intervallo regolare per creare una luce omogenea sull’edificio. Le parti sporgenti, gli aggetti e le peculiarità delle facciate sono messe invece di evidenza tramite luci d’accento laterali capaci di creare ombre sull’edificio e donare così profondità e dinamismo, insieme ai dispositivi a proiezione, posti sempre lateralmente ma rivolti su tutta la facciata.

Corso di Restauro Architettonico Corso di Laboratorio di Laboratorio di Restauro Architettonico -

Il Castello di Ascoli Satriano, trovandosi in una posizione strategica poichè vicino ad infrastrutture principali a scorrimento veloce, si presta ad essere un elemento di richiamo per il territorio. Per aiutare questo manufatto a diventare un vero e proprio landmark, si è reso necessario un progetto illuminotecnico capace di esaltare l’edificio storico e la città in cui esso si erge.

Lo scopo dell’illuminazione architetturale è rivelare l’esistente e creare legami tra elementi architettonici degli edifici e paesaggio per ottenere un’identità specifica nel rispetto dell’ambiente.

Progetto di Restauro Architettonico

STUDIO PLANIMETRICO

Università Politecnica delle Marche

PROGETTO DI VALORIZZAZIONE ILLUMINOTECNICA

39

MATTEO

ILARIA

GESSICA

CARMEN