GEOmedia 5 2010

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Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 5/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

N°5 2010

RILIEVO INTEGRATO PER LE DOLOMITI TEC TE CNICHE DI

X Arricchimento semantico del turismo alpino

X Informazione Geografica: lo stato dell’arte ad ASITA 2010

X Le applicazioni di EGNOS per l’aviazione civile

X GEOmedia incontra Peter Beaumont di NAVTEQ


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La distanza più breve fra due punti non è quella per tornare al treppiedi.

STAZIONE TOTALE TRIMBLE S8

"Avanti e indietro dall'ufficio": probabilmente l'aspetto più odiato dai topografi. Insieme, forse, all'esclamazione "di nuovo". La tecnologia Trimble® VISION™ aumenta il livello di produttività della stazione totale Trimble S8 riducendo drasticamente la necessità di tornare al treppiedi. Ora dal controller potete vedere tutto ciò che vede lo strumento. Perché tornare indietro? Con l'EDM dalla portata più lunga potete restare fermi, mantenere i piedi all'asciutto e usare il vostro controller per mirare e acquisire le misurazioni su superfici senza riflesso, a più del doppio della distanza a cui eravate abituati. Trimble S8 vi mette a disposizione anche lo streaming video dal vivo con i dati rilevati sullo schermo, a supporto del vostro lavoro. Grazie alla documentazione fotografica avete la verifica visiva di tutti i dati prima di lasciare il cantiere, eliminando il costo di dover fare avanti e indietro. Trimble VISION è l'ultima di una lunga serie di innovazioni, studiate per rendere più produttivo il vostro lavoro in campagna: sul campo, in ufficio e ovunque vi conducano le possibilità.

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Infrastruttura geografica e rilancio economico www.rivistageomedia.it

Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA, LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI, MICHELE DUSSI, SANDRO GIZZI, DOMENICO SANTARSIERO, LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI redazione@rivistageomedia.it Hanno collaborato a questo numero: G. AGUGIARO, F. BARTOLI, C. CAMOIRANO, E. CLEMENTINI, S. COSTABILE, D. DELLO BUONO, E. LANZA, C. PEZZELLA, F. REMONDINO, C. SIGOT, R. M. TODARO, A. RIZZI, F. ZUCCA. Redazione SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Via C. Colombo, 436 00145 Roma Tel. 06.62279612 Fax 06.62209510 redazione@rivistageomedia.it www.rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Via C. Colombo, 436 00145 Roma Web: www.aec2000.eu E-mail: info@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it Stampa Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di € 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Il presente numero è stato chiuso in redazionel'11 gennaio 2011. Editore A&C2000 s.r.l. Registrato al Tribunale di Roma con il N° 243/2003 del 14.05.03 ISSN 1128-8132 Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.

M

entre questo numero va in stampa apprendiamo che Intermap Technologies, dopo aver concluso interessanti contratti in Francia (e dei quali una panoramica viene fornita all’interno della rubrica Mercato), ha stipulato un ulteriore contratto da 12,4 milioni di Dollari per fornire modelli di elevazione digitale del terreno e immagini radar ortorettificate come parte del Programma di aggiornamento della mappe in scala 1:50.000 della NSDI (National Spatial Data Infrastructure) statunitense. Questi dati saranno usati per la produzione di carte topografiche per la gestione sostenibile dei progetti forestali e per supportare le necessità delle altre esigenze infrastrutturali. Notizie come questa farebbero bene anche all’Italia, se non altro per rilanciare l’ottimismo di un settore in ristagno ormai da un po’ di tempo. Questo comunicato conferma l’attendibilità del programma di rilancio economico del settore in atto negli Stati Uniti da noi precedentemente annunciato, confermando l’introduzione dell’infrastruttura geografica nella programmazione economica al pari delle infrastrutture primarie per i trasporti, le comunicazioni e la distribuzione dell’energia. D’altronde, se ci soffermiamo a pensare che nel momento in cui si autorizza una qualsiasi operazione sul territorio, come ad esempio il rilascio di una concessione edilizia, si usufruisce proprio di quella infrastruttura geografica che ci consente di verificare la localizzazione dell’opera, il suo contesto, la sua ubicazione in catasto e il suo rapporto con il paesaggio circostante e si subordina l’atto concessorio al pagamento di oneri di urbanizzazione, perché non si dovrebbe annoverare tra questi anche lo strumento cartografico utilizzato? E’ necessario che questo ‘onere’ venga maggiormente posto all’attenzione considerando una manovra economica in grado di innescare il rilancio della economia per l’aggiornamento di quell’infrastruttura geografica senza la quale sarà sempre più difficile il governo del territorio. Tra le applicazioni ‘sostenibili’ del settore pubblico questa appartiene a quelle che sicuramente hanno titolo ad essere considerate un vero volano all’economia potendo portare a vantaggi enormi in termini di ottimizzazione delle risorse evitando, ad esempio, di spendere soldi per dotarsi degli stessi servizi in venti regioni se si raccogliessero tali attività al livello centrale dello Stato. Un’economia scoraggiata come quella dei nostri giorni ha bisogno di lucidità ed interventi di ottimizzazione di questo tipo. Non di semplici tagli. Il settore di sviluppo e ricerca nella geomatica si muove in direzioni che attualmente difficilmente potranno integrarsi nel ciclo amministrativo burocratico attuale, si pensi solo al cloud computing e i sistemi 3D/4D. Nell’ultima conferenza EMEA di ESRI, tenutasi a Roma all’Ergife Hotel e di cui vi rendiamo conto in questo numero, Jack Dangermond e tutto lo staff di ESRI hanno fornito una visione dei sistemi futuri ben diversa da quella attuale, prevedendo la perdita della loro consistenza fisica presso l’utente per trasformarsi in servizi quasi immateriali di dati e software congiuntamente distribuiti, a tempo, per pagarne solo quanto ne serve e quando serve. Ma gli strumenti amministrativi che consentiranno alle amministrazioni di poter usufruire di tali servizi esistono? Come potrà una amministrazione pubblica acquistare tre mesi di server internet per servizi GIS on line comprensivi di dati, elaborazione e cartografia di base, la cui potenza sia commisurata alle necessità del momento? Sul settore del 3D/4D anche la standardizzazione di procedure è ben lontana. Se pensiamo ad esempio alle realizzazioni di ‘nuvole di punti’, per le quali è ancora praticamente impossibile avviare procedure competitive di gara con possibilità di comparazione delle offerte su richieste di capitolato ponderabili, ci rendiamo conto che il livello medio degli addetti al settore non ha neppure compreso ad oggi ove sia preferibile ed economico utilizzare sistemi a scansione di immagini anziché a scansione laser. Il 2011 sarà un anno eccitante in questa direzione, le premesse ci sono tutte.

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

Buona lettura, Renzo Carlucci direttore@rivistageomedia.it


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SOMMARIO 5-2010

FOCUS

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Pareti verticali e LiDAR: esperienze dalle Dolomiti DI

F. REMONDINO, F. ZUCCA, G. AGUGIARO, A. RIZZI

18 Arricchimento semantico del turismo alpino DI

ELISEO CLEMENTINI E FRANCESCO BARTOLI

REPORTS

22 EGNOS e l’aviazione civile

DI

FABRIZIO BERNARDINI E CARMINE PEZZELLA

26 Il Geoportale Nazionale e le applicazioni dei dati PSI per l’individuazione di aree soggette a rischio idrogeologico DI

SALVATORE COSTABILE

31 Dalle immagini alla carta: Gaeta, il decimo anniversario della Conferenza annuale Racurs A CURA DELLA REDAZIONE

32 ASITA 2010 e l'importanza dell'Informazione Geografica DI

SANDRA LEONARDI

34 ESRI EMEA 2010 S L F B 36 geoSDI: dal GIS allo scenario Web Shared D D B 40 La documentazione territoriale tra innovazione e tradizione DI

ANDRA

EONARDI E

RANCESCO

ARTOLI

DI

DI

IMITRI

ELLO

UONO

DOMENICO SANTARSIERO

42 ITN - Infrastructure, Telematics & Navigation DI

ELIANA LANZA, CRISTINA SIGOT, CHIARA CAMOIRANO

44 Venice GIS Portal: la punta dell'iceberg DI

RUDJ MARIA TODARO

INTERVISTA

50

NAVTEQ: evoluzione dei dati cartografici e contenuti nelle soluzioni geospaziali

A CURA DELLA REDAZIONE

ALTRE RUBRICHE

Immagine aerea nadirale delle Tre Cime di Lavaredo, ripresa nel 2004 da CGR/Blom con una Wild RC30 e obiettivo da 153 mm. La quota di volo di circa 5400 m. s.l.m. ha prodotto una scala media del fotogramma di 1:20.000. L'immagine è parte di una strisciata realizzata per la mappatura dell'area dolomitica ora patrimonio UNESCO.

12 MERCATO 47 AZIENDE E PRODOTTI 54 SCHEDA PRODOTTO 56 GI IN EUROPE 60 OPEN SOURCE 62 AGENDA 62 INDICE INSERZIONISTI


FOCUS

Pareti verticali e LiDAR Esperienze dalle Dolomiti

di F. Remondino, F. Zucca, G. Agugiaro, A. Rizzi Figura 1 - Le Tre Cime di Lavaredo, icona delle Dolomiti, patrimonio UNESCO dal 2009.

L’articolo presenta la campagna di rilievo e la modellazione tridimensionale delle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti, ottenuto nell’ambito del progetto Peaks-3D integrando dati da rilievo LiDAR terrestre e aereo. In particolare, l’acquisizione dei dati LiDAR aerei è avvenuta in modo obliquo per la complessità delle geometrie delle cime e la loro forte componente verticale.

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e Dolomiti sono state incluse nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel luglio 2009 per la loro bellezza ed unicità paesaggistica caratterizzata dalla combinazione di colori, pareti verticali, dirupi, crepacci, diffuse vallate lunghe e profonde e per la loro importanza geologica e geomorfologica. In particolare, questa combinazione si realizza nell’area delle Tre Cime di Lavaredo, tra le province di Belluno e Bolzano, in cui la prevalenza della dimensione verticale in combinazione con una varietà morfo-geometrica delle pareti viene espressa ai massimi livelli (Figura 1). Proprio le caratteristiche geometriche di tali complessi montuosi portano a rappresentazioni cartografiche solo parziali o di bassa risoluzione, anche dovute ai classici rilievi di tipo nadirale.

6

L’obiettivo del progetto Peaks-3D è proprio lo studio, l’identificazione, l’implementazione e la valutazione di possibili soluzioni tecniche di rilievo 3D che possano superare i suddetti limiti, sviluppando l’uso di prodotti veramente tridimensionali per scopi diversi. Le Tre Cime di Lavaredo, con le loro caratteristiche pareti verticali di quasi 600 metri di dislivello, costituiscono un ottimo caso di studio ai fini del progetto, che si prefigge altresì di fornire metodologie per la documentazione e la conservazione digitale, le analisi geologiche e geomorfologiche, nonché mezzi per la comunicazione didattica e turistica: si pensi, per esempio, alla possibilità di visualizzare tridimensionalmente le vie di arrampicata. Infine, il rilievo 3D dettagliato della situazione attuale ed il conseguente mo-

nitoraggio continuo dei processi in atto sono prerequisiti per definire opportune misure di protezione ed uso. Il rilievo tridimensionale delle Tre Cime di Lavaredo (area di circa 2 x 0.8 km) si basa sulla fusione di dati LiDAR aereo (ottenuti mediante acquisizioni oblique) con dati provenienti da laser scanner terrestre. Immagini aeree (oblique e nadirali) e terrestri ad alta risoluzione sono invece impiegate per la successiva texturizzazione e creazione di un modello 3D foto-realistico. Approcci di rilievo simili sono stati presentati in Ruiz et al. (2004), Boehm & Haala (2005), Sturzenegger et al. (2007), Szekely et al. (2009) e Squarzoni et al. (2009). In Gruen & Murai (2002) invece è descritto il rilievo 3D del Monte Everest a fini cartografici.

GEOmedia n°5-2010


FOCUS

Campagna di rilievo tridimensionale Un primo test di rilievo e modellazione 3D delle Tre Cime di Lavaredo è stato effettuato con un approccio di fotogrammetria aerea ‘tradizionale’, combinata con alcuni rilievi laser terrestri per integrare le zone di occlusione delle viste aeree. Tuttavia, i risultati fotogrammetrici hanno evidenziato come le immagini esistenti non fossero adatte per la generazione di un modello digitale della superficie (DSM, Digital Surface Model) adeguato agli scopi del progetto. Per ovviare a questo problema, si è deciso di effettuare un volo con acquisizione laser obliqua e di integrare questi dati con acquisizioni laser terrestri. Contestualmente al rilievo laser 3D sono state acquisite immagini sia nello spettro del visibile che nel vicino infrarosso, al fine di predisporre la successiva texturizzazione foto-realistica del modello 3D ed ulteriori analisi del comportamento termico dell’ammasso roccioso. Rilievo fotogrammetrico La fotogrammetria è in grado di ottenere risultati accurati, metrici e tridimensionali a diverse scale applicative. In particolare, la fotogrammetria aerea è la metodologia principale per la produzione di cartografia e ortofoto. Per il rilievo delle Tre Cime di Lavaredo è stato compiuto un volo ad hoc nel 2004 da parte di CGR/Blom usando una camera Wild RC30 con un obiettivo da 153 mm e una sovrapposizione longitudinale del 60% (Figura 2a). L’altezza di volo è stata di circa 5.400 m s.l.m. e ha prodotto immagini con scala media di 1:20.000 (con variazioni da 1:15.000, in corrispondenza delle cime, a 1:23.500, nelle valli circostanti). Le immagini analogiche sono state poi digitalizzate a 14 micron, fornendo una risoluzione media al suolo (GSD, Ground Sampling Distance) di 28 cm (e relativa variazione da 21 a 33 cm). Alcuni Ground Control Points (GCP) sono stati acquisiti in sito con un sistema Topcon GNSS e usati per la triangolazione delle immagini aeree in ambiente ERDAS LPS. Successivamente, il DSM dell’area è stato generato usando l’algoritmo di imagematching implementato in SAT-PP (4Dixplorer AG, www.4dixplorer.com) con

Type Wavelength Class Operative dist. Elevation acc.

ALS Optech ALTM 3100 EA 1.064 nm IV 80-3.500 m 5-20 cm (1 )

a)

b)

Figura 2 - L’area delle Tre Cime di Lavaredo vista nelle immagini fotogrammetriche (a): l’elevata base di presa ha creato alcuni problemi nella generazione automatica del DSM, in particolare nella zona delle cime. (b) Il DSM, creato ad 1 m di risoluzione, visualizzato in modalità color-code.

un passo di griglia di 1 m (Figura 2b). A causa dell’elevato valore di parallasse (elevata base di presa) e della texture insufficiente in molte zone delle cime, la generazione automatica del DSM in tali zone non è andata a buon fine, mentre ha dato risultati soddisfacenti nelle aree circostanti, che sono state ricostruite sufficientemente bene. Tali risultati hanno pertanto suggerito un cambio di approccio, optando per un rilievo LiDAR aereo. Rilievo laser aereo (ALS) Il rilievo LiDAR aereo è stato realizzato da Helica, con un elicottero Eurocopter AS350 B2 e a bordo la strumentazione riportata in dettaglio in Tabella 1. Il set-up strumentale, brevettato e unico al mondo, consiste in un laser scanner Optech ALTM 3100 EA montato a 45 gradi, accoppiato con una camera digitale Rollei, una camera NEC ad infraros-

Digital camera Rollei 6008 DB45 with Phase One H25 Sensor CCD, 5.440 x 4.080 px Pixel size 9 micron Radiom. resol. 16 bit Objective Super Angulon 50mm f/2.8 Type

si e sensori di posizionamento e assetto (Figura 3a). Il laser scanner ALTM 3100 EA si presta molto bene al rilievo di corridoi e valli strette pur mantenendo la possibilità di acquisire dati volando ad alta quota. Per ogni impulso emesso vengono misurati quattro echi del segnale, con un’accuratezza di 5 cm a 500 m di distanza. Il montaggio in obliquo del sensore laser, pur richiedendo una più attenta pianificazione del volo, permette l’acquisizione dettagliata di strutture geomorfologiche laddove un ‘classico’ approccio nadirale fornirebbe invece dati insufficienti. Nel caso delle Tre Cime di Lavaredo, il volo è stato pianificato per eseguire quattro strisciate longitudinalmente alle cime e due strisciate in direzione ortogonale, a quote variabili, al fine di rilevare nel dettaglio tutta la verticalità delle cime dolomitiche con una copertura di almeno dieci punti a metro quadro (Figura 3b).

Type Sensor Wavelength Radiom. resol. Objective

IR camera NEC TVS-200 EX Uncooled FPA, 320 x 240 px 8-14 micron 14 bit 14 mm

Tabella 1 - Caratteristiche del sensore LiDAR e delle camere digitali montate nel sistema brevettato di Helica.

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FOCUS

a)

TLS 2009

TLS 2010

scans

36

17

ALS 2010 -

points

82 Mil

128 Mil

43 Mil

aver. resolution

ca 5 cm

ca 5 cm

>10 pt/m2

Tabella 2: I dati laser acquisiti nelle diverse campagne di rilievo.

per processare grandi moli di dati 3D di origine eterogenea e di produrre modelli 3D texturizzati. La registrazione delle nuvole di punti a risoluzioni diverse è stata effettuata per mezzo di un algoritmo ICP opportunamente customizzato. Si sono poi generate delle mesh poligonali per le successive analisi e per gli studi geologici (Figura 4). Texturizzazione foto-realistica JRC Reconstructor permette inoltre anche la texturizzazione dei modelli 3D creati, sia in forma di nuvole di punti che di mesh poligonali. A tal fine, un classico approccio DLT è stato adottato per mappare le immagini nel visibile e nell’infrarosso sul modello digitale (Figura 5).

b)

Figura 3 - Il set-up strumentale realizzato per i rilievi obliqui tramite LiDAR e camere digitali (a). Le traiettorie del volo per il rilievo delle Tre Cime di Lavaredo (b).

Rilievo laser terrestre (TLS) Per ovviare ad alcune lacune presenti nel rilievo aereo, dovute perlopiù ad occlusioni e/o speroni rocciosi, due campagne di rilievo sono state effettuate, durante l’estate del 2009 e del 2010. E' stato utilizzato un laser scanner Optech ILRIS 3D, con cui si sono acquisiti circa 210 milioni di punti. Lo scanner può acquisire in un range di 3-1.700 m con un’accuratezza media di 7 mm a 100 m. Il laser è di classe 1 e lavora ad una lunghezza d’onda di 1.535 nm. Il rilievo è stato effettuato da diverse stazioni, cercando di ottenere una risoluzione media di 5 cm sulle pareti rilevate (Tabella 2). Integrazione, modellazione tridimensionale ed interpretazione dei dati I dati da rilievo aereo e terrestre dovevano essere co-registrati ed integrati in un’unica nuvola di punti omogenea. Tali operazioni devono trattare con: • dati multi-risoluzione, • geometrie 3D (e non solo 2.5D), • grandi quantità di dati geo-referenziati, • texturizzazione con immagini ad alta risoluzione. Si è pertanto cercato un pacchetto software in grado di gestire tutti questi aspetti problematici. JRC Reconstructor si è dimostrato uno strumento adeguato

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Analisi geologiche e geomorfologiche Le Tre Cime di Lavaredo sono costituite completamente da Dolomia Principale (circa 220-210 milioni di anni fa) e rappresentano uno dei più tipici morfotipi dolomitici, per la presenza di torri monolitiche, creste, pinnacoli e forcelle. Questa forma è legata a processi di morfo-selezione e, più specificamente, è una forma morfotettonostatica (Panizza, 2009), la cui evoluzione è guidata da faglie e sistemi di fratture che facilitano e determinano alterazione differenziale dell’ammasso roccioso. L’area dolomitica, inoltre, è stata soggetta, negli ultimi 10 anni, a numerosi crolli di roccia e ribaltamenti in aree sopra i 2.000 m s.l.m. (Fazzini & Panizza, 2006): si pensi alla Torre Trephor delle Cinque Torri, Cima Una, Pomagagnon, Cima Dodici, Forcella del Ciampei. Si suppone che questi movimenti siano una conseguenza dello scioglimento di porzioni di ghiaccio in zone di permafrost (ovvero perennemente sotto zero) che colmano le zone di frattura e ‘legano’ l’ammasso. Questi scioglimenti sarebbero da relazionare ai cambiamenti climatici e in particolare all’aumento delle temperature estive registrate negli ultimi

anni. I conseguenti cicli di gelo-disgelo potrebbero portare un aumento della probabilità di processi catastrofici (Gruber et al., 2004). Si tratta quindi di un paesaggio che deve molto alla sua storia geologica, ma che è in piena evoluzione con meccanismi di formazione attivi e che possono portare non solo a ridisegnare i panorami ma anche ad aumentare i rischi per l’uomo. Per tutte queste ragioni, la possibilità di ottenere un accurato modello 3D dell’intero complesso delle Tre Cime di Lavaredo offre l’opportunità di studiare sistematicamente le relazioni tra le forme del rilievo ed i network di discontinuità (faglie, fratture, giunti, stratificazione) che saranno estratti dal dato 3D attraverso software ad hoc (Figura 6). L’elevato valore del rilievo 3D è anche nell’azione di documentazione dello stato di fatto che servirà come base di riferimento per studi di evoluzione e monitoraggio, dove è possibile integrare al dato LiDAR anche dati da sistemi di misura complementari come camere termiche e analisi multi e iper-spettrali, il tutto in una cornice multi-temporale. Per questa ragione tra i prodotti in fase di realizzazione c’è anche un sistema GIS 3D per contenere e coordinare le diverse analisi e i conseguenti risultati. I dati da sensori LiDAR forniscono anche informazioni di intensità della scena scansionata, che è in linea di principio proporzionale alla riflettanza dei materiali illuminati, dipendendo dalle loro proprietà chimico-fisiche. Sperimentazioni su serie di riflettanza da dati TLS (Franceschi, 2008) hanno mostrato variazioni dell’intensità relazionate a variazioni del contenuto mineralogico di sezioni rocciose. Queste relazioni hanno aperto la possibilità di studiare variazioni cicliche sedimentarie al variare del tempo, offrendo quindi grandi opportunità per comprendere lo scorrere del tempo e delle ciclicità. Un tale studio sarà intrapreso anche sulle Tre Cime di La-

Figura 4 - I dati aerei e terrestri delle Tre Cime di Lavaredo, allineati e visualizzati con JRC Reconstructor. Le viste sono rispettivamente da nord, sud-ovest e sud-est.

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FOCUS

a)

b)

Figura 6 - Visualizzazione della cima centrale in base all’orientamento delle normali alla superficie rilevata

quali, per esempio, la consultazione delle vie di salita mappate tridimensionalmente sul modello (Figura 7). Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, si prevede di utilizzare il modello realizzato in sistemi di realtà virtuale (CAVE) per realizzare scenografie e usi diversificati che vanno da scopi didattici alla lettura del paesaggio, analisi dello scorrere del tempo geologico e dei suoi effetti, animazioni immersive, ecc.

c)

Ringraziamenti Gli autori desiderano ringraziare il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e Codevintec per il loro fondamenta-

a)

le supporto durante la campagna di rilievo con laser scanner terrestre. Un sentito ringraziamento va anche a Stefano Girardi (FBK Trento), Davide Zilioli (Università di Pavia), Nereo Preto, Marco Franceschi e Stefano Castelli (Università di Padova). Riferimenti 3D Optical Metrology Unit – FBK: http://3dom.fbk.eu Dip. Geoscienze: Università di Pavia, http://dst.unipv.it http://geoserver.unipv.it/3cimedilavaredo/ Helica S.r.l.: www.helica.it Gexcel: www.gexcel.it JRC Reconstructor: www.reconstructor.it

b)

Figura 5 - Il modello 3D finale delle Tre Cime di Lavaredo, visto da nord (a). Grazie all’integrazione dei dati multi-sensore ed all’elevato dettaglio geometrico, è possibile notare il rilievo e la corretta modellazione di zone in aggetto ('tetti'), qui texturizzate usando immagini nel visibile ed nell’infrarosso (b) e (c).

varedo, dove, grazie alla grande mole di dati, sarà possibile applicare un approccio di questo tipo su sezioni temporali (alias verticali) e orizzontali di dimensioni eccezionali. Conclusioni e sviluppi futuri Sono stati presentati i risultati preliminari del rilievo e della modellazione tridimensionale delle Tre Cime di Lavaredo, icona delle Dolomiti. La forte caratterizzazione verticale delle pareti ha richiesto un approccio di rilievo 3D integrato per l’acquisizione dei dati: sono state effettuate riprese aeree oblique e riprese da terra, impiegando sia laser scanner che camere fotografiche digitali. L’integrazione dei dati acquisiti con modalità e strumentazioni differenti ha permesso la creazione di un modello geometrico ad altissima definizione che è ora a disposizione per ulteriori studi geomorfologici, geo-applicati e analisi stratigrafiche, nonché per la realizzazione di repliche fisiche o per usi turistici

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c)

Figura 7 - Un’immagine di alcune vie di risalita (Svab & Renzi, 2009) della parete ovest (a) mappate e visualizzate in 3D (b, c)

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FOCUS

Gexcel

Bibliografia

Gexcel S.r.l., società compartecipata dall’Università degli Studi di Brescia, nasce nel 2007 dall’incontro e dalla intraprendenza di professori e ricercatori provenienti dal mondo accademico bresciano e dal Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea di Ispra. Gexcel è strutturata in due Business Units. La principale Business Unit si occupa di sviluppo di soluzioni software per dati provenienti da laser scanner. Il prodotto di punta è JRC 3D Reconstructor: software di riferimento per l’elaborazione di dati 3D da Laser Scanner apprezzato a livello mondiale e impiegato nei più svariati settori, nato all’interno del JRC per il controllo di centrali nucleari dall’IAEA (International Atomic Energy Agency) e oggi interamente sviluppato e commercializzato da Gexcel. Numerose anche le soluzioni verticali per importanti realtà, come la stessa Commissione Europea, per la quale Gexcel sviluppa software ad hoc per specifiche attività istituzionali. La seconda Business Unit offre servizi di consulenza ed ha l’obiettivo di supportare i clienti relativamente a: formazione, progettazione di rilevamenti, elaborazione dati, trattamento di reti topografiche e cartografiche, ecc. Grazie ad un team di ingegneri con un elevato grado di competenza, Gexcel è in grado di fornire consulenza e formazione anche ad alti livelli per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali o di progetti complessi, quali autostrade, aeroporti, ferrovie, ecc. La Mission di Gexcel può essere definita in base a quattro principi:

Boehm J., Haala N. (2005), Efficient integration of aerial and terrestrial laser data for virtual city modeling using lasermaps. Int. Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences 36(3/W19), ISPRS Workshop Laser scanning, Enschede, the Netherlands. Fazzini M., Panizza M. (2006), I crolli nelle Dolomiti orientali nell’estate 2004 in Salgaro (ed.), Scritti in onore di R. Bernardi, Bologna, Patron, pp. 247-257. Franceschi M. (2008), Application of terrestrial laser scanner to cyclostratigraphy, Tesi di Dottorato, Università di Padova. Gruber S., Hoelzle M., Haeberli W. (2004), Permafrost thaw and destabilization of Alpine rock walls in the hot summer of 2003, Geophysical Research Letters, vol. 31, L13504, 4. Gruen A., Murai S. (2002), High-resolution 3D modelling and visualization of Mount Everest, ISPRS Journal of Photogrammetry & Remote Sensing, 57, pp. 102-113. Panizza M. (2009), Geomorphodiversity of the Dolomites and some remarks on recent rockfalls. Proceedings of the International Conference ‘Landslide Processes’, 6-7 February 2009, Strasbourg, France. Ruiz A., Kornus W., Talaya J., Colomer J.L. (2004), Terrain modeling in an extremely steep mountain: a combination of airborne and terrestrial LiDAR. Int. Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, 35(B3), ISPRS Congress 2004, Istanbul, Turkey. Squarzoni C., Teza G., Galgaro A., Carraro C., Bucceri N. (2009), Terrestrial and airborne laser scanner techniques applied to rock slope instability analysis: the case of Einser-Cima Una (Sexten Dolomites, Italy), Geophysical Research Abstracts, Vol. 11, EGU2009-13569. Sturzenegger, M., Stead, D., Froese, C., Moreno, F. & Jaboyedoff, M. (2007), Ground-based and airborne LiDAR for structural mapping of a large landslide, the Frank Slide. Rock Mechanics: Meeting Society’s Challenges and Demands. Svab E., Renzi G. (2009), Tre Cime - Classic and modern routes, Versante Sud Edizioni. Szekely B., Molnar G., Roncat A., Lehner H., Gaisecker Th., Drexel P. (2009), Integrating airborne and terrestrial laser scanning data to monitor active landsliding, Geophysical Research Abstracts, Vol. 11, EGU2009-3557-2.

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Sviluppare tecnologie innovative e consolidate da trasferire al mondo imprenditoriale per favorire la risoluzione di problematiche di rilevamento 3D e tradizionale. Offrire a livello internazionale soluzioni ad alto contenuto tecnologico. Adattarsi con flessibilità alle problematiche tecniche che il mercato richiede. Investire nella crescita professionale del capitale umano per potersi mantenere all’avanguardia nello sviluppo software e nella consulenza di alto livello. Investire nella crescita professionale del capitale umano per potersi mantenere all’avanguardia nello sviluppo software e nella consulenza di alto livello.

Helica Helica opera nel settore del telerilevamento con sistemi laser-scanner (LiDAR), camere digitali ad alta risoluzione, sensori elettro-ottici girostabilizzati, sistemi di mobile mapping e sensori geofisici. Tramite queste tecnologie, genera e fornisce modelli digitali del terreno, immagini digitali aeree, cartografie digitali, mappe topografiche, geologiche ed analisi fisiche del territorio. Grazie ad una rete di esperti, l’azienda fornisce accurati dati territoriali, che possono successivamente essere integrati in sistemi GIS, per l’analisi delle risorse del territorio, la valutazione dell’impatto ambientale di nuove infrastrutture, il rischio idrogeologico, la progettazione e la manutenzione di opere d’ingegneria e la sorveglianza del territorio. Prima in Italia ad operare con sistemi LiDAR, Helica viene costituita nel 2000 avendo come core business il telerilevamento aereo. Helica punta a fornire al cliente dati telerilevati in modo puntuale ed accurato, secondo i più rigidi standard internazionali. Per offrire elevata tempestività di intervento e flessibilità nel rapporto con il cliente, Helica ha sin dal principio scelto di operare con strumenti e mezzi di proprietà gestiti internamente. Nella mission di Helica la ricerca ha un ruolo cardine: costantemente l’azienda mira ad applicare ed integrare tecnologie innovative che migliorino i propri processi operativi e sviluppino prodotti e servizi per un mercato in continua trasformazione. Per sviluppare progetti di ricerca sempre più articolati, Helica affianca al proprio staff tecnico strette collaborazioni con imprese e prestigiosi Istituti nazionali ed Internazionali impegnati nella ricerca e nel telerilevamento. Helica ha sede ad Amaro (UD), nel Nord Est italiano. Da qui si muove ormai da anni a livello internazionale e mondiale collaborando con enti ed istituzioni, dal Canada all’Australia, dagli Stati Uniti all’Austria.

Codevintec Codevintec, dal 1973, è uno dei maggiori distributori di strumentazione e know-how nel campo delle Scienze della Terra, Navigazione di Precisione e 3D Imaging riconosciuto a livello internazionale. È il punto di riferimento per sistemi ad alta tecnologia nei seguenti settori: studio del sottosuolo (georadar, sismografi, geoelettrica, logger da foro, inclinometri), vulcanologia e monitoraggio sismico (sismometri, magnetometri, gravimetri, inclinometri, reti con trasmissione VSAT), rappresentazione dei fondali e delle coste (Multibeam Beamformer e Interferometrici, SideScanSonar e SubBottom Profiler), navigazione e posizionamento di precisione ad alta dinamica (DGPS, IMU Inertial Measurement Unit), rilievi laser statici, dinamici, da barca, auto, aereo e per applicazioni speciali (LaserScanner 3D a lunga portata, LiDAR, software, sistemi complessi), sistemi per la rappresentazione della realtà in 3D: sott’acqua, a pelo d’acqua e terrestre. Codevintec ha al suo interno un qualificato laboratorio di assistenza tecnica ed è laboratorio europeo esclusivo per LaserScanner 3D terrestri Optech. Riconosciuta a livello internazionale ha fornito la strumentazione per le imprese Italiane più importanti in ambito scientifico: Rete Nazionale di Controllo Terremoti; rete Nazionale DGPS per la Guardia Costiera; varie reti GPS di monitoraggio deformazione; progetto SIM per il Corpo Forestale dello Stato; Progetto Antartico; Progetto MOSE.

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Abstract Dolomites in 3D thanks to laser scanner Peak3D is the project created to return in three dimensions the verticality of the mountains. In this project 8 companies and institutions are involved : The University of Pavia, The Foundation Bruno Kessler, The University of Padua, The University of Milan Bicocca, Codevintec, Helica, Gexcel and Protocube. Peak3D has dedicated itself to the Dolomites detected by the laser scanner. The data obtained allow many uses.

Autori F. REMONDINO, A. RIZZI, G. AGUGIARO {REMONDINO, AGUGIARO, RIZZIALE}@FBK.EU 3D OPTICAL METROLOGY, FBK TRENTO HTTP://3DOM.FBK.EU F. ZUCCA FRANCESCO.ZUCCA@UNIPV.IT DIP. DI SCIENZE DELLA TERRA, UNIVERSITÀ DI PAVIA, HTTP://DST.UNIPV.IT

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MERCATO Rilievi allo stato dell’arte: nasce Aerosigma Aerosigma, e l’omonimo consorzio che lega la SIT Srl, la Geotec Srl e la Nuova Avioriprese Srl, nascono per rispondere alle nuove e sempre più impegnative sfide imposte da un mercato in continua evoluzione che impone crescenti esigenze in termini di avanzamento tecnologico e contenimento dei costi utili per consentire un monitoraggio sistematico del territorio in tutti i suoi aspetti naturali, ambientali ed antropici ed il trattamento, la fruizione e la condivisione dei dati. La formazione del nuovo soggetto ha portato a sinergie commerciali, tecniche, organizzative e produttive tra le aziende componenti che possono ora disporre di un vasto e qualificato parco di attrezzature che vanno dagli aeromobili muniti dei sensori digitali per l’acquisizione dei dati, alle tecnologie e procedure per la produzione delle banche dati e la loro fruizione, condivisione e diffusione, anche su internet. L’ampio spettro di competenze, metodologie ed esperienze nel campo dei Sistemi Informativi Geografici e del Monitoraggio Ambientale, vanno a configurare un vero e proprio centro di competenze in grado di fornire una soluzione efficace nei suoi svariati settori di intervento. Per maggiori informazioni: www.aerosigma.it (Fonte: Redazionale)

Una mappa globale di copertura del suolo da ESA

Teorema Srl: soluzioni per tutti Te Teorema Srl, agenzia Leica per LLombardia e Piacenza, offre l’l’opportunità di conoscere e provare le nuove tecnologie p per il rilievo topografico ed p architetturale. La vasta gama ma di strumenti topografici e m geodetici di elevata qualità g è adatta a soddisfare qualssiasi esigenza professionale. E Esperti tecnici e professionisti d della vendita sono a completa disposizione, assicurando competenza, professionalità e serietà. Generazioni di topografi si sono affidati alla precisione ed alla qualità di Leica Geosystems: Leica VIV VIVA GNSS è la gamma completa di soluzioni GNSS in grado di variare dall’integrazione completa alle soluzioni totalmente modulari. Il vantaggio consta nel poter scegliere la soluzione GNSS ideale oggi e domani. Leica VIVA TPS è la stazione totale imaging più veloce nella sua classe. Grazie ad un’ampia gamma di modelli, al miglior sistema di rilievo con singolo operatore, all’ineguagliabile performance dell’EDM e ad una accresciuta semplicità d’uso, sarà possibile trovare sempre la stazione totale ideale col vantaggio di poter scegliere la stazione totale ideale per terminare i lavori più velocemente. Leica VIVA fornisce una gamma completa di soluzioni GNSS e TPS. Con l’esclusiva SmartStation e la versatile SmartPole, vengono richieste meno messe in stazione, meno punti di controllo e la flessibilità è al massimo. Il vantaggio: completare il rilievo in modo più veloce e flessibile. Maggiori informazioni su www.geomatica.it (Fonte: Redazionale)

La mappa globale di copertura del suolo ESA relativa al 2009 è stata rilasciata ed è disponibile sul sito web del progetto GlobCover (http://ionia1.esrin.esa.int). Con GlobCover 2009 è stato dimostrato che è possibile produrre un’accurata mappa globale di copertura del suolo anche nel breve volgere di un anno: essa è infatti stata prodotta sulla base dei dati del sensore ENVISAT Medium Resolution Imaging Spectrometer ad una risoluzione di 300m inviati nei 12 mesi precedenti. L’ESA e l’Université Catholique de Louvain, con base a LouvainLa-Neuve, in Belgio, hanno creato la mappa utilizzando un software sviluppato dalla francese Medias e dalla tedesca Brockmann Consult, su dati raccolti dall’1 gennaio al 31 dicembre 2009. La legenda della mappa utilizza il Land Cover Classification System dell’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura. Queste mappe sono utili per studiare gli effetti del cambiamento climatico, la conservazione della biodiversità e la gestione delle risorse naturali. Circa 8.000 persone hanno scaricato la versione precedente, GlobCover 2005. (Fonte: Redazionale)

GisItalia ricomincia da Tre...nto GisItalia riparte e mette il turbo: dopo un anno, il 2010, passato a riassettare e ricollocare l’azienda nel panorama nazionale, GisItalia riprende il suo importante ruolo nel settore dei Sistemi Informativi Territoriali con due anime, quella della distribuzione propria della sede milanese e quella consolidata nella progettazione di progetti GIS della nuova sede di Trento ora anche sede legale. Ecco la prima novità, due sedi per l’azienda, una nel cuore economico d’Italia e una in un’area geografica, quella di Trento, che tanto ha dato in questi anni nel settore del GIS. Le due anime sono rappresentate da due nomi conosciuti: Emilio Misuriello, che mantiene la carica di Presidente e Maurizio Revolti, che assume quella di Amministratore Delegato. Molte le novità della nuova configurazione: il contratto di distribuzione e-GEOS (Gruppo Finmeccanica) e l’apertura verso l’internazionalizzazione con stretti legami con aziende estere, prima tra tutti con la ‘consorella’ GIS Tunisie, per aprire collaborazioni con i mercati di Tunisia, Libia, e Algeria e con la CIT Group, con sede a Tirana, per il mercato dell’Albania e del Kosovo. Riprova dell’apertura verso questi nuovi mercati è la partecipazione dell’azienda a GeoTunis2010 (www.geotunis.org), in collaborazione con GIS Tunisie ed eGEOS, e l’alleanza aperta con la Konfindustria albanese che, attraverso il suo direttore, ha già visitato nel mese scorso GisItalia ed altre realtà lombarde. L’internazionalizzazione va a braccetto con l’idea di GisItalia di affrontare il mercato con una modalità nuova e innovativa: la rete di imprese. In un mercato dove il sapere è fondamentale per lo sviluppo del business, costruire un sistema di aziende a rete permette di catturare specializzazioni e competenze laddove ci sono. Questo sarà il ‘filo conduttore’ che guiderà lo sviluppo della nuova GisItalia insieme agli imprenditori nazionali ed internazionali che vorranno condividere questo percorso. (Fonte: Redazionale)

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MERCATO COSMO-SkyMed 4 ha raggiunto la sua orbita definitiva Il satellite italiano COSMO-SkyMed 4 ha raggiunto la sua orbita definitiva e sta inviando le prime immagini. La costellazione ha raggiunto il suo pieno funzionamento e la completa integrazione con l’arrivo del quarto satellite del sistema nella sua posizione orbitale definitiva. Lanciato il 5 novembre scorso dalla base di Vandenberg, in California, il satellite è entrato in pieno servizio con l’invio delle prime immagini alle stazioni di terra. Le operazione di messa in orbita anche del quarto satellite COSMO-SkyMed sono state gestite con successo dal team LEOP (Launch and Early Orbit Phase) del Centro Spaziale del Fucino di Telespazio, mentre le prime immagini radar di COSMO-SkyMed 4 sono state regolarmente acquisite dal Centro Spaziale di Matera e sono oggi disponibili. La costellazione, fiore all’occhiello dei programmi AS, è oggi più che mai in grado di effettuare una continua e puntuale osservazione della Terra, con parametri a elevata affidabilità, stabilità e continuità, a distanza di poche ore, su tutti i cambiamenti, spostamenti e variazioni del e sul territorio. In altre parole, un monitoraggio costante fino ad ora mai ottenuto. Il sistema COSMO- SkyMed ha raggiunto, quindi, la capacità ottimale di acquisizione di immagini, circa 1800 al giorno, riprese con qualsiasi condizione meteorologica, giorno e notte. Una caratteristica che rende il sistema italiano tra i più affidabili e avanzati al mondo. (Fonte: Telespazio)

MobileMapper 100 ™

MobileMapper™ 100 è l ultimo gioiello di casa Ashtech ed è l unico GPS presente sul mercato che si distingue per la sua modularità: L1 GPS, L1 o L1+L2 GPS & Glonass con le seguenti opzioni: RTK, Post-Processing e software GIS MobileMapper Field. Tutte le opzioni si possono integrare secondo le proprie necessità, attivandole semplicemente con codici di sblocco. Il tecnico GIS, partendo con lo strumento base , può avere precisioni submetriche. Il topografo, con le opzioni Glonass ed RTK, può avere precisioni centimetriche in tempo reale. Un altra caratteristica molto importante è il modem interno GSM/GPRS per ricevere la correzione NTRIP. MobileMapper™ 100 è l unico GPS portatile che può operare in RTK L1 con l antenna integrata! La tecnologia BLADE™, proprietaria di Ashtech, permette al ricevitore di operare in condizioni difficili tipo sottobosco o canyon urbani. A completare la caratteristiche professionali ci sono il sistema operativo Windows Mobile 6.5, la fotocamera integrata da 3 Mpixel e l estrema robustezza per operare in ambienti ostili. Caratteristiche • Accuratezza sub-metrica, decimetrica o centimetrica • Estremamente leggero e compatto con GSM/GPRS integrato • S.O. Windows Mobile 6.5 e fotocamera integrata da 3 Mpixel • Impermeabile e antiurto (IPX7) • Comunicazione estesa via Bluethooth o WiFi visita il sito www.rivistageomedia.it

MobileMapper 6 ™

MobileMapper™ 6 è uno strumento completo e ideale per acquisizione e aggiornamento dati GIS. Soddisfa le esigenze di chiunque ha bisogno di un GPS efficiente, produttivo ed economico per raccogliere dati in campo. MobileMapper™ 6, è molto facile da usare ed è pienamente compatibile con i più comuni software GIS. L opzione Post-Processing permette di avere precisioni inferiori al metro. La fotocamera integrata da 2 Mpixel ed un microfono con altoparlante permettono di arricchire la raccolta dati con immagini e note vocali.

www.arvatec.it Tel. e Fax 0331 464840 - NetFax 178 2223807

Caratteristiche • Adatto ad ambienti ostili (IPX7) • Windows Mobile 6.2 • Fotocamera digitale da 2 megapixel • Connettività Bluetooth • Possibilità Post-Processing

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©2010 Astech LLC. All rights riserved. The Astehc logo and MobileMapper are trademarkes of Ashtech, LLC. All other products and brand names are trademarks of their respective holders.


MERCATO Dati NEXTMap per l’IGN francese Intermap Technologies ha stipulato un accordo da 804.518 dollari con l’agenzia cartografica francese – l’Institut Géographique National (IGN) – per la fornitura di DTM (Digital Terrain Model) relativi ad alcune porzioni della Francia sud orientale e della Corsica (circa 300.000kmq), generati grazie ai dati ottenuti col completamento del programma NEXTMap Europe. L’IGN utilizzerà i modelli per migliorare i set di dati altimetrici relativi a queste regioni. Nel 2008 Intermap ha vinto una gara d’appalto promossa dall’IGN per la fornitura di dati di elevazione digitale relativamente alle Alpi francesi, dopo un’attenta valutazione delle metodologie di rilievo messa in atto dalla stessa agenzia cartografica francese. L’annuncio degli ultimi giorni non fa altro che confermare la volontà dell’IGN di volersi dotare di un database di dati geospaziali aggiornati, anche in previsione della compatibilità con i dettami della direttiva INSPIRE. I dati, che andranno a coprire anche alcune aree dei Pirenei oltre che alla regione delle Cevennes e la Corsica, verranno utilizzati come supporto a numerose applicazioni di natura geospaziale, con un’attenzione particolare verso le fasi di preparazione e risposta in situazioni di emergenza. (Fonte: Redazionale)

Optech acquisisce Geospatial Systems Optech ha acquisito le operazioni e gli asset di Geospatial Systems, un’azienda americana attiva nel settore dell’imaging tradizionale. Secondo Don Caswell, presidente di Optech, il settore dell’imaging fotogrammetrico e della raccolta dati LiDAR vivono una comune dinamica di avvicinamento che li porterà a fondersi in un unico flusso tecnologico. Optech ha deciso di puntare su Geospatial Systems dopo essere rimasta affascinata dalle capacità dell’azienda americana nell’ingegnerizzare e produrre sistemi di imaging georeferenziati elettro-ottici, infrarossi (EO/IR) e multispettrali. Le camere ad alto rendimento di Geospatial Systems, il loro robusto packaging e le potenti capacità di elaborazione delle immagini permetteranno la futura fusione delle soluzioni LiDAR di Optech con quelle di imaging tradizionale. L’acquisizione rientra nella strategia di Optech di fornire prodotti e supporto orientati sempre più verso le esigenze dei clienti. Tra le soluzioni che Geospatial Systems porta in dote si ricorda TerraPix che, con la presenza di più sensori metrici, è una piattaforma comune per la fornitura di soluzioni dedicate per il rilievo ed il mapping aereo, la gestione degli asset e per la sorveglianza e la ricognizione in ambito di intelligence. L’architettura di TerraPix permette il controllo della camera, l’integrazione del sistema inerziale di navigazione e funzionalità di elaborazione dell’immagine. (Fonte: Redazionale)

Annunciato un nuovo progetto di telerilevamento in Grecia Geosystems Hellas sta collaborando con il Mediterranean Agronomic Institute of Chania e con e-GEOS su un progetto di trimestrale volto a sfruttare immagini in alta risoluzione all’interno dei prodotti ERDAS per poi permettere agli utenti di minimizzare i requisiti in termini di elaborazione e di utilizzare le varie funzionalità per creare prodotti per l’intelligence con accurate caratteristiche del terreno, delle feature e delle immagini. Precedentemente, il telerilevamento di Creta ha rappresentato una sfida per molti sensori satellitari, a causa della natura variabile dell’entroterra dell’isola. Il progetto in svolgimento valuterà la capacità di rilevare in remoto la regione grazie ad una migliore risoluzione spaziale e spettrale dei nuovi sensori. Un team di studenti del programma di Geoinformazione e Gestione Ambientale del MAICh sta utilizzando ERDAS IMAGINE, LPS, LPS Terrain Editor, LPS Stereo, LPS eATE, Stereo Analyst per ERDAS IMAGINE, ATCOR 2-3 e PRO600 per elaborare dati e analizzare i risultati del progetto. Il team prevede di condividere i risultati finali auspica che essi possano essere utili in ambito agricolo per tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. (Fonte: Redazionale)

Facebook mappa l’amicizia Visualizzare dati è come fare una foto. Quando i dati riguardano 500 milioni di persone, ci sono molte lenti attraverso le quali è possibile osservarli. Una, in particolare, ha catturato la curiosità di Paul Butles, ingegnere tirocinante nella sede californiana di Facebook: cartografare l’amicizia. La passione si è trasformata in un impegno e Butles ha cercato di visualizzare un modo che evidenziasse le città che avevano il maggior numero di relazioni tra loro. Combinando i dati e sommando il numero degli amici di amici tra un paio di città, associando le coordinate geografiche, latitudine e longitudine, il gioco è fatto: si inizia a esplorare le relazioni con lo sviluppo di statistiche. Con un controllo di integrità, ha tracciato i punti indicando latitudine e longitudine. Il risultato? Ha visto comparire un disegno raffigurante il mondo. Poi cancellando i punti e le linee tracciate, dopo pochi minuti di rendering, è apparso un grande ‘blob’ bianco al centro della mappa. Alcuni dei bordi esterni della figura somigliavano vagamente ai continenti, ma era chiaro che i dati a disposizione erano troppi per ottenere risultati interessanti solo disegnando delle linee. Allora Butles ha pensato che tracciando delle linee semi-trasparenti, poteva aggirare l’ostacolo in quanto l’ambiente grafico non poteva gestire le tonalità di colore per farlo funzionare nel modo desiderato. Ha definito i pesi per ogni coppia di città in funzione della distanza euclidea e in relazione al numero di amici presenti, tracciando le linee tra le coppie di modo che le coppie di città, con il maggior numero di amicizia tra di loro, venissero messe in evidenza. Qualche altra accortezza tecnica e il blob si è trasformato in una mappa dettagliata del mondo dove le linee tracciate non hanno il consueto significato geografico, non rappresentano, fiumi, monti, ecc., ma le relazioni tra le persone. Non confini politici ma rapporti umani. (Fonte: Redazionale)

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GIOVE-A taglia il traguardo dei cinque anni in orbita GIOVE-A, il primo prototipo di satellite per il sistema di navigazione GALILEO, è ancora operativo, nonostante siano appena passati cinque anni dalla sua prima immissione in orbita. GIOVEA, lanciato il 28 ottobre 2005 con un razzo Soyuz dalla base di Baikonur, in Kazakistan, carica a bordo un prototipo di orologio al rubidio specificatamente progettato per la costellazione GALILEO. Il 27 aprile del 2008, GIOVE-A è stato affiancato da GIOVE-B, equipaggiato con maser passivo a idrogeno ultra preciso ed un secondo orologio al rubidio. I satelliti operativi della costellazione GALILEO porteranno a bordo tutti e due i tipi di orologi, allo scopo di fornire la massima precisione possibile. A detta del team dell’ESA che ha sviluppato i due satelliti, la vita dei due satelliti era stimata in 27 mesi ed è dunque una piacevole sorpresa notare come sia GIOVE-A, con 60 mesi, che GIOVE-B, con 33, siano ancora perfettamente operativi. La longevità dei due satelliti è spiegabile con il normale margine di cui si tiene conto in fase di progettazione ma anche ad una certa dose di fortuna: essi si sono trovati ad orbitare in un periodo di eccezionale calma in termini di attività solare. Il normale ciclo solare un decennale ha infatti restituito una quantità molto bassa di radiazioni, cosa che ha influito positivamente sul nuon funzionamento dei dispositivi. I risultati fin qui ottenuti da GIOVE-A e GIOVE-B sono estremamente incoraggianti. Entrambi gli orologi atomici hanno provato un’ottima resistenza agli effetti delle radiazioni; addirittura, il maser passivo a idrogeno a bordo di GIOVE-B – progettato per perdere meno di un secondo ogni tre milioni di anni – si sta comportando così bene che gli errori sono praticamente impossibili da rintracciare all’interno della misurazione generale del rumore del sistema. I satelliti GALILEO per la validazione dell’orbita sono pronti e GIOVE-A sta già creando loro uno spazio operativo; nel luglio 2009 sono infatti cominciate le manovre per posizionarlo in un’orbita ‘cimitero’, circa 300km al di sotto della sua normale orbita. (Fonte: Redazionale)

GeoEye completa l’acquisizione di SPADAC GeoEye ha completato l’acquisizione del 100% delle azioni di SPADAC, per una somma di 46 milioni di dollari. Con il completamento dell’operazione commerciale, SPADAC diventa un’azienda sussidiaria completamente controllata e prenderà il nome di GeoEye Analytics. Essa fornirà soluzioni geospaziali in ambito predittivo per oltre 40 clienti all’interno dei mercati chiave della difesa, dell’intelligence e della sicurezza interna. Questo tipo di attività è fondamentale per restituire a questo tipo di clienti un punto di vista interno ed aggiornato in supporto alle operazioni mission-critical che vengono svolte in giro per il mondo. Sia GeoEye che SPADAC, come aziende singole, hanno avuto un iniziale successo nei settori petrolifero, del gas e minerario. GeoEye ha però visto crescere i sui guadagni da quando ha stipulato un accordo con Google per fornire le immagini satellitari necessarie ai prodotti cartografici online dell’azienda. Ora, GeoEye e SPADAC, intese come un’unica entità commerciale, lavoreranno in tandem per spignersi ancora più in là nel mercato. Combinando gli strumeti dell’una con la piattaforma online dell’altra, i dirigenti delle due società sono sicure di poter coprire un ampia parte del mercato delle immagini satellitari.

(Fonte: Redazionale)


MERCATO

La Geomatica per il Catasto, l’Ambiente e il Territorio: un ciclo formativo a 360° Geo4all e AdmForm hanno dato vita ad una nuova offerta formativa mettendo a fattor comune l’esperienza maturata dal gruppo Geo4all, che si occupa dei problemi connessi al governo del territorio attraverso la geomatica, e quella maturata da AdmForm, erede del gruppo Albatros, che ha conquistato negli ultimi anni una solida posizione come punto di riferimento del settore ingegneristico e territoriale. Nel 2011 verranno avviati corsi di formazione che avranno come fulcro la geomatica per il governo del territorio, il monitoraggio ingegneristico ed ambientale e la documentazione e monitoraggio del patrimonio culturale. I docenti saranno selezionati tra gli esperti del settore di chiara fama. Il primo corso attivato consta in un percorso formativo completo sulle procedure di informatizzazione dei dati catastali ad uso dei professionisti, Procedure PREGEO e DOCFA. Il corso Uso di reti di stazioni GNSS permanenti verterà sull’utilizzo del sistema di posizionamento satellitare all’interno delle reti di riferimento permanenti regionali. Di seguito sono elencati i corsi che verranno attivati nel 2011: • • • • • •

Procedure informatiche per il Catasto Catasto e governo del territorio Ortofotocarte da immagini satellitari ad alta risoluzione Corso in rilievo per il restauro L’uso topografico e geodetico del posizionamento satellitare GNSS-GPS L’uso di reti di stazioni GNSS permanenti: il sistema di posizionamento satellitare all’interno delle reti di riferimento permanenti regionali. • Sistemi di coordinate e loro trasformazioni nei GIS • Il sistema GNSS per la pratica catastale

I corsi si svolgeranno a Roma; la disponibilità di posti è limitata, per maggiori informazioni e dettagli su programmi, costi, date e modalità di iscrizione: www.geo4all.it oppure Tel. 0644341322.

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Immagina quello che potresti fare se potessi aggiungere informazioni provenienti da immagini geospaziali al tuo GIS, in modo facile e conveniente. Da oggi puoi farlo. Ti presentiamo ENVI EX, un software sviluppato proprio per aiutarti ad estrarre le informazioni presenti nelle immagini geospaziali e arricchire i tuoi GIS. ENVI EX si integra Áuidamente con $rcGIS per inserirsi facilmente nei tuoi worNÁow. Inoltre i rivoluzionari processi guidati ti accompagnano attraverso le operazioni di analisi di immagini piu’ avanzate, permettendoti di ottenere i risultati di alto livello per cui ENVI e’ conosciuto. ENVI EX – informazioni geospaziali precise per il tuo GIS, oggi in modo facile.

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FOCUS

Arricchimento semantico del turismo alpino di Eliseo Clementini e Francesco Bartoli

La capacità di tradurre concettualmente una ricerca utente in una query verso una banca dati è uno dei benefici chiave del Geospatial Web. L’arricchimento concettuale del web semantico influenza anche le applicazioni turistiche, soprattutto quelle in ambiente alpino. L’utente, in misura sempre maggiore, diviene parte stessa del sistema sentieristico. Sempre meno ha bisogno di interpretare cognitivamente i risultati visualizzati su di una mappa. I percorsi sono valorizzati sia per l’enfasi geografica attraverso i broad boundaries sia nella loro sicurezza intrinseca, in particolare rispetto al rischio valanghe.

L’

industria del turismo è senz’altro una delle più floride nel panorama nazionale e internazionale. In particolar modo la tecnologia e le risorse Web di generazione 2.0, stanno permeando questo settore e necessitano sempre più di collezionare dati tematici, acquisire metadati in grado di esprimere concetti e relazioni tra di essi e visualizzare mappe strategiche per attirare l’attenzione del turista. Le mappe sono uno strumento capace di presentare, in modo naturale ed effettivo, informazioni turistiche. Infatti, i turisti le utilizzano, spesso, per esplorare i viaggi prescelti e per decidere gli itinerari da seguire, grazie alla capacità di rappresentazione compatta e alla facilità di comprensione delle informazioni che si riescono a percepire. La ricerca e gli studi nel campo tecnologico stanno, però, arricchendo e stravolgendo l’approccio classico. La stessa geografia, inoltre, usufruisce sempre più della liberalizzazione di alcune sorgenti di dati (vedi l’esempio della Regione Piemonte) e dell’impulso derivante da progetti di cooperazione sul Web, a tal punto da non riuscire a districarsi più tanto bene tra le disparate fonti da cui si può attingere. Esempi come openstreemap.org, geocommons.com stanno lentamente plasmando l'approccio relativo allo sviluppo di strumenti Web ad uso e consumo dell’utenza turistica. Questi progetti di cooperazione applicativa hanno dato uno slancio decisivo all’industria geospaziale e vanno sicuramente tenuti in considerazione anche nello sviluppo di sistemi informativi in ambito turistico ricreativo.

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Quali sono le aspettative rispetto a un servizio di questo tipo? Senz’altro quello di fornire, in modo dettagliato, informazioni mirate e specifiche in base alle peculiarità e alle attitudini individuali del viaggiatore. Ciò non toglie che la visualizzazione su mappa rimanga l’approccio più facile e diretto sul Web. La navigazione sulle mappe può essere arricchita con l’utilizzo di GUI (Graphical User Interface) o strumenti di ricerca più o meno potenti, secondo le varie tecniche in circolazione, ma pur sempre con limitato successo alla comprensione dell’intelletto umano, senza una reale possibilità di interpretazione da parte di un automa. Questa limitazione è in via di superamento, con il cosiddetto Web Semantico definito nell’ambito del consorzio W3C, adoperando metodi in grado di generare contenuti comprensibili ai programmi e di generare logica di automatizzazione e interpretazione delle risorse Web e delle meta-informazioni aggiuntive a disposizione. In tal modo anche i sistemi possono usufruire di contenuti multimediali, ivi compresi quelli geospaziali, e utilizzarli per cooperare a una navigazione più ricca, dettagliata e ontologicamente rilevante. Le ontologie costituiscono l’approccio utilizzato per legare semanticamente i concetti di certi domini applicativi secondo una determinata logica e un linguaggio che può essere utilizzato dalle applicazioni per comprendere il significato di un’informazione invece di interpretarla al solo scopo di visualizzarla. L’arricchimento che ne deriva

Escursionista in salita solitaria lungo un percorso scialpinistico.

genera tutta una serie di relazioni tra i termini di un vocabolario (contesto applicativo) in maniera non ambigua. La sintassi utilizzata prende il nome di Web Ontology Language (OWL) e prevede un formalismo logico che descrive i concetti secondo un meccanismo di strutture complesse riconducibili a classi e proprietà. Ciononostante è necessario fare attenzione a non confonderle con quelle riguardanti la tipizzazione delle basi dati! In concreto, un’ontologia può essere vista come semplificazione e astrazione di un certo dominio che si vuole rappresentare per qualche scopo. Essa definisce, in modo indipendente, la semantica di rappresentazione dei dati e può essere vista come un ‘mondo aperto’, al contrario di un database: infatti, ciò che non è stato realizzato nella definizione di un database è dovuto al fatto che non è possibile farlo a meno di modificarne la struttura, e di solito non è mai compito facile. Al contrario, un’ontologia è per sua natura scalabile e riutilizzabile, al contrario di uno schema GIS. L’organizzazione delle informazioni e delle espressioni legate al turismo costituisce un modello di classificazione capace di ottenere una migliore integrazione e interoperabilità fra gli elementi di un sistema informativo turistico. Le ontologie del turismo sono pensate per rispondere a tre domande frequenti che si presentano al momento di sviluppare un’applicazione turistico-ricreativa, secondo lo schema consolidato del What, Where, When:

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FOCUS

• che cosa vuole vedere, visitare e fare un turista durante il soggiorno in una località? • dove si trovano i posti interessanti da visitare? Dove è possibile praticare specifiche attività come sciare, trekking, scialpinismo, alpinismo, ecc.? • Quando è consentito praticare talune attività? Tale informazione non ha ache fare solo con la finestra temporale del soggiorno e della gita programmati ma anche con quelle che sono e saranno le condizioni meteorologiche. Tutte le classi con cui potremmo descrivere l’ontologia turistica alpina appartengono al paradigma della tripla W, naturalmente presupponendo che, di fatto, l’attributo territoriale (alpino) generi un restringimento del concetto stesso di turismo. Il turismo alpino non vive di solo sci, o meglio della disciplina dello sci alpino, senza volerle togliere il primato nell’indotto economico. Infatti, le attività outdoor montane hanno riscosso e stanno ottenendo una notevole visibilità rivalutando, di fatto, un’economia che sembrava in una situazione di stallo se non in regressione. Questo stimolo ha sensibilizzato molte amministrazioni ed enti del turismo sia locali che regionali a dotarsi di tutte quelle tecnologie di facile accesso e immediata consultazione per arrivare a soddisfare la richiesta in maniera diretta, fornendo informazioni e mappe sempre più dettagliate e correlandole con le informazioni geografiche attinenti a una gita. Che sia un’escursione in alta montagna, un’arrampicata su roccia o una salita di scialpinismo, l’utente, oltre a dover prevedere la sistemazione in una data località, deve poter attingere sia a tutte le informazioni di utilità del posto (disponibilità di accompagnatori professionisti, negozi di materiale tecnicosportivo, ecc.) che a specifiche inerenti il percorso da compiere (materiale tecnico indispensabile, tracce GPS, condizioni dell’itinerario, situazione nivo-meteorologica, rifugi a disposizione, ecc.). Quindi modellare un’organizzazione concettuale che lega insieme tutti questi concetti consente la valorizzazione delle richieste dell’utente e intrinsecamente una maggiore ricettività nello sfruttare le singole preferenze del turista. Un esempio: «Qual è il mio itinerario preferito, interamente percorribile con gli sci ai piedi, vicino a Cortina d’Ampezzo, soggetto a un rischio valanghe moderato, da percorrere domani?»

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Paradigma del What, Where, When.

Il quesito esprime parecchie preferenze dell’utente: • l’itinerario deve essere percorribile in salita con gli sci, quindi completamente innevato; • quanto la gita deve essere vicino a Cortina; • quanto non deve essere esposta a fenomeni valanghivi. Rispondere alla questione necessita un’integrazione spinta tra disparate sorgenti di dati: devono essere interrogati i servizi meteorologici per verificare se sta nevicando intensamente sugli itinerari, verificare le condizioni nivologiche per stabilire la previsione del rischio valanghe; inoltre, le regole semantiche devono determinare quale degli itinerari dove sta nevicando si trovi in zone soggette a pericolo valanghe e perciò esposte a rischio. Una soluzione complessa (vedi GEOmedia n. 3-2010). L’utilizzo di una metrica di ricerca attraverso query semantiche piuttosto che classiche comporta il non dover interpretare i risultati provenienti da sorgenti eterogenee per esprimere

concetti complessi e risultati d’insieme, nonché la diminuzione della complessità computazionale e nel trattare formati speciali per geometrie complesse e dati geospaziali generali. Le ricerche concettuali permettono agli utenti di combinare, attraverso regole semantiche, i risultati di query geospaziali in concetti veri e propri. Lo schema di processamento attraverso Web Services semantici, mediando un servizio WFS, schematizzato nella figura seguente, è uno dei benefici chiave del Web geospaziale. Inoltre, sfruttando la chiave collaborativa dei social network, l’utente con le proprie preferenze e le referenze attribuite (sistemi di rating) è a sua volta coinvolto nel rendere affidabile il dato stesso, sia esso geografico che non. In sostanza l’idea capitale è molto simile al concetto cui ci affidiamo nelle contrattazioni sul portale eBay. Un esempio di Recommender System è quello sviluppato nell’applicazione moleskiing.it, dove una metrica di verifica (Trust-Aware) consente agli scialpinisti di inserire informazioni aggiornate sulle vie percorse e condividerle

Servizi semantici geospaziali basati su WFS.

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FOCUS con la comunità valorizzandone l’affidabilità. In tal caso si tratta di manipolare informazioni vitali per la sicurezza di un itinerario. Conoscere in anticipo le condizioni della neve gioca un ruolo chiave ed è difficile avere, preventivamente, dai servizi nivologici una situazione puntuale per una singola rotta. I fenomeni valanghivi, infatti, sono caratterizzati da un certo numero di concause naturali che li rendono poco prevedibili e difficilmente localizzabili, laddove invece l’occhio e la cognizione dell’uomo possono essere decisivi nell’individuarle in precisi punti di un itinerario. Condividere questa conoscenza in maniera controllata ed esserne al tempo stesso verificatori altrui può essere cruciale ai fini della sicurezza comune. Inoltre esiste anche un regime di sicurezza che può essere delegato e inferito nel concetto geospaziale relativo a ciò che definiamo un itinerario. Tipicamente una via percorsa in ambiente alpino non è mai come la rappresentiamo su di una mappa. O meglio, singolarmente, ognuno la percorrerà generando una certa fascia d’incertezza rispetto a una singola traccia di coordinate. Ciò è ulteriormente amplificato su terreno innevato dove, oltremodo, diminuiscono punti e sentieri di riferimento. Uno degli aspetti semantici più interessanti da integrare in un sistema informativo dedicato al turismo alpino riguarda la modellazione dell’incertezza che caratterizza sia i percorsi sia gli oggetti naturali degli scenari alpini, quali le foreste, i ghiacciai, e le perturbazioni atmosferiche. Infatti, tutti questi oggetti non sono facilmente riconducibili a una rappresentazione con oggetti geometrici esatti come polilinee e poligoni, ma sono caratterizzati da contorni indeterminati. La loro analisi e la conseguente possibilità di rappresentazione ad oggetti con incertezza è un tema attuale di ricerca sebbene la realizzazione di tali sistemi sia ancora in fase preliminare. Gli oggetti spaziali con broad boundary sono in grado di rappresentare l’incertezza che generalmente accompagna i dati geografici. I contorni esatti (crisp) sono sostituiti da contorni allargati (broad) che modellano la fascia d’incertezza. Due sono le interpretazioni principali di tale fascia d’incertezza: incertezza posizionale, nella quale il broad boundary rappresenta l’insieme delle possibili posizioni che può assumere il corrispondente boundary esatto, oppure fuzzy boundary, nel caso di oggetti spaziali in cui non è possibile definire un confine esatto, come nel caso di feature naturali come foreste e montagne.

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Broad Boundaries di un percorso alpino.

Il modello logico sottostante la rappresentazione geometrica è un modello a tre valori, che si sostituisce alla normale logica binaria. Un oggetto spaziale tradizionale (ad esempio rappresentato con collezioni di polilinee e poligoni) obbedisce a una logica a due valori, per cui un punto del piano può appartenere o non appartenere all’oggetto. Nella logica a tre valori, per ogni punto del piano, si può stabilire se un punto appartiene sicuramente all’oggetto (true), se non vi appartiene (false) o se non si è sicuri della risposta (maybe). Nel caso dei percorsi montani, rappresentati tradizionalmente come polilinee esatte, abbiamo bisogno di trasformare la rappresentazione in linee incerte, dove possiamo ritrovare due tipi di incertezza: negli estremi o nella parte interna della linea. Consideriamo il punto di partenza e il punto di arrivo di un itinerario: non necessariamente tali punti corrispondono nella realtà a punti esatti, ma corrispondono più che altro a zone o località di partenza e arrivo. Le regioni d’incertezza nei punti estremi della linea costituiscono propriamente il broad boundary della linea (in topologia, si ricorda che il boundary di una linea è dato dai suoi punti estremi). Parimenti, un percorso montano non può essere specificato con esattezza neanche nella parte interna del tracciato, che può subire variazioni in parte sensibili ogni volta che un escursionista lo percorre. Possiamo pertanto rappresentare tale parte interna del percorso con il broad interior della linea. Questi due elementi, il broad boundary e il broad interior, costituiscono un modello ampliato e arricchito semanticamente di un percorso alpino. Con tale modello a disposizione è possibile interrogare il sistema facendo uso di relazioni topologiche approssimate. Ad esempio, si possono trovare i percorsi che passano nelle immediate vicinanze di un punto d’interesse o si può stimare se un percorso potrebbe essere interessato da un rischio valanghe, agendo in modo conservativo sull’incolumità del turista.

Parole chiave ONTOLOGY, GEOSPATIAL WEB, ALPINE, ROUTE, BROAD BOUNDARY, LANCHE.

TOURISM, WFS, AVA-

Bibliografia Clementini E., Objects with Broad Boundaries in Encyclopedia of GIS, S. Shekhar and H. Xiong, Eds. New York: Springer, 2008, pp. 793-799. Kammersell W., Dean M., Conceptual Search: Incorporating Geospatial Data into Semantic Queries in The Geospatial Web, Arno Scharl Klaus Tochtermann, Eds: Springer, 2007, pp. 47-54.

Abstract Semantic enrichment of alpine tourism Ontological enrichment from semantic Web finds its own achievement in tourism information, mostly those related to alpine world. Moreover, information systems and trails become straightforward and user-centric when tourist doesn’t need to learn concepts and meanings from maps. Broad boundaries patterns accomplish this semantic refinement in order to worth both geographic appeal and routes safety, making sense of avalanche awareness risk.

Autori ELISEO CLEMENTINI ELISEO.CLEMENTINI@UNIVAQ.IT FRANCESCO BARTOLI FBARTOLI@RIVISTAGEOMEDIA.IT

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2011 è l’anno dell’eccellenza Quest’anno puntiamo molto in alto. Niente risparmi sulla qualità, niente tagli agli investimenti, niente concorrenza sleale. Uomini e fornitori di talento. Beh, come sempre...

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EGNOS e l’aviazione civile di Fabrizio Bernardini e Carmine Pezzella

Continuando quanto introdotto nello scorso numero in merito al sistema EGNOS in generale, in questo articolo ci addentriamo nelle problematiche relative al suo utilizzo primario, cioè quello per l’aviazione civile.

A tutti gli effetti il mondo aeronautico è ancora strettamente legato ad una fitta rete di radioassistenze alla navigazione installate a terra. Se quelle a lunga portata, Omega e Loran, sono ormai scomparse grazie all’avvento del GPS, questo non è ancora il caso per le radioassistenze per la navigazione d’area o in prossimità degli aeroporti. Per la navigazione d’area si usano apparati VOR/DME (VHF Omnidirectional Range/Distance Measuring Equipment) che offrono un preciso rilevamento (e guida) di direzione e di distanza dalla stazione. L’accuratezza fornita è quella del grado, in direzione, e del decimo di miglio nautico, in distanza. A questi si affiancano gli apparati NDB (NonDirectional Beacon), che offrono una semplice direzione relativa rispetto alla stazione e vengono usati soprattutto per scopo di orientamento. Antichi in pratica quanto l’invenzione della radio, gli NDB stanno rapidamente cadendo in disuso nel mondo più industrializzato. Le radioassistenze di area sono ormai considerate secondarie nel mondo degli aerei da trasporto, in genere guidati da sistemi di navigazione inerziale che garantiscono una completa autonomia operativa, soprattutto sulle tratte a corto e medio raggio. L’avvento del GPS ovviamente ha migliorato ancora di più le cose (non soffrendo di accumulo di errore come i sistemi inerziali), ma la sua diffusione nel settore della navigazione d’area ha trovato terreno di crescita più rapido nel mondo dell’aviazione generale (sia da diporto che commerciale), che in quello dell’aviazione da trasporto. Le cose vanno in maniera diversa nel caso della navigazione in prossimità degli aeroporti dove occorre fornire al velivolo indicazioni di guida con precisione crescente in funzione della visibilità e della separazione dagli ostacoli. Stiamo ovviamente parlando soprattutto dei sistemi di guida per l’atterraggio dove il profilo di avvicinamento deve portare il pilota a conseguire un corretto posizionamento lungo l’asse della pista e in visibilità della stessa, al fine di poter eseguire la manovra di atterraggio in completa sicurezza. In queste situazioni i margini di manovra (apparentemente ampi) vanno considerati in base alle velocità operative ed ai tempi di reazione del mezzo e del pilota. Quando è possibile, ogni direzione di atterraggio deve essere dotata di un completo impianto di avvicinamento strumentale, ILS (Instrument Landing System) che si compone, in sostanza, di due radioassistenze separate, ma cooperanti: il Localizzatore (LOC; Localizer) e la Guida Planata (GP, Glide Path). Il Localizzatore fornisce lo scostamento destra/sinistra dall’asse pista, mentre la Guida Planata fornisce un’indicazione alto/basso rispetto ad un

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sentiero di discesa convenzionale inclinato, tipicamente, di 3° rispetto al piano orizzontale. Un impianto ILS fornisce diversi livelli di accuratezza in funzione delle sue caratteristiche tecniche ed anche delle caratteristiche orografiche ed ambientali (che, ad esempio, hanno effetto su come il segnale radio viene ricevuto a bordo). Un impianto di Categoria 1 (Cat I), che fornisce indicazioni valide fino a 200 piedi di quota e con una visibilità minima di 550 metri, ha un’accuratezza laterale di 16 metri e verticale di 4 metri. Un impianto di Categoria 2 (Cat II) ha un’accuratezza maggiore e permette di arrivare a 100 piedi di quota con visibilità non inferiore a 300 metri. La Categoria 3 è divisa in tre sezioni, Cat IIIA, Cat IIIB e Cat IIIC, che aumentano l’accuratezza arrivando ad una guida ideale fino a quota e visibilità nulle. In pratica però si arriva a quota nulla con visibilità di almeno 75 metri. Gli impianti di Cat III richiedono anche particolari accorgimenti a bordo del velivolo, compreso il fatto che l’avvicinamento deve essere eseguito esclusivamente con l’autopilota. Le radioassistenze di area possono fornire anche una guida all’avvicinamento: si parla in tal caso di avvicinamenti non di precisione (quelli ILS essendo detti di precisione) perchè mancanti della componente verticale. A seconda della geometria dell’avvicinamento e della situazione orografica ed ambientale, un avvicinamento non di precisione fornisce indicazioni utili fino a qualche centinaio di piedi di quota e con una visibilità minima di qualche chilometro, permettendo al pilota l’esecuzione di un atterraggio visuale convenzionale. Se da una parte sarebbe desiderabile che tutte le direzioni di atterraggio fossero dotate di un impianto ILS, questo raramente avviene a meno che l’aeroporto non sia soggetto a grande traffico. Di solito un aeroporto ha un solo impianto ILS per la direzione preferenziale, mentre in taluni aeroporti, costretti orograficamente, spesso non è possibile fornire una guida ILS per via di ostacoli o altri problemi. In generale poi è da considerare il costo associato all’installazione, manutenzione e certificazione periodica delle radioassistenze, spesso non giustificabile per aeroporti con pochi movimenti (soprattutto commerciali). Se poi il problema si sposta in paesi economicamente svantaggiati, o anche nel Terzo Mondo, è comprensibile come la soluzione ILS sia solo un sogno. Entra in gioco il GPS Un primo cambio di scenario lo ha ottenuto l’introduzione di apparati GPS di bordo certificati per uso aeronautico, che permettono non solo di navigare in rotta, ma anche di

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REPORTS

Diagramma di copertura di EGNOS, che mostra la copertura entro la quale è garantita la disponibilità del segnale con le precisioni e l’affidabilità richieste per l’aviazione civile (Immagine per cortesia di ESSP_SPU).

effettuare avvicinamenti di precisione senza riferimento alle radioassistenze esterne. Questo è già un ottimo risultato, anche per via del livello di automazione conseguibile con un buon ricevitore GPS che può essere usato dunque per l’intero volo. Rimane tuttavia scoperto il settore degli avvicinamenti di precisione per i quali il GPS, così com’è, è inadeguato per due motivi fondamentali: l’accuratezza e l’affidabilità. Come sappiamo l’accuratezza è migliorabile con diverse tecniche di correzione differenziale in tempo reale (correzioni che però bisogna trasmettere al velivolo). Per l’affidabilità, invece, bisogna arrivare al livello a cui operano gli impianti ILS che non solo sono ridondati, ma che sono continuamente auto-monitorati, permettendo di notificare al pilota situazioni non conformi alle specifiche (le quali richiedono un immediato abbandono della procedura di avvicinamento). Il GPS ovviamente non fornisce una segnalazione di questo tipo, e se anche la si fornisse dall’esterno, occorrerebbe trasmettere l’informazione a bordo, una cosa fattibile nel particolare, ma difficile da attuare in pratica su scala globale, cioè in tutto il mondo aeronautico, notoriamente (e necessariamente) 'lento' nell’accettare cambi e innovazioni.

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Arriva anche EGNOS A risolvere il problema ecco EGNOS, o anche uno dei suoi analoghi SBAS (Satellite-Based Augmentation System) come il WAAS americano, già operativo da qualche tempo. EGNOS (European Global Navigation Overlay System) rappresenta il contributo Europeo al GNSS (Global Navigation Satellite System). Il programma, sostenuto dall’ Agenzia Spaziale Europea (ESA) è stato definito e messo in opera in collaborazione con la Commissione Europea e l’Agenzia Eurocontrol. Dal 27 luglio 2005, sotto il coordinamento di questa organizzazione, i diversi ANSP Radioassistenze civili attualmente in uso in Italia gestite da ENAV: • • • • •

33 ILS 4 LOC 47 VOR 79 DME 57 NDB

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Estratto dalla tabella che riporta le precisioni richieste ad EGNOS per il servizio all’aviazione civile (da http://www.essp-sas.eu/aviation_requirements).

(Air Navigation Service Provider), che ospitavano e tuttora ospitano le infrastrutture di EGNOS, hanno iniziato a operare sul sistema rilasciato dal consorzio industriale con l’obiettivo comune della qualificazione del sistema stesso (Initial Operation Phase). La durata per tale attività (inizialmente stimata in 18 mesi) è stata propedeutica alla qualificazione del sistema per l’utilizzo in applicazioni 'Safety of Life' e per la necessaria Certificazione dell’Operatore EGNOS (ESSP, European Satellite Service Provider) con sede a Tolosa. Questa attività è ora conclusa e per febbraio 2011 è previsto il rilascio del sistema per scopi di navigazione. Si noti che il segnale EGNOS è operativo da tempo e a tutt’oggi il segnale irradiato nello spazio aereo europeo è completo di tutte le informazioni, ma contiene (ancora per pochi giorni) un un 'flag' indicante 'don’t use'. Questo 'flag' è riconosciuto dai ricevitori a bordo degli aerei e fa sì che il ricevitore scarti le informazioni associate in quanto provenienti da un sistema non ancora certificato. Il segnale emesso da EGNOS risolve i due problemi del GPS in un’unica soluzione: reca sia l’informazione differenziale che quella di integrità e per giunta la recapita sulle stesse bande del GPS in modo che nessuna alterazione hardware sia richiesta al sistema. Il segnale viene generato a terra ed inviato ai satelliti in orbita geostazionaria per la ri-trasmissione agli utenti. Sono elementi fondamentali del sistema di terra le stazioni RIMS (Ranging Integrity Monitoring Station) sparse nel continente europeo ed i centri di controllo (MCC, Mission Control Center, vedi dettaglio). Il monitoraggio del GPS, e di EGNOS, è continuo e richiede opportune ridondanze che estendono l’architettura a tutta Europa in un ottimo esempio di cooperazione internazionale. Ed ora? Cosa manca allora oggi per avere avvicinamenti strumentali in Cat I in tutti gli aeroporti (o quasi)? Occorre innanzitutto sviluppare le procedure necessarie, un processo complesso e safety-critical, ma riconducibile nell’esperienza ordinaria di ENAV ed ENAC, gli enti preposti a questo tipo di attività. Negli Stati Uniti, e presto in Canada, sono innumerevoli gli aeroporti dotati di avvicinamenti GPS e diversi Paesi europei si stanno già adoperando in tal senso. Esistono poi ulteriori benefici poiché integrare l’utilizzo di EGNOS nello spazio aereo di nazioni 'affollate' come quelle europee vuol dire, oltre che dotare in linea di principio tutti gli aeroporti, e per tutte le direzioni di atterraggio, di procedure di avvicinamento equiparabili a quelle di impianti ILS di Categoria I, anche:

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la possibilità di realizzare procedure non rettilinee per aeroporti situati in zone orograficamente disagiate (si

pensi per esempio a Bolzano e Reggio Calabria); la possibilità di realizzare procedure di avvicinamento (e di decollo) segmentate e/o curvilinee per risolvere problemi di ottimizzazione del traffico aereo e per ridurre l’impatto ambientale (soprattutto il rumore) nelle zone ad alta urbanizzazione; ridurre i costi di manutenzione delle radioassistenze convenzionali; semplificare l’avionica di bordo; incrementare le capacità aeroportuali.

MCC Ciampino uno dei 4 centri di controllo missione del sistema EGNOS (foto: ENAV).

L’Italia, con ENAV, ricopre un ruolo fondamentale nel sistema EGNOS, gestendo una delle stazioni di controllo MCC, due stazioni RIMS (Ciampino e Catania) e due stazioni di trasmissione NLES (Navigation Land Earth Stations, presso il Fucino e Scanzano). Le stazioni di ricezione del GPS (RIMS), opportunamente collocate nell’area di fornitura del servizio, inviano ai centri di calcolo e monitoraggio (MCC) le informazioni di distanza e tempo necessarie per la creazione del segnale di augmentation caratteristico di EGNOS. Tale segnale viene inviato ai tre satelliti geostazionari di copertura attraverso le stazioni di trasmissione. Il segnale di augmentation è principalmente costituito da correzioni differenziali (distanza, tempo e posizione nell’orbita), correzioni ionosferiche ed informazioni di integrità: queste ultime indicano, entro un tempo garantito (Time To Alert) se uno specifico satellite può essere usato, o meno. E’ requisito di EGNOS quella di un sistema di terra distribuito su scala geografica per garantire sia un buon livello di correzione in tutta l’area ECAC (European Civil Aviation Conference), sia per assicurare la massima continuità delle varie componenti operative .

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Se saremo in grado di affrontare questa opportunità con rapidità e decisione potremo cambiare diversi scenari operativi italiani e con buona opportunità di rivendere poi l’esperienza all’estero. Non stiamo parlando di un possibile futuro. EGNOS è qui da qualche anno ed ora è completamente operativo: usiamolo!

Parole chiave

Riferimenti

EGNOS, SBAS, WAAS, GPS, ILS, VOR/DME, AVIAZIONE,

WWW.ESSP-SAS.EU/

PROCEDURE DI AVVICINAMENTO

Abstract EGNOS and the civil aviation This article continues the series about Global Navigation Satellite Systems, and discusses in more depth the main use for EGNOS: providing augmentation signals for the European region. EGNOS complete availability, starting next February, will be a major milestone toward the full utilization of the system to improve flight procedures (mainly in the approach phase), optimizing traffic flows and increasing air transport safety.

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WWW.ESSP-SAS.EU/AVIATION_EGNOS_BENEFITS WWW.ESA.INT/ESANA/EGNOS.HTML

Autori FABRIZIO BERNARDINI FB@AEC2000.EU

CARMINE PEZZELLA ENAV SPA RESPONSABILE GESTIONE SISTEMI AOIS/MCC CARMINE.PEZZELLA@ENAV.IT

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REPORTS

Il Geoportale Nazionale e le applicazioni dei dati PSI per l’individuazione di aree soggette a rischio idrogeologico di Salvatore Costabile e Marida Paci

La disponibilità di una base dati ad elevata accuratezza rappresenta un’esigenza fondamentale di tutte le Pubbliche Amministrazioni, siano esse Centrali o Locali, che hanno come missione il controllo sullo stato dell’uso del suolo e la gestione delle emergenze causate da eventi naturali e/o antropici; un’esigenza che, se riferita alle aree ad alto rischio di dissesto, diventa inevitabilmente un vincolo preventivo ed un indispensabile strumento per supportare ogni attività di governance sull’uso del suolo e del coordinamento locale di situazioni d'emergenza e del monitoraggio previsionale degli eventi.

D

a un’analisi dello scenario nazionale sulla disponibilità di informazioni accurate sullo stato del territorio emerge una situazione di vasta disomogeneità tra regioni e regioni ed anche all’interno delle regioni stesse. Poiché il quadro delle risorse disponibili è comunque insufficiente al fabbisogno generale diventa indispensabile, per il Ministero dell’Ambiente, indicare un orientamento degli investimenti che rispecchi in modo assoluto le finalità e gli orientamenti che costituiscono la genesi del PST (Piano Straordinario di Telerilevamento) stesso: ovvero le aree a rischio; oltre a ciò diventa assolutamente importante indicare le tipologie di intervento al fine di perseguire una significativa massa critica che muovendo dalle esperienze positive già realizzate, consolidi la validità delle informazioni acquisite ed acquisibili, faciliti la ripetitività di attività indotte, ottimizzi i costi minori e che, soprattutto possano fungere da volano nella realizzazione di modelli sperimentali di monitoraggio ripetitivo a supporto di programmi di prevenzione e di previsione. L’obiettivo è quello di fornire informazioni di supporto nella formulazione di un quadro sinottico dei fenomeni di dissesto potenziali e/o in atto sull’intero territorio nazionale, a sostegno della gestione delle aree a rischio idrogeologico. A tale scopo viene costituita una base dati rappresentativa del territorio nazionale per quanto riguarda i movimenti del terreno, misurati tramite l’utilizzo della tecnologia PSI (Persistent Scatter Interferometry) sui dati di telerilevamento SAR disponibili nell’archivio ESA acquisiti dai satelliti ERS ed ENVISAT. Il complesso assetto geologico-strutturale del nostro paese determina condizioni predisponenti all’insorgenza dei dissesti idrogeologici. Le situazioni litostratigrafiche locali, l’origine e la natura dei litotipi, il loro stato di alterazione, fratturazione e degradabilità, i lineamenti idrogeologici, geomorfologici e sismici, a scala locale, possono favorire il verificarsi di dissesti con tipologie e cinematiche diverse. Infatti, emerge che i fenomeni franosi, localizzati prevalentemente su territorio montano-collinare dall’arco Appenninico e di quello Alpino, affliggono più del 70% dei comuni italiani e che il rischio geologico-idraulico è tra quelli che comportano un maggior impatto socio-economico. Al fine di ridurre l’incidenza di tale impatto e il sopraggiunge-

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re di eventi tragici, come quelli avvenuti nell’ultimo decennio in Italia (da Sarno, nel 1998, a Messina, nel 2009), il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha attuato da alcuni anni il Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale (PST-A), volto all’acquisizione di dati telerilevati ad altissima risoluzione con l’impiego delle tecnologie più evolute da piattaforme satellitari. Non tutte le tipologie di dissesto idrogeologico possono essere individuate ed interpretate con l’ausilio dei dati radar satellitari. L’utilizzo di dati interferometrici satellitari, come strumento per il controllo delle deformazioni superficiali e per l’interpretazione dei dissesti idrogeologici, ha fornito validi risultati in diverse applicazioni e, in particolare, per lo studio di: • fenomeni franosi (Casagli et al., 2008); • subsidenza (Stramondo et al., 2008); • sollevamento, movimenti tettonici e faglie (Vilardo et al., 2009); • attività vulcanica (Salvi et al., 2004); • dinamica dei ghiacciai (Goldstein et al., 1993). All’interno di ciascuna tipologia di fenomeno non tutti i movimenti sono misurabili, in funzione delle caratteristiche del fenomeno stesso, ed in particolare della velocità di deformazione, dell’estensione, dell’uso del suolo e della dinamica di movimento. In generale la tecnica multi-interferogramma si presta per l’analisi di frane lente, subsidenze, faglie attive e zone vulcaniche; tuttavia i fenomeni di dissesto idrogeologico che possono essere controllati variano in funzione dei dati SAR utilizzati poiché le capacità della tecnica sono strettamente connesse con la lunghezza d’onda del segnale utilizzato, il ciclo di rivisitazione del satellite, il numero di acquisizioni disponibili sull’area di interesse e la loro frequenza temporale. Le aree con tettonica attiva e quelle vulcaniche possiedono caratteristiche tali da potere essere analizzate e monitorate mediante interferometria radar satellitare, infatti, queste sono caratterizzate da deformazioni superficiali estremamente lente e riguardano generalmente aree molto estese.

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Le banche dati ottenute sono fruibili, attraverso l’infrastruttura del Geoportale Nazionale, da tutte le Pubbliche Amministrazioni Centrali e Locali e rappresentano uno strumento fondamentale per l’analisi conoscitiva e il monitoraggio delle condizioni di rischio su tutto il territorio nazionale. E’ possibile analizzare l’applicabilità delle tecniche interferometriche satellitari in relazione alla tipologia di dissesto idrogeologico, alla loro dimensione, alla scala temporale e spaziale, all’uso del suolo e all’esposizione dei versanti. In relazione alla scala temporale, la velocità di deformazione massima misurabile tramite interferometria satellitare implementata con sensori che hanno tempi di ricopertura dell’ordine del mese, senza incorrere in problemi di ambiguità delle misure, risulta di circa 6 cm/anno. Non risultano quindi monitorabili i fenomeni ad evoluzione rapida o caratterizzati da accelerazioni repentine. Nel progetto PST-A-Lotto 2 sono stati utilizzati i dati acquisiti dai satelliti ESA (European Space Agency) ERS-1 ed ERS-2 (Earth Resources Satellite) ed ENVISAT (ENVIronmental SATellite). ERS-1 ha acquisito dati dal luglio 1991 al marzo 2000, ERS-2 è invece operativo dall’estate del 1995. I satelliti ERS seguono orbite eliosincrone lievemente inclinate rispetto ai meridiani, illuminando, da una quota attorno a 780 km, una striscia di terreno (swath) larga circa 100 km con un sistema radar SAR operante nel dominio delle microonde alla frequenza di 5.3 GHz, ovvero con una lunghezza d’onda λ pari a 5,66 cm (banda C), caratteristica fondamentale per poter apprezzare movimenti millimetrici. La stessa orbita nominale viene ripercorsa ogni 35 giorni (revisiting time), consentendo così di acquisire dati relativi alla stessa scena al suolo in tempi differenti. Il satellite ENVISAT, lanciato nel novembre del 2002, ha sostituito e ampliato le funzioni dei satelliti ERS-1 ed ERS-2. Esso è dotato di un sensore ASAR (Advanced Synthetic Aperture Radar), che rappresenta un’evoluzione del SAR e usa una serie di antenne che possono lavorare con diverse polarizzazioni e 7 diversi angoli di incidenza (compresi tra 15° e 45°) con conseguente variazione della dimensione della scena osservata in una singola immagine. Il satellite percorre un’orbita eliosincrona con tempo di rivisitazione uguale a quello dei satelliti ERS (35 giorni), ma con un ritardo di 30 minuti. Lo strumento acquisisce in banda C (frequenza di 5,331 GHz e lunghezza d’onda di 5,63 cm) ma con un leggero shift nella frequenza rispetto ERS-1 ed ERS-2. L’osservazione della superficie terrestre avviene dalla combinazione del movimento orbitale del satellite lungo i meridiani (orbita quasi polare) con la rotazione della Terra nel piano equatoriale. I satelliti ERS ed ENVISAT acquisiscono dati lungo orbita ascendente, passaggio da S verso N, e lungo orbite discendenti, passaggio da N verso S. Tramite la tecnica multi–interferogramma genericamente definita come Persistent Scatterers Interferometry (PSI) applicata alle immagini ERS1/2 ed ENVISAT, acquisite tra il 1992 e il 2010 dall’ESA è stata generata una base dati rappresentativa del territorio nazionale, contenente le misure dei movimenti del terreno ottenute mediante interferometria SAR e resa fruibile attraverso il Geoportale Nazionale del MATTM. Con la possibilità di coprire aree che superano i 100 km2 con una singola acquisizione, l’interferometria radar può essere utilizzata sia per dissesti idrogeologici a piccola scala, che per portare avanti analisi di dettaglio (a scala di versante), grazie alla sua capacità di fornire misure di spostamento accurate relative a singole strutture o edifici. L’interferometria SAR da satellite permette di ottenere ottimi risultati nel monitoraggio delle deformazioni soprattutto in

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aree urbanizzate che, per la presenza di edifici e infrastrutture, hanno elevate proprietà di riflessione del segnale radar. Nel caso di zone agricole la presenza di edifici sparsi e manufatti, consente la presenza di bersagli radar e quindi il monitoraggio delle deformazioni. Laddove sono presenti dissesti monitorabili con tecnica PSI, è necessario tener conto del fatto che le tecniche interferometriche consentono di misurare la componente della deformazione relativa alla direzione che congiunge il sensore con il bersaglio a terra, ovvero la linea di vista del satellite (LOS). Le misure di spostamento fornite dai dati PSI sono perciò una componente di deformazione del vettore reale dello spostamento. Non tutte le attività franose sono rilevabili tramite interferometria SAR. In particolare, facendo riferimento alle diverse tipologie di fenomeni franosi e facendo riferimento alla scala delle velocità, risulta evidente che l’applicabilità delle tecniche interferometriche satellitari dipende principalmente dalla velocità dell’evento, e può essere schematizzata nella seguenti tabelle:

I fenomeni di crollo e ribaltamento sono difficilmente osservabili mediante interferometria da satellite a causa della rapidità con cui si sviluppano. Benché in letteratura non esistano esempi di questo tipo di applicazione è ipotizzabile che la tecnica multi-interferogramma possa individuare i movimenti precursori di distacco del materiale. Per il monitoraggio dei fenomeni di scivolamento, le tecniche interferometriche satellitari hanno dato ottimi risultati, sia per movimenti traslativi che rotazionali. Per le colate, in funzione del materiale coinvolto, si possono ottenere risultati diversi. Le colate in roccia, caratterizzate da movimenti generalmente molto lenti distribuiti in maniera continua all’interno della massa spostata senza una ben definita superficie di dislocazione, risultano monitorabili mediante interferometria SAR da satellite. Le colate in terra lo sono soltanto fino a quando il contenuto d’acqua è limitato e i movimenti rimangono molto lenti. Le colate di detrito, a causa dell’estrema rapidità con cui si sviluppano, sono invece fuori dalle capacità di misura delle tecniche interferometriche. I fenomeni di espansione laterale possono essere parzialmente controllati, infatti può essere misurata solo la componente sub-verticale delle deformazioni, legata alla subsidenza dei livelli competenti ed indotta dall’estensione sub-orizzontale di

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REPORTS livelli sottostanti a minor competenza. Chiaramente, le espansioni di terreni a seguito di fenomeni di liquefazione non sono misurabili mediante interferometria da satellite a causa della loro rapidità.

a)

Individuazione e mappatura delle aree soggette a deformazione L’individuazione e la mappatura di aree soggette a dissesti sono il fondamento per tutte le attività di pianificazione e prevenzione del rischio idrogeologico. Lo scopo finale di questa attività è la produzione di una mappa preliminare dei dissesti idrogeologici, a cui seguirà una fase di integrazione con dati di superficie, di sottosuolo e di monitoraggio e, soprattutto, una validazione con un controllo di campagna, al fine di caratterizzare spazialmente e temporalmente i dissesti individuati. Questa fase preliminare fornisce un utile strumento di rapida individuazione e aggiornamento a scala regionale delle aree in movimento, anche se ogni area individuata deve essere poi successivamente caratterizzata con maggior dettaglio, attraverso il confronto con dati di verità a terra. Individuazione preliminare di aree soggette a deformazione L’individuazione preliminare di aree soggette a deformazione avviene attraverso la visualizzazione dei PSI classificati sulla base delle velocità medie. L’individuazione di tali aree non può prescindere dalla morfologia del territorio, per cui, alla fase preliminare, l’individuazione di aree con velocità non ricadenti all’interno dell’intervallo di stabilità, deve corrispondere una fase di mappatura del fenomeno, che è basata sull’interpretazione della morfologia del territorio. In sintesi, dal punto di vista operativo si procede con le seguenti fasi:

b)

• visualizzazione e classificazione dei PSI in funzione della velocità media; • sovrapposizione dei dati PSI ai dati ancillari; analisi delle distribuzione spaziale delle misure di velocità media; • controllo del reference point ed eventuale scalatura dei risultati; • individuazione preliminare delle aree soggette a deformazioni. La presenza di evidenti differenze di velocità media di deformazione tra le diverse zone dell’area esaminata può permettere di identificare aree in movimento che non erano state mappate precedentemente o modificare la perimetrazione di quelle già mappate. Ad ogni fase di individuazione delle aree deve poi corrispondere una fase di mappatura basata sulla morfologia del territorio e sulle caratteristiche deducibili dall’interpretazione preliminare dei dati a disposizione. Mappatura preliminare di aree soggette a deformazione La mappatura preliminare di aree soggette a dissesti idrogeologici avviene tramite la foto-interpretazione e la radarinterpretazione; il prodotto finale di queste attività è una mappa preliminare dei dissesti. L’attività principale della fotointerpretazione consiste nel riconoscimento degli elementi che compongono il territorio e nella loro definizione geometrica a partire dalle immagini a disposizione con un numero limitato e mirato di controlli di campagna per la definizione delle chiavi interpretative. Il termine radar-interpretazione comprende l’uso combinato delle analisi interferometriche e delle tecniche convenzionali per lo studio dei fenomeni di dissesto idrogeologico. L’interpretazione dei dati radar necessita del supporto derivante dall’analisi e dall’integrazione

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c)

Figura 1 - PSI distribuiti uniformemente quindi utilizzabili per interpretazione del processo franoso (a); basso numero di PS, informazione non utilizzabile per l’analisi (b); distribuzione di PS localizzata in un settore ristretto, informazione utilizzabile solo parzialmente (c).

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a)

b)

Figura 2 - I PS non registrano nell’area interessata dal dissesto movimenti significativi, mentre il settore in esame è soggetto a fenomeni di crollo attivi. I PS misurano movimenti caratterizzati da velocità di spostamento annuo di ordine centimetrico, per cui i fenomeni di crollo sono difficilmente osservabili mediante la tecnica PSI a causa della rapidità con cui si sviluppano. Gli spostamenti individuati potrebbero essere movimenti precursori di distacco di blocchi (a); i PS che registrano delle deformazioni sono localizzati nell’area interessata dal deposito della frana, mentre sul versante interessato dal dissesto non si registrano spostamenti rilevanti. Le deformazioni misurate sono da ricondurre a movimenti superficiali dovuti a fenomeni di subsidenza per consolidazione dei terreni del deposito di frana. Le velocità medie non ricadenti nell’intervallo di stabilità non possono essere perciò considerate per la valutazione dello stato di attività e dell’intensità del fenomeno franoso, che risulta quiescente (b).

di misure rilevate con la strumentazione a terra e con i dati ancillari a causa delle caratteristiche intrinseche delle misure di deformazione ricavate per mezzo delle tecniche interferometriche quali la capacità di rilevare soltanto la componente del movimento superficiale lungo la linea di vista del satellite e la distribuzione non continua nello spazio delle misure di deformazione rilevate. Lo studio dei dati PSI avviene attraverso l’analisi della distribuzione spaziale e delle velocità dei dati PSI nell’area indagata ed i relativi valori di velocità media. Analisi della distribuzione spaziale In questa fase si valuta se la distribuzione spaziale dei bersagli radar all’interno dell’area esaminata può considerarsi rappresentativa dell’intero fenomeno o solo di una parte di esso e se può ritenersi valida per la mappatura e la valutazione del dissesto.

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Analisi delle velocità medie annue dei PS L’analisi della distribuzione spaziale dei valori di velocità media annua dei PS nell’area in esame serve a valutare se l’informazione fornita può essere utilizzata per la mappatura dei dissesti e per valutare lo stato di attività e l’intensità dei fenomeni. Inoltre la presenza di evidenti differenze di velocità media di deformazione tra le diverse zone dell’area esaminata può permettere di identificare settori con differente evoluzione e di discriminare diversi comportamenti deformativi all’interno della stessa area in frana. Perimetrazione dei fenomeni franosi Nella pagina seguente, all'interno del box, viene riportata una serie di esempi del contributo fornito dal dato PS nei diversi momenti di perimetrazione o deperimetrazione di frane già individuate con altri inventari come ad esempio l’IFFI.

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Individuazione di nuove frane Radar-interpretazione: i PS indicano un’area con velocità di spostamento in allontanamento rispetto al satellite. Foto-interpretazione: l’andamento delle curve di livello presenta nette variazioni di curvatura lungo il profilo longitudinale del versante. Sintesi: viene perimetrato un nuovo fenomeno franoso che non era stato individuato nei precedenti inventari. Espansione di un’area in frana già individuata Radar-interpretazione: i PS indicano un’area con velocità di spostamento in allontanamento rispetto al satellite che si estende a monte di quella già individuata. Foto-interpretazione: l’andamento delle curve di livello presenta nette variazioni di curvatura lungo il profilo longitudinale del versante. Nell’area a monte si individuano differenze nette di vegetazione. Sintesi: viene modificato il perimetro del fenomeno franoso precedentemente individuato estendendo verso monte l’area interessata dal dissesto. Deperimetrazione Radar-interpretazione: i PS indicano diversi settori all’interno dell’area mappata interessati da deformazioni. Altri settori risultano stabili. Foto-interpretazione: si individuano nette variazioni di curvatura lungo il profilo longitudinale del versante sia in corrispondenza delle aree in movimento che in quelle stabili. Altri settori dell’area mappata non presentano indicatori di aree instabili. Sintesi: viene eseguita una nuova perimetrazione escludendo dal perimetro originale porzioni di territorio precedentemente mappate come parti integranti della frana stessa. Conferma nella perimetrazione dei fenomeni Radar-interpretazione: i PS indicano un’area con velocità di spostamento in allontanamento rispetto al satellite circoscritta al dissesto mappato. Evidenze geomorfologiche: l’andamento delle curve di livello all’interno dell’area mappata presenta nette variazioni di curvatura lungo il profilo longitudinale del versante. Sintesi: viene confermata la perimetrazione del fenomeno franoso precedentemente individuato.

Conclusioni Con l’acquisizione della banca dati PSI il MATTM fornisce ai tecnici preposti alla difesa del suolo uno strumento nuovo, ad altissima precisione, che, integrato a quelli tradizionali

Bibiliografia • Casagli N., Colombo D., Ferretti A., Guerri L., Righini G. (2008), Case Study on Local Landslide Risk Management During Crisis by Means of Remote Sensing Data. Proceedings of the First World Landslide Forum, Tokyo Japan. • Goldstein R.M., Engelhardt H., Kamb B., Frolich. R.M. (1993) - Satellite radar interferometry for monitoring ice sheet motion: application to an Antarctic ice stream. Science, 262 (5139), pp. 1525-1530. • Salvi S., Atzori S., Tolomei C., Allievi J., Ferretti A., Rocca F., Prati C., Stramondo S., Feuillet N. (2004), Inflation rate of the Colli Albani volcanic complex retrieved by the permanent scatterers SAR interferometry technique. Geophysical Research Letters, 31,pp. 1-4. • Stramondo S., Bozzano F., Marra F., Wegmuller U., Cinti F.R., Moro M., Saroli M. (2008), Subsidence induced by urbanisation in the city of Rome detected by advanced InSAR technique and geotechnical investigations. Remote Sensing of Environment, Volume 112, pp. 31603172. • Vilardo G., Ventura G., Terranova C., Matano F., Nardò S. (2009), Ground deformation due to tectonic, hydrothermal, gravity, hydrogeological, and anthropic processes in the Campania Region (Southern Italy) from Permanent Scatterers Synthetic Aperture Radar Interferometry. Remote Sensing of Environment, 113 (1), pp. 197-212.

aiuta ad individuare e monitorare le situazioni di criticità del territorio, apportando un contributo concreto alla pianificazione. Inoltre, l’omogeneità del dato a scala nazionale rappresenta una base comune su cui impostare un approccio collegiale alle diverse problematiche offerte dai multiformi scenari di dissesto idrogeologico del nostro paese.

Abstract Location of areas subject to hydro-geological risk using the National Geoportal and PSI data applications The availability of a database with high accuracy is a fundamental requirement of all public service are central or local government whose mission is monitoring the status of land use and management of emergencies caused by natural events and/ or anthropogenic, if it refers to the requirement that areas with high risk of disruption inevitably becomes a budget constraint and a necessary tool to support all activities of governance on land use and local coordination of emergency situations and monitoring the forecast of events.

Autori SALVATORE COSTABILE COSTABILE.SALVATORE@MINAMBIENTE.IT

MARIDA PACI

Parole chiave GEOPORTALE, RISCHIO IDROGEOLOGICO, MATTM, INTERFEROMETRIA RADAR, DATI INTERFEROMETRICI

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MARIDA.PACI@LIBERO.IT

MINISTERO DELL'AMBIENTE VIA CRISTOFORO COLOMBO, 44 00147 ROMA

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Dalle immagini alla carta A Gaeta, il decimo anniversario della Conferenza annuale Racurs La consueta conferenza scientifica e tecnica annuale della Racurs ha trovato quest’anno, in occasione del suo decimo anniversario, una splendida ambientazione a Gaeta, un antico e suggestivo villaggio marinaro a metà strada tra Roma e Napoli.

A

lla conferenza hanno partecipato oltre cento manager e specialisti di imprese industriali e istituzioni accademiche di 19 nazioni in qualità di utenti di dati telerilevati con elaborazione fotogrammetrica. La manifestazione, tenutasi dal 20 al 23 settembre 2010, ha avuto il sostegno della ISPRS (Società Internazionale di Fotogrammetria e Telerilevamento) e dell’Associazione GIS-Russia. Erano presenti i rappresentanti dei mass media principali del settore GIS, quali GIM International e Geoinformatics a livello internazionale e GEOmedia a livello italiano. La conferenza ha offerto ampie opportunità di discussione, apprendimento e condivisione di esperienze nel campo della tecnologia digitale fotogrammetrica e del telerilevamento. I lavori sono stati aperti da V. N. Adrov, amministratore delegato della società Racurs, che ha accolto i partecipanti in russo, inglese e italiano, dal sindaco di Gaeta, A. Raimondi, e dal direttore di GEOmedia R. Carlucci che ha portato un interessante paragone tra le situazioni delle infrastrutture di dati geospaziali in Italia e negli USA mettendo in risalto che al di là delle ovvie differenze tra i due paesi si denota chiaramente in Italia la mancanza di un’amministrazione centrale quale quella del FGDC (Federal Geographic Data Committee) statunitense, mentre laddove gli USA stanno lottando per una GSDI (Global Spatial Data Infrastructure), l’Italia è coinvolta nella applicazione della direttiva INSPIRE anche nella consapevolezza dell’attuale ridotto interesse per formare degli esperti di geomatica tramite Master adeguati che possano colmare il divario della transizione dalla vecchia scuola cartografica alla nuova infrastruttura di dati geospaziali con risorse adeguate alle richieste della aziende del settore. Nella prima serie di presentazioni, dedicata a progetti regionali e aziendali e alle questioni generali della cartografia e fotogrammetria, hanno parlato esperti italiani, tedeschi, svizzeri, russi e bulgari. Oltre alla relazione di R. Carlucci sull’infrastruttura dei dati spaziali in Italia, il Prof. A. Gruen (Institute of Conservation and Building Research, Svizzera) ha portato un contributo sul city modeling 3D/4D, mentre l’emerito Prof. G. Konecny dell’Università di Hannover (Ger-

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mania) ha dato uno sguardo inusuale sulla centenaria storia dell’ISPRS e della ricerca nei settori della fotogrammetria e del telerilevamento da Leonardo da Vinci ad oggi, mentre il prof. A. Mikhailov (MIIGAiK, Russia) ha toccato gli attuali temi della formazione fotogrammetrica per gli specialisti in università russe. La seconda serie di relazioni è stata dedicata alle fotocamere digitali e alle apparecchiature per il rilevamento aereo. Delegati provenienti da Israele e Svizzera hanno presentato relazioni sulle nuove funzionalità e sviluppo di sensori aerei da VisionMap e Leica Geosystems. Inoltre Gruen (Svizzera) e Zakharov (NPI Zeminform, Russia) hanno parlato del rilevamento tramite aerei con veicoli senza equipaggio. Il terzo blocco di relazioni della prima giornata della conferenza è stata dedicata ai sistemi di fotogrammetria digitale. Gli esperti della società Racurs hanno illustrato le nuove funzionalità di PHOTOMOD DPS. Il 21 settembre è stato dedicato alle relazioni sul trattamento dei dati aerei, presentati dai rappresentanti di Italia, Grecia e Russia. Di seguito si è parlato di produzione di immagini della Terra dallo Spazio. A. Shumakov (USA) ha illustrato i nuovi servizi introdotti da GeoEye. P. Ziemba (DigitalGlobe, UK) e Felix Puls (European Space Imaging, Germania) hanno parlato della particolarità di utilizzare i dati a 8 canali dal satellite WorldView-2. Sono seguite poi relazioni sul trattamento dei dati del telerilevamento in particolare da rappresentanti della Bulgaria e della Russia. La terza giornata è stata dedicata a seminari particolari e training su PHOTOMOD e incontri di lavoro dedicati. Uno dei corsi di perfezionamento si è concentrato sulle nuove funzionalità del sistema PHOTOMOD Radar, destinato alla trasformazione di dati ottenuti con antenna radar ad apertura sintetica (SAR). Durante la pausa tra i corsi, il Prof. A. Gruen (Svizzera) ha fatto una presentazione sulla modellazione 3D di Pompei con foto aeree e terrestri, dati laser scanner e immagini digitali a distanza ravvicinata per la quale, ha detto, ci sono voluti dieci giorni per raccogliere i dati e un anno per effettuare le elaborazioni.

Figura 1 – Renzo Carlucci, direttore di GEOmedia.

Figura 2 – Gottfried Konecny durante la sua presentazione.

Parole chiave RACURS, CONFERENZA, GIS, FOTOGRAMMETRIA, CARTOGRAFIA, TELERILEVAMENTO.

Abstract From image to map The international scientific and technical conference organized by Racurs took place in Gaeta, an old village on the Italian west coast. The specialists of GIS, photogrammetry, remote sensing met in the three days of presentation and workshop.

A cura della redazione

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ASITA 2010 e l’importanza di Sandra Leonardi

Alluvione del nord est, si blocca la ‘locomotiva d’Italia’. Crolli irreparabili, dovuti alle forti piogge e alla mancanza di una gestione corretta e ponderata dei fondi stanziati. Gru e tetti vengono occupati da manifestanti che chiedono il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto di conoscere la verità sui misteri irrisolti. La crisi economica tiene in stallo il paese. Questo è lo scenario in cui ha preso il via la 14a Conferenza ASITA (Brescia – 9/12 novembre 2010), le cui tematiche investono tutti gli aspetti legati alla conoscenza del territorio posta al servizio del cittadino e i cui relatori, tecnici, ricercatori potrebbero scongiurare alcuni disastri ambientali, geologici e quindi economici che assillano la penisola, se solo esistesse una vera divulgazione dell’Informazione Geografica.

N

onostante le 15 sessioni speciali, le 19 sessioni parallele e le 18 sessioni poster, con la 'potenza di fuoco' tecnico-scientifica di oltre trecentocinquanta relazioni preventivamente distribuite, con oltre 50 stand della più vasta esposizione tecnico-commerciale, la presenza dei consigli nazionali delle professioni (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, al Consiglio Nazionale dei Geologi, al Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, all’Ordine nazionale dei Dottori agronomi e dottori forestali, al consiglio Nazionale degli Ingegneri e a tutti gli ordini professionali locali) non ricorderemo certo la 14a edizione della Conferenza ASITA per l’affluenza di pubblico, ma per il fatto che anche da qui si è levato un grido di allarme, pronunciato dallo stesso presidente della Confederazione, il Prof. L. Surace. Citando l’ode manzoniana dedicata a Carlo Imbonati, “[...] da la meta mai non torcer gli occhi; non ti far mai servo; non far tregua coi vili …”, decalogo laico delle virtù in cui viene tracciato un programma di vita non solo poetica ma anche morale, Luciano Surace ha sottolineato l’importanza dell’unità del sentire e del meditare senza distogliere lo sguardo dalla meta prefissata: la conoscenza. Tenendo presente l’assioma che lega il sapere al saper fare, è stata posta l’attenzione sulla cultura, sulla preparazione, sulla

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formazione geomatica che devono essere assunte come verità inconfutabili, oltre a dover essere l’imprescindibile punto di partenza per qualsiasi azione sul territorio. Errori grossolani, mancanza di attenzione, incuria incipiente, carenza di formazione adeguata, rendono vano lo sforzo che molti hanno fatto lavorando affinché si arrivasse a realizzare, certificare e ratificare gli standard fondamentali per poter operare correttamente nel mondo geomatico. Le parole del presidente, «ricerca e formazione sono la leva fondamentale per la crescita dell’economia e per garantire sviluppo e futuro! La cultura rischia purtroppo di essere considerata un disvalore, quasi un atto osceno in luogo pubblico, in un momento in cui le oscenità vere sono quotidianamente sdoganate nell’immaginario collettivo. Le lacune culturali generano disinformazione e la disinformazione incoraggia l’eccesso di delega, la deresponsabilizzazione e la tendenza a lasciarsi dominare dagli eventi», hanno dato un chiaro segnale di quanto la comunità geomatica sia lo specchio della società. L’infrastruttura dell’informazione spaziale è di fondamentale importanza per lo sviluppo del territorio; per far si che tutto funzioni al meglio nella gestione dei fenomeni naturali e antropici, è necessario che ci sia un coordinamento delle competenze messe a disposizione dall’Informazione Geografica.

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dell’Informazione Geografica

Quale momento migliore per fare il punto della situazione se non la conferenza nazionale ASITA! In questo contesto si possono confrontare, in un dialogo costruttivo, le strutture delegate alla produzione, alla gestione e alla diffusione delle informazioni territoriali e ambientali, nel più ampio quadro europeo e «per una razionalizzazione, differita ma non eludibile, delle competenze e delle responsabilità». Nel suo discorso il Prof. Surace si è soffermato sull’ormai operante Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 32 “Attuazione della direttiva 2007/2/CE, che istituisce un’infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE)”; ne ha ripercorso i termini sottolineando le questioni ancora aperte, denunciando, articolo per articolo alcune lacune e incomprensibili ritardi, mostrando preoccupazione per gli errori che lui stesso ha definitivo un «operazione forse di copia e incolla intermediata da un’avventurosa (avventuriera?) traduzione, che ha trasformato il datum geodetico in dato geodetico, ma preoccupa ancor di più per le informazioni catastali cui fa esplicito riferimento» ove si consideri che la cadastral parcel è stata tradotta in “parcella (sigh!) catastale”. Proclamazione dei vincitori Sono stati proclamati e premiati i vincitori del premio nazionale ASITA, dei premi delle Associazioni federate e del premio AUTeC. Il Premio Geoportali 2010 è stato assegnato al Friuli Venezia Giulia e al Servizio geologico dell’ISPRA. Nel corso della 14a Conferenza Nazionale ASITA, una giuria, composta dai membri del Consiglio Scientifico ASITA, ha individuato i quattro migliori poster. I poster vincitori sono i seguenti: un sistema di posizionamento pedestre per ambienti indoor di A. Croci (Studente del Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Civile, Politecnico di Torino, Vercelli), M. De Agostino, A. M. Manzino (Dipartimento di Ingegneria del Territorio, dell’Ambiente e delle Geotecnologie, Politecnico di Torino); Contributo del telerilevamento da

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satellite alla comprensione dei fenomeni idrologici del fiume Congo di M. Boschetti, D. Stroppiana, P. A. Brivio (Consiglio Nazionale delle Ricerche -IREA, Milano), F. Nutini E. Bartholomè (JRC-EC, Global Environmental Monitoring, Varese); Proposta di misurazione della mobilità a partire da dati di traffico telefonico di P. Dilda, P. Pucci, F. Manfredini, P. Tagliolato (Dipartimento di Architettura e Pianificazione – Politecnico di Milano); I servizi WebGIS del nuovo Portale dei Servizi della Regione Lombardia. Verso una cartografia delle reti dei sottoservizi di D. Lanzetta (Regione Lombardia, Direzione Generale Ambiente, Energia e Reti, Milano), P. Viskanic (R3 GIS S.r.l., Merano (BZ). A guardare bene le provenienze geografiche dei vincitori ci sorge spontanea una riflessione meridionalista: nessun poster sotto il 45° parallelo Nord. A conclusione della conferenza, partecipando alle sessioni, osservando l’area espositiva, si fa avanti una riflessione finale o meglio, una richiesta estrema, affinché questi quattordici anni di lavori vengano ricordati come momenti formativi per la cultura geomatica: abbiamo bisogno di nuove idee capaci di tracciare la strada e in grado di assumere il ruolo guida per riuscire a smuovere le coscienze sopite e gli interessi privati, per formare tecnici, ricercatori, amministratori capaci, responsabili e consapevoli. E il prossimo anno …

Parole chiave CONFERENZA ASITA, GEOMATICA, CONOSCENZA DEL TERRITORIO

Abstract ASITA 2010 Flood in north-east, securing the 'locomotive of Italy'. Irreversible collapse, due to heavy rains and lack of proper management of funds allocated and weighted. Cranes and rooftops are occupied by protesters demanding the right to work, the right to education, the right to know the truth about the unsolved mysteries. The economic crisis keeps stalling the country. This is the scenario in which took place the 14th Conference of ASITA (Brescia - 9 / 12 November 2010), whose themes concern all aspects of local knowledge at the service of citizens and whose presenters, technicians, researchers could avoid some environmental disasters, economic geology, and then that beset the peninsula, if only there were a true disclosure of geographic information.

Autore SANDRA LEONARDI SLEONARDI@RIVISTAGEOMEDIA.IT

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ESRI EMEA 2010 di Sandra Leonardi e Francesco Bartoli

La ESRI EMEA (Europe, Middle East and Africa) User Conference si svolge ogni due anni e, dopo Londra 2008, l'edizione 2010 si è svolta a Roma dal 26 al 28 ottobre. 1500 partecipanti provenienti da 75 paesi hanno dato vita ad uno degli eventi più importanti del GIS in cui sono stati presentati più di 150 progetti.

I

l Presidente di ESRI Italia, Bruno Francesco Ratti, ha aperto i lavori dell’ESRI EMEA user conference, sottolineandone la coincidenza con il ventesimo anniversario della presenza della software house sul territorio italiano. Nella sessione plenaria, Jack Dangermond, fondatore della ESRI, Environmental Systems Resarch Institute, con la sua presenza ha reso l’evento un’occasione ancor più importante e con la sua relazione, GIS for everyone, ha motivato i presenti sottolineando che il lavoro svolto dagli utenti ESRI è quello di creare soluzioni attraverso la conoscenza del reale, asserendo con vigore che i contributi presentati per l’occasione non erano deile semplici slide show, ma facevano parte dell’evoluzione in atto e la cartografia, insieme con il GIS, sono il cuore dei nuovi approcci

che verranno proposti. Dangermond ha anche sottolineato che la GIScience è co-evoluzione, come gli strumenti per continuare a far crescere i geodati e per rendedoli più open. Ha sottolineato l’importanza della conoscenza geografica facendo riferimento ai sei fattori che contribuiscono al suo ampliamento: 1) dati; 2) modello dati; 3) modelli analitici per descrivere i cambiamenti; 4) conoscenza cartografica per rappresentare le informazioni spaziali; 5) flussi di lavoro per creare approcci diversi; 6) metadati, per condividere la conoscenza. Nel suo discorso ha fatto riferimento al Web Cloud che sta emergendo attraverso Google, Microsoft e altri, accessibile attraverso diversi client. Un altro approccio menzionato è quello che riguiarda gli Smarthphone e la tecnologia ESRI che può integrare informazioni. Il momento topico dell’evento è stato proprio il discorso del suo fondatore quando ha illustrato come ESRI fornisce i dati attraverso servizi web in modo che altri possano facilmente scoprirne i contenuti. Le mappe intelligenti in ArcGIS sono l’elemento dominante, l’interfaccia mappa permette una nuova dimensione di condivisione del sapere. In questa occasione molto spazio è stato dedicato a ArcGIS 10, costruito per collegare programmi diversi, ad esempio immagini iper-spettrali, forte del fatto che anche l’API OpenRest sostiene questa condivisione. Presente a Roma anche il Top Management dell’Azienda, che ha condiviso le proprie idee e le esperienze professionali con i partecipanti provenienti da paesi diversi. La sessione plenaria, con l’intervento di Jack Dangermond e del Management ESRI, ha fornito ai partecipanti la vision aggiornata relativamente agli sviluppi e alle evoluzioni del GIS nei prossimi anni, con un focus particolare sulla versione 10 di ArcGIS. Numerose track parallele sono state focalizzate sui principali temi legati alle tecnologie ESRI e alle loro applicazioni verticali, con la presentazione di numerosi progetti internazionali di grande valenza e prestigio. Dopo la sessione plenaria, nel pomeriggio, è stata inaugurata l’aerea espositiva, diverse aziende hanno proposto i loro prodotti e illustrato i loro servizi. Sono stati presen-

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REPORTS tati nuovi software inclusi nel pacchetto ArcGIS 10 Toolbox, rendendolo rapidamente e facilmente disponibile agli utenti; nuovi ricevitori, dispositivi palmari utilizzati non solo per raccogliere i dati di localizzazione ad alta precisione. Presente anche Peter Beaumont – NAVTEQ Customer Marketing Director Enterprise Europe, intervistato per l’occasione dal nostro direttore, Renzo Carlucci (vedi p. 50). Strutturalmente la conferenza è stata suddivisa in workshop tecnici e le paper section. Le tematiche trattate durante la conferenza hanno riguardato i processi di pianificazione, governo e sviluppo del territorio. L’impronta emersa dalle relazioni tecniche è stata quella di condividere ciò che davvero può essere fatto con le versioni Desktop e Server di ArcGIS, attraverso casi pratici di utilizzo e vere e proprie demo. Ma ciò che ci ha sorpreso, è stato il risalto dato a tutti i contenuti online sia per la comunità degli sviluppatori sia per end-users (arcgisonline.com, ecc.). Una novità rispetto al passato, fatto esclusivamente di licenze e prodotti. Sembra davvero che proprio qui a Roma si sia aperta l’era Web 2.0 e Cloud di ESRI. Anche quest’ultima ha avuto un ampio risalto, mostrando come sia possibile accedere ad un’offerta eterogenea fatta da una vasta gamma di soluzioni sia ibride che completamente virtuali. Benefici che consentiranno all’azienda di acquisire nuovi clienti, anche medio-piccoli, e al contempo a questi ultimi di rivalutare gli allestimenti per i datacenter di classe enterprise, focalizzandosi sui servizi che davvero occorrono. Una curiosità la mancanza di dettagli tecnici sull’utilizzo del formato di compressione SDC particolarmente potente e performante nelle soluzioni ai problemi di routing. Tutte le informazioni sulle presentazioni sono disponibili online (www.esriitalia.it/emea2010). L’evento ha permesso ai convegnisti di partecipare anche a iniziative sociali e culturali, in modo da far si che partecipanti potessero approfittare del soggiorno in una città unica come Roma per conoscere il suo patrimonio artistico e culturale e godere di momenti di divertimento e relax.

Parole chiave ESRI, EMEA, GIS, ARCGIS

Abstract ESRI EMEA User Conference 2010 The ESRI EMEA User Conference is held every two years, and after London 2008, '2010 edition was held in Rome Oct. 26 to 28. 1500 participants from 75 countries have created one of the most important events of the GIS in which they were submitted more than 150 projects.

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Autori SANDRA LEONARDI SLEONARDI@RIVISTAGEOMEDIA.IT

FRANCESCO BARTOLI FRANCESCO.BARTOLI@ME.COM

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geoSDI: dal GIS allo scenario Web Shared di Dimitri Dello Buono

Un anno fa si è parlato dell’uso della suite geoSDI, sviluppata dal CNR IMAA - Centro di Competenza per la SDI, Spatial Data Infrastructure del Dipartimento della Protezione Civile, durante l’emergenza in Abruzzo post sisma e poi dell’uso del sistema durante il G8 che si è svolto proprio a l’Aquila a luglio 2009. In questo articolo proponiamo un aggiornamento della situazione. Visualizzazione cartografica degli edifici danneggiati nell’area di Haiti a seguito del sisma che ha colpito l’isola il 12 gennaio 2010.

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opo più di un anno, il sistema geoSDI ha trovato una sua collocazione all’interno della procedura di scambio ed utilizzo dei dati geospaziali sia all’interno del Dipartimento della Protezione Civile (DPC) sia in altri vari ambiti nazionali ed internazionali. Va sottolineato come, sull’onda dei risultati, sono stati sperimentati ed anche consolidati vari ambiti in cui il sistema ha trovato una giusta collocazione, offrendo una soluzione integrata per la gestione e lo scambio delle informazione e dei dati geospaziali. A gennaio 2010, infatti, a seguito del sisma che ha colpito Haiti, l’ufficio preposto al Rapid Mapping delle Nazioni Unite che fa capo a Itacha (www.ithaca.polito.it), ha utilizzato il sistema per diffondere e condividere le informazioni relative all’area in oggetto, esplicando le elaborazioni di change detection (nello specifico i crolli, gli edifici danneggiati e i campi spontanei) realizzate con immagini satellitari ed aeree e restituite alla comunità internazionale grazie all’esposizione nello scenario Web based, creato opportunamente sfruttando la suite geoSDI. A seguire sono stati realizzati e gestiti scenari relativi all’emergenza in Cile, Maierato (Calabria) e molte altre ancora. Il viewer della suite geoSDI ERA ha offerto notevoli vantaggi alla comunità di protezione civile per la condivisione e la creazione di elaborazioni utili alla gestione degli eventi. Tutto ciò nasce e si evolve in un periodo in cui, ad un notevole sviluppo delle tecniche di Osservazione della Terra sia da remoto che On Site - corrisponde una crescita di dati ed informazioni in modo del tutto rilevante e spesso ci si trova non più di fronte al problema di avere la disponibilità di informazioni e dati ma di discriminare tra essi e definire quale banca dati sia più idonea ai vari scopi. E' ormai noto come, ogni diciotto mesi, raddoppi la capacità sia di produzione che di immagazzinamento dati ma, purtroppo, non evolvono allo stesso modo le metodolo-

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gie e gli strumenti di interscambio ed interoperabilità che restano ancora legate a concetti ormai di svariati decenni orsono. Spesso ci si trova di fronte a ridondanza di dati e ancor più spesso i dati prodotti non sono disponibili. I motivi sono riconducibili ad errate politiche di condivisione e a retaggi tecnologici che inducono i produttori e gli utenti a pensare con logiche di ‘possesso’ e non di condivisione ritenendo, erroneamente, che il dato fornisca la soluzione ai problemi e non sia invece uno strumento di supporto utilizzabile per determinare la migliore scelta, la giusta analisi e quindi portare a una decisione che, comunque, è determinata dall’utente e non dal produttore di dati. La piattaforma geoSDI è una soluzione completa per la gestione di Spatial Data Infrastructure, ingloba strumenti per la gestione di geospatial data da parte di un’organizzazione federata. Questa soluzione supporta infatti la necessità di un soggetto (sia esso un ente, un’amministrazione o un privato) di entrare in un network in cui vengono ‘scambiate’ informazioni geospaziali attraverso modalità standard. Realizzare un Sistema Cooperante, che metta a disposizione di un network di utenti/gestori le informazioni ed i dati geospaziali, è una cosa a cui pochi hanno pensato o, almeno, a cui mira solo un piccolo sottoinsieme di chi si occupa e si interessa all’Osservazione della Terra. I GIS, ormai, sono noti alla massa e molti li utilizzano, per curiosità o per necessità, ma comunque sono abbastanza diffusi e hanno vissuto varie fasi evolutive. La soluzione quindi si presta a poter supportare varie tipologie di necessità ed in particolare la cooperazione tra strutture che debbono scambiare dati ed informazioni ed interoperare tra loro restando autonome nelle proprie missioni e nel proprio modo di produrre, utilizzare e gestire dati ed informazioni. Un’installazione fatta dalle Nazioni Unite in Zambia ha por-

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tato di fatto alla realizzazione di un progetto denominato ZEPRIS che, basandosi su geoSDI inglobato in un CMS documentale, georiferisce informazioni e dati. La soluzione, realizzata con un investimento di qualche decina di migliaia di dollari, ha creato le basi per la creazione della DMMU (Disaster Management and Mitigation Unit) che l’ufficio del WFP (Wold Food Programme, www.wfp.org) delle Nazioni Unite intende realizzare per gestire le emergenze e la pianificazione a livello regionale (ricordiamo al lettore che il concetto di 'regione' per WFP è sovranazionale e non relativo a divisioni territoriali di una nazione). Tutto ciò ha spinto il gruppo di sviluppo geoSDI ad evolvere l’ambiente e a creare un modulo del tutto interfacciabile (in gergo pluggaArea interessata all’esercitazione internazionale di protezione civile - Terex 2010. bile in modo da poter essere inserita una nuova funzione un po’ come si inserisce nuovo hardware ad un’interfaccia USB) riscrivendo di fatto (grafico) e può essere una vera e propria miniapplicazione. il viewer e creando una struttura predisposta a ricevere vari Tipici esempi di widget sono i ‘bottoni’ dell’interfaccia gramoduli, anche di terze parti, che concorrano all’esposizione fica di un programma (che possono essere ‘premuti’ per incon tecniche SaaS (Software as a Service) di funzionalità e viare comandi) o i checkbox usati per operare delle scelte fra procedure utili a vari scopi. varie opzioni disponibili. I widget sono spesso raggruppati La scelta di rendere la soluzione un framework e quindi un in ‘raccolte’ (toolkits) costruite e messe a disposizione dei sistema espandibile è fondamentale per le future strategie programmatori in vari ambienti operativi proprio per facilidi sviluppo. Nell’ambito della programmazione, un widget è tare la costruzione di Graphical User Interface (GUI). Spesso un componente (tipicamente grafico) di un’interfaccia uten- i widget sono racchiusi in speciali barre laterali, che consente di un programma, che ha lo scopo di facilitare l’interazio- tono di scegliere quali widget visualizzare o semplicemente ne con il programma stesso. In italiano è detto elemento di organizzarli.

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REPORTS Foto aeree sul campo fatte in collaborazione con lo IUAV di Venezia, Spin Off Unisky e la Polizia di Stato.

Tra i widget più noti e usati vi sono quelli di Windows Vista, denominati Gadget, quelli di Yahoo Widgets, quelli presenti in Mac OS e quelli per Windows Mobile 6.5. Oggi si stanno diffondendo le Apps, piccole applicazioni scaricabili dalla rete utilizzabili sui telefonini (Apple). geoSDI intende dare molta enfasi al concetto di widget, puntando su futuri sviluppi in questa direzione, sia incrementando il framework di base (in modo che possa supportare applicazioni esterne), che rilasciando sistemi di sviluppo per la realizzazione di widget anche da parte di terze parti. Al momento sono stati sviluppati i widget base di navigazione, misura, ricerca, localizzazione, editing, styler, stampa mentre altri sono in fase di realizzazione. Alcuni offrono funzionalità di varia natura: geocoding, calcolo di percorsi, interfacciamento con sistemi mobile, interfacciamento con moduli gestionali e altri ancora che, inseriti in una road map ben definita, porteranno entro giugno 2011 al rilascio di 53 funzionalità aggiuntive. Dal 25 al 28 novembre 2010 si è tenuta in Toscana l’esercitazione internazionale di protezione civile, Terex 2010 (Tuscany Earthquake Relief Exercise) durante la quale è stato simulato un sisma mettendo in atto i conseguenti meccanismi di emergenza e di intervento. In questa occasione, geoSDI è stato utilizzato quale sistema di interfaccia e di scambio dati tra varie funzioni come il censimento danni, i sopralluoghi rapidi per la produzione di cartografia da droni ultraleggeri (2.500 gr) per la produzione video e foto, la gestione della flotta mezzi e personale mobile, la restituzione delle elaborazioni del gruppo GMES dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite. Vari soggetti e varie funzioni, pur restando nella loro autonomia e nella loro specificità, hanno condiviso le informazioni ed i dati con l’uso condiviso del framework. L’idea è quella di federare anche gli sviluppatori in community ben definite o di poter evolvere le interfacce anche con il contributo delle specifiche funzionalità sviluppate per particolari elaborazioni e/o utilizzi. Questo rende possibile l’integrazione di funzionalità in un unico ambiente, che è del tutto open, in modalità SaaS e configurabile da terzi. L’interfaccia non è solo un modo per navigare, fare pan, zoom e selezionare strati ma è diventato un vero e proprio modo di interagire con le informazioni, elaborare dati, produrre risultati e cooperare sul web e questo è possibile grazie all’uso condiviso non solo di dati grezzi o di dati elaborati in informazioni ma dalla condivisione anche dei processi,

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procedure e funzionalità. Un po’ come passare dal dato, all’informazione, alla conoscenza ma di questo parleremo in un altro articolo. Il risultato quindi è rendere disponibile sul web la SDI Spatial Data Infrastructure, composta non solo di hardware, software ed infrastruttura telematica ma anche di persone e soprattutto di metodologie e conoscenza. Il tutto può anche contenere particolari funzionalità da lanciare in remoto su server specifici e sono già disponibili i servizi WPS (Web Processing Services) che quindi rendono percorribili anche metodologie di calcolo spinto o di specifiche soluzioni esposte in rete. Chi scrive, ancora una volta, vuol lasciare il lettore annunciando che c'è ancora tanto da fare; allo stesso tempo, però, si ritiene di essere sempre di più sulla strada giusta.

Parole chiave GEOSDI,

SPATIAL DATA INFRASTRUCTURE, PROTEZIONE CIVILE

Abstract geoSDI: from GIS to web shared scenarios A year ago we discussed about the use of geoSDI suite, developed by the IMAA CNR - Center of Competence for the SDI, Spatial Data Infrastructure of the Department of Civil Defense, during the post-earthquake emergency in Abruzzo and then use the system during the G8 summit which took place just in L'Aquila in July 2009. In this article the update of the situation.

Autore DIMITRI DELLO BUONO CNR C.DA S. LOJA - ZONA INDUSTRIALE, I-85050 TITO SCALO (PZ) DIMITRI.DELLOBUONO@CNR.IT

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La documentazione territoriale tra innovazione e tradizione di Domenico Santarsiero

Organizzato da due aziende leader del settore, quali Microgeo e Geosoft, il workshop dell'8 settembre 2010, tenutosi a Firenze, ha visto la presenza di numerosi operatori provenienti da mondi diversi per natura ed estrazione. Topografi e rilevatori di asset territoriali, cartografi e produttori di dati come gli operatori nel campo della fotogrammetria aerea, responsabili delle PA Locali e semplici addetti ai lavori, come chi scrive.

7Le tecnologie coinvolte fanno parte delle strumentazioni di punta degli ultimi anni, ovvero laser scanner nella classe full wave form, GPS, immagini digitali, sensori IMU, il tutto controllato e gestito da un ottimo sistema di acquisizione dati che vede dotazioni hardware di livello adeguato (alto transfer rate), componenti ad hoc per la gestione delle device e, dulcis in fundo, il regista o direttore d’orchestra, rappresentato dal sistema di pianificazione, gestione e acquisizione dati. Il sistema di acquisizione è realizzato con l’unione di diversi moduli e sistemi, ognuno specificamente orientato alla gestione delle device impiegate come GPS, odometro, laser scanner e camere digitali. Le tecnologie impiegate, pur essendo di prim’ordine, vanno comunque controllate e calibrate prima di partire per una campagna di acquisizione dati; questo sopratutto a garanzia del cliente, che, come si usa in ambito mission critical per i rilievi oceanografici, al termine dei lavori può disporre di una sorta di certificazione del sistema di acquisizione dati (un vero e proprio health check), e quindi poter certificare l’affidabilità della campagna di rilievo. Le aziende Le aziende così come i marchi delle diverse componenti tecnologiche impiegate, sono nel mercato della geomatica da lungo tempo, e con ciò portano la loro lunga esperienza nei diversi campi operativi. Microgeo è infatti orientata da sempre alle tecnologie del laser scanner, essendo distributore nazionale delle soluzioni Riegl da oltre otto anni, mentre GeoSoft opera nel campo della fotogrammetria dal 1992 con proprie soluzioni orientate al rilievo e alla produzione di cartografia, ortofoto, e prodotti orientati al GIS. Dal punto di vista dell’innovazione vera e proprio, GeoSoft ha adottato una soluzione unica nel suo genere nel panorama nazionale e Internazionale. Infatti la soluzione GVS Laser ha la caratteristica unica di poter elaborare, gestire e mettere in produzione i dati LiDAR, direttamente in ambiente ArcGIS, fornendo cosi funzionalità veramente evolute, tipiche delle soluzioni build in che si interfacciano con i geodatabase e la topologia tipica di un sistema informativo territoriale.

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La post-elaborazione La fase di post-elaborazione prevede un flusso dati abbastanza canonico. Ovvero passando in rassegna il ricalcolo delle traiettorie GPS + INS, quindi i parametri di heading e di assetto (pitch + roll) del sistema e dei sottosistemi di ripresa, il tutto ovviamente attraverso procedure ormai consolidate come filtri di kalman, ecc. Di tutto ciò si occupano in parte il modulo di post elaborazione GPS-IMU Inertial Explorer della Novatel, e in parte la soluzione messa a punto da Geosoft, che gestisce in toto l’intera organizzazione dei dati, così come il calcolo

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finale degli orientamenti delle sequenze fotogrammetriche (coppie sterescopiche), pronte ad essere visualizzate nel sistema di restituzione e ad essere usate per il tracciamento delle entità cartografiche in restituzione, nello spazio 3D definito dalla matrice irregolare di punti (nuvola) del laser scanner. Disegno e estrazione dei dati Il disegno e l’estrazione dei dati, ovvero la popolazione del DB Cartografico, o direttamente l’integrazione o la popolazione ex-novo del database geospaziale del sistema GIS, diventa il lavoro di produzione vero e proprio. Dal punto di vista tecnico il lavoro di per se non presenta difficoltà alcuna, visto il fatto che l’operatore si trova a navigare nello spazio 3D continuo, creato grazie all’accoppiamento di un laser scanner di elevate prestazioni, con il set di camere fotografiche di prestazioni adeguate i cui piani di proiezione sono determinati, e da cui è possibile disegnare feature fotogrammetriche tradizionali. Per il resto, le potenzialità del sistema constano nella eccellente implementazione del sistema di restituzione, sia in termini di interfaccia utente, che di strumenti di editing e integrazione con l’ambiente GIS di ESRI. Conclusioni Le potenzialità dei sistemi LiDAR terrestri sono ormai acclarate sia in relazione alla loro diffusione, sia guardando agli investimenti delle diverse aziende leader nel campo dei sensori alla base dei sistemi. La soluzione GVS Laser vista in questa giornata di studio, presenta molti vantaggi, sia perché utilizza un singolo sistema laser e quindi riduce fortemente i costi delle dotazioni hardware, sia perché è basata sullo sviluppo di un sistema software perfettamente integrato in uno degli ambienti GIS tra i più diffusi tra le aziende di utility e della PA Locale, ovvero nell’area di mercato di riferimento principale per questo nuovo trend di tecnologie di rilievo territoriale. Insomma un invito ai lettori, a partecipare al primo workshop utile su questo tema, per aumentare il proprio sapere tecnico e professionale.

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Riferimenti WWW.MICROGEO.IT WWW.RIEGL.COM WWW.GEOSOFT.IT

Parole chiave WORKSHOP, LIDAR, LASER SCANNER E FOTOGRAMMETRIA

Abstract Land documentation between tradition and innovation Microgeo and Geosoft organized a workshop that was attended by many professionals of different nature and extraction. Topography and spatial asset detectors, cartographers and producers of spatial data as operators in the field of aerial photogrammetry and simple insiders as who wrote.

Autore DOMENICO SANTARSIERO DOMENICO.SANTARSIERO@GMAIL.COM

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ITN - Infrastructure, Telematics & Navigation di Eliana Lanza, Cristina Sigot, Chiara Camoirano

Il primo e unico evento in Europa che ha saputo realizzare l’incontro tra infomobilità e infrastrutture intelligenti si è chiuso con un bilancio positivo, oltre tremila partecipanti. La manifestazione torinese è riuscita a conquistare l’attenzione di un pubblico internazionale di aziende, PMI, amministratori pubblici, gestori di reti stradali e ferroviarie, operatori Telco, ricercatori e media non solo europei ma provenienti anche da paesi orientali e dall'Africa, a dimostrazione che il settore degli Intellligent Trasport System è in piena espansione.

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a sessione Telematics e navigation ha aperto il convegno con un’analisi del mercato della telematica e della navigazione satellitare, sintetizzata da G. Ferri, CEO Wireless, che ha delineando i trend di sviluppo e le tendenze in atto in un settore in costante evoluzione. Le risorse di un comparto capace di proporre servizi ad alto valore aggiunto, sia per le utenze professionali di logistica e trasporto, sia per appoggiare le strategie di sicurezza ed efficienza nella mobilità urbana ed extraurbana, si dimostrano in continua evoluzione. La telematica oggi si muove tra due obiettivi: facilità d’uso e completezza dell’informazione per l’utente e sostenibilità dell’ambiente. Per il perseguimento di tali obiettivi, è necessario disporre di procedure, sistemi, dispositivi che consentano la raccolta, la comunicazione, l’analisi e la distribuzione di informazioni e dati tra soggetti in movimento, le infrastrutture di trasporto e le applicazioni delle tecnologie dell’informazione. Anche le applicazioni sono state analizzate partendo dai trasporti intelligenti. Aggiungere valore con il Cloud computing, presentato da R. Turchi di Eurotech, e Context Awarness and Automatic Reasoning, use cases and telematics applications proposto da L. Cicchese di Reply, per terminare con La telematica oltre il furto: l’efficienza logistica, la sicurezza e la protezione di A. Capellino di Trackysat - Viasat Group. Un argomento sempre al centro dell’interesse quando si parla di tecnologie innovative è stato presentato da R. Dini di Metroconsult, che ha focalizzato come proteggere e valorizzare le idee in quanto fattore di successo economico per le aziende che le sanno opportunamente gestire. ITN è poi stato scelto come sede del 2° Summit degli operatori dell’infomobilità, che riunisce istituzioni, amministrazioni e aziende, per presentare una panoramica del mercato, trend, criticità e opportunità di sviluppo, esperienze locali, nazionali ed internazionali. Sono state analizzate tecnologie, piattaforme, servizi, applicazioni e sperimentazioni nel campo dell’informazione sulla mobilità. La recente costituzione della Filiera Infomobilità in ambito Assoknowledge-Confindustria è stata anche l’occasione per la presentazione delle iniziative elaborate dalle aziende associate e per la verifica dei risultati già raggiunti dal nuovo Gruppo di rappresentanza, per puntare alla creazione in Italia di una nuova piattaforma di Infomobilità. Il 12 novembre la sessione plenaria è stata dedicata a tema Smart Infrastructures - Dall’Intelligent Transport Systems alle infrastrutture intelligenti, illustrando i progetti in atto per la gestione di territori e infrastrutture. Si sono discussi i termini di una nuova architettura della comunicazione che

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Nell’area espositiva hanno trovato spazio novità di mercato come l’applicazione Connected Car (Magneti Marelli): un sistema integrato in rete, a 360°, che evidenzia il contributo apportato nello sviluppo dei sistemi cooperativi la telematica con la tecnologia V2X.

si svolga collegando dispositivi personali, centri di servizi, veicoli e infrastrutture stradali. L’obiettivo è quello di implementare i servizi per favorire la sicurezza delle persone e la regolazione del traffico, l’intrattenimento e l’informazione, la navigazione e il tracciamento di merci e veicoli con il risultato di facilitare la vita dei cittadini e rendere le città più sostenibili. ‘Infrastrutture, Innovazione, Sviluppo Sostenibile, Competitività di Sistema, Esperienze’ il tema del primo panel che ha raccolto le opinioni e i contributi di operatori e istituzioni. Le aziende hanno illustrato le tecnologie a supporto della ‘gestione intelligente di territori e infrastrutture: strategie, progetti, tecnologie, trend in atto e nuove tendenze’. È stato evidenziato come con l’integrazione della telematica all’ingegneria dei trasporti si ottenga il migliore risultato per la pianificazione, progettazione, esercizio, manutenzione e gestione dei sistemi di trasporto, finalizzata al miglioramento della sicurezza della guida e all’incolumità delle persone (safety), alla sicurezza e protezione dei veicoli e delle

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Nimbus, velivolo a motore bicilindrico dotato di apparecchiature in grado di trasmettere in tempo reale informazioni georeferenziate. Brevettato a livello mondiale, introduce un nuovo modo di volare, a 300 metri da terra, non invasivo e con infinite potenzialità d´impiego nel settore civile (sorveglianza ambientale e di grandi eventi, monitoraggio e raccolta di informazioni strategiche in caso di emergenza).

In basso, Brokerage event, il B2B tecnologico: 57 imprese e centri di ricerca si sono incontrati per scambiare tecnologie e trovare partner, per un totale di 158 appuntamenti.

merci (security), alla qualità, nonché all’efficienza dei sistemi di trasporto per i passeggeri e le merci, ottimizzando l’uso delle risorse naturali e rispettando l’ambiente. Infine la parola è passata alle Amministrazioni locali nella sessione ‘Infrastrutture intelligenti e informazioni dai territori, al servizio dello sviluppo urbano’. Tra le varie sessioni specialistiche in ‘PND - Solutions and Services’ sono state presentate le novità del settore, dal trasporto e logistica, alla navigazione e cartografia fino al geomarketing e all’LBS Advertising. Tra le case history più interessanti è stato presentato il progetto realizzato dalla Comunità Toscana il Pellegrino: il Sistema Informativo Territoriale della Via Francigena, un webgis capace di mettere a disposizione dei pellegrini le informazioni sul percorso ed i territori limitrofi. A delineare gli scenari di un mercato sempre in evoluzione è stata proposta anche un’applicazione dei servizi di geolocalizzazione capace di incidere sulle decisioni di acquisto grazie alla collaborazione tra informazione e localizzazione: prezzibenzina. it, piattaforma di monitoraggio dei prezzi dei carburanti a livello di ogni singolo distributore, già diffuso tra gli utenti più attenti. Nella sessione ‘Domanda (potenziale) e offerta (implicita) di informazione geolocalizzata: gli anelli mancanti’ realizzata in collaborazione con AMFM GIS Italia e GEOmedia, P. Blu Giandonato di TANTO blog ha parlato de I ‘luoghi’ degli open data: dove e come trovare in Italia i dati per sviluppare applicazioni location aware presentando il mashup appena sviluppato: GeoRSS Terremoti INGV. Basandosi su dati aperti e liberi dell’INGV, è stato utilizzato per creare un’applicazione su iPhone utile come applicativo per la protezione civile. E’ in grado di creare una mappa dei terremoti rilevati in tempo reale dalla rete sismica italiana, fornire una lista degli eventi con le relative caratteristiche e di aprire una pagina web dell’INGV con le info sull’evento. L’applicazione permette, infine, di esportare i dati in svariati formati aperti (es. RSS) e di elaborare avvisi in tempo reale degli eventi su dispositivo mobile. Nel-

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la sezione logistics & transport - auto-id & tracking è stato presentato il Progetto Wireless Sensor Network (WSN) che prevede l’applicazione sperimentale di una rete di sensori senza fili presso l’Interporto di Torino, finalizzata al monitoraggio dei flussi veicolari. Il progetto riguarda la sperimentazione di una metodologia automatica finalizzata al rilevamento dei flussi di traffico e al censimento delle classi veicolari in una piattaforma logistica come quella dell’interporto di Torino, attraverso la predisposizione di ‘varchi virtuali’, monitorati in tempo reale, mediante una rete wireless di sensori magneto-induttivi. La prossima edizione di ITN si svolgerà dal 16 al 18 novembre 2011 al Lingotto Fiere di Torino.

Parole chiave INFOMOBILITÀ, INFRASTRUTTURE INTELLIGENTI, TRASPORTI

Abstract ITN - Infrastructure, Telematics & Navigation Second edition of ITN ended with over three thousand visitors. ITN is the first and only event in Europe that has managed to achieve the meeting of mobile information and intelligent infrastructure. The event in Turin managed to capture the attention of an international public companies, public administrators, managers of road and rail networks, researchers and media, and if, in addition to European countries, have confirmed attendance from Eastern countries and India, for the first time there were from Africa, demonstrating that the fund dell'Intellligent Trasport System is growing.

Autori ELIANA LANZA, CRISTINA SIGOT, CHIARA CAMOIRANO ITN INFRASTRUCTURE, TELEMATICS & NAVIGATION VIA NIZZA, 294 - 10126 PRESS@ITNEXPO.COM

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Venice GIS Portal: la punta dell’iceberg di Rudj Maria Todaro

Venice GIS portal, sportello virtuale di dati territoriali di pubblica utilità di INSULA, ha vinto il premio Nazionale Portali di Informazione Geografica 2009. Il sistema si basa sulla consapevolezza che una città è un sistema molto complesso, a causa di un insieme di fattori: la grande quantità di elementi differenti di cui è composto (strade, edifici, ponti, ecc.), le attività, i cambiamenti continui a cui è soggetto e, soprattutto, la compresenza di persone diverse. Modello tridimensionale della pavimentazione, dotato di curve di livello.

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er gestire la complessità di un insediamento, difficilmente imbrigliabile nelle maglie di una catalogazione e sistematizzazione, Insula ha scelto di canalizzare le attività verso un riferimento comune, di sviluppare sistemi informativi che siano in grado di creare integrazione e omogeneizzazione di dati e processi, mantenendo la flessibilità necessaria, servendo e sostenendo il lavoro di dettaglio delle persone che quotidianamente svolgono un compito operativo per la città, partendo, quindi, dalle esigenze degli operatori per poi integrarle in un unico sistema. È questo l’intento con cui è stato concepito Venice GIS Portal. Il portale guida alla conoscenza del sistema urbano veneziano e della laguna veneta. Attraverso una serie di moduli sempre aggiornati è possibile analizzare, comprendere e approfondire diversi aspetti della città. Il Comune di Venezia utilizza da decenni specifici strumenti per conoscere l’andamento planoaltimetrico della pavimentazione, indispensabili in occasione delle alte maree, sia per garantire la transitabilità pedonale, sia per prevedere i danni derivanti dagli allagamenti. Il modello delle pavimentazioni utilizzato finora si basa su una banca dati continuamente aggiornata grazie ai rilievi eseguiti per elaborare i progetti integrati di manutenzione della città, un insieme di informazioni composite ed eterogenee per densità, precisione e affidabilità. Il modulo altimetrie è lo strumento con cui il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree fornisce informazioni ai cittadini. È possibile visualizzare i dati sull’altezza del suolo rispetto al medio mare in ogni punto della città e visualizza i diversi livelli di esondazione, interrogando l’intera banca dati dei rilievi effettuati durante le diverse fasi di lavoro. Lo zero di riferimento è il medio mare misurato dal mareografo di Punta della Salute nel 1897. Dall’elaborazione della banca dati altimetrica è stato generato un modello tridimensionale a curve di livello, discretizzate a 10 cm. Un modello che, alla luce delle esigenze di precisione dello strumento e dei progressi tecnologici, ha bisogno oggi

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di revisione e ottimizzazione. L’attendibilità del modello attualmente disponibile, infatti, è influenzata dalla qualità della base dati attuale. Si è riscontrato che la maglia di rilievo è eterogenea e spesso la precisione dei dati non è dichiarata. Un’imprecisione ascrivibile alla scarsa densità dei dati di origine, a volte poco significativi, per l’ampio intervallo di discretizzazione. È proprio l’attuale banca dati ad aver reso superflua finora la discretizzazione a intervalli di quota minori di 10 cm. C’è da dire inoltre che è trascorso ormai quasi un ventennio dall’ultima campagna di rilievo completa. Proprio per questo è stato realizzato il progetto RAMSES (Rilievo Altimetrico Modellazione Spaziale E Scan3D) al fine di avere nuovo modello tridimensionale della pavimentazione, dotato di curve di livello più precise e con, a disposizione, un rilievo topografico caratterizzato da omogeneità nella precisione, modalità di esecuzione e una maglia molto più fitta, uno strumento messo a punto per ridurre considerevolmente i possibili errori di valutazione, in funzione del livello di marea, su transitabilità delle pavimentazioni, stima dei percorsi delle passerelle e quota di esondazione delle soglie.

Posizionamento dei caposaldi. Per ogni caposaldo è disponibile una monografia con foto e tutti i dati relativi.

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REPORTS La precisione dello strumento consente di simulare il processo di allagamento della città, calcolando, per ciascun livello di marea (anche a intervalli di 1 cm), la superficie di pavimentazione esondata. La manutenzione dei canali è un’attività di vitale importanza per Venezia, per il cui centro storico, rii e canali rappresentano non solo la rete viaria, ma anche un importante mezzo per l’equilibrio igienico sanitario. Elementi preziosi, che necessitano di un’approfondita conoscenza preventiva per poter attuare le misure indispensabili alla loro corretta gestione. Insula raggiunge questo obiettivo con specifiche campagne di misura ed analisi, dalle campagne batimetriche a quelle di misura della qualità dell’acqua (con la collaborazione del CNR ISDGM). I dati raccolti vengono utilizzati, congiuntamente a quelli desunti dai modelli di calcolo per idrodinamica e sedimentazione, per pianificare gli scavi dei rii e garantirne la transitabilità. Dati trasparenti e consultabili sul portale, dove non solo è possibile visionarli, ma si possono ricostruire le sezioni batimetriche, cioè lo ‘spaccato’ del rio con tutte le misure relative alla profondità. La conoscenza approfondita del territorio e delle attività che vi si svolgono consente di riassumere informazioni eterogenee, come l’allestimento di cantieri, i livelli di marea previsti, il complesso ed inusuale metodo di numerazione dei civici che esiste a Venezia e offre la possibilità di arricchire anche una funzione classica come quella di individuare il tragitto più breve tra due punti a scelta della città. Il ‘modulo percorsi’ è in grado di tenere in considerazione i dati altimetrici e le interruzioni di transitabilità causate dai lavori o magari dalla presenza di un set cinematografico, non inusuale in una città come Venezia. Con il modulo, infatti, è possibile cercare percorsi alternativi impostando il livello di marea previsto. Se nel coordinamento di un intervento di manutenzione, la formalizzazione tramite disegni, che riportino la misura delle

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azioni e degli oggetti rilevati tramite strumenti topografici, assume un ruolo rilevante durante sia la fase di progettazione sia di consuntivazione, quando il coordinamento si estende a tutti gli interventi che insistono su una città, diventa fondamentale che i riferimenti geodetici a cui i diversi topografi fanno riferimento siano coerenti e stabili su tutto il territorio. Per questo motivo è importante raccogliere tutti i riferimenti topografici che esistono nell’area veneziana e realizzare reti di riferimento planimetriche e altimetriche. Il Venice GIS Portal rende disponibile un quadro del posizionamento dei caposaldi nel territorio lagunare. Le reti che lo costituiscono sono la GPS2000 (realizzata da Insula in collaborazione con il Centro maree del Comune di Venezia) rilevata con metodologia satellitare e tramite livellazione, quella del Catasto derivante da rilievi GPS e le reti IGM68, IGM70, ISES, UIMA e CNR93 misurate anch’esse tramite livellazione.

Modulo derive, risultato dell'omonimo progetto voluto dal commissario al moto ondoso di Venezia.

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REPORTS Il ‘modulo derive’ è stato messo a punto da una commissione costituita da vigili del fuoco, protezione civile, ordine degli architetti e quello degli ingegneri, edilizia privata e specialisti individuati dal comune, che ha fornito un quadro conoscitivo per descrivere e analizzare lo stato di conservazione e caratterizzazione di tutti gli elementi strutturali che fronteggiano i rii, le informazioni sulla statica, la dinamica funzionale e l’impiantistica degli edifici. Ne è scaturita una scheda di rilevazione per la valutazione della situazione dell’edificato (sicurezza statica, antincendio, impiantistica e ambientale d’uso). Tutti i risultati e le relative informazioni sono consultabili sul portale. Il ‘modulo piani terra’ consente l’accesso ai dati del censimento di tutte le unità immobiliari al piano terra del centro storico di Venezia condotto dal Consorzio per la ricerca e la formazione e fornisce un quadro generale più chiaro sull’impatto dell’acqua alta sui piani terra degli edifici. Quando si interviene sul territorio in maniera rilevante, diventa strategico convogliare tutti gli interventi in sottoservizi. In passato non era purtroppo inusuale rifare una pavimentazione per poi dovervi rimettere mano al subentrare di nuove esigenze, come, ad esempio, la posa di una nuova tubazione, con un aggravio alla vita economica e sociale della città e un mancato rispetto delle normative. Circostanze che si possono evitare con un coordinamento corretto delle attività. Il ‘modulo sottoservizi’ è il risultato dell’attività di coordinamento dei lavori nel sottosuolo, la cui conoscenza è fondamentale per una corretta gestione e pianificazione del territorio. In questo modulo vengono pubblicati i percorsi noti delle canalizzazioni di luce, gas, acqua, telefono, cablaggio e antincendio sotto la pavimentazione delle calli e dei ponti. Tracciati che non erano mai stati mappati prima e che ora vengono aggiornati puntualmente, in parallelo con i lavori effettuati da Insula e la messa a disposizione delle informazioni relative ai nuovi tratti da parte delle aziende coinvolte negli interventi. Il ‘modulo ponti, sottoportici e porte d’acqua’ pubblica le informazioni degli elementi di maggior interesse per i cittadini, gli operatori e gli amministratori e mette a disposizione un quadro aggiornato delle condizioni di questi manufatti. Il database, consultabile tramite schede monografiche, raccoglie le informazioni su geometria, tipologia architettonica, materiali e accessibilità di tutte queste strutture presenti nel centro storico e nelle isole della laguna veneta.

nezia e isole avvenuti nel corso di lavori di manutenzione o ristrutturazione. Per ogni ritrovamento è possibile visualizzare l’esatta posizione e una scheda monografica con tutte le pubblicazioni relative. Il ‘modulo parchi’ viene utilizzato dall’Istituzione ‘I Parchi di Mestre’ per il monitoraggio e la pianificazione degli interventi di manutenzione ordinaria. Per ogni oggetto di manutenzione (panchina, lampione, pavimentazione, edificio, albero, ecc.) è possibile visualizzare l’esatta posizione, le sue caratteristiche fisiche e la scheda con i risultati delle attività di ispezioni e di intervento effettuati.

Riferimenti http://gisportal.insula.it/

Parole chiave GIS, PORTALE, INFORMAZIONE GEOGRAFICA, VENEZIA

Abstract Venice GIS portal Single information system, the only methodology but an undetermined number of working groups. The basic principle, which underpins Insula, is flexibility, a philosophy which has enabled it to test the adoption of new processes of governance of assets, as a strategic resource of the Public.

Autore ING. RUDJ MARIA TODARO Modulo sottoportici.

In una città come Venezia non esiste cantiere che non debba confrontarsi con problematiche di salvaguardia del patrimonio storico culturale e così che gli archeologi affiancano il lavoro degli ingegneri. Il ‘modulo archeologia’ raccoglie i dati dei censimenti di tutti i rinvenimenti archeologici a Ve-

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RESPONSABILE SISTEMA DI MANUTENZIONE URBANA INSULA - COMUNE DI VENEZIA SANT'ANDREA - FABBRICATO 206 30135 VENEZIA 041 2724218

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AZIENDE E PRODOTTI le ia ec TA Sp ASI

Prodotti, soluzioni e progetti A cura di Domenico Santarsiero

ASITA è l'appuntamento annuale del settore geomatico da circa 14 anni, è il luogo di incontro tra operatori del settore e mondo della ricerca e della formazione. Lo spazio espositivo rappresenta uno dei maggiori luoghi ove convoglia l’attenzione degli operatori del settore verso le aziende e i prodotti. Le aziende da sempre vedono ASITA come uno dei marketplace orientati alla crescita del B2B italiano, anche se l'elevato costo/contatto degli ultimi anni, insieme alla fortissima flessione dell'afflusso degli operatori privati e della PAC/PAL, non giova alla percezione dell'evento come al mainstream italiano della geomatica, e quindi, per questo, non viene percepito come il luogo ideale di incontro della domanda e dell'offerta. GEOmedia nella sua tradizione di agorà della cultura e del mercato, coglie l'occasione per tenere informati i suoi lettori con una rassegna ragionata sulla mostra espositiva di ASITA 2010, presentando le novità tecnologiche delle aziende più rappresentative.

Copertura totale della banda spettrale del visibile termico Le novità di Codevintec non possono che riguardare il sistema laser long range della Optech, azienda canadese leader di settore da oltre 15 anni, che copre scansioni fin oltre i 3.000 metri. Il sistema ILRIS-LR permette acquisizioni a 10 kHz con precisioni di 4 mm a 100 m, in grado di rilevare anche superfici a neve e ghiaccio. Da questo ai sensori iperspettrali il passo è breve, ed è proprio questa la novità presentata ad ASITA: i sensori iperspettrali AiSA della finlandese Specim, leader mondiale con oltre 60 sensori installati a bordo di aerei ed elicotteri, e che coprono tutta la banda spettrale dal visibile al termico nelle configurazioni VNIR, SWIR e LWIR. Le caratteristiche principali sono riscontrabili nell’eccellente rapporto segnale rumore, nell’elevatissima risoluzione spettrale e nelle dimensioni assai compatte che li rendono adatti anche per installazioni su AUV. www.codevintec.it

L’immancabile HP Plotting e printing sono le attività che rappresentano il banco di prova di chi fa mappe, elabora DTM e ortofoto, di chi realizza progetti o analisi. Stampare è un’attività che valorizza il nostro lavoro, e quindi è una cosa più che seria, come lo è HP con le sue soluzioni per tutte le tasche e tutte le esigenze. Questi i modelli presentati on running ad ASITA, mentre stampavano la tipica mappa del mondo come gadget, ortofoto, ecc.: T7100, Z 6200, Z 5200, T 2300. www.hp.com

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Informazioni 3D

territoriali

e

Informazioni territoriali e 3D sembrano un binomio perfetto, ed ABACO non poteva far mancare il suo apporto ad ASITA 2010, con la presentazione degli applicativi 3D orientati alla piattaforma iPhone. Ben oltre le applicazioni advanced troviamo il Progetto Siti, mentre dalla piccola galassia ABACO arriviamo ad analizzare le applicazioni di GeoMind, come TERRA Flyer e altre applicazioni 3D per dati territoriali a 360°. www.abacogroup.eu

La svolta di ITT con ENVI 4.8 Telerilevamento e analisi di immagini in ambiente ArcGIS è il punto di svolta di ITT con ENVI 4.8. Accedere agli strumenti di analisi di immagini di ENVI direttamente dalla console di ArcGIS, aggiungere al Model Builder di ArcGIS gli strumenti di analisi di ENVI, ma anche pubblicare i geoservizi possibili sul server di ArcGIS e renderli così disponibili in rete. ENVI 4.8 aggiunge anche il visualizzatore di dati LiDAR 3. Con ENVI 4.8 aumenta la convergenza tra strumenti di analisi per dati telerilevati e piattaforme GIS, supportando l’utente a ottimizzare la gestione dei progetti e quindi delle risorse. www.ittvis.com/ENVI

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AZIENDE E PRODOTTI Il Mobile GIS è targato CRISEL Il mobile GIS è una delle tecnologie di base per garantire la buona qualità delle banche dati GIS di beni territoriali, eventi, asset e qualsiasi fenomeno a scala territoriale. Le soluzioni di CRISEL sono da sempre una selezione accurata dei migliori fornitori come Trimble, Laser Technology, RICOH e altre soluzioni. Le novità sono tutte orientate a migliorare device e funzionalità da campo, come per il nuovo NOMAD, ancora più performante e Juno SD che ora è anche telefono. Novità interessante per l’interfaccia GPS - camere digitali, attraverso il sistema TrimPIX che utilizza l’avanzato protocollo PTP (Picture Transfer Protocol) e la connessione wireless per collegare le foto prese con qualsiasi macchina fotografica con il punto GPS. Altre novità sono l’aggiornamento del software Terrasync e Pathfinder Office della Trimble, i rugged pc V200 di Getac e la macchina fotografica Ricoh G700SE. www.crisel.it

Le novità di Menci Software Fotogrammetria, image scanning e dati LiDAR sono le soluzioni di punta di Menci Software, e tra queste le novità ultime come il nuovo cruscotto 3D per le applicazioni, i progetti e le campagne di rilievo fotografico aereo a bassa quota per la generazione di nuvole di punti. Ecco infatti, Site Manager per la prima volta sulla scena. Un sistema di navigazione e interrogazione, ma anche di streming dati verso il formato 3D open vtp. Insieme a Site Manager le funzionalità del progetto REM, che attraverso una piattaforma di servizi di elaborazione, permette di ridurre gli investimenti alla sola fase di ripresa con camere amatoriali purché calibrate. Con Site Manager invece è possibile misurare, collegare i modelli con link a: risorse web, altri modelli, testi, immagini, ortofoto, dati vettoriali CAD. www.menci.com

L'innovazione passa per R3GIS Il mondo del GIS e del GIS Open è senz’altro rappresentato da R3GIS e GIS & WEB, che ad ASITA hanno presentato diverse novità e lo stato dell’arte di soluzioni e progetti sempre interessanti, sempre ben fatti. Free GIS è un progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera, sotto l’egida del programma INTERREG, che si occupa di standard multilingua e dello sviluppo di applicativi WebGIS per mettere in pratica questi standard. R3 SkiGIS è invece il modulo unico nel suo genere per la gestione delle piste sciistiche, integrato da Snowmeter per la misurazione dello spessore del manto nevoso. MACISTE è invece il nome del sistema per la gestione dei dati costieri, che sta proprio per MArine Coastal Information SysTEm, ed è una soluzione di punta di GIS & Web di Genova. R3 GIS da sempre promotore del GIS Open Source, e attenta al mondo degli standard internazionali, è anche membro di OGC (Open Geospatial Consortium (organismo che definisce gli standard in ambito GIS a livello internazionale). http://www.r3-gis.com www.gisweb.it

Ovunque e in qualsiasi condizione: le soluzioni Getac Palmari e penmap a portata di mano, questo il mondo delle dive presentate ad ASITA da Getac di Milano. Dal palmare full rugged PS236, fino al nuovissimo V200, tutti sistemi che permettono di operare sul campo in estrema tranquillità anche in condizioni climatiche estreme. Ambienti polverosi in cantiere, in campo marino e nelle operazioni di mobile GIS più estreme. I sistemi distribuiti da Getac sono realizzati in lega di magnesio con trattamento anti-salsedine, e dispone di un servizio di personalizzazione dei sistemi, per renderli efficienti anche in ambienti industriali difficili. www.getac.com

IP-S2 di Geotop Il rilievo territoriale si sposta anche per Geotop sul fronte dei sistemi MMS, con il più che consolidato sistema IP-S2 ormai sul mercato da 2 anni, e presentato in tutti gli eventi del settore. IP-S2 è dotato di un set di camere per riprese a 360°, è predisposto all’uso di diversi sensori laser e l’integrazione di altri sensori aggiuntivi. Tra le caratteristiche anche quella di un sistema di montaggio universale per mezzi tradizionali o 4 x 4, ecc. Dai sistemi MMS ai sistemi GPS, Hyper2 è l’altra novità. Tra le soluzioni topografiche la stazione totale QS (Quick Station) insieme all’X-Track, costituiscono la nuova generazione di soluzioni per il tracciamento. Le soluzioni MS aumentano invece le prestazioni, portando l’accuratezza a 0.5” e ottimizzando la gestione per monitoraggi e rilievi di precisione. www.geotop.it

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Sineco e Gexcel in nome degli MMS Sineco e Gexcel in sinergia per la promozione delle soluzioni MMS e dell’elaborazione di dati LiDAR e laser scanner. Gexcel è, infatti, impegnata nello sviluppo di applicazioni software orientate alla gestione di dati laser da diversi anni. Mentre Sineco è stato tra i primi operatori italiani ad operare nel settore del mobile mapping, ed è tra le aziende italiane che sta innovando il settore attraverso la soluzione Lynx. Sineco opera anche in campi specifici come il rilievo di asset aeroportiuali attraverso l’integrazioni di sensoristica specializzata e del sistema Linx. Le novità di Gexcel sono gli applicativi per il trattamento di grosse moli di dati, gestione dei dati MMS e integrazione in un unico progetto di fonti diverse e di dati laser. Ultima l’applicazione Construction (ottimizzata per strumentazione FARO), orientata alle applicazioni per l’architettura, per l’estrazione di sezioni, profili, oltre al tunneling tools. www.sinecoing.it www.gexcel.it

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AZIENDE E PRODOTTI LandSim per far vivere il paesaggio in 3D

Leica Geosystems non una ma diverse novità Tradizionali le novità in casa Leica per quanto riguarda il settore del surveying, con alcune novità nel campo dei servizi e dei canali dell’offerta, in un mercato ormai di riferimento in forte sofferenza. Le novità si chiamano Polar Centro Servizi, myGeoidField e molte altre opzioni, ma anche il commercio elettronico attraverso il portale Geo Commerce. Andando alle soluzioni due novità: TS11, ovvero una total station con funzionalità imaging, e le stazioni permanenti GNSS, GR10 e AR10, rispettivamente un stazione GNSS plug & play, e un’antenna GNSS Multifunzione con radome integrato. www.leica-geosystems.it

Da Aerosigma un prodotto made... al Sud! Il rilievo fotogrammetrico ha visto negli ultimi anni un ridursi dei gruppi operativi italiani, soprattutto dopo il passaggio di CGR a Blom ASA, operatore norvegese. Le speranze di un gruppo italiano sono quindi affidate ai nuovi gruppi nascenti dall’unione di esperienze diverse, geograficamente e culturalmente. Con AEROSIGMA nasce un nuovo player nel campo dei “Servizi di Informazione Geografica e Monitoraggio Ambientale”, cosi come recita il flyer informativo distribuito ad ASITA. AEROSIGMA è un progetto condiviso da Geotec di Matera, Nuova Avioriprese di Napoli e la SIT di Noci (BA). www.aerosigma.it

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Le problematiche del ‘paesaggio’ spaziano tra mille problematiche ambientali, architettoniche e di difesa del territorio. Land Sim 3D appena aggiornato, è tra i pochi e forse unico software nel suo genere, in grado di renderizzare in tempo reale gli scenari reali archiviati in Geo DB a livello di strati informativi GIS. Land Sim 3D grazie all’interfaccia intuitiva, alla semplicità d’uso e all’integrazione con CAD e GIS, permette al 3D di entrare nel cuore dei tradizionali metodi di lavoro di paesaggisti e urbanisti. Studiare l’integrazione di un fabbricato o di un’infrastruttura nel paesaggio reale, non è stato mai così semplice. Land Sim 3D è la naturale evoluzione delle tecniche messe a punto dall’azienda francese Bionatics. L’ultima versione aggiunge inoltre Blom 3D tra le sue interfacce al mondo dei provider di dati territoriali. www.nblsoftware.it www.bionatics.com

La mitteleuropa geomatica La Terra Messflug GmbH è una ditta affiliata della Vermessung AVT ZT GmbH, la quale è un leader nel settore dei rilievi topografici in Austria. Le aziende offrono voli fotogrammetrici e realizzano l’elaborazione di prodotti derivati. Gestiscono un aereo bimotore Cessna 303 con una camera digitale (Ultracam Xprime). La base operativa per i voli è a Zell am See in Austria, e la vicinanza con il territorio italiano permette di effettuare voli di ripresa senza grossi problemi. La MILAN Geoservice GmbH con sede a Schwarze Pumpe (Germania) è il partner per il laser scanner aereo. MILAN Geoservice GmbH dispone di tre elicotteri ed un aereo, tutti equipaggiati con uno scanner Riegl-Airborne. Le due aziende si occupano del post processing dei dati, della georeferenziazione e impiegano metodi avanzati per la classificazione. Negli ultimi anni Terra Messflug ha realizzato la copertura fotogrammetrica ca. 20.000 km² lungo l’arco alpino. www.terra-messflug.at

La missione di Planetek L’immagine del Ferrari World ad Abu Dhabi sintetizza due cose indiscutibili, la leadership italiana nelle tecnologie alte come quelle usate dai piloti di formula 1, e le scienze del telerilevamento come frontiera delle tecnologie spaziali al servizio della Terra, ovvero del telerilevamento. Quest’ultimo è appunto la missione di Planetek in termini di progetti e in termini di prodotti. E le ultime novità presentate ad ASITA parlano, infatti, della nuova release ERDAS 2011, e di Preciso, un modo unico per poter aggiornare i DB Territoriali con frequenza di aggiornamento elevato, tempi di rilascio brevi, elevato livello di standardizzazione, organizzazione ottimizzata del prodotto fornito GIS Ready. www.planetek.it

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INTERVISTA

N AV T E Q : evoluzione dei dati cartografici e contenuti geospaziali A livello globale vi è l’innegabile tendenza ad assegnare alle informazioni e alle soluzioni geospaziali un ruolo crescente e centrale nell’ambito dei sistemi informativi delle aziende di servizi, a cominciare dalla revisione completa dei dati geospaziali. In occasione della Conferenza degli Utenti ESRI che si è tenuta Roma a ottobre abbiamo incontrato Peter Beaumont – NAVTEQ Customer Marketing Director Enterprise Europe.

G

EOmedia (G.): Può raccontarci brevemente la storia di NAVTEQ e i traguardi raggiunti dall’azienda nei primi 25 anni di attività? Peter Beaumont (P.B.): NAVTEQ nasce nel 1985 da un’idea visionaria: mappare le strade del mondo rivoluzionando il modo in cui le persone usano le mappe. Oggi, NAVTEQ è il fornitore leader mondiale di dati cartografici digitali, dati di traffico e contenuti per la navigazione stradale, la localizzazione e i servizi pubblicitari mobili. Nel 2008, l’azienda è stata acquisita da Nokia, diventando una sussidiaria del gruppo finlandese pur continuando a operare in maniera indipendente. La sede principale dell’azienda si trova a Chicago (Illinois, Stati Uniti). Abbiamo inoltre 212 uffici sparsi in 48 paesi del mondo. G.: Chi sono i vostri clienti e a quali settori industriali vi rivolgete normalmente? P.B.: I nostri dati vengono utilizzati nelle applicazioni delle principali case automobilistiche e dei principali siti di mappe on-line. I nostri clienti al momento sono oltre 1700 in tutto il mondo, e comprendono operatori di diversi settori, quali i servizi basati sulla localizzazione, navigazione stradale, soluzioni wireless, sistemi telematici, geomarketing, sistemi GIS, ottimizzazione del personale sul campo, soluzioni di navigazione, call center, mappe e calcolo degli itinerari on-line, gestione e ottimizzazione delle risorse, business intelligence, applicazioni per enti pubblici. Le cartografie NAVTEQ supportano una varietà di applicazioni disponibili in vari segmenti di mercato: aziende pubbliche, telecomunicazioni, assicurazioni, trasporti e logistica, grande distribuzione, servizi bancari, pronto intervento. Recentemente, attraverso il nostro gruppo NAVTEQ Media Solutions, abbiamo inoltre conquistato una posizione di primo piano anche nel settore dei servizi pubblicitari mobili.

priorità attribuita a vari requisiti di mercato. Il lancio di una mappa di una determinata area geografica dipende soprattutto da questi fattori. G.: Quali sistemi utilizzate per aggiornare il database cartografico? P.B.: Ogni giorno, NAVTEQ apporta due milioni di modifiche al database. Al fine di individuare i cambiamenti subiti dalla rete stradale, ci avvaliamo di oltre 80.000 fonti nonché della conoscenza diretta che i nostri geo-analisti hanno del territorio e alle informazioni fornite dagli oltre cento milioni di utenti che si servono quotidianamente delle mappe NAVTEQ. Una volta identificata la modifica, prima di aggiungerla al nostro database verifichiamo l’esattezza dell’informazione: questo è l’elemento chiave che contraddistingue la qualità delle nostre mappe. Solo dopo la verifica completa infatti, la modifica potrà essere inserita nell’aggiornamento del database NAVTEQ pubblicato il trimestre successivo. G.: Coinvolgete anche le comunità nel processo di aggiornamento? P.B.: NAVTEQ collabora con la comunità degli utilizzatori da oltre dieci anni e riconosce da tempo l’importanza e il valore dei loro suggerimenti per il suo database cartografico. Coltiviamo con molta cura le relazioni con le ‘comunità di esperti’ (quali ad esempio operatori di flotte e autorità locali) e implicitamente riconosciamo la crescente importanza e dinamicità dei dati forniti da questi 'esperti', anche se la questione principale per l’azienda rimane la qualità dei dati e costituisce

G.: Pensate di estendere ulteriormente la copertura delle mappe NAVTEQ? Quali saranno i prossimi paesi? P.B.: Al momento, le mappe NAVTEQ comprendono 83 paesi e una rete stradale di oltre 31 milioni di chilometri. La decisione di aggiungere un nuovo paese o una nuova regione al nostro database varia in base alle esigenze dei clienti e alla 50

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INTERVISTA infatti il primo criterio per l’integrazione delle variazioni suggerite dagli utilizzatori (oltre che di tutte le altre fonti di dati). Attraverso uno strumento online denominato Map Reporter sul sito NAVTEQ, la società consente di segnalare modifiche da apportare alle mappe NAVTEQ. Questa interfaccia basata sulle mappe consente di individuare la posizione dei luoghi interessati dai cambiamenti che gli utenti intendono segnalare: http://mapreporter.navteq.com. G.: Quale procedura seguite per realizzare le vostre cartografie? P.B.: Costruiamo le nostre mappe seguendo una rigorosa procedura che prevede in prima battuta la verifica della qualità di oltre 80.000 fonti di dati per poi procedere all’acquisizione dei dati e alla riprova da parte di esperti locali; la terza fase prevede la convalida e la compilazione del database e poi si pubblicano i dati. L’ultima fase è quella della verifica costante dei dati al fine di migliorarne la qualità. In sede di raccolta e verifica dei dati, il nostro obiettivo primario consiste nel rilevare mediante la guida su strada informazioni che siano il più possibile fedeli alla realtà. NAVTEQ considera indispensabile la ricognizione ‘intelligente’ del territorio, effettuata percorrendo in auto le strade delle aree interessate quando e dove è necessario. Dislocati in uffici locali sparsi in tutto il globo, i nostri geo-analisti che fanno capo alla divisione Digital Mapping Operations, attualmente oltre 1.100 nel mondo, stabiliscono rapporti con le autorità locali, camere di commercio e commissioni edilizie, in modo da conoscere tempestivamente eventuali modifiche (suddivisioni, strade di accesso, divieti) prima ancora che vengano diffuse

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pubblicamente. Il processo pertanto si fonda sul giusto equilibrio tra elemento umano e tecnologia, conoscenza locale e approccio globale, ricognizione intelligente del territorio e sistemi innovativi. G.: Quale soluzione adottate per raccogliere i dati sul campo? P.B.: Riteniamo che non esista una sola soluzione in assoluto per la raccolta dei dati. Le differenze che contraddistinguono le reti stradali del mondo impongono un approccio differenziato per motivi sia di qualità che di efficienza. Attualmente, NAVTEQ impiega veicoli dotati di 4 diversi sistemi di raccolta dati: videocamera singola - la strumentazione tradizionale comprende una videocamera ad alta risoluzione, un ricevitore GPS, joystick e penna ottica; videocamera MultiView - sistema di videocamere ad alta risoluzione che catturano immagini ogni 5 metri creando un ‘video’ a 270° della strada; videocamera MultiView con unità di misurazione inerziale (IMU) sistema di videocamere identico al precedente, supportato dalla tecnologia di posizionamento con sensore IMU; NAVTEQ True - tecnologia lanciata recentemente che compren-

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INTERVISTA de quattro sistemi di sensori: posizionamento, videocamere panoramiche e ad alta risoluzione e LIDAR rotativo, attualmente in uso negli Stati Uniti e pianificata in Europa nell'immediato futuro. La flotta NAVTEQ comprende una combinazione di tutti questi veicoli, selezionati in base all’efficienza del sistema di acquisizione dati a seconda della tipologia di dati da raccogliere, dei requisiti di prodotto, delle restrizioni di carattere operativo e legale e delle caratteristiche geografiche della zona da rilevare o da verificare sul campo. G.: In che modo i dati cartografici possono rappresentare un vantaggio competitivo per le aziende? P.B.: Numerose indagini di mercato indicano che una gestione delle flotte ottimizzata con l’impiego di dati cartografici digitali garantisce una riduzione dei costi operativi e una maggiore produttività. I dati cartografici svolgono un ruolo essenziale nella gestione delle flotte e nel controllo delle operazioni all’interno delle aziende che operano nel campo delle consegne e trasporti. Per il settore dei trasporti e della logistica, abbiamo sviluppato un set di dati specifico denominato NAVTEQ Transport che comprende attributi e contenuti specifici che possono essere utilizzati per sviluppare soluzioni ad hoc che tengono conto delle esigenze e delle specificità dei mezzi. Le applicazioni che si avvalgono dei dati NAVTEQ Transport consentono agli operatori di flotta e ai conducenti di calcolare gli itinerari in maniera più efficiente e di ridurre conseguentemente i costi operativi. I dati possono essere inoltre combinati con altri contenuti, quali ad esempio Driver Alert, NAVTEQ Traffic, Curvature, Slope and Height, Extended Lanes, Fuel Types, in modo da realizzare soluzioni complete riservate ai mezzi pesanti. NAVTEQ Transport è ora disponibile per 28 paesi europei, tra i quali l'Italia. G.: Può dirci qualcosa di più sul ruolo dei dati cartografici nei sistemi telematici e nelle soluzioni assicurative pay as you drive? P.B.: I premi assicurativi pay as you drive rappresentano un ambito relativamente nuovo, in cui i dati cartografici hanno fatto il loro ingresso in seguito al rapido sviluppo della tecnologia telematica, che ha offerto l’opportunità di introdurre un modello assolutamente inedito in questo comparto. Questo nuovo modello tiene conto di dove, quando e quanto lon-

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tano viaggia l’automobilista. Il concetto si fonda sul principio che sia possibile determinare il livello di rischio alla guida in base al luogo, al momento e alle condizioni di traffico esistenti, qualsiasi esse siano. Perché il concetto funzioni, tuttavia, è necessario che le applicazioni si fondino su di un database cartografico solido e affidabile, che soddisfi tre requisiti fondamentali: misurabilità, prevedibilità e uniformità. NAVTEQ sta inoltre contribuendo alla definizione di un’architettura di sistema per l’applicazione Road User Charging (RUC). L’abbattimento degli effetti negativi derivanti da traffico intenso e ingorghi resta in cima alla lista delle priorità dell’azienda, e l’adozione della soluzione assicurativa RUC basata sull’utilizzo reale appare, in un certo senso, sempre più inevitabile in tutta Europa. G.: L’integrazione delle informazioni geografiche nei sistemi software delle aziende, può migliorare le prestazioni dei fornitori e gestori di servizi di pubblica utilità? P.B.: I fornitori di gas ed energia elettrica e le aziende di servizi nel ramo acqua e rifiuti che operano in condizioni di concorrenza devono innovarsi per mantenere e ampliare il proprio parco clienti attraverso l’integrazione di servizi aggiuntivi, o lo sviluppo di nuovi, nell’ambito delle rispettive attività. Un’attenta pianificazione e programmazione geografica è indispensabile in una varietà di progetti su larga scala attualmente emergenti in Europa, come ad esempio la misurazione intelligente dei consumi. Le soluzioni geospaziali svolgono un ruolo centrale da questo punto di vista. Quando ad esempio si segnala una sospetta perdita di gas, il cliente viene geocodificato e i tecnici rintracciati; l’ottimizzazione su base geografica determina quali dei tecnici dovranno intervenire, sulla base della loro esperienza, equipaggiamento, disponibilità e distanza dal luogo d’intervento. Inoltre quando il call centre trasmette i riferimenti geolocalizzati del cliente, sul veicolo del tecnico si attiva automaticamente il sistema di navigazione. Una volta arrivato sul posto, il tecnico può servirsi di un accesso mobile al sistema informativo geografico della sala operativa per eventuali informazioni sulla rete. A cura della Redazione Parole chiave INFOMOBILITÀ, MAPPE, NAVIGAZIONE STRADALE

Abstract Mapping data evolution in geospatial solutions There is an undeniable global trend towards giving geospatial information and geospatial solutions a central role in the enterprise world and utilities information system, starting with a comprehensive review of geospatial data. As these transformations are expected to accelerate within the next years, with the growing constraints in the industry and the maturation of technologies, geospatial solutions should have a major role to play in the European public administrations, enterprises and utilities industry. Careful geographic planning and scheduling is needed for the many large-scale deployment projects across Europe. Quality map data and geospatial solutions are central to several applications and processes. Different surveys show that fleet management optimized by digital map data allow for reduced operating costs and increased productivity. Add active web services content, such as traffic counts, and those efficiencies will increase resulting in multiple types of benefits that can also be recreated in other agency departments.

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SCHEDA PRODOTTO

Progetto Grenadines: le applicazioni Land Registry e Crown Land di Francesco Muolo e Simone Pari

In qualsiasi settore, l’evoluzione tecnologica porta notevoli vantaggi aumentando prestazioni, quantità e qualità del lavoro. Necessità impellente del governo delle isole Grenadines (Piccole Antille) era quella di migliorare il flusso di gestione dei passaggi di proprietà (vendite, affitti, mutui, donazioni, ecc.) che avvengono tra privati cittadini ed enti pubblici o governativi. La gestione completamente manuale di questi atti causava grande lentezza in fase di registrazione, archiviazione e ricerca di dati. GESP, attraverso l’utilizzo delle odierne tecnologie, ha sviluppato due applicazioni ad hoc (Land Registry e Crown Land) tramite le quali è riuscita a replicare con precisione il vecchio flusso operativo migliorandone esponenzialmente le prestazioni in ogni sua fase.

Land Registry LandRegistry è un software gestionale creato per sostituire l’attuale processo di gestione dell’iter operativo e registrazione degli atti, relativo al passaggio di proprietà tra privati, società o enti governativi. Il vecchio workflow prevedeva la registrazione manuale degli atti su un registro di grosse dimensioni e l’archiviazione della pratica cartacea in apposite stanze. LandRegistry subentra proprio in questo aspetto, sostituendo la vecchia metodologia di archiviazione su carta con la più moderna digitalizzazione dei dati. Per agevolare la consultazione degli atti storici sono state create funzionalità ad hoc che, attraverso una gestione documentale, permettono di associare ad una pratica la scansione del vecchio documento cartaceo.

Crown Land Prima di questa applicazione l’intero iter di assegnazione a privati di una proprietà governativa (richiesta, valutazione approvazione, estinzione del pagamento ed archiviazione) era gestito manualmente, spesso con l’ausilio di mappe catastali cartacee.

Con la nascita di Crown Land e la relativa gestione digitale dell’archivio, tutte le operazioni di calcolo di pagamenti (ed eventuali interessi/more/tasse), registrazione, archiviazione e consultazione delle pratiche si sono notevolmente sveltite. Seguendo fedelmente il regolamento governativo ed il flusso lavorativo usato fino ad oggi, l’applicativo è basato sulla gestione di due macro entità: 1. Application: per la gestione dell’iter di approvazione della richiesta di acquisizione di una proprietà governativa da parte del privato cittadino. 2. Agreement: concernente il vero e proprio contratto di assegnazione e relativo pagamento, calcolato in base al tipo di convenzione stipulata (Sale, Rent, Lease, Rabacca Farm). Ogni atto è legato ad una o più particelle catastali sulle quali sorge il terreno o l’edificio oggetto del pagamento. Queste unità territoriali possono essere ricercate e visualizzate mediante funzionalità GIS semplificate, richiamabili sia dalla finestra specifica di un atto (in questo caso troveremo già evidenziata la particella interessata) che da un menù esterno (in questo caso non avremo alcuna selezione di partenza ma una funzione di ricerca in base all’ID della particella). Oltre a tutte le funzionalità tipiche di un GIS (zoom, fit, pan, locate, ...) l’applicazione permette la gestione dinamica dei dati catastali territoriali. Sono stati infatti implementati alcuni metodi per l’acquisizione di cartografia aggiornata, con la possibilità di modificarne le caratteristiche (colori, priorità di visualizzazione, ...), ed altri per consentire le interrogazioni alfanumeriche e la gestione degli oggetti presenti in mappa.

Conclusioni Le due applicazioni sono ormai operative da alcuni mesi, e costituiscono un esempio di come non necessariamente l’efficienza vada di pari passo con la complessità, ma anzi, di come sia possibile coniugare potenza e dinamicità con un’estrema semplicità di utilizzo.

Parole chiave SOFTWARE GESTIONALE, GIS, PRATICHE CATASTALI

Abstract Grenadines Project: Land Registry and Crown Land solutions In any industry, technological change brings significant benefits by increasing performance, quality and quantity of work. Urgent need for the government of the Grenadines islands was to improve the flow of management changes in ownership (sales, rents, loans, gifts, etc.) that occur between individuals and public or government. The management of these acts caused entirely by hand very slowly during the registration, storage and data searching. GESP, using today's technology, has developed two ad hoc applications (Crown Land Registry and Land) through which is able to replicate with precision the old workflow dramatically improving performance at every stage.

Autori FRANCESCO MUOLO - MUOLO@GESP.IT SIMONE PARI - PARI@GESP.IT GESP S.R.L. WWW.GESP.IT SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI VIALE LODOVICO SCARAMPO, 47 - 20148 MILANO (MI)


2011 www.imagina.mc

The european 3D simulation and visualization event

+ Urbanism and Landscape conference track:

How can 3D improve the prospects of an urban area, town or city? How is georeferenced 3D adopted by engineering firms? Natural environments – can 3D help us to preserve them more effectively?

+ Architecture conference track:

Digital modelling – in all its forms What BIM could and should be – and what it will be in the future


GI IN EUROPE

GIS4EU, l’interoperabilità dei dati nell’UE GIS4EU di M. Salvemini, L. Berardi, V. Mercadante, F. Buscemi

In Europa l'informazione geospaziale è caratterizzata dalla mancanza di armonizzazione, in particolare, relativamente ai dataset realizzati a differenti scale geografiche, provenienti da fonti di informazione diverse e frammentate. In alcuni casi il problema è quello relativo alla mancanza o alla duplicazione delle stesse informazioni. In questo contesto si inserisce il progetto europeo GIS4EU, che nasce con lo scopo di creare un linguaggio di base comune e rendere l'informazione spaziale più accessibile secondo gli standard e i requisiti della Direttiva INSPIRE. La sfida del progetto è proprio quella di sviluppare un modello dati comune al fine di consentire l'accesso a informazioni omogenee e consistenti, rese disponibili dagli enti cartografici dei differenti paesi ed a differenti livelli.

Il 2007 è stato un anno fondamentale per la formazione di un’infrastruttura di dati territoriali in Europa, in quanto è entrata in vigore la Direttiva Europea INSPIRE, che avvia GIS4EU, un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma eContentplus. Uno dei maggiori punti di forza di GIS4EU e una delle ragioni che hanno contribuito all’ottenimento dei fondi comunitari, è stato il coinvolgimento di numerosi Stati europei e la partecipazione di partner con competenze diversificate (data provider a scala nazionale, regionale e locale, ricercatori, partner tecnologici e utenti dell’informazione spaziale). Ciascun partner ha apportato esperienze ed abilità specifiche, che assieme al lavoro interdisciplinare ed allo scambio di conoscenze hanno permesso al progetto di raggiungere risultati importanti. Il progetto si è posto sin dall’inizio come supporto allo sviluppo degli obiettivi di INSPIRE. Infatti, GIS4EU nasce dalla necessità di superare le complesse problematiche che emergono dall’ipotesi di integrazione dei dati geografici a scala locale, regionale, nazionale e soprattutto europea. Oggi in Europa l’informazione geografica è caratterizzata da una mancanza di interoperabilità e armonizzazione, sia dal punto di vista della comunicazione amministrativa orizzontale, sia soprattutto dal punto di vista verticale. In particolar modo tale lacuna si manifesta nell’ambito delle basi di dati realizzate a differenti scale geografiche, in quelle provenienti da diverse fonti di informazione, infine da mancanze o duplicazioni nelle informazioni geografiche disponibili. Ulteriori lacune nel processo di armonizzazione dei dati sono state evidenziate durante le prime fasi del progetto, in relazione all’individuazione di differenti formati di dati utilizzati, della diversa classificazione degli oggetti, della mancanza di un formato di modello dati comune, dell’assenza di punti di accesso alle informazioni (sia sui dati che sui servizi), nelle differenti lingue nazionali e nelle leggi nazionali che prevedono differenti modalità di accesso alle informazioni. In questo contesto, il progetto GIS4EU mira a creare un’infrastruttura di dati geografici per condividere livelli tematici e dati cartografici attraverso quattro temi della Direttiva Europea INSPIRE, contenuti nell’Allegato

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I e nell’Allegato II. Seguendo le regole di implementazione della Direttiva, GIS4EU intende rendere i vari temi - ed in generale tutta l’informazione - più interoperabili, più accessibili e più fruibili, senza dover costruire necessariamente un database unico, ma condividendo informazioni e dati attraverso servizi standard. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo di un modello dati comune per tutta l’Europa il progetto, attraverso diversi step di lavoro, ha fornito set di dati cartografici relativi a: unità amministrative; idrografia; reti di trasporto; elevazione del terreno. Per lo sviluppo e la gestione delle attività da svolgere all’interno del processo di definizione del progetto i partner sono stati organizzati in TWG (Tematic Working Groups) divisi in base ai quattro temi di interesse. Ciascuno di essi è stato poi suddiviso in due sottogruppi specializzati, uno per l’armonizzazione e l’altro per i data model. La sezione verosimilmente più interessante del progetto è quella dell’Elevazione del terreno (Allegato II) in quanto si è dovuto creare un modello dati ex novo utilizzando e testando le procedure di INSPIRE. L’obiettivo del gruppo di lavoro GIS4EU era quindi quello di realizzare un nuovo modello comune di dati di elevazione che potesse essere utilizzato da tutti gli utenti del progetto per potere armonizzare e condividere i dati di elevazione del terreno e per potere offrire

dei servizi agli utenti sul Geo-Portale cartografico del progetto. Il processo, che ha portato alla definizione del modello dati, può essere schematizzato attraverso le seguenti tre attività operative principali: le attività di raccolta, di rimodellamento e di aggregazione. La prima consiste nella raccolta delle fonti dei dati forniti dai data provider coinvolti nel progetto. L’attività di rimodellamento (figura 1) si basa sulla metodologia sviluppata dal gruppo JRC di INSPIRE. Gli attori coinvolti nel progetto hanno proposto prima di tutto un data model e di conseguenza (come previsto dalla stessa Direttiva) si è provveduto a descrivere in modo comune sia i metadati che il relativo modello dati, per ciascuna delle basi di dati rese disponibili. Successivamente questi modelli sono stati confrontati con la struttura implementata da INSPIRE, fino al rimodellamento delle basi dati stesse. In seguito sono stati estratti i modelli dati delle singole basi dati ed attraverso la procedura definita dal progetto (matching tables) questi modelli sono stati confrontati con i modelli di INSPIRE. Nella fase finale si è passati alla definizione a livello concettuale dei modelli dati ed infine al vero e proprio processo di rimodellamento basato sull’attività di adattamento delle fonti dei dataset al modello INSPIRE, ossia alla struttura dati GML. Il lavoro successivo è stato incentrato sull’at-

Figura 1 - Remodeling process.

GEOmedia n°5-2010


Figura 2 - Schema generale del processo di aggregazione.

tività di aggregazione (figura 2). Teniamo presente che uno dei principali obiettivi per definire il modello dati di INSPIRE è il raggiungimento dell’interoperabilità attraverso specifiche di dati armonizzate a livello europeo, piuttosto che l’armonizzazione dei modelli concettuali di base. In questo senso per il progetto GIS4EU aggregazione dei dati spaziali vuol dire processamento di dati spaziali con lo scopo di creare un dataset omogeneo per ogni tema di cui il Progetto si occupa. In questo contesto l’attività di aggregazione è stata suddivisa nei seguenti tre passaggi distinti. Il primo passaggio è la “fusione” di tali dati in un unico dataset geografico continuo, con lo scopo di definire regole per risolvere il problema dell’inconsistenza dei dati sui confini dei molti dataset geografici che si presentano come oggetti sovrapposti o separati. Il secondo passaggio è l’aggregazione delle scale di e per la rappresentazione. Questa attività ha lo scopo di risolvere le problematiche che si incontrano quando i dati, che descrivono anche la stessa area, sono stati prodotti a scale diverse e quindi con attributi più o meno specifici. Infine il passaggio della produzione di documenti multilingue in modo da essere compresi da chiunque. Alla fine di tutto il processo di armonizzazione tali dati, secondo il modello INSPIRE,

Figura 3 - GIS4EU: il processo completo.

visita il sito www.rivistageomedia.it

sono stati e saranno forniti attraverso servizi WMS, WFS e di download, su sistemi informativi geografici basati sul linguaggio di modellazione GML. Il processo di armonizzazione (figura 3), messo a punto dal progetto GIS4EU, ha coinvolto molteplici attività tra le quali quelle più esemplificative sono: - l’unione delle tabelle, che concretizza la mappatura tra la fonte dei data model e lo standard dei data model GIS4EU; - il processo di rimodellamento, che applica la mappatura ai data set delle fonti e li converte nel modello dati di GIS4EU; - le linee guida di aggregazione, che definiscono le regole dei confini, delle scale, delle lingue e i criteri per aggregare i dati; - il processo di aggregazione, che applica le linee guida ai data set rimodellati per ottenere i dataset aggregati finali; - la validazione della modellazione dei dati; - la validazione dell’aggregazione dei dati.

Metodologia e risultati dell’analisi dell’impatto Il processo relativo all’analisi dell’impatto del progetto è stato affrontato proponendo un questionario ai fornitori di dati (10 partner, per un totale di 53 dataset), successivamente affinato e riproposto ai partner. L’attenzio-

ne è stata rivolta principalmente ai seguenti sei aspetti: costi di trasformazione; accesso ai dati; impatto operativo sulle organizzazioni decisioni strategiche possibili; valore sociale; valore strategico e politico; possibili decisioni strategiche dei partner. L’analisi ha lo scopo di evidenziare sia i vantaggi che derivano dall’applicazione della metodologia GIS4EU da parte dei produttori di dati, sia gli aspetti da considerare per migliorarne l’applicazione. I valori raccolti (figura 4) mostrano quanto ciascun aspetto dell’impatto sia rilevante per l’implementazione operativa dei processi previsti dal progetto: in particolare, maggiore è il valore, maggiore è l’impatto. Costi di trasformazione Il primo aspetto preso in considerazione può essere considerato il più importante tra quelli in esame. L’analisi su tale punto è utile in particolare per i nuovi fornitori di dati interessati nell’applicazione dei processi del progetto GIS4EU. A tal proposito, la raccolta dei dati sui costi necessari per ciascuna fase del processo è stata richiesta come primo contributo. I costi di trasformazione includono sia i dataset usati all’interno del processo GIS4EU così come una valutazione dei costi di trasformazione per i nuovi dataset. Due generali considerazioni possono essere sottolineate dall’analisi di questi dati: • il costo per generare una descrizione dei dati omogenea è limitatamente dipendente dalla complessità del modello di riferimento (target model); • i processi di trasformazione, armonizzazione ed aggregazione dipendono maggiormente dalla complessità dei dati di origine (source models). Infine, nella valutazione qualitativa sui costi di trasformazione legati a particolari aspetti (quali risorse umane ed organizzative, risorse per l’infrastruttura ed aspetti tecnici, conoscenza e costi di produzione) i fornitori di

Figura 4 - Confronto degli aspetti di impatto del progetto

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sull’impatto operativo grazie ai processi di GIS4EU costituiscono una valutazione sugli effetti positivi della cooperazione tra gli stakeholders coinvolti nel processo. Anche in questo caso sono stati sottolineati due aspetti legati alla partecipazione al progetto GIS4EU: il primo riguarda i benefici provenienti dalla collaborazione inter-istituzionale, il secondo riguarda il coinvolgimento dei partner nell’applicazione della metodologia stabilita dal progetto e dalla valorizzazione dei dataset.

Figura 5 - Impatto dei costi di trasformazione.

dati hanno focalizzato la loro attenzione su temi legati alle conoscenze utili per applicare il processo GIS4EU e alla necessità di potenziare e intervenire sull’organizzazione dei processi (armonizzazione, interoperabilità, standard, servizi, ecc.) (figura 5). Uso diretto dei dati Riguardo il tema del valore diretto dell’uso dei dati (figura 6), le risposte dei fornitori

hanno fatto emergere l’importanza di tre aspetti principali rispetto ai dodici proposti. Gli interventi di miglioramento sull’accessibilità dei dataset hanno contribuito al rendere più disponibili i modelli di dati, più compatibili e maggiormente condivisibili i dati stessi. Impatto operativo sulle organizzazioni - Decisioni strategiche possibil Le risposte ottenute in relazione alle azioni

Valore sociale I fornitori di dati considerano il valore sociale (figura 7), insieme a quello riguardante i costi, il più rilevante rispetto agli altri presi in considerazione. Infatti, confrontando i risultati raggiunti per ciascun argomento considerato, è possibile sottolineare come il processo di GIS4EU permetta di raggiungere un miglioramento delle capacità comunicative a livello internazionale ed istituzionale. Allo stesso modo la disponibilità di basi comuni di conoscenze armonizzate potrà permettere una più ampia comunicazione tra tutti gli stakeholders. Valore strategico e politico Tale aspetto, legato al precedente, fornisce una valutazione sui benefici intangibili del processo di GIS4EU. I fornitori di dati sembrano confermare come dal punto di vista strategico e politico vi sia un maggiore riscontro sul networking rispetto agli altri aspetti considerati Possibili decisioni strategiche dei partner Fra i quesiti proposti quelli che hanno raggiunto una maggiore percentuale di risposte positive lasciano intendere la volontà di implementare nel futuro le soluzioni previste da INSPIRE e applicare i suoi principi attraverso le regole e gli standard previsti dalla Direttiva stessa.

Conclusioni

Figura 6 - Valore diretto dell’uso dei dati.

Figura 7 - Valore sociale.

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I partner del progetto hanno affrontato il problema dell’armonizzazione delle informazioni geografiche in Europa acquisendo conoscenze, metodi e soluzioni concrete. I data provider dal canto loro hanno testimoniato come tale esperienza sia utile per soddisfare i requisiti (tecnici e non) degli utenti dell’IDT. La metodologia sviluppata per armonizzare i dataset secondo le regole INSPIRE si è dimostrata adeguata allo scopo ed il processo è ritenuto utile per migliorare la fruibilità dei dati, aumentando la compatibilità tra dataset, la disponibilità dei data model e la condivisione di dati provenienti da fonti diverse. Infine, traendo le conclusioni delle attività svolte all’interno del progetto si può affermare che il progetto GIS4EU ed i suoi risultati si sono posti come momento di sviluppo delle norme tecniche di INSPIRE. Inoltre, è possibile osservare come il fatto che la procedura INSPIRE, ideata teoricamente, abbia trovato concreta applicazione pratica costituisce motivo di rafforzamento della sua attendibilità e che essa si pone come base per le future attività di progetto che intendono avere alla base un’Infrastruttura per

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Parole chiave INSPIRE, GIS4EU, DATASET, INTEROPERABILITÀ

Bibliografia Attardo C., Farruggia S., 2010, Exploitation Plan: impact Analysis and Follow-up. GIS4EU: Provision of interoperable dataset to open GI to the EU communities, eContent+, Deliverable D9.2. De Zorzi S., 2010, Final Report. GIS4EU: Provision of interoperable dataset to open GI to the EU communities, eContent+, Deliverable D1.10. Figura 8 - Veduta d'insieme della home page del sito di GIS4EU.

Abstract GIS4EU In Europe, spatial information is characterised by lack of harmonisation between datasets at different geographical scales, fragmented datasets and sources, gaps in availability and duplication of information. In this context the GIS4EU project aim is to create a common knowledge base and make spatial information more accessible according to standards and requirements of the INSPIRE Directive. Therefore, the project intends to develop a common data model in order to enable access to consistent and homogenous reference data provided by cartographic authorities of different countries and levels.

Figura 9 - Veduta generale della pagina principale del geoportale GIS4EU.

l’Informazione Territoriale condivisa a livello internazionale. Per concludere, i principali obiettivi raggiunti dal progetto possono essere schematizzati nei 4 punti di seguito riportati: - incremento della consapevolezza del ruolo chiave che ricopre l’SDI; - incremento della consapevolezza sulla cooperazione interistituzionale in rete; - miglioramento della gestione dei dati (disponibilità, condivisione, …); - consapevolezza del ruolo guida degli utenti finali. I risultati di tutte le attività svolte si possono trovare all’interno del sito web (www.gis4eu.eu) (figura 8) nel quale sono stati pubblicati e resi disponibili tutti i deliverables del progetto. I dati rimodellati e armonizzati sono invece pubblicati sul geoportale (figura 9) e consultabili all’indirizzo (http://gis4eu. intergraph.pl/gis4eu/). Il geoportale utilizza più di 100 servizi standard WMS e WFS.

Autori MAURO SALVEMINI MAURO.SALAVEMINI@UNIROMA1.IT

LAURA BERARDI LAURA.BERARDI@UNIROMA1.IT VALERIA MERCADANTE VALERIA.MERCADANTE@UNIROMA1.IT FRANCESCO BUSCEMI FRANCESCO.BUSCEMI@UNIROMA1.IT


OPEN SOURCE

ZOO: la piattaforma WPS libera di Luca Delucchi, Cristina Castellani, Markus Neteler È uscita ad aprile 2010 la prima release di ZOO-Project. Si tratta di un server WPS (OGC Web Processing Service) in grado di eseguire calcoli su dati geospaziali direttamente su Internet, seguendo lo standard OGC. ZOO-Project è stato rilasciato con licenza MIT/X11, che è compatibile con le altre più importanti licenze di software libero e inoltre permette di sviluppare anche applicazioni proprietarie. Vista la crescente tendenza ad utilizzare i processi online, questo software è destinato ad avere un impiego importante nel prossimo futuro.

Z

OO-Project è nato dalla collaborazione tra ricercatori francesi e giapponesi. È composto da tre parti (Kernel, Servizi e API), di seguito brevemente illustrate. Senza dubbio il Kernel è la parte più importante, è il motore vero e proprio del software. È scritto nel linguaggio di programmazione C. Le istruzioni di installazione in ambiente Linux e il file eseguibile .exe per Windows sono disponibili sul sito ufficiale. Il processo d’installazione genera il file denominato zoo_loader.cgi (che è simile al file mapserv. cgi, per chi conosce MapServer). Per attivare il server basta copiare nella cartella cgi-bin i files zoo_loader.cgi e main.cfg (sul quale vanno apportate alcune modifiche). I Servizi sono quei processi del programma che servono per effettuare i calcoli. Essi vengono eseguiti dal Kernel e hanno la funzione di chiamare le librerie e collegarsi ad esse. I servizi di base, conformi agli standard tramite la libreria GDALOGR, vengono direttamente caricati al momento dell’istallazione del programma. Attualmente è in fase di test un servizio che permetta il collegamento diretto con il software GRASS GIS, in modo tale da rendere disponibili online i suoi potenti algoritmi. Ogni Servizio è composto da un codice, contenete le istruzioni per l’esecuzione del servizio, e da un file di configurazione .zcfg. Il file di configurazione contiene alcune variabili generali, quali il nome del processo, la versione, il linguaggio di programma-

zione e i parametri di input e output che devono essere passati al server. Il codice è uno dei punti di forza di ZOO. Il programma è versatile e riesce infatti ad interpretare codici scritti nei più diffusi linguaggi di programmazione: Python, C, C++, PHP, Java, Javascript e Fortran. Alcuni esempi di codice scritti nei diversi linguaggi possono essere scaricati dal repository SVN del progetto o visualizzati sul sito. Infine le API, che sono delle librerie in Javascript che permettono di semplificare la creazione e la gestione dei Servizi WPS, in special modo quando bisogna collegare tra loro diversi Servizi. Per realizzare un servizio basta possedere conoscenze di base di uno dei linguaggi di programmazione sopra citati e, ovviamente, un’idea di una analisi da effettuare. ZOO-Project può essere utile per svolgere operazioni anche su dati non geografici, come ad esempio convertire i documenti testuali in formati diversi (grazie ad OpenOffice Server). La comunità di ZOO-Project , anche se composta per il momento da un numero ridotto di utenti, è molto attiva. Tramite la mailing list1 e il canale chat IRC2 è possibile porre domande e ricevere delucidazioni, mentre su software repository Trac3 l’intera documentazione sul progetto è messa a disposizione degli utenti. Questo articolo non si propone di fornire un quadro esaustivo del funzionamento di

ZOO-Project, ma piuttosto uno suggerimento per avvicinarsi al mondo dell’analisi sul web, probabilmente il futuro prossimo del GIS. Chi è interessato ad approfondire l’argomento su http://gis.ambiente.fmach. it/tutorials/ può trovare una lezione completa dove viene spiegato il funzionamento di ZOO, tenuta da due suoi sviluppatori (Gérald Fenoy e Nicholas Bozon) durante il FOSS4G 2010 a Barcellona, tradotta in italiano dagli stessi autori di questo articolo.

Riferimenti HTTP://GISWS.MEDIA.OSAKA-CU.AC.JP/MAILMAN/ LISTINFO/ZOO-DISCUSS IRC://IRC.FREENODE.NET/ZOO-PROJECT HTTP://ZOO-PROJECT.ORG/TRAC

Parole chiave ZOO-PROJECT,

SOFTWARE LIBERO,

GIS.

Abstract ZOO: WPS server ZOO is a WPS server with powered calculus abilities on geospatial data directly in the web, deriving from the international collaboration of French and Japanese researchers. ZOO is composed by three main parts: the Kernel, i.e. the core of the software, the Services, i.e. program processes allowing to connect the different ZOO libraries, and the API, Javascript based libraries for creating and managing WPS services. While an exhaustive description of ZOO is beyond the scope of this paper, we do hope to stimulate discussion about possibilities and challenges of webbased analysis of geospatial data.

Autori LUCA DELUCCHI, CRISTINA CASTELLANI, MARKUS NETELER FONDAZIONE EDMUND MACH (FEM), IASMA RESEARCH AND INNOVATION CENTRE, GIS AND REMOTE SENSING UNIT, 38010 S. MICHELE ALL'ADIGE - TRENTO

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GEOmedia n°5-2010


Nell’anno della Grande Crisi siamo sbarcati in America. Immaginate cosa faremo con la ripresa. Per molti il 2009 è stato il punto più basso della crisi.

geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in

Noi, invece, lo ricorderemo come l’anno in cui abbiamo rag-

maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva,

giunto un traguardo significativo: abbiamo superato l’Atlantico e

migliorando in modo significativo la performance del sistema IT.

acquisito un incarico nel Nuovo Continente (per la precisione, la

Abbiamo percorso prima di altri la strada del software open

realizzazione di un sistema informativo geografico per il gover-

source, per proporre la massima qualità a costi competitivi.

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AGENDA

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2011

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3-7 febbraio Roma SAT-expo Web: www.satexpo.it Email: info@satexpo.it 7-9 febbraio New Orleans (USA) International Lidar Mapping Forum Web: www.lidarmap.org Email:caroline.hobden@ intelligentexhibitions.com 9-11 febbraio Trento XII meeting degli utenti GRASS e GFOSS Web: http://events.unitn. it/foss4g2011 Email: convegni@unitn.it 13-19 febbraio Obergurgl, Austria 16th International Geodetic Week Web: http://geodaesie. uibk.ac.at/obergurgl.html Email: geodaetischewoche@ uibk.ac.at

30 marzo-2 aprile Padova HYDRICA 2011 Web: www.hydrica.org Email: cristiana.bertero@ padovafiere.it

24-25 febbraio Udine ACQUA 2011 – Le risorse idriche: disponibilità, vulnerabilità, sostenibilità Web: http://aiga.cineca. it/node/119

3-8 aprile Vienna (Austria) European Geosciences Union General Assembly 2011 Web: http://meetings. copernicus.org/egu2011/ home.html Email: egu2011@ copernicus.org

15-17 marzo Barcellona, Spagna GlobalGeo 2011 Web: www.globalgeobcn. com Email: info@firabcn.es 17-20 marzo Bolzano Viatec 2011 Web: www.viatec.it 21 -23 marzo Venezia From Space to Earth Web: www.space.corila.it Email: spacetoearth@ corila.it

11-13 maggio Modena Convegno annuale A.I.C. www.associazioneita lianacartografia.org/ convegno11 Email: segreteria@ associazione italianacartografia.org

GEOmedia incoraggia i nuovi autori: il tuo contributo editoriale è benvenuto! GEOmedia è il punto di riferimento nel panorama informativo dedicato al mondo della geomatica e della geografia intelligente con una decisa apertura verso tutte le esperienze tecnico-scientifiche che approcciano il settore con un carattere divulgativo. Per questo la Redazione di GEOmedia è sempre pronta a pubblicare articoli ritenuti di particolare interesse per la comunità geomatica e geografica del terzo millennio, compatibilmente con i nostri temi editoriali, così suddivisi: Catasto e Topografia – Articoli legati al settore topografico in generale e a quello del catasto in particolare. Terra e Spazio – Articoli dedicati al settore spaziale per lo studio della Terra, al Telerilevamento (Remote Sensing e Earth Observation), il posizionamento satellitare (GNSS) con particolare attenzione ai sistemi GPS, GLONASS, GALILEO, Beidou, ecc., e ai sistemi per il miglioramento della precisione (EGNOS, WAAS, ecc.).

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Scienze della Terra – Articoli relativi alla geomatica per le discipline che studiano la struttura interna, la morfologia superficiale e l’atmosfera, quali la geografia, la geodesia, la geofisica, la geologia e l’idrologia. GIS CAD e 3D – Articoli sui Sistemi Informativi Geografici (GIS), gli strumenti per il disegno automatico (CAD) e i sistemi per la gestione e l’editing dei modelli tridimensionali per la progettazione urbana e territoriale dell’edificato e delle infrastrutture territoriali. Infomobilità – Articoli relativi alla geomatica per le tecnologie dell’informazione a supporto della mobilità e degli spostamenti di persone e merci a seguito dello sviluppo di dispositivi di navigazione satellitare. Se interessati, potete sottomettere un contributo a: redazione@rivistageomedia.it

Si svolgerà dal 1° al 3 febbraio 2011 Imagina, l’evento europeo dedicato alla simulazione ed alla visualizzazione 3D, i cui temi saranno incentrati sulla valorizzazione delle soluzioni all’interno delle quali queste due componenti giocano un ruolo chiave, soprattutto per quanto attiene alle fasi progettuali e di raggiungimento di obiettivi specifici. L’evento avrà luogo presso il Grimaldi Forum di Montecarlo. Imagina presenterà conferenze ed esposizioni dedicate alle tecnologie 3D con particolare riferimento ai settori dell’Urbanistica, del Territorio, dell’Architettura e della Sanità; sarà l’occasione per vedere riunite tutte le principali aziende attive in questi settori, le start-up, le istituzioni e le figure accademiche legate al mondo della ricerca. La copertura dell’evento verrà assicurata dalla presenza ad Imagina delle principali testate internazionali, compresa GEOmedia. Renzo Carlucci, direttore di GEOmedia, farà parte del comitato scientifico che si occupa di definire le linee guida dei settori Territorio e Urbanistica.

Indice Inserzionisti Arvatec CGT Codevintec Copernico DBCAD Geo4ALL Geogrà GEOsolutions GESP Imagina 2011 ITT VIS MAE Pitney Bowes Microgeo NBL Planetek TATA Teorema Topcon Trimble Vidalaser Zenit

pag. 13 pag. 25 pag. 20 pag. 49 pag. 37 pag. 53 pag. 29 pag. 11 pag. 61 pag. 55 pag. 17 pag. 63 pag. 64 pag. 59 pag. 15 pag. 39 pag. 51 pag. 16 pag. 4 pag. 2 pag. 45 pag. 23

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