GEOmedia 1 2013

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Rivista bimestrale - anno XVII - Numero 1/2013 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

N°1 2013

WELCOME TO INSPIRE X Focus sulla attività delle Regioni e del CISIS/CPSG

X L’implementazione tecnica della Direttiva Inspire

X Le Regole Tecniche per i Dati Territoriali

X La metodologia e gli strumenti GeoUML



Una sessione italiana alla Conferenza INSPIRE www.rivistageomedia.it

GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 15 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Nomentana, 525 00141 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: SPADAMEDIA srl VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA) Editore: mediaGEO soc. coop. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.

Questo numero è dedicato alla Conferenza INSPIRE, che quest’anno trova spazio in Italia e precisamente a Firenze, la città che da sempre è considerata la capitale italiana della cartografia, grazie alla presenza della scuola del prestigioso Istituto Geografico Militare. La conferenza si colloca a valle di un lungo percorso, attraversato dal mondo dell’informazione geografica e in cui oltretutto l’Italia ha visto il passaggio alle Regioni delle funzioni dello Stato. Queste ultime, nel difficile periodo iniziale, hanno cercato di coordinarsi attraverso un Centro Interregionale, che nel tempo ha mutato il suo nome più volte, passando per Intesa Gis , fino ad arrivare oggi ad essere ricompreso sotto l’acronimo in CISIS-CPSG, appellativo la cui spiegazione lascio agli autori in narrativa degli interventi e delle relazioni su questo tema. Mentre una tale attività di decentralizzazione si raffinava, venivano ad insorgere ovvie aspettative di eliminazione di sovrapposizioni e contraddizioni organizzative. Nelle rispettive legislazioni sarebbe anche potuto accadere che regioni fra loro confinanti potessero scegliere diversi Sistemi di riferimento; vennero perciò emanati, anche recentemente, Decreti e dispositivi allo scopo di definire il Sistema di Riferimento Nazionale e le conseguenti norme e regolamentazioni tecniche, che hanno ricostituito un quadro di riferimento omogeneo, supportato da strumenti messi a punto su specifiche tecniche determinate e corredate di softwares di supporto, quali il Validator e il Catalogue. Nello stesso periodo d’iniziativa a livello italiano, veniva avviata in Europa la Direttiva INSPIRE di armonizzazione sul territorio delle Spatial Data Infrastructure o, come genericamente denominate, le Infrastrutture di Dati Territoriali. I nostri organismi di uniformazione e coordinamento si sono trovati in questo modo a lavorare parallelamente ad altri nuclei, che nel frattempo erano volti a perfezionare quanto fosse necessario per l’interscambio dell’informazione geografica in Europa. Due gruppi di specialisti vi hanno lavorato parallelamente, incontrandosi quando da entrambe le parti erano ormai pervenute a maturazione sia l’informazione che la struttura complessiva di applicazione di INSPIRE. A Firenze gli specialisti europei affronteranno nella Conferenza di cui parliamo vecchie e nuove problematiche nell’evolversi delle relative soluzioni di volta in volta adottate, portando singolarmente in campo le esperienze dei loro paesi (e non solo). Una mezza giornata sarà dedicata interamente alla situazione italiana, in presenza di traduzione simultanea. E’ in questo scenario che si colloca il ricco gruppo di articoli che vi proponiamo, mirati a illustrare un quadro più che aggiornato della situazione e degli sviluppi da parte di esperti ed addetti ai lavori emergenti, che finora hanno voluto concentrare e rivolgere soluzioni singolari o settoriali e circoscritte, collaborandovi nei modi più disparati, all’organismo di coordinamento regionale, le cui differenti sigle e trasformazioni nella sostanziale continuità di scopo degli ultimi anni ha forse ingenerato non poche imprecisioni. Questo numero è stato reso possibile grazie alla cura di Massimo Attias del CISIS-CPSG al quale va il nostro ringraziamento. Buona lettura, Renzo Carlucci

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Numero chiuso in redazione il 31 Marggio 2013. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore. Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

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SOMMARIO 1 - 2013 FOCUS

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LA STRATEGIA E LE ATTIVITÀ DEL CISIS/CPSG PER UNO SVILUPPO COORDINATO DELL’INFORMAZIONE GEOGRAFICA DI

DOMENICO LONGHI

12 Le “Regole tecniche” per i Dati Territoriali: il ruolo delle Regioni DI

MAURIZIO DE GENNARO

REPORTS CISIS/CPSG

18 La struttura tecnica di supporto e il Gruppo di Lavoro per lo

14

sviluppo dei Database geotopografici del Comitato Permanente per i Sistemi Geografici del CISIS DI PIERPAOLO MILAN

20 Le nuove specifiche di contenuto del DB25K per derivazione dei DBT regionali

DI

LEONARDO DONNALOIA

G

PS

C

L’ATTIVITÀ

COMITATO PER I SISTEMI (CPSG) DEL CISIS A

DEL

GEOGRAFICI

/ 24 Censimento dei DB Geotopografici regionali: stato di attuazione S SI del DM 10/11/2011

DI

I

CLAUDIO MAZZI

C

SOSTEGNO DELLA REALIZZAZIONE DEI DATABASE GEOTOPOGRAFICI DI

REPORTS

MASSIMO ATTIAS

26 Standardizzazione e validazione dei dati della pianificazione urbanistica locale nella regione del Veneto INSERZIONISTTI aerRobotix Applanix CGT Codevintec Crisel Epsilon Esri Geogrà Geografica Geosolutions Geotop Gesp Intergraph Planetek Sinergis Sister Surveysoft Telemobility Teorema Trimble Virtualgeo

DI

29 56 22 33 40 25 51 50 13 2 4 53 55 17 41 23 16 47 11 37 52

FRANCESCO TOMAELLO, MARIO FAVARETTO, ANDREA FIDUCCIA

30 L’implementazione tecnica della Direttiva Inspire e del suo recepimento nazionale: l’approccio broker per la condivisione dei metadati DI NICO BONORA, ENRICO BOLDRINI, MICHELE MUNAFÒ, STEFANO NATIVI

34 La metodologia e gli strumenti GeoUML per definire le specifiche e validare i contenuti dei database geotopografici DI

ALBERTO BELUSSI, JODY MARCA, MAURO NEGRI, GIUSEPPE PELAGATTI

38 Le politiche ICT e il know-how delle Regioni per lo sviluppo del Sistema federato di IDT regionali DI SERGIO FARRUGGIA

42 Il nuovo Geoportale INSPIRE Europeo. L'acceso multilingua e transfrontaliero ai dati geospaziali in Europa DI JENS STUTTE

44 Regioni italiane e metadati dell’informazione geografica: lo stato dell’arte DI ANTONIO ROTUNDO

48 Verso una IDT federata delle Regioni Italiane

In copertina un'immagine derivata dalla sovrapposizione delle differenti cartografie relative allo stesso territorio derivate tramite generalizzazione dei Data Base Topografici. Una mappa in scala 1:10.000, in alto a sinistra, genera la corrispondente alla scala 1:25.000, relativa alla stessa porzione di territorio, in basso a destra. Una operazione correntemente realizzata in passato dai disegnatori cartografi che sapientemente sintetizzavano e generalizzavano manualmente segni e convenzioni grafiche diverse per le differenti scale, oggi completamente affidate alla gestione computerizzata. L'immagine è relativa al territorio del Comune di Sulmona della Regione Abruzzo. (Cortesia CISIS-CPSG)

DI

MAURO SALVEMINI

ALTRE RUBRICHE

50 OPEN DATA 52 AGENDA


FOCUS

La strategia e le attività del CISIS/ CPSG per uno sviluppo coordinato dell’Informazione Geografica di Domenico Longhi

L’articolo descrive il percorso di trasformazione che sta guidando le Regioni nel passaggio da una rappresentazione esclusivamente “grafica” del territorio (le Cartografie Tecniche Regionali, sia analogiche che digitali) ad una che descriva anche i suoi “contenuti informativi”. Rappresentazione che è resa possibile dal superamento del concetto di Informazione Geografica quale mero “contenuto grafico” e dagli strumenti delle Spatial Data Infrastructure. Inoltre si cercherà di individuare le attività future necessarie al completamento di tale trasformazione.

Il quadro fondante della strategia Le Regioni e Provincie Autonome stanno progressivamente attuando il passaggio dalla rappresentazione esclusivamente grafica del territorio, propria della Cartografia Tecnica Regionale (sia essa analogica che digitale), a una rappresentazione che ne descriva anche i suoi contenuti informativi. L’obiettivo è quello di trasformare il dato cartografico da una mera rappresentazione del territorio inteso esclusivamente in termini di superficie fisica in un oggetto informativo capace di descriverne anche dei fenomeni fisici, biologici, economici, che interagiscono tra loro per determinare qualsiasi trasformazione del territorio. Ciò avviene anche sulla scorta del ruolo più generale che le Regioni stanno assumendo ai sensi della modifica del Titolo V della Costituzione Italiana. In tale quadro le Regioni stanno evolvendo da strutture di mera gestione decentrata in strumenti decisori delle dinamiche di trasformazione del territorio, evoluzione che comporta iniziative e strategie nella composizione del quadro conoscitivo necessario ai processi decisionali e partecipativi. In ambito geomatico tale trasformazione avviene in un contesto caratterizzato da tre fattori quali: la chiusura delle attività dell’IntesaGIS; l’approvazione del Codice dell’Amministrazione Digitale; l’approvazione della Direttiva INSPIRE. In particolare è importante sottolineare che l’esperienza dell’IntesaGIS ha

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avuto il merito di portare tutti i soggetti cartografici pubblici (intendendo con ciò sia gli Organi Cartografici dello Stato che gli altri enti pubblici che producono informazione geografica) a cooperare per la definizione delle “regole tecniche” dell’Informazione Geografica. In qualche modo, i limiti dei risultati dell’Intesa GIS derivano proprio dalla sua configurazione statutaria, che non considera l’IntesaGIS come entità ufficiale dello Stato, ma come semplice gentlemen agreement, tra i soggetti cartografici pubblici. Ed è proprio a causa di ciò che le “regole tecniche” prodotte dall’IntesaGIS sono delle regole tecniche di tipo non cogente. Caratteristica questa che ha contribuito in modo sostanziale al mancato raggiungimento di quella standardizzazione delle “produzioni geografiche” che tutti i partecipanti speravano di poter raggiungere. Ed è proprio nella fase finale delle attività Intesa GIS che vengono introdotte due novità sostanziali. Troviamo da un lato l’introduzione del c.d. Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) [3] che definisce il quadro giuridico di riferimento per la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale, individuando il dato geografico come una qualunque informazione georeferenziata riconoscendo ad essa il valore di Base Dati fondamentale. A seguire, l’anno successivo, l’emanazione della Direttiva INSPIRE [1] introduce

il concetto di servizio finalizzato alla fruizione del dato e lo inquadra nella definizione delle Infrastrutture dei Dati Territoriali (o Geografici) finalizzate a garantire che i dati territoriali siano disponibili e fruibili.

Fig. 1 – Il Popolamento della RNDT [9]

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FOCUS Queste due norme, congiuntamente alle regole tecniche che ne costituiscono gli strumenti direttamente operativi, costituiscono il motore per lo sviluppo dell’Informazione Geografica (IG) quale asset primario per la programmazione dello sviluppo del territorio. È da segnalare che l’art. 59 del CAD istituisce il “Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali delle pubbliche amministrazioni” ed è per suo tramite che, attraverso un iter condiviso, aperto e trasparente a tutti gli operatori, che è stato possibile avviare la definizione di un quadro di regole te-cniche cogenti per l’informazione geografica (vedi [5] repertorio metadati, [6] ortofoto, [7] sistema geodetico, [8] database geotopografici). Al contempo la Direttiva INSPIRE definisce alcuni principi fondamentali cui debbono uniformarsi le Spatial Data Infrastructure (SDI≡IDT): • i dati debbono essere raccolti una sola volta e debbono essere gestiti laddove ciò può essere fatto in maniera più efficiente • deve essere possibile, agli utenti ed alle applicazioni, l’integrazione e la condivisione delle informazioni territoriali tra fonti diverse • deve essere possibile la condivisione ed il riuso delle informazioni raccolte dai diversi livelli di governo • le informazioni geografiche necessarie per il governo del territorio debbono essere disponibili in modo trasparente a tutti i livelli • le informazioni geografiche disponibili debbono essere facilmente reperibili, congiuntamente alle regole di acquisto ed utilizzabilità. Lo stato attuale A fronte delle scadenze operative previste dalla Direttiva INSPIRE purtroppo il panorama nazionale si presenta ancora molti elementi problematici. La presenza di soggetti pubblici che pensano ancora alla costruzione di un unico repository nazionale piuttosto che alla realizzazione di una efficiente IDT Federata. Riguardo alla riproposizione della duplicazione di realizzazioni cartografiche, finalmente si stanno definendo alcune prime collaborazioni sia nell’ambito della programmazione di attività che in quello della condivisione delle realizzazioni di informazione geografica, anche in virtù delle minori risorse economiche disponibili, che incentivano lo sviluppo di sinergie tra i diversi soggetti pubblici. La presenza di freni alla circolazione gratuita del dato geografico tra i vari

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Fig. 2 - La Piattaforma di interoperabilità: ICAR

livelli della P.A. (freni alla circolazione del dato geografico, diritti di visura, ecc.). La scarsa attenzione, presente ancora, talvolta, intorno alla “qualità” del “dato geografico” da parte di alcuni soggetti pubblici, con possibili ricadute negative sull’efficacia dei processi decisionali della Pubblica Amministrazione.

È comunque da evidenziare che s’intravedono alcuni elementi positivi che, insieme alla tenacia e costanza dell’impegno delle Regioni e a quello di coordinamento e supporto del Comitato Permanente Sistemi Geografici (CPSG), potranno costituire il motore propulsivo dell’Informazione Geografica (IG) in Italia.

Approvazione finale della Direttiva: 14/3/2007 Entrata in vigore della direttiva: 15/5/2007 Limite per il recepimento 2 anni (15/5/ 2009) Recepimento nazionale con D. Lgs. n. 32 del 27 gennaio 2010. Disponibilità dei metadati: 03-12-2010: disponibilità dei metadati per i set di dati territoriali e dei servizi corrispondenti agli Annex I and II; 03-12-2013: disponibilità dei metadati per i set di dati territoriali e dei servizi corrispondenti agli Annex III. Disponibilità dei dati e dei servizi ad essi connessi: 09-11-2012: disponibilità dei metadati per i set di dati territoriali e dei servizi corrispondenti agli Annex I and II; 31-10-2013: disponibilità dei metadati per i set di dati territoriali e dei servizi corrispondenti agli Annex III. Operatività dei dati e dei servizi ad essi connessi: 28-Dec-2012: disponibilità dei metadati per i set di dati territoriali e dei servizi corrispondenti agli Annex I and II; 31-10-2015: disponibilità dei metadati per i set di dati territoriali e dei servizi corrispondenti agli Annex III. Percorso per la applicazione della Direttiva INSPIRE

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FOCUS A ciò deve aggiungersi anche un primo positivo segnale che giunge dalla neonata Agenzia per l’Italia Digitale (AID). Infatti l’Agenzia ha rinnovato l’impegno relativo alla gestione ed al supporto per lo sviluppo del “Repertorio dei Metadati” nazionaleiquale elemento di coordinamento dei vari geoportali, da quello nazionale (il PCN) a quelli delle Regioni e degli EELL, nonché di snodo di raccordo, congiuntamente al geoportale nazionale, nei confronti di quello europeo. Anche se purtroppo è da evidenziare la scarsità dei metadati dei dataset prodotti dagli Organi Cartografici di Stato e dagli altri soggetti nazionale e cosa più grave la totale assenza dei servizi ad essi associati [9] (vedi Fig.1).

strumenti che realizzano gli elementi tecnici fondamentali di una IDT: interscambio telematico dei dati (possibilmente bidirezionale); cooperazione e interoperabilità dei Sistemi Informativi Geografici. La Piattaforma di Interoperabilità La definizione della Piattaforma di Interoperabilità, nell’ottica delle Regioni e Province Autonome, parte ovviamente da quanto realizzato dal progetto ICAR (Interoperabilità e Cooperazione Applicativa in rete tra le Regioni), elaborato attraverso il coordinamento interregionale del Centro

Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici (CISIS). ICAR, sviluppato dal punto di vista di una visione condivisa tra Stato, Regioni ed Enti Locali, finalizzata allo sviluppo federato e cooperativo dell’ e-government, ha abilitato l’interoperabilità e la cooperazione applicativa in rete tra i sistemi informativi delle Regioni, progettando e implementando una infrastruttura federata, oggi dispiegata presso tutte le Regioni e le Province autonome, nonché avviando la sua sperimentazione in 7 domini applicativi (Compensazione sanitaria interregionale, Circolarità anagrafica, Aree

La strategia delle Regioni per lo sviluppo di una Infrastruttura Dati Territoriali Federata La strategia, che, secondo le Regioni e Provincie Autonome associate nel CISIS/CPSG, potrà portarci a costruire un’IDT Federata parte dalla definizione di un quadro stabile e condiviso di Regole Tecniche dell’Informazione Geografica; dalla individuazione degli elementi fondanti dell’IDT Federata; e dalla definizione di una Piattaforma di Interoperabilità e Cooperazione Applicativa. Le Regole Tecniche Il quadro delle Regole Tecniche è indispensabile al fine dell’individuazione e dell’articolazione degli elementi fondanti dell’informazione geografica, che possa definire, partendo dai contenuti dei quadro DM 10.11.2011 ([5], [6],[7] e [8]), un quadro certo per le attività realizzative di informazione geografica caratterizzata da una struttura e da un livello di qualità omogenei e soprattutto dalla sua certificabilità sia amministrativa che legale. Gli elementi fondanti di una IDT Federata Definendo l’IDT come l’insieme di politiche, accordi istituzionali, tecnologie, dati e persone che rendono possibile la condivisione e l’uso efficiente dell’informazione geografico-territoriale tra tutti i livelli della P.A. è evidente che i processi fondamentali da innescare si basano su due ambiti: il primo di ordine strategico e un secondo di ordine tecnico-organizzativo. L’attività strategica è finalizzata alla definizione di un insieme di Accordi Inter istituzionali tra i diversi livelli della Pubblica Amministrazione, mentre quella di natura tecnico organizzava è indirizzata alla identificazione degli

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Figura 3 - La derivazione/generalizzazione dei Data Base Topografici a) visualizzazione di un estratto di Data Base Topografico alla scala 1:5.000 b) visualizzazione di un estratto di derivazione di un Data Base Topografico dalla scala 1:5.000 alla scala 1:10.000 c) visualizzazione di un estratto di generalizzazione di Data Base Topografico dalla scala 1:10.000 alla scala 1:25.000

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FOCUS Organizzative Omogenee, Lavoro e servizi per l’impiego, Tassa automobilistica regionale, Osservatorio Interregionale sulla rete distributiva dei carburanti, Sistema interregionale di raccordo banche dati statistiche). ICAR, la cui struttura logica è rappresentata in Fig. 2, costituirà anche la base su cui sviluppare l’IDT federata delle Regioni e Province Autonome. Le attività strategiche del CPSG Il CPSG ha individuato alcuni elementi fondanti quali presupposti strategici per attivare realmente il processo realizzativo di una efficiente IDT Federata. Primo elemento fondamentale è rappresentato dalla riattivazione del Comitato per le regole tecniche dei dati territoriali della P.A. e accanto a ciò, la necessità di procedere ad un miglior coordinamento dell’attività normativa statale (eliminazione delle ripetizioni ed incongruenze, ad esempio tra il recepimento di D.Lgs.27/1/2010, n. 32 ed il CAD D.Lgs. 7 /3/2005, n. 82 o anche tra il D.L. n.179 del 18 ottobre 2012 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” cd Digitalia e quanto previsto dal D.M. 10/11/2011 relativo alle «Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei database geotopografici»). L’intento di procedere alla concreta attuazione dei principi fondanti della Direttiva CE attraverso l’avvio di una politica di accordi interistituzionali tra gli Organi Cartografici dello Stato; tra i Soggetti Cartografici dello Stato (Ministero Ambiente, AGEA, ISTAT, Ministero Beni Ambientali, ecc.) tra le Regioni e le Province Autonome. Rafforzare il ruolo di supporto delle Regioni, nei confronti dei Comuni, Province Comunità Montane, per lo sviluppo delle Infrastrutture di Dati Territoriali a livello regionale, quale volano della diffusione dell’IG e dei servizi per la sua fruizione. Ed è proprio dall’analisi del quadro delle attuali debolezze e di quello delle attività strategiche da attuare che il CISIS-CPSG ha deciso di predisporre un Piano di Azione triennale che, già nella fase attuativa della prima annualità, individua quattro filoni fondamentali di attività: Data Base Geotopografici; Geodesia; Infrastrutture Dati Geografici; Supporto Operativo alle Regioni e Province Autonome. Data Base Geotopografici In tale ambito le azioni saranno finalizzate alla realizzazione degli strumenti atti a supportare il reale dispiegamento dei Data Base Geotopografici non-

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Figura 4 – Il Network di Reti di Stazioni Permanenti delle Regioni e Provincie Autonome.

ché la derivazione/generalizzazione dei Data Base dalla grande alla media scala. Di seguito le attività previste a supporto della realizzazione dei Data Base Geotopografici: -Manutenzione ordinaria ed evolutiva degli strumenti software prodotti (GeoUML CATALOGUE e GeoUML Validator) al fine di predisporre gli adeguamenti individuati in base alle sperimentazioni in corso da parte delle Regioni e Province Autonome -Aggiornamenti dei modelli implementativi, in caso di nuove release di ambienti di sviluppo e/o software -Definizione di procedure e regole tecniche di riferimento per le Regioni per l’aggiornamento dei DBT locali, regionali e nazionali -Integrazione procedure per la formazione del DBT interregionale; -Definizione delle procedure per la derivazione/generalizzazione dei Data Base Topografici regionali alle

scale 1:5.000 – 1:10.000 nei Data Base Topografici alla scala 1:25.000. In particolare il progetto, partendo dalle prime esperienze di alcune Regioni, certamente ancora da migliorare, avrà l’obiettivo di predisporre nuovi strumenti software per la derivazione/generalizzazione automatizzata dei Data Base Topografici di interesse regionale, cosa che permetterà di ridurre drasticamente i costi di realizzazione o aggiornamento dei Data Base multiscala, nonché la tempestività di realizzazione degli stessi vedi Fig. 3. Geodesia Il progetto ha l’obiettivo di organizzare, nell’ambito delle azioni per l’adozione della Direttiva INSPIRE, a livello interregionale, le attività strategiche per gli enti gestori di dati topografici e catastali che intendono utilizzare in modo integrato le nuove tecnologie satellitari per abbattere i costi gestio-

Figura 5 – La struttura logica Infrastruttura Dati Territoriali Federata.

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FOCUS nali di inserimento dei dati di aggiornamento geometrico nei propri DB specialistici geografici. Ciò consentirà di aggregare le infrastrutture GPS/ GNSS (di cui due in collaborazione con i collegi dei geometri, Toscana ed Emilia Romagna), già esistenti o in corso di realizzazione da parte delle Regioni e Provincie Autonome. Nell’ambito delle azioni è prevista la prosecuzione delle attività di calcolo e validazione della posizione delle stazioni permanenti del network RDN, con l’obiettivo di continuare a garantire la certificazione del network RDN tramite centri di calcolo indipendenti in conformità alle specifiche tecniche EUREF. Le attività aggiuntive previste in ambito geodetico sono: - La prima realizzazione del repository delle stazioni afferenti al finalizzato Network delle Reti di Stazioni Permanenti delle Regioni e Province Autonome (vedi fig. 4) che garantirà la realizzazione di un backup omogeneo, certificabile ed interoperabile, dei dati delle stazioni permanenti regionali - La realizzazione, in attuazione di quanto previsto dall’art. 6 del DM sul sistema geodetico, di un sistema di fornitura dell’informazione geodetica, realizzato, ci si augura in collaborazione con l’IGM, secondo i paradigmi dell’open data - Lo sviluppo di procedure (organizzative ed informatiche) in grado di poter garantire piena correttezza, completezza ed aderenza agli standard internazionali dei dati che andranno a popolare il Repository - Lo studio delle metodologie di aggiornamento delle informazioni di supporto alla tracciabilità dei dati e delle Stazioni Permanenti delle Regioni e Province Autonome, al fine

di indagare l’evoluzione nel tempo della posizione della Network delle Stazioni Permanenti delle Regioni e Province Autonome rispetto alla realizzazione 2008.0 - L’individuazione sperimentale delle procedure per l’implementazione di un sistema di certificazione delle reti regionali NRTK per il rilevamento in tempo reale; - La realizzazione di uno studio di fattibilità per la definizione di un progetto di cooperazione per l’istituzione di un Datum d’altezza nazionale e di un sistema di coordinate verticali coerente con le raccomandazioni degli enti europei preposti. Infrastrutture Dati Geografici L’obiettivo di questa azione delle Regioni e delle Province Autonome riguarda lo sviluppo delle Linee Guida Strategiche, tecniche ed amministrative per la realizzazione di un sistema federato di IDT regionali. (fig. 5) La disponibilità di una IDT Federata rappresenta infatti un’esigenza di enorme rilevanza per l’attuazione di qualsiasi progetto di innovazione digitale: in relazione ai temi della fiscalità del controllo e della pianificazione del territorio; in considerazione della loro utilità, in quanto dati geospaziali digitali e servizi ad essi connessi sono utilizzati dai cittadini/imprese per prendere le loro decisioni; poiché d’interesse per l’Industria dell’Informazione, in quanto promuovono l’uso dei dati geospaziali digitali come “materia prima” per creare prodotti/servizi, ad es. sistemi di navigazione, nel settore immobiliare, assicurativo, ecc.; poiché garantiscono il supporto conoscitivo per l’iniziativa: “Georeferenziazione” (INFRASTRUTTURA DATI TERRITORIALI O CATASTO TERRITORIO) inserita

nel documento: “Agenda digitale: il contributo delle Regioni e Province Autonome ” [12]. Una tale infrastruttura potrà essere poi dispiegata anche quale supporto delle Regioni, nei confronti dei Comuni, Province Comunità Montane, per lo sviluppo delle Infrastrutture di Dati Territoriali a livello sub-regionale (vedi fig. 6). Infrastrutture, queste ultime, che dovranno strutturate quale strumento di coordinamento dei servizi on-line al cittadino: Sportello Unico per l’Edilizia, Modello Unico Digitale dell’Edilizia, Sportello Unico per le Attività Produttive ecc. . Supporto Operativo alle Regioni e Province Autonome. Da ultimo, ma non certamente per importanza, è stato predisposto un gruppo tecnico di supporto alle attività precedentemente illustrate. Compito del gruppo sarà principalmente quello di garantire il supporto alle Regioni e Province Autonome e il coordinamento delle attività dei vari gruppi di ricerca e sviluppo. Sarà compito ulteriore la predisposizione ed aggiornamento del quadro sullo stato dell’arte della realizzazione dei programmi di sviluppo dei dati e dei servizi geografici delle Regioni e Province Autonome per monitorare l’applicazione della Direttiva INSPIRE. Conclusioni Come si vede la strategia delle Regioni e Province Autonome, fondata sui risultati raggiunti dalle quattro Linee di Azione del Programma di ricerca CISIS 2008, ed in un quadro operativo omogeneo e coerente con le decisioni via via assunte dal 2008 ad oggi, è quella di predisporre un programma per lo sviluppo di una IG caratterizzata da livello di qualità ed omogeneità sempre migliore, ponendo le basi per la realizzazione di una reale IDT Federata. Il nostro augurio è di non essere soli ad attuare tale programma, ma di avere al nostro fianco tutti gli Organi Cartografici dello Stato, tutti gli altri Soggetti Cartografici dello Stato, e l’Agenzia per l’Italia Digitale, in un paritetico partenariato che abbia quale obiettivo primario lo sviluppo di una IG e di una IDT Federata quale strumento comune attraverso cui fornire, ai cittadini ed al sistema economico nazionale, tutti i servizi previsti dalla Direttiva INSPIRE e dal CAD secondo gli indirizzi normativi più recenti ed adottando il paradigma degli Open Data.

Figura 6 – L’architettura dell’Infrastruttura Dati Territoriali Federata e i servizi di fornitura dell’IG.

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FOCUS

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Riferimenti [1] Direttiva 2007/2/CE della Commissione Europea INSPIRE (INfrastructure for SPatial InfoRmation in Europe) [2] Decreto legislativo del 27 gennaio 2010, n. 32 (G.U. 9 3 2010, n. 56 S.O. n. 47) Attuazione della Direttiva 2007/2/CE, che istituisce un’infrastruttura per l’informazione territoriale nella ComunitĂ europea (INSPIRE) [3] D.Lgs. n. 159 del 4 aprile 2006 c.d. Codice dell’Amministrazione digitale (ed in particolare artt. 58-59-60) [4] Decreto 13 novembre 2007 (Direttore AdT) Definizione delle regole tecnico economiche per l’utilizzo dei dati catastali per via telematica da parte dei sistemi informatici di altre amministrazioni [5] DM 10.11.2011 Regolamento Repertorio Nazionale Dati Territoriali Regolamento recante regole tecniche per la definizione del contenuto del Repertorio nazionale dei dati territoriali, nonchĂŠ delle modalitĂ di prima costituzione e di aggiornamento dello stesso [6] DM 10.11.2011 Regole tecniche per la formazione la documentazione e lo scambio di ortofoto digitali alla scala nominale 1:10000 Adozione delle norme di riferimento per la realizzazione di ortoimmagini sia per scopi cartografici che per scopi tematici [7] DM 10.11.2011 Sistema di riferimento geodetico nazionale Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale (ETRF2000 - all’epoca 2008.0 - del Sistema di riferimento geodetico europeo ETRS89) [8] DM 10.11.2011 Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei database geotopografici Il “Catalogo dei Dati Territoriali - Specifiche di contenuto per i DB Geotopograficiâ€?, unitamente alle “Regole di Interpretazione delle Specifiche di Contenuto per i Database Topograficiâ€? [9] Report statistico relativi alle informazioni raccolte e gestite nel RNDT http://www.rndt.gov.it/ RNDT/home/images/struttura/documenti/RNDT_20130513.pdf ; [10]Comitato per le regole tecniche dei dati della P.A, istituito ai sensi dell’art. 59 del ÂŤCodice dell’Amministrazione DigitaleÂť D.Lgs. 7 /3/2005, n. 82 e s.m.i., D.L. 18/10/2012, n. 179 ÂŤDecreto Crescita 2.0Âť, convertito con modificazioni dalla L. 17/12/2012, n. 221 e D.Lgs. 14/3/2013 n. 33). [11]ICAR (InteroperabilitĂ e Cooperazione Applicativa fra le Regioni), http://www.progettoicar.it , è l’azione interregionale finalizzata al coordinamento dello sviluppo in tutti i territori regionali della cooperazione applicativa secondo le specifiche le specifiche del Sistema Pubblico di ConnettivitĂ e cooperazione (SPC) emanate con il DPCM 1 aprile 2008 e nelle specifiche e requisiti funzionali di SPCoop pubblicate dall’allora CNIPA (oggi Agenzia per l’Italia Digitale, AID). [12]“Contributo delle Regioni all’Agenda Digitale Italiana (ADI)â€? approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 6 giugno 2012

SDI; IDT; INSPIRE; INFORMAZIONE GEOGRAFICA; CARTOGRAFIA DIGITALE

Autore DOMENICO LONGHI (DOMENICO.LONGHI@ REGIONE.ABRUZZO.IT) COORDINATORE DEL COMITATO PERMANENTE SISTEMI GEOGRAFICI DEL CISIS (CENTRO INTERREGIONALE PER I SISTEMI INFORMATIVI, GEOGRAFICI E STATISTICI). DIRETTORE DELLA STRUTTURA SPECIALE DI SUPPORTO “SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE� DELLA REGIONE ABRUZZO.

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FOCUS

Le “Regole tecniche” per i Dati Territoriali: il ruolo delle Regioni di Maurizio De Gennaro

Il processo d’innovazione e riforma della Pubblica Amministrazione, avviato nel 2005 con il Codice dell’Amministrazione Digitale, ha trovato una prima risposta nell’emanazione delle “Regole tecniche” dei Dati Territoriali, approvate con il D.M. 10.11.2011, con il quale si forniscono norme e procedure condivise per la formazione, fruibilità e l’accesso all’Informazione Territoriale. In questo scenario dai contenuti tecnici e normativi, le Regioni, singolarmente e associate nel CISIS-CPSG, hanno avuto un ruolo strategico per l’avvio, lo sviluppo e l’applicazione delle attività.

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l processo d’innovazione e riforma della Pubblica Amministrazione, avviato nel 2005 con il “Codice dell’Amministrazione Digitale”, prevede forme di comunicazione e informazione secondo uno scenario tecnico-scientifico sviluppato in una rete di sistemi di conoscenze dell’Information Technologies. Questo processo ha comportato un nuovo quadro di riferimento istituzionale nel quale le Amministrazioni dello Stato, le Regioni e gli Enti Locali partecipano per il coordinamento di strategie progettuali e l’attuazione di iniziative condivise. L’approvazione delle “Regole tecniche” con il D.M. 10.11.2011 (pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel febbraio 2012), rappresentano un concreto risultato della complessa e articolata attività svolta dal “Comitato per le regole tecniche per i dati territoriali della Pubblica Amministrazione”, istituito ai sensi dell’art. 59 del CAD. Le Regole Tecniche Le quattro “Regole” approvate forniscono norme e procedure per l’accesso e la fruibilità alle Informazioni Territoriali, e sono relative ad aspetti fondamentali per la formazione e la gestione dell’I.T.; infatti, oltre alle norme, esse sono costituite anche da dettagliati allegati tecnici con i quali si definiscono le modalità e le caratteristiche tecnico-scientifiche dei dati territoriali nei suoi diversi aspetti: l’adozione del nuovo Sistema Geodetico Nazionale; il contenuto dei metadati del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali; la documentazione per la formazione delle ortofoto digitali, le specifiche tecniche per i database geotopografici. Di particolare significato l’importanza di aver provveduto all’adozione di un sistema di riferimento geodetico per l’intero territorio nazionale, considerato che l’Istituto Geografico Militare, con la realizzazione della Rete Dinamica Nazio-

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nale (RDN) aveva, di fatto già nel 2009, definito la nuova realizzazione ETRF 2000.8 del Sistema di Riferimento Geodetico, inquadrato nel network europeo e certificato dal Technical Working Group dell’EUREF (European Reference Frame). Le “Regole Tecniche” per il nuovo Sistema Geodetico Nazionale pertanto, hanno fornito le indicazioni e la documentazione per la realizzazione delle reti di stazioni permanenti e i servizi di posizionamento, nonché le regole per la fruibilità e lo scambio dei dati geodetici tra le Amministrazioni centrali, regionali e locali. Relativamente al Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT), il Decreto Ministeriale stabilisce le regole per il contenuto del “Catalogo” nazionale dei metadati dei dati territoriali ed i servizi ad essi relativi, disponibili presso le Pubbliche Amministrazioni. Il Repertorio prevede inoltre che le risorse informative in esso documentate siano coerenti e di interesse con quanto stabilito dalla direttiva INSPIRE, così come rende disponibili i metadati secondo modalità in applicazione della stessa INSPIRE. Le “Regole Tecniche” per la formazione dell’ortofoto digitali, descrivono, in due distinti allegati, le caratteristiche e le modalità di scambio dei dati secondo finalità per applicazioni di “tipo cartografico” ovvero di “tipo tematico”. Più articolato il processo di sviluppo delle “Regole tecniche” per le specifiche di contenuto per i database geotopografici. Il “Catalogo Dati Territoriali” allegato al Decreto, è il risultato di un’attività per la quale si è dapprima dovuto procedere alla puntuale revisione del “Catalogo degli Oggetti”, già prodotto nell’ambito del protocollo IntesaGIS, e successivamente si è proceduto alla ristrutturazione dei dati secondo gli elementi

informativi raggruppati in Strati, Temi e Classi; inoltre contemporaneamente si è provveduto all’individuazione dei “contenuti minimi” per la costituzione del National Core (NC), opportunamente articolato in due distinte tipologie, a seconda delle scale di riferimento: il NC1 per le scale 1:1000 e 1:2000 e il NC5 per le scale 1:5000 e 1:10000. Di particolare importanza la parte strutturata delle specifiche di contenuto, nota come “Schema concettuale”, definita secondo il modello GeoUML (Geographic Unified Modeling Language), composta da un insieme di costrutti di “Elementi Informativi”, ovvero i contenuti informativi della specifica e i “vincoli di integrità” con i quali si definiscono le proprietà che i dati devono assolvere per popolare i database geografici. Un corposo sistema di regole e strumenti In questo quadro tecnico-normativo, le Regioni, singole e associate nel CISISCPSG, hanno avuto un ruolo strategico fondamentale per l’avvio, lo sviluppo e l’applicazione delle attività. Infatti proprio il CISIS – CPSG aveva in precedenza affidato ad alcune qualificate Università, degli studi preliminari e propedeutici per individuare soluzioni metodologiche i cui risultati sono stati di grande rilievo e di supporto per la realizzazione delle citate “Regole Tecniche”. Fondamentale in questo contesto è risultato il ruolo del Politecnico di Milano, in particolare lo staff dello Spatial DB Group, coordinato dal prof. Giuseppe Pelagatti, che ha fornito contributi scientifici di particolare importanza e permesso di definire metodologie e procedure che hanno consentito i successivi sviluppi per la formazione di strumenti per il management, la certificazione e la validazione dei DB Geotopografici. Infatti, sempre grazie all’attenta e co-

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FOCUS stante partecipazione delle Regioni in questo dibattito, sono stati finanziati dal CISIS – CPSG progetti relativi alla progettazione e realizzazione di strumenti GeoUML, quali il “GeoUML Catalogue” per la gestione del “Catalogo dei Dati Territoriali” secondo specifici profili dell’utente/utilizzatore, e il “GeoUML Validator” strumento che consentirà di processare tutti i dati e le informazioni presenti nel Database, garantendo il rispetto dei “costrutti” e dei “vincoli”, e fornendo un supporto per la validazione del dato e la reportistica di anomalie/errori presenti nel database. Questo corposo sistema di regole e strumenti sono stati da tempo presentati presso convegni e seminari, e adesso pur con le note difficoltà dovute alla crisi finanziaria, si sta cercando di applicare a lavori e iniziative seppur a carattere sperimentale, prevedendo in un futuro la piena e completa ingegnerizzazione delle procedure. Ma il processo di diffusione dell’Informazione Territoriale, secondo le innovative forme tecnologiche, procede senza soluzione di continuità. La recente L. 221/12 (di recepimento del D.L. 179/12, nota anche come Decreto Crescita 2.0) ha, infatti, dato un forte e significativo impulso alla diffusione dell’azione della Pubblica Amministrazione, ribadendo e rilanciando quanto era già previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale. Le norme della Legge 221/12, infatti all’art. 9 definiscono i “Documenti informatici, dati di tipo aperto e inclusione digitale”, fornendo chiare definizioni e distinte funzioni della Pubblica Amministrazione affinché, attraverso l’Agenzia per l’Italia Digitale, sia promossa una politica di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale. Nuovi orizzonti Le nuove procedure di “liberalizzazione dei dati” potranno consentire lo sviluppo dell’economia nel territorio, favorendo la nascita di imprese start-up, ovvero iniziative e progetti che fondano le proprie attività sul web e che hanno come basi territoriali di riferimento i database geografici. Un nuovo modo di procedere della Pubblica Amministrazione secondo strategie di Open-Government: un modello di amministrazione e di Governance a livello centrale e locale basato su strumenti e tecnologie che consentano alle Amministrazioni di essere “aperte” e “trasparenti” nei confronti di tutti i cittadini.

Parole chiave REGOLE TECNICHE, DATI TERRITORIALI, REGIONI

Abstract The reform and innovation process in public administration, started in 2005 with the Digital Administration Code, had a first result in the issue of "Technical Rules" of Spatial Data, approved by the DM 10.11.2011, with whom rules and procedures, shared for training, usability and access to the spatial information, are provided. In this scenario, with a technical and normative content, Regions, individually and as CISIS-CPSG members, have had a strategic role in initiating, developing and implementing the activities.

Autore ING. MAURIZIO DE GENNARO MAURIZIO.DEGENNARO@REGIONE.VENETO.IT REGIONE DEL VENETO - DIRIGENTE U.P. SIT E CARTOGRAFIA

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REPORTS

L’attività del Comitato per i sistemi geografici L G

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(CPSG) del CISIS a sostegno della realizzazione dei database geotopografici

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di Massimo Attias L’attività cartografica delle Regioni, riunite prima nel Centro Interregionale e poi dal 2008 nel CISIS, ha visto una progressiva evoluzione dagli anni ’80 agli anni 2000 dalla cartografia tradizionale cartacea fino ad arrivare al Database Geotopografico, strumento di fondamentale importanza per gestire le trasformazioni del territorio. Il CISIS, ha realizzato una importante collaborazione col Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Milano finalizzata allo sviluppo di metodologie e strumenti software a sostegno della realizzazione e gestione dei Database Geotopografici.

attività di segreteria tecnica all’interno del Centro Interregionale coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali, prima (dal 1995) e nel CISIS poi, a partire dal 2008, mi ha fornito l’occasione per un osservatorio privilegiato sulla evoluzione della Cartografia Tecnica Regionale e parallelamente sul percorso, molto differenziato su scala nazionale e spesso incostante, di evoluzione tecnologica. Dalle Carte Tecniche realizzate, secondo canoni tradizionali, tra la seconda metà degli anni ’80 e i primi anni ‘90, preferibilmente nelle Regioni del Centro-Nord, alla fase immediatamente successiva (primo segnale di informatizzazione) di rasterizzazione delle stesse.

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Figura 1 - Esempi di CTR: Raster, Raster con sovrapposto strato vettoriale, CTR numerica ed immagine di DBGT in 3 dimensioni

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Dalla metà degli anni ‘90 compaiono i primi tentativi di Cartografia cosiddetta “numerica”, ma anche l’insorgere del’equivoco introdotto dal termine “cartografia digitale” col quale per molto tempo si è confuso ancora tra cartografia raster e cartografia numerica. Sono anni di passaggio nei quali talvolta si allenta l’attenzione sull’accuratezza della restituzione aerofotogrammetrica e nei quali ancora sono carenti regole per l’acquisizione numerica della restituzione stessa. Per molto tempo la realizzazione di cartografia numerica si traduce in cartografia disegnata al CAD, senza regole sul come trattare elementi areali, lineari e puntuali con la permanenza di una logica di cartografia tradizionale che non prevede altre informazioni, se non quelle riportate graficamente sulla cartografia stessa. Il processo di avvio e la durata delle attività correlate alla Intesa Stato/Regioni/Enti locali sui Sistemi informativi geografici, malgrado contraddizioni e difficoltà di gestione, ha rappresentato un momento importante di confronto tra i diversi soggetti istituzionali, titolari o coinvolti nella produzione di cartografia di base, riuniti nel condividere la prospettiva del “Database Geotopografico”, stabilirne le regole di riferimento per una sua strutturazione condivisa e valida per tutto il territorio nazionale. In questo settore “l’Intesa” oltre ad aver realizzato le specifiche di contenuto per i DBGT ed un primo documento di “Linee Guida”, ha realizzato un primo embrione di Database Geotopografico esteso a tutto il territorio nazionale (Il Database Strati prioritari 10k) attualmente distribuito in download libero sul sito del CISIS. Gli anni successivi hanno visto l’estendersi graduale delle esperienze di realizzazione dei Database Geotopografici, prima presso le Regioni e poi in alcune esperienze comunali. Ma il processo formativo non è stato sempre lineare e, come in tutte le fasi di passaggio, strada facendo sono emersi alcuni equivoci di fondo. Se la cartografia tradizionale, seppur informatizzata, ha come caratteristica una certa staticità, seppur interrotta occasionalmente da campagne di aggiornamento, il database per sua natura può e deve essere inteso come base dati in costante evoluzione che rappresenti in un tempo relativamente ristretto (o immediato in prospettiva), tutte le trasformazioni che possano intervenire sul territorio.

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REPORTS

Gli strumenti Catalogue e Validator, sono disponibili per tutta la P.A. dietro richiesta sul sito www.centrointerregionale-gis.it , mentre una versione “viewer” del Catalogue (con caricata la specifica di contenuto) è disponibile per tutti gli utenti sul sito http://spatialdbgroup. polimi.it/

Scorporando i termini “database” e “topografico” si mette in luce quanto da un lato per tale strumento deve essere prevista una complessa architettura di sistema in grado di associare inequivocabilmente informazioni (attributi) alle classi previste, localizzate in elementi puntiformi, lineari ed areali (poligoni) e stabilire associazioni e correlazioni tra classi diverse; allo stesso tempo, nel processo di formazione dello strumento non deve venire meno l’attenzione sulla qualità e sul rispetto delle norme tecniche per il rilievo aerofortogrammetrico e la successiva restituzione della base cartografica che costituisce la imprescindibile fonte primaria di informazione, la cui accuratezza non può venir meno. Dopo anni di carenza nella emanazione di norme tecniche di riferimento, l’accurato lavoro svolto l’interno del gruppo lavoro 2 (Database Geotopografici) del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali nella P.A., dopo un lungo iter, ha prodotto il DM 10/11/2011, sui Database Geotopografici con due fondamentali documenti tecnici allegati: Il Catalogo dati Territoriali contenente le specifiche di contenuto per i database (Strati, Temi e Classi) ed il modello GeoUML – Regole di interpretazione delle specifiche di contenuto per i DataBase. Il Decreto definisce il contenuto del National Core (NC) che costituisce una estrapolazione delle classi delle specifiche tecniche di contenuto e le indica come contenuto minimo imprescindibile per qualunque amministrazione abbia intenzione di realizzare un Database Geotopografico. Il National Core ha un doppio riflesso: da un lato fornire uno standard di riferimento che accomuni tutti i DBGT e dall’altro, costituire la base per la futura realizzazione del DBGT inter-regionale per dotare, finalmente, il territorio nazionale di una copertura informativa omogenea, multiscala. Parallelamente e in supporto alle attività del Comitato per le Regole Tecniche, il CPSG del CISIS ha avviato fin dal 2008 un rapporto di collaborazione con il Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Milano, sancito da un Accordo di collaborazione tra le due istituzioni, per studiare e realizzare metodologie e strumenti a supporto dei Database Geotopografici. Questa attività congiunta ha rappresentato una importante esperienza di collaborazione e avvicinamento tra mondi disciplinari diversi nella ricerca progressiva di una sintassi comune. Una esperienza di collaborazione tra istituzioni pubbliche (amministrative e di ricerca) per realizzare prodotti tangibili per la Pubblica amministrazione, con un importante investimento in termini di risorse finanziarie ed umane, seppur minore rispetto ai costi di mercato e senz’altro vantaggioso se inquadrato nell’ottica di un utilizzo progressivamente diffuso a tutta la P.A. Accanto alla realizzazione del Modello GeoUML, già citato, che costituisce la base concettuale di interpretazione della specifica di contenuto sono stati realizzati due importanti strumenti software per un concreto supporto per le amministrazioni che devono realizzare e gestire un proprio database geotopografico:

• Il GeoUML Catalogue è uno strumento a supporto della definizione e strutturazione della specifica di contenuto (SC), del Database Geotopografico che l’Ente

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intende realizzare relativamente al proprio territorio di competenza. All’interno dello strumento è possibile definire la specifica secondo le esigenze aggiungendo ed eliminando classi, senza intaccare il contenuto minimo NC. Il GeoUML Catalogue viene rilasciato con la specifica di contenuto, allegata al DM citato, al suo interno, ma è comunque strutturato per accogliere e gestire specifiche di tipo diverso. Il GeoUML Validator è uno strumento in grado di operare il controllo di conformità intrinseca di un generico dataset relativamente ad una specifica di contenuto (SC) gestita dal GeoUML Catalogue. Lo strumento permette di validare i dati sia nella fase di produzione (ad esempio, in base ai modelli implementativi di produzione shape_flat e shape_topo) sia nella fase successiva al loro caricamento all’interno di un Database Geotopografico nuovo o, nel caso di aggiornamento, pre-esistente. Lo strumento non può e non deve sostituire l’attività finale di collaudo topografico, ma fornisce, sia in fase di produzione, sia in fase di collaudo, un importante supporto per verificare le conformità ed il rispetto dei vincoli definiti tra le classi del database.

Sul fronte della gestione e manutenzione dei DBGT sono stati sviluppati i modelli implementativi Oracle e Postgis, consentendo l’utilizzo dei due strumenti a coloro che utilizzano tali tecnologie, ma è allo studio anche la possibilità di estenderne l’utilizzo anche all’ambiente ESRI. Dal 2011 il CPSG ha individuato la necessità di creare una struttura tecnica di supporto per affrontare le crescenti esi-

Figura 2 - La figura 2a illustra il flusso produttivo e la validazione dei dati sia nella fase di produzione che nella successiva fase di caricamento nel Database Geotopografico. La figura 2b illustra il flusso dei Database Geotopografici prodotti dalle singole regioni per la formazione del Database Geotopografico Inter-regionale. Rispetto al flusso deve essere ancora realizzato l’estrattore dei dati dai DBGT regionali verso il DBGT inter-regionale. Nel corso dell’ attività 2013/2014 si effettuerà una sperimentazione sulla costruzione di un DBGT inter-regionale “materializzato” in sede, affrontando le ampie tematiche di omogeneizzazione dei dati al confine e la questione dei limiti amministrativi e si approfondiranno gli studi per l’implementazione del DB “virtuale” attraverso infrastruttura dati geografici

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REPORTS genze di interfacciamento con lo spatialDBGroup del Politecnico per allineare le potenzialità degli strumenti alle esigenze degli enti cartografici, a cominciare dalle Regioni. La struttura opera inoltre a sostegno delle Regioni afferenti al CISIS per dare supporto, nell’attività di adeguamento della specifica tecnica di contenuto allo standard del DM 10/11/2011, nell’utilizzo degli strumenti GeoUML ed in genere per l’approfondimento di tutte le tematiche correlate allo sviluppo dei Database Geotopografici che vengono condivise nell’ambito del GdL tematico del CISIS. Gli articoli che seguono, a cominciare da quello di Pierpaolo Milan, illustrano i temi di approfondimento. La struttura tecnica di supporto è composta da Pierpaolo Milan, Leonardo Donnaloia e Claudio Mazzi, ai quali si aggiunge , Antonio Rotundo per la tematica specifica dei “metadati” e dei temi legati alla Direttiva INSPIRE.

Riferimenti • Il gruppo di lavoro 2 (Database Geotopografici) è stato coordinato dall’ing. Maurizio De Gennaro, rappresentante della Regione del Veneto nel CISIS. • L’attività per studiare e realizzare metodologie e strumenti a supporto dei Database Geotopografici è stata realizzata dallo SpatialDBgroup del Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Milano coordinato dal Prof. Giuseppe Pelagatti che in altro testo della presente pubblicazione approfondisce nel dettaglio quanto realizzato.

Abstract The cartographic activity of the Regions, gathered first in the Interregional Center and then, since 2008, in CISIS, has seen a gradual evolution, from the 80s to the 2000s, from the traditional paper cartography until to the Geo-Topographic Database, important tool for managing the transformations of the territory. The CISIS has carried out an important collaboration with the Department of Electronics of the Politecnico di Milano aimed at developing methodologies and sw tools in order to support the creation and the management of the Geo-Topographic Databases.

Autore

Parole chiave CENTRO INTERREGIONALE; CARTOGRAFIA NUMERICA; CARTOGRAFIA DIGITALE; GEOUML;

MASSIMO ATTIAS M.ATTIAS@CISIS.IT REFERENTE AREA GEOGRAFIA E COORDINATORE PROGETTI DI AREA DEL CISIS

Datum

11.342 11 .3 342 4212 1234 234 43 44 4 4.3 34 42 23 34 459 593

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63 378 7 13 37 63 6357 35752 57 752 52.3 .314 4

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REPORTS

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REPORTS

La struttura tecnica di supporto e il Gruppo di Lavoro per L G

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lo sviluppo dei Database geotopografici del Comitato Permanente per i Sistemi Geografici del CISIS di Pierpaolo Milan

Il Comitato Permanente per i Sistemi Geografici del CISIS ha istituito una struttura tecnica e costituito un gruppo di lavoro finalizzato a supportare le Regioni nell’implementazione dei loro Database geotopografici per garantire una corretta applicazione della recente normativa nazionale e sovranazionale.

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l Comitato Permanente per i Sistemi Geografici (CPSG) del CISIS, al fine di supportare le Regioni nell’applicazione della nuova normativa nazionale introdotta con il D.M. del 10 novembre 2011, in particolare per quanto riguarda le ”Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei Database geotopografici”, ha istituito una struttura tecnica e costituito un Gruppo di Lavoro dedicato allo sviluppo dei Database geotopografici. L’iniziativa è nata per dare continuità e per sviluppare l’azione svolta dalle Regioni all’interno dei Gruppi di Lavoro nazionali del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali delle Pubbliche Amministrazioni (art.59 del CAD - D.Lgs. 82/2005) che hanno prodotto le norme tecniche allegate al D.M. del 10 novembre 2011. Uno dei compiti principali della struttura tecnica di supporto è offrire alle Regioni un servizio di assistenza nell’adozione delle Specifiche nazionali per i Database geotopografici (DBGT), nell’applicazione della GeoUML Methodology e quindi nell’utilizzo degli strumenti GeoUML (GeoUML Catalogue e GeoUML Validator) per la definizione, creazione e validazione dei DBGT regionali. In questo specifico ambito, l’azione di supporto è mirata all’individuazione dei percorsi e delle modalità di adeguamento alle Specifiche nazionali per le Regioni che hanno iniziato a ristrutturare, o a produrre ex-novo, i loro Database geotopografici.

Tale attività, svolta a stretto contatto con lo SpatialDBgroup del Politecnico di Milano, ha seguito due diversi percorsi: alcune Regioni hanno scelto di attuare una sperimentazione su piccole aree territoriali propedeutica alla successiva applicazione della metodologia a tutto il territorio di loro competenza, altre hanno appaltato fin da subito i lavori di riconversione o di nuova produzione su ampie aree o addirittura a copertura dell’intero territorio regionale. E’ in tale contesto che la struttura tecnica del CPSG svolge le attività di ricognizione, presso le Regioni, dello stato di avanzamento della realizzazione dei nuovi Database Geotopografici, l’analisi delle problematiche relative allo sviluppo di procedure per la realizzazione del DBGT interregionale e le azioni di informazione e diffusione, della conoscenza del D.M. del 10 novembre 2011 nei confronti dei soggetti istituzionalmente deputati alla formazione di Database Geotopografici. Oltre a ciò, svolge un’azione di guida delle attività del Gruppo di Lavoro dedicato allo sviluppo dei Database geotopografici, che riunisce i tecnici delle Regioni afferenti al CISIS. Nell’ambito del Piano di Attività 2012-2014 del CPSG, il Gruppo di Lavoro prevede di approfondire alcuni temi ritenuti fondamentali per lo sviluppo e la diffusione dei DBGT visti come strumenti portanti delle Infrastrutture Dati Territoriali (IDT) regionali (e, in prospettiva, della futura IDT

Figura 1 - Alcuni esempi delle sperimentazioni di produzione del DBGT secondo la specifiche di contenuto nazionali.

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REPORTS nazionale) e, in quanto tali, necessari all’implementazione e all’erogazione di servizi applicativi rivolti alla molteplicità di soggetti pubblici e privati che operano a vario titolo sul territorio. I principali temi all’ordine del giorno dei lavori del Gruppo riguardano il raccordo tra il DBGT e il DB Catastale, la definizione, in collaborazione con lstituto Geografico Militare, delle specifiche di contenuto per il DB alle scale 1:25000 e 1:50000 e la loro derivazione dai DB alle scale maggiori, con riferimento ai contenuti del National Core, e la verifica degli aspetti di conformità e delle relazioni con gli ambiti comuni inerenti la Direttiva INSPIRE. A questi si aggiunge il tema che per primo è in corso di definizione in quanto prioritario per il supporto alla realizzazione dei DBGT e che riguarda la redazione di documenti operativi con funzione di Linee Guida utili alla migliore comprensione e applicazione degli allegati tecnici al D.M. del 10 novembre 2011. Tali documenti dovranno offrire indicazioni operative per tutti i livelli della Pubblica Amministrazione (da quella locale a quella centrale) che intendano produrre, aggiornare, manutenere e gestire un DBGT. Parte di tale compito è stato già realizzato con la redazione dei documenti di inquadramento e di guida alla GeoUML Methodology e agli strumenti GeoUML Tools già predisposti dallo SpatialDBgroup del Politecnico di Milano su incarico del CPSG del CISIS. I documenti che costituiranno le Linee Guida, dovranno completare tale compito svolgendo il ruolo di introduzione generale per agevolare la corretta comprensione e l‘applicazione operativa del Catalogo dei dati territoriali, fino ad affrontare le questioni inerenti la progettazione, la produzione, il collaudo e la successiva manutenzione e gestione operativa dei DBGT prodotti secondo la specifica di contenuto nazionale. Si riporta di seguito un elenco dei contenuti principali che ci si propone di sviluppare nei primi due documenti di Linee Guida. Il primo documento riguarderà gli aspetti di produzione del DBGT, il secondo gli aspetti relativi al suo aggiornamento, manutenzione e gestione all’interno di una IDT.

Linee Guida per la produzione dei DBGT −Inquadramento generale al D.M. del 10 novembre 2011 con particolare riferimento alle ”Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei Database geotopografici” , alle “Regole tecniche per la definizione del contenuto del Repertorio nazionale dei dati territoriali, nonché delle modalità di prima costituzione e di aggiornamento dello stesso” e all’“Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”. −Recepimento della normativa nazionale per la produzione dei DBGT: • contenuti minimi e adeguamento progressivo; • esplicitazione del significato di conformità dei dati a una specifica di contenuto in relazione ai National Core; −indicazioni sulle scelte di implementazione: scelta del modello implementativo in funzione delle finalità progettuali; −indicazioni per il corretto popolamento del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT); −indicazioni per l’applicazione del D.M. del 10 novembre 2011 in merito all’adozione del nuovo sistema di riferimento nazionale; −indicazioni utili alla redazione dei capitolati di produzione dei DBGT in relazione a: • esplicitazione delle specifiche di acquisizione mirate alla produzione dei DBGT; • individuazione delle attività da prevedere per la riconversione della CTRN tradizionale nella struttura dati del DBGT; • discriminazione tra le attività di popolamento da svolgere nell’ambito del rilievo fotogrammetrico e quelle desumibili da altre fonti; • indicazioni per la metadatazione di istanza; • indicazioni operative per il collaudo dei DBGT. Linee Guida per l’aggiornamento, la manutenzione e la gestione dei DBGT −definizione delle modalità di aggiornamento dei DBGT; −applicazione della GeoUML Methodology nei processi di manutenzione del DBGT per la gestione dei meccanismi di interscambio e armonizzazione, a partire dai DBGT livello locale per giungere a quelli centrali; − indicazioni per l’implementazione e/o il mantenimento di servizi applicativi.

Abstract The CISIS Committee on Geographical Systems has established a technical group and has formed a working group aimed at supporting Regions in the implementation of their Topographic Database to ensure the proper application of the recent national and international standards.

Autore PIERPAOLO MILAN P.MILAN@CISIS.IT

Parole chiave INFRASTRUTTURE DATI TERRITORIALI, DATABASE GEOTOPOGRAFICI,

STRUTTURA DI SUPPORTO DEL CPSG - COMITATO PERMANENTE PER I SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI, DEL CISIS - CENTRO INTERREGIONALE PER I SISTEMI INFORMATICI, GEOGRAFICI, STATISTICI. VIA PIEMONTE, 39 - 00187 ROMA

INSPIRE

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Le nuove specifiche di contenuto del

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DB25K per derivazione dei DBT regionali

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di Leonardo Donnaloia

In applicazione della direttiva INSPIRE ed in linea con la necessità della PA di creare database geotopografici multiscala omogenei a livello nazionale, il CPSG del CISIS sta svolgendo un’attività finalizzata alla normalizzazione dei DB25k (database geotopografici scala 1:25.000). Tale attività, partendo dal presupposto di derivare, in maniera controllata, i DB25K da DBT a scale maggiori (realizzati in conformità alla specifica introdotta dal DM 10 novembre 2011) si pone come obbiettivo la produzione di una specifica tecnica di riferimento da formalizzare, come previsto dall’art. 59 del CAD, secondo l’iter legislativo stabilito.

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dati spaziali devono essere raccolti una sola volta e con- definire una nuova specifica per i DB25K direttamente deridivisi tra i diversi livelli di governo del territorio……. tale vabile dai DBT a scale maggiori, oltre a realizzare una buoassunto, esplicitamente fissato dalla direttiva INSPIRE na pratica operativa, può effettivamente liberare risorse da con l’obbiettivo di favorire l’interoperabilità delle infrastrut- utilizzare per la produzione di servizi territoriali ad hoc alle ture di dati spaziali degli stati membri, diverse scale di interesse. rappresenta il punto di partenza più siIn conclusione, l’assunto iniziale I dati spaziali devono essere introdotto da INSPIRE nel 2007 è gnificativo per inquadrare la proposta metodologica ed operativa in oggetto. diventato, indirettamente e con diraccolti una sola volta e A sostenere la necessità di intervenire verse motivazioni, una esigenza per condivisi tra i diversi livelli la PA oggi. In questo contesto, la in maniera puntuale sulla standardizzazione e la condivisione dei dati spaziali definizione di una nuova specifica di di governo del territorio alle diverse scale di rappresentazione, contenuto dei DB25K, ottenuta per sono intervenute, in questi ultimi anni, derivazione dei DBT alle scale magle nuove esigenze scaturite dalle mutate condizioni norma- giori, rappresenta un punto di partenza centrale per il CPSG tive ed economiche nazionali. In particolare, con riferimento del CISIS che va oltre l’applicazione di una direttiva euroal nuovo quadro normativo in materia di dati geotopografi- pea, entrando nel merito delle esigenze effettive di chi proci, introdotto dal DM 10 novembre 2011, le PA (ed in primo duce, a diverse scale di riferimento, dati spaziali in Italia. luogo le regioni che producono dati territoriali nell’ambito della propria attività istituzionale) devono produrre databa- RIFERIMENTI se geotopografici in conformità allo standard nazionale in Ciò premesso, la proposta in oggetto è finalizzata ad appromateria. Tale obbligo, definito a livello concettuale nel sud- fondire ed attualizzare le indicazioni delle specifiche di condetto DM 10 novembre 2011, viene monitorato dal RNDT tenuto per la derivazione del DB25 (documento 1n 1007_6 (di competenza dell’Agenzia per l’Italia Digitale) attraverso – IntesaGIS 2006) considerando le esperienze prodotte da la pubblicazione dei metadati relativi al patrimonio carto- alcune regioni italiane (Abruzzo, Veneto, Puglia, Liguria, grafico esistente e programmato dalle PA. Campania, Basilicata, ecc..) in cooperazione con l’IGM. Con riferimento alle variate necessità della PA in materia di gestione del territorio, è opportuno segnalare, come esempio, il Decreto semplificazioni (il web taglierà code, ritardi e burocrazia es. autorizzazione unica in materia ambientale). Anche se in maniera indiretta, la semplificazione dei processi amministrativi che hanno un impatto sul territorio, implica la necessità di conoscere lo stesso attraverso una gestione multiscala degli oggetti che lo rappresentano; es. relazione delle diverse cartografie a supporto dei diversi livelli di pianificazione del territorio. Considerando, infine, i tagli economici a cui è sottoposta la PA a seguito della grave crisi economica in atto, è evidente la necessità di intervenire in maniera sistematica definendo, attraverso regole condivise, interventi funzionali al risparmio delle attuali risorse economiche. In questo contesto,

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REPORTS È opportuno evidenziare che, in linea con le regole tecniche introdotte dal DM 10 novembre 2011, le nuove specifiche sui DB25K, rappresentano una specifica di contenuto (cioè un modello concettuale), non entrando nel merito della modellazione fisica dei dati (ambienti di sviluppo, regole di generalizzazione geometrica, ecc.). Negli ultimi anni, a causa della mancanza di una visione comune del concetto di DB25K, le PA hanno prodotto attività sperimentali e progetti disomogenei; tale condizione è dovuta ad orientamenti differenti circa le finalità del prodotto finale. Se le regioni hanno puntato più alla costruzione di database geotopografici, l’IGM ha finalizzato la propria attività più in ottica cartografica. Questa dicotomia è giustificata dai diversi obbiettivi istituzionali delle due tipologie di PA, quali:

• Regioni – fornire gli strumenti per facilitare i proces•

si di gestione/programmazione/pianificazione del territorio; IGM – fornire supporto geotopocartografico all’Esercito italiano.

In altre parole, se da un lato le regioni sono interessate alla produzione di servizi territoriali attraverso la costruzione di IDT, dall’altro l’IGM pone l’attenzione sulla rappresentazione cartografica del territorio. A seguito di tale precisazione, la proposta in oggetto discrimina due tipologie di derivazione:

generalizzazione dei contenuti del DBGT, dalla generalizzazione cartografica del DBC. La generalizzazione dei contenuti (DBTG), potrebbe prescindere dalla generalizzazione geometrica degli oggetti, limitandosi a ridurre i contenuti previsti a scala maggiore (es. se nel passaggio dal NC1 al NC5 non è richiesta la Classe Unità Volumetrica, nel passaggio dal NC5 al NC25 (livello di national core ipotizzato) potrebbe essere richiesta solo la Classe Cassone Edilizio composta da tutti gli edifici ed edifici minori adiacenti), mentre la generalizzazione cartografica (DBC) potrebbe seguire le regole già definite in alcune regioni italiane (Abruzzo, Veneto, ecc..) attraverso l’utilizzazione di algoritmi semi-automatici (i software commerciali di tipo GIS comunemente venduti offrono funzionalità per creare facilmente cartografie da dati spaziali permettendo, tra l’altro, di eseguire elaborazioni di generalizzazione). METODOLOGIA Le attività in corso presso il CPSG-CISIS sono funzionali alla definizione di una nuova specifica sui DBT25K che considera la distinzione dei due prodotti DBGT e DBC 25k già in fase di definizione delle regole di derivazione dai DBT a scale maggiori; in altre parole, le regole di derivazione dei due prodotti definiscono, indirettamente, le loro specifiche di riferimento. Sono previste tre fasi operative, quali: FASE 1 (fine maggio 2013)

1. il DBGT 25k (database geotopografico) – vero e

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proprio database geotopografico che, seguendo l’impostazione delle regole tecniche introdotte per la grande scala dal DM 10 novembre 2011 in materia di database geotopografici, deve essere “regolato” sulla base delle effettive necessità regionali; il DBC 25k (database cartografico) – che definisce i contenuti e le simbologie proprie della rappresentazione cartografica prevista dall’IGM.

La distinzione tra DBGT e DBC, con riferimento ai soggetti che utilizzano i dati (regioni e IGM), è una semplificazione funzionale all’organizzazione della metodologia di intervento; resta chiaro che anche le regioni (e viceversa l’IGM) sono interessate, con attenzioni differenti, all’utilizzazione del DBC per finalità di stampa. Ovviamente, la visione semplicisticamente indicata nei punti precedenti, necessita di ragionamenti approfonditi e sistematici (prerogativa del GdL “sviluppo dei database geotopografici” del CPSG) con riferimento, ad esempio, alle modalità di derivazione dei dati, distinguendo la

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È finalizzata alla definizione di un piano di corrispondenza tra i contenuti dell’attuale DB25K (documento 1n 1007_6 – IntesaGIS 2006) e le specifiche introdotte, per i database geotopografici, dal DM 10 novembre 2011. Il piano di corrispondenza (figura 2 – esempio limitato allo strato Altimetria), oltre a segnalare i contenuti comuni (o assimilabili) delle due specifiche, definisce alcune regole pratiche di derivazione. La fase 1, oltre alla determinazione di un primo piano di corrispondenza, definisce le difficoltà procedurali relative alle modalità di conversione ed all’obbligatorietà dei contenuti, così come previsti dal national core; in altre parole, in fase decisionale, il CPSG-CISIS valuta, per ogni contenuto del DB25K, i costi benefici della derivazione, specificando un livello di priorità da considerare in fase di definizione di un national core alla scala 1:25.000. FASE 2 (fine luglio 2013) I risultati della fase 1 vengono condivisi con l’IGM al fine di definire una proposta comune che consideri, congiun-

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tamente, sia le esigenze regionali, sia quelle nazionali. La fase 2 sarà supportata da sperimentazioni pratiche di derivazione da attuare su regioni che hanno a disposizione DBT conformi alla specifica nazionale (DM 10 novembre 2011) realizzati nell’ambito della GeoUML methodology. FASE 3 (fine 2013) Approvazione della specifica nazionale sui DB25K presso il CPSG-CISIS e presentazione della stessa al Comitato regole tecniche dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Parole chiave

Abstract In accordance with the INSPIRE Directive and in line with the needs of the Italian Public Sector to create geo-topographic databases at different scales and homogeneous at the national level, the CISIS Committee for the Geographic Systems is carrying out an activity aimed at the normalization of the DB25k (the geo-topographic database at the scale 1:25000). This activity, based on the assumption to derive, in a controlled manner, the DB25K by the DBT at larger scales (implemented in conformance with the specifications introduced by the Ministerial Decree 10 November 2011) has as its objective the production of a reference technical specification that will be formalized, as stated by the art. 59 of the Digital Administration Code, according to the established legislative iter.

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INFRASTRUTTURE DATI TERRITORIALI, DATABASE GEOTOPOGRAFICI MULTISCALA, GEOUML, INSPIRE

Autori LEONARDO DONNALOIA L.DONNALOIA@CISIS.IT STRUTTURA DI SUPPORTO DEL CPSG - COMITATO PERMANENTE PER I SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI, DEL CISIS - CENTRO INTERREGIONALE PER I SISTEMI INFORMATICI, GEOGRAFICI, STATISTICI. VIA PIEMONTE, 39 - 00187 ROMA

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Censimento dei DB Geotopografici regionali: stato di attuazione

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del DM 10/11/2011 di Claudio Mazzi

Il Comitato Permanente per i Sistemi Geografici del CISIS realizza periodicamente un censimento sullo stato della cartografia regionale e, dall’entrata in vigore del DM 10/11/2011, sullo stato di attuazione dello stesso, per quanto riguarda la produzione e lo sviluppo dei Database Geotopografici Regionali.

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na delle attività che il CISIS/CPSG sta portando avanti da diversi anni, è il monitoraggio dello stato della cartografia regionale. Già nel 2003 (con un aggiornamento nel 2007), il Centro Interregionale si era occupato del censimento dello stato di realizzazione delle Cartografie Tecniche Regionali, nonché delle modalità di distribuzione al pubblico delle stesse e dei servizi cartografici on-line erogati dalle regioni. Con l’avvento dei database geotopografici, l’attenzione del CISIS/CPSG (nel quale è nel frattempo confluito il Centro Interregionale) si è spostata verso l’analisi dello stato di realizzazione di questi ultimi, con particolare interesse verso le tecnologie implementative utilizzate (DBMS, piattaforme software utilizzate, servizi erogati). Nel 2004 e nel 2006, IntesaGIS ha pubblicato il Catalogo degli Oggetti – Specifiche per la realizzazione dei data base topografici di interesse generale, che poteva essere adottato dalle regioni per realizzare il proprio database geotopografico secondo uno standard largamente condiviso, in modo da garantire una sufficiente omogeneità dei contenuti in previsione di una futura interoperabilità con altre regioni, che avrebbe dovuto costituire la base per il Database Geotopografico Interregionale. Da un primo censimento, realizzato tra il 2010 ed il 2011, è emerso che la situazione dei DB geotopografici (di seguito DBGT) regionali presentava notevoli disomogeneità, sia sullo stato di realizzazione che sulle tecnologie utilizzate. Le regioni Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, che avevano aderito al progetto PR5SIT promosso da CNIPA (poi DigitPA), si sono dotate di un DBGT conformemente alle specifiche Intesa GIS 2006, adottando tecnologie implementative basate su Oracle 10g R2 ed interfaccia ESRI-SDE o Intergraph, utilizzando in parte cartografie tecniche digitali realizzate tra gli anni ’90 e primi 2000 (adeguate al modello dati previsto dalle specifiche 2006), in parte realizzando nuove acquisizioni o integrazioni. Tra le altre regioni, quelle che si sono dotate di un DBGT realizzato secondo le specifiche Intesa GIS 2004, 2006 o derivazioni da entrambe, erano: Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, P.A. Trento, P.A. Bolzano, Liguria, Toscana, EmiliaRomagna, Lazio, Abruzzo, Sardegna.

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Nel frattempo (2008/2010), dalla collaborazione tra il Comitato Dati Territoriali del CISIS-CPSG (Gruppo di Lavoro DB Topografici) e lo SpatialDBgroup del Politecnico di Milano, è nato il nuovo Catalogo dei Dati Territoriali Specifiche di Contenuto per i DB Geotopografici, convertito in legge dal DM 10 novembre 2011, unitamente ad una serie di strumenti software (la cosiddetta GeoUML Methodology). L’emanazione del DM 10/11/2011 ha fatto sì che tutte le regioni che avevano in programma l’acquisizione di nuove informazioni territoriali, avviassero delle sperimentazioni per l’utilizzo degli strumenti software realizzati dal CISIS-CPSG e dallo SpatialDBgroup, anche per verificarne la fruibilità da parte delle ditte incaricate di realizzare le nuove acquisizioni. All’inizio del 2013, il CISIS-CPSG ha avviato un nuovo censimento, questa volta sullo stato di attuazione del DM 10/11/2011 e sull’utilizzo, da parte delle regioni, degli strumenti GeoUML per la produzione o per l’adeguamento dei dati territoriali. Il quadro emerso da tale censimento mostra come ci sia stato un notevole interesse verso l’adozione della nuova specifica e l’utilizzo degli strumenti GeoUML, in quanto al momento le regioni Piemonte, Lombardia (provincia di Sondrio), Veneto e P.A. di Trento stanno producendo nuovi dati territoriali secondo la nuova specifica (o stanno adeguando i dati acquisiti recentemente, prima dell’entrata in vigore del DM 10/11/2011), utilizzando gli strumenti GeoUML in tutto il flusso produttivo. Le regioni Friuli-venezia Giulia (per una piccola parte del territorio), Umbria (per la valle del Tevere), Lazio e Basilicata sono in procinto di avviare la realizzazione dei propri DBGT secondo la nuova specifica, facendo uso della GeoUML methodology a partire dalla produzione dei capitolati tecnici, prevedendo di utilizzarla in tutte le fasi della realizzazione dei nuovi DBGT. Le regioni Liguria, Veneto e Sardegna stanno invece producendo dati territoriali ancora secondo specifiche precedenti, in quanto i relativi progetti sono iniziati prima del rilascio delle nuove specifiche, ma parallelamente stanno realizzando dei prototipi di migrazione dei propri dati alla nuova specifica, utilizzando gli strumenti GeoUML, al fine di

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REPORTS valutare tempi e costi per l’adeguamento dei propri DBGT. Stanno inoltre inserendo negli appalti in esecuzione delle limitate variazioni in corso d’opera, al fine di ottenere dati che, pur se conformi a specifiche precedenti, siano più facilmente adeguabili alle nuove specifiche, senza che ciò gravi eccessivamente sulle ditte che stanno eseguendo le nuove restituzioni. Altre regioni, quali Toscana, Abruzzo, Campania e Sicilia, hanno espresso interesse verso gli strumenti della GeoUML methodology, in previsione di adeguare i propri DBGT, relativamente recenti, alle nuove specifiche nazionali, stimando tempi e costi necessari per tali attività. Se da un lato l’adozione di uno standard nazionale condiviso per la realizzazione dei DBGT è fondamentale per la realizzazione del DBGT Inter-regionale, per il quale sono attualmente in corso studi preliminari di fattibilità, dall’altro è importantissimo per quanto riguarda l’erogazione dei servizi, sia per la gestione interna che al pubblico. Infatti, allo stato attuale, i servizi basati sul DBGT che le regioni erogano sono strettamente legati alla specifica utilizzata ed alla tecnologia implementativa, quindi difficilmente esportabili ad altre regioni, in quanto l’adattamento di un servizio, nato secondo un DBGT, ad un sistema molto diverso, sia come tecnologia che come contenuti, risulta spesso estremamente oneroso, al punto che a volte è conveniente realizzarlo ex-novo (o non realizzarlo affatto). Al contrario, quando tutte le regioni disporranno di un DBGT omogeneo per quanto riguarda i contenuti e la struttura dei dati, ogni servizio realizzato da un ente potrà essere esportato ed utilizzato (in base alla norma sul Riuso) con molta più facilità da un altro ente in quanto sarà necessario solo adattarlo alla (eventuale) tecnologia diversa.

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Parole chiave INFRASTRUTTURE DATI TERRITORIALI, DATABASE GEOTOPOGRAFICI, CENSIMENTO, INSPIRE

Abstract The CISIS Committee on Geographical Systems produces a periodic census on the status of the regional cartography and, from the promulgation of the DM 10/11/2011, about its implementation, on the production and the development of the Regional Geotopographic Databases.

Autori CLAUDIO MAZZI C.MAZZI@CISIS.IT

STRUTTURA DI SUPPORTO DEL CPSG - COMITATO PERMANENTE PER I SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI, DEL CISIS - CENTRO INTERREGIONALE PER I SISTEMI INFORMATICI, GEOGRAFICI, STATISTICI. VIA PIEMONTE, 39 - 00187 ROMA

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Standardizzazione e validazione dei dati della pianificazione urbanistica locale nella regione del Veneto di Francesco Tomaello, Mario Favaretto, Andrea Fiduccia

La Legge Regionale del Veneto n. 11 del 23 aprile 2004 ha introdotto varie innovazioni, tra cui l’obbligo per i Comuni di compilare in formato digitale i propri strumenti urbanistici, ed in particolare i Piani Regolatori Comunali, secondo una specifica di compilazione predisposta dalla stessa Regione, che prevede in particolare anche l’obbligo di usare un formato GIS standardizzato.

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a stessa legge regionale del Veneto (11/04 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”) dispone anche che la Regione provveda alla verifica ed alla validazione delle banche dati degli stessi Piani Regolatori Comunali (PRC), definite complessivamente “Quadro Conoscitivo”, mediante l’applicazione di precise regole di misurazione della correttezza compilativa. Il Quadro Conoscitivo (QC) è il “sistema integrato delle informazioni e dei dati necessari alla comprensione delle tematiche svolte dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica” (art. 10, c. 1, LR11/04), ed in particolare dai PRC. Nella definizione sono inclusi anche tutti gli elementi di progetto. Il termine “quadro conoscitivo” viene utilizzato per indicare più modelli dati, simili per struttura, ma contenenti informazioni diverse. Distinguiamo, infatti, il QC distribuito dalla Regione Veneto attraverso l’Infrastruttura dei Dati Territoriali (IDT) dal QC prodotto dal Comune. Il primo nasce con l’esigenza di supportare la pianificazione comunale fornendo agli enti amministrativi locali dati e informazioni di natura istituzionale prodotti attualmente da enti pubblici. Anche il secondo consiste in una banca dati alfanumerica e vettoriale, ma questa è prodotta, appunto, dal Comune, e contiene l’aggiornamento del quadro conoscitivo di riferimento nonché le informazioni contenute negli elaborati del PRC. La specifica di compilazione si occupa: - delle regole di compilazione dei record relativi agli oggetti territoriali, inclusa quella di formazione delle chiavi di identificazione dei singoli oggetti digitali, con i relativi metadati; - della formalizzazione geometrica degli oggetti territoriali. Queste regole, titolate Specifiche Tecniche di Compilazione (nel prosieguo dell’articolo denominate sinteticamente “Specifiche”) sono state emanate subito dopo l’entrata in vigore della LR11/04 (ottobre 2004) e già nella loro forma

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iniziale sono state fondate su un modello preciso, organizzato su base cartografica vettoriale sovrapposta da una serie di cosiddette “matrici” distribuite sull’intero territorio, raggruppanti in modo gerarchizzato i livelli informativi di base. Questo modello di fatto già anticipava quello che dopo sarebbe divenuto il modello INSPIRE. Le Specifiche si sono progressivamente evolute e le attuali sono in vigore, nella loro forma definitiva, dal gennaio 2010. (Il testo delle specifiche si compone di quattro parti A, B1, B2, C più una tabella SintesiClassi_R e sono reperibili al link della Regione del Veneto: http://www.regione.veneto. it/web/ambiente-e-territorio/atti-di-indirizzo, al paragrafo “Lettera a”. Per completezza si consiglia di consultare anche il successivo paragrafo “Lettera f”, sempre alla stessa pagina di riferimento) In base a queste sono stati compilati, e validati dalla Regione come descritto nel prosieguo, fino al 13/5/2013, i Piani di 267 Comuni su un totale di 581. Le regole e la procedura di validazione In Figura 1 viene schematizzato il flusso delle informazioni generato dalla LR 11/04. La Regione Veneto distribuisce i dati, il Comune li utilizza per redigere il PRC e restituisce dati strutturati secondo le specifiche regionali. Il Piano, quindi, genera nuovi dati, derivati da analisi puntuali e dal miglioramento dell’accuratezza posizionale poichè la digitalizzazione è in scala 1:5000. La Regione valuta queste informazioni, le organizza e le gestisce per poterle usare e generare, a sua volta, altre informazioni. La Regione ha attivato, in applicazione della LR 11/04, la verifica e la validazione delle banche dati dei PRC mediante l’applicazione di precise regole di misurazione della loro correttezza compilativa, giungendo all’attribuzione (Figura 2) di un “Indice Complessivo di Qualità” (ICQ) e ad un “Indice di Qualità” (IQ) seguendo una precisa disposizione della citata normativa (primo e secondo comma dell’art. 11 della LR11/04, ripresi nell’allegato “A” alla DGR 3958/2006).

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REPORTS 1) sulla correttezza informativa dei singoli record; 2) sulla completezza informativa dei soli file di metadato. Per ogni classe di oggetti si fissano le particolari regole di validazione del singolo oggetto, assumendo che si deve ottenere per ogni oggetto la classificazione: valido / non valido. Di ogni classe di oggetti si determina anche la validità complessiva calcolando il rapporto tra numero di oggetti validi e totale degli oggetti. Viene fissato un opportuno valore di soglia per la validazione dell’intera classe. Si parte da una prima divisione generale della banca dati in: Figura 1 - Il flusso delle informazioni generato dalla LR 11/2004

Il testo delle regole di validazione è stato pubblicato dalla Regione nel gennaio 2007. La validazione comporta l’impiego di particolari profili professionali specialistici sia nella fase di redazione del quadro conoscitivo in sede comunale, sia nella fase delle successive verifiche in sede regionale. Per applicare queste regole, la Regione si è dotata di una apposita procedura informatica, affidata ad una specifica, qualificata, struttura regionale, che richiede in vari suoi passaggi l’intervento di personale specializzato per eseguire le verifiche prima descritte. L’Indice di qualità (IQ) è una misura fatta sui dati vettoriali compilati in applicazione delle relative specifiche tecniche.

• file vettoriali, corredati dei corrispondenti attributi; • file alfanumerici. Entrambe le tipologie vengono processate con procedure di controllo automatiche che determinano, con un algoritmo specifico per ciascuna tipologia, i seguenti sub-indici: • di correttezza informativa – indice A; • di completezza informativa – indici B1, B2; • di correttezza geometrica/geografica – indice C per i soli oggetti vettoriali (tale indice è legato al controllo specifico sulle primitive geometriche degli oggetti della banca dati). La verifica dei dati viene incrociata con il controllo di congruenza con le tematiche progettuali, che consente sia di definire la pertinenza degli argomenti svolti, sia di risolvere gli eventuali conflitti di attribuzione. Al termine di questa verifica vengono determinati in via definitiva i valori dei singoli indici parziali. La concatenazione dei diversi indici parziali porta ad ottenere alla fine: • l’IQ, derivante dalla somma degli indici di correttezza informativa (A) e di completezza informativa (B1); • l’ICQ, derivante dalla somma degli indici di completezza informativa sugli attributi degli oggetti geografici (B2) e di correttezza geometrica/geografica (C); Ciascuno dei due indici, ICQ ed IQ, è sempre espresso come numero variabile da “0” a “1”. La procedura si articola in una sequenza di controlli.

Figura 2 - La procedura di validazione dei QC dei PRC

Le Specifiche riguardano le caratteristiche topologico – geometriche e l’organizzazione dei dati geografici, dove gli oggetti e le tabelle dei rispettivi attributi vengono organizzate in strutture tali da creare degli strati informativi. L’Indice complessivo di qualità (ICQ) è una misura fatta sulla struttura delle informazioni riguardanti soltanto i contenuti essenziali del quadro conoscitivo. Dunque, le verifiche sono condotte

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• Il Controllo di Correttezza Informativa: ha come unico obiettivo quello di verificare che i file e le cartelle consegnate siano organizzate e denominate correttamente. Tale controllo determina l’Indice A. • Il Controllo di Completezza Informativa ha come scopo il controllo dell’informazione associata al file, entità informatica contenente l’informazione. Tale verifica si suddivide in due sub-controlli: - il Controllo di Completezza dei Metadati che esegue una verifica sui campi del metadato e determina l’Indice B1; - il Controllo di Completezza Informativa sugli Attributi degli Oggetti Geografici che esegue una verifica sui campi della tabella associata ai dati georiferiti sul territorio (e sotto il profilo geometrico opera una prima verifica della correttezza geometrica/geografica) determinando l’Indice B2. • Il Controllo di Correttezza Geometrica/Geografica, infi-

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REPORTS ne, è un controllo che non si avvale delle stesse procedure automatiche del precedente controllo. Esso è necessario per la verifica - sia dal punto di vista geometrico che topologico - dei dati vettoriali digitalizzati sfruttando come “cartografia di riferimento” le geometrie della Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN) alla luce delle Specifiche. Tale controllo determina l’Indice C. Complessivamente, quindi, si applica una procedura semiautomatica costruita in base a specifici criteri predefiniti, che ha l’obiettivo di fornire un valore per l’ICQ e uno per l’IQ, come risultato di più elaborazioni. L’insieme di queste regole è coerente con la struttura dei dati dell’Infrastruttura di Dati Territoriali (IDT) regionale per cui l’interoperabilità tra i due dataset (dati dei PRC e dati dell’IDT) è assicurata. Si deve sottolineare che quando le regole di compilazione furono pubblicate, ancora l’ IDT era un concetto e INSPIRE non era una direttiva. Per questo motivo la procedura, che non ha subìto variazioni dal 2010, prevede ancora uno scambio “fisico” di dati tra Comuni e Regione secondo uno specifico e codificato insieme di layer. Oggi tutti i layer di base sono progressivamente erogati mediante web services dalla IDT regionale, e, contestualmente, la Regione sta riprogettando, come vedremo nel prosieguo dell’articolo, la procedura in argomento per ottenerne una basata su servizi web.

Figura 3 - Modulo di visualizzazione e gestione delle classi, degli attributi, dei domini e delle regole di validazione.

Figura 4 - L’applicazione per il Controllo di Correttezza Geometrica/ Geografica basata su GeoMedia Fusion

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Da un punto di vista tecnologico, la procedura di validazione (Figura 3) è stata implementata parte a livello di RDBMS e parte sulla piattaforma software GeoMedia della Intergraph Corporation. In particolare è stato sfruttato l’applicativo verticale GeoMedia Fusion (Figura 4) le cui funzionalità per la data validation e per il data remodeling hanno trovato larga applicazione nei progetti “pre-operativi” di INSPIRE GIS4EU e NatureSDIplus - cofinanziati dall’UE - finalizzati allo sviluppo ed al test del data remodeling rispettivamente per i dataset di base (confini amministrativi, infrastrutture di trasporto, idrografia, altimetria) e per i dataset relativi alla protezione della natura (aree naturali protette, regioni biogeografiche, habitat e biotopi, distribuzione delle specie). Lo scenario di ulteriore sviluppo delle procedure di validazione Nel frattempo, dal 2005 al 2010, la normativa di riferimento nazionale ed europea si è posta decisamente – e finalmente - come punto di riferimento obbligatorio con i seguenti provvedimenti: • il Codice dell’Amministrazione Digitale [CAD2010]. Il CAD ha lo scopo di assicurare e regolare la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale utilizzando con le prassi più appropriate le tecnologie dell’informazione e della comunicazione all’interno della pubblica amministrazione; • la direttiva INSPIRE; • il Decreto Legislativo di attuazione della direttiva INSPIRE [INSPIRE2010]. E’ anche sull’onda di questi supporti normativi che l’Amministrazione Regionale ha recentemente ritenuto opportuno affidare alla gestione dei singoli Comuni, per quanto tecnicamente realizzabile, la possibilità di controllare la correttezza dei propri QC preliminarmente all’avvio della procedura di approvazione dei relativi PRC. In questo modo ogni Comune potrà ottenere da parte della Regione un riscontro di qualità delle banche dati in tempi brevi e predeterminati. Per raggiungere questo risultato si ritiene necessario far condividere alle amministrazioni comunali la procedura di verifica attualmente in uso presso la Regione. Ovviamente non si tratterà della stessa procedura, poiché questa è impostata su una piattaforma ed un sistema di gestione non replicabili presso i Comuni veneti. Si tratterà, allora, di distribuire una nuova procedura creata ad hoc, in grado però di eseguire le stesse, identiche, operazioni eseguite dalla procedura regionale, e di fornire le stesse tipologie di risultati. Si potrà così consentire ai Comuni di pre-verificare le proprie banche dati, per la parte alfanumerica, utilizzando un sistema client-server, in modo da ottenere un report che permetterà al Comune di individuare eventuali errori commessi nella compilazione degli archivi digitali, ed effettuare di conseguenza la successiva sistemazione. Il Comune potrà così ottenere una banca dati aderente, per la parte alfanumerica, alle Specifiche, e, di fatto, pre-validata per quanto riguarda l’IQ. Il fine ultimo di tutte queste operazioni è il rapido trasferimento dei dati comunali, una volta validati, sull’IDT regionale, conforme alla Direttiva INSPIRE, in esercizio dal 2011. E’ utile ricordare che l’IDT della Regione del Veneto (http:// www.regione.veneto.it/web/ambiente-e-territorio/infrastruttura-dati-territoriali) viene usata fin dal suo inizio come archivio dei dati territoriali istituzionali da usare obbligato-

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REPORTS riamente, da parte dei Comuni, come primo riferimento per la formazione del loro PRC. L’accesso ai dati erogati dall’IDT è mediato da specifico web service. Il circuito virtuoso si chiude nel momento in cui il PRC viene approvato e le relative banche dati, una volta validate e successivamente sistematizzate, vanno ad incrementare l’archivio dell’IDT.

Bibliografia • [CAD2010] Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82, “Codice dell’amministrazione digitale” con le successive modifiche ed integrazioni fino alle ultime introdotte dal D.L. 18 ottobre 2012 n. 179 • [INSPIRE2010] Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 , n. 32 Attuazione della direttiva 2007/2/CE, che istituisce un’infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE)

Parole chiave INSPIRE, INFRASTRUTTURA DI DATI TERRITORIALI, CONTROLLO CARTOGRAFICO

Autori FRANCESCO TOMAELLO FRANCESCO.TOMAELLO@REGIONE.VENETO.IT REGIONE DEL VENETO MARIO FAVARETTO MARIO.FAVARETTO@INTERGRAPH.COM ANDREA FIDUCCIA ANDREA.FIDUCCIA@INTERGRAPH.COM INTERGRAPH ITALIA LLC

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Abstract According to the Land Planning Act of Region Veneto (Italy), Municipalities have to compile their Local Land Plans (PRC – Piani Regolatori Comunali) using a standardized GIS data model. The Region Veneto has issued such specifications about the GIS data model immediately after the entry into force of Law n. 11 (2004). The Veneto Region has immediately activated a system for the validation of the GIS data of Plans coming from Municipalities. The system computes two indices to measure the compliancy of the incoming data with the data model according to art. 11 of Law n. 11 (2004). For sure the operative model issued by the Law n. 11 (2004) requires skilled technicians both from the side of the Municipalities for the population of the geodatabase of the local land plan and from the side of the Veneto Region for the validation. The Veneto Region has set up a specific office staffed with GISskilled personnel using a state-of-the-art software procedure for data validation. The workflow of data validation has been published by the Region in January 2007. The latest and improved release of GIS data model was issued in January 2010. The software procedure has been built on top of Intergraph’s GeoMedia GIS software. Currently the whole procedure for Local Land Planning is coherent with the SDI of Region Veneto - operative since 2011. According to INSPIRE Directive and some italian laws, Region Veneto has started the design of the new workflow for the GIS component of local land planning. The leading concepts is the Municipalities will be capable of validating autonomously their GIS datasets using a web service so the data uploaded by Municipalities into the Central GeoDatabase of Region Veneto’s SDI will be ready for automated mosaicking , remodelling (using local data models and INSPIRE Land Use data model) and SDI-sharing.

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L’implementazione tecnica della Direttiva Inspire e del suo recepimento nazionale: l’approccio broker per la condivisione dei metadati di Nico Bonora, Enrico Boldrini, Michele Munafò, Stefano Nativi

La Direttiva 2007/2/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 marzo 2007, che istituisce un'Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea (Inspire), impone agli stati membri di fornire gli elementi conoscitivi ed informativi relativi ai dati ambientali prodotti a scala nazionale.

L

o scopo della direttiva (Articolo 1, comma 1) è di stabilire norme generali volte all’istituzione dell’Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea per gli scopi delle politiche ambientali comunitarie e delle politiche o delle attività che possono avere ripercussioni sull’ambiente. L’Italia ha recepito ed attuato la Direttiva Comunitaria con il Decreto Legislativo n. 32 del 27 Gennaio 2010 (D.lgs. 32/10), per la realizzazione di una infrastruttura nazionale per l’informazione territoriale e del monitoraggio ambientale che consenta allo Stato italiano di partecipare all’infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (Art.1 comma 1), per gli scopi preposti dalla Direttiva Europea. In particolare, il comma 2 dell’articolo 1, per le finalità del comma 1, riporta che il D.lgs. 32/10 stabilisce norme generali per lo scambio, la condivisione, l’accesso e l’utilizzazione, in maniera integrata con le realtà regionali e locali, dei dati necessari per gli scopi delle politiche ambientali e delle politiche o delle attività che possono avere ripercussioni sull’ambiente. Nel decreto è inoltre espressamente richiamata la comunicazione della Commissione “Towards a Shared Environmental Information System (SEIS)” la cui filosofia è ampiamente riconoscibile nell’articolato normativo. I principi SEIS stabiliscono, tra l’altro, che le informazioni devono essere gestite quanto più possibile vicino alla fonte e raccolte un’unica volta e condivise con gli altri soggetti interessati per più finalità. Il comma 5 dell’articolo 7 prevede poi che i set di dati territoriali dovranno, a cura di ISPRA e ferma restando la proprietà e la responsabilità del dato da parte delle altre autorità pubbliche, essere integrati nell’ambito del Sistema informativo nazionale ambientale (SINA), per il tramite della rete SINAnet, e che le autorità pubbliche dovranno rendere disponibili all’ISPRA gli elementi informativi necessari ad assicurare l’interoperabilità dei set di dati territoriali e del monitoraggio ambientale e dei servizi ad essi relativi. La legge 7 agosto 2012, n. 135 ha contribuito a chiarire ulteriormente questo compito, definendo che: “…la catalogazione e la raccolta dei dati geografici, territoriali ed ambientali generati da tutte le attività sostenute da risorse pubbliche è curata da ISPRA” e che “…con decreto del Presidente della Repubblica, sulla base di una intesa tra Presidenza del

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Consiglio - Dipartimento della Protezione Civile, Ministero della difesa, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e regioni, adottata dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definite le modalità per la gestione della piattaforma e per l’accesso, l’interoperatività e la condivisione, anche in tempo reale, dei dati e delle informazioni in essa conservati, e gli obblighi di comunicazione e disponibilità dei dati acquisiti da parte di tutti i soggetti che svolgono tale attività con il sostegno pubblico, anche parziale”. In virtù del quadro normativo esposto, lo scopo del presente lavoro è quello di riportare i risultati di parte dell’implementazione tecnica della Direttiva Europea, specificatamente nel merito della catalogazione e condivisione dei servizi di ricerca a scala nazionale. La veicolazione del metadato ambientale in Italia tra Regioni, Agenzie Regionali e Centri di ricerca Per supportare gli obblighi legislativi, ISPRA, in collaborazione con il CNR, le Regioni e le Agenzie ambientali, ha avviato un’attività per implementare una rete distribuita di cataloghi tramite le informazioni raccolte dal monitoraggio INSPIRE previsto dal D.lgs. 32/10 allo scopo di veicolare il metadato ambientale tramite un approccio di brokeraggio. Tale approccio è basato sull’esposizione di una moltitudine d’interfacce supportanti protocolli standard ed ha permesso l’accesso a differenti risorse informative distribuite sul territorio. Tale rete è da considerarsi distribuita in quanto il metadato può essere ricercato, visualizzato e scaricato sia a livello di nodo centrale (catalogo broker) sia a livello sub-nazionale (nodo regionale). Il sistema supporta l’accesso all’informazione ambientale tramite i servizi di discovery e di harvesting. Nell’ambito della rete di cataloghi, il contributo della Ricerca assume un ruolo determinante e complementare, in quanto nelle attività scientifico-istituzionali sono spesso prodotti dati e informazioni di interesse per le politiche ambientali, ed il relativo metadato è spesso disponibile secondo quanto descritto dalla Direttiva Comunitaria INSPIRE.

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REPORTS Questa propensione all’allineamento allo standard INSPIRE facilita e supporta l’integrazione di informazioni ambientali tra ricerca e monitoraggio ambientale al fine di una maggior conoscenza del territorio e per un supporto integrato alle politiche ambientali, sia nazionali che europee. Un esempio è la partnership tra il SINA di ISPRA e il progetto interdipartimentale GIIDA (Gestione Integrata e Interoperativa dei Dati Ambientali) del CNR (Nativi, 2009; Bonora et al., 2011). Questa partnership costituisce una rete basata sulla mutua federazione di cataloghi, la quale vede al suo interno metadati compilati in base agli standard INSPIRE, ISO-19115/19119 ed in base al profilo RNDT (Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali). Tale eterogeneità di formato ha inizialmente determinato alcune barriere nella veicolazione dell’informazione ambientale, in quanto il profilo RNDT non era a suo tempo (2010-2012) riconosciuto, e quindi non veicolabile, tramite l’utilizzo di servizi standard d’interoperabilità (CSW).

L’approccio broker Nell’esercizio condotto, la componente della ricerca non è limitata solo a quella ambientale, ma ha giocato un ruolo determinante anche quella dell’information technology, che ha contribuito a sviluppi informatici in virtù della piena riusabilità (e trasferibilità del know-how) degli strumenti implementati. Con l’approccio di brokeraggio, l’interoperabilità è conseguita sulla mediazione piuttosto che sull’imposizione di norme “comuni o federate” (Nativi et al., 2012). Quest’approccio offre importanti benefici ed una criticità. I vantaggi includono: (a) riduzione degli ostacoli nella partecipazione in sistemi distribuiti per utenti e produttori di dati, (b) carico minimo, se non nullo, sui costi di sistema esistenti, (c) accelerazione d’interconnessione tra sistemi diversi, (d) sostenibilità, riusabilità, estensibilità e flessibilità dell’infrastruttura, (e) miglioramento dell’interoperabilità multi-disciplinare in più domini, (f) rimozione della necessità di imporre specifiche comuni (componente top-down). La criticità principale riguarda la complessità di sviluppo e nel mantenere l’intermediazione tra le componenti dell’infrastruttura. Per far fronte a tale criticità, è stato scelto di adottare un modulo sviluppato dal CNR (GI-cat). Gi-cat è una tecnologia matura e configurabile per implementare un sistema di brokeraggio. Le sue funzioni (Nativi e Bigagli, 2009) comprendono: (a) distribuzione della richiesta di discovery in modo asincrono con fornitura di feedback coerenti; (b) mediazione tra differenti modelli di metadati, (b) tagging e raggruppamento

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dei risultati restituiti dai diversi sistemi; (c) classificazione dei risultati corrispondenti a diverse tipologie di query distribuite, (d) estensione delle clausole di discovery tramite relazioni semantiche. Attualmente, ci sono numerose risorse brokerate, ciascuna fornita e gestita autonomamente da Amministrazioni regionali, nazionali o da Istituti di Ricerca; esse sono: • 5 cataloghi che espongono un’interfaccia CSW AP ISO, versione 2.0.2; • 2 cataloghi che espongono un’interfaccia CSW AP ISO, versione 2.0.1; • 8 cataloghi che espongono un’interfaccia ESRI geoportal, versione 10; • 9 cataloghi che espongono un’interfaccia Geonetwork, versioni 2.2, 2.4, 2.6; • 1 catalogo che espone un’interfaccia Deegree, versione 2.2; • 1 catalogo che espone un’interfaccia CSW AP ebRIM, version 2.0.2; • più di 1200 strati cartografici afferenti a servizi di mappa WMS, versione 1.3.0; • più di 200 strati cartografici afferenti a servizi di mappa WFS, versione 1.1.0; • 2 cataloghi espongono un’interfaccia SOS, version 1.0.0. Ogni servizio presente nella rete di cataloghi è un punto di accesso per altri insiemi di dati e di servizi che GI-cat può scoprire, e accedere, attraverso una serie di moduli software che sono stati messi a punto per questo scopo. Come interfaccia lato utente e per la compilazione del metadato ambientale secondo il modello RNDT è stato scelto di utilizzare il Geoportal della ESRI. Oltre al profilo RNDT, il Geoportal supporta la compilazione dei profili ISO19115/19119 ed INSPIRE. Il Geoportal accede GI-cat tramite servizio di discovery, mentre GI-cat lavora in harvesting verso i nodi nazionali e regionali. Entrambi i software sono di natura open source. GI-CAT è uno sviluppo informatico GPL v.3 con codice sorgente disponibile presso l’Earth and Space Science Informatics – Laboratory (ESSI-Lab) del CNR. Il Geoportal Server (ESRI) è un prodotto FOSS (Free and Open Source Software) rilasciato con licenza Apache 2.0 (http://sourceforge.net/ projects/geoportal). L’interfaccia lato utente, per l’accesso ai servizi di discovery e di download, è consultabile all’indirizzo www.geoportale. isprambiente.it, dove è possibile anche accedere ai servizi esposti dal catalogo broker.

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REPORTS Conclusioni L’approccio SoS utilizzato per la creazione della rete di cataloghi federati ha permesso con sforzi piuttosto limitati, sia in termini di risorse umane sia economiche, di veicolare una sostanziale mole di informazioni ambientali in modo automatico. L’approccio di brokeraggio “macchina-macchina” permette di mantenere il metadato aggiornato in quanto raccolto periodicamente tramite servizi di harvesting e, al contempo, di provvedere alla reperibilità dell’informazione ambientale anche in caso d’inoperatività dei cataloghi federati. Attualmente, sulla base della ricognizione INSPIRE, la catalogazione ISPRA è nutrita di metadati di dati e servizi provenienti da differenti Regioni, Agenzie Ambientali ed Istituzioni nazionali, tra cui: Arpa Piemonte, Regione Piemonte, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Emilia-Romagna, Regione Sicilia, Provincia autonoma Bolzano, Regione Abruzzo, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Sardegna, Regione Toscana, Regione Umbria, Valle D’Aosta (Assessorato e Dipartimento Terra e Ambiente), il Portale Cartografico Nazionale e diversi dipartimenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IIA, ISAC, ISMAR, IGGTO, IRSA, ISE, IREA). Al suo interno sono presenti oltre 12000 metadati di dati e servizi di rete. Sono inoltre in corso attività che coinvolgono Regione Lazio, Regione Veneto, Regione Lombardia e Regione Marche, con le quali si stanno valutando diversi percorsi di utilizzo di applicativi open source per l’esposizione di servizi CSW. Quello che si intende realizzare nel breve termine è il completamento del network nazionale e di condurre attività per l’armonizzazione del formato del metadato. Relativamente al network di cataloghi, ISPRA, in collaborazione con il CNR, continua a proporre, nell’ambito della Convenzione per il riuso degli Applicativi nella rete delle Agenzie Ambientali, attività di riuso di prodotti open source e l’utilizzo di protocolli standard per il raggiungimento della piena interoperabilità. Inoltre, la tecnologia utilizzata è già predisposta per integrare l’informazione fornita in tempo reale e/o quasi reale, come ad esempio quella gestita dal sistema DEWETRA del Dipartimento della Protezione Civile, o più in generale l’informazione utile alla mitigazione dei rischi naturali ed antropici o per attività di supporto all’allertamento in caso di emergenza (Pagliara et al. 2011). Le difficoltà incontrate nell’attività condotta, iniziata nel 2010, sono state recentemente superate con le ultime modifiche apportate alle linee guida operative che hanno strutturato il profilo RNDT. Tali modifiche (2012) hanno permesso al metadato compilato secondo tale profilo di essere condiviso per mezzo di protocolli di interoperabilità standard. In virtù della partecipazione italiana all’implementazione del metadato INSPIRE, sarebbe risultato utile un dialogo nazionale propedeutico che permettesse agli esperti nazionali di recepire e portare le esigenze (o peculiarità) nazionali nelle apposite sedi Comunitarie. Ciò avrebbe permesso un minor dispendio di risorse impiegate per sviluppare un profilo diverso ma al contempo necessariamente compatibile con lo standard europeo. Ringraziamenti Quest’attività non avrebbe potuto produrre i risultati qui presentati senza il supporto di Regioni e Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente.

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Bibliografia • Agenzia per l’Italia Digitale (2012), Manuale RNDT - versione 1.0 (nuove acquisizioni, dati raster e servizio CSW) - 1.2 (dati e servizi). Guide operative per la compilazione dei metadati RNDT su dati, dati raster e servizi in coerenza con il Regolamento INSPIRE e dei metadati RNDT sulle nuove acquisizioni di dati. http://www.rndt.gov.it/RNDT/home/index. php?option=com_content&view=article&id=53&Itemid=221. • Bonora, N., Mazzetti P., Munafò M., Nativi S. (2011), GIIDA and SINAnet Partnership: the Italian System of Systems to connect research and environmental monitoring activities. INSPIRE Conference. Poster. • Commissione Europea (2008), COM/2008/0046 final - Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions - Towards a Shared Environmental Information System (SEIS). • Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 32 - "Attuazione della direttiva 2007/2/CE, che istituisce un'infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunita' europea (INSPIRE)" - Gazzetta Ufficiale del 9 marzo 2010, n. 56 - Supplemento Ordinario n. 47 • DigitPA (2010), Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali. Linee Guida Operative. • Direttiva 2007/2/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 Marzo 2007, che istituisce un'Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea (Inspire) - Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 25 Aprile 2007. • Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ISPRA (2010), INSPIRE Member State Report 2010. http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/allegati/vari/INSPIRE_Country_Report_ITALY_2010.pdf • Nativi S. (2009), GIIDA: The Spatial Information Infrastructure of CNR. Project Deliverable, March 2009. • Nativi S., Bigagli L. (2009), Discovery, Mediation, and Access Services for Earth Observation Data, Selected Topics in Applied Earth Observations and Remote Sensing, IEEE Journal of Volume 2, No 4, Page(s):233 – 240. • Nativi S., Craglia M., and Pearlman J. (2012), The Brokering Approach for Multidisciplinary Interoperability: A Position paper. International Journal of Spatial Data Infrastructures Research, Vol. 7, pp. 1-15. • Pagliara P., Corina A., Burastero, A., Campanella P., Ferraris L., Morando M., Rebora N., Versace C. (2011). Dewetra, Coping with Emergencies. Proceedings of the 8th International ISCRAM Conference – Lisbon, Portugal, May 2011.

Parole chiave CATALOGAZIONE; SERVIZI DI RETE; NETWORK NAZIONALE; NODO REGIONALE

Abstract The brokering approach to support the implementation of INSPIRE in Italy. The National implementation of the INSPIRE Directive (Italian Legislative Decree 32/2010) identifies ISPRA as the authority in charge to progressively integrate environmental datasets in the frame of the Italian Environmental Information System (developed by ISPRA) and through its Network, and Public (Regional) Authorities are asked to make available to ISPRA the informative elements (metadata) to ensure interoperability of environmental datasets and associated services. With the aim to fulfill what stated above, ISPRA, in collaboration with CNR, implemented a network of metadata catalogs on the basis of the System of Systems model. Remote (Regional) resources are accessed by a broker Catalog capable to expose and recognize different standard interfaces and metadata models. Today, the network collects more than 12000 metadata and services.

Autori NICO BONORA MICHELE MUNAFÒ ISPRA – ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE ENRICO BOLDRINI STEFANO NATIVI NATIVI@IIA.CNR.IT CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE –ISTITUTO SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO SEDE DI FIRENZE

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La metodologia e gli strumenti

GeoUML

per definire le specifiche e validare i contenuti dei

database geotopografici

di Alberto Belussi, Jody Marca, Mauro Negri, Giuseppe Pelagatti

La metodologia GeoUML è stata sviluppata al fine di supportare la definizione di specifiche di contenuto per i dati geotopografici e la verifica di conformità di un database o dataset a tali specifiche. GeoUMLcatalogue and GeoUMLvalidator sono gli strumenti, conformi agli standard ISO 19100 e Open Geospatial Consortium (OGC), sviluppati per applicare la metodologia presentata.

L

a metodologia e gli strumenti GeoUML sono stati progettati e sviluppati per supportare la definizione delle Specifiche di un Database Geotopografico, il cui costituente principale è lo Schema Concettuale, e per eseguire una validazione automatica di un Data Product (con Data Product si intende un qualsiasi insieme strutturato di dati geotopografici, sia in forma di Files che di Database) relativamente a tale Schema Concettuale. I principi fondamentali che hanno guidato il progetto sono stati:

• l’adesione agli standard ISO 19100 • la capacità di essere utilizzata nel contesto della tecnologia attuale e del prossimo futuro • l’indipendenza da ogni strumento GIS (commerciale o opensource) • il mantenimento di una distinzione chiara tra il livello concettuale e il livello dell’implementazione fisica L’architettura generale degli strumenti GeoUML è mostrata in figura 1. Lo strumento che supporta la definizione dello Schema Concettuale (SC) si chiama GeoUML Catalogue e il modello concettuale utilizzato per tale definizione è il Modello GeoUML. Catalogue e Modello sono descritti nel paragrafo Modello GeoUML e GeoUML Catalogue di questo articolo. Uno schema concettuale può essere esportato dal catalogue in un formato XML pubblicato e trasferito allo strumento che effettua la validazione dei dati rispetto a uno Schema Concettuale, che si chiama GeoUML Validator ed è descritto nel rispettivo paragrafo. I dati da validare devono essere fisicamente rappresentati secondo un mo-

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Figura 1 - Architettura generale degli strumenti GeoUML

dello fisico dipendente dalla tecnologia utilizzata (ad esempio, database SQL, GML, Shapefiles); le regole di trasposizione di uno schema concettuale in una particolare tecnologia sono dette Modello Implementativo. I Modelli Implementativi progettati e sviluppati finora sono descritti nell’omonimo paragrafo I Modelli Implementativi. Infine, nel paragrafo Esperienze ed evoluzioni si riportano alcune considerazioni sulle esperienze realizzate e sulle possibili evoluzioni della metodologia e degli strumenti GeoUML. Modello GeoUML e GeoUML Catalogue Il modello GeoUML consiste dei seguenti elementi:

a. tutti i costrutti dei “class diagrams” del linguaggio UML (conceptual schema language ISO 19100) con alcune restrizioni relativamente all’impiego dei DataTypes e alla ereditarietà multipla;

b. un “profile” dello Spatial Schema c. d.

ISO (ISO 19107) detto Extended Simple Feature (ESF) un insieme di “strutture prefabbricate” (template OCL) per la definizione di vincoli topologici; un insieme di costrutti opzionali aggiuntivi, che corrispondono a delle strutture di schemi UML, anch’esse “prefabbricate”, per semplificare la rappresentazione di alcune situazioni molto comuni nei dati geografici.

Si noti che l’impiego di strutture prefabbricate i cui componenti fondamentali appartengono agli standard citati permette, se necessario, di decomporle ottenendo esattamente strutture standard. Il profilo ESF è una estensione del modello Simple Feature Access definito nello standard ISO 19125 adottato dalla maggior parte dei sistemi GIS attuali; le estensioni mirano a trattare alcune delle evoluzioni della tecnologia rispetto al modello Simple Feature Access che purtroppo non sono ancora state accolte nello standard, e cioè:

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• punti e curve 3D, incluse le relazioni

• produce una ricca documentazione

spaziali tra queste geometrie; si noti che in GeoUML le relazioni spaziali tra le primitive 3D sono interpretate in 3D (ad esempio, 2 curve 3D si intersecano solo se la loro intersezione esiste in 3D), mentre molti sistemi attuali consentono di rappresentare curve 3D ma interpretano le relazioni spaziali sulla loro proiezione planare; • superfici 2D con una frontiera 3D: questo tipo di componente spaziale mira a fornire una interpretazione rigorosa di alcune implementazioni fornite dai sistemi GIS correnti (ad esempio i cosiddetti “polygonZ” degli Shapefiles)

che può essere utilizzata in situazioni che richiedono una specifica con valenza legale (ad esempio, nell’ambito di un capitolato di produzione) • può produrre un Application Schema (AS) conforme allo standard ISO 19109 tramite la decomposizione dei costrutti prefabbricati citati sopra • può esportare e importare l’intera specifica (Schema Concettuale + parti descrittive e struttura dei documenti) in un formato XML pubblicato

L’espressione dei vincoli fa riferimento ai tipi 3D indicati e quindi permette di esprimere vincoli in 3D. Gli stessi vincoli sono estremamente difficili da scrivere e interpretare utilizzando direttamente il linguaggio UML/OCL (OCL = Object Constraint Language è la componente di UML utilizzata per esprimere vincoli su uno schema di classi UML) e la loro validazione automatica è ancora parziale e limitata a prototipi di ricerca. Il seguente esempio mostra l’applicazione dei vincoli GeoUML a un vincolo espresso in forma testuale nel documento INSPIRE “D2.8.1.7 Data Specification on Transport Networks”; il vincolo in forma testuale è il seguente: Requirement 10: In a Transport Networks data set which contains nodes, these nodes shall only be present where Transport Links connect or end.

In GeoUML lo stesso vincolo verrebbe espresso nel modo seguente e sarebbe quindi validabile automaticamente dal GeoUML Validator: TransportNode.Geometry (TC) exists : (InNetwork = TransportNode. InNetwork) TransportLink. CenterlineGeometry

Lo strumento GeoUML Catalogue permette di creare uno Schema GeoUML svolgendo le seguenti funzioni:

• controlla che lo schema sia sintatticamente corretto direttamente nella fase di editing • permette di aggiungere informazioni descrittive allo Schema Concettuale

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GeoUML Validator Questo strumento è in grado di leggere un Data Product e di controllarne la conformità a una specifica prodotta dal GeoUML Catalogue. Dato che per leggere un Data Product è necessario conoscerne la struttura fisica, la corrispondenza tra lo schema concettuale e la struttura fisica deve essere nota al Validator; questo aspetto verrà trattato nella prossima sezione. I controlli eseguiti dal Validator riguardano i seguenti aspetti:

concettuale responsabile dell’errore. Per minimizzare la dipendenza del Validator dalle diverse strutture fisiche dell’input, la sua architettura è basata su un database normalizzato, nel quale i dati vengono trasferiti dal processo di lettura che li trasforma dalla struttura fisica di input nella struttura fisica normalizzata. Il database normalizzato è implementato utilizzando il database opensource PostGIS. I Modelli Implementativi Il concetto di Modello Implementativo permette di superare la distanza tra i livelli concettuale e fisico. Ogni Data Product ha una struttura fisica che è descritta dal suo Schema Fisico; il modo in cui è definito lo schema fisico dipende dalla tecnologia utilizzata per il Data Product, ad esempio:

• SQL Data Definition Language per database georelazionali

• XML schema definition language (XSD) per file GML

• un insieme di shapefile vuoti per Shapefiles © ESRI

• la struttura del Data Product: ad esempio, l’esistenza delle classi e degli attributi, l’ammissibilità dei valori dei domini, l’integrità referenziale, ecc… • la validità di ogni geometria rispetto alle regole dei tipi geometrici del modello ESF (questo controllo include i controlli 3D, ad esempio che un anello 3D sia chiuso in 3D; questo tipo di controlli non viene normalmente eseguito dai sistemi attuali) • il soddisfacimento di tutti i vincoli espressi nello schema concettuale Un aspetto critico dell’implementazione del Validator è costituito dalla gestione degli aspetti metrici e della risoluzione delle coordinate, perché nella tecnologia corrente è possibile che 2 sistemi valutino in maniera diversa le proprietà topologiche degli stessi dati a causa degli arrotondamenti. Il GeoUML Validator produce una diagnostica che viene memorizzata in un Database Derby dal quale può essere interrogata, prodotta in forma di report analitici e sintetici, ecc… Un aspetto complesso che ha dovuto essere affrontato nella produzione della diagnostica è il seguente: gli errori vengono ovviamente rilevati sui dati, quindi a livello fisico, ma la generazione di una diagnostica riferita alla sola struttura fisica è stata ritenuta insufficiente, in quanto alcuni errori devono poter essere interpretati rispetto allo Schema Concettuale. Pertanto il Validator ricostruisce all’indietro il percorso di trasformazione concettuale-fisico segnalando anche la struttura

La definizione dettagliata delle corrispondenze tra uno schema concettuale e il corrispondente schema fisico viene definita in una parte della specifica detta Data Product Specification, la cui componente più importante è il cosiddetto “Mapping Concettuale-Fisico”. Un Modello Implementativo è un insieme di regole che permette di generare automaticamente lo schema fisico e il mapping concettuale-fisico di un Data Product. La nozione di Modello Implementativo si inserisce nell’architettura degli strumenti GeoUML come mostrato in figura 2. Per ogni modello implementativo MIx che si vuole poter utilizzare è necessario creare due componenti software:

1. il Mapping Generator, vale a dire il modulo che genera a partire dallo schema concettuale e seguendo le regole del modello implementativo lo schema fisico corrispondente 2. il Reader, vale a dire il modulo che nel Validatore è in grado di trasferire un Data Product con una struttura aderente a un Modello Implementativo nel database normalizzato interno. I modelli implementativi si possono classificare in base a diversi criteri. Prima di tutto i modelli implementativi dipendono dalla tecnologia alla quale fanno riferimento; al momento le tecnologie di riferimento sono principalmente gli Shapefile, il GML e i Database Georelazionali (spatial SQL).

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Figura 2 – Architettura dettagliata degli strumenti GeoUML

I MI disponibili negli strumenti sono distinti in base all’uso che viene fatto dei Data Product che li utilizzano:

• di TRASFERIMENTO, per i Data Product utilizzati per lo scambio di dati. Per i modelli di trasferimento è opportuno utilizzare un MI rigido non adattabile, in quanto il destinatario del trasferimento deve essere in grado di conoscere come il Data Product è strutturato. Attualmente sono disponibili: - il modello per il GML; - il modello Shape_flat (a oggetti) basato su shapefile nel quale ogni oggetto possiede la propria geometria, e non c’è condivisione di primitive geometriche tra oggetti diversi; - il modello Shape_topo (topologico) basato su shapefile nel quale le geometrie che devono rispettare vincoli di condivisione sono raggruppate in insiemi topologici che memorizzano le componenti elementari condivise e la geometria degli oggetti non è rappresentata, ma è derivabile a partire dagli insiemi topologici. • per DATABASE, per i Data Product utilizzati da un Ente per svolgere le sue attività. Per i modelli per database è opportuno utilizzare un MI adattabile, consentendo di personalizzare alcuni aspetti dello schema fisico generato ai requisiti specifici dell’ente che deve utilizzarlo. I MI disponibili si diversificano nella tecnologia adottata e nei vincoli imposti sulla geometria sono: - i modelli Oracle e Postgis monogeometria che non ammettono più di una geometria in ogni tabella; - il modello Oracle multigeometria che permette di avere più geometrie in ogni tabella. Tutti i modelli permettono di arricchire il database con vincoli di chiave primaria e

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di chiave foreign al fine di garantire l’integrità dei dati. Infine si sottolinea che in tutti i MI realizzati ad eccezione del GML (nel quale la struttura è nidificata) si è adottata una struttura tabellare non nidificata (simile alla struttura piatta degli shapefile); nei MI per database non sono state quindi utilizzate le tabelle innestate per gestire gli attributi multivalore. Esperienze ed evoluzioni La metodologia GeoUML e i suoi strumenti hanno due ambiti di applicazione immediati: la produzione di database geotopografici e il supporto alla loro gestione e alla loro integrazione in infrastrutture di dati territoriali (IDT). Nella produzione di database geotopografici i punti di intervento sono essenzialmente due:

tecnologie diverse da parte dei diversi enti partecipanti alla IDT • la possibilità di validare i dati che vengono trasferiti sulla IDT, permettendo a un ente di controllare i dati che importa da altri enti Gli strumenti GeoUML costituiscono un esempio di architettura “Schema Driven”, i cui strumenti operano in base allo schema concettuale; inoltre si tratta di un’architettura estremamente modulare ed estendibile. Questa architettura permette di progettare nuovi componenti che sfruttino la conoscenza dello schema concettuale dei dati e quindi supportino alcune operazioni di rilevante importanza nella creazione delle IDT, quali, ad esempio, convertitori di modello implementativo e strumenti per il confronto tra schemi diversi, includendo, se possibile, la definizione di corrispondenze tra di loro. In particolare, si sta analizzando la possibilità di supportare il processo di fornitura di dati conformi alla direttiva INSPIRE.

Parole chiave GEOUML, INSPIRE, GEODATABASE, VALIDAZIONE

Abstract

• l’inclusione, nell’ambito del capitolato, dello schema concettuale e del relativo schema fisico, ottenendo un capitolato che prescrive in maniera assolutamente precisa e dettagliata la struttura dei dati di fornitura; inoltre, il GeoUML Catalogue supporta la realizzazione di uno Schema Concettuale conforme al cosiddetto National Core, che è stato realizzato anch’esso con questo strumento • la validazione della conformità intrinseca dei dati alla specifica concettuale tramite il GeoUML Validator Nel supporto alla realizzazione dei database geotopografici e delle IDT le aree di intervento della metodologia GeoUML sono ancora in fase di approfondimento e sperimentazione; alcuni aspetti sicuramente rilevanti sono i seguenti:

• la possibilità di definire uno schema concettuale condiviso per l’intera IDT, supportando la realizzazione di database organizzati con strutture fisiche e

The GeoUML methodology has been developed in order to support the definition of specifications of geotopographic data and the validation of a database or dataset with respect to such specifications. The GeoUMLcatalogue and GeoUMLvalidator tools have been implemented in order to apply the methodology; they are conformant to the relevant ISO 19100 and Open Geospatial Consortium (OGC) standards.

Autori ALBERTO BELUSSI ALBERTO.BELUSSI@UNIVR.IT

DIPARTIMENTO DI INFORMATICA, UNIVERSITÀ DI VERONA, VERONA, ITALY JODY MARCA JODY.MARCA@POLIMI.IT MAURO NEGRI MAURO.NEGRI@POLIMI.IT GIUSEPPE PELAGATTI GIUSEPPE.PELAGATTI@POLIMI.IT DEI, POLITECNICO DI MILANO, MILAN, ITALY

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REPORTS

VENTO FREDDO. TERRENO SCIVOLOSO. UN SALTO DI 30 METRI. IN POSTI COME QUESTI SIAMO TOTALMENTE A NOSTRO AGIO. Non importa dove si sta lavorando, il nuovo ricevitore Trimble R10 GNSS misura più velocemente e più facilmente che mai. Trimble R10 utilizza una bolla elettronica per una maggiore precisione e garanzia di qualità, mentre il suo più leggero, design più ergonomico rende quei lunghi giorni sul campo molto più facile. Inoltre, offre una lunga serie di nuove tecnologie delle quali presto non potrete più fare a meno. Il nuovo ricevitore Trimble R10. Perché non sei solo fuori a misurare confini, tu li stai spingendo. Guard ail nuovo Trimble R10 su trimble.com/ R10showcase.

© 2012, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati. Trimble e il logo Globe e Triangle sono marchi commerciali di Trimble Navigation Limited, registrati negli. Stati Uniti e in altri paesi. Tutti gli altri sono marchi dei rispettivi proprietari. SUR-208-IT

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REPORTS

Le politiche ICT e il know-how delle Regioni per lo sviluppo del Sistema federato di IDT regionali di Sergio Farruggia

Nell’ambito delle azioni promosse dal CISIS-CPSG riguardanti lo sviluppo delle Infrastrutture di Dati Territoriali (IDT), è stato svolto uno studio per comporre un quadro di riferimento conoscitivo, propedeutico alla definizione delle linee guida e dei contenuti tecnici “minimi comuni” per la formazione di IDT regionali di tipo federato su base interregionale, in un’ottica d’interoperabilità e di riuso dei dati.

L

o studio in oggetto prende in esame le principali iniziative europee e nazionali riguardanti non solo esplicitamente l’Informazione Geografica ma che influiscono sulla diffusione del suo impiego, nel contesto più ampio dello sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Un successivo argomento trattato riguarda il significato assegnato alla locuzione “Infrastruttura di Dati Territoriali”, con riferimento alla sua evoluzione nel tempo: il concetto di IDT segue il mutare delle esigenze della società nei confronti dell’uso delle informazioni geografiche digitali. Si considerano inoltre le competenze –tecniche e organizzative- e le esperienze maturate dalle Regioni sia nell’ambito dello sviluppo dei SIT e rispetto alla creazione di proprie IDT, sia in contesti interregionali connessi alle iniziative del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali e alla partecipazione ad alcuni progetti inter-istituzionali, di livello nazionale (SIGMATER, ICAR, ELI_CAT, ELI_FIS e FED_FIS) ed europeo (GIS4EU, NATURE-SDIplus, PLAN4ALL, EURADIN e eSDI-Net plus). L’architettura funzionale dell’Infrastruttura SIGMATER illustrata in figura e l’indicazione dei risultati ottenuti per i diversi progetti europei esaminati (indicati in tabella) rappresentano esempi di know-how delle Regioni fruibile per lo sviluppo del Sistema federato di IDT regionali.

Il quadro così composto evidenzia una congiuntura propizia: il processo per la formazione di IDT regionali federate su base interregionale s’inserisce all’interno di una crescente consapevolezza del valore del dato geografico digitale nella società -una spatially enabled society- e di policy conseguenti, si veda l’assimilazione d’iniziative INSPIRE o “attinenti a INSPIRE” all’interno delle politiche europee e nazionali per lo sviluppo della società digitale, ad esempio l’European Location Framework (EULF) inserito nel ISA Work Programme 2012 e le azioni legislative riguardanti i dati geospaziali connesse all’Agenda Digitale nazionale (amministrazioni pubbliche, imprese e cittadini possono acquisire capacità nell’uso dei dati geospaziali per gestire tutte le informazioni e organizzare le loro attività e i modi di comunicare). Completa questa favorevole opportunità la disponibilità del patrimonio, soprattutto se considerato come unitario, costituito dalle competenze di ogni Regione e Provincia autonoma, integrato –in diverse realtà- con il know-how delle aziende ICT regionali: esso è veramente pregevole rispetto alle esigenze per l’evoluzione delle IDT verso una soluzione certamente più complessa, ma il cui sviluppo non è più rimandabile. Si tratta di attivare un processo che consenta di passare da IDT autonome e indipendenti verso una prospettiva di IDT, come schematizzato nella figura seguente, rispetto a due dimensioni: • Una prima dimensione, di cooperazione verticale tra i diversi soggetti, istituzionali e non, coinvolti (IDT regionali) • Una seconda, a sviluppo orizzontale non necessariamente di tipo “cooperante” (Sistema federato di IDT regionali).

Figura 1 Infrastruttura di SIGMATER

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Questo processo, ha come attori indispensabili le Regioni e il CISIS come naturale coordinatore, ma non può procedere senza il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e non -sia nazionali, sia europei- che con tale infrastruttura entrano in relazione. Le linee del percorso da seguire per dare concretezza a tale processo sono individuabili rispetto a INSPIRE, mantenendo

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REPORTS Progetto

GIS4EU Piemonte, Liguria e Veneto

Risultati

Processo armonizzazione aggregazione geodati

Analoghi a GIS4EU, più processi: Figura 2

NATURE-SDIplus Piemonte e Liguria

- Thesaurus framework - Processo validazione processi e dati

una stretta connessione con le iniziative intraprese in sintonia con l’attuazione dell’Agenda Digitale per l’Europa; rispetto al contesto nazionale invece: • condividendo la definizione del processo per l’evoluzione delle IDT regionali all’interno del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali e del Comitato Tecnico delle Comunità Intelligenti (previsto dall’articolo 20 “comunità Intelligenti”, comma 2, della legge 221/2012, Conversione del DL: “Misure urgenti per l’innovazione e la crescita: agenda digitale e startup”) e, in generale, coadiuvando l’Agenzia per l’Italia Digitale nell’ambito delle attività tecniche ad essa affidate, inerenti i temi d’interesse per lo sviluppo delle IDT; • valorizzando i risultati raggiunti con i progetti interistituzionali e interregionali di cui si è detto e seguitando negli sforzi –anzi incrementandoli- per applicare l’approccio sistemico già adottato; • proseguendo le attività per la standardizzazione delle tecniche di produzione dei dati geopaziali e l’organizzazione digitale dei medesimi, affiancandole con la più rapida possibile applicazione di quelle già disponibili, da parte di ogni Regione e Provincia Autonoma.

PLAN4ALL Lazio, Provincia di Roma

Analoghi ai precedenti, più:

(*)

- Estensione principi networking INSPIRE al campo della pianificazione territoriale

Delineato il percorso, si potrà procedere alla pianificazione del processo. L’esperienza INSPIRE, dalle fasi della sua ideazione e accresciuta con l’esame critico dello stato di applicazione della direttiva, suggerisce l’impostazione organizzativa da adottare per pianificare lo sviluppo delle IDT regionali federate, su base interregionale. Com’è noto, INSPIRE si basa sull’applicazione di principi d’inclusione e di partecipazione, disciplinati tramite modalità decisionali imperniate sulla costituzione di comitati consultivi, di gestione e di regolamentazione (comitologia).

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• con Data Model INSPIRE • tra Regioni • Armonizzazione/ aggregazione e validazione: - con Data Model INSPIRE - tra Regioni • Def. accesso standardizzato ai metadati/dati E’ attivo un gdl “AM/ FM GIS” (*) • analisi Data Specification (DS) e costruzione interpretazione condivisa • esame esperienze:

Interessati ad oggi funzionari della Regione Sardegna, Marche, Veneto

EURADIN Piemonte, Lombardia e Toscana

Rispetto allo sviluppo dell’IDT federata, tali indirizzi hanno le seguenti peculiarità comuni: • orientano lo sviluppo dell’IDT verso la visione di una Pubblica Amministrazione spatially enabled: fondamentale l’ottica user-centrica adottata, indispensabile per assegnare un ruolo centrale agli utilizzatori delle IDT; • arricchiscono il ruolo dell’IDT: oltre a svolgere funzioni fondamentali per la gestione dei dati (accesso, uso, condivisione), essa così contribuisce al miglioramento del funzionamento delle organizzazioni e dei loro processi.

Possibile valorizzazione dei risultati Armonizzazione/ aggregazione:

eSDI-Net plus Piemonte

- definizione modelli dati per lo spatial planning

- costruzione procedure armonizzaz. di dataset per lo spatial planning con riferimento alle DS Processo Trasferire a livello armonizzazione interregionale e sistemi di nazionale l’esperienza indirizzi europei, maturata nell’ambito individuazione dei lavori svolti (Archivio soluzioni per renderli nazionale delle strade e interoperabili dei numeri civici) Partecipare ai processi del SDI Best Practice Award significa: • Costituzione rete tematica su • esaminare IDT la propria IDT rispetto ai • Evaluation criteri/indicatori Framework per EUROGI/eSDI-Net IDT • trarre possibili • Strumento di elementi utili auto-valutazione per sviluppi delle IDT futuri rispetto a INSPIRE • Database delle IDT • fare rete con altre sub-nazionali IDT sub-nazionali europee in Europa • Concorso EU “best practice IDT”

• avere a disposizione una fotografia periodica che rileva i progressi della IDT nel tempo

Tabella 1 - La partecipazione delle Regioni a Progetti Europei: risultati e loro possibile valorizzazione

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REPORTS Come praticato in ambito INSPIRE, è da prevedere la definizione della roadmap del processo, cioè l’individuazione di obiettivi intermedi, la suddivisione in fasi, l’organizzazione delle attività, valutandone i tempi di esecuzione. Questo primo impegno non potrà essere affrontato senza avere stabilito, adottando la modalità suggerita sopra, la strategia per gli aspetti non tecnici (di policy, economici e organizzativi) prima ancora che tecnici. Tale compito, deve necessariamente considerare la connessione delle IDT federate -nel disegno della rete nazionale delle IDT- con le IDT sub-regionali e l’IDT nazionale (di cui il sistema federato delle IDT regionali sarà un elemento). Tenendo presente l’esperienza INSPIRE e sapendo che anche il processo per creare le IDT regionali federate coprirà più anni, è opportuno adottare misure per prevenire criticità indotte da cambiamenti tecnologici e dinamiche all’interno della società e delle sue componenti. Lo studio termina quindi con un insieme di riflessioni tratte dal lavoro eseguito e di suggerimenti riguardanti alcuni fattori per il miglioramento organizzativo, da considerare per accrescere la capacità di rimodulare il processo rispetto alla complessità delle trasformazioni menzionate sopra.

Riferimenti • Lo studio in oggetto “Quadro conoscitivo per la formazione di IDT regionali di tipo federato su base interregionale. CISIS-CPSG, Aprile 2013” è disponibile all’URL: http://www.centrointerregionale-gis.it/IDT/quadro_ IDT.pdf • CISIS, Centro Interregionale per i Sistemi Informatici, Geografici e Statistici; • CPSG, Comitato Permanente per i Sistemi Geografici • Il Comitato per le regole tecniche dei dati territoriali è stato istituito con il D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82, ‘Codice dell’Amministrazione Digitale’: questo organismo ha il compito di proporre regolamenti e norme tecniche per la standardizzazione dell’informazione territoriale, sia in fase di acquisizione, sia di utilizzo

Abstract The standing Committee on GIS (CPSG) of the Interregional Centre for ICT, Geographic and Statistical Systems (CISIS) has carried out a knowledge framework useful to define the guidelines for the creation of regional federated SDI on an interregional basis. The study has taken into consideration European and National initiatives concerning ICT and GI policies, the SDI concept shift in respect of the geospatial data use changing and the expertise of the Regions on this matter, already acquired within inter-institutional National and European projects. The article shows the main findings of the study and provides a synthetic description of the methodological approach in order to organize and plan the next actions.

Parole chiave INFRASTRUTTURE DATI TERRITORIALI, DATABASE GEOTOPOGRAFICI, INSPIRE, SPATIALLY ENABLED SOCIETY

Autori SERGIO FARRUGGIA SERGIO.FARRUGGIA@FASTWEBNET.IT CONSULENTE - STRUTTURA DI SUPPORTO DEL CPSG - COMITATO PERMANENTE PER I SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI, DEL CISIS - CENTRO INTERREGIONALE PER I SISTEMI INFORMATICI, GEOGRAFICI, STATISTICI. VIA PIEMONTE, 39 - 00187 ROMA

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Il nuovo Geoportale INSPIRE Europeo L'acceso multilingua e transfrontaliero ai dati geospaziali in Europa di Jens Stutte

Accedere a set di dati e servizi territoriali INSPIRE attraverso un unico punto di ingresso, con una perfetta integrazione dei servizi degli stati membri, che consente ricerche multilingue, raffinamento iterativo del set di risultati e la combinazione transfrontaliera dei set di dati in mappe personalizzate dall'utente.

L

a Direttiva INSPIRE del 2007 impone agli Stati membri di istituire servizi di discovery, view, download, transformation e invoke dei dati territoriali. Il Geoportale INSPIRE è il punto di accesso unico a questo patrimonio geoinformativo messo a disposizione attraverso INSPIRE. L’usabilità è uno dei punti di forza del Geoportale, grazie alla presenza di funzionalità di “Interactive Discovery” che consentono di effettuare ricerche multilingua in modo semplice ed intuitivo. Questa nuova versione sviluppata dal consorzio Planetek Italia e lat/lon si orienta soprattutto verso una maggiore facilità d'uso per aprire i dati INSPIRE ad un'utenza più vasta.

La ricerca interattiva La ricerca di dati territoriali in un contesto multilingua, per utenti che necessariamente non parlano tutte le lingue presenti nei cataloghi degli stati membri, è di particolare importanza. Per questo, il Geoportale INSPIRE adotta un’indicizzazione durante l'harvesting dei servizi di discovery degli

Il flusso di lavoro Il Geoportale è stato progettato per supportare le esigenze nei flussi lavoro di utenti esperti, ma anche di utenti meno esperti.

1 Home - suggerimenti di accesso tematico e geografico 2 Catalogo – consultare il catalogo dei dati e riempire il cesto 3 Ricerca - supporto all’esecuzione di interrogazioni complesse sui metadati, riempire il cesto 4 Mappe - visualizzare e combinare i livelli presenti nel cesto 5 Condividi - raccontare agli altri i propri risultati 6 My INSPIRE – preferenze dell’utente per la personalizzazione del portale web

Nodo centrale di questo flusso è il cesto dei dati selezionati. Su esso si basano tutte le funzionalità avanzate, come la visualizzazione e combinazione delle mappe oppure la condivisione delle stesse.

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REPORTS stati membri, che analizza i dati per trovare corrispondenze in un thesaurus multilingua. In più, per molti campi nei metadati INSPIRE esistono delle liste di codifica nelle varie lingue, salvate in un Registry del Geoportale, che quindi vengono ricondotte ad un codice unico per tutte le lingue per agevolare la ricerca. In fase di ricerca il Geoportale assiste l’utente attraverso feedback immediati sul numero di risultati attesi per un'opzione di ricerca, prima ancora di sceglierla. Questo evita frustranti ricerche a vuoto. Un’altra utile tool nella ricerca è l'istogramma delle date, che fornisce un feedback visivo sulla distribuzione temporale dei dati attualmente selezionati.

Approfondimenti

Un aiuto notevole inoltre è la traduzione automatica dei risultati trovati dalla lingua di origine alla lingua dell'utente.

La consultazione delle mappe L’utente ha la possibilità di mettere insieme dei layer forniti da diverse sorgenti e deciderne l’ordine e la vista, dopo averli selezionati semplicemente durante la ricerca come se fossero parte del catalogo (cosa non ovvia dato il modo in cui si definiscono i layer all’interno del getCapabilities dei View Services al di fuori dai Discovery Services degli stati membri). Il Geoportale INSPIRE si fa carico di tutti i dettagli tecnici necessari per accedere ai vari servizi in modo semplice e immediato.

• Informazioni generali su INSPIRE: http://inspire.jrc.ec.europa.eu/ • Il pilota del Geoportale attualmente ancora in linea: http://inspiregeoportal.ec.europa.eu/ • plone, la base per il portale nuovo: http://plone.org/ • deegree, la base per il proxy dei Discovery and View Services http://www.deegree.org/ • joinup, the EC site for re-use of open source software & semantic assets: https://joinup.ec.europa.eu/ • GEMET, il thesaurus alla base dell'indexing multilingua: http:// www.eionet.europa.eu/gemet • L'ultima presentazione all'INSPIRE Conference 2012: http://www. youtube.com/watch?v=8W5RHuiFCmE

Parole chiave INSPIRE; GEOPORTALE; OPEN SOURCE

Abstract "Access INSPIRE spatial datasets and services through a unique entry point, with seamless integration of member states’ services, enabling multi-lingual searches, iterative refinement of result sets and cross-border combination of datasets in customized user maps." The components for the new version of the INSPIRE Geoportal have been delivered by the implementing consortium. This new version enhances significantly the usability and eases access to multilingual datasets.

Autore JENS STUTTE

Il riuso e l’impegno Open Source Le componenti SW sviluppate per il Geoportale si basano su prodotti Open Source ben noti e verranno messe a disposizione sotto licenza Open Source. Componenti nuovi saranno accessibili su joinup, mentre altri sviluppi contribuiscono a progetti esistenti (come deegree).

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STUTTE@PLANETEK.IT

PLANETEK ITALIA SRL, VIA MASSAUA 12, I-70132 BARI ITALY, WWW.PLANETEK.IT PRESENZA ALLA CONFERENZA INSPIRE 2013 O PRESENTAZIONE "THE NEW VERSION OF THE OPERATIONAL INSPIRE GEOPORTAL AT EUROPEAN LEVEL - AN OVERVIEW" DI JENS STUTTE (DRAFT PROGRAMME: GIOVEDÌ 27 GIUGNO, ROOM 4, ORE 10:00) O STAND PERMANENTE DI PLANETEK ITALIA

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REPORTS

Regioni italiane e metadati dell’informazione geografica: lo stato dell’arte di Antonio Rotundo

Il CISIS ha predisposto l’aggiornamento 2012 del report “Informazione geografica: Regioni italiane e metadati” che fornisce lo stato dell’arte sulla disponibilità, l’organizzazione e le caratteristiche dei metadati nelle infrastrutture regionali e sulle attività delle Regioni per l’alimentazione del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali.

Perché i metadati per l’Infrastruttura Europea dei dati territoriali non sono considerati sexy?”. Era questa una delle questioni dibattute nel corso della Conferenza INSPIRE 2012 di Istanbul. La domanda era il titolo di un paper in cui gli autori si chiedevano come mai, a fronte delle scadenze poste dalla Direttiva circa la disponibilità dei metadati delle varie categorie di dati territoriali e relativi servizi (3 dicembre 2010 per i dati di cui agli allegati I e II, 9 novembre 2011 per i servizi di ricerca), la percentuale di risorse descritte attraverso i metadati rimaneva ancora significativamente piccola. Eppure dovrebbero essere evidenti e ben percepibili i benefici di descrivere correttamente e rendere disponibile la documentazione dei dati, senza cui si crea, inevitabilmente, ulteriore disvalore nel processo di ricerca, valutazione e utilizzo dei dati medesimi. In riferimento a ciò, la stessa Direttiva INSPIRE individua nel tempo e nelle risorse dedicate a ricercare i dati territoriali esistenti o a decidere se possano essere utilizzati per una finalità particolare, un ostacolo decisivo allo sfruttamento ottimale dei dati disponibili. La UK Location Strategy [LITWIN2012] fornisce anche una misura di questa asserzione quando afferma che gli utenti dell’informazione geografica spendono l’80% del loro tempo a cercare, raccogliere e gestire i dati e solo il 20% ad analizzarli per risolvere i problemi e generare benefici. L’importanza dei metadati appare essere più strategica ed evidente nell’approccio, sempre più attuale, di corrispondere, da parte della PA, alla crescente richiesta di rendere i dati aperti, la cui ‘istituzionalizzazione’ è stata sancita con il D.L. n. 179/2012 convertito con la legge n. 221/2012. La tendenza corrente, infatti, è quella di rendere disponibile e accessibile, sempre più in formati aperti, una crescente quantità di dati, che non sempre è pubblicata correttamente; si avverte quindi la necessità di fornire meccanismi che consentano agli utenti di trovare ed accedere in modo efficiente a risorse distribuite [BELTRAN]. L’apertura dei dati, inoltre, rende ancora più pressante la giusta pretesa, da parte degli utenti, di una maggiore qualità dei dati stessi (che dovrebbe essere garantita a prescindere). Del resto, l’Open data presuppone la disponibilità di dati di alta qualità̀ ed il raggiungimento della qualità dei dati si può̀ avvalere delle pratiche di Open data [NATALE]. Il che non può prescindere anche da una corretta descrizione dei dati di altrettanta alta qualità.

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La misura dell’appeal dei metadati è fornita dal Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali, istituito con l’art. 59 del CAD e diventato operativo con l’emanazione del D.M. 10 novembre 2011 e con l’attivazione del relativo portale (www.rndt. gov.it). Secondo quanto stabilito dal citato D.M., il RNDT è individuato, appunto, quale catalogo nazionale dei metadati e garantisce l’erogazione dei servizi di ricerca di cui all’art. 7 c. 1 lett. a) del D.Lgs. 32/2010, norma di recepimento della Direttiva INSPIRE in Italia, ovvero rende disponibili i metadati di dati territoriali e relativi servizi della pubblica amministrazione. A patto, ovviamente, che le PA italiane, che detengono dati e servizi, contribuiscano a riempire questo ‘contenitore’ con i relativi metadati. Lo stato di popolamento del catalogo è reso noto, a cadenza bimestrale, dall’Agenzia per l’Italia Digitale attraverso la pubblicazione, nella pagina “Statistiche” del portale, di appositi report. Nel contesto delineato, il ruolo delle Regioni appare essere strategico, attese le loro competenze in tema di governo e gestione del territorio e in virtù delle conseguenti molteplici iniziative e dei consistenti impegni di risorse economiche che, ormai da anni, stanno assumendo nel campo dell’informazione geografica, in generale, e nella produzione dei dati territoriali, nell’implementazione di servizi e sistemi di gestione per rendere tale patrimonio informativo accessibile e disponibile, anche, ultimamente, sempre più in formato aperto [ATTIAS2011] [OPENGEODATA2013]. Negli scorsi anni, il CISIS ha promosso un’azione di supporto per le Regioni allo scopo di contribuire a superare le criticità emerse nell’applicazione delle norme comunitarie e nazionali in tema di metadati e per raggiungere un comparabile livello di partecipazione delle Regioni medesime all’alimentazione del RNDT. Nell’ambito di tale supporto, inserito nel Piano di attività 2010/2011, è stato predisposto, a gennaio 2011, un report sulla disponibilità, l’organizzazione e le caratteristiche dei metadati nelle infrastrutture regionali. Il documento costituiva la sintesi di una rilevazione necessaria a calibrare le stesse attività di supporto. La stesura del documento è coincisa con la prima scadenza prevista dalla Direttiva INSPIRE e dal Regolamento CE relativa ai metadati; per questo, l’occasione è sembrata opportuna per delineare il quadro della situazione attuale sulle iniziative delle Regioni italiane in tema di metadati e di servizi di ricerca dei dati territoriali inserendolo nell’ambito

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REPORTS

REGIONI

GESTIONE METADATI

SERVIZI CSW

Abruzzo

Non disponibile

Basilicata

GeoNetwork

GeoNetwork

Calabria

GeoNetwork

Non disponibile

Campania

GeoNetwork

Non disponibile

Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia

Non disponibile

Metadata Manager (gestore metadati sviluppato inhouse) Gestore metadati sviluppato in-house

NOTE La Regione utilizza l’editor RNDT per la generazione dei file XML che sono pubblicati poi sul geoportale in corrispondenza del dato documentato.

Deegree (lat/lon) Sviluppato in-house

Lazio

Non disponibile

Liguria

ESRI Geoportal Server

ESRI Geoportal Server

Non disponibile

Lombardia

ESRI GIS Portal Toolkit 3.1 / ESRI Geoportal Server

ESRI Geoportal Server

Marche

Non disponibile

Molise

Sviluppato in-house

Piemonte

Geonetwork 2.6.5

Puglia

Non disponibile

Sardegna

Gestore metadati sviluppato in-house

Non disponibile

Sicilia

Gestore di metadati sviluppato in-house.

ESRI Geoportal

Toscana

Non disponibile

Non disponibile

Umbria

ESRI Geoportal Server

Non disponibile

Valle d’Aosta

ESRI Geoportal Server

ESRI Geoportal Server

Il servizio CSW è stato realizzato nell’ambito del progetto strategico “PTA Piattaforma Tecnologica Alpina”

Non disponibile Non disponibile Geonetwork 2.6.5 Non disponibile

Veneto

Soluzione Intergraph con DB Oracle

P.A. Bolzano

GeoNetwork

GeoNetwork

P.A. Trento

GeoNetwork

GeoNetwork

Non disponibile

E’ prevista nel 2013 l’evoluzione del sistema, sia per il catalogo che per il servizio CSW, con l’adozione di GeoNetwork.

L’editing dei metadati viene effettuato attraverso una maschera Excel che genera un file XML. Il file viene quindi caricato in una istanza del DB e reso disponibile in consultazione nel geoportale.

Tabella 1 - Tecnologie utilizzate nelle varie componenti dei servizi per la gestione e la ricerca dei metadati

più ampio del contesto normativo e organizzativo nazionale e comunitario, al fine di evidenziare le criticità in atto nell’adeguamento alle disposizioni normative e relative scadenze e implementare gli strumenti – tecnici e organizzativi - necessari per superare dette criticità, anche alla luce delle esigenze rappresentate dalle Regioni. Da allora, il report è aggiornato annualmente per tenere conto degli sviluppi dei vari sistemi adottati, nel quadro normativo e tecnologico più generale in continua evoluzione. L’aggiornamento 2012 del report, predisposto nel mese di aprile scorso e disponibile sul sito del CISIS, descrive i servizi implementati e le attività messe in campo dalle Regioni per l’adempimento di quanto richiesto dalle norme. Nella tab. 1 sono illustrate le tecnologie utilizzate per l’implementazione dei servizi di gestione e di ricerca dei metadati nelle infrastrutture regionali. Nel report è descritto anche il contributo delle Regioni al popolamento del RNDT (tabella 2); le informazioni riportate fanno riferimento al rapporto n. 6 pubblicato in data 6 marzo 2013 sul portale del RNDT medesimo, tranne il dato relativo alla Sicilia, aggiornato, invece, all’11 aprile 2013, data in cui, nel portale del RNDT, è stata comunicata la pubblicazione dei metadati di detta Regione attraverso l’harvesting CSW. Come si evince, l’impegno è ancora limitato solo ad alcune Amministrazioni Regionali e riguarda, nel complesso, un numero minimo di dati e servizi. Nonostante ciò, c’è da sottoli-

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neare il fatto che i dati documentati dalle Regioni rappresentano più dell’82% del totale dei dati presenti attualmente nel RNDT, mentre i servizi rappresentano circa il 94% del totale. Nella mappa in figura 1 è rappresentata la partecipazione delle Regioni al popolamento del RNDT sulla base dei dati riportati in tabella 2. REGIONI

DATI

SERVIZI

Abruzzo Calabria Campania Liguria Lombardia Marche Molise Puglia Sardegna Sicilia Umbria Veneto P.A. Trento

101 1 24 108 1 1 1489 5 38 140 20 29 160

77 47 35 2 8 93 6 -

TOTALE

2116

268

Tabella 2 – Numero di set di metadati inseriti dalle Regioni nel RNDT al 6 marzo 2013 (fonte RNDT)

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REPORTS Tale rappresentazione, però, non è completamente fedele a quanto effettivamente prodotto dalle Regioni, in quanto le informazioni rese disponibili nei servizi di ricerca e nei geoportali regionali hanno un’altra dimensione quantitativa. Tale situazione dipende, in sostanza, dalla permanenza di alcune criticità nella conformità rispetto agli standard e alle regole tecniche di riferimento (RNDT e INSPIRE) e nell’ interoperabilità dei servizi implementati. Con le attività sviluppate o in corso, messe in atto dall’Agenzia per l’Italia Digitale (prima fra tutte, l’implementazione dell’operazione di harvesting dei servizi di catalogo CSW), questo gap potrà essere colmato quanto prima. Con lo stato dell’arte delineato innanzi, in cui si è dato atto dell’attività fervida e ancora in progress delle Regioni anche in tema di metadati, ci si avvia verso la Conferenza INSPIRE 2013 che si terrà, per la prima volta, nel nostro Paese e verso la prossima scadenza riguardante la disponibilità dei metadati sui dati di cui all’allegato III e relativi servizi (3 dicembre 2013). Rimane sullo sfondo il fatto che l’Italia è uno dei pochissimi Paesi Membri a non avere ancora registrato nessun servizio di ricerca nazionale di riferimento per il geoportale INSPIRE, inibendo in questo modo la possibilità di rendere conoscibili e disponibili i dati territoriali e i relativi servizi anche a tutti gli utenti europei e impedendo di fornire la rappresentazione corretta di quanto è stato implementato finora per l’applicazione della Direttiva INSPIRE. E anche ciò dà una misura di quanto, ancora, anche in Italia i metadati non siano considerati molto sexy… almeno non da tutti!

Figura 1 – Lo stato della partecipazione delle Regioni al popolamento del RNDT (dati tab. 2)

Riferimenti

Abstract

• [LITWIN2012] Leszek Litwin, El!bieta Duraj, Alina Litwiak, “Why metadata for the European Spatial Data Infrastructure (INSPIRE) are not considered sexy? - Feedback and experience gained during the implementation of the regional metadata portal project for the Wielkopolska Voivoidship”, INSPIRE Conference 2012 • [BELTRAN] Arturo Beltran, Henry Michels, “Description as a Service: Improving data discovery”, Universitat Jaume • [NATALE] Domenico Natale, “Data quality e Open data”, Commissione UNINFO JTC1/SC7 “Software Engineering” • [ATTIAS2011] M. Attias, A. Rotundo, “Informazione geografica, Regioni e metadati: il contributo del CISIS nell’implementazione del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali”, Atti 15° Conferenza Nazionale ASITA, Reggia di Colorno, 15-18 novembre 2011 • [OPENGEODATA2013] Associazione OpenGeoData Italia, “Rapporto sui dati geografici aperti al 15 aprile 2013”

The CISIS has prepared the update for 2012 of the report "Geographic information: Italian Regions and metadata" providing the state of play on the availability, organization and features of metadata in the regional infrastructures and on the activities of the Regions for uploading metadata in the National Catalogue for the Spatial Data.

Parole chiave INFRASTRUTTURE DATI TERRITORIALI, METADATI.

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REPERTORIO, INSPIRE

Autore ANTONIO ROTUNDO ING.ROTUNDO@LIBERO.IT CONSULENTE - ESPERTO DI STANDARD E IMPLEMENTAZIONE DI PROFILI DI METADATI. HA COLLABORATO CON L’AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE PER IL PROGETTO DEL REPERTORIO NAZIONALE DEI DATI TERRITORIALI E CON IL CISIS PER L’ATTIVITÀ DI SUPPORTO ALLE REGIONI IN TEMA DI METADATI.

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REPORTS

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REPORTS

Verso una IDT federata delle Regioni Italiane di Mauro Salvemini In Italia la Direttiva INSPIRE ha avuto sino ad ora l’impatto maggiore sulle Regioni Italiane ed ovviamente sugli utenti dei dati e dei servizi da esse messi a disposizione secondo i dettami della Direttiva. Per questo motivo il CISIS-CPSG ha ritenuto di mettere a punto (marzo 2013) uno studio dal titolo “PROPOSTA DI DEFINIZIONE DELLE LINEE GUIDA STRATEGICHE , TECNICHE ED AMMINISTRATIVE PER LA REALIZZAZIONE DI IDT REGIONALI E PER UN SISTEMA FEDERATO DI IDT REGIONALI” al quale si rimanda per la completa trattazione e gli approfondimenti.

L

a proposta, basandosi su teorie e pratiche tecnico scientifiche di realizzazione e gestione delle IDT, riconosciute internazionalmente valide ed applicate da enti quali le Nazioni Unite, la CE oltre a tutti gli stati del G8, conferma che la IDT nazionale italiana necessita del sistema federato di IDT regionali. Quest’ultimo può essere realizzato attraverso un modello a “trapunta” giustapponendo i dati territoriali interoperabili delle regioni, assicurando la interoperabilità dei servizi web e costituendo, a livello nazionale, lo strato per il confronto e condivisione dei processi posti in essere dalle regioni relativamente alle IDT. Tale modello risulta peraltro oltremodo essere necessario oggi al sistema Italia per aiutare e garantire le sostenibili politiche di sviluppo e di coesione . La situazione italiana circa i dati geografici e cartografici è complessa ed il suo funzionamento è complicato: in Italia, per legge, se da una parte sono contemplati cinque organi cartografici dello Stato con competenze definite oramai da più di 50 anni e mai rinnovate, di fatto vede le Regioni, per mandato costituzionale operanti per la gestione del territorio, dotarsi, quasi ad essere organi cartografici in pectore, di tutti i dati cartografici alle adeguate scale e degli strumenti informatici atti a distribuirli alle amministrazioni subordinate (provinciali,comunali, etc.). La mancanza di un modello nazionale italiano in grado di tener conto dell’evoluzione che ha contraddistinto la informazione geografica nelle ultime decadi ha fatto sì che l’impatto della soluzione politica , amministrativa e tecnica della IDT abbia generato non poche difficoltà ancora in essere e delle quali non si vede ancora la soluzione. Per quanto sopra l’impatto di INSPIRE sul sistema Italia è di estremo interesse poiché rappresenta un caso di studio da analizzare con accuratezza e dal quale è possibile estrarre considerazioni e soluzioni applicabili a livello globale. L’ apparato costituito dai cinque organi cartografici dello Stato ( National Map Agencies ) ciascuno con una propria competenza ( terra, mare, cielo, sottosuolo ed edificato/proprietà) e dalle ventuno regioni e provincie autonome, che di fatto per completare il loro mandato istituzionale, previsto dalla Costituzione, devono necessariamente dotarsi e gestire una cartografia e le relative informazioni geografiche, compito che travalica quella che ciascuno dei predetti cinque organi cartografici è in grado di fornire, può essere assimilato ad un sofisticato e potente

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Figura 1 - T = trapunta ; C = collage ; G = modello gerarchico

motore a ventisei cilindri in grado di fornire una straordinaria potenza e ripresa alla pubblica amministrazione nella sua totalità. D’altra parte, continuando con la metafora, il numero dei cilindri ed altri organi meccanici, nonché le caratteristiche di alimentazione rendono tale motore estremamente delicato. Schematizzando le componenti di una IDT si ottiene il grafico seguente, il quale però deve essere inquadrato in un ambiente dinamico sia funzionalmente sia temporalmente indicato dalla cornice esterna. La IDT si regge sullo assioma della interoperabilità e non si realizza solo a seguito di definizione ed imposizione di standard, ma è oggetto di un processo di coordinamento che coinvolge soggetti diversi, in momenti diversi della produzione e gestione dei dati. La interoperabilità è funzione del livello ( europeo, nazionale, regionale, sub-regionale) proprio della IDT nella quale viene applicata in quanto dipende dagli standard fissati al livello al quale si riferisce. Nel caso in cui le specifiche dei dati non siano uguali o perfettamente compatibili tra i vari livelli di IDT il passaggio da un livello ad un altro ,modificando i dati per ottemperare alle diverse specifiche, è un processo oneroso . In accordo con quanto sopra si può quindi ritenere che una IDT nazionale sia autosufficiente. Questo è un modello assolutamente sensato in presenza di un ente cartografico nazionale (NMA) che produca , aggiorni e gestisca i dati a livello nazionale ed operi complessivamente e tematicamente a livello dei tre allegati di INSPIRE. Cioè, tra l’altro, definisca e faccia rispettare gli standard di modellizzazione cartografica della realtà alle varie scale in modo da potere svolgere il ruolo di

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REPORTS

ente cartografico unico nazionale . Quello che generalmente viene indicato come Istituto Geografico Nazionale . E’ noto che quanto conferito dalla UE agli stati membri attraverso la Direttiva INSPIRE è stato usato in modo diverso dagli stessi pur ottemperando a quanto richiesto dalla Unione. Esistono stati membri che sono stati abili nel creare un modello tale che permettesse una maggiore coesione nazionale sul tema della informazione territoriale, altri che già partendo avvantaggiati, hanno puntato a creare una leva per la imprenditoria del settore e la creazione di più numerosi ed efficienti servizi ai cittadini, altri ancora hanno utilizzato tutte e due gli approcci. Nel 2008, dopo l'approvazione da parte del Parlamento Europeo della Direttiva avvenuta nel marzo 2007, l’Italia ha gestito INSPIRE attraverso un Ministero , quello dell’Ambiente che aveva solo recentemente inglobato uno dei cinque organi cartografici dello Stato, il Servizio Geologico d’Italia che “ produce carte geologiche da oltre 130 anni. La storia del Servizio Geologico, che nel corso del tempo ha cambiato assetto istituzionale e nome numerose volte, è indissolubilmente legata alla storia della carta geologica “ . “ Nel 2008 viene infatti emanata la legge 133 che sancisce la fusione dell’APAT con ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare) e INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica). Nasce così l’ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale “ L’impegno a legiferare ed ordinare enti e competenze rilevabili negli ultimi anni in Italia non ha ricevuto adeguate risorse tecniche ed amministrative per affrontare e gestire uno dei vincoli fondamentali nelle IDT e più in generale delle cartografie nazionali che è la scala dei dati geografici. In realtà, poiché per definizione le IDT sono indipendenti dalla scala , sarebbe corretto non citarla, ma di fatto sia le specifiche dei dati stessi, che la loro quantità e tipologia ( specifiche dei dati) che i servizi web ad essi relativi, che la mole dei data base nonché il tipo di rappresentazione ( raster o vector) influenzano il funzionamento delle IDT soprattutto quando esse sono coinvolte in passaggi da un livello di governo ad un altro. La figura che segue evidenzia la circostanza che al crescere del livello di governo ( dal basso verso l’alto) e delle applicazioni al territorio da quelle locali sino a quella europea, la scala dei dati generalmente diminuisce. Non può essere diversamente se il principio fondante della soddisfazione della utenza da parte della IDT viene salvaguardato : è naturale che una comunità o un ufficio locale necessiti di conoscere dati a grande

scala e con elevata accuratezza mentre salendo di livello ci si può accontentare di scale minori ed approssimazioni maggiori per compiere decisioni più generali che però poi alla fine del processo influiscono sulla grande scala cioè sullo spazio utilizzato dalle comunità locali e dai singoli cittadini (ovviamente non si fa riferimento alla generalizzazione quale funzione dei software SIT in quanto non garantisce la multiscalarità). A meno quindi di non portare da un livello ad un altro tutti i dati a partire da quelli a grande scala dai quali ogni utente locale desidera partire per assicurasi una conoscenza dettagliata del territorio e dei suoi componenti, o di non volere garantire un processo bidirezionale tra i livelli cosicché una volta passati al livello superiore non si possa più tornare a quello inferiore, occorre prevedere che tra le varie IDT ci siano delle funzioni di multiscalarità. La limitazione più frequente che ha caratterizzato il potere centrale, dato che in varie nazioni è stato il primo a sviluppare IDT, è stato quello di pensare che il risultato dello sviluppo di una IDT nazionale ed il suo modello potesse essere trasferito ai livelli subnazionali ignorando le caratteristiche della utenza e della produzione a livello subnazionale, quale ad esempio quello regionale. Questo è potuto accadere perché dal punto di vista centrale si è enfatizzata la standardizzazione e la uniformità di procedure mentre si è ignorato che le amministrazioni e comunità subnazionali posseggono un alto livello di disuniformità ed eterogeneità. E’ proprio questa la ragione per la quale la interoperabilità dei modelli dei dati, ma ancora di più quella semantica, stentano ad essere condivise. Ove il potere politico centrale ha riconosciuto e gestito tale disuniformità ed eterogeneità nella messa a punto e gestione delle IDT regionali è possibile concentrarsi sul livello di governo delle stesse ottenendo maggiori risultati in termini di orchestrazione delle IDT regionali. Questo però significa passare ad un modello di IDT evoluto che punta al governo del flusso e della utilizzazione dei dati e supera le attività di coordinamento dei soli standard che hanno caratterizzato il modello iniziale di IDT. Questa è la strada che le Regioni italiane stanno decidendo di considerare a seguito del già citato studio “PROPOSTA DI DEFINIZIONE DELLE LINEE GUIDA STRATEGICHE, TECNICHE ED AMMINISTRATIVE PER LA REALIZZAZIONE DI IDT REGIONALI E PER UN SISTEMA FEDERATO DI IDT REGIONALI”.

Parole chiave INSPIRE; SDI; REGIONI

Abstract In the article an innovative patchwork model for integration of sub-national SDIs within national SDI is discussed according to the feasability study that the union of Italian Regions carried out in 2013 spring. Multi scale and innovative policies for SDIs managemnet are discussed and essential information of national SDI evolution are explained.

Autore MAURO SALVEMINI MAURO.SALVEMINI@UNIROMA1.IT

visita il sito www.rivistageomedia.it

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OPEN DATA INTERVISTA La copertura dei siti italiani UNESCO è open di Associazione OpenGeoData Italia Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha pubblicato il primo dataset open: la copertura poligonale dei siti italiani UNESCO. Il dataset è stato documentato nel Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT) ed il metadati così prodotto è stato poi associato al dataset. I dati sono disponibili sia in consultazione attraverso un WebGIS, sia in interoperabilità attraverso un servizio WMS, sia attraverso un servizio di download.La licenza d'uso associata al dataset ed ai servizi di consultazione e di interoperabilità è la Creative Commons Attribuzione 3.0 (CC-BY 3.0). Nelle sezioni del sito in lingua francese ed inglese i link alla licenza citata aprono le versioni legali in queste lingue. Il file compresso reso disponibile dal servizio di download contiene il dataset in formato Shape file, la scheda descrittiva estratta dal Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali e un

DatiOpen.it cresce ancora e guarda al futuro di DatiOpen.it DatiOpen.it è un portale di open data che si affida al contributo di tutti (PA, enti, liberi professionisti, studenti, giornalisti, ecc.) per la pubblicazione, consultazione e fruizione di dati aperti. Il portale è attivo da Agosto 2012, e ad oggi contiene più di 1.100 open data (di cui circa il 30% geografici), tra cui i dati del Censimento ISTAT, anagrafiche nazionali (es. farmacie, scuole), strade cittadine, carte di uso del suolo, strutture ricettive, ecc. A Febbraio 2013 è stata nominata dall’associazione OpenGeoData Italia “Applicazione web OpenGeoData 2012”. DatiOpen.it non è solo un catalogo di dataset ma un vero e proprio strumento: un utente registrato può pubblicare, documentare, analizzare e valorizzare i propri dati, ottenendo visibilità su un portale Italiano e aumentando la probabilità che il dato sia trovato, fruito e riusato. Tutti i dati sono visualizzabili

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file testo contenente l'elenco dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Lo Shape file contiene le perimetrazioni di ciascun sito o delle eventuali sue componenti (per i siti seriali) e le aree di rispetto. I dati sono aggiornati a dicembre 2012. L'operazione di apertura del dataset è stata realizzata dal Ministero con il supporto dell'Associazione OpenGeoData Italia. I siti italiani UNESCO sono anche consultabili attraverso un WebGIS sviluppato su tecnologia completamente open source. L’interfaccia consente la navigazione su basi geografiche richiamate attraverso servizi di interoperabilità, in particolare OpenStreetMap e Google. Si può cercare un sito dalla lista o navigando sulla mappa. Dalla lista, nel caso in cui il sito è seriale, com-

con tabelle, grafici e mappe interattive, “esportabili” anche come link e quindi richiamabili da articoli, blog, pagine web, ecc. In linea con la filosofia “open data” e con il “Decreto Sviluppo“ tutti i dati sono inoltre scaricabili in formati aperti e accessibili via HTTP in ottica di Linked Open Data, consentendone quindi il riuso su App web e mobile. Tra gli enti che hanno scelto DatiOpen.it per pubblicare i propri open data citiamo le Provincie di Pisa, Pistoia e Trapani, FocuStudi (Camera di Commercio di Genova) e Simurg Ricerche. I dati provengono anche da portali “federati”, ovvero realizzati con la medesima soluzione software open source italiana “StatPortal Open Data” (SPOD), come ad esempio opendata.provincia.lucca.it. Altri portali realizzati con questa piattaforma sono in fase di

pare l’elenco di tutte le singole componenti. Selezionandone una, appare la descrizione e il posizionamento su mappa interattiva. I siti sono descritti geograficamente dal perimetro individuato nel dossier e dalla eventuale area di rispetto. Fra la documentazione disponibile per ogni sito sono disponibili anche delle mappe in PDF in formato A3, complete di intestazioni e legende, sia su base cartografica che su ortofoto o immagine satellitare. http://www.unesco.beniculturali.it

implementazione e saranno online a breve. Questo è solo l’inizio: DatiOpen.it e la piattaforma SPOD evolveranno nei prossimi mesi, introducendo tra le altre cose ancora più supporto agli Open Geo Data e reportistiche più evolute; inoltre con il progetto di ricerca “ODINet” saranno sperimentate tecnologie innovative in ottica di Linked Open Data. http://datiopen.it

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AGENDA

2013 3-6 giugno 2013 33rd EARSeL Symposium 2013 Matera, Italia http://www.earsel.org/ symposia/2013-symposiumMatera/index.php 6-7 giugno 2013 6th EARSeL Workshop on Remote Sensing of the Coastal Zone Matera, Italia http://www.earsel.org/SIG/ CZ/6th-workshop/index.php 12-14 giugno 2013 FOSSGIS 2013 Rappersvil, Germany http://HYPERLINK "http://www. fossgis.de/konferenz/2013" \t "_blank" www.fossgis.de/ konferenz/2013 13-14 giugno 2013 Terzo 3D Documentation User Meeting CAM2 Strasbourg, France http://user-meeting.faro.com/ information/

23-27 giugno 2013 INSPIRE Conference 2013 Firenze, Italia http://inspire.jrc.ec.europa.eu/ events/conferences/inspire_2013/ 23-28 giugno 2013 Sustainable Agriculture through ICT innovation Torino, Italia http://www.efita2013.org/web/ 25-28 giugno 2013 SIFET Convegno Nazionale 2013 - Tecniche moderne della geomatica e loro applicazioni in ambito legale e forense. Catania, Italia http://www.sifet.org

2-6 settembre 2013 XXIVth International CIPA Symposium CIPA 2013 Symposium: Recording, Documentation and Cooperation for Cultural Heritage Strasbourg, France http://www.cipa2013.org/ 4-6 settembre 2013 UAV-g 2013 Conference Rostock, Germany http://www.uav-g.org/ 5-7 settembre 2013 EUGEO 2013 Congress Roma, Italia http://www.eugeo2013.com/

2-5 luglio 2013 GI FORUM 2013 Salisburgo, Austria http://www.gi-forum.org/

17-22 settembre 2013 FOSS4G 2013 Conference Nottingham, UK http://2013.foss4g.org/

25-30 agosto2013 26th International Cartographic Conference Dresden, Germany http://HYPERLINK "http://www.icc2013. org/" \t "_blank" www.icc2013.org

26-27 settembre 2013 Smart Mobility World - ITN & Telemobility Torino, Italia http://www.telemobilityforum. com/tm/

1-3 Ottobre 2013 6-th International Conference “Earth from Space - the Most Effective Solutions� Moscow, Russia http://www.conference.scanex. ru/index.php/en/ 8-10 ottobre 2013 Intergeo 2013 Conference and Trade Fair for Geodesy, Geoinformation and Land Management Essen, Germany http://www.intergeo.de 16-18 ottobre 2013 Smart City Exibition Bologna, Italia http://www.smartcityexhibition.it/ 5-7 novembre 2013 XVII Conferenza Nazionale ASITA 2013 Riva del Garda, Italy http://www.asita.it/it/


Crisi o non crisi, continuiamo a crescere. Ma non è solo questione di fortuna. La crisi colpisce tutti, per carità. Ma la vita va avanti e – soprattutto per chi fa un lavoro molto specializzato, come noi – c’è sempre mercato. A patto di lavorare bene, s’intende. E di aver fatto in passato scelte corrette, sviluppando competenze che con il tempo crescono di valore. Da molti anni, investiamo costantemente in R&D studiando soluzioni innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando in modo significativo la performance dei sistemi IT. Parallelamente, abbiamo messo a punto procedure che consentono di raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e del budget, con un livello qualitativo sempre certificato. Inoltre, abbiamo percorso prima di altri la strada del software open source, liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche e garantendo la massima qualità a costi competitivi Grazie a tutto questo, siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Romania, Turchia, Siria, Cipro, i Caraibi.

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E oggi affrontiamo nuove sfide in un contesto sempre più globale e allargato: attualmente, i nostri programmatori e i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri. Continuiamo a crescere, sia in temini economici, sia in termini dimensionali. I nostri collaboratori aumentano, abbiamo aperto nuove sedi e stiamo entrando in mercati che richiedono applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. Insomma, crisi o non crisi, continuiamo a perseguire il nostro obiettivo di fondo: confermare il trend che negli ultimi anni ci ha permesso di diventare una tra le principali realtà italiane nel settore del GIS. Non solo grazie alla buona sorte.




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