Allenare il Mini Rugby (Capitoli I - IV)

GASTONE TEMPESTA Spunti per avvicinare i bambini al gioco del rugby, mostrar loro come essere un bravo sportivo, sviluppare le loro capacitĂ , e incoraggiare la partecipazione nel rugby per tutta la vita.

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Gastone Tempesta

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A Raffaele “Lello” Dolfato, terza linea di livello internazionale e “Capitano coraggioso” con cui ho avuto il piacere di giocare assieme in età giovanile, Gianni Raccamari, consigliere del Rugby Treviso, per molti anni deus ex machina del Torneo di Rugby Educativo Città di Treviso, dirigente sportivo dotato di inusuale capacità nel “guardare avanti” e invidiabile abilità nel rendere semplici e realizzabili progetti altrimenti ritenuti non attuabili, Loris Casellato, piccolo-grande uomo con un cuore immenso e una smisurata passione per il rugby, infine, ultimo ma non ultimo, Franco Casellato, giocatore, allenatore e consigliere federale, il quale con certosina pazienza ha cercato di trasmettermi i rudimenti affinchè potessi iniziare quella favolosa esperienza di vita che è allenare i bambini e i giovani al gioco del Rugby.

Gastone Tempesta

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Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d’acqua nel becco. ”Cosa credi di fare!”

Gli chiese il leone. ”Vado a spegnere l’incendio!”

Rispose il piccolo volatile. ”Con una goccia d’acqua?”

Disse il leone con un sogghigno di irrisione.

Ed il colibrì, proseguendo il volo, rispose: “Io faccio la mia parte!”

Favola Africana

Gastone Tempesta

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C.B.

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PREGHIERA DELL’ALLENATORE Signore, mentre mi impegno ad allenare la squadra, guidami nel formare la personalità di ciascun giocatore e far accrescere la loro autostima Che io abbia un comportamento equilibrato e ricordarmi che è solo un gioco.

Fa’ che non abbia giocatori preferiti, e che li tratti tutti allo stesso modo.

Concedimi di essere paziente così che possa elogiarli o correggerli, ricordando che devo impegnarmi per guadagnare il rispetto di ciascuno di loro.

Signore, che si vinca o si perda possano tutti coloro che stanno guardando vedere ad ogni partita il tipo di allenatore tu vorresti che io sia.

Amen

Gastone Tempesta

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CARTA DEI DIRITTI DEI RAGAZZI ALLO SPORT Diritto di praticare attività motoria.

• Diritto di giocare e divertirsi.

• Diritto di praticare sport in un ambiente sicuro e sano.

• Diritto di essere allenato da personale adatto a quella fascia di età e qualificato.

• Diritto di essere trattato con rispetto.

• Diritto del giusto riposo.

• Diritto del controllo della salute.

• Diritto di competere con giovani di pari capacità.

• Diritto di pari opportunità.

• Diritto di non essere sempre un campione.

Gastone Tempesta

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La Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport pubblicata a Ginevra nel 1992 dalla Commissione Tempo Libero ONU auspica che ad ogni bambino e bambina siano assicurati:

Diritto di praticare attività motoria. I genitori devono avviare il bambino all’attività motoria per i ben noti vantaggi psicofisici, che non sono più recuperabili se si inizia tardivamente; il bambino può scegliere, sperimentare, cambiare gli sport che desidera. L’U.N.E.S.C.O. raccomanda che almeno un sesto dell’orario scolastico settimanale sia dedicato all’attività motoria, cioè sei ore alla settimana.

Diritto di giocare e divertirsi. L’allenatore deve proporre il divertimento, il miglioramento psicofisico e l’educazione come obiettivo finale e non la vittoria, che crea tensione.

Diritto di praticare sport in un ambiente sicuro e sano. Cioè, igienicamente a norma, con assistenza vicina in caso di infortunio, con a disposizione un telefono in caso di urgenza, senza pressioni agonistiche esagerate o selettive, senza pressioni farmacologiche.

Diritto di essere allenato da personale adatto a quella fascia di età e qualificato. Per evitare il rischio di esercizi sbagliati o che arrecano sovraccarico delle strutture in crescita o creano problemi psicologici.

Diritto di essere trattato con rispetto. Non è raro sentire l’allenatore che urla o ordina degli esercizi pesanti per punizione od osservare un genitore che sgrida il bambino, invece di incoraggiare e fornire il suggerimento tecnico giusto per migliorare e sdrammatizzare l’eventuale errore con una carezza o altro.

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Diritto del giusto riposo. Lo studio, la malattia, la crescita richiedono dei carichi di attività motoria diversi a seconda dei periodi e le pause giuste, gli allenamenti troppo frequenti vanno ridotti e i riposi non devono essere ripresi come una colpa.

Diritto del controllo della salute. La competizione va riservata ai bambini in perfette condizioni psicofisiche e che lo desiderino, senza pressioni esterne con il rispetto del trattamento adeguato e il tempo giusto di guarigione e riabilitazione dai traumi, della gradualità, della qualità e della quantità del carico di lavoro. Obbligatorio il certificato di stato di buona salute fisica per le attività non agonistiche che lo richiedano ed il certificato di idoneità agonistica per gli sport agonistici dietro indicazione delle rispettive Federazioni sportive per quanto riguarda l’età di inizio.

Diritto di competere con giovani di pari capacità. Bisogna sforzarsi di praticare attività sportiva fra gruppi non solo omogenei per età cronologica ma anche per età ossea o maturità puberale, per avere le stesse probabilità di divertimento e di successo. Per gli sport di contatto l’attività deve essere anche in considerazione del peso.

Diritto di pari opportunità. Tutti i bambini devono poter giocare, senza far panchina, senza tenere conto del risultato agonistico, che sarà ricercato più avanti nel tempo.

Diritto di non essere sempre un campione. Non sempre il bambino può essere un campione o continuare ad esserlo; chi lo è, può esserlo anche solo per un periodo e deve sapere che pratica sport per i vantaggi che arreca e per divertirsi, perché solo uno su quarantamila sarà un campione anche nella vita futura come professionista.

Gastone Tempesta

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INDICE

Prefazione di Ugo Pierato

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I Valori Fondamentali del Rugby

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Etica nel Rugby

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Le Basi del Gioco del Rugby

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Il Ruolo dell’Allenatore

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Aiutare i Giocatori a Ridefinire il Significato di “Vincitore”

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Le emozioni sono una potente fonte di forza di volontà

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Fate in modo che i genitori siano con voi e non contro di voi

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Rugbista per Sempre Un Modello per lo Sviluppo a Lungo Termine

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Le Cinque Componenti del Modello di Sviluppo del Giocatore 184 Pianificare una sessione di allenamento

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I genitori possono promuovere un sano amore per lo sport

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PREFAZIONE L’Italia del Rugby, povera di letteratura rugbistica, perlomeno di quella tecnica-didattica, di confronti, di dibattiti, che sono basi importanti di miglioramento, ha visto fiorire negli ultimi tempi una letteratura ricca di ricordi, sentimenti, di vissuti apologetici, oppure sono apparsi eserciziari di geometrica bellezza.

Poco o niente invece è stato scritto di pedagogia, di etica sportiva, di comportamenti significanti di coloro che in vario modo partecipano a questo mondo del rugby, dei valori che sono la sostanza della formazione dell’uomo, giocatore e cittadino.

Mancava, nel nostro rugby, qualcuno che, libero da geometriche certezze, si rivolgesse alla riflessione su come ci si deve avvicinare al mondo dei più giovani, a quali obiettivi sportivi tendere in rapporto alla loro età, a quali obiettivi di valori aspirare.

Gastone, che è stato mio collaboratore efficace, nei primi anni Ottanta, nel settore giovanile della Benetton Rugby di Treviso, è riuscito a produrre un’opera che definirei coraggiosa e unica, frutto anche della sua esperienza professionale in altri campi.

E’ un’opera che parla di rugby senza usare grafici o schemi, ma illustra con dovizia strumenti e comportamenti etico pratici, i valori che non sono solo parole scritte o dette ma devono essere suffragati da comportamenti soprascritti. Bellissima la citazione di Sant’Agostino “Le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole”.

Nella Francia che ho frequentato sin da ragazzino, ho sempre sentito parlare di Educatori molto meno di Allenatori (anche le parole hanno il loro significato). Gastone ha costruito un’opera che sarà sicuramente

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una pietra miliare della letteratura pedagogica sportiva italiana, un libro che si legge di getto, non con la sensazione della novità in sé (di valori si è sempre parlato ma poco praticato), ma con la certezza che attuando in pratica i comportamenti suggeriti, tenendo fede ai valori ai quali molti di noi Educatori si sono ispirati, spesso solo a parole, potremo finalmente contribuire a ridurre il gap che ci distanzia dal mondo sportivo anglosassone e francese.

Questo gap che cerchiamo di scusare con tante motivazioni, quali il minor numero di tesserati, con una tradizione meno radicata, con strutture carenti, o con l’istituzione scolastica che fa poco o niente per educazione sportiva, è anche, e sottolineo anche, dovuto ad una formazione non adeguata, ad un approccio al mondo dei più giovani inadatto nella maggior parte dei casi a formare prima gli uomini e poi i giocatori.

Grazie Gastone.

Ugo Pierato

Foto Daniele Resini

Gastone Tempesta

Ugo Pierato, veneziano, classe 1938, tesserato FIR dal 1952, è stato prima giocatore e poi allenatore arrivando al 4° Livello. Ha guidato numerose squadre, dalla serie C alla serie A, portando nella massima serie formazioni come il San Donà e il Calvisano. È stato selezionatore dei Dogi e tecnico federale, avendo allenato le nazionali U21, U19 e U17. Ha guidato l’U19 azzurra in quattro tornei FIRA, vincendo quello del 1984 a Varsavia.

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C’è un circolo virtuoso nello sport: più ti diverti più ti alleni; più ti alleni più migliori; più migliori più ti diverti.

Pancho Gonzales, tennista statunitense

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ALLENARE IL MINI RUGBY “Educare non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco.”

William Butler Yeats, Poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese

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Nel percorso educativo che i bambini affrontano durante il corso della vita, la pratica sportiva ricopre un ruolo fondamentale, non solo perché contribuisce a una sana crescita psico-fisica, ma anche perché lo sport è da intendersi come uno strumento assolutamente indispensabile per trasmettere valori fondamentali.

Nella molteplicità dell’offerta sportiva il rugby, e più in particolare il mini rugby, risulta particolarmente indicato per la sua valenza formativa in quanto esso è un gioco di combattimento e situazione che può essere praticato da bambini e bambine con caratteristiche differenti e che include tra i propri valori fondamentali il piacere della pratica, lo spirito di squadra e il lavoro di gruppo, la disciplina comportamentale, il rispetto reciproco da parte di tutte le persone coinvolte, la lealtà sportiva e le amicizie indistruttibili che si formano tra le persone che condividono la passione per questo sport.

Nel mini rugby si impara a correre, saltare, lanciare, afferrare, cadere, rotolarsi, coordinarsi con i compagni e confrontarsi con la propria e altrui aggressività in un contesto di gioco. Offrendo ai bambini la migliore esperienza sportiva possibile, in altre parole incoraggiandoli e sviluppando tutte le abilità del gioco del rugby attraverso attività che garantiscano il progressivo sviluppo di abilità per tutti i partecipanti, essi apprenderanno presto e bene le tecniche del rugby, si divertiranno praticandolo e, soprattutto, saranno la prossima generazione di giocatori, tifosi, dirigenti e volontari che manterranno vive le tradizioni del gioco del rugby. La possibilità o meno di ottenere questi benefici da parte dei bambini sta nella bravura degli allenatori, con la fattiva collaborazione dei genitori e degli altri adulti, che non devono solamente insegnare come si pratica il rugby ma, soprattutto, sostenerli e mostrare loro come essere un bravo sportivo.

Allenare una squadra è, e sempre sarà, una sfida per qualsiasi allenatore, dal principiante all’esperto, e vale per qualunque tipo di squadra, da quelle formate da bambini sino agli adulti, dal rugby di base a quello internazionale.

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Avvicinare i bambini al rugby e sviluppare le loro capacità risulterà un’esperienza molto gratificante per ogni allenatore che si impegnerà per: •

Sviluppare l’amore dei bambini per il rugby e, più in generale, per una sana pratica sportiva.

• Suscitare entusiasmo nei bambini in modo che essi vogliano tornare alla successiva sessione di allenamento.

• Costruire competenze aiutando e stimolando i bambini a raggiungere il loro pieno potenziale.

Con qualche semplice accorgimento le vostre vere capacità di allenatore avranno modo di esprimersi.

“Allenare il Mini Rugby” non propone delle ricette che gli allenatori devono seguire per risolvere situazioni specifiche, ma spera di fornire dei consigli utili, degli strumenti concreti e semplici che favoriscano un approccio educativo positivo per la crescita dei bambini, aiutandoli e stimolandoli a raggiungere il loro pieno potenziale.

“Allenare il Mini Rugby” segue un ideale percorso, partendo dai “principi” di base quali i valori fondamentali, l’etica e le basi del gioco, per arrivare a fornire suggerimenti su temi più “operativi” come, per esempio, la pianificazione delle sessioni di allenamento.

Ogni argomento è stato sviluppato il più possibile all’interno del capitolo di riferimento, evitando rimandi ad altre parti del libro, anche se questo comporta che alcuni temi siano presenti in più parti, pur se visti da angolazioni diverse.

Gli argomenti trattati sono i seguenti: 22

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I VALORI FONDAMENTALI DEL RUGBY I valori fondamentali sono gli elementi costitutivi, le “fondamenta”, sulle quali si basa il gioco del rugby. La conoscenza e l’insegnamento di questi valori garantiscono che il rugby conservi le sue caratteristiche uniche dentro e fuori del campo di gioco.

ETICA NEL RUGBY Se i valori fondamentali sono gli elementi costitutivi sulle quali si basa il gioco del rugby, l’insegnamento di questi valori, anche e soprattutto attraverso i propri comportamenti, garantisce che il rugby conservi le sue caratteristiche uniche dentro e fuori dal campo di gioco. Gli allenatori del mini rugby devono essere consapevoli del loro essere prima di tutto modelli ed educatori e devono pertanto saper trasmettere ai propri giocatori i valori fondamentali del rugby, che sono valori di vita che trovano nella pratica del rugby un modo esemplare per essere spiegati, assimilati e fatti propri dai bambini e dai giovani.

LE BASI DEL GIOCO DEL RUGBY Il rugby è un gioco di squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise, ed è classificato tra i giochi di “invasione”. I principi del gioco sono generalizzazioni che coprono la maggior parte delle situazioni sulle quali si basa il rugby e si applicano all’attacco e alla difesa e a tutte le versioni del gioco, dal touch/tag rugby a quello di contatto, da quello a 7 a quello a 15 giocatori, dai bambini agli adulti e dal rugby locale a quello internazionale.

Tali principi forniscono semplici linee guida sulle quali una squadra dovrebbe basare il proprio gioco e una lista di controllo per gli allenatori con cui analizzare la prestazione della loro squadra.

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IL RUOLO DELL’ALLENATORE Mentre ogni allenatore ha le sue personali motivazioni per allenare, lo scopo di tutti gli allenatori è abbastanza semplice: aiutare i giocatori ad imparare cosa è meglio per loro. Allenare significa formare un giocatore, dargli l’opportunità di crescere e svilupparsi come persona. Come allenatore, abbiamo il dovere di aiutare i nostri giocatori a raggiungere il loro pieno potenziale. Ciò significa che dovremmo preparare i nostri giocatori a gareggiare e, soprattutto, a raggiungere i loro obiettivi.

AIUTARE I GIOCATORI A RIDEFINIRE IL SIGNIFICATO DI “VINCITORE” Un allenatore positivo aiuta i giocatori a ridefinire il significato di “vincitore” dando più importanza alla competenza, piuttosto che all’orientamento che, per comodità, chiameremo “tabellone segnapunti”. Egli vede la vittoria come la conseguenza della ricerca dell’eccellenza; si concentra sull’impegno piuttosto che sul risultato e sull’apprendimento piuttosto che sul paragone con gli altri. Accetta gli errori e li considera una parte importante e inevitabile del processo di apprendimento e incoraggia un ambiente in cui i giocatori non abbiano paura di sbagliare. Insegna ai giocatori che un vincitore è qualcuno che si impegna al massimo, continua ad apprendere e a migliorare, e non permette agli errori (o alla paura di commetterli) di fermarlo.

LE EMOZIONI SONO UNA POTENTE FONTE DI FORZA DI VOLONTÀ L’allenatore positivo è una persona in grado di motivare senza ricorrere alla paura, all’intimidazione o alla vergogna e sa che i complimenti, gli elogi e gli apprezzamenti riempiono il serbatoio emotivo dei propri giocatori, capisce l’importanza di dare un riscontro veritiero e specifico e non cede alla tentazione di elogiare anche nei casi in cui non

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dovrebbe. Quando si trova a dover correggere i giocatori, trasmette la sua critica con mezzi che non mineranno la loro autostima, sforzandosi di raggiungere un giusto rapporto tra commenti positivi e negativi.

FATE IN MODO CHE I GENITORI SIANO CON VOI E NON CONTRO DI VOI Per chi allena nelle categorie del mini rugby è fondamentale comunicare ed interagire con i genitori costruendo una buona relazione tra allenatore e genitore e mantenendo una comunicazione attiva e positiva tra le parti nell’interesse dei figli. Anche se il ruolo dell’allenatore di rugby non implica dover educare anche i genitori, è comunque importante saperli coinvolgere perchè il più delle volte sono loro che aiutano i propri figli con parole di sostegno e incoraggiamento e gli accompagnano agli allenamenti e alle partite. I genitori sono importanti e devono essere trattati come tali.

RUGBISTA PER SEMPRE UN MODELLO PER LO SVILUPPO A LUNGO TERMINE Un programma per lo sviluppo a lungo termine garantirà ai giocatori le conoscenze e le abilità necessarie per massimizzare il potenziale nelle giuste fasi del loro sviluppo, attraverso programmi adeguatamente strutturati. Ambienti di sviluppo strutturati permettono una transizione continua, dal primo contatto con una palla da rugby alle partite di alto livello, e garantiscono una partecipazione di lunga durata nel rugby.

Inoltre un approccio di sviluppo incentrato sul giocatore, che metta le sue necessità al primo posto, piuttosto che quelle di allenatori, genitori o tifosi, permetterà di mantenere i giocatori impegnati nel rugby nel corso della loro carriera sportiva.

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LE CINQUE COMPONENTI DEL MODELLO DI SVILUPPO DEL GIOCATORE Un modello per lo sviluppo a lungo termine del giocatore si articola su una serie di fasi. Ciascuna di queste fasi comprende cinque componenti (tecnica e tattica, fisica, motoria, psicologica e “stile di vita”) che attraverso input diversi stimolano lo sviluppo del giocatore.

Capendo e riconoscendo i diversi stadi di crescita e sviluppo dei giocatori, l’allenatore può adattare le attività in base alle loro esigenze e capacità.

PIANIFICARE UNA SESSIONE DI ALLENAMENTO Il processo di pianificazione di una sessione di allenamento richiede sempre un grande impegno perché con questo processo si programmano le attività da mettere in atto per trasformare un concetto astratto, la nostra filosofia di gioco, in azioni concrete al fine di conseguire i nostri obiettivi.

Appare quindi evidente che l’elemento di base per una efficace pianificazione è la definizione degli obiettivi. Senza una chiara definizione degli obiettivi, qualunque tipo di attività si andrà a realizzare risulterà slegata dal contesto e, quasi sicuramente, non produrrà i benefici desiderati. La pianificazione di una sessione di allenamento dovrà sempre essere realizzata con cura, flessibilità e creatività affinchè risulti essere sempre attiva, significativa, divertente e sicura, per quanto essa possa essere impegnativa per i giocatori dal punto di vista psico-fisico.

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I GENITORI POSSONO PROMUOVERE UN SANO AMORE PER LO SPORT I genitori hanno il compito di avvicinare i propri figli allo sport promuovendo un’esperienza sportiva che sappia valorizzare le loro potenzialità, sia rispettosa delle loro esigenze e dei loro particolari bisogni e sia adeguata ai naturali processi di crescita, evitando ogni forma di pressione, anche di tipo psicologico. Essi inoltre devono saper dare alla pratica sportiva dei figli la giusta collocazione all’interno di un percorso di maturazione personale mettendo in evidenza i valori della partecipazione, dell’impegno e della solidarietà ed insegnando ai propri figli che sia le vittorie che le sconfitte permettono di crescere, imparando a riconoscere i propri limiti.

L’augurio è che “Allenare il Mini Rugby” possa fornire un contributo positivo e motivi per ulteriori approfondimenti agli allenatori impegnati nella ricerca di un personale cammino di crescita su come formare i bambini che si approcciano al rugby.

Buona lettura e, soprattutto, buon rugby!

Gastone Tempesta

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I VALORI FONDAMENTALI DEL RUGBY “Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole.

Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini. Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino.”

Mahatma Gandhi, Politico e filosofo indiano.

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I Valori rappresentano una delle basi interiori della nostra vita. I nostri comportamenti, le nostre azioni, le relazioni che abbiamo con le persone a noi care e con gli altri dipendono anche e soprattutto dai nostri valori.

Essi rappresentano ciò che è bene per noi, ciò che è giusto, ciò che è meglio fare, dire, pensare per noi e per gli altri.

Ogni nostra azione, quindi, come ogni nostro comportamento, parole, pensieri o meglio le nostre scelte riguardo a ciò che vogliamo fare, dire, o comportarci dipende soprattutto dai valori che per noi sono importanti nella nostra vita.

In un’epoca nella quale un gran numero di virtù sportive tradizionali stanno per perdersi o sono minacciate, il rugby può essere fiero della sua capacità di conservare i propri valori fondamentali. Gran parte del comportamento e degli atteggiamenti che hanno definito il rugby godono di una alta considerazione, sia all’interno che al di fuori del mondo del rugby.

Il “Playing Charter” della World Rugby, la federazione internazionale del rugby, include le seguenti dichiarazioni: “È grazie ad un senso della disciplina, dell’autocontrollo e del rispetto reciproco che lo spirito del rugby è fiorente. Sono queste qualità, nel contesto di uno sport così fisico come il rugby, che forgiamo lo spirito di cameratismo ed il senso di fair play che determinano il grande successo attuale e la sopravvivenza del nostro sport.”

“I principi del rugby sono i fondamentali sui quali si basa questo sport.

Questi permettono ai partecipanti di identificare le caratteristiche di questo gioco, che ne hanno fatto uno sport unico.”

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INTEGRITÀ. L’integrità è centrale nella tessitura del gioco ed è generata tramite onestà e lealtà.

PASSIONE. Il popolo del rugby ha un appassionato entusiasmo per il gioco. Il rugby genera eccitazione, attaccamento emotivo e un senso di appartenenza alla famiglia globale del rugby.

SOLIDARIETÀ. Il rugby genera uno spirito che unifica, che fa si che nascano amicizie di lunga durata, cameratismo, lavoro di gruppo e lealtà che trascendono le differenze culturali, geografiche, politiche e religiose.

DISCIPLINA. La disciplina è una parte integrante del gioco, sia dentro che fuori al campo e si esprime attraverso l’aderenza alle regole, le regolamentazioni ed i valori centrali del rugby.

RISPETTO. Il rispetto per i compagni di squadra, gli avversari, gli ufficiali di gara e tutti coloro che sono coinvolti nel gioco è sommo.

“Queste sono forse delle tradizioni e delle virtù antiquate, ma esse hanno resistito al passare del tempo e sono rimaste, a tutti i livelli di pratica del gioco, così importanti per il futuro del rugby nel corso della sua lunga e rimarcabile storia.”

Spetta alle donne e agli uomini del mondo del rugby dare vita e passione ai valori del rispetto di sé e degli altri, della lealtà, dell’accettazione della sconfitta, della sana competitività, della fiducia reciproca, che contraddistinguono l’essenza più intima della vita sportiva.

Dei valori fondamentali del rugby oggigiorno se ne parla molto, anche in aree non direttamente correlate con l’attività sportiva, e noi stessi ci siamo sicuramente trovati a parlarne ma, una cosa è parlarne e un’altra cosa è metterli in pratica.

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Per stigmatizzare e combattere il diffondersi di comportamenti scorretti o sleali non è sufficiente appellarsi ai principi, ma essi devono essere vissuti, praticati, spiegati, condivisi, trasmessi e sostenuti.

Per capire se essi sono una vera priorità, dovremmo porci delle domande del tipo: • • • •

Sono disposto a combattere per essi?

Sono disposto a sacrificarmi per essi?

Sono disposto a dedicare del tempo su di essi?

Li vivo effettivamente tutti i giorni?

In particolar modo, gli allenatori del mini rugby devono essere consapevoli del loro essere prima di tutto modelli ed educatori: devono pertanto saper trasmettere ai bambini, anche e soprattutto attraverso i propri comportamenti, i valori fondamentali del rugby, che sono valori di vita che trovano nella pratica del rugby un modo esemplare per essere spiegati, assimilati e fatti propri dai giovani.

Le persone che ci circondano, siano esse giocatori, genitori, spettatori, arbitri o dirigenti sportivi, dovrebbero essere in grado di vedere chiaramente che ogni nostra decisione riflette chiaramente i valori fondamentali che liberamente abbiamo deciso di fare nostri.

Avvicinare i bambini ai valori del rugby che verranno gradualmente interiorizzati fornirà loro una mentalità che si estenderà oltre la partecipazione a questo sport e di cui essi potranno beneficiare per tutta la vita.

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Il Progetto “Valori Fondamentali” della Federazione Inglese (RFU) Nel 2007, dopo quasi duecento anni di storia e cultura ovale, la federazione Inglese (RFU - Rugby Football Union) commissionò ad un team di esperti denominato “Core Values Task Group” il compito di condurre un’analisi consultiva per valutare ciò che il gioco del Rugby rappresentava e ciò che avrebbe dovuto rappresentare in futuro.

Quella fu anche la prima volta che uno sport si proponeva di definire il proprio sistema di valori in termini formali.

Il gruppo fu istituito come risposta alla percezione che gli standard di comportamento stavano cambiando, come conseguenza che sempre più persone erano coinvolte nel rugby.

In particolare, alcuni genitori a bordo campo che usavano un linguaggio irriverente ed avevano comportamenti aggressivi verso gli arbitri e le squadre avversarie, il comportamento ostile di alcuni spettatori verso le squadre avversarie alle partite d’élite e giocatori che adottavano un atteggiamento poco rispettoso nei confronti degli ufficiali di gara.

Il consiglio della RFU affidò al gruppo di lavoro il seguente mandato: • Determinare i comportamenti e definire i valori fondamentali che caratterizzano l’etica e la cultura del gioco del rugby; • Determinare i fattori e i comportamenti che minano i valori fondamentali; • Determinare le strategie per promuovere e vigilare i valori fondamentali definiti e gli standard del gioco, plasmare la cultura e l’ethos del gioco, e come presentarli; • Rivedere i codici di condotta esistenti per tutti i partecipanti (compresi i genitori e gli spettatori) e vedere come potrebbero essere estesi a tutto il movimento del rugby.

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Il gruppo di lavoro intraprese un’ampia consultazione esaminando documenti e ricerche esistenti, considerando articoli di stampa e contributi individuali.

Una vasta gamma di persone che includeva tra gli altri giocatori d’elite e giovani giocatori, allenatori, dirigenti, spettatori, media e supporters fu coinvolta in 13 focus group e 2.722 persone parteciparono ad un sondaggio online.

Il gruppo di lavoro produsse il primo codice del rugby e individuò i seguenti valori come base del Rugby in Inghilterra: Spirito di squadra, Rispetto, Piacere, Disciplina e Spirito sportivo.

SPIRITO DI SQUADRA: lo spirito di squadra è essenziale per il rugby.

• Noi accogliamo tutti i nuovi membri facendo in modo che essi si integrino al meglio, perché il lavoro di squadra arricchisce le nostre vite; • Giochiamo con generosità: lavorando per la squadra e non solo per noi stessi, dentro e fuori dal campo; • Siamo orgogliosi della nostra squadra, facciamo affidamento gli uni sugli altri e comprendiamo che ciascun giocatore ha un proprio ruolo; • Ci opponiamo vigorosamente se la nostra squadra o il nostro sport sono minacciati con parole o atti inappropriati.

RISPETTO: il rispetto reciproco costituisce le fondamenta del rugby.

• Teniamo in gran conto il nostro sport, i suoi valori e le sue tradizioni e ci guadagniamo il rispetto altrui con i nostri comportamenti; • Rispettiamo i giudici di campo e accettiamo le loro decisioni.

• Rispettiamo gli avversari e i loro tifosi; • Apprezziamo gli allenatori e tutti i dirigenti dei club e abbiamo cura e rispetto delle club house.

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PIACERE: giochiamo e tifiamo nella Rugby Union soprattutto perchè ci divertiamo.

• Incoraggiamo i giocatori a divertirsi sia in partita che in allenamento; • Il nostro sport è uno stimolo ad adottare uno stile di vita salutare e ad apprendere competenze ed abilità utili per la vita; • Tuteliamo i nostri giovani giocatori e contribuiamo al loro divertimento; • Siamo felici di far parte di una squadra e della grande famiglia del rugby perché aumenta fiducia e autostima.

DISCIPLINA: è un forte senso della disciplina che tiene insieme il rugby.

• Ci assicuriamo che il nostro sport si basi sul controllo della forza fisica e su comportamenti onesti e corretti; • Rispettiamo le regole del gioco che assicurano un gioco coinvolgente e divertente per tutti i giocatori; • Sosteniamo il sistema disciplinare, che tutela il nostro sport e i suoi valori; • Osserviamo scrupolosamente le norme e i regolamenti e segnaliamo le violazioni di rilievo.

SPIRITO SPORTIVO: la “Rugby Union” si fonda sullo spirito sportivo.

• Sosteniamo la tradizione di leale cameratismo del rugby sia con i compagni di squadra, sia con gli avversari; • Manteniamo comportamenti improntati alla correttezza sia in campo, sia fuori dal campo, e ci comportiamo da generosi quando vinciamo e con dignità quando perdiamo; • Giochiamo per vincere, ma non ad ogni costo e riconosciamo sia il risultato, che l’impegno; • Ci assicuriamo che il benessere e la crescita di ogni giocatore siano il fulcro di tutta l’attività rugbistica.

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I principi sopra riportati sono stati accorpati nel “Codice del Rugby” che recita: Gioca per vincere, ma non ad ogni costo • Vinci con dignità, perdi con grazia • Osserva le leggi e le regole del gioco • Rispetta avversari, arbitri e tutti i partecipanti • Rifiuta imbroglio, razzismo, violenza, droga • Apprezza volontari e dirigenti allo stesso modo • Goditi la gara

Nella formulazione della relazione preliminare il gruppo di lavoro osservava che: “Il Rugby ha, attraverso i suoi valori, una forza che unisce. Esso aiuta a rafforzare il carattere. Gli aspetti sociali del Rugby non devono essere sottovalutati e questi hanno grandi benefici per le comunità locali e la società in generale. Il rugby è uno stile di vita.”

E concludeva: “Non c’è dubbio che il rispetto e la promozione dei valori fondamentali aumenteranno l’attrattiva del Rugby verso nuovi partecipanti. Strategie efficaci dovranno essere sviluppate per promuovere questi straordinari valori.”

Bob Rogers, presidente del gruppo di lavoro ed ex presidente della RFU, dichiarò: “Abbiamo uno sport sano, piacevole e inclusivo e vogliamo ricordarlo a tutti i partecipanti. E’ una buona notizia.

La stragrande maggioranza delle persone con cui abbiamo parlato

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sostiene senza riserve quei valori ed è molto soddisfatta del fatto che essi siano stati definiti.

“Era importante che realizzassimo una formulazione positiva dei nostri valori fondamentali. Siamo convinti di averlo fatto e sono sicuro che le persone vorranno vivere praticandoli.”

Per promuovere e tutelare i valori fondamentali del Rugby, la RFU lanciò una iniziativa denominata “This is Rugby” (Questo è Rugby).

Materiale promozionale e di supporto all’iniziativa fu inviato ai club di tutto il paese per aiutarli a educare giocatori, allenatori, amministratori, volontari e sostenitori circa i valori fondamentali che hanno fatto del Rugby un gioco di successo e che hanno bisogno di essere mantenuti attivamente.

Attraverso questa iniziativa la RFU vide inoltre l’opportunità di promuovere un ambiente favorevole al reclutamento di nuovi giocatori, allenatori, arbitri e volontari.

La campagna per la promozione dei valori fondamentali prevedeva: • Il lancio di una campagna di stampa e la successiva ampia copertura mediatica; • DVD, opuscoli, depliant e pieghevoli per tutti i club; • Materiale didattico; • Seminari presso i Club della Premiership; • Presentazione dei valori fondamentali ai giocatori delle squadre nazionali; • Inclusione dei valori fondamentali nei codici di condotta; • Magliette per giocatori e arbitri; • Eventi promozionali.

John Owen, presidente della federazione Inglese commentò: “Il Rugby può essere fiero del suo spirito unico, ma è importante fare in modo che esso sia protetto per il futuro. Il nostro prossimo compito è quello di condividere e promuovere questo spirito con l’intero movimento.”

Gastone Tempesta

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Sulla scia delle campagna “This Is Rugby” e nel tentativo di aumentare la consapevolezza dell’importanza di comportarsi in modo appropriato a bordo campo, Martin Balls, un arbitro della contea di Hampshire (UK), redisse una lettera che la federazione Inglese fece propria, proponendo ai club di stamparla su loro carta intestata, farla firmare dai capitani delle squadre giovanili e del mini rugby, e distribuirla a genitori e spettatori prima degli incontri.

Questa iniziativa si basa sul concetto che il messaggio, se proveniente dai giocatori, arrivi con maggiore efficacia.

Caro Spettatore, Come giovani giocatori ci viene insegnato di apprendere e rispettare i Valori Fondamentali del rugby ed è importante che lo faccia anche tu.

Questi valori sono: Spirito di squadra, Rispetto, Divertimento, Disciplina, e Spirito Sportivo.

Il Rispetto è molto importante e seguendo i valori fondamentali impariamo a: • Rispettare i giudici di gara e accettare le loro decisioni.

• Rispettare i giocatori avversari e i loro sostenitori.

• Apprezzare i nostri allenatori e i dirigenti delle nostre società.

Ci viene anche insegnato che amare lo sport significa: • Comportarsi correttamente in campo e fuori dal campo; essere generosi in caso di vittoria e comportarsi dignitosamente in caso di sconfitta.

Giochiamo perchè ci piace. Divertirsi giocando è il nostro motto.

Desideriamo che tu ti diverta quanto noi e vogliamo che tu mostri verso la tua squadra e quella avversaria lo stesso rispetto e supporto di cui hanno bisogno.

Non permettiamo a nessun adulto di rovinarci il gioco, che si tratti di un genitore, allenatore o spettatore.

Rispettiamo gli arbitri che sono responsabili della partita e ci concedono il loro tempo gratuitamente permettendoci così di giocare. Sono dei volontari e fanno del loro meglio per assicurarci divertimento e sicurezza.

Vogliamo che anche tu li rispetti.

Teniamo in alta considerazione i nostri allenatori e rispettiamo i giocatori avversari, i loro allenatori e sostenitori.

Ti chiediamo di fare lo stesso.

Non urlare agli arbitri e non fare commenti sulla nostra prestazione o quella della squadra avversaria.

Questa è la nostra squadra, la nostra società, il nostro sport. Per piacere, non rovinarcelo. Noi impariamo a essere generosi nella vittoria e dignitosi nella sconfitta e ti chiediamo di fare lo stesso.

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Il Rugby infonde valori quali lo spirito di squadra e il lavoro di gruppo, il rispetto reciproco, il piacere della pratica, la disciplina comportamentale e la lealtà sportiva, e genera amicizie indistruttibili che si formano tra le persone che condividono la passione per questo sport.

I valori fondamentali del rugby sono valori di vita che trovano nel rugby un modo esemplare per essere spiegati, assimilati e fatti propri dai giovani.

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L’insegnamento dei valori fondamentali garantisce che il Rugby conservi le sue caratteristiche uniche dentro e fuori del campo di gioco.

Gli allenatori devono essere consapevoli del loro essere prima di tutto modelli ed educatori e devono saper trasmettere ai bambini, anche e soprattutto attraverso i propri comportamenti, i valori fondamentali del rugby.

La promozione dei valori fondamentali aumenta l’attrattiva del rugby verso nuovi partecipanti.

Tutte le persone coinvolte nel rugby, siano esse giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti sportivi, familiari o spettatori, sono tenute a rispettare e a far rispettare i valori fondamentali.

Gastone Tempesta

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PUNTI CHIAVE

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I valori fondamentali sono gli elementi costitutivi, le “fondamenta”, sulle quali si basa il gioco del Rugby.

ETICA NEL RUGBY “Le parole insegnano, gli esempi trascinano.

Solo i fatti danno credibilità alle parole.”

Sant’Agostino, filosofo, vescovo e teologo latino

C.B.

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allenare il MiniRugby

Il termine ’etica’ viene dal greco ethos (comportamento). Per Etica si intende in genere ogni valutazione sul comportamento umano centrata sulla ricerca e al raggiungimento del bene comune. L’etica, pertanto, non è altro che un complesso di regole e suggerimenti per vivere meglio.

L’etica si basa su un’adesione convinta dell’individuo ai valori del gruppo di appartenenza; sul rispetto delle norme che le autorità riconosciute hanno legittimato nel tempo; sull’adozione di quei comportamenti che per cultura, tradizione e consuetudine fanno parte dell’identità di un popolo, di una società, di un gruppo.

I valori sono alla base dell’etica e consistono in rappresentazioni cognitive che si riferiscono alle mete comuni, e nei comportamenti positivi condivisi da un gruppo sociale; nello sport i custodi del rispetto di questi valori dovrebbero essere le federazioni sportive, gli enti di promozione sportiva, le società sportive e più di tutti le famiglie.

Un codice etico sportivo è espressione della volontà di promuovere uno standard significativo di sportività nello svolgimento delle iniziative motorie e/o ludiche, e di vietare quei comportamenti in contrasto con i valori etici.

L’etica sportiva è un qualcosa che va oltre il normale rispetto delle regole, è un qualcosa che entra nella sfera dei valori fondamentali della persona quali la lealtà, l’equità, la tolleranza e il rispetto di tutti quanti sia che la pensino come noi, sia che la pensino diversamente da noi.

Risulta tuttavia evidente che le regole dei codici e dei regolamenti risultino essere vuote e sterili se il loro riconoscimento non è anche e necessariamente accompagnato da motivazioni forti e da atteggiamenti coerenti da parte di tutte le persone coinvolte, siano esse giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti sportivi, familiari o spettatori.

Se ne parla spesso, ma purtroppo non sempre assistiamo a comportamenti corretti sotto il profilo etico nei luoghi ove si svolgono le partite o gli allenamenti. Per stigmatizzare e combattere il diffondersi di comportamenti scorretti o sleali non basterà far richiamo a norme e principi di qualche carta etica, o alla promessa di premi, o della minaccia Gastone Tempesta

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di punizioni, ma se quei principi verranno vissuti, praticati, spiegati, condivisi, trasmessi e sostenuti, allora quel codice non risulterà inutile e vuoto.

L’allenatore non è solo responsabile del clima di lavoro nel quale svolge le attività e dell’attenzione che egli dedica agli allievi oppure della valutazione del loro impegno e del loro comportamento ma è, anche e soprattutto, responsabile degli effetti che la pratica sportiva induce nella formazione della personalità dei partecipanti, tanto più quando si tratta di bambini e ragazzi.

Il vero insegnamento etico e morale scaturisce da un comportamento limpido e coerente. Gli allenatori quindi dovrebbero impegnarsi nel seguire norme di comportamento quali: • Trattare ogni singolo giocatore come un essere umano rispettandone i diritti, la dignità e il valore ○ Trattate tutti allo stesso modo indipendentemente da sesso, religione, provenienza d’origine e disabilità; ○ Rispettate le capacità, i tempi e gli obiettivi di ogni singolo giocatore aiutandolo a dare il meglio di sé.

• Mantenere un alto livello di integrità ○ Operate nel totale rispetto delle regole del rugby e dell’onestà incoraggiando i giocatori a fare lo stesso; ○ Promuovete un ambiente sportivo lontano dall’uso di droghe o altre sostanze dopanti; ○ Non rivelate mai informazioni confidenziali riguardo i giocatori se non previo consenso scritto degli stessi.

• Essere un modello positivo per il rugby e per i giocatori in modo da portare consapevolezza sull’importanza del ruolo dell’allenatore e delle sue funzioni ○ Tutti i giocatori meritano le stesse opportunità e la stessa attenzione; ○ Assicuratevi che il giocatore consideri come una bella 42

allenare il MiniRugby

○ ○

esperienza il tempo passato con voi; Siate sempre corretti, rispettosi e onesti con i giocatori; Incoraggiate e promuovete uno stile di vita salutare – trattenetevi dal fumare o bere alcool quando siete con i giocatori.

• Responsabilità professionali ○ Il linguaggio verbale, le buone maniere, la puntualità, la preparazione e il sapersi presentare devono sempre rispettare standard elevati; ○ Mostrate autocontrollo, cortesia, rispetto, onestà, dignità e professionalità verso tutti coloro che appartengono al mondo dello sport: avversari, allenatori, arbitri, dirigenti, media, genitori e spettatori; ○ Incoraggiate i vostri giocatori a dimostrare le stesse qualità; ○ Siate professionali e accettate la responsabilità delle vostre azioni; ○ In qualità di allenatore, mostrate sempre con dovizia le vostre qualifiche, esperienza e competenza; ○ Trattenetevi dal criticare altri allenatori e giocatori e non badate alle loro di critiche.

• Impegnarsi a fornire ai vostri giocatori un servizio di qualità ○ Cercate di migliorarvi sempre attraverso sessioni di aggiornamento continue e altre opportunità professionali e non; ○ Fornite ai giocatori programmi di allenamento ben strutturati e adatti alle loro esigenze e ai loro obiettivi; ○ Affidatevi ad altri professionisti per assistenza e consiglio quando è richiesta una maggiore esperienza; ○ Mantenete sempre aggiornata la vostra documentazione (schede giocatori, programmi di allenamento, …).

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• Garantire un ambiente sicuro durante gli allenamenti e nelle partite ○ Adottate strategie di gestione dei rischi appropriate al fine di poter assicurare un ambiente sicuro; ○ Assicuratevi che l’equipaggiamento e l’attrezzatura rispettino gli standard di sicurezza; ○ Assicuratevi che l’equipaggiamento, le regole del gioco, le sessioni di allenamento e l’ambiente stesso siano appropriati per l’età, la maturità fisica e mentale, l’esperienza e la capacità dei giocatori; ○ Mostrate particolare interesse e attenzione nei riguardi dei giocatori malati e infortunati; ○ Permettete al giocatore di rimanere in campo durante gli allenamenti e le partite solo quando lo ritenete appropriato; ○ Incoraggiate il giocatore a richiedere un consulto medico quando necessario; ○ Fornite un programma di allenamento differente se lo ritenete necessario; ○ Mantenete lo stesso interesse e date lo stesso sostegno ai giocatori malati o infortunati come se fossero sani.

• Proteggere i propri giocatori da ogni forma di abuso/attacco personale ○ Trattenetevi da qualsiasi forma di attacco verbale, fisico o emotivo nei confronti dei vostri giocatori; ○ Trattenetevi da qualsiasi forma di molestia sessuale o razziale sia fisica che verbale; ○ Mai molestare, abusare o discriminare i propri giocatori in base al loro sesso, stato civile, preferenze sessuali, credenze religiose o etiche, razza, colore, origine etnica, lavoro, disabilità o altre caratteristiche distintive; ○ Qualsiasi contatto fisico con il giocatore dev’essere appropriato alla situazione e necessario per lo sviluppo delle sue capacità in campo;

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○

Fate attenzione a qualsiasi forma di abuso diretto ai giocatori proveniente da altre fonti quando sono affidati a voi.

In particolare, gli allenatori dei bambini e dei ragazzi dovrebbero: • Riconoscere l’importanza del “divertirsi e imparare giocando”.

Il più delle volte si impara con il fare.

• Riconoscere le esigenze del giocatore prima di quelle del gioco.

• Fungere da modello positivo.

• Preparare i bambini alla vittoria e alla sconfitta, incoraggiandoli a comportarsi in modo dignitoso in ogni circostanza.

• Rispettare gli arbitri e le loro decisioni (ricordate che potreste esserci voi al loro posto la prossima volta) e assicurarsi che i giocatori capiscano che devono fare lo stesso.

• Fornire dei feedback positivi e costruttivi sia durante le sessioni di allenamento che nelle partite.

• Pianificare allenamenti adeguati all’età e alle capacità dei bambini tenendo conto del loro sviluppo fisico e mentale.

• Assicurarsi che l’ambiente sia sicuro con equipaggiamento di primo soccorso a portata di mano.

• Evitare di far giocare troppo i migliori adottando un modello di rotazione che garantisca a tutti un buon tempo di gioco.

• Mai permettere a un giocatore infortunato di partecipare all’allenamento o alla partita.

• Assicurare una buona supervisione dei ragazzi fuori e dentro il campo.

• Evitare che i bambini vengano esposti a caldo o freddo intenso o a condizioni di rischio inaccettabili.

• Portare consapevolezza sull’importanza dell’alimentazione come parte di un processo educativo completo.

• Assicurarsi che le proprie conoscenze e la modalità di allenamento siano aggiornate e in linea con la filosofia del Club di appartenenza e della Federazione.

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codice di comportamento della federazione irlandese (irfu) Sono molte le federazioni del rugby che hanno adottato un codice di comportamento. Fra i tanti riportiamo quello redatto dalla federazione Irlandese (IRFU).

CODICE DI COMPORTAMENTO PER GLI ALLENATORI • Ricordate che in quanto allenatori di una squadra di bambini agite in vece dei genitori e questo rende vostro dovere aver cura di tutti i vostri giocatori.

• Siate d’esempio, i giovani hanno bisogno di un allenatore che rispettano come modello di comportamento.

• Siate generosi con le lodi quando sono meritate. Non ridicolizzate e non sgridate i giocatori perché hanno fatto degli errori o hanno perso una partita.

• Insegnate ai vostri giocatori che le regole del gioco sono un accordo comune che nessuno può eludere o infrangere.

• Assicuratevi di essere opportunamente qualificati per il livello in cui operate.

• Siate ragionevoli nelle vostre richieste riguardo il tempo, l’energia e l’entusiasmo dei giocatori.

• Incoraggiate il rispetto verso tutti i partecipanti, compagni di squadra e avversari, nonché gli arbitri e gli ufficiali di gara.

• Create un ambiente sicuro e piacevole nel quale allenare e giocare.

• Cercate e seguite i consigli di un dottore per stabilire quando un giocatore infortunato può rientrare in campo.

• Sviluppate politiche in collaborazione con il Club o la squadra volte a concordare procedure per la gestione disciplinare, la prevenzione ed il trattamento degli infortuni, la selezione della squadra ecc.

• Siate responsabili e sicuri di sostenere lo spirito del gioco del rugby e della IRFU 46

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• Sostenete le disposizioni della IRFU sul benessere dei bambini e tutte le norme in materia di bambini nello sport.

CODICE DI COMPORTAMENTO PER I GIOCATORI • Giocate per divertirvi e diventare parte della famiglia del rugby.

• Rispettate il gioco del rugby e giocate secondo le sue regole.

• Accettate le decisioni dell’arbitro e lasciate che sia il vostro capitano o il vostro allenatore a chiedergli spiegazioni.

• Giocate tranquillamente, senza mai perdere la calma.

• Fate sempre del vostro meglio e impegnatevi nel gioco per la vostra squadra e per il vostro club.

• Siate “buoni sportivi”, applaudite il bel gioco sia della vostra squadra che degli avversari.

• Rispettate i vostri avversari. Trattate gli altri giocatori come vorreste essere trattati voi. Non fate i prepotenti e non approfittatevi di nessun giocatore.

• Il rugby è uno sport di squadra e quindi cercate sempre di collaborare con il vostro allenatore, i compagni di squadra e le altre persone del vostro club.

• Ricordate che gli scopi del gioco sono divertirsi, migliorare le proprie capacità e sentirsi bene.

• Alla fine di ogni partita ringraziate gli avversari e l’arbitro.

• Ricordate sempre che avete delle responsabilità nei confronti dei vostri avversari. Placcate duro, ma con correttezza, senza l’intenzione di fare del male ai vostri avversari.

• Vincere e perdere fanno parte dello sport: vincete con umiltà e perdete con dignità.

• Ognuno di voi è parte della squadra e perciò è importante che seguiate regolarmente gli allenamenti, che ascoltiate il vostro allenatore e che aiutiate la vostra squadra.

• Poiché il rugby è un gioco di squadra, bisogna capire che tutti i giocatori sono ugualmente importanti.

• Ricordate che rappresentate la vostra squadra, il vostro club, la vostra famiglia e il gioco del rugby.

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CODICE DI COMPORTAMENTO PER I GENITORI • Ricordate che i bambini giocano a rugby per il loro divertimento e non solo per il vostro.

• Incoraggiate vostro figlio a giocare sempre secondo le regole.

• Insegnate a vostro figlio che un tentativo onesto è importante quanto una vittoria, in modo che il risultato venga accettato senza delusioni.

• Aiutate i bambini a lavorare per migliorare le proprie capacità e per diventare dei buoni sportivi.

• Date il buon esempio applaudendo il bel gioco di entrambe le squadre.

• Non ridicolizzate, non umiliate e non sgridate i ragazzi per aver fatto un errore o per aver perso una partita.

• Non enfatizzate la vittoria a tutti i costi.

• Non forzate un bambino riluttante a giocare a rugby. Se il bambino/a avrà voglia di giocare, lo farà al momento giusto per lui/lei, anche grazie al vostro incoraggiamento.

• Sostenete tutti gli sforzi tesi a eliminare ogni violenza verbale o fisica dal rugby.

• Da spettatori non usate un linguaggio irriverente e non infastidite l’arbitro, l’allenatore o i giocatori.

• Non mettete mai in dubbio pubblicamente le decisioni dell’arbitro e la sua onestà.

• Riconoscete il valore e l’importanza di arbitri e allenatori che svolgono gratuitamente queste attività.

• Identificate e riconoscete le qualità del rugby e sostenete i suoi valori.

• Ricordate che il contributo vostro e del vostro bambino per il gioco del rugby è molto importante per la IRFU e siate orgogliosi del vostro contributo.

• Comprendete il valore e l’importanza di uno sport di squadra.

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CODICE DI COMPORTAMENTO PER GLI SPETTATORI • Ricordate che per quanto i giovani possono giocare un rugby organizzato, non sono dei “giocatori internazionali in miniatura”.

• Comportatevi nel migliore dei modi e date l’esempio. Non usate un linguaggio irriverente e non infastidite l’arbitro, l’allenatore o i giocatori.

• Applaudite il bel gioco sia della squadra ospite che della vostra.

• Dimostrate rispetto per gli avversari della vostra squadra.

Senza di loro non potrebbe svolgersi la partita.

• Condannate l’uso della violenza in tutte le sue forme e a ogni occasione.

• Gli abusi verbali nei confronti dei giocatori o dell’arbitro non possono essere accettati in alcun modo.

• II giocatori e l’arbitro non possono essere il bersaglio di un comportamento privo di educazione e di buona creanza.

• Incoraggiate i giovani giocatori a giocare secondo le regole.

• Gli spettatori possono contribuire alla piacevolezza dell’evento sportivo.

• Siate orgogliosi del vostro club e del gioco del rugby.

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CODICE DI COMPORTAMENTO PER GLI ARBITRI • Rispettate i diritti, la dignità e il valore di ogni singolo bambino e trattateli tutti alla stessa maniera al di là del sesso, disabilità, origine, religione etc.

• Ogni arbitro deve far parte del suo comitato di riferimento.

• Siate dei modelli e promuovete gli aspetti positivi del rugby mantenendo una condotta impeccabile.

• E’ vostra responsabilità far sì che da parte del giocatore non venga mai oltrepassata la soglia tra “arbitro” e “amico”.

• Evitate di stare da soli con minorenni.

• In presenza di infortuni non occupatevene personalmente se non siete qualificati per farlo.

• Incoraggiate gli allenatori e i genitori ad agire sempre in maniera responsabile e di essere responsabili del comportamento e della performance dei giocatori.

• Assicuratevi che il fattore sicurezza sia fondamentale in tutte le partite.

• Seguite il protocollo concordato per quanto concerne le procedure per la doccia al termine delle partite.

• Concordate una tempistica appropriata per l’entrata negli spogliatoi prima dell’inizio della partita e assicuratevi che siano presenti i dirigenti delle squadre.

• Siate concisi, preparati e chiari.

• Assicuratevi che giocatori e dirigenti rispettino le Regole del Gioco.

• Mai criticare uno o più giocatori, allenatori o genitori.

• Rispettate tutte le regole e le procedure emanate dal comitato arbitri.

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positive coaching alliance e il concetto di “onore al gioco!”

Positive Coaching Alliance è un’associazione no-profit fondata da Jim Thompson nel 1998 presso l’Università di Stanford, Stati Uniti, con l’intento di creare e trasmettere una cultura positiva dello sport, soprattutto quello giovanile, per poter così dare a tutti i bambini l’opportunità di vivere un’esperienza formativa positiva.

Lo scopo dell’Associazione è quello di “modificare l’approccio e lo spirito degli sport giovanili di modo che essi potessero poi cambiare i giovani stessi.” Col tempo si è trasformato nello slogan “Atleti migliori = Persone migliori.”

La filosofia dell’Associazione è centrata sullo sport come opportunità di formazione e sviluppo del carattere, dove l’attenzione viene posta sì sull’insegnare a vincere ma soprattutto sull’impartire lezioni di vita attraverso lo sport.

L’Associazione ha tre obiettivi: • Sostituire la mentalità del “vincere a tutti i costi” con un approccio che aiuti i bambini e i giovani a dare il meglio di sé sia come persone che come atleti.

• Aiutare a diffondere una cultura dello sport basata sul concetto di “Onore al Gioco!”

• Divulgare un approccio positivo nello sport giovanile.

L’Associazione ha sviluppato un “Modello di Allenamento Positivo”, uno strumento basato su molteplici studi psicologici in grado di guidare e aiutare gli allenatori dei bambini e dei giovani a creare uno spirito di squadra positivo ed efficace diffondendo così una sana cultura dello sport. Tale Modello si basa su tre principi:

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• Ridefinizione del concetto di “Vincitore”: concentrarsi sulla capacità di gioco più che non sul risultato; diminuire il carico d’ansia e insegnare ai giovani atleti ad avere il controllo di ciò che fanno. Riconoscere gli errori come inevitabili e necessari all’apprendimento e concentrarsi sullo sforzo più che non sul risultato. I bambini non devono temere di fare degli errori.

• Riconoscere l’importanza delle gratificazioni e muovere sempre critiche costruttive.

• “Onore al Gioco!”: insegnare ai giocatori a rispettare le regole, gli avversari, gli ufficiali di gara, i compagni di squadra e se stessi.

IL CONCETTO DI “ONORE AL GIOCO!” La soluzione per evitare che comportamenti inadeguati rovinino gli sport giovanili è una cultura dello sport incentrata sul concetto di “Onore al Gioco!”.

Positive Coaching Alliance sente questo concetto come forte, attivo e propositivo, non il semplice “spirito sportivo” o “fair play” spesso passivo e un po’ datato e che ha visto giocatori professionisti e allenatori comportarsi in certe maniere che non vorremmo mai venissero emulate dai nostri bambini.

“Onore al Gioco!” stimola le persone a dare il meglio di se stessi per poter rispettare tale principio. Sprigiona energia positiva, orgoglio e disincentiva comportamenti scorretti.

“Onore al Gioco!” va alla radice del problema e implica rispetto delle regole, degli avversari, degli arbitri e degli ufficiali di gara, dei compagni di squadra e di sè stessi.

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REGOLE: sono quelle che ci permettono di mantenere un gioco corretto.

Il rispetto delle regole è fondamentale anche quando ci troviamo nella situazione di poter andare contro di esse senza essere scoperti.

Messaggio: “Voglio che rispettiate sempre le regole altrimenti disonorerete il rugby anche se ciò ci farebbe vincere.”

AVVERSARI: senza avversari non c’è partita. Un buon avversario è colui che ci fa dare il meglio di noi. A volte gli avversari possono essere dei vostri amici. Dovete sempre rispettare gli avversari e ricordatevi che sono sul campo per divertirsi proprio come voi.

Messaggio: “Voglio che facciate del vostro meglio per vincere non perchè odiate i vostri avversari ma perchè volete dare il massimo. Vi prometto che dimostrerò rispetto per le squadre avversarie e i loro allenatori e mi aspetto lo stesso da voi.”

ARBITRO E UFFICIALI DI GARA: E’ molto importante rispettare l’arbitro e gli ufficiali di gara. Spesso è una delle cose più difficili per cui dobbiamo sempre ricordarcene durante il gioco. All’arbitro e agli ufficiali di gara è stato insegnato a rafforzare le regole e il loro compito è piuttosto difficile. Senza di loro il gioco risulterebbe scorretto e pericoloso. Gli arbitri e gli ufficiali di gara come gli allenatori, i giocatori e i genitori non sono perfetti e a volte commettono degli errori. Tuttavia non vi è alcun motivo per mancargli di rispetto anche in questi casi.

Messaggio: “Voglio che mostriate rispetto per l’arbitro e gli ufficiali di gara anche quando vi trovate in disaccordo, e io farò lo stesso.”

COMPAGNI DI SQUADRA: nel gioco del rugby la squadra ha un ruolo fondamentale. Dev’essere divertente stare con i vostri compagni. Nel corso della vostra vita avrete spesso occasione di far parte di una squadra ed è importante imparare a lavorare insieme. Spero che vi sentiate responsabili l’uno dell’altro in quanto compagni di squadra e che diate sempre il vostro meglio nel gioco e nella vita.

Messaggio: “Cercate sempre di aiutarvi e incoraggiarvi a vicenda, sia dentro che fuori dal campo.”

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SE STESSI: alcune persone “rispettano le regole del gioco” solo quando lo fanno anche i loro avversari; voglio che noi lo si faccia a prescindere.

Messaggio: “Voglio che la nostra squadra onori il gioco anche quando gli altri non lo fanno perchè questo è il nostro modo di agire. Gli altri facciano ciò che vogliono. Dobbiamo sempre avere rispetto per noi stessi e non dobbiamo mai fare niente che disonori il gioco.”

Se come allenatori rispettiamo questi concetti facciamo “Onore al Gioco!” e aiutiamo a portare avanti e a trasmettere le grandi tradizioni del rugby.

Introdurre il concetto di “Onore al Gioco!”, che nel nostro caso potrebbe essere promosso con lo slogan “Rispettiamo il Rugby”, è il primo passo. E’ importante che l’allenatore ne utilizzi le parole chiave (Regole, Avversari, Arbitro e Ufficiali di Gara, Compagni di Squadra e Se Stessi) e il linguaggio base in continuazione in modo che i giocatori ne interiorizzino concetti, valori e comportamenti.

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iniziative per trasmettere e preservare lo spirito del rugby.

Spesso accade che le persone che con le loro azioni disonorano il gioco non sono i giocatori ma i genitori.

Questo succede perchè nessuno ha mai pensato di doverli educare.

Essi partecipano alle partite dei figli, vedono altri adulti comportarsi in modo sciocco e li imitano.

Per evitare problemi con i genitori a bordo campo, di seguito sono riportate due iniziative facilmente replicabili che, se associate anche con la lettera ai genitori e agli spettatori che abbiano visto nel capitolo precedente, possono essere degli strumenti molto utili a preservare lo spirito del rugby.

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GENITORI A BORDO CAMPO - CREATIVITÀ E DESIGN ITALIANO PER UN VOLANTINO CON CINQUE PRATICI CONSIGLI PER IL GENITORE A BORDO CAMPO. “Genitori a Bordo Campo” è una pagina Facebook nata da un’idea di un genitore (Roberto Rapetti, papà di un piccolo rugbista) e di Matteo Farsura (ex giocatore di rugby, ora allenatore del settore giovanile del Petrarca Padova).

Roberto, per due domeniche consecutive, vede sospendere la partita del figlio per proteste dei genitori verso l’arbitro o gli avversari e da questi episodi è partita l’iniziativa per realizzare un volantino con cinque consigli per tutti i genitori che da bordo campo assistono alle partite.

“Io e Matteo - dice Roberto sulla pagina Facebook - abbiamo pensato a questo volantino per i tanti genitori che hanno i figli che giocano a Rugby, magari non hanno mai giocato, e questo strumento può essere utile per ricordare loro lo spirito di questo favoloso sport.”

“Condividendo l’iniziativa su Facebook, - aggiunge Matteo - ci siamo resi conto di aver toccato un tema caldo e comune a molti sport, tanto che il volantino, nato con un campo da rugby sullo sfondo, è stato declinato graficamente, vista la mole di richiesta, anche per altri sport per offrire a ognuno quello più indicato.”

La pagina Facebook di “Genitori a Bordo Campo” oggi è in grande crescita e i contenuti si stanno sempre più arricchendo grazie alla partecipazione attiva di molti “amici” che si sono ritrovati in questa iniziativa. E gli “amici” sono: genitori, allenatori e responsabili di società sportive.

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IL “CUSTODE DELLA CULTURA” DI POSITIVE COACHING ALLIANCE Positive Coaching Alliance suggerisce alle società sportive e agli allenatori di assegnare ufficialmente a delle persone l’incarico di “Custode della Cultura”, il “Culture Keeper” come lo definiscono loro, ovvero coloro che dovranno trasmettere e preservare lo spirito del gioco contribuendo così a rafforzare il concetto di rispetto come fondamentale per l’organizzazione e la squadra stessa.

Il “Custode della Cultura” è una figura importante che funge da modello positivo e aiuta a divulgare il concetto di “Onore al Gioco!” ”Rispettiamo il Rugby” così forte nel rugby tanto da prevenire episodi spiacevoli spesso presenti negli sport giovanili.

Dirigenti sportivi, allenatori e genitori possono fungere da Custodi delle Cultura ufficiali, anche se i genitori dovrebbero già essere dei Custodi delle Cultura non ufficiali.

Il Custode della Cultura ideale dovrebbe essere simpatico ed estroverso, una persona che si relazioni bene con gli altri. Il suo compito è aiutare a creare una cultura dello sport intesa come un insieme di atteggiamenti, valori, obiettivi e comportamenti condivisi dalla squadra e dal club e necessariamente sostenuti da tutti: dirigenti, allenatori, genitori e giocatori. Un po’ come “il NOSTRO modo di fare le cose qui”.

Alla base di una buona cultura dello sport giovanile deve esserci il concetto di “Onore al Gioco!” - ”Rispettiamo il Rugby” e questa deve coinvolgere non solo allenatori e giocatori ma anche genitori e sostenitori. Il Custode della Cultura deve quindi promuovere e divulgare un atteggiamento positivo e costruttivo rendendone consapevoli e partecipi anche genitori e sostenitori: • Facendo propri e divulgando i principi base di “Onore al Gioco!”

- ”Rispettiamo il Rugby”: rispetto delle regole, degli avversari, degli ufficiali di gara, dei compagni di squadra, di se stessi.

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• Andando a conoscere i genitori della squadra all’inizio della stagione. Parlando con loro del proprio ruolo sin dall’inizio e chiedendo il loro aiuto a bordo campo durante le partite.

Assicurandosi che abbiano letto la lettera per i genitori del club e che l’abbiano capita ed esortarli a fare delle domande nel caso di dubbio. Se non ne sono provvisti, consegnando loro una copia.

• Modellando il comportamento di genitori e sostenitori in base a ciò che si desidera ottenere. I genitori e i sostenitori si influenzano l’un l’altro. Se il Custode della Cultura sarà aggressivo con l’arbitro e gli ufficiali di gara, oppure con gli avversari, genitori e sostenitori faranno lo stesso; se invece il Custode della Cultura sarà calmo e concentrato sarà più facile per genitori e sostenitori seguire il suo esempio.

• Con il procedere della stagione mantenere sempre vivo tra genitori e sostenitori il concetto di “Onore al Gioco!” ”Rispettiamo il Rugby”.

• Accogliendo i nuovi giocatori e le loro famiglie, e comunicando loro fin da subito il programma e il modo di fare le cose nel Club.

• Concedendo occasionalmente a qualche breve chiacchiera pre-partita con i sostenitori a bordo campo. Ricordando a tutti che bisogna fare onore al gioco, rispettare il gioco del rugby, sostenere i giocatori e divertirsi!

• Essere sempre in “prima linea” a bordo campo durante le partite, indossando un fratino con scritto “Onore al Gioco!” oppure “Rispettiamo il Rugby” ed eventualmente distribuendo dei volantini esplicativi del concetto “Onore al Gioco!” ”Rispettiamo il Rugby”. L’iniziativa “Genitori a bordo campo” è un ottimo esempio di volantino esplicativo.

• Prendendo l’iniziativa e dimostrando agli altri cosa significa “Onore al Gioco!” - ”Rispettiamo il Rugby”, ad esempio ringraziando pubblicamente gli spettatori che lo fanno così gli altri li imiteranno (di solito le persone tendono a fare ciò che li gratifica).

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COME INTERVENIRE QUANDO GENITORI E SOSTENITORI HANNO UN COMPORTAMENTO NON CORRETTO.

Nonostante gli sforzi per educare ad avere un comportamento corretto a bordo campo durante le partite, i genitori e i sostenitori ogni tanto supereranno la linea perchè nessuno di noi riesce ad essere completamente razionale quando si tratta dei propri bambini.

Se i genitori si infastidiscono per una chiamata dell’arbitro o una segnalazione degli ufficiali di gara o agiscono in maniera poco rispettosa, il vostro aiuto a mantenere alta la cultura del rispetto sarà dato dal modo in cui vi relazionerete con loro. Di seguito troverete delle linee guida su come intervenire in questi casi (nota che viene fatto sempre riferimento ai genitori e ai sostenitori dei bambini della vostra squadra e non di quella avversaria perchè interagire con essi potrebbe essere controproducente per il vostro ruolo e per la vostra squadra).

APPROCCIO NON VERBALE. Quando un genitore o un sostenitore si comporta male, porgetegli immediatamente la card o il volantino che vi siete premurati di preparare con su scritto “Onore al Gioco!”/”Rispettiamo il Rugby” e i relativi principi. Non serve aggiungere nulla. Dovete semplicemente fare questo gesto. Molto spesso è sufficiente così.

APPROCCIO CORDIALE. A volte non è sufficiente un approccio non verbale. A questo punto avvicinatevi cortesemente al genitore o al sostenitore dicendogli, ad esempio, “Mi sembra un po’ nervoso”.

Spesso serve a distrarlo cosicchè egli inizierà a parlare con voi invece che continuare a inveire contro l’arbitro. Successivamente potrete ricordargli che è compito di tutti rispettare l’arbitro e gli ufficiali di gara anche se siamo in disaccordo con loro e con gentilezza gli potrete dire: “ Potrebbe aver ragione relativamente a quella chiamata, ma la filosofia della nostra squadra e del nostro club è quella di far onore al gioco e mostrare rispetto per gli arbitri e gli ufficiali di gara, anche se sbagliano.”

Gastone Tempesta

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APPROCCIO CALMO MA FERMO. Purtroppo non con tutte le persone funziona l’approccio gentile. In questi casi dovete essere chiari e impassibili nello spiegare perchè certi comportamenti non vanno bene e non possono essere tollerati e cosa invece ci si aspetta. L’importante è mantenere la calma. Per parafrasare Rudyard Kipling: “Se riesci a mantenerti calmo quando tutti gli altri stanno perdendo la testa otterrai risultati migliori!”. Innervosirsi con un genitore già di per sé infastidito servirà solo ad aggiungere benzina al fuoco. Siate fermi nelle vostre posizioni ma calmi. E se non riuscite a mantenervi calmi, cercate di esserlo il più possibile.

Alcune cose che si possono dire nel caso di insuccesso dell’approccio non verbale o di quello cordiale: • “Ricordatevi che dobbiamo dare il buon esempio ai nostri bambini e “Rispettare il Rugby””.

• “Non è questo il nostro modo di comportarci, non in questa squadra, non in questo club”.

• “Inveire contro l’arbitro o gli ufficiali di gara non è “Rispettare il Rugby”.”

• “Non è un comportamento corretto”.

• “Nel nostro Club non ammettiamo questo tipo di comportamento”.

Mantenete sempre una certa distanza dalla persona in difetto in modo da non dargli la sensazione di aver invaso il suo spazio e magari sentirsi minacciato.

Il vostro scopo è quello di far capire al genitore o al sostenitore che un certo tipo di atteggiamento non è tollerato ma attenzione a non essere frainteso e provocare situazioni ben peggiori. Non mettete mai a rischio la vostra incolumità. Se la persona dovesse diventare offensiva o continuare a comportarsi in maniera scorretta non reagite verbalmente nè fisicamente. Semplicemente allontanatevi, e contattate un membro direttivo del club o l’arbitro stesso, e ditegli cosa sta accadendo così che verranno prese le misure necessarie.

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3 4

L’etica si basa su un’adesione convinta dell’individuo ai valori del gruppo di appartenenza; sul rispetto delle norme che le autorità riconosciute hanno legittimato nel tempo; sull’adozione di quei comportamenti che per cultura, tradizione e consuetudine fanno parte dell’identità del gruppo di appartenenza.

Un codice etico sportivo è espressione della volontà di promuovere uno standard significativo di sportività nello svolgimento delle iniziative motorie e/o ludiche, e di vietare quei comportamenti in contrasto con i valori etici.

L’etica sportiva è un qualcosa che va oltre il normale rispetto delle regole, è un qualcosa che entra nella sfera dei valori fondamentali della persona quali la lealtà, l’equità, la tolleranza e il rispetto reciproco.

Valori della vita che trovano nello sport un modo fantastico per essere spiegati, assimilati e fatti propri dai bambini e dai ragazzi.

Gastone Tempesta

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Le regole dei codici e dei regolamenti risultano essere vuote e sterili se il loro riconoscimento non è anche e necessariamente accompagnato da motivazioni forti e da atteggiamenti coerenti da parte di tutte le persone coinvolte, siano esse giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti sportivi, familiari o spettatori.

Per stigmatizzare e combattere il diffondersi di comportamenti scorretti o sleali non basterà appellarsi ai principi di una qualche carta etica ma se questi principi non verranno vissuti, praticati, spiegati, condivisi, trasmessi e sostenuti, allora quella carta non risulterà inutile e vuota.

Pubblicare chiare linee-guida per definire i comportamenti conformi o non conformi all’etica, e verificare l’applicazione di incentivi e/o sanzioni coerenti e appropriate.

Incrementare la coscienza sull’etica sportiva tramite premi, materiale educativo e opportunità di formazione.

Creare sistemi che premiano i comportamenti eticamente corretti e la progressione personale, oltre che il successo agonistico.

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PUNTI CHIAVE

1 2

L’etica è un complesso di regole e suggerimenti per vivere meglio. Il termine “etica” viene dal greco “ethos” (comportamento).

LE BASI DEL GIOCO DEL RUGBY “Una sera Frank Glasgow si mise al piano e improvvisò una musica per rappresentare il nostro gioco. Frank se ne uscì con questo numero: dum di-da-dum di-da vuum bam! Vuum dum-di-da clicchete-clic bam! Vuum da, ovvero Roberts a Stead che aggira Hunter, poi a Smith che sfonda e trova sostegno in Thompson, Booth, o Wallace largo, oppure, mentre la difesa si raccoglie attorno a Hunter il salto d’uomo da Stead a Smith, poi Gallaher e Casey, O’Sullivan a sostegno, palla a terra, liberata da Fred per Mona/Carabina/Bunny che s’involano lungo la linea laterale.”

Tratto da “Il Libro della Gloria” di Lloyd Jones, storia del primo tour in Europa degli All Blacks originari, “The Originals”, nel 1905.

C.B.

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Il gioco da proporre ai piccoli non è il “rugby in piccolo” ma il “rugby per i piccoli”. Il comune denominatore con il rugby degli adulti è rappresentato dall’utilizzo del medesimo attrezzo, cioè la palla ovale, dai principi e dalle regole fondamentali.

Il rugby è un gioco di squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise, ed è classificato tra i giochi di “invasione”.

La seguente descrizione è contenuta nella prefazione alle Regole del Gioco: “Lo scopo del gioco è di consentire a due squadre di quindici, dieci o sette giocatori ciascuna, di poter segnare il maggior numero di punti possibile, giocando lealmente, rispettando le regole e con spirito sportivo, portando, passando, calciando la palla ed effettuando un toccato a terra. La squadra che segna il maggior numero di punti sarà la vincitrice dell’incontro.”

Questa affermazione cattura appieno l’essenza del gioco. Da un punto di vista operativo, essa dà origine a quattro semplici obiettivi da perseguire per avere successo.

1.

2.

3.

4.

Conquistare la palla.

Far avanzare la palla verso la linea di meta avversaria.

Mantenere il possesso della palla il più a lungo possibile Quando la palla è in mano avversaria, cercare di riconquistarla.

Una squadra deve diventare abile in tutti questi quattro aspetti del gioco per avere successo e soddisfazione.

Gastone Tempesta

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i principi del gioco di squadra I principi del gioco sono le basi del gioco che non cambiano mai.

Questi principi si applicano all’attacco e alla difesa e a tutte le versioni del gioco – dal touch/tag rugby a quello di contatto, da quello a 7 a quello a 15 giocatori, dai bambini agli adulti e dal rugby locale a quello internazionale.

I principi del gioco sono generalizzazioni che coprono la maggior parte delle situazioni sulle quali si basa il rugby.

Tali principi forniscono semplici linee guida sulle quali una squadra dovrebbe basare il proprio gioco e una lista di controllo per gli allenatori con cui analizzare la prestazione della loro squadra.

Per raggiungere i quattro obiettivi della squadra, è essenziale che sia i giocatori che gli allenatori capiscano e si impegnino a rispettare i seguenti principi del gioco: AVANZARE. Ogni volta che un giocatore riceve la palla dovrebbe agire in modo da far avanzare la palla verso la linea di meta avversaria. Spesso una squadra otterrà il possesso della palla e perderà terreno prima della successiva interruzione del gioco. È difficile avanzare se si inizia con un possesso debole derivante da mischie e rimessa laterale, ma l’errore più comune fatto dal possessore di palla, nel mettere in pratica questo principio, è scappare dagli avversari, piuttosto che correre verso di loro. Se invece si avvicina alla difesa con decisione, può continuare ad avanzare e successivamente rendere la palla disponibile per i propri compagni di squadra.

SOSTEGNO. Ogni giocatore tiene la palla per un periodo molto limitato di tempo, per cui ciò che viene fatto durante il resto della partita è molto importante. Bisogna sostenere il portatore di palla e lavorare per arrivare in una posizione dove ci si può 66

allenare il MiniRugby

reinserire nel gioco. I giocatori dovrebbero agire per fornire supporto al portatore di palla da entrambi i lati e, in particolar modo, da dietro, nell’asse. Un buon sostegno fornisce maggiori opportunità, alla squadra in possesso, di palla di dare continuità alla fase di attacco. Tuttavia esso presuppone un atteggiamento positivo (voglia di essere coinvolti nel gioco) e una buona forma fisica.

CONTINUITÀ. Una volta che una squadra sta avanzando con il sostegno al portatore di palla, l’unico altro requisito di attacco è mantenere viva la palla cosicché possa essere guadagnato più terreno. Per raggiungere la continuità i giocatori dovrebbero avere la capacità di passare, afferrare, correre, evadere, calciare e riunirsi, rendere la palla disponibile, stare in piedi, formare ruck e maul.

PRESSIONE. Nella squadra avversaria la difesa deve negare agli attaccanti tempo e spazio. Pur senza essere vicini alla zona di placcaggio, tutti i giocatori della squadra non in possesso di palla possono comunque mettersi in una posizione tale da rendere più difficile lo sviluppo dell’azione alla squadra in possesso di palla, condizionandone e limitandone le scelte disponibili. La pressione può inoltre essere applicata nell’area di “contesa” della palla, rendendo difficile per l’altra squadra acquisire un possesso palla di buona qualità.

I principi del rugby sono supportati e mantenuti con una buona COMUNICAZIONE tra i giocatori. Considerata la continua evoluzione del gioco in cui i tempi di azione e reazione sono sempre più brevi, la comunicazione tra i giocatori sta assumendo sempre maggiore importanza, tale da poter essere di fatto equiparata agli altri principi di gioco. Per una squadra che non utilizza o utilizza male la comunicazione tra i giocatori ci saranno maggiori difficoltà per conseguire gli obiettivi desiderati.

Gastone Tempesta

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Nel tentativo di raggiungere lo scopo del gioco, le squadre ed i singoli giocatori possono giocare in molti modi diversi, nel rispetto delle regole e comunque sempre con i principi del gioco in testa.

Durante la pratica degli allenamenti e la partita questi principi, in particolare con i principianti e i bambini, dovrebbero essere sempre rafforzati.

I principi di gioco possono tradursi in semplici comandi facilmente comprensibili dai giocatori che l’allenatore può utilizzare per dare delle indicazioni, sia verso un singolo giocatore (esempio: Avanza! oppure Sostieni!) che rivolte all’intero gruppo (esempio: Avanziamo! oppure Sosteniamo!).

La tabella che segue illustra la progressione didattica nell’introdurre i principi di gioco ai bambini: Under 8

Avanzare – Sostenere

Under 10

Avanzare - Sostenere - Continuità

Under 12

Conquista del possesso - Avanzare - Sostenere - Continuità

In ogni fase di gioco, sia in attacco che in difesa, il giocatore deve attuare almeno uno dei principi del gioco.

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allenare il MiniRugby

PRINCIPI DEL GIOCO IN ATTACCO In ordine sequenziale i principi dell’attacco sono: 1.

2.

3.

4.

5.

guadagnare il possesso della palla utilizzare la palla per guadagnare terreno e per creare spazio sostenere il portatore di palla mantenere la continuità esercitare pressione per segnare punti

Un alto livello di comunicazione unisce assieme tutti questi principi.

I PRINCIPI DEL GIOCO IN DIFESA In ordine sequenziale i Principi della difesa sono: 1.

2.

3.

4.

5.

avanzare sostenere i compagni di squadra fare pressione conquistare la palla attaccare

La comunicazione e l’abilità di fare placcaggi efficaci sono le componenti essenziali della difesa.

Il seguente diagramma di flusso riassume i principi di gioco sia nella fase di attacco che in quella di difesa.

Gastone Tempesta

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ATTACCO Conquista del POSSESSO della palla AVANZARE

Offrire SOSTEGNO Perdita del Possesso

DIFESA

Mantenere la CONTINUITA’ AVANZARE Applicare PRESSIONE Offrire SOSTEGNO Segnare Punti Applicare PRESSIONE Riconquista del POSSESSO della palla

Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare

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Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare Comunicare

PUNTI CHIAVE PER ALLENARSI NELLA FASE DI ATTACCO GUADAGNARE POSSESSO: per guadagnare il possesso della palla, la squadra deve essere competente nella tecnica individuale, tecnica dei singoli ed avere le competenze necessarie in mischia, rimessa laterale, calcio di inizio, calcio di liberazione e calcio di rinvio.

Ciò comprende le competenze collettive per ciascuno di questi elementi, nonché le capacità individuali di prendere, recuperare e calciare la palla.

AVANZARE: proprio perchè la meta è davanti a noi ed i passaggi, che si eseguono all’ indietro, ci fanno perdere terreno, ogni giocatore deve saper avanzare con il pallone. L’obiettivo, generale e principale, è quello di avanzare e ci sono modi diversi per raggiungerlo; dritto per dritto, cambiare l’angolo di corsa con velocità, con un altro giocatore etc.

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allenare il MiniRugby

Tuttavia ad un certo punto ci sarà il contatto fisico ed ognuno dovrà provare a continuare ad avanzare con tutto il corpo. Specifiche competenze devono essere sviluppate per gestire le situazioni di contatto, in modo da creare altre opzioni oltre a quella di andare a terra.

SOSTEGNO: l’attacco prosegue attraverso il sostegno dei compagni di squadra che si posizionano con profondità al fine di: • • • •

Fornire le opzioni al portatore di palla Comunicare le opzioni Utilizzare lo spazio Fornire continuità

Essere un sostenitore è il ruolo più comune nel gioco. E’ importante, per essere efficace, saper lavorare “senza la palla”.

CONTINUITÀ: se la difesa impedisce la continuità dell’attacco sarà necessario: • coinvolgere l’opposizione con l’aiuto del vostro sostegno • mantenere il possesso mentre si avanza • utilizzare lo spazio che si verrà a creare Lo sviluppo di una ruck o del maul crea una linea di fuorigioco dando così più tempo e più spazio per gestire l’attacco. Se la difesa non contesta la ruck o il maul l’attacco può andare avanti fino a segnare una meta.

PRESSIONE: pressione si verifica quando la squadra attaccante è in grado di: • utilizzare il possesso per andare avanti.

• mantenere il possesso con un sostegno efficace fino a segnare.

La pressione può essere esercitata in qualsiasi parte del campo.

Gastone Tempesta

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PUNTI CHIAVE PER ALLENARSI NELLA FASE DI DIFESA

AVANZARE: ridurre il tempo e lo spazio disponibile alla squadra in possesso di palla, limitandone e condizionandone le opzioni di gioco disponibili.

SOSTEGNO: in ogni situazione ogni giocatore deve conoscere e comunicare il proprio ruolo all’interno del modello difensivo della squadra.

Pressione: la pressione si crea con una squadra avanzante ed aiutata da placcaggi efficaci.

Riguadagnare Possesso: riguadagnare il possesso con: • •

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placcaggi efficaci giocatori in sostegno per recuperare la palla

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squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise, ed è classificato tra i giochi di “invasione”.

Lo scopo del gioco è di consentire a due squadre di quindici, dieci o sette giocatori ciascuna, di poter segnare il maggior numero di punti possibile, giocando lealmente, rispettando le regole e con spirito sportivo, portando, passando, calciando la palla ed effettuando un toccato a terra. La squadra che segna il maggior numero di punti sarà la vincitrice dell’incontro.

Quattro semplici obiettivi da perseguire per avere successo.

1. Conquistare la palla.

2. Far avanzare la palla verso la linea di meta avversaria.

3. Mantenere il possesso della palla il più a lungo possibile.

4. Quando la palla è in mano avversaria, cercare di riconquistarla.

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I principi del gioco sono le basi del gioco che non cambiano mai. Questi principi si applicano all’attacco e alla difesa, e a tutte le versioni del gioco, e sono generalizzazioni che coprono la maggior parte delle situazioni sulle quali si basa il rugby.

I principi del rugby sono supportati e mantenuti con una buona comunicazione tra i giocatori.

Durante la pratica degli allenamenti e la partita questi principi, in particolare con i principianti e i bambini, dovrebbero essere sempre rafforzati.

I principi di gioco possono tradursi in semplici comandi facilmente comprensibili dai giocatori che l’allenatore può utilizzare per dare delle indicazioni.

Per raggiungere i quattro obiettivi è essenziale che sia i giocatori che gli allenatori capiscano e si impegnino a rispettare i seguenti principi del gioco: avanzare, sostegno, continuità e pressione.

Gastone Tempesta

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PUNTI CHIAVE

1

Il rugby è un gioco di

IL RUOLO DELL’ALLENATORE “C’è una verità elementare... quando ti impegni con serietà e a fondo, infinite cose succedono, cose che altrimenti non sarebbero mai accadute...

Una corrente di eventi ha inizio... che nessuno avrebbe sognato potessero cominciare.

Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala.

Il coraggio ha in sé genio, potere e magia.

Incomincia adesso.”

Johann Wolfgang von Goethe, scrittore, poeta e drammaturgo tedesco

C.B.

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allenare il MiniRugby

Volendo semplificare, il ruolo dell’allenatore è di PIANIFICARE obiettivi, destinatari e metodi, ESEGUIRE quanto pianificato, CONTROLLARE gli effetti del lavoro eseguito e AGIRE intraprendendo azioni migliorative per porre rimedio a obiettivi non centrati.

E’ un processo continuo e in costante evoluzione volto allo sviluppo delle competenze dell’allenatore e al miglioramento della performance dei giocatori.

Questo processo è conosciuto come “Ruota di Deming” o “Modello PDCA” (Plan/Pianificare, Do/Eseguire, Check/Controllare e Act/Agire) ed è stato alla base della filosofia industriale giapponese conosciuta come Kaizen (KAI = cambiamento, miglioramento e ZEN = buono, migliore). Esso è la rappresentazione visiva di un ciclo “virtuoso” di miglioramento continuo che ai giorni nostri si applica in qualsiasi campo e a qualsiasi livello.

L’applicazione ripetuta del PDCA porta al raggiungimento di qualsiasi obiettivo ma va tuttavia ricordato, e dovrebbe essere sempre tenuto a mente, che qualunque processo di miglioramento non avviene per caso nel corso di una notte e senza azione alcuna, ma esso si realizza in fasi, nel tempo, seguendo un piano, e soddisfacendo tre condizioni essenziali: • SAPERE, inteso come disponibilità a conoscere; • VOLERE, inteso come volontà ad approfondire; • FARE, inteso come disponibilità ad investire.

PDCA inizia con… P. Pertanto, non è possibile fare PDCA senza la P, ma neanche senza la D, la C o la A. Per migliorare bisogna avere un piano, provare, sbagliare, capire l’errore, apportare i correttivi, riformulare il piano, riprovare, risbagliare ecc. Solo così si imparerà e si migliorerà, anche se può sembrare di avere già fatto tutto il possibile.

Allenando non si finisce mai di apprendere e, in quasi tutti i casi, il processo d’apprendimento non è mai terminato.

Gastone Tempesta

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E, se non avremmo paura di chiedere consigli o di farsi aiutare da una buona guida, questo faciliterà il processo e alla fine si sbaglierà sempre di meno e si diventerà sempre più bravi.

Inoltre GLI ALLENATORI ESPERTI SONO “LADRI DI IDEE”. Un allenatore va ad ascoltare una conferenza o partecipa ad un corso, oppure va a vedere una seduta di allenamento di un collega, anche se sa che può apprendere un solo concetto nuovo, o anche per decidere che non si è d’accordo con ciò che viene proposto. “OSSERVATE, OSSERVATE, OSSERVATE”, NELLA PEGGIOR DELLE IPOTESI AVRETE IMPARATO QUALCOSA IN PIÙ.

Il modello PDCA è presente in tutte le aree della nostra vita personale e professionale, e viene utilizzato continuamente, formalmente o informalmente, coscientemente o meno, in qualunque cosa noi facciamo. Esso può essere utilizzato per sviluppo delle competenze dell’allenatore e il miglioramento della performance dei giocatori sia per obiettivi di medio/lungo periodo (ad esempio un programma annuale o un macro ciclo) che per obiettivi a breve (ad esempio una singola sessione di allenamento o anche un singolo esercizio all’interno di una sessione di allenamento).

Ogni attività, sia essa semplice o complessa, ricade sotto questo schema senza fine, come una ruota che continua a girare diretta verso il miglioramento.

NT CO

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determinare obiettivi e destinatari determinare metodi per raggiungere gli obiettivi impegnarsi nell’istruzione e nella formazione

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controllare gli effetti

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Intraprendere azioni appropriate epr porre rimedio ad eventuali obiettivi non centrati

svolgere il lavoro

allenare il MiniRugby

Essere un allenatore efficace, in particolare modo con le squadre del mini rugby, richiede molte competenze perché ci viene richiesto di ricoprire numerosi ruoli tra cui quelli di: • INSEGNANTE, rendendo semplici le cose più difficili.

• PIANIFICATORE, redigendo programmi integrati che includono allenamenti, partite, preparazione fisica, tecnica, tattica, psicologica, carichi di lavoro e intensità, etc.

• MOTIVATORE, incluso insegnare ai giocatori a prendersi le proprie responsabilità.

• GESTORE DEL TEMPO, pianificando le sessioni di allenamento e governando i tempi di routine, delle dimostrazioni, delle spiegazioni e dei commenti, etc.

• CONSIGLIERE, creando empatia con i giocatori.

• COMPETENTE, avendo completa conoscenza del gioco del rugby e delle regole che lo governano.

• COMUNICATORE, istituendo un processo bidirezionale di ascolto e comunicazione verbale e non con i giocatori.

• COLUI CHE DEFINISCE I PROPRI OBIETTIVI E SUPPORTA I GIOCATORI NELLA DEFINIZIONE DEI LORO, assicurandosi che tali obiettivi siano specifici, misurabili, raggiungibili, realistici, temporalmente definiti, elastici e ripetibili.

• CREATORE DI UN AMBIENTE DI CRESCITA DI SUCCESSO, concentrandosi su ciò che si può controllare, capendo le esigenze del singolo e del gruppo.

Una ricerca realizzata negli Stati Uniti e in Canada da John Salmela dell’Università di Ottawa (Canada) tra ventuno allenatori d’alto livello di sport di squadra riporta quelle competenze che gli allenatori si riconoscono e da cui ogni tecnico potrebbe iniziare una prima riflessione per identificare quelle che percepisce come suoi punti di forza da quelle che avverte come meno sviluppate.

Al di là del contenuto delle competenze che si riconoscono, si può evidenziare come ognuna di queste potrebbe tradursi con facilità in un

Gastone Tempesta

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obiettivo di miglioramento qualora si avvertisse una carenza in quello specifico ambito: • Sentirsi impegnati ad acquisire e ampliare nuove tattiche e strategie da inserire nel proprio repertorio di allenamento.

• Non smettere mai di auto valutarsi e di fare aggiustamenti quando è necessario.

• Maturare come allenatore richiede tempo. E’ necessario essere pazienti e onesti con se stessi.

• Sapere che solo perché qualcosa ha funzionato negli ultimi tre anni non fornisce garanzie che continui a farlo nel prossimo futuro. E’ necessario sapere valutare e adattare il proprio approccio e le strategie.

• E’ importante saper lavorare duro e bisogna saperlo accettare.

• Bisogna essere consapevoli che per diventare esperti ci vorranno molte più ore di quelle che si era previsto.

• Non bisogna voler emulare lo stile di allenamento di altri, solo perché hanno avuto successo.

• Bisogna trovare uno stile di allenamento che rispetti la propria personalità e consenta di esprimersi al proprio massimo.

• Bisogna saper aiutare i giocatori a identificare e raggiungere i loro obiettivi.

• Bisogna essere sinceramente interessati allo sviluppo sportivo e personale dei propri giocatori.

• Bisogna sapersi conquistare il rispetto dei giocatori, essendo di esempio nel rispettarli.

• Bisogna mostrare con i giocatori un atteggiamento professionale.

• Bisogna saper creare un ambiente che sia percepito dai giocatori come educativo, supportivo, divertente e sfidante.

• Bisogna comunicare ai giocatori in maniera chiara le proprie aspettative, i pensieri e le convinzioni.

• Bisogna saper pianificare in anticipo le reazioni e le risposte, così da poter comunicare con i giocatori più efficacemente.

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allenare il MiniRugby

• Bisogna permettere ai giocatori di esprimere le loro opinioni senza che si sentano intimiditi.

• Bisogna sapere che la decisione finale spetta all’allenatore.

Dalla ricerca emerge inoltre che tutti gli allenatori hanno trascorsi sportivi, non necessariamente nella disciplina in cui hanno poi avuto successo come allenatore. La qualità che li ha sempre contraddistinti è stata la passione per lo sport e la capacità di condurre gli altri. Pochi sono stati dei “campioni”, e questo si spiega nel fatto che il gesto di grande automatizzazione è difficilmente percepito in modo cosciente e va trasmesso agli altri attraverso l’allenamento. Inoltre, molto forte è la reazione di competizione da parte di chi non avendo raggiunto un alto livello come giocatore, cerca di farlo come allenatore.

La caratteristica comune a tutti questi allenatori è la presenza nella fase di sviluppo di un mentore, un maestro da cui sono stati influenzati per la sua capacità e dedizione all’insegnamento.

Gastone Tempesta

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che tipo di allenatore voglio essere?

Poniamoci le seguenti domande e riflettiamo sulle nostre risposte: • Perchè i bambini scelgono questo club?

• Perchè ho deciso di allenare questa categoria?

• Cos’è per me un allenatore di successo e cosa significa per i miei bambini?

• Sono un allenatore autocratico che si concentra solo sulla teoria o un allenatore che si interessa soprattutto ai giocatori ponendo loro dei quesiti e coinvolgendoli nel gioco?

• Il risultato di una partita è così importante per me per essere un allenatore di successo?

• E’ importante per me che tutti i giocatori della mia squadra raggiungano il loro potenziale?

• Dove li vedo i miei giocatori il prossimo anno o tra 5 o 10 anni?

• Come organizzo le mie sessioni di allenamento – qual è il focus, lo sviluppo individuale o quello della squadra? Accade spesso che un giocatore sia notevolmente migliore di un altro?

• Riesco a infondere ai miei giocatori i valori base del gioco mantenendo alto lo spirito e le tradizioni che fanno del rugby un gioco così speciale e unico?

• Pensandoci bene, c’è qualcosa che potrei cambiare per aiutare i miei giocatori a crescere?

Nel rispondere a queste domande ci sarà più chiara la nostra filosofia di allenamento, qual è il nostro ruolo e come intendiamo interagire con i giocatori.

Mentre ogni allenatore ha le sue personali motivazioni per allenare, lo scopo di tutti gli allenatori è abbastanza semplice: aiutare i giocatori ad imparare cosa è meglio per loro. Allenare significa formare un giocatore, dargli l’opportunità di crescere e svilupparsi come persona. Come allenatore, abbiamo il dovere di aiutare i nostri giocatori a raggiungere 80

allenare il MiniRugby

il loro pieno potenziale. Ciò significa che dovremmo preparare i nostri giocatori a gareggiare e, soprattutto, a raggiungere i loro obiettivi.

Gli allenatori si differenziano a seconda di come lavorano con i giocatori e su cosa dirigono la loro attenzione, su quanta responsabilità concedono ai giocatori nel processo decisionale e quanto si concentrano sugli obiettivi dei giocatori. Il tipo di allenatore che decidete di essere dipende dalla vostra filosofia, dalla comprensione che avete di come apprendono i giocatori, da come voi stessi siete stati allenati e dai vostri obiettivi.

Possiamo individuare tre tipi di allenatori: gli allenatori autoritari, gli allenatori rilassati e gli allenatori cooperativi.

L’ALLENATORE AUTORITARIO prende tutte le decisioni senza alcun contributo da parte dei suoi giocatori. Con questo atteggiamento potrete insegnare ai giocatori a rispettare gli ordini ma non necessariamente li aiuterete a sviluppare capacità di pensiero e qualità personali. Inoltre, poichè solo una persona prende le decisioni, i giocatori potrebbero ribellarsi contro di voi e non rispettare le vostre richieste. Ai giocatori viene detto cosa fare, ma non sempre il motivo per cui lo stanno facendo.

Quando ho iniziato, ero un allenatore autoritario. Dato che non avevo esperienza come educatore (non sono un insegnante) pensavo che l’unico modo per gestire una squadra fosse quello di prendere tutte le decisioni, senza alcun contributo da parte dei giocatori. Pensavo di sapere cosa fosse meglio per loro e volevo semplicemente che facessero quello che dicevo. Questo approccio ha funzionato fino ad un certo punto, ovvero finché i giocatori hanno iniziato a chiedersi perché stessero facendo certi esercizi. Allora ho capito che non potevo essere sempre un allenatore di questo tipo.

Gastone Tempesta

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L’ALLENATORE RILASSATO sostanzialmente accetta che siano i giocatori ad impostare il programma. Questo è l’atteggiamento più facile da adottare e quello preferito dai giocatori; è usato da allenatori che non hanno molta esperienza. Tuttavia, il problema principale di questo atteggiamento è che i giocatori non miglioreranno molto a causa della mancanza di direzione e di allenamento da parte dell’allenatore, che finisce per essere più un supervisore che un insegnante.

Qualche volta ho assunto questo atteggiamento, lasciando che fossero i giocatori a gestire parte dell’allenamento, ma solo se percepivo la richiesta come una volontà dei giocatori di fare qualcosa per migliorarsi e, in ogni caso, controllando l’attività che i giocatori stavano realizzando per verificare che cercassero di realizzare gli obiettivi per cui si era deciso di operare in tale maniera.

L’ALLENATORE COOPERATIVO permette alla squadra di partecipare al processo decisionale, guidandola con le sue scelte.

Questo atteggiamento è molto apprezzato dai giocatori perché possono prendere parte al processo decisionale e avvicinare l’allenatore se hanno domande o preoccupazioni.

I giocatori lavoreranno più duramente per raggiungere gli scopi stabiliti dalla squadra, mostreranno più rispetto e saranno più interessati ad ascoltare se sapranno che l’allenatore è veramente interessato alle loro opinioni. Tuttavia, per essere un allenatore cooperativo, dovrete avere abilità ed equilibrio per sapere quanto spazio lasciare ai giocatori nel prendere le decisioni, perché non tutti i giocatori riescono ad abbandonare il loro punto di vista personale per assumere quello della squadra.

Questo è l’approccio che ho usato di più. Dopo essere stato un allenatore autoritario e aver partecipato a molti seminari per allenatori ho iniziato a pensare come un giocatore.

Se fossi un giocatore, vorrei capire perché mi viene chiesto di fare determinate cose, così ora chiedo ai giocatori perché hanno fatto certe scelte di gioco e non altre. Loro capiscono che lo faccio per

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allenare il MiniRugby

il loro interesse e perché voglio che migliorino. Credo che essere un allenatore cooperativo sia il modo migliore per dimostrargli tutto ciò.

In passato ci si aspettava che gli allenatori fossero più autoritari.

In molti casi, quello era il modo in cui loro stessi erano stati allenati e di conseguenza adottavano lo stesso atteggiamento. Al giorno d’oggi, i giocatori sono incoraggiati a chiedere “perché”. Questa è una buona cosa perché gli si permette di partecipare alla creazione dell’esperienza del gioco.

Non esiste un atteggiamento più giusto e come allenatore dovrete trovare un equilibrio tra i vari atteggiamenti.

Un buon allenatore si comporterà in questi tre modi a seconda dei vari momenti. Per esempio potreste essere autoritario se la squadra non si concentra e ha bisogno di essere rimessa in carreggiata oppure rilassato quando il morale della squadra ha bisogno di essere sollevato.

L’atteggiamento cooperativo va bene per insegnare nuove abilità, la capacità di prendere decisioni e quella di risolvere i problemi.

Tuttavia, ognuno può decidere che allenatore vuole essere in ciascuna di queste situazioni o comunque a seconda del caso.

La tabella a pagina 84 mette a confronto i tre tipi di allenatore.

Gastone Tempesta

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AUTORITARIO

RILASSATO

COOPERATIVO

Filosofia

Concentrato sulla vittoria

Nessuna enfasi

Concentrato sul giocatore

Obiettivi

Obiettivi di esercizio

Nessun obiettivo

Obiettivi di esercizio e sociali

Processo decisionale

L’allenatore prende Il giocatore prende tutte le decisioni le decisioni

Le decisioni sono guidate dall’allenatore ma condivise

Stile di comunicazione

Dire

Ascoltare

Dire, chiedere, ascoltare

Sviluppo della comunicazione

Poco o nessuno

Nessuno

Alto

Significato della vittoria

Giudicato dall’allenatore

Non definito

Giudicato dal giocatore e dall’allenatore

Sviluppo del giocatore

Poca o nessuna fiducia nel giocatore

Fiducia non dimostrata

Fiducia nel giocatore

Motivazione

A volte

Mai

Sempre

Strutture dell’Allenamento

Immutabili

Nessuna

Mutabili

Essere un giocatore è molto più che semplicemente essere portati per il rugby. I giocatori devono sopportare la pressione, sapersi adattare ai cambiamenti, continuare a vincere e a perdere in prospettiva, mostrare disciplina e mantenere la concentrazione per giocare bene. Se troverete un equilibrio tra i vari atteggiamenti citati, darete fiducia ai giocatori e li aiuterete ad aumentare la loro autostima e motivazione. I giocatori non sono motivati dalla paura ma dal desiderio di realizzazione personale, perciò dovrete avere il controllo sia su di voi stesso che su di loro.

Gli allenatori che si ispirano principalmente all’approccio “Cooperativo” vengono identificati come allenatori “concentrati” sul giocatore.

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allenare il MiniRugby

L’allenatore concentrato sul giocatore Proviamo a pensare alle tipologie di allenatore come ad uno spettro.

Ad una estremità dello spettro c’è l’allenatore concentrato su sé stesso (quello autoritario), all’altra c’è l’allenatore concentrato sul giocatore (quello cooperativo). Il primo vuole raggiungere i suoi obiettivi, che sono spesso basati sul risultato. Usa il controllo, istruzioni dirette e spesso un atteggiamento del tipo “vincere a tutti i costi” per raggiungerli.

L’allenatore concentrato sul giocatore, invece, mette al centro dell’allenamento le necessità dei giocatori. È interessato allo sviluppo del giocatore e alla formazione di giocatori indipendenti.

ALLENAMENTO CONCENTRATO SULL’ALLENATORE

ALLENAMENTO CONCENTRATO SUL GIOCATORE

Dire

Chiedere

Obiettivi dell’allenatore

Obiettivi del giocatore

Vincere a tutti i costi

Sviluppo del giocatore

Il tipo di allenatore che deciderete di essere influenzerà gli obiettivi che stabilirete, i metodi che utilizzerete, quanta libertà e responsabilità attribuirete ai vostri giocatori e il tipo di ambiente che creerete.

Gastone Tempesta

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La tabella sottostante presenta alcune delle caratteristiche generali di entrambi i tipi di allenatore: ALLENAMENTO CONCENTRATO SULL’ALLENATORE

ALLENAMENTO CONCENTRATO SUL GIOCATORE

Dà istruzioni – dice ai giocatori cosa fare

Fa domande e li aiuta a trovare le soluzioni

Determina la direzione e gli obiettivi della squadra

Aiuta i giocatori e la squadra a fissare gli obiettivi

Si concentra sulla vittoria e sul raggiungimento dei suoi obiettivi

Si concentra sullo sviluppo e sul raggiungimento degli obiettivi del singolo e della squadra

Esige che i giocatori rispettino le sue istruzioni durante le partite

Forma giocatori consapevoli, capaci di prendere decisioni e di correggersi

Ha un atteggiamento del tipo “vincere a Prova a sviluppare il giocatore da tutti i tutti i costi” punti di vista: fisico, mentale e sociale Vede i giocatori come un tutt’uno con le stesse esigenze

Vede i giocatori come un insieme di individui con esigenze diverse

Gli allenatori dovrebbero cercare di formare giocatori indipendenti, ovvero persone in grado di criticare la propria prestazione, di prendere decisioni e correggere gli errori senza affidarsi a loro. Dopotutto, nel corso di una partita, c’è poco che l’allenatore possa fare. Sono i giocatori quelli che giocano, il vostro ruolo come allenatore è quello di prepararli cosicché possano essere indipendenti.

Molte persone pensano che un allenatore, per essere considerato di successo, debba sempre vincere. Anche se il successo nelle competizioni è un fattore importante per molti allenatori, quelli veramente bravi aiutano i loro giocatori a raggiungere gli obiettivi che si sono posti. Il modo in cui allenerete dipende da come definirete il concetto di successo.

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allenare il MiniRugby

DEFINIRE IL SUCCESSO Come definire il successo? Un allenatore concentrato sui giocatori non si basa solo sui risultati per determinare il suo livello di successo, o quello dei suoi giocatori. Come allenatore dovreste misurare il vostro successo basandovi su come state svolgendo il vostro compito: assistere i giocatori nell’apprendimento e nella crescita. Non importa quanti trofei vincerete, ma quanti dei vostri giocatori sono in grado di raggiungere il loro potenziale. E quand’è che i giocatori hanno successo? Quando stanno raggiungendo i loro obiettivi e quelli della squadra.

PERCHÉ METTERE AL CENTRO IL GIOCATORE? Il gioco del rugby si basa sulle persone che vi prendono parte: i giocatori.

Un approccio orientato ai giocatori si concentra sul raggiungimento dei loro obiettivi, sulla creazione di un ambiente positivo per l’apprendimento, sulla soddisfazione delle loro necessità, e mette al primo posto lo sviluppo generale dei giocatori se volete che crescano siano indipendenti.

Al contrario, un approccio orientato all’allenatore non si interessa delle esigenze dei giocatori. Spesso la conseguenza è un ambiente negativo in cui l’apprendimento non è al primo posto, per cui lo sviluppo del giocatore passerà in secondo piano rispetto ai risultati, e molti giocatori non riusciranno a raggiungere il loro potenziale. Per fornire ai giocatori il miglior ambiente possibile, un allenatore dovrebbe adottare un approccio orientato a loro.

GLI STRUMENTI DELL’ALLENATORE CONCENTRATO SUI GIOCATORI Ci sono parecchi mezzi e strumenti che potete utilizzare per formare giocatori indipendenti. Il punto di partenza è un ambiente strutturato basato su un obiettivo comune in cui potete capire le esigenze dei vostri

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giocatori e lavorare per soddisfarle. Potete aiutare i vostri giocatori a sviluppare abilità e a prendere decisioni utilizzando una gamma di giochi pensati per l’allenamento, invece di sottoporli a noiosi esercizi per tutto il tempo. Dovreste anche permettere ai giocatori di dire la loro sulla gestione della squadra. Lo sviluppo della comprensione che i giocatori hanno del gioco e le domande sono due importanti mezzi a disposizione di un allenatore che vuole utilizzare questo approccio.

COMPRENSIONE DEL GIOCO È importante che i vostri giocatori capiscano come giocare e che possano prendere decisioni basate sulla loro comprensione. Dovete aiutarli a capire di più del rugby e di loro stessi. Imparerete in modo efficace provando qualcosa e vedendo se funziona, non quando ci viene detto come si deve fare. Se i vostri giocatori avranno paura di sbagliare, rimarranno nella loro “zona sicura” ed eviteranno di provare qualcosa di nuovo; per questo i giocatori devono sapere che sbagliare non è un problema, l’importante è che imparino dai loro errori.

CHIEDERE Fate domande che aiutino i vostri giocatori ad imparare dalle loro esperienze, sia positive che negative. Concentratevi sulle domande “aperte”, cioè quelle che costringono il giocatore a rispondere argomentando, così dovranno pensare e prendere decisioni.

Considerate che le domande aperte iniziano quasi sempre con “Cosa”, “Come”, “Quando”, Dove”, “Chi”, più raramente e contrariamente al linguaggio comune, con “Perché”.

Ecco alcuni esempi di domande utili per aiutare i giocatori ad imparare dalle loro esperienze: • Come erano disposti i giocatori avversari?

• Dov’erano i tuoi compagni?

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• Quali erano le altre opzioni a tua disposizione?

• Cosa hai imparato da quello che è successo?

Resistete alla tentazione di dire ai vostri giocatori cosa fare, piuttosto fate domande e ponete dei problemi che dovrebbero provare a risolvere. Il vostro ruolo di allenatore è di fare domande per aiutarli a trarre insegnamento da ogni esperienza e a capire cos’altro avrebbero potuto fare. Ad esempio, invece di dire come battere un avversario in una situazione di due contro uno, fategli fare un gioco che simuli la situazione e, invece di dire cosa fare, fate domande per aiutarli a trovare la soluzione giusta per loro: • • • • •

Cosa stiamo cercando di fare con questa attività?

Come puoi creare uno spazio per te?

Come puoi “fissare” l’avversario?

Qual è il momento migliore per passare?

Cos’hai fatto le volte in cui hai avuto successo?

Questo approccio è più piacevole per i giocatori e li rende responsabili del loro apprendimento. Se saranno in grado di elaborare una soluzione da soli durante l’allenamento, è più probabile che la utilizzeranno anche durante la partita; se invece volete che i giocatori si limitino ad obbedire durante la partita, la loro prestazione sarà meno fluida perché dovranno prima ricordarsi cosa gli avete detto di fare, sempre che se lo ricordino!

Fare domande ai vostri giocatori li aiuterà a capire meglio la loro prestazione e ad aumentare la consapevolezza. Li coinvolgerete nel processo di apprendimento e darete loro l’esperienza necessaria per prendere decisioni, rendendoli indipendenti.

Molti allenatori sono in grado di assumere un approccio orientato ai giocatori negli allenamenti, programmando sessioni che rispondano alle esigenze dei loro giocatori, facendo domande e concedendogli responsabilità. Il giorno della partita, tuttavia, la pressione della

Gastone Tempesta

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competizione e il desiderio di vincere fa sì che gli allenatori tornino ad essere concentrati su sé stessi. Il giorno della partita è una grande opportunità per lo sviluppo e l’apprendimento dei giocatori e il modo migliore per far sì che sia effettivamente così è mantenere un approccio orientato al giocatore.

COME COMPORTARSI IL GIORNO DELLA PARTITA È importante vedere gli allenamenti e le partite come un unico processo, piuttosto che come due eventi separati. Il lavoro che viene fatto durante l’allenamento dovrebbe condurre alla partita ed essere rafforzato in quel giorno. Dovreste poi riflettere su quanto è accaduto durante la partita e usarlo come base su cui costruire la prossima sessione di allenamento. Per farlo in maniera efficace, dovete comprendere il ruolo dello sviluppo e della vittoria nel rugby.

SVILUPPO VERSO VITTORIA Ci sono due modi di vedere lo scopo della competizione: quello di sviluppare i giocatori e quello di vincere partite e campionati. Saranno la vostra filosofia, gli obiettivi della vostra squadra (o del vostro club) e le necessità di sviluppo dei vostri giocatori a decidere su quale scopo vi concentrerete. Dovete considerare ognuna di queste cose insieme e avere un atteggiamento equilibrato nei confronti dello sviluppo e della vittoria.

L’età e il livello di abilità dei vostri giocatori influenzerà chiaramente la direzione che la vostra attenzione prenderà. Nel mini rugby lo scopo dovrebbe essere lo sviluppo, mentre la vittoria dovrebbe passare in secondo piano. Man mano che i giocatori crescono e maturano, gli sforzi per vincere possono diventare più importanti anche se lo sviluppo del giocatore dovrebbe rimanere sempre in primo piano.

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L’IMPORTANZA DI MANTENERE UN APPROCCIO ORIENTATO AL GIOCATORE È importante mantenere un approccio di questo tipo anche nei giorni della partita, così da allenare in modo coerente. Molti allenatori promuovono la responsabilità di prendere delle decisioni durante gli allenamenti e poi diventano allenatori concentrati su sé stessi il giorno della partita. Se farete così, i tuoi giocatori penseranno che non vi fidate di loro abbastanza da lasciargli prendere le decisioni nel giorno della partita. Di conseguenza, non parteciperanno più al processo decisionale durante l’allenamento perché capiranno che non credete abbastanza nelle loro capacità da concedergli la responsabilità della prestazione durante la gara.

Usando un approccio orientato al giocatore durante la partita farete sì che le necessità dei giocatori non vengano annullate dalla competitività della giornata. Dovreste vedere la competizione come un’opportunità per continuare l’apprendimento e rendere il giorno della partita un’esperienza positiva di sviluppo e di crescita. Tutti i giocatori dovrebbero avere delle opportunità, non solo quelli più forti o più bravi. Assumendo questo atteggiamento, aiuterete i vostri giocatori ad imparare da quello che accade durante la partita e non dovrete criticarli quando sbaglieranno.

Di solito non si riesce a fare domande ai giocatori mentre stanno giocando, quindi come fare per applicare l’approccio orientato al giocatore il giorno della partita? Di seguito discuteremo quattro soluzioni: scegliere un tema per il giorno della partita, stabilire degli obiettivi, usare uno strumento di osservazione e utilizzare strategie di comunicazione efficaci.

1. SCEGLIERE UN TEMA Se sceglierete un approccio a lungo termine per lo sviluppo del giocatore dovrete scegliere dei “temi” su cui i vostri giocatori dovranno lavorare durante

Gastone Tempesta

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le sessioni di allenamento. Questi temi dovrebbero essere appropriati per la loro età e il loro livello di sviluppo e dovrebbero includere tecniche, abilità o principi di gioco quali, per esempio, sostenere, passare, ricevere, placcare, evadere e così via. Un buon modo per collegare gli allenamenti e le partite è quello di utilizzare lo stesso tema in entrambe le occasioni.

Avere un tema per la partita incoraggia i vostri giocatori a concentrarsi su compiti specifici piuttosto che solo sul risultato. Ciò significa che i vostri giocatori cercheranno di usare attivamente quello che hanno imparato nelle sessioni di allenamento settimanale, mentre voi valuterete la prestazione dei vostri giocatori in relazione al tema su cui si sono esercitati. Gli obiettivi stabiliti e gli argomenti su cui discuterete con loro dovranno essere legati ad esso. È importante che il tema non sia una scorciatoia per la vittoria; dovrebbe essere invece un’area che è importante per lo sviluppo dei giocatori. Ciò mantiene il legame con l’allenamento e fa sì che lo sviluppo rimanga l’obiettivo principale per tutta la durata del processo. Una scorciatoia per la vittoria è una strategia o una tecnica che facilita la vittoria ma non aiuta i giocatori a crescere.

2. STABILIRE DEGLI OBIETTIVI Questo è un modo efficace per formare un giocatore. Le squadre dovrebbero avere un obiettivo per la stagione e uno per ogni partita. I giocatori dovrebbero avere anche obiettivi individuali sui quali lavorare.

Per un approccio orientato al giocatore dovreste legare i vostri obiettivi al tema della partita, che dovrebbe essere basato su ciò che i vostri giocatori hanno appreso durante l’allenamento. Ciò aiuterà i vostri giocatori a concentrarsi su quanto hanno imparato e vi permetterà di verificare se c’è stato un miglioramento in quell’ambito. Questi obiettivi sono anche un modo per misurare il successo della

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allenare il MiniRugby

squadra che non dipende dal risultato; anche se perdono la partita, questa sarà stata un successo se ci saranno stati dei miglioramenti nell’ambito su cui hanno lavorato.

3. STRUMENTO DI OSSERVAZIONE Un allenatore è efficace se è in grado di assistere ad una partita e concentrarsi sugli aspetti importanti della prestazione della sua squadra, che non può essere giudicata solo in base al punteggio ottenuto. Bisogna anche considerare quanto bene i giocatori si stanno sviluppando sugli aspetti che sono stati al centro dell’allenamento.

Limitarsi a guardare la partita può portare un allenatore a farsi prendere dall’eccitazione della competizione, mentre per essere efficaci bisogna cercare attivamente l’informazione che ti dirà quanto bene stanno giocando i tuoi giocatori.

Un modo per concentrare la vostra osservazione è quello di utilizzare uno strumento di osservazione, ovvero qualcosa che usate per registrare delle informazioni mirate su come i ragazzi stanno giocando. Gli ambiti su cui vi concentrate dovrebbero essere legati al tema della partita e agli obiettivi per la partita.

Lo strumento dirige la vostra attenzione sugli aspetti importanti della partita ed è un mezzo per registrare cosa vedete.

4. STRATEGIE DI COMUNICAZIONE Gli allenatori influenzano i loro giocatori nel giorno della partita con la loro comunicazione. Spesso vediamo allenatori che “urlano” istruzioni ai giocatori da bordo campo, dicendo loro cosa devono fare per vincere e cercando di controllare la situazione. Anche se non potete fare domande dettagliate e iniziare discussioni di gruppo durante la partita, ci sono altri modi per mantenere la concentrazione sul giocatore.

Se utilizzerete uno strumento di osservazione, non avrete il tempo di “urlare” continuamente istruzioni ai vostri giocatori.

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Ricordate il tema e concentratevi su di esso durante le discussioni di squadra oltre a parlare di cosa si può fare per raggiungere l’obiettivo; ad esempio potete chiedere ai giocatori le loro opinioni e fare in modo che giudichino la loro prestazione prima di criticarli. La comunicazione che usate può aiutare a mantenere un ambiente positivo e aiutare i giocatori nell’apprendimento. Concentrate la vostra comunicazione sul tema del giorno piuttosto di parlare di come fare per vincere la partita.

Le partite sono una grande opportunità per l’apprendimento e lo sviluppo dei giocatori e il modo in cui vi relazionerete con esse determinerà quanto sarete in grado di sfruttare questa opportunità.

Adottare un approccio orientato al giocatore è il modo migliore per raggiungere lo scopo dell’allenatore: aiutare i giocatori a raggiungere il loro potenziale. Create un ambiente positivo in cui la priorità è lo sviluppo del giocatore e aiutate i bambini a diventare giocatori indipendenti. Se sarete coerenti sia durante l’allenamento che durante la partita migliorerete l’esperienza dei vostri giocatori e farete sì che ogni partita sia un’opportunità di apprendimento.

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Allenare significa Comunicare Ci sono molti aspetti della psicologia dello sport, tuttavia niente è più importante per un allenatore di imparare a comunicare con i propri giocatori e capire cosa li motiva ad allenarsi e a competere. Di solito, gli allenatori di successo sono anche bravi psicologi sportivi, ovvero abili comunicatori e motivatori.

Allenare significa comunicare, perché ogni atto dell’allenamento richiede comunicazione. Come allenatore dovrete essere in grado di comunicare efficacemente in moltissime situazioni.

• Insegnare ai giocatori come fare certe cose e dirigere le partite.

• Dialogare con gli arbitri e i direttori di gara.

• Parlare con i genitori o con un membro della famiglia.

La comunicazione è più di un processo a doppio senso, è dimensionale.

La comunicazione comprende mandare e ricevere messaggi, il linguaggio verbale e quello non verbale, le emozioni e i sentimenti contenuti nel messaggio.

• Gli allenatori devono essere tanto bravi a recepire i messaggi quanto a mandarne di chiari e comprensibili. Gli allenatori di successo devono essere ascoltatori attivi e precisi per capire i loro giocatori.

• È essenziale inoltre che gli allenatori conoscano bene la comunicazione non verbale. Si stima che più del 70% della comunicazione sia non verbale. Per questo motivo gli allenatori devono essere consapevoli che i giocatori osservano e copiano costantemente le loro azioni.

• Il contenuto è la sostanza del messaggio e le emozioni e i sentimenti sono l’involucro che la contengono.

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Un buon sistema di comunicazione è quello di comunicare con gli altri come vorreste che loro comunicassero con voi.

Il flusso comunicativo tra voi e i vostri giocatori si compone dei seguenti passi: 1. L’allenatore ha un pensiero che vuole comunicare al giocatore.

2. L’allenatore traduce il pensiero in un messaggio.

3. L’allenatore trasmette il messaggio – verbalmente o non verbalmente.

4. Il giocatore riceve il messaggio.

5. Il giocatore interpreta il significato del messaggio.

6. Il giocatore risponde al messaggio tra sé e sé, oppure esternando il suo pensiero.

La fluidità del flusso comunicativo si basa sulla chiarezza del messaggio e sulla sua comprensione da parte del giocatore.

A volte questo flusso è fluido e altre volte non lo è.

Quando il flusso non è fluido, la comunicazione risulta essere inefficace.

Vediamo quali possono essere i fattori che influenzano la fluidità del flusso: • Il contenuto del messaggio potrebbe non essere adatto alla situazione.

• Il messaggio non comunica adeguatamente le vostre intenzioni.

• Il giocatore non riceve il messaggio.

• Il giocatore non capisce il messaggio.

• Il giocatore travisa il contenuto del messaggio.

• Il messaggio stesso è incoerente.

Il modo migliore per costruire una comunicazione di successo tra giocatori e allenatore è riuscire ad individuare il punto in cui si è interrotto il flusso comunicativo.

Per essere efficaci quando comunicate con i giocatori, l’elemento più importante è la credibilità. Essa si riflette nella fiducia che i vostri giocatori ripongono in voi come loro allenatore. All’inizio i giocatori vi

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credono perché siete l’allenatore, poi avete la possibilità di mantenerla e costruirci qualcosa oppure potete perderla. Una volta persa, è difficile da recuperare.

Come potete costruire la vostra credibilità come allenatore?

• Siate un allenatore equilibrato.

• Per quanto sia approfondita la vostra conoscenza del rugby, abbiate voglia di saperne sempre di più e siate onesti su quello che non sapete.

• Siate affidabili, coerenti e imparziali.

• Esprimete empatia, calore e accettazione nei confronti dei vostri giocatori e del loro livello di sviluppo.

• Siate positivi.

IMPARARE AD ASCOLTARE Le statistiche dimostrano che un ascoltatore inesperto sente meno del 20% della conversazione. La maggior parte di noi rientra in quella categoria. Basse capacità di ascolto causano una rottura nel processo comunicativo: se un giocatore prova più volte a farsi ascoltare da voi senza riuscirci, smetterà di parlarvi. Gli allenatori che non sono bravi ascoltatori spesso hanno molti problemi di disciplina, perché i giocatori smettono di ascoltare il loro allenatore perché lui non ascolta loro, in particolare quando sono dei bambini. I giocatori potrebbero fare un drastico tentativo per attirare la vostra attenzione, comportandosi male o facendo una scenata. La vostra risposta alle opinioni e ai pensieri dei giocatori è importante quando iniziate ad insegnare e ad allenarli.

Per migliorare le vostre capacità di ascolto dovreste: • Riconoscere la necessità di ascoltare.

• Concentrarvi sull’ascolto prestando totale attenzione a quello che vi viene detto.

• Cercare il vero significato di quello che vi viene comunicato.

• Evitare di interrompere i giocatori mentre stanno parlando con voi.

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• Reagire in maniera costruttiva alle emozioni dei giocatori.

• Rispettare il diritto dei giocatori a condividere con voi le loro opinioni, paure, gioie, i problemi e i traguardi.

L’ALLENATORE COME MODELLO Ogni vostra singola azione come allenatore dentro e fuori dal campo sportivo è una forma di comunicazione non verbale. Una delle cose più importanti che comunicate con le vostre azioni è il rispetto, o la mancanza di esso. Come camminate, come vi relazionate con gli altri, i vostri gesti, quello che dite e come lo dite trasmettono il vostro atteggiamento nei confronti dello spirito sportivo, degli altri allenatori e dei giocatori, che sono facilmente influenzabili e tengono il loro allenatore in grande considerazione. Le vostre azioni possono insegnare ai giocatori molto più che le abilità e le regole del rugby: • Date spazio ad elogi e complimenti per rafforzare comportamenti che desiderate vedere ancora.

• Una comunicazione positiva aiuta i giocatori a valorizzare se stessi come individui.

• Siate consapevoli dell’emozione che trasmettete nei vostri messaggi.

• Ponete obiettivi realistici basati sulle capacità di prestazione atletica dei giocatori e prestate attenzione al loro comportamento emotivo e sociale.

• Siate coerenti.

• Mantenete la parola data.

• Siate quel bravo allenatore che dite di essere.

RINFORZO POSITIVO E COMPLIMENTI Quando viene usato nel modo giusto, il rinforzo è uno degli strumenti comunicativi principali di un allenatore di successo, che lo dovrebbe

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allenare il MiniRugby

utilizzare per elogiare un giocatore quando gioca bene o per far smettere un comportamento che non gli piace. Il rinforzo è relativo e non assoluto. Perché funzioni, un allenatore deve usarlo in modo coerente e sistematico, perché se non sarete coerenti, i vostri giocatori potrebbero avere comportamenti contraddittori, proprio come voi. Se non sarete sistematici, manderete messaggi confusi ai vostri giocatori.

COMUNICARE E CORREGGERE GLI ERRORI • Un’abilità alla volta. Correggete solo un’azione o un movimento alla volta.

• Chiedete prima di correggere. Date ai giocatori la possibilità di spiegare cosa credono di aver fatto, facendoli sentire parte del processo.

• Trovate il motivo. La causa di un errore potrebbe essere qualcosa che non vedete, perciò ancora una volta chiedete loro cos’erano convinti di fare.

• Date informazioni costruttive. Evitate di parlare troppo di quello che “è sbagliato” e concentratevi di più su “come farlo giusto”.

Aiutate i vostri giocatori a tirarsi su, invece di abbatterli.

• Fate i complimenti prima di correggere. Cominciate con un commento positivo su qualcosa che il giocatore sta facendo bene, così da guadagnarvi la loro attenzione e fiducia. Solo allora potrete dare istruzioni costruttive. Siate concisi e andate dritto al punto, dopodiché ricordatevi di incoraggiarli e di complimentarvi con loro nuovamente.

FARE I COMPLIMENTI Elogiare i giocatori non è così facile come sembra. Qui di seguito ci sono alcuni suggerimenti per complimentarsi con loro.

• Elogiate la prestazione, non il risultato;

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bers of As megmby family the ru

: S Y A W L WE A

Support positively and applaud good play.

Respect officials and opposition players.

Remember that children are playing to have fun.

Behave as good role models on the touchline.

Congratulate the opposition and make their supporters welcome.

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allenare il MiniRugby

2

3

I genitori devono saper dare alla pratica sportiva dei loro figli la giusta collocazione all’interno di un percorso di maturazione personale, mettendo in evidenza i valori della partecipazione, dell’impegno e della solidarietà ed insegnando ai propri figli che sia le vittorie che le sconfitte permettono di crescere, imparando a riconoscere i propri limiti.

4 5

Durante lo svolgimento delle competizioni, il genitore deve assumere atteggiamenti e comportamenti coerenti con i principi del codice di etica sportiva, ricordando che le figure adulte di riferimento rappresentano un fondamentale modello di comportamento.

I genitori hanno il dirittodovere di essere costantemente informati in modo chiaro e trasparente sia in merito ai comportamenti dei figli durante l’attività sportiva, sia in merito alle decisioni tecniche e mediche che riguardano la pratica sportiva.

I genitori devono essere attenti a non proiettare sui figli le proprie aspettative di successo: lo sport non è da considerarsi un palcoscenico, ma un modo per socializzare ed imparare a stare con gli altri. I genitori non devono sovraccaricare i figli della responsabilità di vincere: “per un genitore, un figlio vince comunque”.

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PUNTI CHIAVE

1

I genitori hanno il compito di avvicinare i propri figli allo sport, promuovendo un’esperienza sportiva che sappia valorizzare le loro potenzialità, sia rispettosa delle loro esigenze e dei loro particolari bisogni e sia adeguata ai naturali processi di crescita, evitando ogni forma di pressione, anche di tipo psicologico.

C.B.

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“Il gioco del rugby è semplice. Il ruolo dell’allenatore è di mantenerlo semplice per i giocatori. Sul campo essi devono prendere decisioni in breve tempo, una frazione di secondo e, se hanno troppe cose in testa, ciò rende loro le cose più difficili. Quindi penso che il lavoro dell’allenatore sia di mantenere il gioco semplice.

Graham Henry, allenatore di rugby neozelandese, capo allenatore degli All Blacks vincitori della Coppa del Mondo di rugby 2011

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RINGRAZIAMENTI Nel rispetto dei tradizionali rituali del rugby, come al termine di una partita, desidero prima di tutto stringere la mano a ciascuno di Voi, cari Lettori, ringraziandovi per il tempo che avete dedicato alla lettura di questo libro. Mi auguro che essa sia stata scorrevole e piacevole e, che, soprattutto, abbia soddisfatto le vostre aspettative.

C’è voluto il concorso di tante persone che con immensa passione hanno messo a disposizione il loro tempo, le loro competenze e la loro esperienza per fare di questo libro una realtà.

Un grazie di cuore va ad Andrea Babato che ne ha curato gli aspetti grafici, e a Cristiana Barbisan per gli splendidi disegni che lo hanno impreziosito.

Un ringraziamento particolare va a Ugo Pierato, per aver scritto la prefazione.

Non potrò mai ringraziare abbastanza Lorena Armellin, Lara Campolin e Giorgia Mazzoli che mi hanno fornito un aiuto particolare lavorando sul manoscritto.

Voglio inoltre ringraziare Valter Durigon, Ennio Grosso, Carlo Marchese e Paolo Rossi che hanno avuto la gentilezza di rileggere e correggere le bozze, e di suggerirmi preziosi consigli e migliorie.

Sinceri ringraziamenti vanno anche ad Alessio Pivato e Rita Grosso per le foto della squadra di “Allenare il Mini Rugby”, Daniele Resini per la foto di Ugo Pierato, e alla Benetton Rugby per aver messo a disposizione la struttura de “La Ghirada”.

Per quanto mi sforzi, non trovo un aggettivo sufficientemente adeguato da associare al grazie indirizzato a CanterburyItalia, distributore 232

allenare il MiniRugby

esclusivo per l’Italia dei prodotti Canterbury of New Zealand, per aver fornito le maglie orgogliosamente indossate dai componenti della squadra di “Allenare il Mini Rugby”.

Da ultimo, ma non ultimo, un grazie grande, grande, grande a tutti i giocatori, agli allenatori, agli accompagnatori, ai fisioterapisti, ai medici, ai dirigenti e ai genitori, nessuno escluso, che mi hanno accompagnato, supportato e “sopportato” nel più che ventennale percorso di allenatore e con cui ho condiviso il sole e la pioggia, il caldo e il freddo, il fango e il sudore, tempo, impegno e passione, tante discussioni, qualche delusione, ma soprattutto moltissime soddisfazioni, il più delle volte per il solo semplice fatto di condividere l’esperienza del Rugby assieme a Voi. Senza i vostri insegnamenti questo libro non sarebbe potuto essere stato scritto.

Grazie a tutti.

In alto i calici! Che il terzo tempo abbia inizio.

Gastone Tempesta

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C.B.

Art direction Andrea Babato www.caratterinobili.com Disegni Cristiana Barbisan Foto Rita Grosso Alessio Pivato Daniele Resini Fotomarca

L’autore e l’editore sono a disposizione degli aventi diritto per quanto riguarda le fonti iconografiche non individuate.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro, senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

ISBN 978-88-940701-4-9 © 2015 L’autore per i testi © 2015 EDIMEDIA, Treviso Tutti i diritti riservati

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Finito di stampare nel mese di febbraio 2015 a cura di EDIMEDIA Snc. Printed in Italy www.edimedia.it

CanterburyItalia distributore esclusivo Italia Canterbury of New Zealand

CanterburyItalia c/o La Fra.Ma Via Dettoni 6, Asti Tel. 0141.294454 | Fax 0141.294454 info@canterburyitalia.com canterburyitalia.com

GASTONE TEMPESTA “Il mini rugby, nella molteplicità dell’offerta sportiva, risulta particolarmente indicato per la sua valenza formativa.

Esso è un gioco che può essere praticato da bambini e bambine con caratteristiche differenti, e che include tra i propri valori fondamentali il piacere della pratica, lo spirito di squadra e il lavoro di gruppo, la disciplina comportamentale, il rispetto reciproco da parte di tutte le persone coinvolte, la lealtà sportiva e le amicizie indistruttibili che si formano tra le persone che condividono la passione per questo sport.”

“Allenare il Mini Rugby non propone delle ricette che gli allenatori devono seguire per risolvere situazioni specifiche, ma spera di fornire dei consigli utili e degli strumenti concreti e semplici che favoriscano un approccio educativo positivo per la crescita dei bambini, aiutandoli e stimolandoli a raggiungere il loro pieno potenziale.”