Cinque poesie

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Vittorio Storti

cinque poesie scelte -----

Milano, addio! Beato quel tempo Quel fazzoletto di seta Vecchio orologio a pendolo Esci dal metro


Milano, addio!

Addio Milano, città imperiale Milano non-capitale però capitale morale. Milano né serva né padrona Milano che eri da bere e oggi, anche tu, un po’ ladrona.

Addio, Milano che lavora città dell’Alfa e della Lambretta Milano degli operai in bicicletta. Addio Milano di danèe, del capitale da alcuni disprezzato, che qui però era sacro quando frutto del lavoro, il lavoro passato.

V.Storti, 2014 Milano che cresce, che cambia. Una Milano che si perde, che non si riconosce più: oltre un secolo fa, e proprio a ridosso di un'altra Esposizione, Emilio de Marchi lamentava la fine di una Milano cara al proprio cuore. Oggi con la trasformazione fisica, urbanistica, stiamo perdendo anche l'immagine morale della città. 2


Addio Milano nerazzurra, Milano rossonera la Milano rossa, quella bianca e quella nera Milano dei milanesi ora presa d’assedio, egemonizzata da gente che non t’ama forse che non ti ha mai amata.

Sempre più grande sempre più stretta Milano, in te non c’è più posto per lo stridore dei tram, l’odore dei navigli la nebbia nei polmoni e il profumo di michetta.

Milano, addio!

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Beato quel tempo

Beato quel tempo che fu che eran tutti più grandi papà e mamma, si sa, e maestri sacerdoti e dottori, infine professori e poi capiufficio, anche loro eran tutti un po’ genitori.

E com’è che di colpo mi trovo io più grande di chi mi sta intorno. Dei politici? Quelli no, non di tutti non ancora. Ma infine, che importa? Sì perché, prima o poi, tutti quanti … li asfaltiamo.

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Quel fazzoletto di seta

Quel fazzoletto di seta preziosa, portato con aria sbarazzina dietro la nuca, legato così, alla contadina, un vezzo mi parve la prima volta quando lo vidi.

Oh! come sapete voi donne, con grazia qualsiasi cosa indossare!

V.Storti, 2012 Ero bambino quando, non so perchè, papà citò il lavoro di Pirandello "L'uomo dal fiore in bocca". Mi venne da ridere: « Ah, ah. Un uomo con un fiore in bocca ». Sembrava una cosa buffa che un uomo, un grande, facesse una cosa che facevamo noi ragazzi, come mettersi un fiore in bocca. Mi sentii stupido quando capii di cosa realmente si trattava. 5


Quel fazzoletto! Vessillo di eletti dal male, in corpo il veleno. È forse vero che siamo ciò che mangiamo?

E c'è chi sarà preso e chi sarà lasciato.

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Vecchio orologio a pendolo

Preso coi punti il tempo non si compra. Ăˆ dato in uso.

Quando son nato segnava giĂ le ore. Ore non mie.

Oggi con cura mi affanno a caricarlo. Che non si fermi.

Un cavallino cavalca le mie ore. Di terracotta.

Come una lama il pendolo di latta. Il tempo a fette.

V.Storti, 2015 7


Muove le sfere la musica del tempo. Cuore che batte.

Muove le stelle la musica del cosmo. Tono continuo.

Nei vecchi legni nascosto ancor lavora. Un tarlo antico.

E sarĂ infine il tempo in comodato. Restituito.

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Esci dal metro Esci dal metro con un bimbo al fianco che trotterella davanti mi sculetti grassottella e sudaticcia certo in altri tempi agli uomini avresti fatto drizzare lo sguardo immagino il tuo giorno in ufficio i colleghi maschi maliziosi, allusivi, le “amiche” così le chiami che piccoli e grandi dispetti ti fanno il capo quello sì meglio perderlo e il figlio di corsa a scuola e in palestra e adesso a casa il tuo uomo

V.Storti, 2015 9


gli devi cena coccole e comprensione che giorno di merda però un po’ ti invidio lo sai perchĂŠ almeno di questo piccolo tu sei la mamma.

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