L'Abbraccio numero 112

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Nello sport una persona si realizza, si cimenta, è vivo nei sentimenti di soddisfazione, di rabbia e di gioia; una palestra di sentimenti che fanno parte della propria identità.

Nello sport e con lo sport una persona è se stessa.

E questa ricerca di se stesso è il percorso che noi come CEIS sempre aiutiamo a percorrere alle persone cui siamo vicini; tanto per chi volesse affrancarsi da una dipendenza o, venendo da lontano, trovare la propria identità nella nostra patria.

Le testimonianze significative raccolte in queste pagine ci sostengono in tale impegno; agli autori un’immensa gratitudine per tale aiuto.

Buona lettura.

Enrico Costa

L’importanza dello sport

Editoriale di Giovanni Malagò

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Lo sport come veicolo di inclusione, aggregazione e benessere

di Simona Ferro

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Genova...la nostra Zena, capitale europea dello sport

di Gian Francesco Lupattelli

7

La forza del gioco di squadra

di Michele Corti

10

Progetto UP: insieme tutti verso le vette dell’inclusione e dell’integrazione

di Aldo Castello

12

Il Ceis Genova Sport, esempio di solidarietà ed integrazione

di Marco Vagnozzi

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Siamo qui perché non c’è alcun rifugio dove nasconderci da noi stessi. Fino a quando una persona non confronta se stessa negli occhi e nei cuori degli altri, scappa. Fino a che non permette loro di condividere i suoi segreti, non ha scampo da questi. Timoroso di essere conosciuto né può conoscere se stesso né gli altri, sarà solo. Dove altro se non nei nostri punti comuni possiamo trovare un tale specchio? Qui insieme una persona può alla fine manifestarsi chiaramente a se stessa non come il gigante dei suoi sogni né il nano delle sue paure, ma come un uomo parte di un tutto con il suo contributo da offrire. Su questo terreno noi possiamo tutti mettere radici e crescere non più soli come nella morte, ma vivi a noi stessi e agli altri.

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L’importanza dello sport

Lo sport è un linguaggio universale che supera le divisioni e annulla le distanze. Non conosce confini, anzi sa abbatterli con la forza di un messaggio che è un inno alla fratellanza, un richiamo all’unione tra popoli, un afflato da materializzare attraverso percorsi di solidarietà e di collegialità che non conoscono diversità ma solo opportunità. Il nostro movimento è un formidabile strumento formativo, la chiave giusta per schiudere le porte di una crescita sana e corretta, capace di contrastare in modo energico le problematiche che minacciano gli equilibri sociali. Non è solo un vettore di benessere fisico ma sa favorire l’inclusione, l’aggregazione, il corretto sviluppo dei rapporti interpersonali. Sport è educazione civica, è sviluppo, è salute, anche nell’ottica del benessere fisico e della prevenzione, fattori nevralgici per generare risparmi ingenti sotto il profilo delle spese sanitarie e assicurare una longevità eccelsa. È una dimensione speciale, che fornisce risposte forti e indicazioni importanti. Chi ne fa parte deve osservarne i valori, perseguendone sistematicamente gli obiettivi senza che la mission venga vissuta come un obbligo, semmai come un compito gratificante perché affrontato con la certezza che rappresenti la risposta ai quesiti insoluti e la strada da percorrere in sicurezza.

Il nostro mondo è una palestra di vita per chiudere fuori le paure e i rischi. Insegna a fare squadra, a creare meccanismi di mutualità che ti fanno sentire invincibile, permettendo di andare oltre i limiti e le paure. Fornisce gli strumenti per ascoltare e dialogare, per sentirsi parte di un progetto e rendersi complementari in nome di un obiettivo comune. Chi sceglie lo sport non sbaglia mai. Vince sempre. E lo fa adottando uno stile che lo rende unico, portabandiera di un modo di essere speciale. Un futuro migliore si specchia nella diffusione di sani principi didattici, etici ed educativi e il nostro movimento riesce a essere un formidabile interprete di questa esigenza. Sa coniugare l’attività motoria a quella dell’accrescimento umano, aiuta a dissolvere i pregiudizi, andando oltre gli esempi distorti.

Un avvenire radioso si specchia nella diffusione di

sani principi didattici, etici ed educativi, la diffusione di modelli virtuosi è certamente un antidoto contro ogni tipo di deriva comportamentale. Lo sport apre le coscienze, le rende libere di sognare, di pensare positivo, di librarsi verso obiettivi insperati, di cullare aspirazioni mai banali. Va letto in base a una competitività non esasperata ma indirizzata nella logica dell’evoluzione costante che non lascia indietro nessuno.

Le nuove generazioni devono avere risposte sicure, nel nome della trasparenza, per abbracciare la liceità e abbandonare le dipendenze da esempi errati, che minano le fondamenta di una coesistenza sana e civile. I valori in cui ci identifichiamo arrivano dove altri fenomeni danneggiano il tessuto collettivo, costituiscono la base irrinunciabile anche per chi ha toccato il fondo e vuole risalire la corrente, aggrappandosi a certezze assolute e non a soluzioni mendaci o illusorie. Nel patrimonio immateriale che è il pilastro del sistema si trovano le risorse necessarie per voltare pagina e correggere gli errori facendone tesoro.

La via del riscatto è connaturata all’essenza del movimento, dotato di quei crismi morali in grado di invertire la tendenza e di permeare le azioni di un’aura diversa. Esiste sempre un sentiero, un’opportunità da esplorare se l’intento è in linea con la sua identità. Ci sono tanti programmi di recupero sociale che ruotano intorno a iniziative di stampo sportivo e ne certificano l’importanza strategica. La condivisione dei progetti e il significato che li anima hanno un copyright inconfondibile, una luce che trae origine dal senso di universalità costituito dal rispetto delle regole e del prossimo, dalla forza di volontà, dalla sussidiarietà, dalla volontà di sfidare sé stessi e i limiti connessi, con l’obiettivo di diventare ogni giorno una persona migliore. La stella polare dello sport sono i 5 cerchi che uniscono i continenti, emblema del Comitato Olimpico Internazionale e paradigma di riferimento ineludibile, forza, grandezza e bellezza del nostro mondo.

Siamo un tutt’uno, senza distinzioni, coinvolgere significa credere in una umanità virtuosa e creare le condizioni per un domani capace di specchiarsi in una

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mentalità di successo, che sia da guida per i giovani. Una cultura che aiuti a dimenticare i dissapori, i rancori e le invidie, facendo appello all’umile grandezza che ci appartiene, seguendo i princìpi in cui crediamo e che proviamo a veicolare, non solo tramite le pagine di gloria e gli strepitosi successi conquistati, ma anche

con le testimonianze viventi delle atlete, degli atleti, dei tecnici, dei dirigenti, dei volontari e di chiunque si senta accomunato da un senso di appartenenza che è un orgoglio senza confini. Per fare, sempre più, dello sport un vero e proprio modello di vita.

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Lo sport come veicolo di inclusione, aggregazione e benessere

La parola sport rievoca molti benefici come la salute fisica ma anche quella mentale. Basti solo pensare al benessere che l'esercizio fisico genera contro lo stress che accumuliamo tutti i giorni. Non solo: praticare uno sport può anche aumentare la fiducia in sé stessi e la capacità di affrontare le sfide della vita. E questo vale soprattutto per i più piccoli. Ma lo sport è anche socializzazione: in qualsiasi ambito si creano relazioni, dall'attività professionistica al calcetto una volta alla settimana. Chi fa attività sportiva impara anche disciplina e autodisciplina: accettazione delle regole, rispetto per gli avversari.

Fin dal mio insediamento ho impostato una politica fatta di ascolto, incoraggiando il mondo sportivo a crescere e proprio da questo contatto diretto quotidiano è nata

la consapevolezza che l’attività fisica è vita e motore propulsivo per molte realtà che spaziano dal turismo all’economia, dalla salute al wellness, dall’innovazione alla tradizione, settori in cui lo sport esercita il suo influsso positivo.

Regione Liguria attraverso il mio assessorato è impegnata nel sostenere il settore dello sport attraverso due strumenti fondamentali: il Fondo Strategico Regionale che interviene sull’impiantistica attraverso la programmazione triennale e la rinnovata legge regionale n° 40/2009 che promuove eventi, manifestazioni e che ha previsto l’istituzione della “Dote Sport”, una misura per andare incontro alle esigenze economiche di tante famiglie e che in due anni ci ha visti erogare quasi 1,4 milioni di euro a quasi 7mila famiglie liguri, con

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l’obiettivo di diffondere la pratica sportiva tra i giovani del nostro territorio.

Un provvedimento che sottolinea l’importanza dello sport come strumento di benessere, salute, educazione, socialità e aggregazione.

A breve ci sarà l’approvazione di una nuova edizione del bando con una disponibilità finanziaria ulteriormente incrementata, pari a 2milioni di euro, che vedrà quindi aumentare anche il numero delle famiglie beneficiarie della misura.

Lo scorso anno abbiamo introdotto e valorizzato il concetto della “tutela del talento sportivo”, deliberando per la prima volta la concessione di contributi regionali per atleti particolarmente meritevoli e per le associazioni sportive dilettantistiche presso le quali sono tesserati.

La Liguria, inoltre, è stata la prima regione in Italia a stanziare un contributo destinato agli atleti disabili attraverso il progetto "Ausili sportivi agli atleti con invalidità civile". Un’iniziativa destinata all'acquisto di strumenti che possano prevenire, compensare, alleviare o eliminare menomazioni, disabilità o handicap. Questi ausili svolgono un ru olo cruciale nel consentire ai tesserati delle società paralimpiche di svolgere le loro

attività sportive in modo regolare.

Vogliamo promuovere da un lato l’idea paralimpica dello sport, ma dall’altro anche l’avvio alla pratica di un numero sempre maggiore di persone con disabilità.

La Liguria può diventare davvero una regione senza distinzioni o barriere.

Il 2 aprile scorso si è aperto un bando a favore degli enti di promozione sportiva finalizzato alla promozione dell’attività fisica, con uno stanziamento di 150 mila euro per progetti destinati a promuovere il valore sociale, educativo e formativo della pratica sportiva. Vogliamo che tutti, attraverso gli enti che già operano sul territorio, possano beneficiare della bellezza dello sport: non solo gli anziani, ma anche i minori che non praticano attività fisica. Con la designazione della Liguria a “Regione europea dello Sport 2025” nell’ottobre 2023, infine, vogliamo che lo sport, gli sportivi e le società siano protagoniste nella nostra regione per consentire di diventare un territorio a misura di sportivo, dove chi ama lo sport, chi lo ha trasformato in professione o in grande passione possa trovare un luogo speciale dove essere accolti e stare bene.

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Genova...la nostra Zena, capitale europea dello sport

di Gian Francesco Luppatelli, Presidente e fondatore Aces Europe

Genova…la nostra Zena...European Capital of Sport 2024. Non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Genova è stata scelta perché la commissione valutatrice ha visto che nella nostra città ci sono tutti i presupposti per generare e consolidare i buoni esempi di cui la comunità dei cittadini europei ha tanto bisogno. Tornando sul tema Genova 24 è bene evidenziare che non si parlerà solo di grandi eventi sportivi ma anche di un rilancio dello sport di base integrandolo con altri ambiti come la salute, la cultura, l’inclusione, il territorio.

Possiamo quindi dire che il 2024 sarà l’anno delle politiche del benessere nella quotidianità cercando di integrare tutte le persone definite, a vario titolo,” fragili” anche attraverso il potenziamento dei centri di aggregazione periferici collegando sempre di più le varie agenzie educative con le realtà scolastiche.

Genova 24 potrà essere quindi uno step molto importante per quella rivoluzione educativa di cui la nostra comunità (intesa come comunità di persone e non solo come realtà politica) europea ha tanto bisogno.

In più il fatto che Genova ha ottenuto il titolo onorifico di capitale dello sport del mediterraneo evidenzia ancora di più la valenza educativa in cui si abbina lo sport agli aspetti sociali ed ambientali. Il tutto questo senza dimenticare nessuno e anzi lavorando per la prevenzione e la promozione umana. Una politica quindi che partendo da una città di mare nasce proprio per coniugare valori quali accoglienza, solidarietà e rispetto.

Genova 24 saprà sicuramente generare anche indotti economici importanti ma soprattutto desidero plaudire alla capacità di questa amministrazione di porre al centro il desiderio di favorire la riscoperta del tradizionale stile di vita della nostra Genova di mercanti ma anche di famiglie … di persone che lavorano per crescere senza mai lasciare indietro nessuno.

Bene ha fatto il Sindaco Marco Bucci nel corso della presentazione davanti ai vertici sportivi nazionali e ai ministri Santanchè e Abodi a rimarcare che “Praticare sport significa salute, porta benefici a livello fisico e psicologico e contribuisce a far crescere dei buoni cittadini “. Una dichiarazione programmatica che possiamo trovare concretizzata nell’azione di tante associazioni sportive genovesi. A questo proposito mi piace ricordare l’azione del Centro Storico Ragazzi e del suo progetto sportivo. Progetto che tramite la creazione dell’Associazione Sportiva Dilettantistica (la CSR sport) ha contribuito a responsabilizzare i ragazzi più grandi e offrire attraverso di loro anche ai ragazzi più piccoli la possibilità di vivere uno sport di squadra. Il tutto in quell’oratorio a cielo aperto che è il Centro Storico di Genova. Una azione che ben testimonia come si possa costruire integrazione e recupero del territorio partendo dallo sport in un contesto denso di storia e di vita come centro storico di Genova. Un centro storico riconosciuto come patrimonio Unesco e che quindi si sposa benissimo con il percorso che Aces Europa ha impostato con Unesco. Altro esempio da seguire è quello del CEIS Genova Sport. Un progetto che nasce

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dall’esigenza di superare una delle fasi più critiche dell’accoglienza (le attività per i migranti) e che diventa una risposta concreta all’esigenza di creare opportunità di attività, crescita, integrazione e formazione per i migranti. Un progetto che ha portato alla nascita della squadra di calcio CEIS Genova Sport iscritta al campionato dilettantistico di Calcio Liguria.

Tutto questo nel concreto vuole dire che l’attività fisica ha un valore significativo per la qualità della nostra vita quotidiana e può contribuire alla crescita e alla sostenibilità delle nostre comunità. A questo proposito è ben ricordare che il settore dello sport rappresenta più del 2% del PIL dell’UE, e che il totale degli impiegati nelle attività sportive è di quasi 4,5 milioni (2012).

Rileggendo lo studio pubblicato dall’Iniziativa SHARE (l’iniziativa dell’UE che mira a evidenziare il potenziale dei progetti legati allo sport, assicurando che vengano

presi sufficientemente in considerazione nell’ambito delle decisioni politiche e di investimento a livello europeo, nazionale e regionale) possiamo evidenziare che il settore dello sport ha il potenziale per contribuire a cinque obiettivi principali per lo sviluppo territoriale:

• Un’Europa più intelligente - I progetti sportivi potrebbero promuovere la creazione di posti di lavoro sostenibili e l’occupazione di qualità, nonché la mobilità del lavoro e potrebbero consentire agli individui di acquisire o migliorare le competenze trasversali che migliorano la loro occupabilità.

• Europa a basse emissioni di carbonio - La promozione di stili di vita attivi e gli investimenti in infrastrutture per la mobilità attiva sono essenziali per garantire l’adozione di alternative attive al trasporto a emissioni di carbonio, necessarie per affrontare le sfide sempre più problematiche della mobilità urbana. Inoltre,

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l’industria dello sport può orientarsi verso una produzione di articoli sportivi più sostenibile e a basse emissioni di carbonio.

• Un’Europa più connessa - Migliorare l’accesso e l’uso delle TIC, investire nella mobilità della forza lavoro sportiva, rafforzare la capacità istituzionale e promuovere la cittadinanza attiva.

• Un’Europa più sociale - Lo sport è particolarmente efficace nel migliorare l’inclusione sociale dei gruppi emarginati e svantaggiati, come le persone con disabilità, i rifugiati politici, le persone a rischio di povertà o i giovani disoccupati.

• Un’Europa più vicina ai cittadini - Promuovendo uno sviluppo integrato e sostenuto nelle regioni urbane, rurali e costiere.

Quindi sono fiero di salutare Genova 24 come una grande occasione capace di rappresentare al meglio il percorso che insieme a Unesco stiamo sviluppando in tutte le parti del mondo.

Un percorso nato in Italia …quindi in Europa…. Ore nel Mondo e che coinvolgerà sempre tutti…proprio tutti.

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La forza del gioco di squadra

Sono onorato di poter intervenire in questo prestigioso contesto su un tema che è al centro della mia vita da sempre. Proprio in questo 2024 in cui Genova è Capitale Europea dello Sport, il progetto Stelle nello Sport, che ho lanciato nel 2000, compie 25 anni. Metà della mia vita.

Un percorso che mi piace qui ricordare perché è senza dubbio il modo migliore per spiegare quali sono, dal mio punto di vista privilegiato, i valori dello sport. Il primo, senza dubbio, è l’importanza del “gioco di squadra”. Da soli non si va davvero da nessuna parte, o comunque si percorre molta meno strada e, per di più, senza il gusto di condividere i successi e senza poter affrontare insieme le difficoltà.

Il gioco di squadra è il faro che ha illuminato tutto il percorso di Stelle nello Sport. Già dal 1998, quando abbiamo fondato il sito www.liguriasport.com per raccontare le gesta di tutti gli sportivi. Su giornali e tv l’egemonia del calcio, quindi di Genoa e Sampdoria, è quasi totale. Lo sport viene trattato con le “brevi”. Tutti li chiamano “Sport Minori” al più “Sport Vari”. Questione di una “vocale”, per noi. Iniziamo a raccontare in modo diffuso gli Sport Veri! Diamo voce e visibilità a tante realtà che hanno poche risorse economiche ma grandi valori! Decidiamo così nel giugno del 2000, alla vigilia delle Olimpiadi di Sydney, di organizzare una celebrazione per i talenti sportivi della Liguria. Doveva essere una serata per pochi amici dello sport, arrivarono 2000 persone, fu una festa bellissima. Il numero 0 del Galà delle Stelle che oggi è l’atteso appuntamento con la “Notte degli Oscar” dello sport ligure.

Ricordo con piacere il presidente del Coni Genova, Carlo Antonio Nicali, e l’allora segretario generale Antonio Micillo che è oggi il numero uno dello sport ligure. Hanno accompagnato e sostenuto la nostra idea, e con loro i tanti appassionati dirigenti sportivi, poi le istituzioni e, non ultimi, tanti imprenditori “illuminati” che hanno condiviso il valore e l’importanza dello sport come straordinario fattore educativo e presidio socioculturale. Ho avuto la fortuna di essere accompagnato in questo percorso da due persone speciali, Marco Callai e Cristina

Cambi, che hanno sposato totalmente il progetto dedicando tutta la loro energia e passione a Stelle nello Sport, facendolo crescere e diventare un modello. Abbiamo sempre creduto nel gioco di squadra. Uno dei grandi valori che insegna lo sport. Anno dopo anno abbiamo così creato una grande rete, oggi si direbbe una community. Pensateci bene: lo sport è il più grande social network del mondo. Nostro dovere è coinvolgere sempre delle persone, di tutte le età e di tutte le abilità. Perché una popolazione più sportiva (lo dicono le statistiche ufficiali) è una popolazione più sana, più felice, più rispettosa. Insomma, migliore.

Per questo, nel nostro percorso di 25 anni, abbiamo voluto con Stelle nello Sport entrare nelle scuole, fare rete con associazioni sul territorio, fare squadra. Grazie alla partnership con il Porto Antico di Genova e l’amica Luisella Tealdi abbiamo portato la Festa dello Sport a essere uno degli eventi più straordinari e partecipati in Italia. Al fianco dell’Ufficio Scolastico regionale per la Liguria abbiamo implementato, anno dopo anno, progetti e incontri dedicati agli studenti. Nel 2014 nasce “Una Classe di Valori” il progetto di Stelle nello Sport che porta a contatto con gli studenti le stelle sportive. Tanti incontri durante l’anno in cui trasmettere emozioni, valori, esperienze. Le iniziative nella scuola vengono accolte con entusiasmo. Sentiamo di fare una semina preziosa. Dallo sport ai sani stili di vita il passo è conseguenziale. Con il supporto di Villa Montallegro nasce #piugustoperlavita progetto che ci permette di parlare agli studenti di temi preziosi: la sana alimentazione, i rischi nell’abuso di alcol e nell’uso di droghe. E, piaga di questi ultimi anni, l’abuso di devices elettronici.

Lo sport è amicizia, gioia, salute, inclusione, rispetto, emozione. Lo percepiamo in modo nitido ogni anno esaminando gli elaborati del Concorso “Il Bello dello Sport”. Una magia, credetemi. Chiediamo agli studenti di scuole elementari e medie di disegnare o scrivere cosa è per loro il bello dello sport. Ne esce ogni anno uno spaccato straordinario. Elaborati profondi, emozionanti, interessanti, originali. In pochi anni il concorso ha

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raggiunto un livello di partecipazione incredibile: 100 istituti in tutta la Liguria nel 2023 con 8172 elaborati. Lo sport che permette di stare con i nonni, di fare le amicizie che rimarranno per tutta la vita, di stare insieme a coetanei diversi per razza, religione, abilità, estrazione sociale, ma tutti indistintamente uguali davanti a una palla, dietro a una rete, sotto un canestro. Lo sport non fa differenze in partenza. Tutti hanno la stessa chance. Si parte sullo stesso piano. All’arrivo ci sarà un primo, un secondo. Chi vince e chi perde. Ma anche questa è una preziosa scuola di vita. Lo sport insegna che non tutti posso vincere e che non si può sempre vincere. La “vittoria” per ognuno di noi è fare tutto il possibile per dare il meglio. Raggiungere il massimo obiettivo in relazione alle nostre possibilità, lavorando e impegnandosi sul campo. In ogni campo. Senza scorciatoie o trucchi. Anche nello sport c’è chi ha provato a fare il furbo, ma è sempre stato inesorabilmente smascherato e la caduta è sempre stata clamorosamente più pesante degli effimeri successi ottenuti con l’inganno.

Crediamo fortemente nel valore educativo dello sport e con grande gioia e soddisfazione siamo arrivati, anno dopo anno, a organizzare l’Olimpiade delle Scuole. Alla Festa dello Sport, nella giornata del venerdì dedicata agli studenti, proponiamo percorsi ludico motori molto apprezzati e ogni anno aumentiamo discipline facendo vivere a oltre 2000 studenti una esperienza unica che rimarrà nel loro cuore.

Lo sport ha anche il grande valore di saper unire nel segno della solidarietà. È un potente mezzo di promozione di messaggi sociali. Nel 2001, allo Stadio Luigi Ferraris, realizzammo la seconda edizione del nostro Galà delle Stelle. Quasi 10.000 persone. Una grande emozione. La rete di Stelle nello Sport si stava allargando e rafforzando. Volevamo dare a questa “squadra” un obiettivo importante. Un amico, Gianfranco Addabbo, mi fece conoscere il prof. Henriquet e la Gigi Ghirotti. Dedicammo a loro la serata del Ferraris. Raccolta finale: oltre 4 milioni di lire. Inizia un matrimonio che dura da 25 anni e che ci rende orgogliosi. Noi giochiamo per la Gigi Ghirotti e con noi tutti coloro che sostengono a vario titolo il progetto.

Con Stelle nello Sport siamo al fianco di Enti e Associazioni sportive, promuoviamo eventi e progetti, valorizziamo e celebriamo tante stelle sportive, già affermate ma soprattutto talenti che poi “accompagniamo” verso l’olimpo: da Silvia Salis a Niccolò Canepa, da Valentina

Arrighetti ad Alex Liddi, passando per Fabio Fognini, le gemelle Asia e Alice D’Amato e molti altri.

Lo Sport è Cultura. Ne siamo profondamente convinti. Lo abbiamo testimoniato in tante occasioni, portando il Galà sul palco del Teatro Carlo Felice (primo evento non lirico ammesso nel “tempio” nel 2002), organizzando a Palazzo Ducale “Uno Stradivari per Genova”, coinvolgendo in ogni occasione artisti per “fare squadra” a sostegno della Gigi Ghirotti. In questo senso un grande particolare va ai Bruciabaracche, campioni di comicità dal cuore grande, sempre al nostro fianco.

Potrei citare ancora molti progetti e aneddoti per spiegare quanto lo sport sia, dal mio punto di vista, un elemento centrale della nostra vita.

Lo Sport è vita. Non a caso l’invito a essere “sportivi” significa comportarsi in modo leale, civile, rispettoso. Lo sport è “pace”. Ha saputo anche interrompere le guerre. E oggi più che mai avremmo bisogno di più “sportività”.

Abbiamo bisogno di pace!

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Progetto UP: insieme tutti verso le vette dell’inclusione e dell’integrazione

Aldo Castello, Responsabile centro studi e progetti CEIS Genova

L’arrampicata è un’evidenza filogenetica osservando i nostri ragazzi: ci sono ancora sepolti nella nostra memoria genetica i movimenti da quadrupede che poi nel corso della storia abbiamo abbandonato e ci siamo “evoluti” diventando bipedi. Da questo punto di partenza passa la consapevolezza che l’arrampicata sportiva sia un elemento di integrazione e socializzazione molto potente.

Se ad esso aggiungiamo qualche altro elemento che possa completare e rendere fruibile a tutti un percorso di avvicinamento al movimento stiamo descrivendo il progetto UP.

Una passione antica, un luogo ospitale con personale sensibile e preparato, uno gruppo di colleghi disposti a mettersi in gioco ed innovare: ecco gli ingredienti che completano il disegno che abbiamo proposto e presentato al territorio.

Aggiungiamo per ultimo, ma fondamentale, una sensibilità del governo verso questa dimensione, che ha portato a costruire un ente esplicitamente dedicato alla diffusione della pratica sportiva a tutti i giovani. Sport e Salute S.p.A. è un'azienda pubblica italiana che si occupa dello sviluppo dello sport nel paese. La sua missione è promuovere il benessere attraverso l'attività fisica e fornire servizi di carattere generale. Si impegna a incoraggiare la pratica sportiva, promuovere stili di vita sani e gestire servizi correlati al mondo dello sport in Italia. La sua principale finalità resta quella di coordinare una serie di attività volte a promuovere lo sport di base, i corretti stili di vita, incrementare la pratica sportiva e valorizzare il ruolo di territorio, Scuola, volontariato, Federazioni, Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche, attraverso bandi di finanziamento. Ora siamo pronti a raccontare il progetto UP. UP è un progetto tutto genovese che coinvolge gruppi

di ragazzi potenzialmente fragili, con l'obiettivo di prevenire l’isolamento sociale e il disagio conseguente, promuovendo il benessere e lo stile di vita positivo, attraverso l’attività sportiva dell’arrampicata e il supporto aggiuntivo di laboratori sociali ed educativi.

Perché UP? Chi mastica un po’ di sentieri sa che la vetta, la cima, è una metafora che si può applicare a molti comportamenti della nostra umanità. Darsi un obiettivo, faticare per raggiungerlo, rinunciarci temporaneamente per riprovare con migliori condizioni e maggiore esercizio, l’aiuto dei compagni per salire, un passo per volta, la soddisfazione nel raggiungerla, la vista che si vede, la festa insieme, il ritorno a casa con molte più cose nello zaino di quando eravamo partiti.

Così pensiamo ai nostri ragazzi, sia quelli accolti nelle

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nostre strutture comunitarie per minori stranieri non accompagnati che faticano a trovare una propria dimensione nella vita di oggi, sia i ragazzi delle scuole che spesso non possono usufruire di momenti sportivi alternativi ai soliti sport.

La bontà della scelta ci è stata evidente nel primo open day che abbiamo organizzato per l’avvio del progetto: uno dei laboratori riguardava la rappresentazione grafica creativa: tutti i ragazzi hanno rappresentato una dimensione di vetta o cima: alcuni le piramidi del loro paese, altri grattacieli, altri cime non ben identificate … Nel nostro logo, però, a fronte di una icona ben riconoscibile dove uno scalatore è impegnato in un’ascesa spettacolare si affianca una scritta che lo completa: Climbing for all!

Questo è stato l’obiettivo proposto e condiviso da tutti i partner del progetto: offrire una esperienza significativa ai ragazzi più distanti dalla pratica sportiva, cercando di trovare soluzioni e strumenti che possano agevolarli. Ecco, quindi, che nella palestra di arrampicata indoor dell’ASD Kadoinkatena, che da oltre 20 anni gestisce questo impianto, adiacente a quello polisportivo della Sciorba, nella Valbisagno genovese, con due soci fondatori grandi esperti di arrampicata sportiva, insieme ad un gruppo di ragazzi giovani che li affiancano con passione e competenza, abbiamo avuto la fortuna di avere splendidi compagni di viaggio altri partner molto importanti per il progetto.

Un’associazione, RISEWISE SEWD (Sport Empowerment for Women with Disabilities) che da diversi anni propone sul territorio attività motorie a persone con disabilità, soprattutto attraverso lo strumento della DanceAbility,

una disciplina che coinvolge persone con e senza disabilità offrendo loro possibilità d'incontro e di scambio nella danza attraverso la tecnica dell'improvvisazione. Scuola di Robotica, da 20 anni si occupa di formazione alle scuole in materia di robotica applicata a tutti i contesti quotidiani. Questi ricercatori sanno avvicinare la robotica al quotidiano e sono di grande aiuto per quelle persone più in difficoltà perché hanno un linguaggio intrigante e conosciuto da tutti i ragazzi.

Hikikomori Italia, il massimo esperto italiano di questo “nuovo” fenomeno giovanile che è il ritiro sociale in età giovanile, che offre sia servizi di consulenza psicologica a famiglie che alle scuole che siano interessate da questo problema. Per questi ragazzi il percorso è veramente fatto di piccoli passi, che sono un grande risultato ogni volta che fanno interagire il ragazzo/a con l’esterno.

Pronti … via!

Partiti autunno 2023 ad oggi abbiamo coinvolto una trentina di ragazzi che sono ospiti delle nostre comunità e tre istituti scolastici del territorio.

Con il primo open day abbiamo presentato un percorso che si snoda attraverso i laboratori condotti dai partner, con una configurazione variabile che si personalizza a seconda delle esigenze e le fragilità dei ragazzi che afferiscono ai nostri percorsi. Ne riproporremo altri durante il 2024 e il 2025 per arrivare a coinvolgere attivamente 300 ragazzi dai 14 ai 21 anni. Ad oggi i primi feedback sono positivi: i ragazzi sono interessati e coinvolti, ma il bello sarà consolidare il loro impegno cercando di fargli capire la metafora della vetta, dell’arrivo in cima alla via per poter dire tutti assieme: “Siamo arrivati”!

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Il Ceis Genova Sport, esempio di solidarietà ed integrazione

La Società Sportiva Dilettantistica Ceis Genova Sport è nata nel 2017 con l’obiettivo di promuovere l’integrazione di persone migranti, inserite presso i centri d’accoglienza straordinari del CEIS Genova, attraverso la pratica sportiva ed in particolare il gioco del calcio. Dapprima iscritta a tornei amatoriali, la squadra ha iniziato nel 2018 a partecipare al campionato di Terza Categoria genovese – girone A della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC). Sin dalla sua costituzione, la formazione del Ceis è stata guidata dall’esperto allenatore ed ex calciatore a livello professionistico e dilettantistico Franco Bobba. Nei primi mesi di attività, la squadra è stata formata attraverso una selezione di giovani calciatori provenienti dai vari centri d’accoglienza, sia collettivi sia in forma di unità abitative, che la Fondazione Centro di Solidarietà ha sul territorio genovese, e che ospitano migranti richiedenti protezione internazionale. I ragazzi iscritti, soprattutto nei primi 2-3 anni della squadra, provenivano in gran parte dall’Africa sub-sahariana, da Paesi quali Nigeria, Ghana, Gambia, Mali, Costa d’Avorio, Senegal. Progressivamente il Ceis Genova Sport ha incluso anche ospiti delle strutture terapeutiche del Ceis, come la Comunità di Trasta e la Doppia Diagnosi, o dei progetti GAP di contrasto al gioco d’azzardo patologico e alle nuove forme di dipendenza.

Nel periodo pre-Covid la squadra ha partecipato alla Terza Categoria genovese ottenendo anche discreti piazzamenti sportivi, benché l’obiettivo primario fosse, e sia tuttora, quello della solidarietà e dell’integrazione. Nel corso degli anni, attraverso la regolare pratica dello sport, i migranti delle nostre strutture hanno migliorato il proprio percorso di inserimento sul territorio genovese, in particolare per quel che concerne la conoscenza della lingua italiana, arrivando talvolta ad ottenere dei contratti sportivi con società di categorie superiori (Prima Categoria, Promozione) o veri e propri impieghi professionali presso impianti sportivi ed altre realtà

locali. C’è stato quindi un forte ricambio nella rosa della squadra, con altre persone che nel frattempo sono entrate a farne parte.

Con la diffusione della pandemia, i primi mesi del 2020 hanno visto interrompersi la possibilità di proseguire gli allenamenti e il campionato. I dirigenti e l’allenatore, come avvenuto in molte realtà calcistiche, hanno mantenuto tuttavia un contatto costante con i ragazzi utilizzando la comunicazione multimediale e stimolandoli, per quanto possibile, a svolgere attività fisica in sicurezza “restando a casa”, ovvero nelle rispettive strutture di appartenenza. Questo ha contribuito a mantenere comunque un legame con loro e coi rispettivi educatori, in attesa di poter ripartire con le attività.

Nella primavera del 2021, con l’allentarsi di alcune restrizioni dovute alla pandemia, è stato possibile riprendere gli allenamenti. A quel punto, tuttavia, erano cambiate molte cose, alcuni ragazzi nel frattempo avevano concluso il proprio percorso d’accoglienza ed è stato perciò necessario integrare la rosa della squadra con nuovi elementi. Per la prima volta, il Ceis Genova Sport è stato aperto all’ingresso di calciatori italiani e stranieri che avevano esperienza in altre squadre, o di migranti ospiti di altri enti gestori sul territorio.

Questa parziale trasformazione è stata vista come l’opportunità di creare un giusto mix di calciatori italiani e stranieri e di incentivare ulteriormente l’integrazione degli ospiti delle nostre strutture. I risultati sportivi non sempre sono stati all’altezza delle aspettative, ma sicuramente è stato portato avanti l’obiettivo primario della solidarietà.

Nell’attuale stagione calcistica 2023-2024, il Ceis Genova Sport è tornato ad inserire calciatori provenienti dai centri d’accoglienza, compatibilmente con la necessità dei migranti di regolarizzare i propri documenti, questione che purtroppo richiede vari mesi di attesa, nei quali i richiedenti asilo possono partecipare agli allenamenti, ma non essere tesserati per il campionato

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FIGC. In qualità di Responsabile dei CAS Profughi Adulti della Fondazione Centro di Solidarietà, e di membro del CDA del Ceis Genova Sport, porto avanti con passione quest’opera di inserimento dei nostri ragazzi, che richiede un forte impegno anche nelle attività di segretariato per la regolarizzazione dei documenti necessari alla pratica sportiva agonistica (residenza, contratti di prestazione volontaria, autocertificazioni, ecc), unitamente alla spinta educativa per renderli parte di un gruppo già formato e consolidato. Il progetto, per il futuro, prevede un incremento del numero di ospiti delle nostre strutture d’accoglienza inseriti come calciatori, con l’idea di diffondere anche nel mondo del calcio la cultura dell’apertura e della solidarietà, che non si oppone ma si affianca ad una sana pratica agonistica e competitiva. Per gli ospiti delle nostre strutture

d’accoglienza, giocare a calcio è inizialmente un sogno che si realizza, ancorché talvolta caricato di aspettative eccessive (diventare un calciatore professionista, essere scelto da qualche grande squadra, e così via), ma anche un’occasione per impegnare il corpo e la mente in una distrazione sana dalle fatiche quotidiane e dal dramma del lungo viaggio che hanno affrontato per arrivare nel nostro Paese. Praticare un’attività sportiva significa tenersi impegnati, specie se le iniziali aspettative riguardo al lavoro o all’istruzione si scontrano con infinite attese e problematiche di natura burocratica, instaurare relazioni positive coi propri coetanei, allargare la rete di conoscenze sul territorio, cercare insomma di integrarsi. Inserire queste persone nella nostra realtà sportiva significa offrire loro una speranza, dopo percorsi caratterizzati da disperazione, trauma e sofferenza.

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