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GERGO DELLA MALAVITA

U “baccàgghiu

Negli ambienti della malavita siciliana il baccaglio (in siciliano baccagghiu - dal francese baclàge, cioè chiusura di sicurezza) era un gergo usato da malavitosi che volevano trasmettere contenuti eversivi . è un gergo criptico, chiuso, comunemente usato in codice allo scopo di risultare accessibile solo a cerchie ristrette di persone. Questa “lingua inesistente” comunque sconosciuta alla polizia, li metteva al riparo da eventuali punizioni.

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A Caccarara (dal greco cacca- kakos, cioè brutto). Quest’ultimo, possiamo considerarlo un sottodialetto che prende forma dalla parlata locale (catanese, messinese, ecc.).

Pipa (zitto) shut up Culleggiu (carcere) prison Accavallarisi (armarsi) arm oneself Chiovu (carabiniere) police Tufa (pistola) gun Battitacchi (guardaspalle) bodyguard Cantare (denunziare) denounce Canna i stenniri (fucile canna lunga) rifle Menza gavetta (recluta) rookie Nisba (niente, nulla) nothing Palumma (colomba, biglietto che si invia per avvertire, pizzino) dove, ticket sent to warn Sgobbu (guadagno da illecito) gain from illicit Vagnari (bagnarsi, dare danaro) bathing, give money Zumpata (scazzottata) brawl Pizzicari (arrestare) capture

Ma tu chi cecchi aranci ‘nterra stamatina!?

È l’interrogativo rivolto a chi vuole a tutti i costi la lite.

Chi cci su petri ‘nta lenticchia?

Si chiede colui il quale avverte dai diffusi chiacchiericci, possibili pettegolezzi a lui sconosciuti.

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