Nagasaki

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_ KYOKO HAYASHI

UNA DELLE PIÙ GRANDI AUTRICI GIAPPONESI, PER LA PRIMA VOLTA PUBBLICATA IN ITALIA, RIVIVE IL BOMBARDAMENTO ATOMICO DI NAGASAKI NELL’AGOSTO DEL 1945. UN RICORDO CHE CONTINUA A BRUCIARE NEI CORPI E NELLE MENTI DEI SOPRAVVISSUTI E SI RINNOVA CON LA PAURA PER I RECENTI INCIDENTI NUCLEARI.

Nagasaki racconti dell’atomica

Nagasaki

“Il buio svanì facendo posto a una luce tra il blu e il rosso, del colore dell’ortensia quando comincia a fiorire. Non era caldo, non era freddo. Sembrava una luce spettrale solida come un muro”.

Immagine di copertina © Iloveotto | Dreamstime.com - Flag Of Japan Photo

Kyōko Hayashi (Nagasaki, 1930-2017) sopravvisse al bombardamento atomico del 1945. Fin dal suo esordio come scrittrice, negli Anni Settanta, si era dedicata costantemente a raccontare quella tragedia e a riflettere sull’esperienza dei superstiti, soprattutto donne. Per questa coerenza è stata anche accostata a Primo Levi. Tradotta in varie lingue, ha ottenuto in Giappone tutti i più prestigiosi premi letterari, tra cui nel 1975 l’Akutagawa Prize. Nel 2005 è stata pubblicata in patria la raccolta completa delle sue opere in otto volumi.

_ KYOKO HAYASHI

traduzione di Manuela Suriano

Tradotta qui per la prima volta in lingua italiana, Kyōko Hayashi è un punto di riferimento per la memoria della bomba atomica e l’elaborazione di quell’evento di distruzione assoluta. Quale “testimone del 9 agosto” l’autrice si è costantemente fatta carico della narrazione dell’olocausto nucleare affinché non sprofondasse nell’oblio e mantenesse la sua valenza di monito per le generazioni future. Nel racconto I due segni tombali i fatti di Nagasaki sono visti attraverso la storia di due ragazze adolescenti, Yōko e Wakako. Il luogo del rito ripercorre i giorni seguenti il bombardamento fino a coprire un arco di trent’anni. Il barattolo racconta il convivere dei superstiti con il terrore per le conseguenze dell’atomica, mentre Il raccolto esprime i timori per la contaminazione generata dall’uso civile del nucleare.


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