Favole

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sulla fantasia e sul rispetto degli altri. Con un cavallo parlante, una margherita molto educata,

Andrea Pazienza

Dall’arte di Andrea Pazienza due favole geniali

il misterioso perepè e il mite leone Pancrazio Sonsazio.

Favole






Andrea Pazienza Favole

ISBN 978-88-6145-504-7 Prima edizione in questa collana marzo 2013 ristampa 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2017 2016 2015 2014 2013 © 2013 Carlo Gallucci editore srl Roma © Andrea Pazienza - Marina Comandini Pazienza Pubblicato per la prima volta nel 1998 da Edizioni Di La foto di Andrea Pazienza nell’ultima pagina è di Isabella Damiani

Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso CDC Arti Grafiche di Città di Castello (Pg) nel mese di marzo 2013 galluccieditore.com

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e ci sarà sempre Andrea Pazienza, che disegnava sul cielo rubando i colori all’arcobaleno. Era felice il sole d’impastare la luce coi colori, era felice la luna di farli sognare. Un giorno Andrea regalò due favole ad un bambino appena nato che si chiamava Lorenzo, voleva che i suoi occhi capissero meglio la vita e la felicità. Un’altra volta volle leggere queste favole ad una bambina che si chiamava Caterina, e quando mimò il buffo Perepè tutti i grandi che gli stavano intorno, per un momento, tornarono bambini. Quando Andrea se ne andò da questa terra, il cielo pianse lacrime e pioggia, e nell’azzurro sciolse la ma-

linconia. Per fortuna non durò a lungo. L’allegria tornò quando il sole illuminò una nuvoletta, che ridendo si trasformava come in un cartone animato dando vita in maniera buffa a facce, animali e cose. Poi, sporcandosi d’arcobaleno, macchiava il cielo di nuovi colori. Il sole pensò: “Adesso il cielo s’infuria”. Ma la musica era cambiata, le nuvole erano in festa e applaudivano quella nuvoletta monella. Allora anche il cielo applaudì con due ali che gli prestò un gabbiano e sorridendo disse: «Pazienza…» Vincenzo Mollica



eravamo sul Gargano. Consumavamo il nostro annuale periodo marino dal momento in cui per tutti le vacanze finivano fino a quando la stagione ce lo permetteva. Le case si svuotavano, e noi vivevamo senza chiederci che giorno fosse, dividendo il nostro tempo tra bagni e passeggiate, dalle quali non mancavamo mai di tornare con un ricco bottino fatto di frutti raccolti per strada, di piante, di fiori o di pietre, e qualche volta di animali bisognosi di cure. Tutto attirava la nostra attenzione e come bambini passavamo le ore a guardare un albero o una mucca. Andrea non resisteva mai a lungo nel contemplare una cosa: di qualsiasi natura fosse, doveva toccarla, palparla, maneggiarla. In questo modo prendeva coscienza della forma esteriore e della struttura interna delle cose ma soprattutto, considerandole in quel momento intensamente, lui ne raggiungeva il cuore. Quando poi si metteva a disegnare, era come se lui fosse in quel momento il soggetto del disegno, e ogni suo nervo e muscolo si tendevano nell’alta concentrazione di vivere in quell’istante in

quell’aquila, o di salire su quell’albero e sentire col proprio peso la robustezza dei suoi rami. Penso che lui vivesse realmente ciò che immaginava. Era come un altro mondo parallelo da lui solo toccato, guardato e vissuto. Così, dal momento in cui una storia nasceva nella sua mente, era così reale che quasi gli bastava seguirla. Tutto corrispondeva come in un gioco a incastri. In quei giorni di fine estate, sul Gargano, Andrea ebbe modo di pensare a un bambino lontano appena nato, Lorenzo, e gli regalò, disegnandole, queste favole. Sono storie all’essenziale, in cui il gioco è incentrato sul significato delle parole, e tutto il resto è poesia. Colorai con i pennarelli questi bellissimi disegni ed entrai, per la prima volta accompagnata per mano dal suo autore, nell’incredibile mondo di Andrea Pazienza.












sulla fantasia e sul rispetto degli altri. Con un cavallo parlante, una margherita molto educata,

Andrea Pazienza

Dall’arte di Andrea Pazienza due favole geniali

il misterioso perepè e il mite leone Pancrazio Sonsazio.

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