Fanes

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Brunamaria Dal Lago Veneri (1935) vive e lavora a Bolzano. Scrittrice, pubblicista, traduttrice, autrice di testi per trasmissioni radiofoniche e televisive, antropologa e studiosa delle tradizioni popolari, in particolare ladine, ha raccolto miti, fiabe e leggende del territorio trentino e altoatesino. Per questo suo lavoro di ricercatrice, nel 2014 le è stata conferita la Croce al Merito del Tirolo. Fabio Visintin (1957) è nato a Venezia, dove abita ancora nel sestiere Castello. Disegna da quando era bambino e suo zio gli regalava grandi pacchi di carta e penne biro colorate. Come illustratore, autore di strisce a fumetti e graphic novel, ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Per Gallucci ha realizzato anche le immagini di Non chiamarmi strega, Quando diventammo streghe, Il lago maledetto e Topo dopo topo.

Un tempo sulle alte vette della Val Badia, dove ora ci sono solo cespugli e rocce, si stendeva un regno incantato, ricco di villaggi e campi coltivati, il cui nome era Fanes. Il regno era così grande, con monti, valli, pianure, fiumi, laghi e boschi, che i suoi confini si spingevano al di là delle sette montagne di vetro, oltre le sette paludi, ai confini del mondo allora conosciuto. Il cuore di questo regno era una città chiamata Conturines, nel cui castello viveva una regina…

Così comincia l’epopea dei Fanes, l’antico popolo che per secoli dominò realmente tra le montagne delle Dolomiti. Grazie alla forza del suo legame con la natura e all’invincibile principessa Dolasilla che ne guidava l’esercito, le sue gesta hanno dato vita a leggende tramandate nelle valli da secoli. Guerrieri imbattibili, demoni, stregoni, creature delle acque e altri esseri fantastici animano il racconto epico di Brunamaria Dal Lago Veneri, qui arricchito con i disegni preziosi di Fabio Visintin in un’affascinante versione graphic novel.

“Grande fu la meraviglia del re quando Ey de Net, che lui considerava solo un vile scudiero, gli chiese la mano di Dolasilla. Terribile e altero si rivolse a Ey de Net: «Puoi davvero pensare che la gloria del mio regno si abbassi a essere la donna di un portatore di scudo?» Ma Ey de Net, nella sua gloria di Duranno, gli rispose di essere un principe e che Dolasilla gli aveva già dato il suo cuore e il suo consenso. Così alta fu la furia del re che congedò la figlia, la sua preferita. Subito fece chiamare la regina, ma la regina sperava che in questo modo risorgesse il sogno dell’antico regno dei Fanes. Dolasilla sarebbe stata regina e madre. Così combattuto e contrastato sorgeva l’amore di Dolasilla, figlia delle marmotte e del re che aveva fatto il patto con le aquile. I custodi della sapienza pregavano che prevalesse l’amore della fanciulla, i fedeli del re che prevalesse l’orgoglio della guerriera”.


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Fanes by Carlo Gallucci editore Srl - Issuu