

OTTO GABOS


OTTO GABOS
Otto Gabos
Egon Schiele. Il corpo struggente
dello stesso autore:
Gustav Klimt. La bellezza assoluta
Publisher
Balthazar Pagani – BesideBooks
Graphic design
Studio RAM
© Mario Rivelli/Otto Gabos
Edizione in accordo con Agenzia Letteraria Kalama
ISBN 979-12-221-1086-8
Prima edizione Centauria: 2018
Prima edizione Gallucci Balloon rinnovata: settembre 2025 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2029 2028 2027 2026 2025 © 2025 Carlo Gallucci editore srl - Roma
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LO STORDIMENTO DEI SENSI
EDIZIONE
Ho conosciuto Egon Schiele negli stessi anni in cui passavo dalle letture dell’infanzia e della prima adolescenza, a base di fumetti sui supereroi, a quelle della fine del liceo, che mi avevano fatto scoprire Kafka, Wilde, Gide, gli artisti della rivista “Métal Hurlant”, la trasformazione di Jean Giraud in Mœbius. Era un immenso calderone dove convivevano le avanguardie storiche e l’underground, gli hard-boiled di Chandler e le rivelazioni intime di Mishima. Erano anni di nutrimenti onnivori e voraci, un’indigestione di stili e di mondi, il passato e il presente uniti in una stessa linea temporale. Lo stordimento dei sensi.
Nel mio immaginario Schiele era ed è artista assolutamente immerso nel contemporaneo. Rivoluzionario nel segno, nella gestione dello spazio, nelle deformazioni anatomiche estreme. Passavo ore a guardare le riproduzioni delle sue opere in riviste e cataloghi. Nell’impeto della giovinezza ignoravo concetti come catalogazione, collocazione e attribuzione, elementi decisivi che avrei imparato e marchiato a fuoco nella mente più avanti nel tempo, frequentando il DAMS.
In quel continuo bombardamento di segni e messaggi, Schiele era il modello irraggiungibile, lo stupore perenne. Fantasticavo su cosa avrebbe potuto realizzare se non fosse scomparso così giovane. Da allora l’ho rincorso con slancio e con affanno. Entrava e usciva dai miei disegni spesso ritenuti “troppo duri”. Colpa della grafite 6B a mina grossa che nel mentre era diventata la protesi estensiva che mettevo tra me e il foglio di carta.
NOTA ALLA NUOVA
Quando poi, a un certo punto del 2017, mi è stato proposto da Balthazar Pagani di confrontarmi con un artista visivo in una biografia a fumetti, non ho esitato. Troppo era ed è l’amore. Poi all’entusiasmo è subentrata l’ansia, la paura di non farcela, di non essere all’altezza. Insomma tutte le solite sciagure che accompagnano la lavorazione di un’opera che richiede un cammino lungo e articolato come un libro a fumetti. Mi sono chiuso per mesi in un altro mondo, quello che desideravo frequentare da tempo, quella Mitteleuropa, ormai scomparsa, che ha traghettato la storia verso la modernità del secolo breve. Da nostalgico inguaribile quale sono, l’estinzione di certe civiltà o di certe congiunture culturali mi conduce alla malinconia per ciò che non c’è più. Lavorare a una narrazione biografica di Schiele e della sua epoca è stato un po’ un lavoro di scavo alla ricerca di frammenti, un rituale medianico che mi mettesse in contatto con echi, ombre, fantasmi. È stato un isolamento entusiasmante che mi ha rivelato il presente con un’altra consapevolezza. Un giro di boa fondamentale.
La possibilità di ritornare in libreria con questa nuova edizione è un’occasione di contatto con nuovi lettori, magari che conoscono e amano Schiele, o con altri che invece lo scopriranno per la prima volta e ne rimarranno sconvolti proprio com’era successo a me tanti anni fa.
Otto Gabos


Di come la passione per treni e locomotive rivelò nel piccolo Egon ben altra passione che presto divenne travolgente.


IO DIPINGO LA LUCE CHE SI EMANA DA TUTTI I CORPI.
SONO ASSOLUTAMENTE CONVINTO CHE I PIÙ GRANDI PITTORI ABBIANO DIPINTO LA FIGURA UMANA. È LÌ CHE RISIEDE L’ENERGIA.

E SONO ALTRETTANTO CONVINTO CHE L’OPERA D’ARTE EROTICA ABBIA UNA SUA SACRALITÀ.
È LA SUA LUCE.
GLI ARTISTI HANNO
UNA RICCHEZZA INTERIORE TALE CHE DEVONO DONARSI ININTERROTTAMENTE.

UN FLUSSO CONTINUO E INESAURIBILE.
LA RICCHEZZA È NELL’ETERNITÀ.
E IO VOGLIO ESSERE UN ARTISTA ETERNO.
LE MIE OPERE DOVRANNO ESSERE ESPOSTE NEI TEMPLI DELL’ARTE. QUESTO È IL MIO IMPEGNO.
CREDETE CHE STIA ESAGERANDO? CHE SIA SOLO UNO SCHERZO?
NON AVREI TEMPO NÉ PER PENSARCI NÉ TANTOMENO PER DECIDERLO.
VOGLIO SOLO
SEGUIRE IL FLUSSO LIBERATO. ORMAI È UN FIUME CHE SCORRE IMPETUOSO E SENZA LIMITI.
IL FLUSSO È L’ENERGIA
DEL CORPO, IL SANGUE
CHE POMPA NELLE ARTERIE
CHE NON SI FERMA MAI.

TUTTO CIÒ CHE SI HA DENTRO E RIBOLLE SENZA SOSTA PUÒ SOLO RIAFFIORARE.
ESCE DALLA CARNE E SI TRASFERISCE
CON IL SEGNO E I COLORI SULLA CARTA E SULLA TELA.
IL CORPO DIVENTA PRIMA STRUMENTO E INFINE OPERA.
QUESTO ATTO È IL MIO DONARSI SENZA RISERVE.
L’ARTISTA SI DEVE FARE MESSAGGERO DEL PENSIERO ARTISTICO CHE SI REALIZZA NEL CONCRETO.

L’ETERNITÀ.
E OGGI È IL MIO COMPLEANNO. ORMAI HO 21 ANNI.
SONO NATO IN TARDA PRIMAVERA, QUANDO IL MONDO SEMBRA GIÀ ESTATE, A TULLN AN DER DONAU, LUNGO LE RIVE DEL FIUME.

NON SO SE QUEL 12 GIUGNO FOSSE UNA GIORNATA DI SOLE, I MIEI GENITORI NON ME L’HANNO MAI DETTO E DEL RESTO IO NON POTREI. COSÌ HO DECISO CHE C’ERA TANTO SOLE. CALDO E BENEFICO.
MIA MADRE
MARIE E MIO PADRE ADOLF. IO SONO QUELLO IN BRACCIO A MIA MADRE.
I RICORDI COMINCIANO A NON ESSERE PIÙ FUGACI CON L’IMMAGINE DEI COLORI BRILLANTI
DELLE ORTENSIE, POI SONO ARRIVATI I PROFUMI, PRODIGIOSI E IMPOSSIBILI DA DIMENTICARE.

LE FOGLIE D’OTTOBRE, CHE NELLA LORO MORTE TROVAVANO LO SPLENDORE NEGLI ARANCI ACCESI, E POI LA CUPEZZA APPARENTE DELL’INVERNO CON QUELLE SUE TINTE SPENTE CHE MI AVREBBERO TANTO INFLUENZATO.
CRESCENDO MI COMMUOVEVO DAVANTI ALLO SPETTACOLO DEI CICLI DELLA NATURA, CHE CAMBIAVANO IL MONDO ATTORNO A ME CON IL SUCCEDERSI DELLE STAGIONI.
SCOPRIVO LA POESIA SEGRETA DEI GRIGI, DELLE TERRE FERROSE E DEI MUSCHI UMIDI.
SCOPRIVO IL MIO UNIVERSO.
ERO FELICE.


Rivoluzionaria nel segno, nella gestione dello spazio, nelle deformazioni anatomiche estreme, l’arte di Egon Schiele è l’emblema dello stupore al cospetto del corpo e della carnalità.

In questo graphic novel biografico la tormentata vicenda del pittore si ricompone attraverso frammenti, echi e ombre che rievocano la perdita del padre e il rifiuto dell’accademia viennese, il rapporto con il maestro Gustav Klimt e i legami con la moglie Edith e l’adorata modella Wally.
Uno dei più importanti disegnatori italiani esplora i temi e le ossessioni di un artista già immerso nella contemporaneità, sullo sfondo di una Vienna di inizio Novecento dallo splendore abbagliante, poi travolta dall’incubo della Prima guerra mondiale.




“La ricchezza è nell’eternità. E io voglio essere un artista eterno. Le mie opere dovranno essere esposte nei templi dell’arte. Questo è il mio impegno”





OTTO GABOS vive e lavora a Bologna, dove insegna al Corso di Fumetto e illustrazione dell’Accademia di Belle Arti. Ha pubblicato molti graphic novel e ricevuto importanti riconoscimenti per la sua opera, tra cui il Premio Micheluzzi, il Premio Caran d’Ache, due Premi Boscarato e il Premio Andersen. Con Gallucci ha pubblicato anche Gustav Klimt. La bellezza assoluta.
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