BILLIE EILISH
monography



© 2022 Centauria Editore srl – Milano
© 2022 BesideBooks srl
Sceneggiatura del graphic novel (pagina 17)
Francesco Matteuzzi
Editing Nicolò Rossi
Graphic design
PEPE nymi
Proprietà artistica letteraria riservata per tutti i Paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata.
Prima edizione maggio 2022
Isbn 9788869214776
Testi di Valeria Sgarella
Illustrazioni di Paolo Moscheni
A cura di Balthazar Pagani
Missioni possibili: incontrare Justin Bieber
La «bad guy» scala le classifiche
Un album fatto in casa, ma destinato al mondo intero
Billie e Rosalía: il sodalizio che non ti aspetti
Quando la festa finisce, scendono lacrime nere Billie
Billie Eilish. La prima parola che viene in mente pensando a lei è novità. Poi la si osserva sul palco, e ne arrivano altre: grinta, bellezza, inquietudine. Soprattutto, autenticità. È raro trovare tutto questo in una giovane star agli esordi.
Nell’arco di soli quattro anni, questa teenager americana ha conquistato cuori e classifiche, ha stravolto il mondo del pop e imposto la propria immagine, forte e inconfondibile. Il tutto partendo dalle proprie debolezze. Ma con le idee da subito molto chiare sul messaggio da trasmettere.
Billie Eilish (sono in realtà i suoi primi due nomi: ne ha anche un terzo, Pirate, e due cognomi, della madre e del padre, Baird O’Connell) è nata a Los Angeles il 18 dicembre 2001. Viene al mondo tre mesi dopo l’attacco alle Torri
Gemelle: in un’America profondamente scossa, colpita nel suo cuore pulsante, ma che cova in sé una grande voglia di riscatto. Billie cresce con il pallino dello show business, e coltiva un’ossessione per le star; ha una voce fantastica e un indubbio talento musicale. Per mesi compone con suo fratello Finneas decine di canzoni, che carica su SoundCloud e altre piattaforme di streaming. Pubblica in rete centinaia di video che la ritraggono in vari momenti della sua quotidianità: non vuole separare la musica da ciò che la circonda ogni giorno. Poi fa uscire una canzone dal titolo Ocean Eyes. E lì cambia tutto. Da quel momento la scalata è inarrestabile. L’album d’esordio del 2019, When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, svetta nelle classifiche di tutto il mondo. La carriera di Billie è solo all’inizio, ma per i suoi fan è già un idolo assoluto.
Billie Eilish comincia a fare musica fin da piccolissima. La prima canzone che strimpella con l’ukulele, a sei anni, è I Will dei Beatles. Al primo talent show scolastico suona Happiness Is a Warm Gun , sempre dei Beatles. Ma Billie non frequenta la scuola: almeno, non letteralmente. I genitori, una sceneggiatrice e un operaio edile musicista per hobby, vogliono per lei e suo fratello l’istruzione
domiciliare. Niente classe, niente orari: i ragazzi devono poter coltivare liberamente la propria creatività. Una creatività che sboccia già nelle canzoni della prima ora. Dopo Ocean Eyes , una ballata adolescenziale sulle paure dell’amore, ecco Bellyache , che fa intravedere gli elementi più oscuri, quasi orrorifici, del repertorio di Billie. Di lì a poco, anche i suoi video, curati da lei stessa, metteranno a fuoco
questo immaginario. Segue poi un ep di otto brani, Don’t Smile at Me , che prelude al gigantesco, spiazzante album d’esordio, When We All Fall Asleep, Where Do We Go? . Interamente prodotto da Billie e suo fratello, e inciso nel loro studio casalingo, l’album mette a segno una serie di record, uno su tutti: è il primo di un’artista donna a conquistare gli ambitissimi Grammy Awards nelle principali catego-
rie, tra cui «disco dell’anno». Il merito di Finneas è grande: è stato lui il primo a scommettere sul talento della sorella. Il mondo con cui Billie si scontra è quello delle grandi popstar femminili, veterane che fanno numeri da capogiro nelle vendite e sui social: Ariana Grande, Taylor Swift, Dua Lipa. La lotta è durissima, ma Billie finirà per essere fonte d’ispirazione per i suoi stessi idoli.
Il rapporto che Billie crea con il suo pubblico è una delle sue carte vincenti. È spregiudicata, buffa e autoironica, pur non avendo mai fatto mistero di essere anche, fondamentalmente, triste.
Chiedete a un fan di Billie il motivo della sua devozione. Probabilmente vi risponderà: «La amo perché è come se parlasse a me, di me». Il rapporto che Billie crea con il suo pubblico è allo stesso tempo causa ed effetto del suo successo. La linea di demarcazione tra il suo pubblico e il suo privato è molto sottile e spesso si annulla, rendendola un tutt’uno con la sua gente. Questa caratteristica emerge magnificamente nel documentario The World’s a Little Blurry, una carrellata intimista attraverso gli anni cruciali della sua scalata al successo. Si parte dal 2018 per arrivare al 2020, anno del gran bottino ai Grammy Awards (undici premi in tutto, incluso quello di «album dell’anno»). Un bottino che si sarebbe ulteriormente arricchito, due anni più tardi, con la conquista
di un Oscar per No Time To Die, decretata «miglior canzone originale» nella colonna sonora dell’omonimo film di James Bond. E poi sarebbe arrivato il secondo album, un grande banco di prova, intitolato ironicamente Happier Than Ever. La linea sottile tra il suo pubblico e il suo privato, però, Billie la mette in evidenza soprattutto durante i live. L’empatia con cui coinvolge i fan durante i concerti, che lei vive «come un eterno karaoke», è il risultato di un grande lavoro su se stessa. Affrontando a muso duro, nelle canzoni e sui social, le cose che la facevano soffrire, prima su tutte il body shaming, Billie ha abbattuto quelle barriere che altre ex ragazzine della musica non sono riuscite a superare (vedi, Britney Spears). La strada da fare è ancora lunga, ma Billie, intanto, è diventata grande.
BILLIE EILISH HA DA POCO COMPIUTO 20 ANNI. A 17 AVEVA GIÀ RIBALTATO IL MONDO DEL POP, E DOMINATO LE CLASSIFICHE MONDIALI
SFORNANDO UNA HIT DIETRO L’ALTRA. ORA,
CON IL SUO CARISMA E LA SUA SPREGIUDICATEZZA, CONTINUA A ESSERE UNA DELLE FIGURE
PIÙ TRASGRESSIVE E AMMALIANTI DELLA MUSICA
MONDIALE, NONCHÉ LA PIÙ INFLUENTE
PORTAVOCE DELLA SUA GENERAZIONE
Billie Eilish è stabilmente fra gli artisti più ascoltati sulle piattaforme di streaming, su Instagram ha più di 100 milioni di follower e su YouTube i suoi video hanno miliardi di visualizzazioni. Nel 2021 su Apple TV è uscito il documentario Billie Eilish: The World’s A Little Blurry e Billie viene premiata con un Grammy Award. Nel 2022 arrivano il Golden Globe e l’Oscar alla migliore canzone originale per il film No Time to Die e un tour che la porta di nuovo in giro per il mondo.
Ha detto di essere contraria all’uso di droghe e di essere vegana dal 2014, prende posizioni su temi importanti come il climate change e non nasconde i suoi tic nervosi, la sua sindrome di Tourette, i suoi pensieri su body shaming e self-acceptance.
Questo libro illustrato è un fan book, un tributo a Billie Eilish, alla sua musica e al suo impegno, positivo per milioni di persone in tutto il mondo!