Photographers

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PHOTO GRAPH ERS : GALLERIA CERIBELLI

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PHOTOGRAPHERS Galleria Ceribelli , Bergamo 28 Maggio - 09 Luglio 2016

Un progetto di: Adele Ceribelli, Alice Giacometti, Francesca Ferrandi A cura di: Alice Giacometti Progetto grafico: Diego Chierichetti Stampa: Photo Offset, Bergamo maggio 2016

Si ringrazia: Arialdo Ceribelli


PHOTOGRAPHERS Luca Tombolini Stella Asia Consonni Filippo Venturi Turi Calafato Andrea Giudici Andrea Luporini Elena Canevazzi

G ALLERIA CERIBELLI



PHOTOGRAPHERS Nell’era dell’iperfotografia dove gli scatti si moltiplicano quotidianamente all’infinito, quando li crediamo eterni ed invece sono effimeri e subito dimenticati, la fotografia sta diventando sempre più uno specchio del mondo e non più una finestra su di esso. La verità e la potenza di questo mezzo, la magia che ha nel mettere a nudo, spiegare e denunciare, rivelare, sono sempre più minacciate.. In una fase di cambiamento sociale dello sguardo sul mondo il progetto Photographers nasce con l’intento di valorizzare i giovani fotografi italiani, under 35, che “difendono”, attraverso il loro modus operandi, la meraviglia del mezzo fotografico originale e il suo linguaggio senza inganni. Photographers da un’idea di Adele Ceribelli, Alice Giacometti e Francesca Ferrandi.



SOMMARIO 1

Introduzione critica alice giacometti

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Luca Tombolini

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Stella Asia Consonni

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Filippo Venturi

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Turi Calafato

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Andrea Giudici

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Andrea Luporini

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Elena Canevazzi

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Biografie



INTRODUZIONE CRITICA A cura di Alice Giacometti

La mostra Photographers è quest’anno alla sua seconda edizione: la Galleria Ceribelli ospita i lavori di sette giovani fotografi italiani. Le opere in mostra in comune hanno la qualità del lavoro e l’utilizzo di poca post produzione. Durante la fase di selezione dei fotografi decisive sono state le ricerche alla base dei progetti e la tecnica con cui sono stati realizzati la maggior parte di questi lavori: fotografie scattate in analogico o addirittura realizzate senza una macchina fotografica, a dispetto dell’ormai tanto utilizzato digitale. Una mostra che espone una fotografia pura, giovane, realizzata con una metodologia che infonde un’aura di atemporalità ai lavori presenti: opere che raccontano attraverso

l’obbiettivo diversi punti di vista, storie personali e sensibilità fotografiche. Photographers II si compone di sette progetti: imamagini singolarmente dotate di grande significato che accostate l’una all’altra compongono racconti. Paesaggi, luoghi sacri, il rapporto dell’individuo con l’ambiente che abita e la rielaborazione dei ricordi sono i temi, al centro di questa esposizione. I paesaggi di Luca Tombolini sono rappresentazioni del mondo reale di immagini inconsce. Attratto da purezza e semplicità nel paesaggio, condizioni necessarie per riportare la propria mente ad un stato essenziale, inizia a fotografare luoghi lontani. Il grande formato delle sue stampe permette allo spettatore di

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immergersi emozionalmente in una natura in cui a regnare è un senso di pace e libertà. Il fotografo con i suoi scatti porta alla luce i solchi, le forme, i colori e le sensazioni che la natura ha creato e ce li fa osservare, in assoluto silenzio. L’utilizzo di un banco ottico dona al procedimento fotografico un’aura sacra: una contemplazione del tempo e dello spazio lo portano ad un intenso dialogo con se stesso. Dalla contemplazione del paesaggio naturale si arriva alla rappresentazione di un cambiamento interiore. Sembrano paesaggi lunari, mondi irreali, le fotografie di Stella Asia Consonni. Colori vivi, forme non definite e sensazione di spaesamento caratterizzano le impattanti fotografie del progetto Self. Autoritratti non comuni con i quali la fotografa indaga il passaggio dalla giovinezza all’età adulta: sangue, lacrime e altri liquidi corporei dell’artista vengono proiettati grazie ad un ingranditore su carta fotosensibile dando vita ad immagini uniche. Fotogrammi preziosi, irripetibili, realizzati senza l’utilizzo di una macchina fotografica, che non raccontano fatti ma stati d’animo e sensazioni. Quello che traspare guardando le fotografie di Filippo Venturi è una sensazione di solitudine. Il fotografo mette in luce con il suo progetto le importanti contraddizioni interne alla Korea del Sud: uno stato che negli ultimi cinquant’anni ha subito una rapidissima

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modernizzazione e che ora si trova ad affrontarne le conseguenze. L’individuo oggi vive una condizione di isolamento emotivo: la serrata competizione, la dipendenza da internet e dalla tecnologia, la ricerca della perfezione estetica, portano i giovani verso una standardizzazione destabilizzante. E’ una società che obbliga ad un percorso guidato, come quello di una scala mobile in metropolitana, che porta però a sentirsi spaesati, in un luogo non proprio, come un daino di fronte ad una serie di grattacieli. Lavori dai colori delicati scanditi in forme geometriche traducono in immagini alcune delle caratteristiche e delle contraddizioni della società coreana. Restando nella parte Orientale del mondo, ad essere al centro dei lavori di Turi Calafato è l’interazione delle persone con gli ambienti che abitano. Fotografie suggestive fatte tra la Cina e il Giappone raccontano di una società moderna schiava del consumo, in cui a prevalere è un sentimento di distacco da quella che è la vera essenza dell’uomo. Il fotografo si imbatte in scene di vita quotidiana , in cui colori, luci e atmosfere trasmettono un sentimento di profonda solitudine, reso in immagini che emozionano. Dalla solitudine che i soggetti di Turi Calafato provano vivendo nelle affollate metropoli, si passa alla sensazione di coinvolgimento data da luoghi isolati e silenziosi documentati da


Andrea Giudici. Una luce quasi mistica accompagna lo spettatore nei luoghi sacri del Burkina Faso; al centro del progetto di ricerca vi è la situazione dei luoghi sacri dopo la costruzione di un corridoio ecologico tra due parchi nazionali: spazi isolati in cui lo spirituale si fa presenza dominante. La sensazione guardando queste fotografie è di trovarsi in spazi immensi ma raccolti, desolati ma vivi, resi in immagini che, attraverso la luce, evidenziano questa dualità e ci immergono in un’atmosfera sacrale.

oggetti appartenuti a sua nonna che, come meduse, fluttuano nell’acqua dissolvendo le forme e dando vita a contorni nuovi. L’acqua protegge e modifica, accoglie e reinventa e da strumento diventa soggetto delle immagini. Attraverso questo progetto la fotografa rielabora i suoi ricordi donando loro significati nuovi.

Dai luoghi sacri ad una riflessione sui sentimenti irrisolti della propria vita. Con la serie IO / (NON PER FORZA) MIO Andrea Luporini realizza fotografie che sembrano quadri. Cespugli, scuri e inaccessbili, nei quali sbocciano e si fanno spazio meravigliosi fiori rosa che sembrano dipinti. Attraverso questo progetto il fotografo ripercorre dentro se stesso le situazioni che non riesce a superare: si reca nella terra che circonda la sua casa d’infanzia ed inizia a lavorare. Dopo giorni intensi ecco che come rose i suoi sentimenti riaffiorano per assumere sembianze nuove. Un altro lavoro legato ai ricordi è quello di Elena Canevazzi: utilizzando una macchina fotografica subacquea realizza in camera oscura il progetto 90% acqua. Fotografie in b/n dall’atmosfera quasi incantata, nostalgica, rielaborano i suoi ricordi:

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LUCA TOMBOLINI “L’alba dell’uomo, un tempo senza pensiero razionale. In un momento, contemplando il cosmo, un antenato realizza per la prima volta la necessità di una creazione divina. Hanno luogo così la Seconda Cosmogonia e il miracolo dell’auto-coscienza. In quell’istante egli intuisce che esiste per una ragione; ha percepito l’elemento significativo e questo ha trovato un modo per rivelarglisi. Il Conscio e l’Inconscio si sono uniti nella creazione del Sè.” Interessato al pensiero di Jung e attratto dai grandi spazi aperti della natura, Luca Tombolini inizia a fotografare paesaggi. Questo progetto nasce da una riflessione sull’esistenza umana e sulla la concezione della realtà: paesaggi carichi di emotività sono il risultato di una lunga contemplazione del tempo e dello spazio.

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LS IV #18 [2014] Canarie Stampa lightjet da scansione a tamburo di negativo 10 x 12, 100 x 133 cm Ed 2/15

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LS IV #11 [2014] Canarie Stampa lightjet da scansione a tamburo di negativo 10 x 12, 100 x 133 cm Ed 2/15

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STELLA ASIA CONSONNI Self è una serie di autoritratti anticonvenzionali, fotogrammi unici stampati a mano, creati con i fluidi corporei dell’artista. Sangue, saliva, sudore e lacrime filtrano la luce dell’ingranditore in camera oscura e proiettano immagini dal sapore spaziale su carta fotosensibile. Il progetto esplora il salto dal protetto mondo della giovinezza a quello l’età adulta, dove spogliati dalla protezione familiare e istituzionale ci si avvia verso la completa indipendenza. Il senso di libertà da esso generato si contrappone alla prepotente incertezza nelle scelte e alla solitudine che caratterizza la maturità. Invece di documentare questo cambiamento le immagini sembrano voler esprimere la sensazioni di questa transizione, insieme alla scelta di creare suggestioni accattivanti attraverso elementi che nell’immaginario comune vengono associati al disgusto. Il progetto ritrae la fragile bellezza e la vulnerabilità del crescere esprimendo una forma di “sublime”, come definita da Loytard, quindi non causata da un elemento naturale ma da “magnitudine, forza, quantità, nel suo stato più puro, una presenza che supera ciò che il pensiero immaginativo può comprendere in una forma – ciò che può formare”.

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SELF 1 [2012] Londra Fotografia camera-less, fotogramma di fluidi corporei su carta fotosensibile stampata a mano, 50,8 x 60,96 cm Tiratura unica

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SELF 2 [2012] Londra Fotografia camera-less, fotogramma di fluidi corporei su carta fotosensibile stampata a mano 50,8 x 60,96 cm Tiratura unica

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SELF 3 [2012] Londra Fotografia camera-less, fotogramma di fluidi corporei su carta fotosensibile stampata a mano 50,8 x 60,96 cm Tiratura unica

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SELF 4 [2012] Londra Fotografia camera-less, fotogramma di fluidi corporei su carta fotosensibile stampata a mano 50,8 x 60,96 cm Tiratura unica

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FILIPPO VENTURI Fino agli anni ’60 la Corea del Sud era un paese molto povero e arretrato. In meno di mezzo secolo è diventato uno dei paesi più moderni e avanzati al mondo. La rincorsa alla modernità e al progresso si è compiuta imponendo alla società uno smisurato senso della competizione, nella continua ricerca della perfezione dal punto di vista scolastico, professionale e anche estetico. I giovani si trovano a crescere avendo in mente gli stessi ideali e passando per tappe obbligatorie: i migliori voti per accedere alle migliori università, che consentiranno di arrivare ai migliori lavori. Al tempo stesso sono richiesti modelli estetici senza identità, raggiunti comunemente con la chirurgia plastica. Il paese spinge i giovani verso una standardizzazione straniante e surreale, l’esatto contrario di quanto avviene in molti paesi occidentali, dove si ritiene che per emergere sia necessario distinguersi dalla massa. Tutto questo ha fatto emergere anche forti effetti collaterali come la dipendenza da internet e dalla tecnologia, lo stress, l’alcolismo, l’isolamento sociale e un elevato numero di suicidi (ogni giorno si tolgono la vita 43 persone).

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MADE IN KOREA [2015] Corea del sud Stampa Giclée, 60 x 90 cm Ed 1/9

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MADE IN KOREA [2015] Corea del sud Stampa Giclée, 60 x 90 cm Ed 1/9

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MADE IN KOREA [2015] Corea del sud Stampa Giclée, 60 x 90 cm Ed 1/9

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TURI CALAFATO Le fotografie di Turi Calafato fanno parte di due progetti diversi, Nihao e Dethacment, come diverse sono le città in cui sono state realizzate, Cina e Giappone. Con questi due progetti, ancora in fase di sviluppo, il fotografo analizza lo stile di vita nella nostra società moderna. Vari scrittori nel passato hanno ipotizzato il futuro dell’umanità, fra i quali Aldous Huxley nel 1932 con il suo romanzo ‘Brave New World’, dove descrive un essere umano completamente distaccato dalle proprie emozioni, senza un’identità ben precisa e che vive una vita precostruita seguendo dei cliché che gli hanno imposto dalla nascita. La sua visione sembra alquanto realistica anche ai giorni nostri; l’uomo si sta allontanando dalla propria anima per vivere una vita standardizzata e asettica. Il progetto si sviluppa in diverse città di Cina e Giappone, poiché ormai molti luoghi sembrano gli stessi: il mondo globalizzato se da un lato ha avvicinato le culture, dall’altro le sta appiattendo, creando metropoli che si somigliano l’un l’altra. Per molti le azioni quotidiane si susseguano automaticamente giorno dopo giorno, come se si fosse creato un divario fra le proprie azioni e il proprio mondo interiore. Nonostante queste immagini siano state scattate in grandi metropol, si ha una sensazione di isolamento; addirittura forse è l’idea stessa della massa informe delle megalopoli che amplifica questo senso di separazione fra l’individuo e l’ambiente urbano in cui vive. 21


TUNNEL [2012] Pechino Digital photo, giclée print on Hahnemühle fine art paper, 50 x 33 cm Ed 1/2

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THREE AGES OF THE WOMAN [2012] Shanghai Digital photo, giclée print on Hahnemühle fine art paper, 50 x 34 cm Ed 1/2

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INTO THE BOOTH I [2013] Tokyo Digital photo, giclée print on Hahnemühle fine art paper, 50 x 33 cm Ed 1/2

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INTO THE BOOTH II [2013] Tokyo Digital photo, giclée print on Hahnemühle fine art paper, 50 x 33 cm Ed 1/2

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ANDREA GIUDICI Nel solco della convinzione che per cambiare la realtà bisogna non solo conoscerla, ma saperla rappresentare agli occhi degli altri, Andrea Giudici partecipa nel 2009 ad una ricerca in Burkina Faso. La ricerca, a cavallo tra geografia, antropologia e fotografia, ha portato i ricercatori ad indagare territorio, uomo e la loro interazione, in seguito alla creazione di un corridoio ecologico, costruito anni prima, tra due parchi nazionali, che ha obbligato interi villaggi a spostarsi. Il progetto ha portato il fotografo verso dei luoghi sacri, spazi in cui le popolazioni interagiscono con il territorio in modo del tutto particolare. L’ antropizzazione di questi luoghi, sopravvissuta anche all’istituzione del corridoio ecologico, è l’oggetto della ricerca personale di Andrea Giudici. Nei processi classici di antropizzazione, l’uomo da spettatore esterno e neutrale, diventa la figura principale nel processo di creazione del paesaggio; nel luogo sacro è l’esatto opposto: l’antropizzazione di questi spazi, paradossalmente, è guidata da elementi del sistema biotico esterni all’uomo. Queste fotografie costituiscono un corto circuito di interazione che riporta i luoghi sul piano dell’umano snaturandone l’essenza, ma potenziandone l’estetica intesa solo come percezione sensoriale, di cui spazio e tempo sono condizioni irrinunciabili. 27


11°17’24.723” N - 1°14’31.497” O [2009] Bourou, Burkina Faso Fotografia fine art, 40 x 60 cm Ed 1/10

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10°43’27.145” N - 4°49’23.419” O [2009] Banforà, Burkina Faso Fotografia fine art, 40 x 60 cm Ed 1/10

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11°10’53.764” N - 4°17’28.276” O [2009] Bobo Doulasso, Burkina Faso Fotografia fine art, 40 x 60 cm Ed 1/10

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11°18’14.150” N - 1°16’48.212” O [2009] Bourou, Burkina Faso Fotografia fine art, 40 x 60 cm Ed 1/10

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ANDREA LUPORINI Le immagini del progetto IO / (NON PER FORZA) MIO (2015) sono espressione di mesi trascorsi lavorando con vanga e tagliaerba nel pezzo di terra dove Andrea Luporini è nato, cinque piane che un tempo furono un giardino, divenute gradualmente un bosco incolto. La cura dedicata a questo luogo, per anni una presenza lontana e irrisolta, teatro di difficili vicende familiari, ha permesso al fotografo di renderlo nuovamente suo, finalmente per scelta e non più per un precoce senso di responsabilità. Le fotografie, realizzate nel momento in cui la materia davanti a lui ha assunto sembianze dei suoi ricordi, hanno contorni imprecisi, legate tanto al passato quanto al momento stesso della riscoperta. Sono in qualche modo un regalo che si è concesso, una parentesi, frammenti che esprimono la percezione di una bellezza soggettiva e istintiva.

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DALLA SERIE Io / (non per forza) Mio [2015] La Spezia, Italia Stampa laser da negativo su carta semi matt Kodak, 40 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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DALLA SERIE Io / (non per forza) Mio [2015] La Spezia, Italia Stampa laser da negativo su carta semi matt Kodak, 40 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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DALLA SERIE Io / (non per forza) Mio [2015] La Spezia, Italia Stampa laser da negativo su carta semi matt Kodak, 40 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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ELENA CANEVAZZI Il lavoro di Elena Canevazzi nasce dalla memoria, dai suoi affetti simbolicamente rappresentati da oggetti. L’acqua è elemento che ospita il suo dialogo con il ricordo, origine e mezzo attraverso il quale il processo mentale e quello chimico si incontrano. E’ ventre che protegge e filtro che modifica, sfoca e dissolve, è materia nella quale gli oggetti vengono accolti e liquido che li fa affiorare sulla carta. E’ strumento ma anche soggetto dell’immagine, che occupa lo spazio e si fa lente per dare una nuova lettura a ciò che contiene. Gli oggetti, invece, sono contenuti dall’acqua, sono saturi di essa e da essa vengono trasformati. La sfocatura liquida che li avvolge dissolve i contorni della materia, rende gli oggetti forme in potenza, embrioni aperti a nuove possibilità.

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90% ACQUA [2015] Italia Stampa alla gelatina d’argento, 30 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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90% ACQUA [2015] Italia Stampa alla gelatina d’argento, 30 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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90% ACQUA [2015] Italia Stampa alla gelatina d’argento, 30 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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90% ACQUA [2015] Italia Stampa alla gelatina d’argento, 30 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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90% ACQUA [2015] Italia Stampa alla gelatina d’argento, 30 x 40 cm Ed 1/3 + 1 p.a.

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BIOGRAFIE LUCA TOMBOLINI

Sarpi, si trasferisce a Londra per conseguire la

stati pubblicati su diversi magazine come

laurea in fotografia presso il London College

Internazionale, The Washington Post, Geo,

Nato a Milano, Luca Tombolini completa studi

of Communication, Univeristy of the Arts

Die Zeit, Marie Claire, Vanity Fair e Io Donna.

classici e consegue la laurea in Scienze della

London. Durante gli studi, oltre ad assistere

Parallelamente all’attività commerciale, si dedica

Comunicazione nel 2005 con una tesi sulle figure

fotografi e artisti come Rankin, Derrick Santini

a progetti personali su temi e storie che ritiene

retoriche nella narrazione visiva nel cinema

e Garry Fabian Miller, sperimenta con tecniche

interessanti da approfondire e sviluppare.

italiano. Mentre completa la tesi di laurea inizia a

fotografiche alternative quali fotogramma,

sperimentare, da autodidatta, l’uso di macchine

luminogramma, processo cianotipico e gomma

fotografiche a grande formato. Dal 2011

bicromata.

decide di dedicarsi totalmente alla fotografia

Dopo la laurea apre uno studio in proprio a

di paesaggio, sempre in grande formato,

Londra e inizia a lavorare come fotografa di

stampando in edizioni limitate. Muovendo dagli

moda e arte. Attualmente lavora per riviste

scritti di C.G. Jung, il suo lavoro si basa sulla

in tutta Europa, nord e sud America e ha

relazione fra inconscio e paesaggio, ricerca che

partecipato a mostre in Inghilterra, Italia e

porta avanti tramite lunghi viaggi in solitaria nei

Islanda.

luoghi scelti.

2014, Affordable Art Fair Hampstead, Londra

2015, Foreboding, Sans Oslo, Oslo

2014, Multiplied Art Fair, Londra

2015, Milano Arte Design, Nhow, Milano

2011, Stella Asia Consonni Solo, Biblioteca Caversazzi,

2014, The Plantation Journal, Library of Arts, Parigi

Bergamo

2013, “Revelations”, Monastero di Agios Ioannis,

2015, Nuovi Talenti, Fondazione Fotografia 2015, Foro Boario, Modena (IT) 2015, Portfolio Italia 2015, Centro Italiano della Fotografia d’Autore, Bibbiena (IT)

TURI CALAFATO Turi Calafato nasce a Catania nel Marzo 1979. Consegue la laurea in farmacia a pieni voti nel 2002 e lavora nel campo farmaceutico per

Patmos

Mercanti, Milano

2016, Somerset House, London (GB)

TRA LE PRINCIPALI MOSTRE:

TRA LE PRINCIPALI MOSTRE:

Il 2013, “Storie della Terra”, Spazio Espositivo Palazzo

TRA LE PRINCIPALI MOSTRE:

2016, Sony World Photography Award

FILIPPO VENTURI

parecchi anni prima di iniziare una carriera come fotografo freelance. E’ sempre stato molto interessato alle arti visive,

Nasce a Cesena nel 1980. E’ un fotografo e

anche se il suo interesse per la fotografia inizia

videomaker. Viene da una formazione di tipo

soltanto nel 2011. Il suo percorso formativo è

informatico; nel 2008 ha iniziato a studiare

da autodidatta, e il suo interesse principale è la

fotografia e dal 2010 lavora nel settore. Si

fotografia documentaria.

Stella Asia Consonni nasce a Bergamo nel

è specializzato in documentari concettuali,

Ha esposto in varie occasioni sia in Italia che

1990. Dopo gli studi presso il liceo classico P.

reportage e ritratto. I suoi lavori sono

all’estero. Il suo lavoro è stato riconosciuto da

STELLA ASIA CONSONNI

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ELENA CANEVAZZI

vari premi internazionali, quali il World Press

Negli anni successivi la fotografia oscilla tra la

Photo, i Sony World Photography Awards, il

professione e la passione; Passione che nasce

Choice Award, il Px3-Prix del la photographie,

tanti anni prima, contestualmente al radicamen-

Nasce a Carpi, in provincia di Modena, nel 1991.

etc. Al momento sta lavorando a differenti

to in Andrea della convinzione che per cambiare

Dal 2011, dopo aver frequentato per un anno il

progetti personali, fra i principali ‘A day at the

la realtà bisogna non solo conoscerla ma saperla

corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti

beach’ dove documenta la vita nelle spiagge

rappresentare agli occhi degli altri.

di Bologna, lavora per tre anni come fotografa e

siciliane durante i mesi estivi, e ‘Detachment’

assistente presso uno studio fotografico.

dove analizza la vita nelle grandi città

Dal 2013 collabora come volontaria presso Fon-

metropolitane.

ANDREA LUPORINI

TRA LE PRINCIPALI MOSTRE:

dazione Campori di Soliera nell’organizzazione di Arti Vive Festival e Corti Vivi Film Festival. Dal 2015 lavora come assistente agli allesti-

2016, Diverse/City - Month of Photography, LA

Nasce a La Spezia nel 1984. Inizia a interessarsi

2015, Px3-Prix de la Photographie exhibition, Paris

alla fotografia dopo gli studi universitari.

2015, The Curve: A global view of new photography,

Dopo un breve percorso personale di formazione

Santa Fe

ha cominciato la collaborazione con il circolo

2015, Detachment, Firenze (mostra personale)

ARCI Btomic di La Spezia, in cui, grazie alla

2015, World Press Photo, Worldwide

quotidiana frequentazione degli artisti che lo

2014, The Fence, Brooklyn e Atalanta

frequentano, ha potuto elaborare l’apparato

TRA LE PRINCIPALI MOSTRE:

2014, Sony Photography Awards, London

etico e teorico che lo accompagna ancora oggi.

2015, The Summer Show - Foro Boario - Modena

2013, Tre di sei, Taormina (mostra personale)

Nel suo lavoro sono ormai assodati i concetti

2013, Nihao, Noto e Catania (mostra personale)

spaziali appresi dal professor Franco Farinelli

menti e maschera presso il Museo Civico Il Correggio. Da ottobre 2014 frequenta il Master di alta formazione sull’immagine contemporanea di Fondazione Fotografia Modena.

all’università di Bologna, che si manifestano in un approccio alla fotografia vicino

ANDREA GIUDICI Andrea Giudici nasce a Bergamo nel 1984 dove vive e lavora tutt’ora. Nel 2008 si diploma presso l’Istituto Europeo di Design di Milano – corso triennale di fotografia con tesi in reportage.

all’antropologia culturale. Dal 2014 frequenta il master di alta formazione sull’immagine contemporanea presso la Fondazione Fotografia Modena. Nel 2015 ha ottenuto una residenza artistica presso STILLS, Scottish Centre of Photography.

Nei tre anni di corso affina la sua attitudine al

TRA LE PRINCIPALI MOSTRE:

raccontare la realtà con il mezzo fotografico.

2015, The Summer Show - Foro Boario - Modena

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Via San Tomaso, 86 - Bergamo Dal martedĂŹ al sabato 10:00 - 12:30 /16:00 - 19:30 telefono: 035.231332 - info@galleriaceribelli.com www.galleriaceribelli.com

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LUCA TOMBOLINI STELLA ASIA CONSONNI FILIPPO VENTURI TURI CALAFATO ANDREA GIUDICI ANDREA LUPORINI ELENA CANEVAZZI

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