Abitare il paesaggio

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to come Decreto Legislativo il 22 gennaio 2004, n. 42 e successivi aggiornamenti. Il Codice introduce nella legislazione italiana il concetto di paesaggio (riprendendo l’enunciazione della Convenzione europea) integrandolo con il principio di “identità nazionale” di cui il paesaggio è la “rappresentazione materiale” e rafforzando quindi la tradizione italiana che assegna, già nell’articolo 9 della Costituzione, un valore nazionale e non locale al Paesaggio. Nonostante questa importante tradizione legislativa, oggi, è evidente una condizione di crisi del paesaggio in Italia, soprattutto a causa di una aggressione edificatoria che non ha precedenti nella storia patria e che cancella inesorabilmente i tratti di maggiore bellezza. Già nel volume “Italia Maltrattata”1 il giornalista e scrittore Francesco Erbani delineava un quadro preoccupante di degrado; il paesaggio risulta colpito da un urbanesimo privo di qualità, spesso illegale e speculativo, una condizione diffusa che va dall’ abusivismo lungo le coste calabresi alle distese di fabbriche che colonizzano le colline venete. I dati che emergono dal IX Rapporto Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) sulla Qualità dell’ Ambiente Urbano, presentato nell’ottobre 2013 a Roma, confermano il continuo consumo di suolo in Italia misurato in 70 ettari ogni giorno, con Milano e Napoli che hanno cementificato il 60% del proprio territorio, Roma che ha cancellato 35 mila ettari di spazi aperti. Si tratta soprattutto di trasformazioni che consumano suolo ai margini dei centri urbani a discapito di terreni rurali, spazi naturali, aree verdi; una forma di urbanizzazione diffusa, priva di spazi pubblici e verdi. La condizione del paesaggio è particolarmente precaria soprattutto al sud Italia dove le trasformazioni urbane sono spesso esito di pratiche autocostruite, illegali, speculative. Scrittori contemporanei come Franco Arminio2, Mauro Francesco Minervino3, Roberto Saviano4, nei loro racconti delineano una condizione di profonda crisi sociale e identitaria di quei territori dove si stanno cancellando le tracce più importanti della cul-

strategie

tura materiale e immateriale, una condizione che provoca una sorta di offesa ai danni della bellezza del paesaggio. A seguito dell’evidente aggressione e compromissione del paesaggio, in questi anni si moltiplicano anche le iniziative e le campagne di sensibilizzazione del FAI, WWF, Legambiente, Italia Nostra solo per citare alcune tra le associazioni più attive. Tra le azioni più autorevoli di difesa del paesaggio è la battaglia del Professore Salvatore Settis5 che afferma il principio secondo cui il “paesaggio è bene comune”, in quanto tale deve essere gestito, protetto, curato, amato dalle comunità che lo abitano. Per la gravità della condizione odierna Settis suggerisce una “azione popolare” condotta con la “convinzione, moralmente e giuridicamente fondata, che l’ambiente, il paesaggio, il territorio sono un bene comune, sul quale tutti abbiamo, individualmente e collettivamente, non solo un passivo diritto di fruizione, ma un attivo diritto-dovere di protezione e difesa”. È quindi necessaria una mobilitazione collettiva, che si fonda su basi etiche, per riportare il paesaggio ad un ruolo di centralità nella cultura in Italia, con azioni operative concrete che partono dal basso, coinvolgendo direttamente le comunità locali, gli enti preposti alla gestione del territorio, le associazioni di cittadini. Se quindi la comunità deve svolgere un ruolo determinante è altrettanto vero che il mondo accademico e professionale devono offrire una sperimentazione progettuale innovativa in grado di dare una risposta concreta alle criticità della condizione contemporanea e conciliare attività economiche con le risorse naturali, storico-culturali e paesaggistiche. I programmi di cooperazione internazionale finalizzati ai temi dello sviluppo locale sostenibile e valorizzazione del paesaggio sono una delle espressioni più convincenti di applicazione dei principi della Cep e possono rappresentare una occasione privilegiata di confronto e sperimentazione progettuale per formulare ipotesi innovative di sviluppo locale con al centro le questioni della sostenibilità e della valorizzazione del paesaggio.

1 Erbani F., L’Italia Maltrattata, Laterza, Bari-Roma, 2003. 2 Arminio F., Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta, Laterza, Bari-Roma, 2009; Arminio F., Terracarne. Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del sud Italia, Mondadori, Milano, 2011; Arminio F., Geografia commossa dell’Italia interna, Mondadori Bruno, Milano, 2013. 3 Minervino M. F., Calabria brucia, Ediesse, Roma, 2008; Minervino M. F., Statale 18, Fandango Libri, Roma, 2010. 4 Saviano R., Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel segno di dominio della Camorra, Mondadori, Milano, 2006; Saviano R., Zero, Zero, Zero, Feltrinelli, Bologna, 2013. 5 Settis S., Paesaggio, Cemento, Costituzione. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2001.


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