Le Beghine. Una storia di donne per la libertà

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STORIA Protagonisti



Silvana Panciera

LE BEGHINE Una storia di donne per la libertà

Prefazione di Marco Vannini

Nuova edizione rivista e ampliata


© Il Segno dei Gabrielli editori 2022 Via Cengia 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) Tel. 045 7725543 mail info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Nuova edizione rivista e ampliata ISBN 978-88-6099-452-3 Prima edizione 2011: 1a ristampa maggio 2017, 2a ristampa febbraio 2020. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Foto di copertina Armand Gautier, Tre suore davanti alla porta di una chiesa (Francia, 1825-1894) Stampa Mediagraf, Trebaseleghe (PD) febbraio 2022


A mamma Berta

«È la libertà che fa l’uomo uguale a Dio.» Gregorio di Nissa



SOMMARIO

PREMESSA ALLA NUOVA EDIZIONE

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PREFAZIONE di MarcoVannini

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INTRODUZIONE

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Capitolo 1 XII E XIII: I SECOLI D’ORO

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Capitolo 2 UN MOVIMENTO SENZA ORIGINE, SENZA FONDATRICE, SENZA REGOLA UNICA, SENZA STORIOGRAFIA Le «mulieres religiosae»: né spose, né monache Beghine e begardi Le beghine, delle eretiche? Le beghine, delle streghe? Vicissitudini storiche del movimento beghinale Le beghine, primo movimento femminista?

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Capitolo 3 LE BEGHINE NEL QUOTIDIANO

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Capitolo 4 LA SANTIFICAZIONE NELLA LIBERTÀ Le loro innovazioni spirituali I loro approdi mistici

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Capitolo 5 WHO’S WHO Le beghine: le prime e le ultime Gli ammiratori

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Capitolo 6 I BEGHINAGGI: OASI DI RIPOSO NEL MONDO TURBOLENTO DEGLI AFFARI I beghinaggi storici I beghinaggi storici nello spazio europeo I beghinaggi moderni

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CONCLUSIONE

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BIBLIOGRAFIA

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LESSICO

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CRONOLOGIA

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PREMESSA ALLA NUOVA EDIZIONE

Più di 10 anni sono trascorsi dalla mia prima redazione e edizione (in francese, nel 2009) del testo sul movimento beghinale. A questo sono poi seguite le traduzioni e edizioni in italiano (2011), in inglese (2013), in tedesco (2014) e in spagnolo (2020). Lo scopo è stato sempre quello di allargare il cerchio delle persone destinatarie di questa storia di donne, tanto preziosa quanto sommersa. Con gli anni i frutti cominciano a farsi maturi: il movimento delle beghine è sempre più visibile – e anche meno negativamente – negli scritti e nel web. Esse vengono citate nei nuovi testi di teologia e di spiritualità e sono proposte come argomento di sessioni di studio o di ritiri. Frasi e nomi di alcune celebri beghine si trovano persino nei detti d’Amore riportati nei foglietti dei Baci Perugina. In questi 10 anni il mio interesse e la mia ammirazione per questo mondo di donne si è ulteriormente nutrito di numerose letture, veri testi di studio, spesso rappresentati da volumi di varie centinaia di pagine. Un grazie davvero riconoscente a coloro che li hanno redatti a partire da ricerche minuziose e immagino faticose. Questo loro sforzo mi ha permesso di arricchire l’attuale edizione di nuove conoscenze, come per esempio la scoperta della presenza beghinale nei paesi nordici, di approfondimenti importanti, come per esempio le diverse ricadute della condanna di eresia subita da beghine e begardi nel 13111312, in seguito al Concilio di Vienne, e di risposte a domande che si erano palesate in questi anni, come per esempio se il movimento delle beghine fosse all’origine del moderno movimento femminista. 9


Nel consegnare questo nuova stesura all’intraprendente e coraggiosa casa editrice Gabrielli, ringrazio Marco Vannini per la reiterata stima con cui affianca questo mio “secondo parto”. E ringrazio anche voi, lettrici e lettori, augurandovi di sentirvi parte di questa loro storia di “santificazione nella libertà”. Silvana Panciera

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PREFAZIONE di Marco Vannini

Alle origini della mistica occidentale sta un libro, il Convito di Platone. Lo afferma una donna del nostro tempo, Simone Weil, che rileva correttamente come in esso sia compiutamente tracciata la via del distacco, che è amore, e la via di amore, che è distacco. Non l’amore come legame-passione possessivo, quello delle canzonette che fa rima con “cuore”, ma l’amore come desiderio di Bene, e perciò non legame-passione, ma, anzi, terminus et finis omnis passionis, come scrive Meister Eckhart. L’amore che si muove incessantemente dal “meno” verso il “più”, e che perciò è continuamente un abbandonare, un distaccarsi, per essere qualcosa sempre più nobile e ricco, in una incessante dialettica di possesso/distacco. È l’amore che i medievali chiameranno cortese: la (si noti bene, al femminile) fine amour di Margherita Porete; l’amore che sempre si unisce al “cor gentile”, “come a la selva augello in la verzura” dei nostri poeti dello Stil Novo; l’“amor che move il sole e l’altre stelle” con cui si chiude il poema dantesco. Nel Convito platonico – il mirabile dialogo sull’amore, ovvero sulla filosofia, che è amore della bellezza, amore della verità, amore del Bene – la voce determinante, tra molte altre pure sublimi, è quella di Socrate. Ma, come tutti sanno, Socrate/Platone dichiara di parlare non per conoscenza propria, bensì per ciò che sui misteri di Amore ha appreso da una donna, Diotima, la sacerdotessa di Mantinea. Il sapere su amore viene dunque dall’alto, dal divino, e una donna ne è mediatrice. Notiamo tutto ciò perché una opinione volgare, tanto diffusa quanto sciocca, suole accusare il mondo classico di ma11


schilismo, come se ciò che concerne la società nel suo complesso si potesse senz’altro attribuire alla cultura, e alla filosofia in particolare. La stessa opinione volgare tocca poi il mondo cristiano, confondendo anche qui, arbitrariamente, il sociale – che è l’ambito del “grosso animale” platonico, tanto forte quanto stupido – con il religioso, e con lo spirituale in particolare. In realtà, da secoli nella Chiesa latina si chiude la giornata recitando il Magnificat, ovvero il canto in cui l’humilitas della ancilla è esaltata come strumento della possibilità del divino stesso di trovare spazio, di incarnarsi, e su questo registro si muovono anche alcuni dei più profondi sermoni di Meister Eckhart, ovvero della mente speculativa più alta che il mondo cristiano abbia prodotto, il quale insiste sulla necessità del fatto che l’anima sia donna, tanto vergine quanto madre, per poter ricevere e generare il divino. Con questo non si intende certo sostenere l’esistenza di un Dio “delle donne”, distinto da quello degli uomini – un concetto, questo, che avrebbe fatto sorridere tanto Eckhart quanto la sua ispiratrice Margherita Porete, e che si può sostenere solo confondendo lo psicologico con lo spirituale – ma il fatto è che queste riflessioni ci vengono per prime alla mente, pensando alla straordinaria vicenda delle beghine. Le beghine, ovvero queste mulieres religiosae senza origine, senza fondatore/fondatrice, senza regola universalmente determinata, senza storiografia, la cui vicenda gloriosa e tormentata percorre però la storia europea per molti secoli – e in modo determinante nel basso medioevo, soprattutto nel cuore stesso dell’ Europa, che è il corso del Reno. Anche se alla storia della spiritualità è ormai chiaro che proprio le beghine sono all’origine tanto della “mistica d’amore” (Minnemystik) quanto della “mistica dell’essenza” (Wesensmystik), come amano dire gli studiosi germanici – ovvero a due fenomeni che hanno segnato profondamente la cristianità – esse sono ancora in larga misura ignote al grande 12


pubblico, e questo sorprende non poco, in un tempo, quale è il nostro, in cui si dà tanto peso al femminismo, alla storia “di genere” – insomma al rilievo che le donne hanno avuto nel corso del tempo, pur dominato dall’universo maschile. Bisogna dire innanzitutto che il primo merito di questo libro è quello di colmare una lacuna. Mancava, infatti, in italiano, un lavoro che, senza essere rivolto all’ambiente accademico, con tutto il peso dell’erudizione conseguente, informasse correttamente, in modo accessibile a tutti ma con serietà e autorevolezza, su questa complessa vicenda e questa varia realtà delle beghine, che tocca tanti aspetti – dalla storia della mistica a quella della medicina. Tempo, ambiente sociale, caratteristiche spirituali, forme di organizzazione, personalità di rilievo, svolgersi cronologico: su tutto ciò getta luce il libro che presentiamo. L’Autrice si è trovata in una condizione particolarmente fortunata in proposito, potendo sommare alla cultura universitaria specifica la conoscenza profonda, sul campo, di quel mondo renano-fiammingo in cui la vicenda delle beghine – che pure ha toccato buona parte d’Europa – si è svolta fin dall’origine e ha trovato un particolare humus. Ma non si tratta soltanto di gettar luce su una parte della storia del cristianesimo, tanto interessante quanto ormai passata; no: come l’Autrice nota, la conoscenza del fenomeno beghinale è rilevante anche per il presente, per il nostro mondo, per la nostra società, nella quale da un lato si è compiuta – almeno in parte notevole – l’emancipazione femminile, e dall’altro sono in profonda crisi le strutture familiari tradizionali, se non addirittura quelle sociali-istituzionali più in generale. Perciò la storia di queste donne e delle loro forme di aggregazione, con la loro straordinaria sintesi di comunione e di libertà, di approfondimento spirituale e di impegno caritativo, può davvero far riflettere, non per il passato, ma per il presente e più ancora per il futuro. Per almeno due motivi dunque, uno di conoscenza stori13


ca e uno di riflessione sul presente, il libro in oggetto merita grande attenzione, insieme alla riconoscenza per chi lo ha scritto.

MARCO VANNINI (1948), filosofo, traduttore e accademico, è ritenuto una delle più alte figure tra gli studiosi di Mistica, ha riportato alla luce autori dimenticati da secoli, come Meister Eckhart (di cui ha curato l’intera opera tedesca e latina), Margherita Porete, Angelus Silesius, Sebastian Franck. Tra le sue numerose pubblicazioni: Introduzione alla mistica (2021); Mistica, psicologia, teologia (2019); Introduzione a Eckhart. Profilo e testi (2014); Oltre il cristianesimo (2013). 14


INTRODUZIONE

Alcune informazioni sono necessarie per situare la mia profonda passione per il movimento beghinale. All’inizio me ne sono interessata perché, in una celebre mostra tenutasi al Palais des Beaux Arts di Bruxelles nel 1994, era stato presentato in modo accattivante e interrogativo come “il possibile primo movimento femminista in Europa”. Nei due anni seguenti, i miei momenti liberi del fine settimana sono stati dedicati alla visita di tutti i beghinaggi del Belgio. Alcuni anni dopo, ho visitato anche i due beghinaggi olandesi ancora esistenti: Amsterdam e Breda. Di queste visite mi restano alcune centinaia di foto scattate da un amico architetto, compagno di queste uscite e fine osservatore del patrimonio architetturale. Durante tutti questi anni, ogni qualvolta mi capitava in mano un documento sull’argomento ne conservavo copia o acquistavo il libro. Lo stesso anche per seminari e conferenze dove si parlava di beghine. Da qualche anno mi avvalgo molto del web e del servizio Google Alert che mi segnala i riferimenti sull’argomento pubblicati in rete. Penetrando il mondo delle beghine, come se fossi stata invitata a soggiornare insieme a loro, ho sempre più approfondito due convinzioni: - che la loro grande ricchezza spirituale è ancora troppo ignorata, mentre avrebbe molte cose da insegnare a noi, donne e uomini del XXI secolo; - che la loro immagine deve essere storicamente riabilitata. Lo si capisce facilmente pensando all’uso che viene in genere fatto del termine “beghina”, usato come sinonimo di 15


persona bigotta o persino ipocrita. Le segnalazioni di Google Alert me lo ricordano, ahimè, abitualmente. All’inizio della mia “missione”, per illustrare l’argomento avevo preparato un power point, ma ciò esigeva la mia presenza ogni volta. Mi sono poi impegnata in una più audace impresa realizzando un video multimediale che avrebbe potuto autonomamente circolare in Europa e che poteva inoltre fornire un importante supporto di immagini per le persone che non avessero mai ancora visto un beghinaggio. Nasce così il DVD All om all. Il titolo è tratto da un verso dell’ottavo poema della beghina Hadewijch. Tradotto dal primitivo fiammingo significa il tutto per il tutto. Grazie al sostegno della Ministra della Cultura, Fadila Laanan, e al contributo finanziario della Communauté Française e della Loterie Nationale del Belgio, dal 2010 questo DVD è disponibile in quattro lingue (fiammingo, francese, inglese, italiano) e ora anche su You Tube. Questo DVD è utilizzato nello spazio multimediale del Piccolo Beghinaggio di Anderlecht come video di introduzione per le persone che lo visitano. Dal 2016, per offrire una visibilità globale alla conoscenza del mondo beghinale, e così contribuire alla sua riabilitazione, ho allestito, insieme all’amico Philippe, il sito trilingue (EN-FR-IT) www.beguines.info, costantemente aggiornato. Inoltre invio a chi ne fa richiesta la Newsletter Beguines, che diffonde le notizie sul mondo beghinale, di ieri e di oggi, di cui vengo a conoscenza. I capitoli di questo libro sono la rielaborazione di tutto il materiale raccolto durante questi anni e indicato nella bibliografia. Non ho dunque realizzato alcuna ricerca inedita, ma finalizzato per un vasto pubblico le voluminose opere di chi ha approfondito questo tema. Per meglio capire lo sviluppo e l’impatto del movimento beghinale è stato necessario situarlo, anche se per sommi capi, nel suo contesto storico. È questo lo scopo del primo 16


capitolo, in cui sono protagonisti i mutamenti che hanno caratterizzato i secoli XII e XIII. Il secondo capitolo descrive i grandi tratti della composizione sociologica del movimento beghinale, la sua evoluzione storica e le sue vicissitudini, con particolare attenzione a una delle sue sue caratteristiche più originali: l’assenza di una fondatrice. Il terzo capitolo offre uno sguardo sulla vita quotidiana delle beghine: le loro attività, le loro abitazioni, le loro uscite e le regole previste per ogni beghinaggio. Il quarto offre una sintesi dell’originalità del movimento e delle sue intuizioni mistiche, insistendo sulla sua particolarità di fenomeno laico e soprattutto femminile. Il quinto presenta alcune tra le beghine più conosciute, citando anche brani delle loro opere, e ricorda inoltre alcuni tra i loro più illustri ammiratori. Da ultimo, il sesto capitolo tratta dell’eredità visibile del movimento: i beghinaggi, passando in rassegna le loro caratteristiche architetturali, la loro diffusione in Europa e la loro attuale destinazione. Nel 1998, l’Unesco ne ha riconosciuto 13 come patrimonio mondiale dell’umanità. Concludono questo volume la bibliografia delle opere a cui ho attinto, una cronologia con le date più importanti da avere sotto mano e un lessico che ha lo scopo di approfondire alcune parole chiave di questa intensa storia di donne invaghite della “santificazione nella libertà”. Avvertimenti per la lettura - Le maiuscole TP dopo la citazione di un testo ripreso texto dall’opera citata, significano che la traduzione è opera personale. - In caso di citazione, viene indicato solamente il cognome dell’autore o dell’autrice, mentre il titolo completo dell’opera figura nella bibliografia. Nel caso in cui per la stessa 17


persona fossero riportate più opere, è indicato il titolo di quella a cui ci si riferisce. Esempio: (Bartolomei Romagnoli, Mistici e mistica domenicana, p. 352). - La sottolineatura di un termine, esempio Albigesi, significa che questo termine è ripreso e ulteriormente illustrato nel Lessico. - I territori sono definiti con la loro attuale denominazione e non con quella che avevano all’epoca, con la sola eccezione del termine Paesi Bassi meridionali (attuale Belgio) e Paesi Bassi settentrionali (attuali Paesi Bassi). - I nomi propri delle persone citate sono in genere mantenuti nella lingua originale, mentre i nomi dei luoghi sono presentati nella loro versione più conosciuta. Per le città del Belgio in zona fiamminga, viene indicato tra parentesi anche il loro nome in francese.

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