Sentiero dei Confini

SENTIERO DEI CONFINI

ENTI ATTUATORI

ENTI PROMOTORI

COMUNE DI PREMANA

COMUNITA' MONTANA VALSASSINA, VALVARRONE VAL D'ESINO E RIVIERA

PROVINCIA DI LECCO

COMUNE DI VILLA DI CHIAVENNA

COMUNITA' MONTANA DELLA VALCHIAVENNA

ENTI TERRITORIALMENTE COMPETENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE PROVINCIA DI SONDRIO

PROVINCIA DI LECCO

COMUNITÀ MONTANA DELLA VALCHIAVENNA

COMUNITÀ MONTANA DELLA VALSASSINA, VALVARRONE, VAL D'ESINO E RIVIERA

COMUNE DI VILLA DI CHIAVENNA

COMUNE DI COLICO

COMUNE DI PIURO

COMUNE DI VALVARRONE

COMUNE DI CHIAVENNA

COMUNE DI SUEGLIO

COMUNE DI PRATA CAMPORTACCIO

COMUNE DI PAGNONA

COMUNE DI NOVATE MEZZOLA

COMUNE DI PREMANA

COMUNE DI VERCEIA

COMUNE DI INTROBIO

COMUNITÀ MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO COMUNE DI DUBINO COMUNE DI ROGOLO

ENTI TERROTORIALMENTE COMPETENTI SUL TERRITORIO ELVETICO

COMUNE DI DELEBIO

CANTONE DEI GRIGIONI

COMUNE DI ANDALO VALTELLINO

COMUNE DI BREGAGLIA (CH)

COMUNITA' MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO

PROVINCIA DI SONDRIO

Gli sport alpini sono potente espressione della nostra umanità, che permettono di esplorare al contempo l’armonia della natura e le profondità delle nostre menti.

Ciò avveniva anche per chi, un tempo, si muoveva tra valli e cime per necessità: soldati,pastori, commercianti, pellegrini, valligiani. Mulattiere e sentieri, attraverso passi e bocchette, hanno permesso comunicazioni e scambi tra i versanti alpini sin dai primordi della civiltà europea. Proprio in un un’ottica di ripristino e valorizzazione di queste vie, diverse delle quali ai giorni nostri abbandonate o scarsamente utilizzate, nasce la proposta del Sentiero dei Confini.Il progetto prevede la realizzazione di un lungo percorso escursionistico suddiviso in 13 tappe attraverso gli storici territori di confine contesi per diversi secoli da Kanton Graubünden e Ducato di Milano.

Estremità di questo cammino d’alta quota, percorribile ovviamente in entrambe le direzioni, sono il Passo del Maloja e il Pizzo dei Tre Signori: due luoghi di confine e attraversamento dalla forte valenza simbolica per la funzione di unione e divisione svolta sia nella quotidianità delle popolazioni che nelle grandi vicende storiche. Questo carattere culturale è comune anche a tutti i luoghi attraversati dal sentiero,ricchi di testimonianze dell’intenso passato e caratterizzati da notevole ricchezza naturalistica ed estrema bellezza paesaggistica.

Il Sentiero dei Confini attraversa tre macro ambiti territoriali aventi caratteristiche morfologiche, ambientali, culturali differenti: le Alpi Retiche (Val Bregaglia, Valchiavenna, Val Codera Valle dei Ratti), il Pian di Spagna, le Alpi Orobie (Valvarrone, Val Fraina, Valsassina).La portata del percorso, la facile accessibilità da diversi punti, l'elevato numero di incroci con altri percorsi, la ricchezza culturale, la varietà paesaggistica e morfologica, sono caratteristiche che rendono l'itinerario di forte interesse non solo per l'escursionismo amatoriale, ma anche per lo sport agonistico, in particolare la corsa in montagna: un settore in forte crescita da tempo e che proprio in questi anni sta diventando un volano turistico ed economico per diversi territori montani.

Sentiero dei Confini - relazione introduttiva

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Il sentiero si snoda su due catene montuose e ricalca in gran parte due vie già esistenti e fortemente frequentate, quali il Sentiero Alpino Bregaglia nelle Alpi Retiche e l’Alta Via della Valsassina nelle Alpi Orobie. Il progetto si concentra quindi sul collegamento tra questi due itinerari, sia recuperando molte tracce preesistenti e cadute in disuso sia utilizzando tratti di percorsi già ora in uso, e sul completamento delle strutture al servizio degli escursionisti per sosta e pernottamento durante le tappe della lunga via.

In particolare, recuperando i resti di alpeggi abbandonati da tempo, vengono realizzati due nuovi bivacchi posti in posizioni strategiche, sia per il sentiero in progetto che per i collegamenti con altri percorsi presenti in quelle zone, in luoghi di estrema bellezza naturalistica e paesaggistica: presso l’Alpe Rossaccio nel comune di Villa di Chiavenna (SO) e presso l’Alpeggio alto di Taeggio nel comune di Premana (LC).

Le strutture in progetto sono studiate interpretando i canoni europei per le strutture incustodite in alta quota, prevedono dotazioni tecnologiche e soluzioni abitative adeguate alle esigenze contemporanee, garantendo anche una totale autosufficienza idrica ed energetica in ogni stagione e condizione climatica andando a sfruttare gli orientamenti e i corsi d’acqua già esistenti in sito.

Quest’ultimo aspetto rientra in un’ottica di attenzione per la piena sostenibilità ambientale che utilizza i materiali presenti in loco garantendo al contempo l'inserimento armonico nel contesto naturalistico, cercando forme architettoniche rispondenti non solo alle necessità funzionali ma anche alle caratteristiche paesaggistiche dei luoghi e a quelle costruttive dell’architettura storica locale.

Sentiero dei Confini - relazione introduttiva

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Sentiero dei Confini - Alpi Retiche

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Sentiero dei Confini - Alpi Orobie

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SENTIERO DEI CONFINI Vengono qui riportate in elenco le tappe del sentiero con a fianco una cartografia di supporto che mette in evidenza il percorso e i maggiori punti di interesse che si incontrano nel tragitto.

1.

Passo del Maloja - Lago del Cavloc – Plan Canin - Capanna Forno

2.

Capanna Forno - Vedretta del Forno - Passo Casnile Sud - Capanna Albigna

3.

Capanna Albigna - Passo di Cacciabella - Capanna Sciora

4.

5.

A

Capanna Sciora - Viäl - Capanna Sasc Furä

B

Capanna Sciora - Larèt - Capanna Sasc Furä

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Capanna Sciora - Larèt - Bondo

A

Capanna Sasc Furä - Passo della Trubinasca - Bivacco Pedroni del Prà - Passo della Teggiola- Spülga - Rifugio Rossaccio

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Capanna Sasc Furä - Lera d’Sura - Alpe Tegiola - Spülga - Rifugio Rossaccio

6.

Rifugio Rossaccio - Bocchetta di Rossaccio - Penz - Bivacco Garzonedo

7.

Bivacco Garzonedo – Bocchetta di Scilano - Rifugio Il Biondo

8.

9.

10.

11.

A

Rifugio Il Biondo - Passo della Beleniga – Basello – Saline - Rifugio Osteria Alpina di Codera

B

Rifugio Il Biondo - Pratella - Alpe Motto dell’Orso – Sella di Sparavera – Basello – Saline - Rifugio Osteria Alpina di Codera

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Rifugio Osteria Alpina di Codera - Baite di Cii - Forcella di Frasnedo Frasnedo - Chiusa di Moledana - Monte del Drogo - Rifugio Foppaccia

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Rifugio Osteria Alpina di Codera - Baite di Cii - Sentiero del Tracciolino Chiusa di Moledana - Monte del Drogo - Rifugio Foppaccia

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Rifugio Chianova - La Piazza - Sentiero Walter Bonatti - Monastero di Dubino Delebio - Osiccio - Rifugio Legnone

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Rifugio Chianova - La Piazza - Sentiero Walter Bonatti - Monastero di Dubino Delebio – Osiccio - Rifugio Alpe del Dosso

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Rifugio Chianva - La Piazza - Sentiero Walter Bonatti - Monastero di Dubino – Andalo Valtellino

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Rifugio Chianova - La Piazza - Sentiero Walter Bonatti - Monastero di Dubino – Andalo Valtellino - Alpe Tagliata - Bivacco Alpe Piazza

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Rifugio Chianova - La Piazza - Sentiero Walter Bonatti - Monastero di Dubino Colico – Fontanedo - Rifugio Scoggione

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Rifugio Legnone - Bocchetta alta del Legnone - Linea Cadorna - Moncale - Laghi di Deleguaccio - Bocchetta del Cortese - Pizzo Alto - Bocchetta di Taeggio Bivacco di Taeggio

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Rifugio Alpe del Dosso – Casera di Stavello – Casera di Mezzana – Baite del Saldarello - Baita del Sugherone - Bocchetta di Taeggio - Bivacco di Taeggio

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Andalo Valtellino – Revolido – Ponte delle Guardie - Casera di Mezzana – Baita del Sugherone - Bocchetta di Taeggio - Bivacco di Taeggio

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Bivacco Alpe Piazza - Alpe Tagliata – Casera di Mezzana – Baita del Sugherone - Bocchetta di Taeggio - Bivacco di Taeggio

E

Rifugio Scoggione – Caminetto del Selvatico - Linea Cadorna - Moncale - Laghi di Deleguaccio- Bocchetta del Cortese - Pizzo Alto - Bocchetta di Taeggio - Bivacco di Taeggio

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Sentiero dei Confini - itinerario

Bondo – Ceresc - Lizöl - Alpe Tegiola – Spülga - Rifugio Rossaccio

Bivacco di Taeggio - Monte Rotondo - Linea Cadorna - Bocchetta di Stavello Bocchetta Colombana - Bocchetta di Trona - Rifugio FALC A

Rifugio FALC - Bocchetta di Piazzocco - Pizzo Tre Signori - Rifugio Trona Soliva - Gerola Alta

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Rifugio FALC - Bocchetta di Piazzocco - Pizzo Tre Signori - Rifugio Casera Vecchia di Varrone- Alpe Forno - Premana

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Rifugio FALC - Bocchetta di Piazzocco - Pizzo Tre Signori - Rifugio Grassi Passo del Camisolo - Bocca di Biandino - Introbio

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B o c c h e t t a

Sentiero dei Confini - itinerario

B r e g a g l i a

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T a e g g i o

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Sentiero dei Confini - sistemazione percorso

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Sentiero dei Confini - sistemazione percorso

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Sentiero dei Confini - sistemazione percorso

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Sentiero dei Confini - sistemazione percorso

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P i a n a

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F o p p a t e

Alpe Rossaccio - contesto territoriale

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Alpe Rossaccio - stato di fatto

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Situata nel territorio comunale di Villa di Chiavenna, alla sinistra orografica del fiume Mera, l'Alpe Rossaccio è una terrazza panoramica rivolta a nord, affacciata sulla Val Bregaglia e le Alpi del Platta.

Costituita da un ampio pascolo protetto da una cresta che discende dalla cima del Monte Conco, questo luogo è stato a lungo utilizzato in modo stagionale come malga grazie all'edificazione di una baita, una stalla, tre cašpai (caselli del latte).

Caduti in disuso e parzialmente crollati, il progetto è partito dalla scelta di recuperare questi edifici valorizzandone la testimonianza storica e procedendo quindi al riutilizzo degli involucri murari in pietra.

Le nuove funzioni sono state poi inserite in base alle caratteristiche stesse dei fabbricati originari: nella baita è stato inserito il rifugio aperto per gli escursionisti e gli scalatori, nella stalla uno spazio conviviale ad uso dei consorziati, nei cašpai l'impiantistica necessaria ad assicurare, in completa autonomia e in ogni stagione, acqua corrente, elettricità, riscaldamento.

L'insediamento è stato quindi concepito in modo polifunzionale, rivolto sia alla popolazione locale che ai turisti e agli sportivi, fruibile in ogni periodo dell'anno sia per uso giornaliero che per pernottamenti di una o più notti, non solo un luogo di passaggio ma anche un ambiente da vivere con piacere in comunione con l'habitat alpino.

La baita, articolata su due livelli come in passato, è stata ampliata svuotando il terrapieno aggiunto all'edificio verso la metà del secolo scorso.

A costituire un sistema a doppia pelle con intercapedine areata, all'interno della scatola muraria, opportunamente consolidata e rammendata, è stato inserito un volume in legno, completamente autoportante ed termicamente isolato.

Al suo interno si trovano al piano terra la zona giorno con bagno, spazio cottura, zona giorno dotta di camino e utilizzabile anche per accogliere ulteriori ospiti in caso di necessità.Al piano primo si trova la zona notte con 16 posti letto, armadi, scaffali.

Alpe Rossaccio - relazione di progetto

All'ingresso, in una sorta di grande intercapedine ricavata tra l'involucro esterno in pietra e quello interno in legno, si trova un ambiente a tutt'altezza dove lasciare scarponi, zaini, attrezzature per arrampicata e sci alpinismo.

La stalla invece è stata dotata di un grande camino, di un bagno, di una piccola cucina, al fine di ospitare sino a 24 persone per eventi conviviali.

All'esterno un profondo porticato sul fronte a valle protegge l'ingresso e crea un riparo per la mungitura in caso di necessità da parte di eventuali pastori. La struttura è costituita da setti in calcestruzzo armato nascosti nelle murature in pietra e copertura sempre in calcestruzzo armato; al suo interno un cappotto completo garantisce alte prestazioni di isolamento termico.

Data l'assenza di sole per buona parte dell'anno, la tecnologia studiata per l'approvvigionamento energetico in questo particolare contesto è stata quella del mini idroelettrico, utilizzando un ruscello a portata costante posto nelle vicinanze.

Gli spazi tecnici necessari sono stati ricavati ricostruendo i volumi dei cašpai, ormai totalmente crollati, mantenendo l’involucro murario in pietra ma implementandolo con setti, travi, solai di copertura in calcestruzzo armato e opportunamente isolandolo all'interno.

Nei fabbricati prospicienti il torrente sono stati inseriti turbina idroelettrica, alternatore, serbatoio di accumulo, vasca di calma.

Nell'edificio posto tra la baita e la stalla invece è stato posto il vero e proprio fulcro tecnologico che distribuisce ai due edifici principale acqua calda e fredda, riscaldamento, energia in ogni orario e stagione; si trovano infatti batterie di accumulo, serbatoio di riserva acqua piovana e di disgelo, centrale termica.

Le falde della copertura degli edifici sono pensate per immagazzinare l’acqua piovana e da disgelo, in più il tetto verde garantisce un volano termico sia in estate che in inverno.

La continuità con il declivio della montagna delle coperture favorisce lo scorrimento in copertura di eventuali valanghe limitando quelli che potrebbero essere i danni da urto provocati dalle slavine e preservando quindi le strutture.

Infine l’autosufficienza è garantita anche per quanto riguarda acque nere e reflue; questo attraverso un impianto di fitodepurazione comune a tutti gli edifici e in grado di smaltire sia i liquami che i fanghi in piena armonia con l'ecosistema.

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Alpe Rossaccio - fotoinserimento

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Alpe Rossaccio - schizzi di progetto

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Alpe Rossaccio - planivolumetrico

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Alpe Rossaccio - piante e alzati d’insieme

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Alpe Rossaccio - da baita a rifugio

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Alpe Rossaccio - da stalla a refettorio

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Alpe Rossaccio - da cašpal a edificio impianti

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Alpe Rossaccio - da cašpai a centrale idroelettrica

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Alpe Rossaccio - sostenibilità

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Alpe Rossaccio - affaccio a valle

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Alpe Rossaccio - viste ambientate

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Alpeggio alto di Taeggio - contesto territoriale

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Alpeggio alto di Taeggio - stato di fatto

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L’Alpeggio alto di Taeggio domina la Valle Marmino in una posizione fortemente panoramica e in un contesto di pregio naturalistico; cinto dalle cime della Dorsale Orobica Lecchese e solcato da due sorgive, gode di un’ottima esposizione solare grazie all’elevata altitudine e

all’orientamento a meridione. Grazie a queste caratteristiche questo luogo è stato a lungo utilizzato come pascolo stagionale e in tempi remoti vi è stato edificato il baitello, con annessi ricoveri per gli animali, successivamente trasformato da riparo per pastori a bivacco per escursionisti grazie alla sua posizione baricentrica lungo l’Alta Via della Valsassina.

E sempre queste caratteristiche sono all’origine delle scelte che hanno determinato la soluzione progettuale redatta per la realizzazione e approntata in una commistione tra realtà professionale e didattica. La prima scelta è stata quella di concepire il nuovo Bivacco di Taeggio non solo come un riparo funzionale per gli escursionisti, ma anche come un luogo da vivere con piacere e in comunione con l'habitat alpino, dove poter pernottare anche più giorni.

Interpretando così i canoni europei per le strutture incustodite in alta quota si sono previste dotazioni tecnologiche e soluzioni abitative adeguate alle esigenze contemporanee. Si è quindi deciso di fornire la struttura non solo degli 8 posti letto richiesti dalla normativa di riferimento, ma anche di un piccolo bagno completo di servizi, doccia, lavabo, di una minima cucina con lavello e piano cottura a induzione e di una zona giorno utilizzabile anche per accogliere ulteriori ospiti in caso di necessità.

A completare il programma funzionale è stato previsto un locale tecnico ove posizionare la dotazione impiantistica necessaria all’utilizzo della struttura ad ogni orario e in ogni stagione dell’anno. La convenienza a tenere separato questo spazio dalla zona abitativa ha poi suggerito di connettere i due volumi con un portico da poter utilizzare sia come ingresso sia come zona giorno esterna a completamento degli spazi interni principali.

Si è poi deciso di posizionare l’edificio sul sedime del baitello crollato, riprendendone lo sviluppo longitudinale con orientamento da nord-ovest a sud-est e il parziale incasso nel terreno a monte, verso nord-est. Questi accorgimenti permettono infatti al nuovo bivacco di essere meno esposto ai venti freddi provenienti dal crinale, di limitare l’impatto di eventuali slavine percorrenti il canalone che scende dalla dorsale, di privilegiare l’affaccio verso il panorama a valle, di sfruttare al massimo l’esposizione solare a meridione. Una volta trovata la collocazione, la composizione architettonica è iniziata disegnando un parallelepipedo proporzionale al volume necessario ad accogliere gli spazi richiesti per il nuovo manufatto. Questo è stato poi suddiviso in cinque moduli profondi 6 m, larghi 3.6 m, alti 7.5 m, utilizzati come riferimenti per la distribuzione dell’edificio e per la sua modellazione. Con un processo di sottrazione si sono quindi scavate le forme facendo corrispondere ogni azione ad una necessità, sia essa funzionale o tecnologica o contestuale, dalla raccolta delle acque, allo sfruttamento degli orientamenti per l’energia solare fino al raggiungimento della dinamicità necessaria per limitare l’impatto delle slavine sull’edificio durante l’inverno. Sia per opportunità di approvvigionamento che per attenzione alla piena sostenibilità ambientale si è poi pensato di garantire al bivacco totale autosufficienza idrica ed energetica in ogni stagione e condizione climatica. Le falde della . copertura sono così state utilizzate per accogliere superfici adeguate di lamina fotovoltaica e per facilitare la raccolta delle acque piovane tramite un sistema di gronde nascosto dal rivestimento in pietra. Il locale tecnico è stato dotato di un bacino di raccolta idrico e di batterie di accumulo, oltre ai sistemi per il trattamento e la distribuzione di acqua ed energia che vanno poi ad alimentare l’edificio principale. Oltre a questo lo smaltimento delle acque nere e reflue, avviene attraverso l’installazione di un impianto di fitodepurazione in grado di smaltire

sia i liquami che i fanghi in piena armonia con l'ecosistema e l’ambiente montano. L’involucro dell’edificio è stato studiato con

una doppia pelle separata da un’intercapedine isolante nel mezzo. Con questo sistema lo strato interno, in calcestruzzo armato, svolge la funzione strutturale e mantiene le temperature degli ambienti; lo strato isolante riduce fortemente lo scambio di calore tra interno ed esterno e impermeabilizza l’edificio; lo strato esterno, realizzato riutilizzando il pietrame presente in loco, crea una prima barriera nei confronti di temperature e agenti atmosferici, permettendo anche una continuità con l’edilizia storica locale e un inserimento armonico nel contesto paesaggistico.

L’edificio è poi reso riconoscibile da una pigmentazione rossa presente all’interno del portico di ingresso che permette la visibilità del manufatto da lunghe distanze in caso di cattivo tempo.

Alpeggio alto di Taeggio - relazione di progetto

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Alpeggio alto di Taeggio - fotoinserimento

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Alpeggio alto di Taeggio - schizzi di progetto

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Alpeggio alto di Taeggio - planivolumetrico

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Alpeggio alto di Taeggio - piante

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Alpeggio alto di Taeggio - prospetti

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Alpeggio alto di Taeggio - sezioni

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Alpeggio alto di Taeggio - dettagli costruttivi

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Alpeggio alto di Taeggio - sostenibilità

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Alpeggio alto di Taeggio - affaccio a valle

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Alpeggio alto di Taeggio - viste ambientate

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Alpeggio alto di Taeggio - conclusione

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COMUNE DI PREMANA

COMUNE DI VILLA DI CHIAVENNA