Futuro Anteriore Musica & Fumetto

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veramente tutti i generi e tutti i periodi della nostra Storia recente. Ma così si rischiava di perdere il senso del progetto, che ha come obiettivo gli autori. Il tema è lo strumento. La mostra e il catalogo (per la prima volta digitale) ne sono la manifestazione. L’idea rimarrà buona per altre occasioni. Chissà infatti che questo primo nucleo di storie non possa ampliarsi ad altre. Intanto, abbiamo fatto il nostro dovere anche questa volta. Gli otto autori selezionati rappresentano un bel mix. Alcuni nomi sono noti. I loro libri hanno colpito nel segno. Come Davide Osenda e Marina Girardi. Altri sono brillanti protagonisti del web, come Davide La Rosa. Poi c’è chi si muove tra autoproduzione, professionismo e scena alternativa: Gianluca Romano, Cristina Portolano e Giulio Bonatti. Infine ci sono i nuovi segni emergenti, come quelli di Alice Socal e Roby Sacchi. A noi sembra che abbiano fatto un buon lavoro. Tra l’altro, se ciò che può legare musica e fumetto è il ritmo, in questo caso sono molto interessanti le riletture testuali e valoriali. E non sono pochi gli spunti che potrebbero trovare un domani ulteriori sviluppi. Questa edizione, costituisce anche l’occasione per una riflessione più complessiva. Sono almeno centoventi gli autori che abbiamo presentato in questa rassegna. E, se considero anche l’ultradecennale attività del Centro Fumetto, possiamo contate circa trecento autori pubblicati sulle pagine di Schizzo e delle varie collane... E, se allarghiamo lo sguardo all’Italia, ecco le centinaia di allievi sfornati dalle scuole di fumetto italiane... Il fumetto e la musica hanno in comune anche che la formazione-produzione annuale di numerosi fumettisti e musicisti, spesso di grande valore. Tutte queste potenzialità come vengono valorizzate? In un momento di crisi internazionale e tagli crudeli alla cultura e all’istruzione, ci sono ancora manifestazioni come il Napoli COMICON che riescono a ritagliare spazi preziosi per dare visibilità al nuovo che cerca di emergere. Ma sono spazi che si stanno gradualmente e inevitabilmente restringendo. E forse sarebbe anche un bene che si riflettesse sulla tendenza al “concorsificio”, che rischia di mettere più in evidenza gli organizzatori che i partecipanti. Gli autori (come i musicisti) devono prendere maggiormente coscienza della proprie possibilità e attivarsi tutti, dal più famoso all’esordiente, per costruire finalmente una scena italiana in grado di affermarsi senza complessi.

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