Vivere Insieme - anno II (XLIII) - Febbraio 2020

Strumento di comunione della ComunitĂ Pastorale S. Benedetto delle Parrocchie di Bulgarograsso e Guanzate anno II (XLIII) | n.1 | FEBBRAIO 2020

Orari Sante Messe

FERIALI da lunedì a sabato: ore 8.00 a Bulgarograsso ore 8.45 a Guanzate venerdì (escluso agosto): ore 20.30 a Guanzate

VESPERTINE del SABATO e VIGILIE di FESTE di PRECETTO: ore 17.30 a Bulgarograsso ore 18.00 a Guanzate

FESTIVE: ore 8.00 a Bulgarograsso ore 9.00 a Guanzate ore 10.30 a Bulgarograsso ore 11.00 a Guanzate ore 18.00 a Guanzate * * in santuario da maggio a settembre

I discepoli che incontrano Gesù, ad Emmaus, sulla strada che li porta lontano da Gerusalemme, delusi, avviliti, pieni di dubbi, accanto a quell’uomo sconosciuto che si avvicina e con il quale condividono un tratto di percorso che avrebbe cambiato loro la vita, si fermano, ascoltano davvero, forse per la prima volta e, improvvisamente, scoprono cosa significa credere. Non lo sapevano. Avevano sentito, non ascoltato ed erano rimasti con i loro interrogativi.

Nel novembre 2016, Papa Francesco così si esprimeva: “È un bene che ci poniamo delle domande sulla nostra fede, perché in questo modo siamo spinti ad approfondirla (…) facciamo piuttosto della fede la nostra vita”.

Nel solco di questo invito, sempre attuale, la nostra Comunità pastorale, attraverso donne e uomini che, partendo dalla quotidianità del proprio vissuto, si interrogano sul significato di essere cristiani nel nostro tempo, nel nostro mondo, si impegna a promuovere iniziative di riflessione, formazione, comunione, solidarietà e sostegno volte a vivere insieme, alla luce del Vangelo.

Iniziative che nascono per essere estese, condivise, migliorate, con l’apporto di tutti.

Molti sono gli esempi di chi ci ha preceduto su questo sentiero, spesso accidentato, difficile, ripido, a tratti interrotto, ma che porta a scoprire scenari di inaspettata bellezza. Sono esempi di un’esperienza possibile, se affrontata con umiltà e spirito di servizio. Riconoscerci piccoli e al servizio del prossimo ci fa sbocciare come i fiori che, in primavera, punteggiano i prati, dopo i rigori dell’inverno.

Chi dice di amare Dio non può dimenticare di avere cura del creato che tutti abbiamo ricevuto in dono e in custodia. La nostra casa comune che, ogni giorno, ci accoglie con le sue meraviglie, merita il rispetto e l’attenzione di ciascuno di noi che ci professiamo discepoli di Cristo, figli del Dio della Vita.

Il percorso della Quaresima ci riporti sulla strada di Emmaus per fermarci un istante e pensare a cosa possiamo cambiare nel nostro modo di vivere, per incontrare e seguire Cristo, come testimoni autentici e fedeli.

“Vivere Insieme” Strumento di comunione della Comunità Pastorale S. Benedetto delle Parrocchie di Bulgarograsso e Guanzate Periodico iscritto all’Ufficio Stampa del Tribunale di Como n.18/78 del 21/10/1978 Direttore Responsabile: don Alessio Bianchi

S. CONFESSIONI: prima e dopo ogni S. Messa (su richiesta) sabato pomeriggio, ore 15.00-17.00

Redazione: Sr. Laura Luna, Gabriella Arcobello, Claudio Balestrini, Flora Carnio, Antonella Clerici, Sabrina Galli, Nicholas Graci, Francesco Gringeri, Gianluca Guffanti, Paolo Roncoroni, Ambrogio Sordelli.

Impaginazione e grafica: Francesco Gringeri Stampa: La Tipografia - Oltrona di San Mamette

la PAROLA del PARROCO

Credo in un solo Dio...

di don Alessio Bianchi, parroco

-Credo- oppure -Non credo- sono l’abbreviazione con cui spesso liquidiamo ogni discorso sulla fede. In realtà un essere umano non può vivere senza credere; da quando veniamo al mondo siamo coinvolti in una serie di gesti fatti in fiducia. Se mettessimo ogni cosa in dubbio non potremmo camminare, comunicare o compiere qualsiasi altra azione. Diventa allora importante finire la frase per provare a scoprire in cosa oppure in chi crediamo.

A volte sento dire: -Io sono ateo- Va bene, mi stai dicendo che non credi in un Dio personale, ma allora in chi, in cosa credi?

-Io credo in Dio- è una dichiarazione che immediatamente ci porta a confrontarci con una realtà fuori da noi. La professione di fede più antica della Bibbia, Dt 6,4s, dice: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.” Gesù ha mostrato nella sua vita, parole e gesti, una libertà sorprendente, capace di smarcarsi dai giudizi delle persone benpensanti e di intendersi con i più fragili ed i più deboli; questa libertà, definita rivoluzionaria da chi guarda a Gesù solo come uomo, è frutto della comunione profonda di Gesù con Dio Padre, la fede per Gesù è fiducia figliale, ascolto e concretizzazione della volontà del Padre, sia nella gioia della vita che nella prova della croce. Gesù ci insegna che il credo non è un’opinione ma è la nostra vita.

Nel tempo della Quaresima saremo accompagnati da un’immagine, un quadro di Luis De Morales (15091586) che rappresenta il frate domenicano Pietro da Verona, colpito a morte, mentre scrive con il suo sangue, potremmo dire con la sua stessa vita, “Credo”.

L’episodio storico è avvenuto il 6 aprile 1252 a Seveso, dove ora sorge il santuario di san Pietro e si conserva ancora il “falcastro” la spada con cui san Pietro è stato ucciso; il corpo del santo è a Milano, nella chiesa di sant’Eustorgio. Anche il corpo del suo aguzzino, Carino da Balsamo, riposa in pace nel Duomo di Forlì.

Sembra strano ma, dopo l’omicidio, Carino si diede alla

fuga, arrivò quasi in fin di vita in Romagna, confessò la sua colpa, guarì miracolosamente; dopo il carcere restò come portinaio presso un convento di frati francescani.

La sua vita di penitenza suscitò ammirazione e alla sua morte fu invocato come Beato e per questo portato nel Duomo di Forlì, dove si trova ancora.

Il pentimento di Carino nasce dal ricordo di come è morto Pietro, fa ricordare il pentimento di Salvatore Grigoli. Ecco le sue parole mentre ricorda l’omicidio di Padre Pino Puglisi: «Padre Pino era tranquillo. Che era il giorno del suo compleanno lo scoprimmo dopo.

Spatuzza (un componente del commando che lo uccise, ndr) gli tolse il borsello e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: me l’aspettavo. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso (…) c’era una specie di luce in quel sorriso. Un sorriso che mi aveva dato un impulso immediato. Non me lo so spiegare: io già ne avevo uccisi parecchi, però non avevo mai provato nulla del genere. Me lo ricordo sempre quel sorriso, anche se faccio fatica persino a tenermi impressi i volti, le facce dei miei parenti. Quella sera cominciai a pensarci, si era smosso qualcosa». (da https://www.famigliacristiana .it/articolo/intervista-asalvatore-grigoli.aspx) La fede vissuta si vede, fa pensare, fa “smuovere qualcosa”; viviamo la nostra Quaresima come tempo di ascolto e di contemplazione di Gesù, la sua vita ci aiuti a far diventare il nostro CREDO una questione di vita.

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a MARIA

San Giuseppe di Pietro Zaffaroni, diacono

Da 150 anni Patrono della Chiesa universale: un anniversario da sottolineare e vivere con devozione. Giuseppe, dall’ebraico “Yosephyàh”, significa “Dio ha aggiunto” (è stato abbondante con noi).

La memoria dei santi non si limita a far conoscere la loro santità, ma ha lo scopo di proporci modelli di vita e intercessori e San Giuseppe ha una potenza di intercessione superiore a quella di tutti i santi, perché il più amato da Gesù e da Maria e il più vicino a loro anche in Paradiso. Ci sono santi, poi, che affermano che Gesù non gli nega nessuna grazia, perché anche in terra gli era ubbidiente. Anche i Sommi Pontefici si sono interessati e si interessano con i loro interventi a questo glorioso santo e lo fanno in forma ufficiale già a partire dal V secolo. Papa Francesco, molto devoto del santo carpentiere, ha voluto portare l’attenzione verso San Giuseppe con segni ufficiali: la consacrazione dello stato della Città del Vaticano al custode della Santa Famiglia; l’inserimento della menzione del nome di San Giuseppe nelle Preghiere Eucaristiche, il 1° Giugno 2013, dopo pochi mesi dalla sua elezione a papa.

Altri santi sostengono che vi è un modo semplice, sicuro e certamente efficace per ottenere 4 Vivere Insieme | n.1 | 2020

divine grazie, passando da Giuseppe a Maria e da Maria a Gesù. In diverse apparizioni si parla della devozione a San Giuseppe. A Santa Margherita da Cortona, ad esempio, in un’apparizione, Gesù stesso disse: “Ti faccio sapere che mi è molto gradita la tua devozione verso mio padre putativo, San Giuseppe, e desidero che ogni giorno gli renda qualche tributo di lode, essendo a me carissimo."

E’ impossibile ricordare tutti i santi e le sante che erano particolarmente devoti a San Giuseppe, così come le guarigioni, le conversioni, i miracoli, le grazie ricevute per la sua intercessione.

Desidero citare suor Giovanna degli Angeli, religiosa orsolina, che ebbe la grazia di vedere San Giuseppe venuto a guarirla. Ai pittori che volevano raffigurare il caro santo disse: “Fatelo più bello che potete, ma i vostri colori non giungeranno mai a riprodurre il pudore della sua fronte, la graziosa modestia dei suoi occhi, la compostezza soave delle sue labbra, la maestà di tutta la sua persona”.

Santa Teresa d’Avila, in modo del tutto particolare, diffonde e divulga il culto di San Giuseppe, sottolineandone la grande potenza di intercessione e nominandolo sempre con il titolo di “Glorioso”,

rivelando, inoltre, che la Beata Vergine Maria, sua sposa, ne apprezza, oltre che gradire, la devozione. In una delle sue molte visioni, quella del 15 Ottobre 1561, vide la Madonna alla sua destra e San Giuseppe alla sinistra che la rivestivano di una veste bianchissima. Mentre la Madonna le prendeva le mani, le diceva che la sua devozione al glorioso suo sposo, San Giuseppe, le faceva molto piacere. Scrisse, inoltre, di non ricordare di averlo mai pregato per un favore che San Giuseppe non abbia concesso e che la sua vita fu piena di stupore per le straordinarie grazie elargite da Dio, per la sua intercessione.

Rivolgiamoci anche noi fiduciosi a questo grande santo, del quale in Santuario abbiamo una bellissima statua. Non limitiamoci a pregarlo il 19 Marzo e il 1° Maggio ma sempre, anche quando siamo in preda a dubbi di ogni tipo.

Quest’anno il mese di Marzo, dedicato alla devozione di San Giuseppe, ha inizio con la prima domenica di Quaresima nella quale, come stampato sul calendario mariano distribuito a migliaia di fedeli, si ricorda la festa del Santo Volto di Gesù. Alle ore 15 ci sarà la celebrazione con la benedizione delle medagliette del Santo Volto e sarà una bella occasione per fare visita anche a San Giuseppe.

la COMUNITA' S. BENEDETTO

Il nuovo Consiglio Pastorale Mercoledì 13 novembre è avvenuto il passaggio del testimone tra i membri del Consiglio Pastorale uscente e i consiglieri che si sono resi disponibili per il nuovo mandato.

A noi che stavamo iniziando un servizio insieme è stato fatto un augurio bello e al contempo impegnativo: ci è stato chiesto di dedicarci con passione e generosità alla vita e alla crescita della nostra Comunità Pastorale per compiere ulteriori passi insieme, trovando nuove iniziative finalizzate all’attenzione per i giovani, alle famiglie e ai più poveri, per portare le nostre comunità in uscita, come suggerisce papa Francesco.

Per ironizzare un po’, come ci chiede ancora una volta il nostro papa, il lavoro non ci mancherà.

Innanzitutto si tratterà di conoscerci mettendoci in ascolto gli uni gli altri e poi di trovare la strada della collaborazione per arrivare oltre i nostri limitati orizzonti personali, allargando il nostro sguardo e facendoci portavoce delle esigenze di una comunità in cammino.

Quest’ultimo è inserito all’interno di un percorso di Chiesa diocesano, dal quale ci lasciamo ispirare attraverso le parole del nostro arcivescovo Mario Delpini, che ci accompagnano nei vari periodi dell’anno liturgico attraverso la Lettera Pastorale per l’anno 2019/20 dal titolo ”La situazione è occasione” Perché possiate riconoscerci è giunto il momento di presentarci: siamo giovani, mamme, papà, nonni, zii, portatori di diverse esperienze sia personali sia in

ambito parrocchiale.

Ecco i nostri nomi.

Per la parrocchia di Guanzate sono entrati a far parte del nuovo Consiglio Pastorale 9 membri: Addario Liliana, Bentivogli Katia, Cafaro Alessia, Capuano Anna, Carlino Daniele, Clerici Pinuccia, Scarso Paolo, Urciuoli Andrea, Vezzoli Silvana.

Per la parrocchia di Bulgarograsso i nuovi membri consiglieri sono 8: Bernasconi Vera, Bernuzzi Luca, Borgomainerio Orsola, Marsili Massimiliano, Mazzoni Emiliana, Simonetti Loredana, Taiana Giorgio, Vigo Gianluca.

La formazione si completa con i membri del direttivo che sono: don Alessio, don Carlo, don Pietro e le nostre suore, suor Soccorro, suor Juanita e suor Laura.

Perché possiate riconoscerci ci siamo immortalati con un selfie durante la seduta del Consiglio Pastorale di dicembre.

A voi chiediamo di non avere nessun tipo di esitazione nel farci proposte, nel fornirci consigli o suggerimenti, a noi non resta che augurarci una proficua collaborazione che sia frutto non solo delle nostre peculiari competenze personali, ma anche di un atteggiamento docile, capace di mettersi in ascolto della Sua voce e di lasciarsi plasmare dallo Spirito Santo perché i nostri passi vadano alla ricerca del bene comune.

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la COMUNITA' S. BENEDETTO

Don Romano Bernasconi è tornato alla casa del Padre di Ambrogio Sordelli

Lo scorso 9 dicembre è morto Don Romano Lino Bernasconi.

Nacque a Guanzate il 21 Febbraio 1928 da Giuseppe di “Cuazza” e Severina Sordelli di “Furnée” in una famiglia numerosa, 8 figli, che risiedeva nel cortile più alto del paese nell’attuale Piazza Partigiani.

Don Romano, che faceva parte della nutrita schiera di seminaristi poi divenuti preti cresciuti sotto l’ala del parroco Don Giovanni Gamberi, entrò giovanissimo in seminario, e fu ordinato sacerdote il 7 giugno 1952 nel Duomo di Milano dalle mani del beato Cardinale Ildefonso Schuster.

Svolse il suo primo incarico come coadiutore a Lecco, rione Acquate, dove veniva amichevolmente chiamato “don lambretta” per il motociclo, a quei tempi assai raro, che usava come mezzo di trasporto. In seguito svolse il suo

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ministero come direttore spirituale del Seminario dal 1955 al 1963 e come direttore dell’Opera Padre Beccaro a Milano dal 1963 al 1971.

Nel 1971 divenne parroco alla Baraggia di Viggiù, ma per motivi di salute vi rimase solo per quattro anni. Ancora oggi tanti parrocchiani lo ricordano con affetto.

Nel 1975 fu trasferito all’Ospedale di Garbagnate Milanese dove svolse il ministero di cappellano consolando e sostenendo spiritualmente e con amore sacerdotale tantissimi ammalati per quasi 40 anni.

Nel 2012 all’età di 84 anni si trasferì alla casa di riposo Vallardi di Appiano Gentile dove continuò a svolgere il prezioso ministero di cappellano fino ai suoi ultimi giorni di vita.

Il vescovo Mons. Luigi Stucchi ha presieduto i funerali concelebrando con un bel numero di sacerdoti. Le sue spoglie riposano ora presso il nostro cimitero insieme al fratello Claudio deceduto nel 2000, con cui condivide la tomba.

Don Romano, molto devoto alla Madonna del nostro santuario, è stato anche un grande benefattore della nostra parrocchia e nel silenzio ha aiutato tante persone bisognose.

Di seguito pubblichiamo la preghiera che una nipote a nome della famiglia lesse durante il funerale.

Noi Ti diamo gloria ed onore Signore nostro Dio: TU sei grande fai cose stupende.

Noi Ti ringraziamo per il dono di zio don Romano che, nel suo ministero ha sempre privilegiato i piccoli, i poveri ed i sofferenti secondo il Tuo esempio.

“La sofferenza è la fornace della gioia” Noi Ti lodiamo Signore e Ti benediciamo, perché nella partecipazione alla Tua Passione, zio don Romano ha trasfigurato la sua sofferenza per una gloria più grande.

Signore, concedi anche a noi il supremo coraggio della Croce, per esultare in Te, eternamente.

Dio Onnipotente, Padre per sempre, TU che sei respiro eterno e aurora di Risurrezione, rivesti della Tua ineffabile luce e della Tua gioia zio don Romano, affinché celebri eternamente la liturgia del Cielo glorificando il Tuo Santo Nome.

A TE, che sei tre volte SANTO e la Tua bontà sovrasta l’universo, salga la nostra lode e gratitudine per sempre.

Grazie a Te, dolce Madre Maria, fiore verginale del Dio incarnato, guidaci ogni giorno nel Cuore della Santissima Trinità. Amen

MEMORIA e STORIA

Un centenario da celebrare

di Ambrogio Sordelli

Siamo giunti all’anno 20 del 21 secolo e la nostra Comunità Parrocchiale è chiamata a ricordare e a celebrare il centenario della consacrazione della chiesa parrocchiale dedicata a MARIA ASSUNTA. Festeggiare un traguardo così significativo per una comunità cristiana, vuol dire invitare tutti i credenti ad essere PIETRE VIVE attraverso la messa festiva dove incontrare il SIGNORE, cibarsi della PAROLA DI DIO, del CORPO di CRISTO e vivere in COMUNIONE con i FRATELLI. Questo deve essere il perno della celebrazione dei 100 anni!

Non dobbiamo mai perdere di vista l’obiettivo di INCONTRARE DIO tramite GESU’ e la CHIESA, senza comunque tralasciare di organizzare iniziative esteriori che contribuiranno a rinforzare la nostra fede anche attraverso momenti di festa.

Dopo questa premessa lasciatemi fare una sintesi di quanto avvenne nel 1920, anno della consacrazione della nostra chiesa, la cui costruzione terminò molto prima, nel 1857.

Il rito di consacrazione avvenne di buon mattino il 12 settembre 1920 da parte di Monsignor Carlo Pensa, originario della diocesi Ambrosiana e Vescovo della Diocesi di Atri e Penne (Abruzzo) che, in quell’occasione, sostituì l’arcivescovo di Milano, Cardinal Ferrari, gravemente ammalato.

Monsignor Pensa alle ore 10.30 celebrò la solenne messa pontificale. Nelle ore vespertine si svolse invece la processione con l’urna contenente il corpo di San Cristoforo Martire, impreziosita dal tempietto con angeli, stucchi e cristalli commissionato per l’occasione dal parroco, don Gioacchino Belloni, che nel 1920 ricordava il suo 25esimo di permanenza a Guanzate.

La preziosa ed artistica urna fu portata a spalla attraverso le vie del paese fino al Santuario dove sostò brevemente prima di far ritorno nella chiesa parrocchiale. Tutta Guanzate era addobbata a festa e l’urna del Santo Martire passò tra ali di folla di guanzatesi ed abitanti dei paesi limitrofi raccolti in preghiera.

Don Gioacchino invitò tutti i parroci e le confraternite della pieve di Appiano. Intervennero le confraternite di Veniano, Lurago Marinone, Fenegrò, Cirimido, Cadorago e Bulgarograsso, oltre naturalmente a quella di Appiano, che a turno portarono l’urna con San Cristoforo. Le confraternite formavano una commovente selva di croci e stendardi religiosi. Anche il clero non esitò a portare le spoglie del glorioso martire per alcuni tratti della processione.

Tre bande musicali con grande maestria accompagnarono l’intero percorso.

Le cronache parlano di un trionfo di fede e di sana esteriorità che rimarrà sempre scolpito nella storia locale, tramandandolo ai posteri, che oggi siamo noi!

La processione con l’urna di San Cristoforo (15/08/1959)

Dimenticavo: quest’anno ricorrono altri due momenti importanti legati alla nostra chiesa: il 70° della proclamazione del dogma dell’Assunzione della Beata Vergine Maria ed il 40° della consacrazione dell’altare da parte del Cardinale Carlo Maria Martini, allora Arcivescovo di Milano.

1980: Il Cardinale Carlo Maria Martini consacra l’Altare

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la FAMIGLIA

L'amicizia: un bene così prezioso di Gabriella Arcobello

Cosa pensano i nostri bambini dell’amicizia e cosa rappresenta per loro? Già nei primi anni della scuola primaria emerge la consapevolezza della natura reciproca dell’amicizia e i bambini pensano che essere amici significa condividere dei valori (la lealtà, la sincerità), avere delle regole (mantenere un segreto, fare pace dopo un conflitto, essere fedeli), svolgere delle attività comuni (giocare insieme nel tempo libero, studiare insieme).

In questa fiaba una sedia a rotelle un po’ speciale, ci parla dell’amicizia come un bene davvero prezioso.

Da “Storie di cose così”, di Gabriella Arcobello, ed.

Monti

Parlare di me un po’ mi imbarazza. Allora preferisco parlare di me e di Giorgio.

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GIORGIO E LA SUA AMICA A ROTELLE Lui è un’isola e io sono il suo mare, lui è una costellazione e io il suo cielo, lui è un fiore e io la sua aiuola, lui una perla ed io la sua conchiglia.

Lui ha me, ha bisogno di me e io ho lui, ho bisogno di lui.

Ma esiste qualcuno su questo pianeta che non ha bisogno di qualcosa o di qualcuno?

Io sono una sedia a rotelle e Giorgio è il mio amico. Ha gli occhi verdi come le montagne bagnate di rugiada al mattino e tante simpatiche lentiggini spruzzate sul nasino.

Io e Giorgio siamo inseparabili.

Lui è prezioso per me ed io per lui. Giorgio non può camminare e allora ci penso io. Due amici si aiutano sempre.

Non può correre da solo, ma con me ce la fa. Sapessi quante corse con gli altri bambini!

A scuola Giorgio sta imparando a leggere. Quando prende un bel voto, gioisco come se fosse mio. Gli amici veri gioiscono dei successi e delle conquiste dell’amico.

Tutte le sere la sua mamma ci legge una fiaba e le nostre menti volano morbide e leggere verso mondi fantastici dove tutto è possibile, anche l’impossibile. E’ stupendo fantasticare insieme.

Giorgio ama giocare a carte e a memory con il suo papà.

Io di nascosto gli suggerisco quale carta scegliere e di tanto in tanto bariamo. Ci divertiamo un sacco: un po’ complici e un po’ monelli.

Quando vede la TV sul divano, mi metto in un angolo, pronta ad accorrere quando lui mi cerca. E’ dolce ritrovarsi dopo aver trascorso dei momenti separati.

Giorgio è segretamente innamorato di Lisa, una bambina con i capelli rossi perennemente trattenuti da due trecce.

Tutte le volte che lo incontra nel corridoio della scuola, piega la testa sul lato sinistro e gli sorride con un sorriso birichino, di chi la sa lunga. Io sono l’unica a conoscere questo segreto e lo custodisco nel mio cuore, senza fare la spia. Infatti gli amici tengono in gran segreto i loro

la FAMIGLIA

segreti!

A volte piange e io mi intristisco con lui. Gli amici condividono anche le lacrime e i dispiaceri.

Almeno otto volte al giorno il mio amico sogna ad occhi aperti, mentre io cerco di intuire il filo dei suoi pensieri.

Forse sogna di diventare un calciatore famoso, tanto da arrivare a giocare nella sua squadra del cuore. E poi di volare con un paracadute, o di essere un medico famoso, oppure di avere tre bambini con gli occhi verdi e svegli come i suoi. Sto in silenzio e lo lascio sognare, perché solo chi sogna riuscirà a realizzare grandi cose nella vita.

Giorgio due volte la settimana si reca con me in un centro specialistico, dove svolge un programma personalizzato di fisioterapia. Il suo terapista è davvero preparato e simpatico. A volte Giorgio collabora, altre sembra oppositivo o apatico. Io faccio finta di non notare nulla, ma registro tutto e, in privato, quando nessuno ci sente, dolcemente lo rimprovero. Un amico sincero vuole sempre il meglio per l’altro.

Condividiamo la passione per i cavalli. Giorgio fa ippoterapia un pomeriggio la settimana. Mentre lui monta Zorro, il suo cavallo, io mi guardo attorno, apprezzando gli abitanti del maneggio e godendomi la bellezza della natura circostante.

Quando passa dalle mie parti mi

sorride, ci guardiamo negli occhi e indovino immediatamente tutto ciò che mi vuol dire. A due amici spesso basta uno sguardo per capirsi al volo.

Il mio amico è terrorizzato dai rumori forti e improvvisi. Vorrei correre via con lui e portarlo lontano lontano dove regnano incontrastati solo la pace e il silenzio. Ma non posso, e mi accontento di stare accanto a lui. Gli amici accettano anche le paure e i limiti dell’altro.

Non sopporta le verdure, non vorrebbe mai fare il bagno e soffre per le critiche delle maestre. Chissà a quanti altri bambini non piacciono queste cose!

Adora la pizza, il cioccolato, giocare con gli amici e gli abbracci di mamma e papà. Sfido io qualunque bambino a dire che non ama queste cose!

E poi adora me: la sua sedia a rotelle.

Non è sempre stato così però. C’è stato un tempo in cui Giorgio non mi sopportava. Era con i bambini della sua classe e si sentiva diverso perché lui aveva bisogno di me. Anche i bambini lo guardavano con sguardo diffidente e non lo consideravano come uno di loro; era quello bisognoso di qualcuno, era quello che non poteva giocare a calcio, era quello che aveva i compiti diversi dagli altri. Qualcuno, addirittura, non voleva stare con lui perché c’ero io di mezzo. Questa situazione lo rattristava molto e non riusciva a trovare la via per risolverla.

Poi un bel giorno ci ha pensato la maestra di matematica. Ha diviso i bambini in tre gruppi. Giorgio faceva parte del gruppo A. La maestra ha mostrato una scatola contenente diversi oggetti che i bambini dovevano osservare per trenta secondi. Quindi, scaduto il tempo, li ha nascosti chiedendo ad ogni gruppo di elencare quanti più oggetti ricordava. Vinceva naturalmente il gruppo che ne ricordava di più.

Sorprendendo tutti Giorgio, che ha una memoria di ferro, ha fatto vincere il suo gruppo, dando un contributo decisivo alla vittoria. Il gruppo A l’ha festeggiato con applausi e pacche sulle spalle. Da quel giorno tutti i suoi compagni hanno iniziato a vederlo con occhi diversi, e da allora io non costituisco più un problema. Loro accolgono Giorgio e me, senza alcuna difficoltà.

Giocano, corrono, parlano, cantano, litigano, si riappacificano, sognano, imparano, fanno progetti con lui e con me.

Perché i veri amici di Giorgio hanno uno sguardo che va oltre me (la sua inseparabile carrozzina), va oltre la sua difficoltà di apprendimento, va oltre la sua incapacità di camminare.

Loro vedono semplicemente Giorgio, un bambino della loro età, con le lentiggini spruzzate sul nasino, un sorriso buono sempre pronto a sorriderti e due occhi verdi, svegli, sognanti.

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BULGAROGRASSO

Un nuovo Progetto Gemma di Antonio Castelli

Con settembre 2019 è terminato il settimo “Progetto Gemma” che la Parrocchia di Bulgarograsso ha sostenuto negli anni attraverso i Centri di Aiuto alla Vita. Alla richiesta di quanti hanno proposto di iniziarne uno nuovo, ho chiesto l’autorizzazione a don Alessio: beneplacito ottenuto, con l’invito ad estendere il progetto anche a Guanzate, in modo da renderlo proprio della Comunità Pastorale, non solo di una Parrocchia.

Ma che cosa è un Progetto Gemma? È partecipare all’opera che quotidianamente i Centri di Aiuto alla Vita (CaV) svolgono in aiuto alle mamme in attesa, in particolare per quelle che versano in gravi difficoltà economiche.

Mancando questo sostegno, molte sarebbero indotte all’aborto.

A livello locale, raccogliamo la disponibilità di persone che si impegnano a versare € 5 ogni mese per 18 mesi, in totale € 90.

L’incaricato della Parrocchia segnala la possibilità del progetto al CaV, che a livello nazionale valuta le necessità delle famiglie, ottenendo in risposta la località della famiglia da aiutare e il CaV più vicino che la prende in carico.

Trimestralmente vengono inviati € 480 al CaV che gira l’importo alla famiglia. Periodicamente, e

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comunque sempre alla nascita del bebè, la famiglia dà notizie sul procedere della gravidanza, fino al parto: poi nome, foto … e ringraziamenti. Per chi ha donato al progetto, è un momento di particolare gioia.

Normalmente sono più di 40 le persone che si propongono per la donazione. Questo ci permette di avere un saldo disponibile se, per caso, proviene la proposta di allungare di poco la vita del progetto.

Se a Guanzate otteniamo la partecipazione di quaranta o più persone, invece di un Progetto Gemma ne possiamo fare due o più, come Comunità Pastorale.

Si è parlato di CaV. Noi facciamo riferimento a quello di Appiano Gentile, sede del Decanato.

I CaV sono 243 in tutta Italia, attivi fino al 31 dicembre 2018.

Dal 1975 sono state 770.000 le donne aiutate, con una media di 35 bimbi nati in ogni CaV. Purtroppo, è molto facile per una donna ottenere, nei consultori filoabortisti, il certificato per l’interruzione della gravidanza, ma per fortuna l’80% delle mamme dopo il colloquio al CaV scelgono la vita.

I CaV sono strutture che non ricevono aiuti dallo Stato, sopravvivono grazie ai volontari

che donano tempo, esperienza professionale (per esempio chi opera alla Mangiagalli a Milano!!!) e denaro. Sono tanti, anche se il bene non fa rumore. Chi si aspetterebbe, nonostante il vento contrario nella nostra cristianissima Italia, che i CaV sono aumentati del 50% dal 1999 al 2018?

Il nostro è tempo di sconvolgimenti sociali e politici, di migrazioni bibliche in ogni parte del mondo, di maree di persone che fuggono da guerre, fame, distruzioni, violenze, oppressione.

Dramma nel dramma, è soprattutto sulle donne il peso di tutto questo. Lo vediamo anche nella disperazione delle immigrate che raggiungono i nostri paesi. Nei consultori come è difficile per loro e impegnativo per i volontari operare perché il motto che ci accompagna sia vero. “Scegliere la vita, sempre!” Difficile, non impossibile, quando sul proprio tormentato cammino si trovano persone che sono disposte a dare più che una mano. Nel silenzio, si sente di più la mano di Dio che non fa mancare il suo aiuto.

Castelli Antonio

BULGAROGRASSO

La Domenica

di Nicholas Graci

Cosa fare alla domenica… L’unico giorno della settimana, dove l’intera famiglia è libera dagli impegni del lavoro o dalla corsa affannosa ai vari impegni della settimana, ha un’unica domanda a cui rispondere.

Quasi sempre, alla domenica, si sceglie un’attività da vivere insieme: una gita, una passeggiata in qualche bel luogo (tempo permettendo). Oppure c’è chi sceglie (anche alla domenica) di trascorrere una giornata nei centri commerciali, riducendo la domenica ad un consueto giorno settimanale. Si fa fatica, spesso, a pensare alla domenica come un grande giorno di festa.

Noi cristiani sappiamo che, la domenica, è la giornata dedicata al riposo ma è anche la giornata della Risurrezione di Gesù: non per questo con la S. Messa vespertina del sabato, viviamo la lettura del Vangelo della Risurrezione.

Dal latino la parola domenica ha una traduzione propria: giorno del Signore e, noi Cristiani, lo dedichiamo a Lui partecipando all’Eucarestia. Ma la domenica diventa anche il tempo bello da condividere tra familiari ed amicizie: da qui nasce l’iniziativa proposta da alcuni genitori di far ripartire l’oratorio di Bulgaro.

Domenica 2 febbraio nel nostro oratorio, si è vissuta l’aria di famiglia e condivisione: tanta buona musica, tanti giochi e due super-ospiti: Pippi Calzelunghe e il suo pirata.

Da qui parte l’intento dei genitori della nostra comunità parrocchiale al voler fare “ripartire” il nostro oratorio che, negli ultimi anni, si era svuotato, soprattutto alla domenica perché spesso visto solo ed esclusivamente come un luogo dove voler “parcheggiare” i piccoli durante l’oratorio estivo e dove poter “stare fuori di casa” durante l’estate per i nostri giovani. L’oratorio è da viversi a pieno tutto l’anno: infatti la nostra diocesi propone sempre diverse iniziative per l’oratorio “invernale” ed “estivo”.

Anche san Giovanni Paolo II affermava: “Rilanciate gli oratori, adeguandoli alle esigenze dei tempi, come ponti tra la chiesa e la strada…”. Nulla di più vero!

Un oratorio a misura dei giorni nostri, verrebbe da dire; un

oratorio che diventa ancora più vicino alla società di oggi, ma senza dimenticare lo scopo principale del fare oratorio.

Ma a volte, il fare oratorio, può avere mille risposte.

Incontrando diverse persone e chiedendo che cos’è l’oratorio? ho ricevuto molteplici risposte: per qualcuno l’oratorio è il luogo dove intrattenere i ragazzi con i più tradizionali giochi; per altri è il luogo dove si fa la catechesi; per altri ancora è qualcosa di più complesso. In effetti queste tre risposte viaggiano su uno stesso binario, ma evidentemente l’oratorio non può ridursi ad una sala giochi, né ad un’aula di catechismo: l’oratorio è qualcosa di più.

L’oratorio è un ambiente educativo. Sì, l’oratorio è un ambiente educativo voluto e inventato da don Giovanni Bosco, sacerdote salesiano vissuto tra il 1815 e il 1888.

Egli desiderava una casa che accogliesse, che evangelizzasse ed educasse alla vita nei suoi più vari aspetti: dalla cultura al teatro, dalla musica allo sport e al tempo libero.

Spazi aperti, luoghi di ritrovo e di svago, chiesa, scuola, teatro ma soprattutto tanti giovani. Sono infatti i giovani che animano l’oratorio e lo dimensionano secondo la loro allegria. Pensiamo a quando vennero a presentare a don Bosco il locale che egli stava cercando per realizzare il suo primo oratorio, i proprietari erano convinti che lui volesse fare un laboratorio per i suoi ragazzi; lui però li corresse subito dicendo io voglio fare un oratorio.

Ma comunque, don Bosco e i proprietari, non avevano sbagliato: gli oratori oggi si avvicinano molto all’essere “laboratori di proposte” che fanno bene alla vita di fede e alla crescita del ragazzo. I nostri ragazzi per crescere hanno bisogno di spazi, tempi ed esperienze; hanno bisogno di persone coetanee con cui misurarsi e adulti da cui prendere spunto; hanno bisogno di mettersi alla prova e di accorgersi dei loro punti di forza e di debolezza.

Per questo incoraggiamo i genitori capofila di questo progetto a procedere e ad andare avanti a pieno spirito, invitando altri genitori ad unirsi per il bene dei nostri ragazzi.

Vivere Insieme | n.1 | 2020 11

la COMUNITA' S. BENEDETTO

Quaresima 2020 Domenica 1 Marzo Lunedì 2 Marzo Venerdì

Venerdì 6 Marzo Venerdì 13 Marzo Venerdì 20 Marzo Venerdì 27 Marzo Venerdì 3 Aprile

Nella Quaresima siamo invitati ad intraprendere un cammino nel quale, sfidando la routine, ci sforziamo di aprire gli occhi e le orecchie, ma soprattutto aprire il cuore, per andare oltre il nostro "orticello".

- Papa Francesco 12 Vivere Insieme | n.1 | 2020

Venerdì 10 Aprile

Inizio della Quaresima Imposizione delle Ceneri al termine della Messa ore 9 a Bulgaro, ore 8,30 e 20, 30 a Guanzate L’invito ogni venerdì è di vivere insieme la preghiera e il digiuno; raccoglieremo il corrispettivo della cena per sostenere la campagna quaresimale proposta dalla Caritas diocesana.

Primo venerdì di Quaresima. Digiuno Via Crucis con l’Arcivescovo ore 20,45 a CAIRATE. ore 19, 00 in chiesa a Guanzate vesperi Segue adorazione silenziosa della Croce ore 20,30 Catechesi sul Credo ore 19, 00 in chiesa a Guanzate vesperi Segue adorazione silenziosa della Croce ore 20,30 Testimonianza di Claudia Koll ore 19, 00 in chiesa a Bulgarograsso vesperi Segue adorazione silenziosa della Croce ore 20,30 veglia decanale per i martiri missionari ore 19, 00 in chiesa a Bulgarograsso vesperi Segue adorazione silenziosa della Croce. ore 20,45 Via Crucis per le vie del paese a Bulgaro.

Venerdì Santo

Domeniche insieme Invitiamo genitori e ragazzi delle classi di catechismo a condividere una giornata in oratorio.

01/03 seconda primaria, ritrovo alle 10 a Bulgaro e alle 9,45 a Guanzate.

08/03 terza primaria ritrovo alle 10 a Bulgaro e alle 9,45 a Guanzate.

23/03 quarta primaria ritrovo alle 10 a Bulgaro e alle 9,45 a Guanzate.

29/03 quinta primaria ritrovo a Bulgarograsso: messa, pranzo al sacco, poi insieme a san Siro con l’Arcivescovo.

Pre-adolescenti & Adolescenti Ritiro decanale: pre-adolescenti sabato 7 Marzo. Adolescenti sabato 21 Marzo.

Operazione sveglia per i ragazzi e le ragazze che vanno a scuola: Bulgaro: ogni Venerdì, ritrovo alle 7,55 in palestra alle scuole elementari Guanzate: Ado e Giovani, 6,15: Meditazione, segue colazione in oratorio.

Medie, ore 7,15: in chiesa, preghiera; colazione in oratorio.

Elementari ritrovo in chiesa ore 7,55; al termine della preghiera i ragazzi saranno accompagnati a scuola.

la COMUNITA' S. BENEDETTO

Inizio della settimana santa Domenica 5 Aprile ore 15 al santuario di Guanzate Via Crucis ore 16 Concerto di Negro Spirituals del Mnogaja Leta Quartet Uscite e Pellegrinaggi Domenica 1° Marzo Ritiro dei fidanzati al monastero di Grandate Venerdì 6 Marzo Via Crucis di zona con l’Arcivescovo a CAIRATE Partenza ore 20. Iscrizioni entro 28/02, a Bulgaro da Anna S.; a Guanzate in sacrestia.

Sabato 21 Marzo Giornata di deserto al monastero benedettino di Dumenza Ritrovo e partenza ore 6,30 con le proprie auto, pranzo al sacco 8, 30 Messa, poi giornata con i monaci. Rientro ore 17.

Sabato 4 Aprile Pellegrinaggio al sacro Monte d'Orta e isola di San Giulio iscrizioni entro 27/03, a Bulgaro da Anna S.; a Guanzate in sacrestia.

Mnogaja Leta Quartet in concerto Vivere Insieme | n.1 | 2020 13

il PELLEGRINAGGIO

Pensieri sparsi e… raccolti con Maria di Don Carlo Bosco

Ci sono dei luoghi che sanno parlare direttamente al nostro cuore. Sono luoghi che abbiamo conosciuto per caso, altri che abbiamo cercato e desiderato intensamente.

Ma non solo. In questi luoghi si vive anche (e soprattutto) un viaggio dentro noi stessi, nella parte profonda e intima di noi stessi.

Recentemente ho avuto la grazia di aggiungerne uno andando per la prima volta a Fatima.

L’occasione è nata ragionando con i miei Compagni di Messa, condividendo il desiderio di incontrare questo luogo e di affidare nuovamente noi stessi, il nostro ministero e le nostre comunità all’intercessione materna di Maria.

Un’intercessione che ho percepito in quel luogo, appunto, materna ma anche semplice e allo stesso tempo solenne, profonda e spontanea come spontaneo è l’amore di una Madre verso il figlio ma anche del figlio verso la Madre.

Non voglio fare una cronaca dettagliata di ciò che ho visto ma ho il desiderio di condividere alcuni appunti spirituali che ho annotato in quei giorni.

Entrando nella semplicità della Cappella delle Apparizioni, nella vastità del piazzale immaginandolo pieno di fiaccole accese e della fede di quei cuori e, cercando di immedesimarmi nel cuore puro dei tre pastorelli, ho pensato tanto alla vicenda umana e spirituale di Maria.

Ed è stato immediato pensare a quel brano di Vangelo a me molto caro: l’Annunciazione, il momento in cui il nostro Dio si incarna nel grembo di una donna e quindi nella vita di tutti noi.

Questo mi ha insegnato Fatima: Dio è davvero in noi, in mezzo a noi, per noi e che Dio ha bisogno di una donna per entrare nell’umanità per condividerne le fatiche, le gioie, le paure: in una parola per condividere tutto.

L’incarnazione ci dice l’amore, la passione del nostro Dio, questo Dio che si fa bambino, nasce e un giorno morirà e risorgerà: tutto per amore di quell’umanità che magari lo 14 Vivere Insieme | n.1 | 2020

dimentica, non lo accoglie e non lo segue.

E in quel luogo mi sono lasciato andare a un viaggio spirituale e ho pensato che sarebbe stato bello poter entrare nel cuore di Maria per capire quello che ha provato, quello che ha sentito nel suo intimo. Sarebbe bello poter sentire i suoi pensieri di fronte a tutto quello che stava succedendo in lei. Da quel momento avrebbe generato in lei un bambino: il Figlio di Dio, l’Atteso da secoli ora prende vita in lei. È chiamata a diventare colei che porta nel mondo la speranza, colei che con la sua vita ci dice che Dio ci ama da sempre e per questo viene a salvarci. Davanti a tutto questo c’è sì da rimanere senza parole, c’è da rimanere in silenzio se davvero capiamo la grandezza e l’importanza del mistero che per mezzo di Maria ci raggiunge e ci porta nel cuore stesso di Dio. Certamente attraverso il Sì di Maria noi possiamo fare esperienza diretta dell’amore di Dio per ciascuno di noi.

Maria riesce a dire di Sì a Dio perché è convinta che Dio la ama, che Dio le sta chiedendo di fare, anche lei, la sua parte perché l’amore raggiunga ogni cuore e ogni situazione dove l’ultima cosa a cui si pensa è proprio l’amore di Dio e la speranza che esso porta.

E allora mi sono permesso di rivolgere a Maria una domanda: “Cosa ti ha spinto, Maria, a rispondere Sì alla grandiosa richiesta di Dio. In fondo non avevi nessuna garanzia…anzi! Sai, anche a me capita di ricevere qualche richiesta da Dio. Mi accorgo che esse vanno a intaccare magari troppo la mia vita.”

Se guardo alla vita di Maria posso certamente pensare che mi risponderebbe così: “Capisco bene i tuoi dubbi, le tue paure di fronte alla volontà di Dio su ciascuno di noi.

Anch’io sono rimasta turbata dalle parole dell’Angelo. Io, umile ragazza di Nazareth, ero chiamata a diventare madre del Figlio di Dio, madre di Dio, ma mi sono resa conto che Dio mi voleva proprio per questa umiltà, per questa mia impossibilità a diventare madre perché a Lui nulla è impossibile. Lo sappiamo: Dio sceglie ciò che nel mondo è considerato un niente perché su tutto possa

MEMORIA e STORIA

risplendere solo la sua gloria e il suo grande Amore. Dio ci chiama tutti al servizio di questo suo Amore, noi tutti siamo certamente servi per amore ma forse è più esatto dire Servi dell’Amore.”

E ho continuato a “dialogare” con Maria e mi sono chiesto: “Capisco Maria il tuo punto di vista, ma rimango ancora un po’ confuso e oso chiederti ancora una cosa… tanto so di poter contare sulla tua pazienza di donna e di madre. Qual è il modo per capire quello che Dio Padre vuole veramente da noi? A volte mi e ci sembra così misterioso e incomprensibile.”

Maria sembra risponderci: “Occorre credere alla Parola, se si vuole accoglierla in noi stessi e rispondere ed essere così a totale disposizione di questa stessa Parola che è Dio stesso.

Solo così ciascuno di noi può fare quello che ho fatto io: portare Dio nel mondo…”

Da questa risposta capiamo perché Maria si definisce serva di Dio: proprio perché è totalmente disposta a obbedire, a lasciar spazio alla Parola, a lasciarla vivere e crescere in lei fino a riempirle di questa stessa Parola tutta la vita. E come se la Parola le riveli la sua vera identità, le fa capire chi è veramente, è come se le riveli se stessa. Questo vale anche per noi.

Nell’Annunciazione Maria malgrado il comprensibile turbamento, e se ci pensiamo bene sarà un turbamento che l’accompagnerà in tutta la sua esistenza, accetta di lasciare ogni suo umano progetto per lasciarsi coinvolgere da questo nuovo progetto che le chiedeva di dare carne a Dio. Ma Lei crede. Allora ecco il primo invito per me, per noi da Maria a Fatima: ci è chiesto di credere sempre e unicamente all’amore di Dio anche quando siamo immersi nella sofferenza, nell’incomprensione e anche in mezzo al dolore che colpisce noi o i nostri cari. Dio non ci chiede di fare cose che superano la nostra capacità, ma semplicemente di accogliere con umiltà e fiducia il dono che vuole farci, quello della gioia più vera e più profonda: la comunione con Lui. Se davvero vogliamo conoscerci nel profondo, se davvero vogliamo capire qual è il senso di noi stessi, non possiamo fare a meno di leggere, meditare, accogliere e credere alla Parola di Dio. Essa sola è in grado di accompagnare i nostri passi verso la convinzione che il Signore parla a ciascuno di noi, mostrando le vie della vera conoscenza di noi stessi, non però con paura e infiniti dubbi e domande ma con piena fiducia nel piano preparato da Dio per ciascuno di noi. La Parola di Dio è dunque il centro di ogni cammino comunitario e personale. E questo, come ci

insegna Maria, ha un obiettivo.

Quello di vivere tre azioni: comprendere, accogliere, amare Gesù. Per questo Maria è da sempre indicata come modello e figura di ogni credente e di tutta la Chiesa: ciò che è avvenuto a lei e in lei deve accadere a noi e in noi.

E allora capiamo che tutto il messaggio di Fatima e tutta la vita di Maria ruota intorno al Sì che Lei ha pronunciato in un estremo slancio del cuore e di tutto il suo essere. Tutto, dunque, si gioca sul nostro personale Sì a Dio perché anche a noi è chiesto di accogliere e di generare Gesù attraverso la nostra testimonianza, attraverso la nostra vita e le nostre parole.

Concludo con questa frase di Chiara Lubich: Il fare la volontà di Dio è l’atto più intelligente e fruttuoso che l’uomo possa fare.

L’uomo realizza se stesso nella comunione con Dio, dicendo di sì a lui in ogni momento della sua vita, rispondendo al sì che Dio ha detto creandolo, per amore.

L’uomo trova se stesso in questo rapporto con Dio. Qui è tutta la sua felicità.

Maria l’ha capito, ora tocca a noi.

Vivere Insieme | n.1 | 2020 15

GUANZATE

Descrizione degli interventi di restauro delle superfici decorate di Vanda Franceschetti e Gisella Bianconi

A partire da Febbraio verranno cominciati, dalla zona presbiteriale, i primi interventi di restauro alle superfici decorate interne della chiesa Parrocchiale. Il risanamento delle coperture e degli intonaci esterni ha costituito la necessaria premessa per poter intraprendere questa delicata operazione.

L’intervento di restauro compiuto nel 2013, a causa della occasionale caduta di una porzione di intonaco dalla volta, ci ha permesso di comprendere da vicino le tecniche esecutive delle decorazioni presenti: a buon fresco per le parti figurative, a tempera invece per l’apparato ornamentale.

L’individuazione precisa della tecnica pittorica è un elemento di conoscenza molto importante per poter progettare correttamente un intervento di restauro. Le indagini diagnostiche condotte in quell’occasione poi ci hanno fornito utili informazioni per comprendere le modalità operative più opportune per poter intervenire. I danni manifestati sulla pellicola

pittorica e sugli intonaci della chiesa di Guanzate sono il risultato della convergenza di tecnica esecutiva e storia conservativa. Le infiltrazioni di acqua dalla copertura, infatti, non sono l’unica fonte di degrado presente in quanto anche la tecnica pittorica a secco delle parti decorative ha contribuito ad enfatizzare il degrado presente. Tutte le superfici si presentano ricoperte da particellato atmosferico. A causa della tecnica pittorica delle decorazioni la polvere fa corpo con il colore uniformemente sollevato. Tale situazione comporta una modalità di pulitura/fissaggio della pellicola pittorica progettata ad hoc e messa a punto durante il primo intervento di restauro sulla volta della prima campata. Tale modalità prevede una delicata spolveratura a secco e un fissaggio con una o più mani di resina acrilica micronizzata applicata a pennello, previa interposizione di carta giapponese. La carta giapponese viene rimossa delicatamente prima della completa asciugatura. Sugli

Fig.1 Particolare dell' affresco della calotta absidale: infiltrazione di acqua

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affreschi, pur essendo presente lo stesso strato di pulviscolo, grazie alla tecnica esecutiva più solida, è possibile procedere con una pulitura tradizionale che prevede, dopo la pulitura a secco, quella con acqua deionizzata ed eventualmente con impacchi.

A causa dell’infiltrazione di acqua dalle coperture, ormai risanata, si sono manifestate in più aree delle efflorescenze saline con conseguente caduta di colore. Tali zone verranno trattate con impacchi di estrazione.

Tutta la superficie è attraversata da numerose lesioni risanate in occasione dell’intervento del 2013 dalla ditta specializzata Daxa.

Potrebbero comunque essere presenti aree di intonaco pittorico distaccato che verranno pertanto consolidate. Al termine delle operazioni conservative saranno condotte quelle più prettamente estetiche che riguardano le stuccature, con malte compatibili per composizione e granulometria e il ritocco pittorico delle porzioni pittoriche degradate, con velature in sottotono.

Fig. 2 Particolare della decorazione ornamentale: sollevamento della pellicola pittorica

GUANZATE

Progetto di restauro delle volte e superfici decorate interne di Daniele Carbonara, architetto

Dopo aver installato nel maggio 2018 il sistema di deumidificazione magnetico "Water Dry Sistem" che agisce direttamene sulle cause in modo naturale e non invasivo, tramite un metodo conosciuto come "inversione di polarità" in cui si invertono le cariche nell’ambito di questo circuito polare e così il terreno diventa polo negativo mentre le murature della casa polo positivo. E questo in modo assolutamente naturale, ovvero senza elettricità, per cui l’acqua viene attratta dal sottosuolo e quindi i muri vengono risanati dall’umidità.

E’ arrivato ora il momento di iniziare i lavori di restauro interno delle volte e delle superfici decorate della Chiesa Parrocchiale. Di seguito si riportano i lavori che verranno effettuati.

L’intervento degli interni, che prevede la pulitura, il consolidamento e il restauro dei dipinti, è stato suddiviso in diversi lotti d’intervento, attuabili attraverso fasi singole distribuite in più anni, mantenendo in esercizio le funzioni religiose. I diversi lotti funzionali individuati sono i seguenti: 1. Presbiterio e transetto, volte, pareti laterali e parete frontale (lesene, arco e parti superiori); in questa fase verranno consolidate le due lunette con vetro cattedrale

4. Volta centrale: calotta centrale (12 m circa diametro x 3 m H) integralmente affrescata 5. Parete sinistra 1° navata e relativa cappella 6. Parete destra 1° navata e relativa cappella 7. Perimetro generale della chiesa ed elementi lapidei; l’intervento verrà realizzato solo dopo la verifica dell’asciugatura dell’umidità da risalita capillare.

Si procederà al montaggio del ponteggio metallico verticale e orizzontale (impalcati volte) interno, eseguito a fasi, al massimo di tre lotti d’intervento contemporanei. Durante la campagna dei restauri interni si provvederà anche alla sostituzione puntuale delle lampade obsolete, oltre che al consolidamento delle 4 lunette interne. Il restauro prevede l’intervento su tutte le superfici dipinte, oltre che sulle modanature e parti decorate a marmorino. Grazie all’intervento di saldatura eseguito in estradosso sulle volte e murature nel 2013, le fessurazioni presenti in intradosso potranno essere stuccate con l’impiego di materiale consolidante.

2. Cappella laterale dx centrale: volte affrescate, lesene, decorazioni, statue e stucchi, parete frontale (lesene, arco e parti superiori), lunetta vetro cattedrale 3. Cappella laterale sx centrale: volte affrescate, lesene, decorazioni, statue e stucchi, parete frontale (lesene, arco e parti superiori), lunetta vetro cattedrale

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il PELLEGRINAGGIO

Pellegrinaggio in Terra Santa di don Alessio Bianchi

Dal 27 dicembre 2020, la nostra comunità pastorale vivrà il pellegrinaggio in Terra Santa. Programma, costi e modalità d’iscrizione saranno disponibili a breve nelle bacheche delle due chiese parrocchiali.

Queste righe servono per presentare la nostra Guida e le motivazioni per un viaggio nella terra di Gesù.

La nostra Guida sarà don Giampiero Alberti; lo abbiamo conosciuto in Avvento, quando è venuto nella nostra comunità a portare la sua testimonianza di speranza parlando della possibilità di costruire una società di comunione anche tra persone di religioni diverse.

Ecco come si presenta nel sito della parrocchia dove attualmente risiede: santa Maria Incoronata a Milano.

“Mi chiamo don Giampiero, dal giugno del 1972 sono stato ordinato prete. Mi sono laureato in Arabo – Islamologia e sono incaricato per i rapporti con l’Islam al servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo della Diocesi di Milano.

Attualmente ricopro il ruolo di coordinatore al CADR, Centro Ambrosiano di Dialogo con le Religioni, uno strumento nell’ambito dell’Arcidiocesi di Milano pensato come tramite tra la Comunità ecclesiale e le nuove realtà religiose e sociali che prendono forma nell’Italia INTERCULTURALE ED INTERETNICA. Per ulteriori informazioni, ti suggerisco di visitare il sito del cadr. don Giampiero Alberti” Personalmente l’ho conosciuto a Cesano Boscone, dove, nel quartiere Tessera, e da lì nella cittadina e nel decanato, promuoveva momenti di dialogo e scambio tra cristiani e persone di altre religioni.

Ho imparato ad apprezzare le sue grandi conoscenze del mondo orientale, il desiderio di vivere il Vangelo, il rispetto per ogni persona, dalla più semplice alla più colta. Viaggiare con lui è particolare, parla in arabo ed in ebraico, sa scegliere cosa dire e cosa vedere in

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base ai desideri di chi accompagna, ama così tanto la Bibbia da riuscire a farla parlare, in maniera imparziale riesce a mettere in luce le contraddizioni di una terra contesa e martoriata.

Un pellegrinaggio in Terra Santa non è semplice: la ricchezza della storia, le contese tra diversi popoli e tra le diverse confessioni del cristianesimo, il numero dei pellegrini e dei visitatori confondono le idee e spesso lasciano i pellegrini con molte domande se non addirittura con l’amaro in bocca; don Giampiero sa essere un compagno di viaggio straordinario, con lui saremo sicuri non solo di vedere o conoscere ma di vivere l’esperienza più autentica del pellegrinaggio in Terra Santa.

BULGAROGRASSO

La festa di Sant'Agata Vivere Insieme | n.1 | 2020 19

la COMUNITA' SAN BENEDETTO

Le vacanze estive ☺ 9 giugno – 3 luglio Oratorio Estivo per bambini e ragazzi dalla 1 primaria di II° fatta alla terza secondaria di I° da lunedì a venerdì ore 8,30-17 nei due oratori.

Per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado proponiamo di diventare animatori con questi tre semplici passi: 1.: La frequenza al gruppo di formazione ado1 che abbiamo tenuto ogni domenica sera alle 18. In alternativa la partecipazione ad almeno 3 dei 5 incontri che faremo in preparazione all’O.E. 2.: Colloquio con il don.

3.: Presenza alla consegna e firma del “Mandato educativo” ☺ 5 – 11 luglio vacanza comunitaria ad Isola di Madesimo -So- per ragazzi e ragazze dalla V primaria alle III secondaria di I°; iscrizioni a numero chiuso fino ad esaurimento posti.

Nella foto il lago di Isola, la nostra casa sarà quella bianca con il pulmino parcheggiato davanti. ☺ 6 – 17 luglio Campus all’oratorio di Bulgarograsso da lunedì a venerdì ore 8,30-17 per bambini e ragazzi dalla 1 alla 5 primaria di II° fatta. ☺ 13 – 18 luglio vacanza per i ragazzi delle superiori a Grosseto, presso un amico: don Pier Morsetti ☺ 2- 9 agosto vacanza per le famiglie a Champorcher -AO- pensione completa!

Attenzione camere con bagni in comune al piano!

Camera da 2 persone: 350 €; Camera da 4 persone: 500 € Camera da 5 persone: 600 € Vincolando la proposta ad un numero minimo di camere (e quindi di famiglie) pari a 10 (max circa 15) Nella foto santuario e lago del Miserin, alta valle di Champorcher (Ao)

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informaCARITAS

INCONTRI PER FAMIGLIE DELLA NOSTRA COMUNITA’ PASTORALE L’idea nasce in estate … Agosto …. Alcune coppie (che vivono esperienze diverse di gruppi di spiritualità familiare all’esterno della parrocchia) propongono a don Alessio di “creare insieme” uno spazio di incontro-confronto per le famiglie di Bulgaro e Guanzate. Questa la domanda che accomuna i diversi promotori: è possibile offrire alle nostre famiglie un tempo propizio e un luogo accogliente per FERMARSI, ascoltare un brano della PAROLA DI DIO, letta in chiave familiare, e CONFRONTARSI con altre coppie per ritrovare insieme la forza e la gioia dell’essere famiglie cristiane nella propria QUOTIDIANITÀ?

L’idea prende forma …. Settembre … Si coinvolge un gruppo di coppie della nostra comunità pastorale con cui si forma, con il parroco, un’équipe che ha il compito di dare una struttura ed un contenuto alla proposta. La sfida viene lanciata: • 4 incontri: Sabato 19 ottobre, 23 novembre 2019, 15 febbraio, 28 marzo 2020; • oratorio di Bulgaro: dalle 18.15 alle 21.30; • contenuto: Lettera di S. Paolo ai Filippesi riletta e commentata a partire dalle tre parole che Papa Francesco ha affidato alle famiglie (GRAZIE, PERMESSO, SCUSA) • Struttura della serata: accoglienza; i genitori salgono per ascoltare la proposta (mentre i bambini giocano con gli animatori), poi ci si divide in piccoli gruppi per un confronto, libero e semplice, sul tema della serata (a partire dalla traccia e da alcune domande); ci si ritrova tutti insieme per un rilancio pratico della proposta. Si conclude con una cena (preparata dai cuochi).

L’idea diventa realtà … Ottobre-Novembre … una ventina di famiglie di entrambe le parrocchie riempiono l’oratorio (i bimbiragazzi sono più di trenta!) … la proposta del don concreta e interessante … il confronto nei gruppi aperto ed edificante … la cena squisita … il clima gioioso, che crea e rinsalda relazioni significative in grandi e piccoli.

Si riscopre così l’oratorio come “la casa delle famiglie”, un luogo dove i bambini-ragazzi trovano uno spazio di gioco e di socializzazione sano e costruttivo e i genitori un tempo di “ricarica”, di formazione (grazie alle tematiche proposte) e di confronto con altre famiglie, anche su argomenti che spesso “riempiono” di gioie, ma anche di preoccupazioni, la loro quotidianità (l’educazione dei figli, il lavoro, ecc.)

L’idea si rilancia in un sogno? … Agosto … proposta di una settimana di vacanza per famiglie (vedi articolo proposte estive) Gli incontri, pur avendo una continuità, sono monotematici …. è possibile partecipare anche ad un singolo incontro….quindi….NUOVE FAMIGLIE VI ASPETTIAMO! PER INFO contattare dopo le 19: Annalisa 349.1197974 (Bulgarograsso) Alessia 380.3561342 (Guanzate) Per l’équipe Pini Claudio e Antonella

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ARCHIVIO

Nati in Cristo nel Santo Battesimo GUANZATE

BULGAROGRASSO

Colombo Joseph Bordessa Filippo Pellizzario Aurora

Gallo Martina Loria Nicolò Facini Giorgia Elena Gelati Luca Seigneur Samuel Zecchin Simone

Battesimi 2019 - 27

Battesimi 2019 - 18

Uniti nel Santo Matrimonio GUANZATE

BULGAROGRASSO

Matrimoni 2019 - 8

Matrimoni 2019 - 1

Riposano in Cristo GUANZATE

BULGAROGRASSO

Sicignano Davide Bernasconi Don Ramano Molteni Rosa Maria Manerba Igea Ferrario Giuseppe Bonesi Ettore Boselli Rosa Pasqua Chirico Giulia Affini Luca

Famlonga Giordano Perri Settimo Me' Salvatore Maccio Maria Dominioni Angela Seminara Sirena Esposti Giorgio Guffanti Francesca

Defunti 2019 - 49

Defunti 2019 - 40

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Per chi desidera fare un'offerta tramite bonifico bancario, il numero IBAN è il seguente: Parrocchia Santa Maria Assunta IT 05 T 08430 51030 000000181 970 Parrocchia di Sant'Agata IT 05 T 08430 51010 000000270173

COMUNITĂ€ PASTORALE: RECAPITI TELEFONICI Don Alessio Bianchi, parroco tel. 031.97.69.90 cell. 333.44.35.315 Don Luigi Salvadei parroco emerito di Guanzate tel. 031.89.93.33

Don Carlo Bosco cell. 339.586.9317 Don Pietro Snider parroco emerito di Bulgarograsso cell. 331.73.97.495 Diacono Pietro Zaffaroni cell. 333.64.18.751 Suore Miss. Sacro Cuore di Xalapa tel. 031.89.90.35 Suor Soccorro cell. 346.69.63.729 Suor Laura

cell. 388.45.78.888 Suor Juanita cell. 328.255.7319

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Antonello da Messina, San Benedetto, 1470 circa Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano

“Tutti quelli che credevano vivevano insieme� (Atti 2,44)

Anniversari di matrimonio notevoli! foto di Paolo Roncoroni