Laurea in Architettura - portfolio - Università IUAV di Venezia

Francesco Tenani portfolio di laurea Università IUAV di Venezia corso di laurea in Scienze dell’Architettura (ex clasa 17-04), a.a. 2014-2015 dipartimento di Tecniche e Culture del Progetto SURJHWWR JUD¿FR H FRQWHQXWL GL )UDQFHVFR 7HQDQL Venezia, 29 settembre 2015 autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mo curriculum vitae in base all’articolo 13 del D.L. 196/2003

portfolio

Francesco Tenani

strumenti per la progettazione rifugio sul Gargano

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spazi espositivi

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facciata sul mare

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nuovo stadio per Venezia

69

strategie per la laguna veneta

77

quartiere RAI

83

un’abitazione per Giuseppe Piccioni

studio dei progetti per il Padiglione Svizzero

un albergo a Santa Maria di Leuca

una fortezza sull’acqua

un centro culturale per Saxa Rubra

3

9

strategie per il trasporto metropolitano

113

nuova energia per Serravalle

125

sequenze di spazi sequenze di immagini

153

Francesco Tenani portfolio di laurea Università IUAV di Venezia corso di laurea in Scienze dell’Architettura (ex clasa 17-04), a.a. 2014-2015 dipartimento di Tecniche e Culture del Progetto SURJHWWR JUD¿FR H FRQWHQXWL GL )UDQFHVFR 7HQDQL Venezia, 29 settembre 2015 autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mo curriculum vitae in base all’articolo 13 del D.L. 196/2003

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extra

primo anno

presso uniud

analisi matematica e geometria

prof. Scrivanti, 30/30

disegno e disegno digitale prof. Pez, 28/30

inglese superato

chimica

prof. Comuzzi, 28/30

materiali di costruzione prof. Maschio, 28/30

laboratorio integrato I

prof. Galantino, Toffanello, Barucco, 30/30

storia della cittĂ e del territorio

prof. Zanchettin, 28/30

meccanica strutturale

prof. Cecchi, 30/30

disegno digitale prof. Galluzzo, 30/30

presso Pikasus Film pr. produttore e sceneggiatore GHO FRUWRPHWUDJJLR ³$FRQLWXP 1DSHOOXV´ attualmente in lavorazione

assistente alla produzione

di cortometraggi, con ruolo di assistente alla regia, tecnico audio, assistente alla produzione, segretario di produzione, fotografo di scena

storia dell’architettura

prof. Bedon, 30/30 e lode

teorie e techiche della comunicazione e trattativa prof. Scarpa, 30/30

inglese

prof. Millerchip, 26/30

wave 2013

prof. Bak Gordon, 30/30

attore

in cortometraggi realizzati dalla casa di produzione

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secondo anno

terzo anno

storia della città e dell’architettura

laboratorio integrato III

rappresentazione e rilievo dell’architettura

prof. Squassina, 28/30

prof. Bedon, 30/30

prof. d’Acunto, 30/30 e lode

paesaggio

prof. Latini, 29/30

prof. Vanore, Nocera, 26/30

restauro

wave 2015

prof. Irarrazaval, 30/30

progettazione urbanistica

prof. Munarin, 25/30

trasporti

prof. Nocera, 27/30

¿VLFD WHFQLFD H WHFQLFD del controllo ambientale

prof. Schibuola, 30/30

laboratorio integrato II

prof. Albiero, Latini, 29/30

valutazione estimativa del progetto

prof. Faggiani, 29/30

wave 2014

prof. Bak Gordoni, 30/30

storia dell’architettura contemporanea

prof. Bonaiti, 28/30

7

competenze software 3D modeling

Autocad, ArchiCAD, SketchUp

3D rendering

vRay for SketchUp, Kerkythea

graphic design

Adobe Photoshop, Adobe Illustrator,

Adobe InDesign

video making

Adobe Premiere Pro, Adobe After Effects,

strumenti per la progettazione Nel corso dei laboratori di progettazione è stato necessaULR SHQVDUH D IRUPH HG HGL¿FL sempre più grandi e complessi.

Le funzioni, i luoghi in cui i progetti si inseriscono ed il loro rapporto con l’ambiente circostante sono cambiate di volta in volta, ma alcune costanti compositive si sono ripetute insistentemente.

Ho voluto ricordarle qui perché penso si tratti degli strumenti fondamentali che mi hanno accompagnato durante la progettazione.

lo spazio la luce la proporzione

lo spazio corso: laboratorio integrato I prof. Mauro Galantino a.a. 2012-2013 esercizio di Andrea Cusanno, Ivan Ganzini, Francesco Tanani

L’esercizio prevede la costruzione di uno spazio attraverso alcuni strumenti fondamentali: - due cubi di 4,50 m di lato di cui uno coperto ed uno scoperto; - una scala - un pilastro - due aperture di diversa dimensione Ăˆ necessario progettare tre sistemi di cubi, ognuno con un diverso metodo di accesso dovuto al diverso posizionamento rispetto al terreno.

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tipologia A

tipologia B

tipologia C

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tipologia A

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l’elemento di tipologia A è situato sopra al livello del terreno con ingresso attraverso il cubo aperto

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tipologia B

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l’elemento di tipologia B è per metà immerso nel terreno con ingresso dal lato del cubo chiuso

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tipologia C

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l’elemento di tipologia C è completamente immerso nel terreno con ingresso dal retro del cubo chiuso

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inserimento

I tre sistemi di cubi diventano dispositivi di osservazione, e devono essere inseriti all’interno di un percorso pedonale (larghezza: 1,50 m) da progettare in un’area data: un promontorio affacciato sul mare. Si rende necessario uno studio sull’esposizione al sole e sulla vista sull’ambiente circostante.

La forma del percorso deve consentire il raggiungimento di ogni dispositivo senza dover percorrere scale.

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la luce corso: laboratorio integrato II prof. Roberta Albiero a.a. 2013-2014 esercizio di Francesco Tanani

L’esercizio prevede la costruzione di un modello in carta che riproduca una modanatura. La forma va intesa come una scultura astratta, una serie di frammenti che si susseguono.

Il modello che ho costruito è un elemento a scalare che, senza proporzioni classiche, presenta un aspetto armonico.

Fotografare l’oggetto in differenti condizioni luminose porta a comprendere i modi in cui le ombre si manifestano e cambiano densità. Si formano delle vibrazioni regolari, che possono essere assimilate alla regolarità di alcune armonie musicali.

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la proporzione corso: disegno e disegno digitale prof. Enrico Pez a.a. 2011-2012 uniud esercizio di Francesco Tanani

L’esercizio prevede il ridisegno delle piante, dei prospetti e di alcune sezioni della Casa del Fascio di Como, costruita tra il 1932 e il 1936 da Giuseppe Terragni.

In seguito gli elementi che componJRQR O¶HGL¿FLR YHQJRQR DQDOL]]DWL SHU cercare rimandi alle antiche regole di proporzionamento.

Dopo gli esiti disastrosi della Prima Guerra Mondiale per l’Europa, in molte discipline artistiche si è voluto riFHUFDUH XQ ³ULWRUQR DOO¶RUGLQH´ 1HOO¶DUWH ¿JXUDWLYD XQR GHL PDJJLRUL esempi è dato da Peter Mondrian, che spiega l’origine delle sue composizioni astratte con queste parole: ³&UHGR VLD SRVVLELOH JHQHUDUH XQ¶RSHra d’arte, forte quanto vera, attraverso linee orizzontali e verticali costruite con coscienza, ma senza calcolo, guidate da un’alta intuizione e portate DOO¶DUPRQLD H DO ULWPR´ Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

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Numerosi esponenti dell’architettura razionalista vogliono portare nella progettazione le anticheregole del proporzionamento armonico.

Le Corbusier, per esempio, esorta a YHULÂżFDUH OD IRUPD GHL SURJHWWL FRQ il metodo della sezione aurea, in pianta, sezione e prospetto.

In Villa Savoy questo è particolarmente evidente. Qui, infatti, possiamo vedere che la facciata è costruita tramite due rettangoli aurei DI¿DQFDWL H OœHOHPHQWR VXSHULRUH raggiunge un’altezza pari alla metà della base.

Le Corbusier, Villa Savoy a Poissy, 1928-1931

In Italia l’architettura razionalista comincia a diffondersi nella prima parte del ventennio fascista, per opera soprattutto di giovani architetti. $ *LXVHSSH 7HUUDJQL q VWDWR DI¿GDWR all’inizio degli anni Trenta il progetto della Casa del Fascio di Como. /œHGL¿FLR D IRUPD GL SDUDOOHOHSLpedo, si presenta come un cubo tagliato a metà orizzontalmente.

Si tratta di una forma geometrica pura, in cui per ognuna delle quattra facciate l’altezza è pari alla metà della base.

Numerosi elementi della facciata, della pianta e degli arredi richiamano il rettangolo aureo. Per Terragni OœDUFKLWHWWXUD ³QRQ q FRVWUX]LRQH R soddisfazione di bisogni materiali, ma armonia di proporzioni che proYRFD DPPLUD]LRQH H FRPPR]LRQH´ La loggia presente sulla facciata principale rimanda al modello di HGL¿FLR D FRUWH ULQDVFLPHQWDOH 27

le proporzioni armoniche nella Casa del Fascio di Como

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4

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rifugio sul Gargano: un’abitazione per Giuseppe Piccioni

corso: laboratorio integrato I prof. Mauro Galantino a.a. 2012-2013 progetto di Andrea Cusanno, Ivan Ganzini, Francesco Tanani

/¶RELHWWLYR ¿QDOH ODERUDWRULR q OD progettazione di una casa-rifugio per una persona realmente esistente che lavora nel mondo del cinema. Al nostro gruppo è stato assegnato il regista Giuseppe Piccioni.

/¶HGL¿FLR GHYH HVVHUH FROORFDto su un promontorio affacciato sul mare Adriatico, sulla punta estrema del Gargano.

1HO SHQVDUH DOO¶HGL¿FLR q QHFHVVDrio tenere conto della personalità di chi ne farà uso, progettandolo su misura per lui. Abbiamo colloFDWR O¶HGL¿FLR QHOOD SDUWH SL DOWD del promontorio, in modo da consentire una migliore vista sul mare.

A

$EELDPR SHQVDWR ¿Q GDOOœLQL]LR DG XQ HGL¿FLR GLVSRVWR VX OLYHOOL VIDOVDWL SHU seguire l’andamento naturale del terreno. Abbiamo scelto per l’ambiente principale una forma rettangolare allungata e leggermente piegata, che assecondasse l’andamento curvo della montagna. Un secondo elemento si trova piÚ in alto, ad un livello non sovrapposto ma sfalsato.

Come la personalità del regista lo porta a dar valore a ciò che è essenziale, il rifugio si presenta come un insieme di pochi ambienti – solo quelli necessari – tutti grandi ed accoglienti.

L’ingresso si trova al livello superiore, e consente l’accesso allo studio e la discesa verso gli altri ambienti della casa. Le scale sono caratterizzate da una pianta trapezoidale: i muri laterali, infatti, si restringono durante la discesa.

Questa forma si ripete, al piano inferiore, sulla terrazza e sul patio, geneUDQGR QHOOD SLDQWD XQD ¿JXUD VLPLOH DG una girandola, e nello spazio un gioco prospettico che apre gli ambienti verso l’esterno, lasciando al tempo stesso entrare la luce in grande quantità .

L’ambiente piÚ esteso della casa è quello dedicato alla cucina (che comprende anche il locale per il pranzo), e all’accoglienza degli ospiti, e si presenta come una grande sala a pianta rettangolare.

Da qui si può godere della vista sul mare attraverso una parete vetrata rivolta verso sud e protetta dal sole.

Il terrazzo separa idealmente l’ambiente della vita diurna dallo spazio dedicato al bagno e alla camera da letto, situati piÚ a ovest ed esposti alla luce verso sud.

Il patio esposto verso est e la terrazza esposta verso sud possono assolvere a funzioni diverse, anche al variare delle condizioni meteorologiche.

La posizione semi-interrata del corridoio genera un effetto interessante.

Recandosi verso la camera da letto, LQIDWWL OœDVVHQ]D GL ¿QHVWUH QHO FRUridoio dà l’impressione di percorrere un antro che conduce al luogo per il riposo. Al risveglio, invece, si percorre questo percorso in senso inverso, giungendo ad un ambiente che si apre allo spazio esterno e alla luce.

La salita verso lo studio è resa naturale e gradevole dall’allargarsi del vano che contiene le scale. Durante la salita isi è invitati dall’illuminazione che giunge dall’apertura verticale.

La discesa, invece, avviene verso uno spazio che si restringe, senza tuttavia provocare senso di chiusura: sul fondo della gradinata, infatti, è visibile un’ampia zona aperta e luminosa.

L’incedere poi è accompagnato da una ¿QHVWUD D QDVWUR FKH VHJXH OH VFDOH con la stessa inclinazione e lunghezza.

Attraverso questa apertura chi scende può vedere il terreno esterno, che scende assieme alla scala, ma non il paesaggio in lontananza, la cui vista viene concessa una volta giunti al livello inferiore.

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planivolumetria

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pianta livello superiore

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pianta livello inferiore

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sezione A-A

sezione C-C

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sezione B-B

sezione D-D

prospetto sud

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sezione costruttiva

dettaglio costruttivo 1

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dettaglio costruttivo 2

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spazi espositivi: studio dei progetti per il Padiglione Svizzero

corso: rappresentazione e rilievo dell’architettura prof. Giuseppe d’Acunto a.a. 2013-2014 studio di Matilde Nardi, Francesco Tenani, Natalia Tesauri, Claudia Zanella

Nel 1950 lo Stato Svizzero ottiene una porzione di terreno ai Giardini della Biennale di Venezia.

/¶XI¿FLR GHOOH &RVWUX]LRQL )HGHUDOL DI¿GD LO SURJHWWR all’architetto Rino Tami, senza un concorso preliminare.

La posizione dell’area, situata vicino all’ingresso dei giardini e con la possibilità della vista sulla laguna, fornisce numerose possibilità suggestive per il progetto.

I II III

Nel progetto presentato nell’aprile 1951 Rino Tami propone diverse sale sviluppate su un unico livello. Si riconosce una attenta integrazione tra spazio interno e spazio esterno grazie al cortile di accesso aperto verso il parco ed al sollevamento della soletta di copertura di oltre un metro sui muri perimetrali.

L’unica sala espositiva chiusa presenta un’apertura sul tetto per utilizzare l’illuminazione zenitale.

Il progetto consente la salvagurdia dei due alberi secolari che sono presenti nell’area.

La seconda proposta, presentata nel maggio 1951, si presenta differente.

Il volume diventa geometrico ed assume la forma di un prisma allungato compreso tra i due alberi protetti ed il perimetro dell’area per le esposizioni.

La struttura è composta da sei coppie di pilastri esterni al volume, e la sala espositiva principale si trova al livello superiore. Viene mantenuta la continuità spaziale tra il padiglione ed il giardino, e il piano superiore si apre alla vista della laguna.

Nel giugno 1951 Rino Tami presenta una terza proposta di progetto, che appare come una rivisitazione della versione precedente.

Il tipo di copertura cambia, per consentire l’ingresso della luce dai lati del tetto.

Diventa ancora più chiaro il desiderio di unione tra l’ambiente interno e quello circostante, e i pilastri, ora a sezione quadrata, arretrano all’interno del volume dell’edificio. L’apertura orizzontale tra i due piani viene spostata vicino alle scale, in modo da rendere più spaziosa l’area espositiva principale.

Viene aggiunta un’apertura vesto l’esterno sul lato breve, da cui è possibile vedere l’ingresso ai Giardini.

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IV

Le richieste della commissione cambiano e diventano più restrittive: gli ambienti devono essere più flessibili, e devono esserci delle sale distinte per la pittura (con soffitto molto alto) e per la scultura (più contenuta).

Rino Tami sceglie di non presentare ulteriori progetti, e viene bandito un concorso vinto da Bruno Giacometti nel luglio del 1951.

Il progetto presentato dimostra lo sviluppo di un’architettura moderna non dogmatica, che rinuncia ad un sistema di blocchi edilizi compatti a favore di una scomposizione dell’edificio in singoli corpi funzionali.

Il progetto è articolato in due corpi di fabbrica principali tra loro perpendicolari , collegati da una galleria, una pensilina ed un cortile esterno. La visita al padiglione è scandita da un percorso prestabilito, che comincia dal primo corpo che si incontra sulla destra: è la sala della pittura, illuminata dall’alto attraverso un doppio shed su struttura metallica. Una bassa galleria destinata alla grafica conduce alla sala della scultura, di pianta quadrata e con il soffitto ad arco ribassato. Questa sala non ha serramenti e si apre direttamente verso il cortile del padiglione.

Tutti gli spazi sono prossimi alla scala umana (Giacometti desidera che chi visita il suo edificio si senta a proprio agio), e sono caratterizzati da un attento studio della luce, al fine di illuminare adeguatamente le diverse tipologie di opere esposte.

Ad uno sguardo veloce il progetto sembra trarre spunto dalla prima proposta di Rino Tami, soprattutto per la forma del complesso. Tuttavia, oltre ad avere dimensioni più ridotte, si differenzia da esso per il fatto di essere fortemente introverso. Mentre il primo cercava di integrarsi visivamente con i giardini della Biennale, questo è chiuso da un’alta parete che non permette allo sguardo di vedere oltre.

L’architetto non considera importante l’aspetto esterno dell’edificio, e si concentra sulle esigenze funzionali per dare ad ogni ambiente la forma più adatta all’uso. Le facciate esterne del Padiglione dipendono esclusivamente dalla struttura che caratterizza gli ambienti interni, per i quali Giacometti rifiuta ogni idea di monumentalità.

Nella scelta dei materiali l’architetto disdegna il lusso: bisogna muoversi verso ciò che è appropriato e utile, senza bisogno di ricercare linguaggi rappresentativi. Vengono utilizzate tecniche di costruzione perlopiù tradizionali, con impiego di mattoni a vista, superfici intonacate, legno, vetro e acciaio.

Il padiglione viene inaugurato il 14 giugno 1952, in occasione dell’apertura della XXVI stagione della Biennale.

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facciata sul mare: un albergo a Santa Maria di Leuca

corso: laboratorio integrato II prof. Roberta Albiero a.a. 2013-2014 progetto di Andrea Cusanno, Ivan Ganzini, Francesco Tanani

Santa Maria di Leuca è una frazione di Castriglione del Capo, ed è la località piÚ a Sud della regione Puglia.

Affacciati sul mare e sovrastati dal promontorio e dal complesso monumentale del faro, rimangono i resti della ColoQLD 6FDUFLJOLD XQ HGL¿FLR FRstruito all’inizio del XX secolo.

DL TXHVWR HGL¿FLR UHVWD XQD IDFciata monumentale in tufo, lunga 80 metri ed alta 12, che pur non avendo un particolare valore storico o archeologico caratterizza fortemente il tratto di costa in cui è inserita, e in particolare l’insenatura in cui è stato costruito il porto.

I

Il progetto prevede la costruzione di un albergo conservando, almeno in parte, la facciata esistente.

L’area di intervento è limitata al terreno su cui era costruita la colonia, e non ci si può estendere in direzione del mare o verso il promontorio.

Nel seguire le indicazioni che ci sono state date abbiamo voluto pensare alla proposta di progetto come ad un fondaco per il turismo versatile e dinamico, che diventi motivo di attrazione per le funzioni che è destinato ad ospitare e che valorizzi l’immagine che nel tempo l’imponente struttura ha dato alla città.

Il muro quindi diventa una linea di partenza, dietro cui poter ideare spazi che dialoghino con la facciata. In un primo stadio dell’esperienza progettuale la facciata era stata lasciata intatta, in modo da fungere da schermo atto a coprire e proteggere tutto ciò che di nuovo veniva pensato dietro.

M

Man mano che il progetto veniva approfondito è emersa l’idea di far irrompere alcuni HOHPHQWL GHO QXRYR HGL¿FLR attraverso la facciata, geneUDQGR GHOOH ¿JXUH D IRUPD GL cubo che la intersecassero.

Questo era un modo per rendere piÚ luPLQRVR OœLQWHUQR GHOOœHGL¿FLR H SHU IDU percepire dall’esterno che era stato aggiunto qualcosa di nuovo.

Ma questa soluzione da sola non appariva convincente, perchÊ gli ambienti inWHUQL FRQWLQXDYDQR QRQ HVVHUH VXI¿FLHQWHPHQWH LOOXPLQDWL HG HUD GLI¿FLOH IDU dialogare il sistema antico disposto su due livelli con il nuovo sistema disposto su tre livelli. Si è scelto cosÏ di togliere ¿VLFDPHQWH OR VFKHUPR UDSSUHVHQWDWR dalla facciata, tagliandola all’altezza del primo piano. In questo modo il piano WHUUD GHOOœHGL¿FLR VL VYLOXSSD GLHWUR DOOD facciata storica utilizzandone le aperture, e i piani superiori appaiono direttamente visibili dall’esterno perchÊ non piÚ coperti.

L’idea di mantenere delle forme che dessero tridimensionalità alla facciata è rimasta, e si è concretizzata in un sistema di cubi e prismi che irrompono sporJHQGR GDO QXRYR HGL¿FLR H UDJJLXQJHQdo il livello in cui era presente la facciata antica. Oltre a dare volume alla vista del prospetto queste strutture svolgono la funzione di illuminare meglio gli amELHQWL LQWHUQL DOOœHGL¿FLR 3RVVRQR LQROWUH IRUQLUH PDJJLRUH VXSHU¿FLH FDOSHVWDELOH fungendo da terrazzi per gli ambienti situati ai piani superiori.

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Q

Questi elementi sono sostenuti da un reticolo di travi metalliche a sezione ³+´ DSSRJJLDWR VRSUD DOOD IDFFLDWD tagliata. La nuova griglia metallica ha una funzione strutturale, ma idealmente serve anche a sottolineare l’imponenza che in precedenza aveva la facciata antica, ricordandone la dimensione. La scansione della griglia riprende con precisione la suddivisioQH LQWHUQD GHJOL DPELHQWL GHOOœHGL¿FLR ai piani primo e secondo.

Il vero e proprio corpo di fabbrica, quindi, si trova ad una distanza di 2,5 metri dalla facciata esterna. Al piano terra questa distanza è utilizzata per realizzare un corridoio che SHUFRUUH OœHGL¿FLR LQ WXWWD OD VXD LQWHrezza, connettendo la zona di ingresso e di risalita con la spa, la piscina, il ristorante, il bar, la sala giochi, l’auditorium e i locali di servizio. Da questo ambiente è possibile godere della vista sul golfo di Leuca attraverso le LPSRQHQWL ¿QHVWUH DG DUFR GHOOD IDFciata antica. Le terrazze ed i sistePL GL WUDYL FKH VRYUDVWDQR LO VRI¿WWR vetrato di questo ambiente moltiplicano i giochi di luce, generando un variare suggestivo di luci e ombre.

Lo spazio di ingresso all’albergo funge da perno per il volume dell’inteUR HGL¿FLR 6L WUDWWD GL XQ YROXPH D forma di prisma disposto ortogonalmente al resto della costruzione, in corrispondenza di un taglio verticale che interrompe i piani superiori GHOOœHGL¿FLR

Sulla facciata questo elemento si mostra attraverso un’apertura rettangolare che ricorda la struttura dei cubi ai piani superiori, e che si ripete con dimensioni molto simili all’altra HVWHUPLWj GHOOœHGL¿FLR SHU RVSLWDUH LO ristorante.

La hall svolge anche il compito di colOHJDUH OÂśDPELHQWH LQWHUQR GHOOÂśHGLÂżFLR con lo spazio aperto sul retro, ed il piano terra con i piani superiori. Le scale per salire sono situate sul retro del corpo di fabbrica e sono esterne ad esso, chiuse in strutture vetrate con sezione quadrata.

Le camere presentano soluzioni di DUUHGR IXQ]LRQDOL H VREULH DI¿QFKp l’attenzione degli ospiti si concentri sul paesaggio. Sono presenti camere standard, suite e camere di livello superiore. Queste ultime sono situate in un volume che esce dal retro del corpo di fabbrica, adagiandosi sulla parete della montagna.

Al piano interrato sono stati sistemati i parcheggi, gli spogliatoi per la piscina, gli ambienti di servizio per la cucina del ristorante e la spa.

Quest’ultima è accessibile dagli spogliatoi situati al piano terra, e si presenta raccolta ed accogliente.

La facciata storica si mantiene protagonista dell’intervento, centrale rispetto a tutto ciò che le sta sopra, davanti e dietro. Grazie alla sua imponenza è visibile da ogni punto, e si LGHQWL¿FD D WXWWL JOL HIIHWWL FRPH JHneratrice dell’intervento.

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planivolumetria

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pianta piano terra

pianta piano interrato

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pianta piano primo

pianta piano secondo

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prospetto est

sezione longitudinale

prospetto sud

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sezione trasversale

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camera standard

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camera premium

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suite

spa

nuovo stadio per Venezia: una fortezza sull’acqua

corso: wave 2015 prof. Sebastian Irarrazaval a.a. 2014-2015

Venezia ha bisogno di un nuovo stadio, e questo va pensato utilizzando le forme dell’architettura militare.

/œHGL¿FLR VLWXDWR nello stesso sito dell’attuale stadio (nelle immediate vicinanze dell’Arsenale), vuole rappresentare la metafora di guerra che caratterizza il calcio, dove gli avversari sono considerati nemici, i territori vanno difesi o conquistati, e i giocatori sono trattati come se fossero eroi di guerra.

I

Fase concettuale La prima fase del lavoro consiste nel realizzare un modello 3D utilizzando SketchUp. L’elaborato deve essere composto unendo il modello di uno stadio esistente al modello di un esempio di architettura militare. Questo può essere una fortezza, un bunker, una trincea, un contrafforte, una torre difensiva. /R VWDGLR QRQ GHYH HVVHUH PRGL¿FDWR mentre l’architettura militare può subire variazioni per corrispondere meglio alla forma desiderata.

Il mio modello 3D, rappresentato qui a destra, unisce allo stadio di base il Castello di Alnwick (UK), una struttura dal forte carattere medievale. Ho utilizzato le torri e le mura del castello per realizzare due grandi corti esterne di forma irregolare, a cui si aggiunge lo stadio che VL FRQÂżJXUD FRPH XQD WHU]D FRUWH /D struttura delle mura e delle torri si integra con la forma dello stadio, e permette di accogliere ambienti aperti e chiusi che possono essere utilizzati in funzione del campo sportivo o autonomamente.

Il modello sorteggiato per il mio gruppo, con cui abbiamo continuato il lavoro, è stato realizzato da Gianluca Masiero.

4XL LO SURÂżOR DVWUDWWR GL XQD IRUWH]]D D FLQTXH SXQWH GHÂżQLVFH OD IRUPD GHO FRPplesso, che si trova ad avere dimensioni tali da poter ospitare altre attivitĂ oltre a quella calcistica.

Diversamente dall’altro modello questo si integra nella laguna di Venezia, poichÊ un fronte degli spalti lascia spazio al porto di Sant’Elena, facendo arrivare OœDFTXD ¿QR DL OLPLWL GHO FDPSR GD JLRFR

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II

Plastico La seconda fase del lavoro prevede la realizzazione di un plastico che rappresenti l’essenza del modello sorteggiato per il nostro gruppo. Il plastico va composto con materiali di recupero.

Noi abbiamo ritenuto che la caratteristica principale del modello realizzato da Gianluca Masiero consistesse nell’allunJDUVL GHL FRQ¿QL HVWHUQL GHOOD VWUXWWXUD e abbiamo voluto rappresentarla con un SUR¿OR HVWHUQR D ]LJ ]DJ WDOH GD PDVVLmizzare il perimetro.

Abbiamo utilizzato dei mattoni recupeUDWL GD XQ YHFFKLR HGLÂżFLR H OL DEELDPR posizionati in modo da ricreare la forma interna regolare degli spazi ed il perimetro esterno frastagliato.

Il plastico diventa il punto di partenza per la realizzazione una serie di elaboUDWL JUD¿FL Questi vanno realizzati con un metodo inventato da David Hockney: il modello viene fotografato in piÚ angolazioni da un punto di vista estremamente ravviciQDWR H SRL OH IRWRJUD¿H YHQJRQR XQLWH per formare un’immagine astratta.

Questo tipo di elaborato è meno realistiFR ULVSHWWR DG XQœXQLFD IRWRJUD¿D PD q in grado di esporre meglio l’essenza del progetto che si ha in mente.

Le immagini cosÏ ottenute vanno poi elaborate digitalmente per poter mostrare anche il contesto in cui il progetto si colloca. /H IRWRJUD¿H TXD D VLQLVWUD UDSSUHVHQWDno una vista a volo d’uccello del plastico dello stadio ed una vista esterna.

Nella pagina di apertura del capitolo è riportata la vista interna dello stadio.

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III

(ODERUD]LRQH ¿QDOH Gli elaborati che abbiamo realizzato a partire dal plastico ci hanno permesso di comprendere meglio l’essenza del progetto. Ora è necessario realizzare il PRGHOOR ' ¿QDOH FKH OR UDSSUHVHQWD all’interno della città di Venezia. ,O PRGHOOR ¿QDOH YD FRPSRVWR XWLOL]]DQdo un elemento di base che discenda dall’architettura militare, che può essere una struttura di legno o di mattoni.

Noi abbiamo scelto come forma base una torre di mattoni, che si presenta parzialmente in stato di rovina.

Le gradinate dello stadio sono circondate, e in qualche caso compenetrate, da un sisema di torri unite tra loro, ognuna con dimensioni ed altezze differenti.

Abbiamo deciso di destinare l’interno delle torri a scopo residenziale, così da aumentare l’offerta di abitazioni nella zona di Sant’Elena.

Le residenze sono accessibili dall’esterno della struttura, e ogni torre ne contiene una. Gli spalti sono in alcuni casi intersecati dalla forma di queste torri; in questo modo si origina un gioco di volumetrie molto particolare, che con il variare della profondità genera effetti di chiaroscuro. Ogni zona degli spalti assume così caratteristiche uniche.

3HU OD FRQVHJQD ¿QDOH VRQR VWDWL UHDOL]zati numerosi elaborati, riportati in queste pagine. Un fotomontaggio mostra la vista del campo che si può avere dalle residenze; un esploso rende chiara la composizione del progetto e i diversi livelli di cui si compone.

L’elaborato riportato nelle prossime pagine rappresenta il modello tridimensionale dello stadio inserito nell’ambiente circostante, e mostra nella stessa rappresentazione la pianta e la sezione del progetto delle residenze.

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strategie per la laguna veneta corso: wave 2014 prof. Ricardo Bak Gordon a.a. 2013-2014

Il workshop parte da un punto fermo:

l’area di Porto Marghera viene considerata dismessa in quanto non piÚ necessaria per l’industria, e va intesa come congelata allo stato di fatto.

Tutto il territorio diventa utilizzabile per realizzare qualcosa di nuovo, che diventi dal punto di vista funzionale un motore per l’intera laguna veneta.

1943 (IGM)

1954 (IGM)

1961 (IGM)

1978 (IGM)

La dimensione del territorio impone l’utilizzo di un approccio che non punti al dettaglio, ma al disegno di grandi aree destinate a differenti funzioni. /œHODERUDWR ¿QDOH GHO ZRUNVKRS q TXLQdi un piano generale, che potrebbe ipoteticamente essere sviluppato in maniera piÚ dettagliata del corso di fasi di lavoro successive.

Appare da subito chiaro che non è possibile pensare in meniera realistica di poter utilizzare tutta l’area dismessa per opere di urbanizzazione. Ăˆ quindi necessario prendere in considerazione OÂśLGHD GL DSSRUWDUH SURIRQGH PRGLÂżFKH alla struttura del territorio, per esempio restituendo alla laguna aree in cui nel Novecento sono stati realizzati dei terrapieni. /ÂśHVSRVL]LRQH ÂżQDOH GHO ZRUNVKRS SUHvede che ogni gruppo presenti una tavola di dimensioni 100x70 cm con la vista aerea del proprio progetto integrato nella laguna veneta. Per fare ciò q QHFHVVDULR PRGLÂżFDUH GLJLWDOPHQWH un fotopiano del territorio, lasciando intatte le aree circostanti al progetto HG LQVHUHQGR OH PRGLÂżFKH FKH VL GHVLdera proporre. Le aree di progetto devono essere rappresentate utilizzando viste aeree di luoghi realmente esiVWHQWL HYHQWXDOPHQWH ULWRFFDWH DO ÂżQH di poter essere inserite al meglio nello spazio a disposizione.

La tavola di presentazione del progetto sviluppata per il termine del worksop è presentata nelle prossime pagine, accompagnata da una vista aerea dello stato di fatto.

78

Le intenzioni del progetto sono riassunte in una scaletta che elenca gli elementi principali che lo caratterizzeranno e la loro consistenza: acqua 30% area urbana 30% area agricola 20% area boschiva 15% area industriale 5% Abbiamo ritenuto che l’area piÚ vicina alla stazione ferroviaria fosse la piÚ indicata per l’ampliamento del centro abitato di Marghera. Nel disegnare i nuovi quartieri abbiamo seguendo gil assi stradali esistenti, e li abbiamo estesi per delineare la griglia urbana. Una parte consistente dell’abitato si affaccia sulla laguna, che riprende possesso dell’area.

Muovendosi verso il Ponte della LibertĂ si incontra un lungo braccio di terra utilizzato come nuova urbanizzazione.

Si tratta di una sottile striscia di terrapieno preservata nel nostro progetto, che presenta un andamento geometrico regolare. Le varie isole che lo compongono sono collegate da un ponte. *OL HGLÂżFL FRVWUXLWL TXL SRVVRQR YDQWDUH una vista sulla natura della laguna e sul Ponte della LibertĂ .

All’estremo sud dell’area di intervento q SUHVHQWH XQ SRUWR XWLOL]]DELOH SHU ¿QL commerciali o per le navi da crociera.

La maggior parte del territorio rimanente è recuperata come suolo agricolo, ed una parte minore è lasciata LQFROWD DO ¿QH GL ULSUHQGHUH OœDVSHWWR naturale.

79

stato di fatto

stato di progetto

quartiere RAI: un centro culturale per Saxa Rubra

corso: laboratorio integrato III prof. Margherita Vanore a.a. 2014-2015 progetto architettonico di Francesco Tenani masterplan di Giorgia Guiotto, Francesco Tenani, Deborah Varago

Il laboratorio prevede la realizzazione di un progetto per la riTXDOL¿FD]LRQH GL 6D[D 5XEUD 6L tratta di un’area di Roma attualmente degradata, situata nella parte settentrionale della città .

Qui è presente una sottile lingua di terra occupata in parte da un’antica fornace dismessa e parzialmente distrutta.

L’DUHD GL SURJHWWR FRQ¿QD D QRUG con il percorso del Grande RacFRUGR $QXODUH D HVW FRQ LO ¿XPH Tevere e a ovest con l’abitato di Saxa Rubra e con il volume enorme del Centro di Produzione RAI.

L’area di progetto è fortemente caratterizzata dalla presenza delle rovine di una fornace novecentesca e della sua alta ciminiera, che svetta dominando tutto il territorio circostante. Nelle vicinanze della fornace sono preVHQWL HGL¿FL LQGXVWULDOL LQ SLFFROD SDUWH DQFRUD utilizzati e per la maggior parte in disuso e fatiscenti. Il resto del territorio lungo l’argine si presenta libero.

La proposta presentata nel masterplan di gruppo SUHYHGH OD ULTXDOLÂżFD]LRQH GHOOÂśDUHD come polo culturale, residenziale e commerciale, mediante la costruzione di una biblioteca, un asilo, un cinema multisaOD XQ FHQWUR FRPPHUFLDOH H DOFXQL HGLÂżci residenziali.

Le rovine dell’antica fornace vengono riutilizzate per ospitare la biblioteca ed una piazza su cui si affaccia il cinema multisala.

Il lungo viadotto ad arcate che fronteggia la fornace viene conservato, e funge da generatore e fondale prospettico per una nuova grande piazza.

Viene valorizzato il trasporto su ferro mediante l’apertura di un passaggio che attraversa il complesso della RAI per raggiungere velocemente la stazione PHWURSROLWDQD ³&HQWUR 5$,´ Un nuovo percorso ciclopedonale mette in relazione l’area di progetto con la stazione ed il centro abitato di Labaro, situato al di là del viadotto autostradale.

L’antico ponte di guerra che collegava Saxa Rubra a Castel Giubileo viene ricostruito per fungere da asse di collegamento ciclopedonale parallelo al Grande Raccordo Anulare. Questo permette di raggiungere piÚ agevolmente la zona abitata e commerciale di Castel GiubiOHR VLWXDWD ROWUH LO ¿XPH 7HYHUH H OD stazione ferroviaria di Fidene.

masterplan di progetto

attacco a terra

la biblioteca

Le antiche rovine della fornace restituiscono un carattere fortemente evocativo, anche grazie alla presenza della maestosa ciminiera.

3HU SHQVDUH DG XQD ULTXDOLÂżFD]LRQH GHO FRPSOHVVR GL HGLÂżFL VRQR SDUWLWR GDOOÂśDnalisi dello stato di conservazione. Ho constatato che la parte a sud-est è quella conservata meglio, poichĂŠ i muri ed i solai sono ancora in bono stato. La parte centrale, invece, si presenta gravemente danneggiata, con i solai per la maggior parte crollati e la presenza di alcuni elementi superstiti di grosse dimensioni: setti murari, colonne e arcate che non reggono piĂš solai, volte a botte in buono stato di conservazione. Ăˆ presente un grande ambiente sotterraneo tuttora utilizzabile.

La condizione di rovina della parte centrale dell’ex fornace suggerisce l’idea di utilizzarla come spazio esterno: una strada esistente attraversa l’abitato di 6D[D 5XEUD ¿QR DOOœDUHD GL SURJHWWR HG ha come punto focale la ciminiera. Ho deciso di prolungare questa strada generando un asse che taglia l’area della IRUQDFH 4XHVWR GH¿QLVFH OD IRUPD FKH DYUj LO QXRYR HGL¿FLR SRLFKp OœDPELHQWH interno è separato dall’ambiente esterno in corrispondenza del taglio generando una nuova piazza centrale.

La distribuzione dei volumi di ciò che resta delle strutture esistenti porta alla necessità di effettuare una divisione verWLFDOH GHOOœHGL¿FLR LQ WUH SDUWL XQR VSD]LR centrale, in corrispondenza della ciminiera, si sviluppa per un’altezza di tre piani ed ospita la biblioteca. Gli spazi laterali, alti la metà , contengono una pizzeria (che si sviluppa anche sul terrazzo soprastante) ed un’area polifunzionale.

Quest’ultima riutilizza l’antica camera di combustione sotterranea per espandersi su due livelli. Il passaggio tra i piani è garantito da ascensore e scale, e la presenza di bagni e locali tecnici rendono entrambi questo ambiente autonomo rispetto alla biblioteca.

I tre grandi ambienti si affacciano sulla piazza centrale attraverso pareti vetrate esposte a nord, in corrispondenza del WDJOLR GHÂżQLWR GDOOD GLUHWWULFH GHOOD VWUDda prolungata.

Il corpo della biblioteca si estende verso la piazza con un ambiente per accoglienza a doppia altezza che ingloba la base della ciminiera. CosÏ questa può fungere da punto focale per l’ambiente di ingresso alla biblioteca e per il suo spazio centrale.

Quest’ultimo si sviluppa su tre livelli: LO SL EDVVR RFFXSD WXWWD OD VXSHU¿FLH GHOOœHGL¿FLR H TXHOOL VXSHULRUL VRQR YLD via assottigliati per consentire una maggiore illuminazione e per dare un affaccio sull’ambiente centrale. I servizi sono localizzati al piano terra, e ai piani superiori sono presenti i vari settori della biblioteca. Il corpo a sud-est presenta un solo piano superiore, poichÊ ho scelto di riutilizzare l’altezza del solaio esistente dopo averlo reso nuovamente in grado di sostenere pesi.

1HO UHVWR GHOOœHGL¿FLR L VRODL VRQR LQ EXRna parte crollati, e viene proposta la ricostruzione su una struttura metallica che regge anche il tetto, conservando le altezze dei piani dell’antica fornace. La scansione dei pilastri è la stessa dei setti murari preesistenti, e questi generano delle sottili aperture a tutta altezza. $OOœHVWHUQR OœHGL¿FLR VL FDUDWWHUL]]D SHU la conservazione delle arcate esistenti, che mantengono come in passato una scansione differente rispetto a quella dell’ambiente interno.

Peter Zumthor, Kolumba Museum (Colonia)

Cino Zucchi, Ex Junghans (Venezia)

il cinema multisala

/D SLD]]D WUD L GXH HGLÂżFL si sviluppa tra i resti delle antiche colonne e arcate,

Churticaga + Quadra - Salcedo, Cineteca Matadero

Csutoras & Liando, Cinema all’aperto

che uniscono idealmente le costruzioni che la circondano.

Questo spazio è delimitato a nord dalla controfacciata della parete che delimitava la fornace: la sua funzione è invertita, e ora diventa la facciata del cinema. /œHGL¿FLR FKH RVSLWD LO FLQHPD PXOWLVDOD presenta la stessa scansione in altezza GHOOœHGL¿FLR FKH OR IURQWHJJLD FRQ XQ corpo centrale alto e due corpi laterali piÚ bassi.

L’accesso al cinema avviene attraverso un’apertura vetrata a tutta altezza situata di fronte all’ingresso principale della biblioteca, e collegata ad esso tramite un portico di vetro sorretto da una struttura metallica che attraversa la piazza centrale.

Le sale sono otto, di dimensioni variabili, e si sviluppano su due livelli. La sala grande, capace di 268 posti, li occupa entrambi, mentre le altre, che possono contenere tra i 63 e i 175 posti, sono distribuite tra il piano terra ed il livello superiore.

Tutte sono pensate per poter sfruttare proiettori digitali, che eliminano la necessitĂ di una cabina di proiezione separata, e sono studiate per consentire da ogni posizione la visuale completa sullo schermo: per questo motivo si sviluppano a gradoni.

La sala grande dispone di cabina di proiezione dedicata e palcoscenico, e può essere sfruttata per spettacoli teatrali di diverso tipo, conferenze, eventi pubblici e cineforum. A causa delle sue dimensioni e della quantità di pubblico che può ospitare, dispone di servizi igienici dedicati all’interno.

Il grande ambiente di accesso all’eGL¿FLR q VFDQGLWR LQ SL SDUWL GD SHUcorrere in sequenza. Oltre le porte c’è l’area di attesa per la biglietteria.

Questa si supera attraverso un apparecchio per il controllo dei biglietti, che consente di procedere oltre. Dietro al volume della biglietteria è sistemato il bar, che fronteggia il grande ambiente di attesa per accedere alle sale, ai servizi e ai sistemi di risalita.

Al piano superiore una passerella conduce verso le sale e le terrazze esterne.

Queste possono essere utilizzate come spazi esterni per il pubblico, come luoghi per organizzare ricevimenti o per proiezioni all’aperto.

Osservando la facciata principale dell’eGL¿FLR FL VL DFFRUJH FKH TXHVWD q GLYLVD in due parti: la facciata preesistente, con OD VXD VFDQVLRQH UHJRODUH GL ¿QHVWUH DG arco ribassato, è sovrastata dalla nuova parete vetrata oltre cui si intravede la passerella di accesso alle sale e alle terrazze del piano superiore.

Questa parete, molto suggestiva nelle RUH LQ FXL q DWWLYD OœLOOXPLQD]LRQH DUWL¿ciale, è esposta a sud: per proteggerla dalla luce diretta del sole e dal calore è stato previsto un sistema di tendaggi a pacchetto che può essere azionato in base alle necessità , e che regala alla facciata un aspetto plastico e sempre variabile. I montanti delle tende fungono da supporto per i pannelli su cui esporre i PDQLIHVWL GHL ¿OP SURSRVWL /D SDUWH GL HGL¿FLR VLWXDWD DG RYHVW FKH fronteggia la sala polifunzionale addossata alla biblioteca, è piÚ bassa rispetto al corpo principale. Qui sono ospitati i locali di servizio per il palco, i camerini e le sale prove. ,Q TXHVWD SDUWH GL HGL¿FLR q VWDWR ULFDYDto lo spazio per una sala per conferenze capace di ospitare 74 persone.

Churticaga + Quadra - Salcedo, Cineteca Matadero

6DOD FLQHPDWRJUDÂżFD 2 Sala teatrale 3 Palcoscenico 4 Biglietteria 5 Bar 6 Camerino 7 Spazio polifunzionale

8 Vano tecnico 9 Pizzeria 11 Ingresso biblioteca 12 Servizi al pubblico 13 Postazioni computer 14 Sala ragazzi 8IÂżFLR

pianta piano terra

10 Terrazzo della pizzeria 16 Biblioteca: primo livello

pianta piano primo

6DOD FLQHPDWRJUDÂżFD 2 Sala teatrale 3 Terrazzo polifunzionale 4 Spazio polifunzionale 5 Biblioteca: sala periodici 6 Biblioteca: aula studio 7 Biblioteca: secondo livello 8 Vano tecnico

pianta piano secondo

sezione costruttiva J-J

pianta piano interrato

prospetto A-A

prospetto B-B

prospetto C-C

prospetto D-D

sezione F-F

sezione E-E

sezione G-G

sezione H-H

Passeggiando per le strade di Saxa Rubra ci sembra di stare in una zona degradata.

Sorprendono lo stato di abbandono in cui versano i marciapiadi, la sporcizia che si incontra in ogni angolo, la quantità delle scritte sui muri, le costruzioni abusive in terreno pubblico. Tutto questo stona con la presenza dei maestosi resti di un passato industriale e con la bellezza della campagna circostante e GHO ¿XPH 7HYHUH Può sembrare azzardata la scelta di inserire un asilo in un simile contesto, ma a me è parso coerente con il proposito GL XQD ULTXDOL¿FD]LRQH FKH QRQ SXQWDVse solo a migliorare l’aspetto estetico dell’area e a sopperire a funzioni necessarie, ma anche a presentare un esempio educativo. Ciò che l’ente pubblico realizza per rendere piÚ gradevole il paesaggio urbano non passa inosservato ai cittadini, che possono trarre insegnamenti importanti per vivere nel rispetto dell’ambiente.

La scelta di collocare proprio qui un edi¿FLR VFRODVWLFR IXQ]LRQDOH PRGHUQR HG accogliente è dovuta all’ottima posizione rispetto ai centri abitati di Saxa Rubra e di Labaro, che sono raggiungibili in pochi minuti a piedi o in bicicletta.

La scelta di una pianta con vuoto centrale segue al desiderio di sfruttare al massimo la luce del sole per illuminare gli ambienti interno dell’asilo. Il cortile centrale funge da spazio per i giochi dei bambini, e come un perno è un generatore per i due corpi che ospitano gli spazi dell’asilo. Il corpo a nord-ovest comprende la zona di ingresso con segreteria, la mensa, l’infermeria, le aule per attività speciali e il dormitorio. Il corpo a sud-est comprende le aule per attività ordinarie, tutte dotate di bagni interni, e l’aula insegnanti.

Dove i due corpi si incontrano si genera un grande spazio chiuso multifunzione, che può essere utilizzato per la ricreazione quando il clima non consente di uscire. Le aule principali sono esposte a VXG SHU EHQH¿FLDUH GHOOD PDVVLPD OXPLnosità offerta dal sole. /œHGL¿FLR VL PRVWUD DOOœHVWHUQR FRQ XQ FDrattere prevalentemente orizzontale, e le sue pareti sono scandite dalla presenza di vetrate a tutta altezza.

l’asilo

1 2 3 4 5 6 7

Ingresso Segreteria Cucina Mensa Infermeria Zona gioco Cortile

8 Aula standard con bagno 9 Dormitorio con bagno $XOD SHU DWWLYLWj ÂżVLFD 11 Aula speciale 12 Aula insegnanti 13 Vano tecnico

110

prospetto A-A

prospetto B-B

prospetto C-C

prospetto D-D

sezione E-E

sezione F-F

sezione G-G

111

strategie per il trasporto pubblico metropolitano

corso: laboratorio integrato III prof. Silvio Nocera a.a. 2014-2015 progetto di Francesco Tanani

I sistemi di trasporto pubblico sono presenze fondamentali in ogni metropoli del mondo.

La maggior parte delle grandi cittĂ , come New York, Londra, Parigi e ora anche Milano dispongono di numerose linee di metropolitana che, assieme a passanti ferroviari veloci di VXSHUÂżFLH UHQGRQR DJHYROL JOL VSRstamenti suburbani ed extraurbani.

Roma sotto molti aspetti si dimostra carente dal punto di vista della qualitĂ e quantitĂ dei trasporti pubblici.

'LIÂżFROWj ORJLVWLFKH HG HFRQRPLFKH ma soprattutto la mancanza di lungimiranza, hanno fatto sĂŹ che il centro storico ora disponga di solo due linee di metropolitana completate.

Per questo motivo gli spostamenti all’interno del centro storico sono in genere lunghi e faticosi, e quelli verso l’esterno possono essere agevoli solo se si segue la direzione di una delle linee ferroviarie esistenti. In caso contratio, è necessario viaggiare in autobus su assi stradali molto spesso saturi.

Le strade di Roma, infatti, sono molto WUDIÂżFDWH H L SDUFKHJJL VRQR SRFKL ULspetto alla quantitĂ di automobili che circolano.

Mi sembra evidente che alle opere necessarie per migliorare la circolazione delle automobili private sia necessario DIÂżDQFDUH FRQ PDJJLRUH SULRULWj LQYHstimenti molto ingenti per realizzare un VLVWHPD GL WUDVSRUWL SXEEOLFR HIÂżFLHQWH capillare e realmente competitivo.

Questo, secondo me, può funzionare al meglio se effettuato realizzando nuove linee di metropolitana (la presenza di resti archeologici non deve spaventare quanto ha fatto in passato), tram con corsia preferenziale o mezzi di trasporto alternativi (come funivie orizzontali).

L’esercitazione per il corso di Trasporti prevede la realizzazione di un piano atto a porre rimedio gli aspetti che riteniamo piÚ critici per gli spostamenti all’interno dell’area di progetto del laboratorio integrato III. Il progetto di laboratorio è situato a Saxa Rubra, in corrispondenza dell’incrocio tra la via Flaminia, la via Salaria e il Grande Raccordo Anulare. Nelle vicinanze transitano due linee ferroviarie: la Roma - Orte (urbana ed extraurbana veloce) e la Roma piazza Flaminio - Viterbo (metropolitana e suburbana).

4XHVWR JUD¿FR HODERUDWR FRQ L GDWL IRUniti da Roma Capitale, mostra la quantità di automobili che si spostano per l’area considerata nelle ore mattutine.

L’immagine sottostante, che proviene dallo stesso documento, evidenzia come il territorio considerato sia uno tra i piÚ inquinati della Capitale.

Nella prossime pagine sono riportati i tempi di percorrenza ed i costi degli spostamenti in base al mezzo utilizzato.

114

grafo del trasporto privato

115

grafo del trasporto pubblico - ferrovie

116

grafo del trasporto pubblico - autobus

117

Il territorio considerato è densamente popolato e costruito. La domanda di trasporto è orientata principalmente verso il centro storico di Roma: ogni mattina nelle ore di punta migliaia di persone abbandonano i quartieri oggetto di studio per farvi ritorno nel pomeriggio o di sera. Una parte piÚ piccola della domanda riguarda i ussi interni alle zone e tra di esse, per percorsi in genere inferiori ai 10 chilometri. Una grande quantità di persone, proveniente soprattutto da Nord, transita per le infrastrutture che tagliano le zone oggetto di studio per raggiungere il centro di Roma.

Le infrastrutture, di tipo stradale e ferroviario, consistono principalmente nella Via Flaminia, nel GRA, e nelle linee ferroviarie Roma p.le Flaminio – Viterbo, Roma – Orte – Orvieto (FR1) e Roma – Viterbo (FR3). Una pista ciclabile collega il centro di Roma a Saxa Rubra, senza però raggiungere Labaro.

Analizzando i dati relativi alla domanda e all’offerta e consultando altre informazioni (le proteste dei cittadini residenti, i dati sulla congestione e sull’inquinamento, articoli di giornale) ho riscontrato alcune criticità .

Una delle zone prese in considerazione, Saxa Rubra, risulta particolarmenWH VFROOHJDWD GDOOH FLUFRVWDQ]H VLD ¿VLcamente (è chiusa tra Flaminia, GRA, centro RAI e Tevere) sia per quanto riguarda le infrastrutture e le possibilità di spostamento. Risulta infatti dicoltoso raggiungere il centro di Labaro, Castel Giubileo e Fidene (situati sull’altra sponda del Tevere), e in generale superare lo snodo della Flaminia. Analizziamo ora le principali problematiche individuate.

A

Infrastrutture e trasporto privato a. PericolositĂ per gli automobilisti; b. Congestione; c. Carenza di parcheggi; d. PericolositĂ per i pedoni; e. Mancanza di percorsi ciclopedonali.

Nel tentativo di risolvere il problema della congestione dello snodo tra GRA e Flaminia, nello scorso decennio è stato costruito un sistema di svincoli.

Questo, per il modo in cui è costruito, rende ancora piÚ dicile il passaggio tra Saxa Rubra e Labaro. Come confermato dai fatti di cronaca (vedere ad esemSLR ³6D[D 5XEUD FRPH LO )DU :HVW´ GL Marcello Viaggio, su Il Giornale del 14/12/2006), la zona degradata è terreno fertile per l’illegalità .

L’assenza di controlli e la natura angusta dei passaggi sotto ai viadotti rende pericoloso camminare in questi percorsi, soprattutto nelle ore serali.

La pista ciclabile che collega Roma a Saxa Rubra si interrompe prima del ponte sul Tevere, e non sono previste soluzioni alternative per muoversi a piedi o in bicicletta verso Labaro o Castel Giubileo.

118

B

Trasporto ferroviario a. Mancato collegamento extraurbano; b. Orari non cadenzati; c. Orari non estesi alle fasce serali; d. Treni particolarmente datati; e. Estesa evasione dal pagamento.

La linea Roma p.le Flaminio – Viterbo comprende un servizio urbano ed un servizio extraurbano. Nelle vicinanze dell’abitato di Saxa Rubra sono presenti le stazioni Centro Rai e Labaro, entramEH FRQ XQ HOHYDWR ÀXVVR GL XWHQWL QHOOH ore di punta (2700 passeggeri/ora, dati di Roma Capitale 2013), ma nessuna delle due effettua servizio extraurbano.

Solo la stazione Saxa Rubra, situata a circa 1500 metri di distanza dall’abitato, effettua servizio extraurbano.

Le ultime corse programmate terminano intorno alle 23 nei giorni feriali e intorno alle 22 nei festivi. Questo può essere un limite nell’utilizzo del sistema integrato metropolitana – treno per chi rientra da Roma la sera tardi.

Inoltre l’orario non è cadenzato, e questo crea dicoltà agli utenti nel ricordarlo e nell’organizzarsi per le corrispondenze con gli autobus.

119

C

Autobus urbani D 'LI¿FROWj QHJOL VSRVWDPHQWL WUD 6D[D Rubra e Labaro; E 'LI¿FROWj QHJOL VSRVWDPHQWL WUD 6D[D Rubra e l’ospedale Sant’Andrea; F 'LI¿FROWj QHJOL VSRVWDPHQWL WUD 6D[D Rubra, Labaro e l’area commerciale Bufalotta.

La linea urbana 039 collega la parte meridionale di Labaro a Settebagni e Castel Giubileo (stazione Fidene) transitando per Saxa Rubra. Questa consente agli abitanti di Saxa Rubra di raggiungere Settebagni, ma non la parte centrale di Labaro, a meno di non cambiare linea attendendo una corrispondenza.

La popolazione di Labaro si lamenta per i tempi molto lunghi che sono necessari per lo spostamento a causa del passaggio obbligato per Saxa Rubra e per il Centro Rai che allunga il tragitto.

La linea 029, che conduce all’ospedale Sant’Andrea, ha come capolinea la stazione di Saxa Rubra. Per gli abitanti di Saxa Rubra si rende necessario cambiare vettura nel viaggio verso l’ospedale, nonostante la distanza tra l’abitato e la stazione sia di circa 1500 metri.

L’area commerciale Bufalotta, tra le più estese di Roma e situata a circa 5 km, è raggiungibile solo cambiando mezzo di trasporto.

La necessità di cambiare veicolo per raggiungere la destinazione porta buona parte della popolazione a preferire il mezzo privato al mezzo pubblico.

È chiaramente necessaria un’opera di riqualicazione e miglioramento del sistema di trasporti, e questa deve avvenire in maniera trasversale. Solo così una parte della popolazione sarà disposta a ridurre o abbandonare l’utilizzo dell’automobile per scegliere mezzi di trasporto più sostenibili.

L’intervento che proponiamo conVLVWH QHOOD PRGL¿FD GHO SHUFRUVR di tre linee di autobus già esistenti (029, 039, 334) e nel cadenzamento degli orari delle suddette linee e della ferrovia Roma - Viterbo.

L’intervento comprende anche la modica dell’accesso all’autostazione di Saxa Rubra e la costruzione di tre nuovi punti di fermata in località Saxa Rubra, pensati per servire l’attuale abitato e l’espansione prevista nel progetto del Laboratorio 3. Le nuove fermate e le zone da esse servite sono mostrate nella planimetria qui sotto, che si riferisce al masterplan GL JUXSSR DJJLRUQDWR DOOD ¿QH GHOOD SULma fase di progettazione.

linea 029 stato di fatto

proposta di progetto

attuale quantità mezzi 4 linea circolare no lunghezza [km] 7,8 tempo [minuti] 19 corse al giorno 100 ora inizio corse 5:40 ora termine corse 23:00 km al giorno 780

progetto 3 sì 16,9 49 55 5:40 0:00 946

120

linea 039

linea 334

stato di fatto

stato di fatto

proposta di progetto

proposta di progetto

attuale quantitĂ mezzi 4 linea circolare no lunghezza [km] 14,0 tempo [minuti] 46 corse al giorno 90 ora inizio corse 5:30 ora termine corse 00:00 km al giorno 1260

121

progetto 4 no 16,0 50 90 5:10 0:10 1440

attuale quantitĂ mezzi 2 linea circolare no lunghezza [km] 15,5 tempo [minuti] 45 corse al giorno 68 ora inizio corse 5:30 ora termine corse 22:00 km al giorno 1054

progetto 3 no 17,0 50 72 5:38 23:38 1124

ferrovia Roma-Viterbo attuale metropolitano + suburbano

quantità mezzi corse al giorno ora inizio corse ora termine corse

5+3 86 + 15 5:25 22:40

PRGL¿FKH DOOH LQIUDVWUXWWXUH progetto 3+3 86 + 15 5:30 0:00

Ho ritenuto che un orario cadenzato potesse essere più pratico nell’utilizzo quotidiano da parte dei pendolari, i quali possono più facilmente ricordare partenze e arrivi e calcolare le corrispondenze con gli orari degli autobus, anch’essi cadenzati.

Ho mantenuto inalterato il numero totale delle corse per ogni direzione, disponendo quattro corse urbane ogni ora con partenze ad intervalli di 15 minuti, più due ulteriori corse di rinforzo nelle ore di punta ad intervallo di 30 minuti una dall’altra. L’orario del servizio è stato esteso nelle fasce serali con l’ultima partenza dai capolinea alle ore 00:00, per rendere più competitivo il sistema di trasporti rispetto all’uso dell’automobile.

Anche per il servizio suburbano ho mantenuto inalterato il numero di corse, avendo però cura di rendere l’orario cadenzato. Ho scelto di programmare una partenza suburbana dal capolinea di Roma ogni ora al minuto 25 dalle 6 alle 22, escludendo la corsa delle 10:25 per poterne aggiungere una di sera.

Per il funzionamento della linea sono necessari tre treni urbani e tre treni suburbani. Con gli attuali orari i treni urbani che circolano sono almeno 5: il nuovo piano può permettere una riduzione dei costi pur mantenendo inalterato il numero di corse alla giornata ed aumentando le fasce orarie di attività.

Con il nuovo piano di orari è auspicabile che più persone scelgano di utilizzare il sistema integrato di trasporto pubblico.

Per attura il nuovo piano di trasporti VRQR QHFHVVDULH SRFKH PRGL¿FKH DOOH infrastrutture esistenti. Per la fermata di via E. Tortora, sul piazzale della biblioteca, è prevista una piazzola di sosta esterna alla corsia stradale.

Viene aperto un nuovo accesso alla stazione degli autobus da Via Emery per abbreviare il tragitto da percorrere. Via Emery diventa una strada a due sensi di circolazione, perdendo alcuni stalli di sosta. Lo schizzo di progetto è rappresentato nell’immagine di destra.

122

esempio di tabelle orarie Per l’esame di Trasporti ho preparato le tabelle orarie dettagliate di tutte le linee ferroviarie ed automobilistiche nell’arco della giornata. Qui propongo un riepilogo in cui sono riportati gli orari dei mezzi nella fascia di punta 7:00 - 9:00.

La linea ferroviaria prevede un orario cadenzato con partenze da Piazzale Flaminio ai minuti 00, 15, 30, 45. Nelle ore di punta si aggiungono partenze ai minuti 10 e 40, oltre ai mezzi suburbani con partenza al minuti 25. Nelle tabelle qui sotto sono evidenziate le fermate Saxa Rubra e Centro Rai in quanto utilizzate per l’interscambio.

PIAZZALE FLAMIN SAXA RUBRA CENTRO RAI LABARO PRIMA PORTA MONTEBELLO

8 7:00 7:12 7:13 7:14 7:16 7:21

9 7:10 7:22 7:23 7:24 7:26 7:31

10 extr 7:15 7:25 7:27 7:35 7:28 7:36 7:29 | 7:31 7:38 7:36 7:42

11 7:30 7:42 7:43 7:44 7:46 7:51

12 7:40 7:52 7:53 7:54 7:56 8:01

13 7:45 7:57 7:58 7:59 8:01 8:06

14 8:00 8:12 8:13 8:14 8:16 8:21

15 8:10 8:22 8:23 8:24 8:26 8:31

16 extr 8:15 8:25 8:27 8:35 8:28 8:36 8:29 | 8:31 8:38 8:36 8:42

17 8:30 8:42 8:43 8:44 8:46 8:51

18 8:45 8:57 8:58 8:59 9:01 9:06

MONTEBELLO PRIMA PORTA LABARO CENTRO RAI SAXA RUBRA PIAZZALE FLAMIN

7:00 7:05 7:07 7:08 7:09 7:21

7:05 7:09 | 7:11 7:12 7:22

7:10 7:15 7:17 7:18 7:19 7:31

7:30 7:35 7:37 7:38 7:39 7:51

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4XL VRWWR VRQR ULSRUWDWL JOL RUDUL GHOOH WUH OLQHH VX FXL KR DSSRUWDWR PRGL¿FKH ULDVVXQWL in un’unica tabella per mostrare le possibili corrispondenze tra treni ed autobus nell’area di progetto considerata.

Tutti gli orari delle linee automobilistiche hanno l’orario cadenzato. La linea 029, ora resa linea circolare, presenta una corsa ogni 20 minuti. La linea 334 ha un passaggio per senso di marcia ogni 30 minuti; questo vale anche per la linea 039, che aggiunge ulteriore corsa di rinforzo ogni ora negli orari di punta. Il sistema formato dalle tre linee offre per l’area di Saxa Rubra un collegamento verso le fermate ferroviarie con attesa massima di 13 minuti, e di 15 minuti in senso inverso.

STAZ. CENTRO RAI VIA M. VALENTINI VIA E. TORTORA VIA DEL PONTE

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VIA DEL PONTE VIA E. TORTORA VIA M. VALENTINI STAZ. CENTRO RAI

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STAZ. CENTRO RAI VIA M. VALENTINI VIA E. TORTORA VIA DEL PONTE

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VIA DEL PONTE VIA E. TORTORA VIA M. VALENTINI STAZ. CENTRO RAI

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nuova energia per Serravalle corso: progettazione urbanistica prof. Stefano Munarin a.a. 2014-2015 progetto di Francesco Tenani, Annamaria Caronna

Serravalle è una frazione di Vittorio Veneto, situata sulle Prealpi venete.

Si tratta di una pittoresca FLWWDGLQD VWRULFD FRQ HGLÂżci di grande pregio, musei e territori urbani poco abitati.

Nel girare per le sue strade ci si sende conto di come le grandi potenzialitĂ siano poco sfruttate, sia dal punto di vista turistico sia per il decoro che non dovrebbe mancare in una localitĂ residenziale di pregio.

Revine

Questo fotopiano evidenzia la posizione di Serravalle rispetto alle localitĂ abitate circostanti.

6L QRWL OD SUHVHQ]D GL HGLÂżFL GLVPHVVL LQ tutto il territorio considerato. In particoODUH L FRPSOHVVL GL HGLÂżFL FKH VRQR VWDWL segnalati con le lettere A e B spiccano per le notevoli dimensioni e verranno impiegati per la proposta di progetto illustrata nelle prossime pagine.

Con Alti

EDIFICI DISMESSI PERCORSI CICLOPEDONALI FERROVIA VENEZIA - CALALZO

A

Serravalle B

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Il fotopiano riportato a destra mostra il percorso della Strada Statale 51, per la quale è in atto la costruzione di una variante. La strada smetterà di passare per il centro di Serravalle (tagliandone la piazza), e passerà oltre il varco attraverso una galleria realizzata piÚ a est.

Questo lascia numerose possibilità di riTXDOL¿FD]LRQH GHOOD FLWWDGLQD LQ YLVWD GHOla riduzione della quantità di macchine che vi transiteranno, ma porta anche a domandarsi quale potrà essere il nuovo motore economico quando non ci sarà SL XQ ÀXVVR GL WUDI¿FR FRVWDQWH Abbiamo quindi pensato di sfruttare lo VSRVWDPHQWR GHO ÀXVVR GL WUDI¿FR FRPH una possibilità per ripensare il centro storico.Stupisce l’assenza di spazi per il welfare per i cittadini, di luoghi capaci di catturare l’attenzione dei turisti per una giornata intera, di luoghi in cui la vita lavorativa dei residenti possa svolgersi.

Il centro storico di Serravalle è densaPHQWH HGL¿FDWR H EHQ FRQVHUYDWR PD spostandosi verso l’esterno lungo l’attuale SS 51 ci si trova presto in un ambiente le cui grandi potenzialità appaiono trascurate. ,O SURJHWWR SDUWH GDOOœLGHD GL ULTXDOL¿FDUH le immediate circostanze del centro storico, utilizzando le aree industriali in disuso per ricavare un percorso pedonale LPPHUVR QHO YHUGH XQ FHQWUR ¿HUH FKH funga anche da mercato pubblico al coperto, un auditorium, un istituto tecnico, un ristorante, un museo, dei giardini pubblici ed una piazza.

Il percorso della linea ferroviaria suggerisce la possibilità di istituire una nuova fermata capace di servire gli abitati di Serravalle e di Revine. Questo è particolarmente interessante dal momento che questa linea ha assunto le caratteristiche e la tabella oraria tipiche di una linea ferroviaria metropolitana.

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NUOVO TRACCIATO SS 51 FERROVIA VENEZIA - CALALZO CENTRO DI SERRAVALLE

stazione di Serravalle

fermata di Ceneda

&HQWUR ÂżHUH DXGLWRULXP e mercato coperto Istituto scolastico

Fermata ferroviaria

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Ristorante e museo della diga

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O¶H[ FHPHQWL¿FLR ,WDOFHPHQWL diventa un ristorante con museo della diga

l’arrivo $FFDQWR DO YHFFKLR FHPHQWL¿FLR vengono realizzate una fermata per gli autobus ed una zona per il parcheggio delle automobili. /¶HGL¿FLR q DWWUDYHUVDWR GD XQ percorso ciclopedonale che conduce verso il centro storico di Serravalle e verso il nuovo cenWUR ¿HUH 'D TXHVWR SHUFRUVR q possibile scendere verso il nuovo ristorante ed il museo attraverso una rampa.

il ristorante ,O JUDQGH SRUWLFR GHOO¶HGL¿FLR indistriale, situato al livello della strada, ospita gli spazi esterni di un ristorante. Da qui è possibile godere della vista sulla valle sottostante. I pasti degli ospiti sono accompagnati dal suono di un organo idraulico, che sfrutta i mutamenti casuali della correnWH GHO ¿XPH SHU SURGXUUH VXRQL armonici.

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il percorso Il percorso ciclopedonale proveniente dal centro di Serravalle DWWUDYHUVD O¶HGL¿FLR H SURVHJXH YHUVR LO QXRYR FHQWUR ¿HUH Si trova ad un’altezza intermedia tra il piano su cui è collocato il ristorante e il livello di scorriPHQWR GHOO¶DFTXD GHO ¿XPH

l’antica diga Il sistema per la produzione di corrente elettrica viene mantenuto attivo, e una sezione del YHFFKLR HGL¿FLR LQGXVWULDOH YLHQH destinata a museo della diga, per rendere visibili al pubblico i macchinari che nei decenni passati ne hanno permesso il funzionamento. /XQJR LO SHUFRUVR LQWHUQR DOO¶HGL¿cio una serie di scale permette di raggiungere l’argine della vasca d’acqua così da consentirne la vista e permettere di comprendere funzionamento.

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O¶H[ ODQL¿FLR 3ROLFDUSR diventa un parco urbano FRQ FHQWUR ¿HUH PHUFDWR auditorium, scuola statale, laboratori di ricerca

la piazza ,O YHFFKLR HGL¿FLR LQGXVWULDOH viene tagliato in corrispondenza GHO SDVVDJJLR GHO ¿XPH 0HVFKLR che prima scavalcava.

Si forma così una piazza di forma rettangolare che, affacciata sull’abitato di Serravalle, conGXFH YHUVR LO QXRYR FHQWUR ¿HUH e il parco urbano che si sviluppa accanto ad esso.

La piazza può essere utilizzata per eventi all’aperto

LO FHQWUR ¿HUH Ospitato all’interno di una sezioQH GHOO¶HGL¿FLR LQGXVWULDOH HVLVWHQWH LO FHQWUR ¿HUH FRQWLHQH DQFKH XQD JUDQGH VDOD FLQHPDWRJUD¿FD e può essere utilizzato come mercato cittadino al coperto.

Si affaccia con pareti vetrate sul parco urbano che lo separa GDOO¶HGL¿FLR VFRODVWLFR

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il parco urbano $OFXQH VH]LRQL GHJOL HGL¿FL LQGXstriali dismessi vengono demolite, e di altre rimane solo la struttura portante.

Attraverso questi elementi il bosco può scendere dal versante della montagna per riappropriarsi progressivamente del territorio QRQ SL HGL¿FDWR

i servizi 8QD SDUWH GHOO¶HGL¿FLR LQGXVWULDOH smembrato si trasforma in una zona per picnic, dotata di un ambiente coperto che può essere utilizzata come luogo di incontro o come cucina durante gli eventi particolari.

Tra la piazza centrale e l’istituto scolastico viene realizzata la rampa di discesa verso il parcheggio interrato; questo si sviluppa sotto DOOD VXSHU¿FLH GHOOD SLD]]D

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un terrenno abbandonato diventa una fermata ferroviaria con stanze polifunzionali e giardini pubblici

overground La nuova fermata ferroviaria si trova sopra al livello del terreno, ed utilizza il binario esistente a FXL YLHQH DI¿DQFDWD XQD QXRYD costruzione. La posizione proposta si trova in corrispontenza di un sottopassaggio automobilistico già esistente tra i centri abitati di Serravalle e Revine.

i servizi Trattandosi di una fermata in piena linea non c’è l’esigenza di aggiungere un secondo binario di fermata. Si accede al marciapiede tramite una rampa di scale ed un ascensore. L’area di attesa è ombreggiata e protetta dagli eventi atmosferici mediante i pannelli solari posti come copertura. Questi sono esposti a ovest per intercettare il sole del pomeriggio.

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percorso di arrivo Accanto alla nuova costruzione sono presenti i parcheggi per le automobili, e sotto al marciapiede del binario sono vengono ricavati degli spazi polifunzionali: un deposito per le biciclette e alcune stanze utilizzabili singolarmente per esigenze dei cittadini.

L’area naturale che circonda il fabbricato, che comprende un laghetto e un torrente, viene restituita ad uno stato di decoro e resa percorribile per mezzo di un sentiero pedonale.

interscambio In entrambe le direzioni di marcia sono presenti le pensiline per la fermata degli autobus. Queste dispongono di uno spazio di fermata separato dalla corsia stradale, in modo da consentire un agevole interscambio tra il mezzo su rotaia ed il mezzo su gomma.

Tutti gli interventi proposti dispongono della fermata per gli autobus, con l’intenzione di rendere piÚ appetibile la scelta del mezzo di trasporto pubblico da parte dei cittadini.

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sequenze di spazi sequenze di immagini

Durante il triennio di Architettura ho avuto l’occasione di realizzare numerose opere audiovisive:

cortometraggi, brevi sketch comici, la prima parte di una web serie.

In alcuni casi mi sono occupato della regia, in altri solo della sceneggiatura, spesso del montaggio e quasi sempre ho recitato.

Si è trattato di esperienze che mi hanno fatto pensare ai collegamenti che ci sono tra i modi in cui la creatività si esprime nel realizzare video H QHO SUHSDUDUH SURJHWWL SHU HGL¿FL

Preparare il piano di regia per un ÂżOPDWR H UHDOL]]DUH XQ SURJHWWR architettonico sono attivitĂ apparentemente molto diverse.

In entrambi i casi, tuttavia, è neFHVVDULR VDSHU SUH¿JXUDUH XQ concetto visivo che ancora non esiste, e cercare di trasformarlo in realtà nel miglior modo possibile per poterlo condividere con il pubblico.

Nel caso di un progetto audiovisivo l’eODERUDWR ¿QDOH FRQVLVWH LQ XQD SUHFLVD sequenza di immagini e suoni, che lo spettatore riceve esattamente nella forma stabilita da noi.

Il modo in cui si può fruire di un progetto architettonico è diverso, perchÊ di solito il pubblico è libero di muoversi al suo interno e nelle sue vicinanze, sperimentando molteplici punti di vista e prospettive.

1HO PRPHQWR LQ FXL UHDOL]]LDPR XQ ¿OP la nostra attenzione è concentrata nel raccontare una storia o un luogo; un HGL¿FLR QRQ VHPSUH KD XQD VWRULD GD UDFcontare. Ce l’ha se si trova in un contesto con un passato preciso; in ogni caso la sua relazione con il contesto fa di ogni costruzione un oggetto che si racconta a partire dal suo aspetto esteriore.

Ci sono dei casi in cui la progettazione di un luogo si avvicina particolarmente DOOD SURJHWWD]LQRH GL XQ ¿OPDWR VL WUDWta dei percorsi tematici che si possono trovare nei parchi divertimenti, in cui il movimento che l’osservatore compie è prestabilito, e l’esperienza che vive si ripete piÚ o meno uguale ogni volta.

In questo capitolo vorrei proporre una ULÀHVVLRQH VX TXHVWL WHPL PHWWHQGR LQ confronto il montaggio di un mio sketch realizzato per un concorso con il percorso che il visitatore compie all’interno di un complesso da me progettato.

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Missione: salvataggio felino ,O ¿OPDWR FKH DQDOL]]HUz QHOOH SURVVLme settimane è quello con cui ho vinto LO FRQFRUVR ³2EOLYLRQ ([WUHPH´ WHQXWR dalla Merlin Entertainments nel 2015.

Il concorso richiedeva la produzione di XQ ¿OPDWR GHOOD GXUDWD PDVVLPD GL WUH minuti in cui fosse mostrata un’impresa eroica. Il regolamento prevedeva che potesse apparire solo una persona, e venivano dati dei suggerimenti: poteva trattarsi per esempio di un lancio con il paracadute, o di una corsa fuori strada. /œREEOLJR GL FRPSDULUH GD VROR QHO ¿OPDto e la mia scarsa dimestichezza con gli sport estremi mi hanno portato a pensare ad una trama in cui l’impresa temeraria fosse un contorno e non il succo, e fosse resa in maniera tale che lo spettatore potesse trovarla leggera, quasi umoristica.

La storia raccontata è molto semplice: M (un personaggio che ho interpretato in altri video realizzati da me) si accorge che ad una certa distanza da lui c’è un gatto in pericolo, e compie una serie di acrobazie per trarlo in salvo.

Una parte delle riprese ha richiesto elaborazioni digitali. Ho utilizzato il green screen per simulare il mio salto dal terrazzo e per posizionare il gatto al centro della strada, in maniera tale da non sottoporlo a pericoli reali. Per realizzare la soggettiva attraverso il binocolo ho utilizzato una ripresa con cavalletto del passaggio delle macchine ed una ripresa separata del gatto, che ho poi unito e arricchito di tremolio per simulare il movimento del binocolo.

La scelta del bianco e nero è dovuta alle GLI¿FROWj GL LOOXPLQD]LRQH SHU OH FRQGLzioni meteorologiche, e credo si sia rivelata azzeccata perchÊ ha dato una parvenza di serietà e severità al video che nasceva molto leggero, accentuandone paradossalmente il lato umoristico.

155

I

Mezzo busto.

Vediamo una persona (M), e un albero sullo sfondo.

Sembra che M stia guardando qualcosa in lontananza.

[continua] M estrae un binocolo. Sta osservando qualcosa.

II

III

Soggettiva.

Vediamo attraverso il binocolo, ma niente di quello che vediamo ci sembra interessante.

Piano americano.

Ci accorgiamo di essere in una posizione rialzata.

M continua a scrutare attraverso il binocolo, e noi cominciamo a chiederci cosa stia cercando.

IV

V

Mezzo busto.

M sobbalza. Sembra spaventato per qualcosa che ha visto.

Soggettiva.

Un gatto è seduto sulla strada, e due macchine passano molto vicine a lui. Ora sappiamo il motivo per cui M si è spaventato.

156

Mezzo busto.

In un vibrante momento di attesa M rimane fermo: sta metabolizzando ciò che ha appena visto.

Piano americano.

M, colto dall’urgenza, si avvicina alla mensola per appoggiare il binocolo. Con uno svolazzo del mantello torna verso la ringhiera.

VI

VII

[continua] M rimane un secondo fermo accanto alla ringhiera. Sta cercando di convincersi a saltare.

VIII

Primo piano.

M ha preso la decisione.

[continua] Vediamo M saltare e scomparire dall’inquadratura.

Figura intera.

M attraversa l’inquadratura in volo, dall’alto verso il basso.

Vediamo il suo mantello muoversi per lo spostamento d’aria.

157

IX

X

XI

Piano medio.

M cade dall’alto e attraversa l’intera inquadratura, continuando la sua caduta.

Dettaglio.

Vediamo le gambe di M entrare nell’inquadratura dall’alto ed atterrare su un mucchio di bastoni appoggiati al terreno.

[continua] M si accascia per un attimo al suolo e subito si rialza, uscendo dall’inquadratura.

XII

Dettaglio.

Il mantello di M rimane appoggiato al suolo mentre lui si allontana di corsa.

[continua] Vediamo sullo sfondo M mentre si dirige verso un punto in lontananza.

XIII

Figura intera.

M continua a correre allontanandosi dalla MDP. Si avvicina ad un gruppo di alberi.

158

Piano americano.

M passa sotto ad alcuni rami bassi degli alberi che trova lungo la sua strada. Esce dall’inquadratura.

Figura intera.

M corre verso una siepe e scompare attraverso una fessura.

XIV

XVI

XVII

Piano americano.

M compare da sinistra e corre verso la MDP. Prima che la raggiunga avviene lo stacco.

Figura intera.

M compare da sinistra e continua la corsa allontanandosi dalla MDP. Nel momento in cui sta saltando un ostacolo avviene lo stacco.

XVIII

XIX

Figura intera.

M termina il salto e continua a correre verso la MDP.

Figura intera.

Rivediamo il gatto mentre sta comicamente fermo al passaggio delle automobili che rischiano di investirlo. Comprendiamo l’urgenza dell’intervento di M.

159

XX

XXI

Figura intera.

M esce all’improvviso dall’ombra di una pianta e, saltando alcuni ostacoli, si dirige verso un’amaca.

[continua] Potrebbe tranquillamente girarci attorno, ma decide di passarci sopra. Ci si distende e, dopo aver dondolato una volta, scende dall’altro lato e corre via.

XX

XXI

XXII

Dettaglio.

L’amaca sventola dopo l’improvviso movimento.

Figura intera.

M si allontana dalla MDP correndo YHUVR LO FRQ¿QH GHOOD SURSULHWj Stacco un momento prima del salto della recinzione.

Figura intera.

M scavalca la recinzione.

[continua] Vediamo M saltare verso la strada.

160

XXIII

Figura intera.

M termina il salto della recinzione e si rialza.

[continua] M si dirige verso il gatto, situato dietro la MDP.

XXIV

Totale.

M si avvicina al gatto, il quale è rimasto per tutto il tempo impassibile al centro della carreggiata.

XXV

Piano americano.

M raccoglie da terra il gatto, che si aggancia alla sua giacca.

[continua] Mentre il gatto protesta per essere stato spostato dal luogo in cui stava riposando, M esce di scena.

161

In queste pagine vorrei mostrare come il percorso di avvicinamenWR H GL LQJUHVVR DG XQ HGL¿FLR possa essere simile ad un piano VHTXHQ]D FLQHPDWRJUD¿FR Il progetto che analizzerò nelle prossime pagine è quello che ho realizzato per il Laboratorio Integrato 3, ed è localizzato nel Quartiere RAI di Saxa Rubra a Roma.

6L WUDWWD GHOOD ULTXDOL¿FD]LRQH GL XQ¶DQtica fornace dismessa e dell’area circostante per realizzare un centro culturale che comprende un cinema multisala, una biblioteca ed un asilo.

Spicca subito all’occhio l’imponenza della ciminiera, che svetta sopra al centro abitato esistente e alle zone che lo circondano.

La ciminiera funge da asse visivo per l’esistente via Lo Bianco, e come vedremo costituisce un punto centrale per il progetto che ho sviluppato.

1HO SHQVDUH DOOD PRGL¿FD H DOOD ULFRVWUX]LRQH GHJOL HGL¿FL PL VRQR FRQIURQWDWR con la loro monumentalità e con il senso di pittoresco che trasmettono nel momento in cui li si osserva.

Il percorso di avvicinamento alla biblioteca avviene tramite un passaggio forzato attraverso le rovine, e ho avuto modo di sperimentare varie possibilità nel modo in cui queste possono essere viste e vissute.

Ho cercato di mantenere nel mio progetto l’aspetto molto spettacolare che il luogo mi ha trasmesso visitandolo, e ho voluto trarne vantaggio vantaggio nel momento in cui vi ho collocato i nuovi corpi che ospitano il cinema multisala e la biblioteca.

Nel modello 3D del progetto ho avuto modo di sperimentare ciò che lo spettatore vive attraversando questi luoghi monumentali, e ora vorrei esporlo attraverso le immagini che ho catturato.

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Camminando lungo via Lo Bianco scorgiamo in lontananza una ciminiera. Questà è il punto focale della strada che stiamo percorrendo.

Nel momento in cui le case FKH DI¿DQFDQR OD VWUDGD ¿QLVFRQR FL DFFRUJLDPR FKH la ciminiera è solo una parte di un grande complesso di HGL¿FL GL FXL QRQ ULXVFLDPR a cogliere la dimensione.

Siamo quasi arrivati all’incrocio con Via Enzo Tortora.

Appare evidente come la struttura a cui ci stiamo avvicinando sia partocolarmente complessa: è un LQVLHPH GL HGL¿FL DQWLFKL H nuovi.

La ciminiera ci guida verso una piazza che si apre tra GXH HGL¿FL DOWL &RPLQFLDmo a distinguere le parti antiche, che sono per la maggior parte in stato di rovina, da quelle di nuova costruzioneAlcuni resti di muri antichi ci nascondono parzialmente ciò che potremo vedere proseguendo.

163

I

II

III

IV

V

Ci addentriamo nella piazza.

Notiamo come la strada che abbiamo appena percorso, e che ha come asse la ciminiera, abbia generato un WDJOLR LQ XQ DQWLFR HGLÂżFLR GL cui davanti a noi e a sinistra vediamo le rovine.

VI

Una struttura vetrata sporge GDO YROXPH GHOOœHGL¿FLR H FL costringe per la prima volta dall’inizio della nostra passeggiata a cambiare direzione.

VII

Ci addentriamo in mezzo alle rovine che occupano la piazza, e proseguiamo verso una pensilinea perpendicolare alla nostra direzione. Questa ci porta a comprendere che l’ingresVR GHOOœHGL¿FLR FKH VWD DOOD nostra sinistra si trova oltre l’angolo.

VIII

Infatti nel momento in cui ci troviamo sotto alla pensilina svoltiamo, e scopriamo di esserci portati vicino alle porte di ingresso.

Proseguiamo lungo il passaggio segnato dalla pensilina e dai muri paralleli.

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Eccoci di fronte alle porte d’ingresso. Davanti a noi svetta di nuovo la ciminiera, che ci accoglie all’interQR GHOO¶HGL¿FLR /D EDVH GL quest’ultima è racchiusa in una teca di vetro, che su un lato riutilizza una parte di muratura antica.

Il nostro sguardo viene richiamato da una grande apertura sulla sinistra, che si apre su un ambiente sviluppato in più livelli sovrapposti.

Svoltiamo in quella direzione.

Vediamo che ai piani suSHULRUL VRQR FROORFDWL ¿OH GL tavoli e di scaffali: siamo in una biblioteca. Ci sembra di addentrarci lungo una cattedrale mentre percorriamo la navata, e il nostro sguardo si alza verso i livelli superiori che si restringono via via.

Decidiamo di salire al livello supriore della biblioteca.

Da qui abbiamo la possibilità di osservare i suoi grandi spazi: la navata che abbiamo appena percorso ed i livelli superiori che vediamo ai lati.

Sullo sfondo torna la ciminiera, e ci appare chiaro come questa sia il punto focale di tutto il complesso.

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IX

X

XI

XII

Portogruaro, 23 settembre 2015 Francesco Tenani