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Anna Frank

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Noi poveri

Noi poveri

I Google Doodle, in abile affinità linguistica, indipendentemente dalla traduzione letterale, per se stessa deviante (doodle - scarabocchio), sono animazioni visive periodiche dalla pagina iniziale del celeberrimo motore di ricerca (in Rete). A volte, sono dedicate a vicende leggere; altre volte, affrontano momenti profondi. Sabato venticinque giugno il Google Doodle introduttivo al menu è stato declinato In Onore di Anna Frank, la giovane vittima dell’Olocausto che ha lasciato propria traccia in un Diario che si offre e propone tra le letture indispensabili di ciascuno di noi, in relazione a molteplici scale di valori individuali... e non.

Compressa la “copertina”, quattordici interpretazioni grafiche di momenti e passaggi dal Diario stesso. Nessuna aggiunta, ma solo la traduzione dei passi che si sono proposti uno dopo l’altro, ognuno prima del successivo. 1. In Onore di Anna Frank. 2. Questa presentazione include menzioni dell’Olocausto, argomento sensibile per alcune persone. Il testo del Diario di Anna Frank è stato adattato, per motivi di lunghezza. 3. Scrivere un diario è un’esperienza un poco strana per qualcuno come me. 4. Ho l’impressione che né a me né ad altri interesseranno le riflessioni di una scolaretta di tredici anni. 5. Dopo il maggio Millenovecentoquaranta, i momenti felici sono stati ormai più unici che rari. 6. Dovevamo nasconderci... ma dove? In città? In campagna? In una casa? O in una baracca? E quando, dove, come?

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7. Il mio gatto Moortje è stata l’unica creatura vivente, a me vicina, alla quale ho detto addio. 8. Il nascondiglio si trovava nell’ufficio di mio padre. 9. Alle otto, il campanello suonò improvvisamente. Riuscii solo a pensare che qualcuno stava vendendo a prenderci; sapete cosa intendo. 10. Stanno portando via in massa i nostri tanti amici e conoscenti ebrei. 11. Mi sento in colpa a dormire in un letto caldo, mentre da qualche parte, là fuori, i miei più cari amici crollano per sfinimento o perché buttati a terra. 12. Mi sento come un usignolo al quale hanno tagliato le ali e che continua a lanciarsi contro le barre della sua gabbia. 13. Sabato 15 luglio 1944. Nonostante tutto, credo ancora che le persone siano veramente buone, in fondo. 14. Il 4 agosto 1944, le SS fecero irruzione nell’alloggio segreto, e deportarono tutti gli occupanti. Anna è morta nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, all’età di quindici anni.

Ecco, in ripetizione d’obbligo, niente altro da aggiungere. Soltanto, però, una considerazione a merito di Google e di tutti coloro i quali interpretano la propria professione, il proprio dovere, sapendo oltrepassare inutili confini di genere e convenzione. Infatti, è sempre la Vita che conta, la Vita che palpita e vibra giorno dopo giorno, ora dopo ora, senza alcuna soluzione di continuità. La Vita da osservare da ogni punto di vista possibile e plausibile.

Anche dalla Fotografia. ■ ■

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