SPECIALE STENOPEICA La mostra nazionale della fotografia stenopeica alla Rocca Roveresca di Senigallia Pag. 2 La Mostra alla Rocca Roveresca di Stefano Schiavoni
Pag. 4 La pratica stenopeica di Vincenzo Marzocchini
Pag. 6 Gli artisti edizione 2019
Pag. 8 Osservare Stenopeico
workshop stenopeico dei fotografi Senigalliesi nel Cadore
Pag. 10 Attraverso il foro stenopeico
la filosofia SlowPhoto cara al Musinf
Pag. 11 Massimo Marchini redazionale
Il Musinf organizza la settima Mostra nazionale di Fotografia Stenopeica. Fino al 31 maggio 2019, nell'orario di apertura della Rocca Roveresca, sarà possibile ammirare opere di artisti nazionali ed internazionali. Gli organizzatori della mostra e i collaboratori del Musinf, dedicano questo evento a Carlo Emanuele Bugatti fondatore del Museo, che, come suo Direttore, è stato punto di riferimento per quanti gravitano nel mondo della fotografia.
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La mostra alla Rocca Roveresca La settima edizione della rassegna
La settima rassegna sulla fotografia Stenopeica allestita alla Rocca Roveresca di Senigallia in questa stagione espositiva 2019, conferma la grande qualità delle opere
raccolte dall’Archivio dedicato del Museo d’Arte Moderna e
della
Fotografia
(Musinf).
Negli
anni
con
la
collaborazione dell’Osservatorio Italiano di Fotografia Stenopeica , riunitosi periodicamente al Musinf, si sono sviluppati progetti espositivi e workshop che hanno
coinvolto numerosi fotografi italiani e stranieri, maestri nell’uso delle antiche tecniche di stampa. L’attività
scuole della città, hanno segnato coerentemente il progetto.
Recentemente “Il Giro della Fotografia in
ottanta giorni” di Massimo Marchini, mostra ed edizione realizzata nell’ambito della presentazione della Biennale di Senigallia, è stata un’altra conferma dell’alto livello di elaborazione a cui si è giunti. Questo percorso, elaborato dal Musinf, programmato negli anni e condiviso con gli operatori del settore, si inserisce in un quadro di riferimento progettuale più generale, che ha contribuito in modo significativo alla lettura sistematica del fare
fotografico contemporaneo, attuando una riflessione sull’evoluzione delle tecniche ed un’analisi sull’utilizzo oggi del linguaggio fotografico in arte. Il lavoro realizzato in questi anni, vede nella recente legge regionale n.15/2018 un punto di arrivo fondamentale.
dell’Archivio museale coordinato con sapienza da
Massimo Marchini, ha prodotto importanti collaborazioni e sinergie progettuali come gli incontri europei con i fotografi del progetto Frames curati da Alberto ed Ea
Il testo approvato dal Consiglio Regionale recita “… si
Polonia, Danimarca. Numerosissimi e costanti negli anni
storico e linguaggio artistico contemporaneo, strumento
Polonara, appuntamenti con le realtà di Grecia, Bulgaria, gli
appuntamenti
laboratoriali
nei
diversi
spazi
riconosce e promuove la fotografia come patrimonio di memoria e di comprensione del reale e forma
storicamente caratterizzati della città; letture, riprese e
espressiva particolarmente rappresentativa dell’impegno
cittadini e degli ospiti della città nell’osservazione
quest’ottica,…riconosce quale città della fotografia il
stampa delle immagini del territorio, coinvolgimento dei stenopeica, stage sulla costruzione della macchina stenopeica e soprattutto le iniziative didattiche nelle
e della produzione artistica e culturale delle Marche. In Comune di Senigallia per il rilievo assunto dalla fotografia
come espressione artistica nella storia culturale della
I bollettini di @rtLine SPECIALE STENOPICA Pagina 3 ricerca contemporanea, è ora un compito ineludibile. Il progetto Musinf mette al centro della sua attività la
rilevazione, lo studio e la documentazione dei linguaggi dell’arte, evidenziandone gli aspetti comunicativi e gli elementi
informativi
che
hanno
interagito
ed
interagiscono, più o meno riconosciuti o condivisi
culturalmente, con le società del passato e dell’oggi. In quasi quaranta anni con la sua attività, il Museo ha ripercorso la storia dei segni e dei codici visivi dell’immagine riprodotta, fino alla fotografia ed al
multimediale. Oggi dare attuazione al progetto, significa città e in quanto soggetto titolare del Museo d’Arte
Moderna dell’Informazione e della Fotografia.” Quindi proseguire
nel
segno
delle
esperienze
realizzate,
sviluppandone ulteriormente le progettualità, diviene indispensabile. Il fondatore del Museo Prof. Carlo
Emanuele Bugatti nei suoi 38 anni di direzione, ha costruito una consolidata identità operativa riconosciuta a livello italiano ed internazionale, anche attraverso la progettazione di innumerevoli iniziative espositive inedite, riproposte nei Musei e Centri Culturali di tutto il mondo. Una accurata e indispensabile attività di Archivio ed una
qualificata produzione editoriale, consentono oggi oltre lo studio e la consultazione, anche una riproposta di
iniziative espositive oramai storicizzate che restano esemplari per il prosieguo dell’attività progettuale. Sviluppare l’uso delle antiche tecniche di stampa, come fornire elementi informativi di riflessione sull’utilizzo del digitale e quindi documentare l’attuale situazione della
continuare a lavorare come un osservatorio permanente sulle nuove frontiere dell’arte, con il rigore di sempre e la necessaria riconosciuta scientificità, proseguire così con
metodo ed organizzazione è l’importante eredità lasciata dal suo fondatore. Ed ora al lavoro. Prof. Stefano Schiavoni Responsabile Biblioteca Musinf
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La pratica stenopeica
Di Vincenzo Marzocchini Storico della Fotografia Leonardo da Vinci nel Cinquecento e Giovanni Muffone nell’Ottocento tratteggiano in poche righe tutta la tecnica necessaria per catturare immagini condensata in un foro e in un locale buio, e suggeriscono ai fotografi della
modernità i vari modelli possibili fino a quelli con fori multipli. DIco che, se una faccia d'uno edifizio o altra piazza o
campagna che sia illuminata dal sole, arà al suo opposto un'abitazione, e in quella faccia che non vede il sole sia fatto
uno spiraculo rotondo, che tutte le alluminate cose manderanno la loro similitudine per detto spiraculo e appariranno dentro all'abitazione nella contraria faccia, la quale vol essere bianca, e saranno lì appunto e sottosopra, e
se per molti lochi di detta faccia facessi simili busi, simile effetto sarebbe per ciascuno
Leonardo da Vinci
Per una teoria o filosofia stenopeica La fotografia stenoscopica o stenopeica ci offre il
massimo del fotografico perché ci permette di ottenere una resa simile a quella dell’occhio umano fino a restituzione del reale più impressioniste e dinamiche con
la riduzione al minimo del potere tecnologico a favore di un ritorno alle origini della fotografia intesa come scrittura autoprodotta. Ci collega direttamente alle intenzioni dei padri inventori
della fotografia: nel 1826-27 Joseph-Nicéphore Niepce usa il termine eliografie per indicare le scritture del sole; Louis-Jacques-Mandé Daguerre, nel Prospetto del 1838 scrive: Il dagherrotipo non è uno strumento per disegnare la natura, ma un procedimento fisico e chimico che le dà la
possibilità di riprodursi da sé; William Henry Fox Talbot in The
Pencil
of
Nature,
nel
1844-46,
marcando
l’espressione sun pictures sottolinea il principio che è la natura che si traccia essa stessa, che si autoriproduce,
quindi scrittura della luce più che con la luce; Papa Leone XIII dedica una poesia, Ars Photografica, scritta nel 1862 e rinvenuta nel 1896, il cui incipit suona questa nitida immagine/Pinta dal sole; Oliver Wendell Holmes tra il
1859 e 1863, su Il mondo fatto immagine, parla delle creazioni del raggio di sole; nello stesso periodo, utilizzando il metodo calotipico, lo scozzese David Octavius Hill apponeva sotto le sue foto la scritta Sol fecit.
Leonardo da Vinci—OCULUS ARTIFICIALIS Descrizione del funzionamento di una camera oscura a similitudine del funzionamento dell’occhio umano
Dico che la luce dev'essere per noi il punto di partenza.
Facciamo un esperimento semplicissimo. Poniamoci in una camera di cui le porte siano chiuse, ed alle finestre siano pur
chiusi gli scuretti. - Pratichiamo nel mezzo di uno di questi un forellino e poniamo dinanzi ad esso, a distanza di quindici o venti centimetri, uno schermo di carta bianca. - E su questa vediamo, o meraviglia! riprodotto capovolto tutto il passaggio che si stende dinanzi alle finestre, o la via piena di gente, o la campagna distesa, però alquanto confusamente."
Giovanni Muffone
I bollettini di @rtLine SPECIALE STENOPICA Pagina 5 Uno sguardo sulla storia L’espressione italiana fotografia a foro stenopeico è impropria mentre è corretto dire fotografia stenopeica;
stenopeico, infatti, deriva dal greco stenos-stretto e opéforo; non possiamo ripetere, allora, due volte foro:
fotografia a <foro foro stretto>. Ando Gilardi, nella sua Storia sociale della fotografia, ipotizza che il vocabolo potrebbe trarre origine da Charles Mahon, conte di Stanhope, inventore, alla fine del Settecento, dello stanhope, microscopio costituito da una piccolissima lente
di vetro. Altre origini quelle scaturite tra il 1856 partendo dal manuale dell’inglese David Brewster, The Stereoscope Needhole, e il 1887 con la costruzione di una camera stenopeica a sei aperture dei francesi Dehors e Deslander.
In successione vennero usati nei vari scritti dell’epoca i termini:
trou
photographie needlehole.
d’aiguille, stenopaic,
pinhole,
trou
d’épingle,
rectographic,
lensless,
Ancora: la tavoletta di legno munita di foro millimetrico (o
così sottile che non si può distinguere dove l’una finisce e l’altra comincia. In questa mescolanza di deciso e indeciso, di perdersi e ritrovarsi, sta tutto il fascino, tutto il mistero della natura. Questa estetica, accentuata in alcune sue peculiarità come i profili indefiniti, l’evanescenza dei soggetti, il disfacimento
della materia, i contrasti di luce, l’atmosfera sospesa, non è altro che la stessa tendenza estetica che riscontriamo in gran
parte
della
fotografia
contemporanea
non
più fori di vario diametro per le diverse distanze focali), nei
stenopeica.
manuali dell’Ottocento di Luigi Sassi e Giovanni Muffone,
Per un ampio recupero della pratica stenopeica bisognerà
per es., veniva definita stenoscopio.
Addirittura venne definita fotografia economica nel Manualetto pratico di fotografia del dr. Luigi Gioppi nel 1897. La pratica stenoscopica viene valorizzata durante il periodo del pittorialismo, tra il 1890 e il 1920. Nel 1889 George Davison (o Davidson) realizza l’opera stenopeica
attendere gli anni 1960-1970: con le neoavanguardie registriamo l’utilizzo del mezzo (il foro) e dell’installazione del suo contenitore (camera obscura) con finalità differenziate, con intenti diversi da parte degli artisti a seconda dell’area di appartenenza. Due esempi su tanti: Franco Vaccari e Paolo Gioli. Gioli opta per la produzione di immagini alternative a quelle
Campo di cipolle (Onion Field) con la quale l’anno
ottenute con la tradizionale tecnologia; sperimenta
della visione estetica del mondo ottenuta mediante lo
diversificati per la produzione delle immagini; opera in
successivo vince un premio. Egli fu un fervido assertore
stenopé al posto dell’obiettivo (natural camera). Egli opera
camere nuove per la cattura della luce e supporti modo creativo con chiari intenti artistici, estetici, come egli
nel periodo pittorialista durante il quale la pinhole
stesso dichiara, supportato nel suo percorso dall’ideologia
photography era suggerita nella ritrattistica e nella
della provocazione.
riproduzione di quadri, sculture, monumenti perché le
Vaccari persegue finalità concettuali (che possono produrre
immagini realizzate con questa tecnica si avvicinano di più alla tipica visione dell’occhio umano: all’assenza di dettagli troppo incisi che invece erano la caratteristica di certi
obiettivi che, appunto, rendevano l’immagine meno vera. Sosteneva Peter Henry Emerson, il padre del pittorialismo fotografico, che In natura nulla ha contorni netti, ma ogni
cosa è vista contro qualcosa d’altro, e i suoi contorni sfumano delicatamente in questo qualcosa d’altro, talvolta in modo
dell’arte, ma questo non costituisce il fattore primario): le
sue sottili operazioni-installazioni prevedono da una parte il coinvolgimento del pubblico e dall’altra l’occultamento dell’autore; modenese.
motivazioni
Vincenzo Marzocchini
fondamentali
per
l’artista
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Gli artisti
Notizie ed eventi su Marcello Marsan
Numerosi gli artisti presenti alla mostra stenopeica 2019, alcuni anche stranieri, tra cui Marcello Marsan, fotografo brasiliano di San Paolo, sua è la foto scelta per rappresentare questo evento e usata per la locandina.
http://issuu.com/fabriciomedinavillao/docs/ pinhole_around_the_world
http://issuu.com/vagnermuniz/docs/terrario http://bibliotecacircula.prefeitura.sp.gov.br/ PesquisaRarosePeriodicos/titulo.jsf? codigo=402885&fonte=BMA Mostre individuali 2013 Projeto Encontros Stazione Metropolitana di São Paulo Artur Alvim
Mostre collettive 2019 Museo di Arte Moderna di Senigallia Settima Mostra Pinhole Nazionale (Italia)
Contenuti del 2015 Paesaggio Contenitore di São Paulo 2013 Pinhole Patagonia prima mostra internazionale Argentina Marcello è nato a São Paulo – SP - Brasil nel 1967, vive e lavora
a
São
Paulo.
Laureato
in
fotografia
all'Universidade Paulista (Unip). Ha iniziato a studiare
fotografia presso il Laboratorio culturale Oswald de Andrade con Wladimir Fontes, tra gli altri è stato assistente di alcuni fotografi. Nel 2009 inizia a interessarsi alla tecnica del foro stenopeico e partecipa a un seminario presso Sesc Pinheiros con gli artisti Daniel Marques e Nana Santos
Elenco degli artisti partecipanti alla Settima Mostra stenopeica
Paolo Barbaresi, Delia Biele, Vincenzo Caniparoli,
Francesco Coccia, Fabio Corinaldesi, Giorgio Cutini, Carlo Desideri, Claudio Ferri, gruppo Only Polaroid, Patrizia Lo Conte, Marco Mandrici, Giulia Marchi, Massimo Marchini, Ugo
Marinelli,
Sergio
Maritato,
Marcelo
Marsan,
Vincenzo Marzocchini, Marco Palmioli, Danilo Pedruzzi,
che lo invitano con successo a progetti che utilizzano una
Eleonora Pellegri, Alberto Polonara, Lothar Ponhold,
Ministero; fotografia pinhole al Centro Culturalis e
Alessandro Silvestrini, Paolo Simonetti, Isabella Trucco,
tecnica a foro stenopeico; laboratori di fotografia del università. Attualmente nei suoi progetti usa sempre la
Moreno Purgatori, Ivano Quintavalle, Sandro Scagnoli, Guido Valentino, Marco Vogric, Dino Zanier.
fotografia stenopeica come lingua.
Foto di Marcello Marsan utilizzata per i manifesti della settima Mostra stenopeica di Senigallia 2019
La foto stenopeica esposta da Marco Palmioli
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Una stanza del piano nobile della Rocca Roveresca è stata dedicata al Gruppo ABF, i 4 partecipanti alla mostra, Giorgio Cutini, Vincenzo Marzocchini, Ivano Quintavalle,
Sandro
Scagnoli,
hanno
gestito
autonomamente lo spazio a loro riservato, creando un armonioso percorso artistico. “Gli autori in stenoscopia del gruppo denominato ABF (Allegra
Brigata
Fotografica)
lavorano
in
piena
autonomia. L’unico legame certo è l’interesse per la fotografia in generale e in particolare l’approdo, chi prima chi dopo, alla pratica stenopeica. Si sentono in
sintonia, si sentono legati dall’uso del mezzo (macchina
stenopeica) che ognuno declina secondo i propri interessi tematici, le proprie visioni e concezioni estetiche.
Il gruppo “Only Polaroid”, è tra i partecipanti a questa mostra, a loro è stato riservato uno spazio dedicato nelle sale rustiche della Rocca Roveresca. Only Polaroid nasce a Senigallia nel 2009 con l’intento di dare spazio e visibilità alla fotografia istantanea e alle sue magnifiche potenzialità espressive. Fra i fondatori di questo gruppo c’è anche Massimo
Marchini che, appassionato di fotografia stenopeica, ha avvicinato a questo mondo tutti gli amici del gruppo.
Fedeli alla loro linea, hanno partecipato alla settima
Tutti impiegano pellicole in rullo nei formati dal 6x6 cm al 6x18 cm e pellicole piane nel formato 10x12 cm; sviluppano in proprio i materiali da
ripresa, li
mostra nazionale di fotografia stenopeica, usando macchine
stenopeiche
con
dorso
Polaroid,
hanno
realizzato fotografie stenopeiche a sviluppo istantaneo
acquisiscono sempre in proprio per poi stamparle in
usando pellicole fuji. I partecipanti del gruppo a questa
Periodicamente si riuniscono in divertenti sedute
Medici, Alessio Giorgetti, Giulia Gambarara, Marinella
digitale
fine
art
presso
laboratori
specializzati.
amichevoli nelle quali si confrontano e scambiano opinioni, scoperte, curiosità…
SPERIMENTAZIONI FOTODINAMICHE “sculture semoventi“ Serie fotografica esposta da Vincenzo Marzocchini
mostra sono: Massimo Marchini, Paolo Roscini, Michele Mancinelli. Il gruppo Only Polaroid sta, preparando un
workshop sulle pellicole a sviluppo istantaneo. Per informazioni seguite la pagina facebook Onlypolaroid.
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Osservare Stenopeico
dall’Architetto Paolo Simonetti e condotto dai fotografi
L’esperienza dei fotografi senigalliesi nel Cadore Nel 2016 L’evento “Memorie di Luce” progettato dal Prof. Stefano Schiavoni ha sollevato grande interesse tra gli amanti della fotografia e della montagna, ha messo in campo la sinergia della Magnifica Comunità di Cadore con i fotografi del Musinf, il Museo d’Arte Moderna e della fotografia di Senigallia
senigalliesi Massimo Marchini e Alberto Polonara. La prima parte del workshop è stata quella della ripresa
dei luoghi e degli abitanti di Zoppè con macchine fotografiche autocostruite. Nel realizzare le immagini si sono allacciate situazioni di confidenza tra i fotografi e le persone che hanno raccontato la vita di quei luoghi
ancora “analogici”, questi racconti hanno contribuito a far creare immagini che poeticamente rispecchiano l’armonia di quel paesaggio.
Il programma di Memorie di luce ha compreso vari eventi, tra i quali: la mostra “Cattedrali di Pietra” dedicata
agli
scatti
di Michelangelo
Guzzonato e
relativa ai fotopercorsi “leggere la montagna”; il laboratorio stenopeico curato da Alberto Polonara e Massimo Marchini, intitolato “Osservare Stenopeico”; un concerto di Paolo Tarsi; la mostra dell’Archivio Danieli, relativa alla Val Comelico, fissata sulle lastre fotografiche del vedutista Enrico Danieli (1916-1983). La parte stenopeica del progetto ha avuto inizio il 30 Luglio 2016 a Zoppè, dove è stato dato il via ad un laboratorio
di
fotografia
stenopeica
coordinato
Abitanti di Zoppè di Cadore, I fratelli Merino e Giulio Mattiuzzi, ripresi con una macchina stenopeica
Workshop di ripresa stenopeica nella piazza di Zoppè di Cadore Nella seconda fase Marchini, Polonara e Simonetti, con attrezzature provenienti da Senigallia, hanno realizzato workshop nella piazza principale di Zoppè di Cadore,
sono stati coinvolti gli abitanti del luogo, che guidati, hanno utilizzato le attrezzature per realizzare foto stenopeiche , che sono state stampate immediatamente con antiche tecniche di stampa. sempre coinvolgendo i cittadini.
Sviluppo delle foto Van Dike, nella fontana della piazza di Zoppè di Cadore
I bollettini di @rtLine SPECIALE STENOPICA Pagina 9 Per ultimo, il progetto si è finalizzato con una mostra delle foto scattate ai luoghi e agli abitanti di Zoppè e con quelle realizzate durante i workshop. La mostra curata
dall’Architetto Paolo Simonetti, oltre alle foto, prevedeva una parte didattica che illustrava ai visitatori il mondo della fotografia Stenopeica partendo dalle prime camere
obscura utilizzate in pittura. All’interno degli spazi espositivi è stata realizzata una “camera obscura” gigante nella quale, potevano entrare i visitatori ed ammirare, in tempo reale, la proiezione stenopeica delle
montagne circostanti. Senigallia EX– Filanda, workshop di ripresa con macchine d’epoca e stampa al collodio umido Only Polaroid ha intrattenuto esperti e curiosi, con riprese e stampe con materiali a sviluppo immediato. Le foto realizzate durante i workshop sono state esposte nella mostra alla Rocca Roveresca.
Nella città erano state posizionate “Camere Obscure” realizzate dall’Architetto Paolo Simonetti. I passanti potevano osservare il paesaggio ed effettuare riprese
Una sala della mostra “osservare stenopeico” di Zoppè di Cadore
fotografiche posizionando il proprio cellulare sopra
l’oculare.
Osservare stenopeico Senigallia Nel 2017 si è voluta replicare l’esperienza Cadorina, iI progetto è stato portato a Senigallia e, dal 17 maggio al
24 giugno, si sono susseguiti eventi riguardanti la fotografia stenopeica e le antiche tecniche di stampa.
È stata allestita alla Rocca Roveresca la quinta mostra nazionale di Fotografia Stenopeica, con una sezione dedicata alle opere provenienti dal museo di Zoppè di Cadore. Spazi della città sono stati
utilizzati per
workshop tenuti da Massimo Marchini, Fabio Corinaldesi e dal gruppo Only Polaroid. Sono stati allestiti studi di posa per le riprese
con macchine
macchine fotografiche storiche
stenopeiche e
analogiche, il gruppo
I responsabili delle mostre “Osservare stenopeico” da sinistra a destra: Alberto Polonara, Massimo Marchini, Paolo Simonetti e Paolo Catalani. Ripresi con il telefono cellulare abbinato alla CAMERA OBSCURA
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Attraverso il foro stenopeico La filosofia dello SlowPhoto cara al Musinf
Osservare ciò che troviamo interessante attraverso un foro, indipendentemente dall’utilizzo, è l’origine di ciò che nel tempo abbiamo definito inquadratura e non a torto considerati gli strumenti storicamente utilizzati per la riproduzione e la realizzazione delle immagini. Porre l’occhio davanti al foro significa però molto di più, si inizia infatti un percorso che diviene scelta, riflessione, studio. Nella nostra mente prefiguriamo la cosa che forse realizzeremo, oppure sarà l’immaginazione a realizzarla, dovendo
anche
considerare
la
casualità,
sempre
presente. L’esperienza diretta e la storia dei nostri laboratori e delle tante mostre, ci forniscono innumerevoli esempi di capolavori e di pensieri rimasti tali, ma l’unicità del
Macchina stenopeica gigante costruita da Giulia Gambarara con supporto del gruppo Only Polaroid fotografi e ad organizzare incontri formativi di base, laboratori e mostre coerentemente votati alla sapienza stenopeica. Tutto ciò grazie alla collaborazione ed alla guida del caposcuola e coraggioso sperimentatore Massimo Marchini, grande costruttore di immagini, profondo conoscitore delle tecniche e poeta stenopeico.
Sinteticamente Bugatti sottolineava la sua preferenza per la Camera Obscura Autocostruita, affidando alla Slow Photography le residue opportunità odierne per una riflessione consapevole sul fare fotografia. Negli anni poi le attività che il Musinf ha sempre curato coerentemente, sono state l’organizzazione e la realizzazione dei Torrioni della Rocca Roveresca di Senigallia, i visitatori ammirano l’immagine della piazza del Duca riflessa nel vetro smerigliato della “Camera Obscura”
numerosi Laboratori Tematici, nelle realtà scolastiche
momento è per tutti, l’importante è esserne consapevoli.
nuovi giovani artisti. Alcuni di loro hanno poi individuato il
L’attimo magico che ci regaliamo nel metterci in
Museo senigalliese come indispensabile punto di
osservazione, rimane un’esperienza unica ed esaltante.
riferimento
Il Direttore del Musinf di Senigallia Prof. Carlo Emanuele
collaboratori importanti ed assidui. Questa iniziativa
Bugatti ripeteva spesso analizzando l’attualità, come fosse necessario oggi riflettere sulle immagini digitali in prevalenza prodotte dalla telefonia mobile ed in genere dalle nuove tecnologie, in rapporto al fare fotografia
italiane, sviluppando rapporti storici con Istituzioni ed alunni che hanno prodotto riconoscimenti Ministeriali e
culturale
ed
operativo,
divenendone
espositiva, la Settima organizzata dal nostro Museo, continua una tradizione che consiste nell’individuare nel momento storico della mostra, gli artisti che hanno fornito un loro importante contributo alla crescita dello
istantanea. Nella sua lunga, qualificata ed intensa
stesso Archivio.
attività, il Direttore riuscì a coinvolgere numerosi
Prof. Stefano Schiavoni
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Massimo Marchini Massimo Marchini,
è l’artefice
Moderna di questa Mostra
stenopeica 2019, come lo è stato per le 6 edizioni
precedenti, assieme al Prof Carlo Emanuele Bugatti ha creduto fortemente in questa iniziativa, che con gli anni si è evoluta diventando un evento Nazionale, con l’intento di internazionalizzarlo, d'altronde già sono presenti artisti di vari paesi del mondo. È anche uno degli artefici della
realizzazione dell'Osservatorio e dell’Archivio italiano per la Fotografia Stenopeica, fondato a Senigallia
e
dell’Informazione.
Ha
recentemente
pubblicato il volume “Il Giro della Fotografia in Ottanta Giorni ”edizioni Taccuini Maltagliati” Senigallia 2019.
È anche un collezionista, sia di materiale fotografici di ripresa e sviluppo, sia di immagini di epoca in supporti
diversi, bella è la sua raccolta di “carte de visite”. Fra le sue collezioni di macchine fotografiche, molte sono autocostruite, perché Massimo ha una grande abilità nel costruire Macchine stenopeiche. La voglia di condividere la sua conoscenza per la tecnica di
presso il Musinf (Museo Comunale D'Arte Moderna Dell'Informazione e Della Fotografia) per favorire la divulgazione di questo genere fotografico. Massimo Marchini nasce a Senigallia nel 1957, appassionato di fotografia da circa 40 anni, ha maturato
esperienze sia in ambito amatoriale che professionale; è uno dei soci fondatori del gruppo fotografico F/7 di Senigallia con il quale ha partecipato a numerose esposizioni collettive proponendo le proprie opere in varie città italiane. Massimo Marchini dedica particolare
impegno alla continua ricerca di nuove soluzioni creative e al recupero di antiche tecniche di ripresa e stampa. Collabora assiduamente con il gruppo Only Polaroid e con
Macchina fotografica stenopeica costruita da Massimo con i mattoncini Lego. stampa
analogica, lo ha portato ha realizzare il libro
“Antiche tecniche di stampa” edito dalla nostra casa editrice @rtLine per la collana “I quaderni del Musinf”. In questo libro illustra i procedimenti e la chimica necessaria per: carta salata, cianotipia, stampa Van Dyke, gomma bicromata, tecniche miste.
Cosi Marchini presenta il suo libro: Ho sempre pensato quanto sia difficile aggiungere qualcosa di nuovo a tecniche esistenti e collaudate da più di 180 anni. Workshop di stampa al Collodio Umido, Marchini mostra il lavoro a Maria Mulas le
altre
Associazioni
senigalliesi.
Ha
partecipato
attivamente alla realizzazione dell’Osservatorio italiano di Fotografia Stenopeica, curando il relativo Archivio del Musinf, con la cura del catalogo consultabile anche sul
sito on line del museo. Il suo lavoro è rivolto a favorire la divulgazione di questo metodo di fare e vivere la fotografia, realizza numerosi laboratori in ogni ambito, compreso il mondo della scuola, è un docente dei corsi
organizzati da molti anni dal Museo Comunale d’Arte
Redigere quindi l’ennesimo manuale-ricettario con tutte le
formule riguardanti le antiche tecniche di stampa fotografica avrebbe poco senso. Quindi l’idea di proporre questa piccola guida (spero sufficientemente snella e pratica) è finalizzata
all’esposizione di metodi di stampa fotografica abbastanza semplici che utilizzino sostanze chimiche dal basso grado di pericolosità e di relativa facilità di approvvigionamento.... Partiremo ripercorrendo per sommi capi la storia della fotografia, sia per favorire la giusta collocazione temporale.
delle nostre tecniche sia come atto dovuto nei confronti di un’invenzione che ha cambiato l’umanità…..
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Un’opera di Marchini rappresentata nel libro (collodio umido su plexiglas)
“Le lastre al collodio di Massimo Marchini sono bellissime e hanno il fascino irresistibile delle antiche fotografie con neri e grigi non realizzabili con le tecniche attuali. Un po’ di magia nel processo alchemico di Marchini c’è di sicuro. Del resto è per questo che tanti fotografi anche giovani vengono al Nel libro di Marchini oltre alla descrizione delle tecniche, si ammirano riproduzioni di sue opere realizzate con le varie metodologie, i collezionisti apprezzano una foto in
Musinf per vedere come fa a stampare oggi un ambrotipo. Una cosa che al mondo oramai in pochi sanno fare.” Carlo Emanuele Bugatti
originale firmata, allegata all’interno del volume.
SPECIALE STENOPEICA Casa editrice C.I.D.I. ArtLine Senigallia Redattori: Alberto Polonara, Stefano Schiavoni Fotografie di: Patrizia Lo Conte, Marco Mandolini, Anna Mencaroni. Redazione e amministrazione Strada della Marina 9/3 Senigallia Stampa C.I.D.I.