Laura Andreini Introduzione di Massimiliano Fuksas Presentazione di Corrado Clini Con testi di Piero Antinori Marco Casamonti Paolo Giustiniani Fabrizio Pucciarelli Massimo Toni Fotografie di Pietro Savorelli con Benedetta Gori Leonardo Finotti Valentina Muscedra
Progetto editoriale Forma Edizioni srl, Poggibonsi, Siena redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it
Cantina Antinori
Realizzazione editoriale Archea Associati
Progetto architettonico Archea Associati
Coordinamento editoriale e redazionale Laura Andreini
Direzione artistica Marco Casamonti
Redazione Sara Benzi Maria Giulia Caliri Valentina Muscedra Grafica Elisa Balducci Sara Castelluccio Mauro Sampaolesi Relazioni esterne Vittoria Bacci Fotolito Art & Pixel, Firenze Stampa Forma Edizioni srl, Poggibonsi, Siena Crediti fotografici Pietro Savorelli Pagg. 10, 18, 21, 32, 40, 42, 48, 50, 54, 64, 82, 83, 88, 90, 109, 110, 112, 114, 115, 118, 121, 122, 124, 125, 126, 128, 130, 132, 133, 134, 140, 143, 144, 146, 148, 150, 152, 153, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 163, 164, 170, 176, 177, 178, 179, 182, 184, 186, 188, 190, 192, 198, 200, 202, 206, 207, 208, 209, 210, 213, 226, 227, 229, 232, 233, 235, 238, 244, 245, 246, 250, 252, 255, 257, 259, 260, 264, 265, 267, 268, 270, 271, 270, 272, 273, 274, 276, 277, 279, 281, 282, 284, 290, 291, 293, 294, 296, 297, 299, 304, 306, 309, 310, 312, 314, 315, 217, 318, 320, 322, 324, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 332, 334, 335, 340, 346, 348, 350, 351, 352, 354, 356, 358, 361, 362, 363, 366, 367, 368, 369, 370, 374, 375, 376, 380, 381, 382, 385, 388, 390, 392, 404, 407, 408, 410, 412, 416, 418, 422, 424, 436, 437 Leonardo Finotti Pagg. 131, 136, 151, 166, 168, 172, 173, 174, 175, 180, 216, 220, 221, 222, 223, 231, 236, 237, 240, 241, 247, 248, 249, 254, 262, 269, 288, 337, 342, 344, 359, 372, 379, 387, 394, 397, 417, 420, 426 Valentina Muscedra Pagg. 113, 194, 196, 292, 302, 398, 400, 402, 403, 406, Archivio Archea Pagg. 56, 62, 63, 68, 70, 72, 78, 79, 80, 81, 84, 96, 98, 99, 102, 106, 107, 108, 185 Fotografie satellitari fornite da Microsoft ® Bing™ Maps Pagg. 22, 24 Immagini TerraItaly™ © Blom Compagnia Generale Ripreseaeree spa - Parma - www.terraitaly.it Pagg. 26, 28, 30 ASCFI, n. 008446, su concessione dell’Archivio Storico del Comune di Firenze Pag. 34 ©2012 Forma Edizioni srl, Poggibonsi, Italy Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Prima edizione: novembre 2012 ISBN: 978-88-96780-33-6
Committente Marchesi Antinori Spa
Engineering HYDEA
Direzione lavori Paolo Giustiniani Progetto strutturale AEI Progetti Progetto impiantistico M&E Impianti Impresa generale di costruzioni Inso Spa
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Introduzione Massimiliano Fuksas
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Presentazione L’esempio dello sviluppo sostenibile Corrado Clini
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L’architettura alla scala del paesaggio Laura Andreini Dalla città di pietra ai paesaggi di terra Piero Antinori Artificio e natura. L’immaginario come contesto Marco Casamonti
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LO SCAVO COME RICERCA DI UNA PERDUTA IDENTITÀ 54 66 68
L'ingegno al servizio del progetto Paolo Giustiniani La costruzione di un sogno Fabrizio Pucciarelli La conquista di un nuovo equilibrio Massimo Toni LA RICOSTRUZIONE DI UN PAESAGGIO
118 120 142 168 182 190 192 298
370
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Muoversi nella terra Laura Andreini Le strade e il percorso di accesso La hall di ingresso e la scala elicoidale I grandi piazzali di carico e scarico delle merci Un lungo percorso sotto le vigne Lavorare tra le vigne Laura Andreini Una nuova sede per celebrare il ritorno alla terra e alla campagna gli uffici / la libreria e la bottega / il museo / l’auditorium / i pozzi scala I grandi spazi voltati le barricaie / la bottaia / la tinaia / la riserva della casa / le torri di collegamento L’incisione dedicata alla struttura produttiva il ristorante / la vinsanteria / l’imbottigliamento L'essenza del Chianti Classico Laura Andreini L’incisione sulle vigne e la copertura come nuovo suolo APPARATI
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Crediti del progetto Dati dimensionali Biografia
→ 2012
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Don Stefano Bonsignori, planivolumetrico di Firenze, particolare del quartiere dove si trova Palazzo Antinori, 1584
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Dalla città di pietra ai paesaggi di terra Piero Antinori
Proprio a metà fra le radici toscane e il vino futuro, c’è un’ultima storia che voglio raccontare. Riguarda una collina… E qualcosa che ha detto pochi anni fa mio fratello Lodovico: «I francesi hanno gli châteaux? I castelli del vino? Noi riempiremo le nostre campagne di cantine d’autore». Che poi è una riedizione di ciò che diceva mio padre Niccolò mentre si scervellava a trovare un nome per il suo primo nuovo vino, lanciando la sua sfida orgogliosa al Bordeaux e al mondo: «Loro hanno gli châteaux? E noi abbiamo le ville!». Allora, negli ultimi anni Venti come oggi, nella seconda decade del Duemila, molto stava per cambiare. San Casciano Val di Pesa è il cuore storico delle Cantine dei Marchesi Antinori. Nonno Piero vi volle le prime strutture di vinificazione e invecchiamento: capienti, efficienti e ben collegate alla città. Una grande, moderna idea. Qui, fra l’abitato di San Casciano Val di Pesa e un bosco di querce e faggi, appena oltre il fiume Pesa, confine naturale del Chianti Classico, esplosero le bottiglie di spumante mal fermentato dal dottor Charlemagne e i colpi di mitra dei tedeschi in ritirata, il giorno che compresi che cosa intendevo fare nella vita. Da qui, per cinquant’anni, sono partite le nostre bottiglie per tutto il mondo. Prima lavate e asciugate, poi riempite e confezionate da generazioni di cantinieri della zona e da bravissime donne che incollavano le etichette a una a una, infine imballate dai primi impianti meccanici a nastro trasportatore. Intorno ai suoi edifici arruginisce una piccola foresta di serbatoi per il vino di diverse epoche, materiali e dimensioni. A San Casciano abbiamo accolto, nella prima metà del secolo scorso, le migliori uve del Chianti Classico, dopo che i miei nonni e mio padre li avevano contrattati con i sensali, poi li abbiamo trasformati in ettolitri ed ettolitri di ottimo vino. Li abbiamo fatti assaggiare, lodare o talvolta bocciare, nella grande sala di degustazione con il soffitto a capriate, a migliaia di enogiornalisti di ogni lingua e di ogni scuola di pensiero. Infine, ne abbiamo spedito e diffuso gli aromi e i sapori – in pacchi da sei e in damigiane, botticelle e cassette – da Firenze a Montevideo, da Mosca a Toronto. È il luogo in cui, cinque secoli dopo le nostre prime botti, il nostro fare vino divenne impresa. Palazzo Antinori, piazza Antinori, Firenze, è invece l’indirizzo a cui mandano pacchi, lettere e cablogrammi i nostri importatori e distributori da tutto il mondo. Lo «château fiorentino» che ci lega come un’ancora di pietra alla nostra identità, mentre il mondo gira sempre più veloce. Lì, mentre scrivo, discuto, parlo al telefono, sono circondato dalle memorie dei miei avi. Sopra la testa ho le travi in legno intarsiato di Giuliano da Maiano, architetto, seguace dello stile di Brunelleschi, che Lorenzo il Magnifico raccomandò ai miei antenati per terminare la loro nuova casa. Esco a prendere una boccata d’aria nel cortile e mi perdo fra il grigio della pietra e il rosso del mattone, il bianco dell’intonaco e il nero del legno antico, all’ombra di una grande magnolia. Questo è il nostro fortino sull’Arno, perso per qualche decennio e riconquistato da mio padre, con le sale dove per secoli i miei avi si sono trovati a decidere, talvolta a tavola, la politica di Firenze e le rotte dei commerci europei, dove invitavano a cena magistrati e alti prelati, generali e teste coronate, versavano loro un paio di bicchieri di Chianti e concludevano un affare. Il palazzo e le cantine della Val di Pesa sono insieme il segno tangibile, le pareti portanti di quello che siamo e siamo stati. Ma nonostante tutto questo, o forse proprio per tutto questo, fra poco non esisteranno più, almeno come oggi li conosciamo.
Estratti da: Piero Antinori, Il profumo del Chianti - Storia di una famiglia di vinattieri, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2011, pagg. 195-198, 200-203
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Artificio e natura. L’immaginario come contesto Marco Casamonti*
Il progetto architettonico è sempre il risultato di una tensione calibrata e sofferta tra elementi opposti che si attraggono e si respingono corrispondendosi retoricamente in un ossimoro che non si alimenta nella contraddizione, rappresentando, piuttosto, il sintomo più autentico di armonia ed equilibrio. Per questa via apollineo e dionisiaco si completano formalmente, così come i pieni e i vuoti di un’alternanza volumetrica sono città e sostanza urbana; allo stesso modo luce ed ombre definiscono il senso di una sequenza giorno/notte senza la quale non riusciremmo a concepire la vita, il mutare delle stagioni e lo scorrere del tempo. Tuttavia tale rapporto dialettico di tipo duale si fonda prioritariamente, per l’architettura, sul confronto antico e permanente tra artificio e natura. Un incontro, ma forse sarebbe più opportuno parlare di scontro, tra entità differite, l’una eternamente in soggezione dell’altra, fino all’estrema convinzione di concepire il prodotto dell’uomo come un impari tentativo di sfida alla natura considerata perfetta. La ricerca dell’archetipo naturale e dell’imitazione della perfezione delle bellezze “date da Dio” si è spinta tanto in avanti nel corso dei secoli da immaginare come modello naturale, perfetto ed imitabile, l’esempio astratto della capanna primitiva, ipotizzato nel settecento da Marc-Antoine Laugier, per dipanare la matassa inestricabile della bellezza in architettura. D’altro canto, dalla classicità fino al moderno, l’equilibrio in questione era del tutto squilibrato in un rapporto concepito soltanto in termini di mimesis. Il progetto della Cantina Antinori riconoscendo kantianamente il valore di servizio dell’architettura come arte che serve ad uno scopo, quello di abitare, propone una visione che non tenta, né l’antica ed impercorribile strada dell’imitazione-soggezione dell’ambiente naturale, né la via di un’indifferenza arrogante che consente a chiunque di agire indipendentemente dalle ragioni del contesto. La querelle che moderni e accademici non hanno mai superato si risolve nella comprensione pragmatica di chi considera il suolo una risorsa non riproducibile e nel sentire la responsabilità del suo costante consumo, propone la necessità di un uso attento e calibrato del paesaggio nel quale l’architettura si inserisce alla scala più opportuna. Ancora il progetto della Cantina indica la via di un rapporto contemplativo e non emulativo del paesaggio naturale, dove l’obiettivo non è il valore della copia o dell’imitazione, quanto la possibilità di interpretare i luoghi senza alterarne gli equilibri raggiunti faticosamente con il lavoro, come nel caso del paesaggio totalmente antropizzato del Chianti Classico. Se non vi è imitazione o indifferenza quale potrebbe essere allora, nel procedere d’oggi, il corretto rapporto tra natura e opera dell’uomo? Forse romanticamente quello di una natura dominatrice e pervasiva? Non è quello che abbiamo ricercato con il progetto di Bargino, poiché vigneti e costruito non tentano o propongono alcuna supremazia o privilegio di posizione, ricercando, piuttosto, il senso di una profonda compartecipazione nei confronti di una causa comune che vede la terra al centro di un modello estetico, etico ed infine economico-produttivo.
(*) Architetto, professore ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana presso l'Università degli Studi di Genova, socio fondatore dello studio Archea Associati Nella pagina a fianco Vista dalla hall di ingresso verso lo sbalzo di copertura della terrazza
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LO SCAVO COME RICERCA DI UNA PERDUTA IDENTITÀ
L’ingegno al servizio del progetto Paolo Giustiniani*
La decisione di realizzare una nuova cantina al Bargino nasce nel 2001 dall’esigenza di rammodernare le storiche cantine Antinori ponendole fuori dal centro urbano pur rimanendo nel territorio del comune di San Casciano Val di Pesa. La necessità di definire un modello architettonico in linea con la metamorfosi tipologica che negli ultimi anni ha cambiato le cantine da luoghi di produzione ubicate in edifici rurali o in parti di ville padronali in complesse fabbriche multifunzionali ha guidato le scelte tecnologiche e costruttive che hanno portato alla realizzazione della nuova “casa” Antinori nel Chianti Classico. L’Architettura e l’Ingegneria si fondono nel progetto ben oltre il visibile, secondo modalità che risultano apparentemente semplici rispetto alla reale difficoltà costruttiva dell’opera. Nessun elemento o componente dell’opera deriva da consuetudini produttive e costruttive standardizzate, i materiali utilizzati sono pochi e poveri ma hanno comportato una lunga ricerca nel tentativo di armonizzarli con la naturalità della campagna circostante. L’immobile, per la maggioranza ipogeo, ha una superficie di circa 40.000 metri quadrati, inclusa la viabilità sotterranea che è parte integrante del complesso architettonico. I movimenti della terra e la gestione del materiale scavato si sono rivelati una delle problematiche più impegnative: si è trattato di rimuovere dalla collina 380.000 metri cubi di suolo che corrispondono ad oltre 35.000 viaggi/camion e di trovare gli stoccaggi definitivi e temporanei per le terre da reimpiegare ad opera finita. Per un lungo periodo il cantiere si è presentato come una ferita nel paesaggio, un impressionante scavo profondo oltre 15 metri, con un fronte lungo quasi 500 metri sorretto da imponenti opere di consolidamento costituite da un diaframma alto oltre 20 metri, realizzato con 8000 metri cubi di calcestruzzo rinforzato, 8 chilometri di micro dreni sub-orizzontali, da una batteria di grandi pozzi profondi 28 metri realizzati per deviare e convogliare le acque provenienti dalle venute capillari sotterranee rinvenute durante i lavori. Lentamente la costruzione nella sua evoluzione ha contribuito a mitigare e a rimarginare l’effetto della ferita, nascondendo, con l’avanzare del cantiere, l’enorme volumetria della cantina. Ogni getto di calcestruzzo o varo di struttura metallica ha rappresentato una sfida tecnologica e costruttiva: 35.000 metri cubi di calcestruzzo, 3,5 milioni di chilogrammi di ferro d’armatura, circa 2 milioni di chilogrammi di carpenteria metallica, 35.000 metri quadrati di solaio costruiti. La costruzione degli interni è proseguita riservata, quasi volesse rimanere privata dando forma all’intervento attraverso spettacolari volte in cotto che custituiscono in sequenza la tinaia, le barricaie e la bottaia. Con l’avanzamento dei lavori le strutture hanno rimodellato il paesaggio ed è aumentata l’emozione di veder materializzati i disegni e le immagini di progetto, mentre la cantina prendeva la forma voluta, sempre più leggera e rispettosa dell’ambiente. Le gallerie, il parcheggio, gli uffici, il museo, l’auditorium, i locali produttivi, il laboratorio, la mensa, il ristorante, la stecca tecnologica, gli impianti, sono oggi quasi impercettibili dall’esterno. Nel tempo i luoghi hanno ripreso la loro forma originaria, il cemento ed il ferro si sono smaterializzati e la copertura della cantina, piantumata a vigneto, è stata ricoperta con il terreno accantonato a margine del cantiere (oltre 100.000 metri cubi). Nonostante la nostra lunga esperienza nella progettazione di opere complesse ad alto contenuto tecnologico, realizzare un edificio che presenti una copertura a sbalzo di 21 metri per sostenere terra e vigne, costruire una scala elicoidale d’ingresso del peso di circa 105 tonnellate di acciaio con spire prive di appoggi per oltre 30 metri, costituisce un’esperienza unica e difficilmente ripetibile.
(*) Ingegnere, presidente e amministratore delegato di HYDEA Nella pagina a fianco La Cantina Antinori e il suo inserimento rispetto al fianco della collina, vista dal cielo sopra Bargino in direzione di Tavarnelle nella fase di ultimazione del cantiere Nella pagina successiva L’area di cantiere durante la realizzazione delle prime opere di scavo e fondazioni
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→ 2007
→ 2009
→ 2011 Sequenza cronologica delle fasi di cantiere
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→ 2008
→ 2010
→ 2012
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→ 2008.10 Dalla vista aerea si percepisce l’estensione dell’aerea di cantiere pari a 12 ettari di terreno. In evidenza la grande paratia di diaframmi del complesso architettonico che si svolge lungo il perimetro dei muri posti a chiudere i grandi piazzali di manovra. Il muro controterra della strada interrata prosegue il tracciato della strada scoperta, utilizzato, in questa fase, come percorso di cantiere. Nell’immagine, nella parte alta del cantiere, la struttura prefabbricata monopiano dedicata alle linee di imbottigliamento, all’affinamento in vetro, alla vinsanteria, al frantoio e ai magazzini, risulta già realizzata al grezzo. Nella parte bassa dell’area di cantiere è visibile la realizzazione delle fondazioni dell’edificio multipiano destinato agli uffici.
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LA RICOSTRUZIONE DI UN PAESAGGIO
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→ 2011.04 Montaggio delle strutture in acciaio delle volte. La struttura è composta da una prima orditura che corre trasversalmente all’edificio, controventata da tubi su cui si ammorsa l’orditura secondaria composta da UPN. Le parti curve delle travi sono calandrate in modo da assecondare meglio l’andamento curvilineo del rivestimento in cotto.
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La scala elicoidale costituisce il perno compositivo e funzionale dell’intero percorso che attraversa l’edificio
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APPARATI
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Crediti del progetto
Luogo Bargino, San Casciano Val di Pesa, Firenze Programma Cantina vinicola, uffici, museo, auditorium, ristorante, viabilità, piazzali, verde, depurazione Costo 85.052.831 euro (escluso impianti enologici e sistemazioni a verde) Cronologia Inizio del progetto 2004 Inizio del cantiere 2007 Data di ultimazione 25 ottobre 2012 Committente Marchesi Antinori Presidente Piero Antinori Amministratore Delegato Renzo Cotarella Responsabile dell’opera per la Committenza Albiera Antinori Coordinamento Giovanni Donato Progetto Architettonico Archea Associati Laura Andreini Marco Casamonti Silvia Fabi Giovanni Polazzi Collaboratori al progetto architettonico Maria Abbracciavento Enrico Ancilli Andrea Andreuccetti Andrea Antonucci Niccolò Balestri Domenico Giovanni Cacciapaglia Luana Carastro Elena Catalano Antonella Dini Marco Gamberi Francesco Giordani 430
Li Guojin Paolo Invidia Lorenzo Malavasi Valentina Malta Alice Marzorati Elena Masci Mattia Mugnaini Marco Orto Michelangelo Perrella Alessandro Riccomi Gabriele Sestini Patrizia Valandro Feng Xiancheng Direzione artistica Marco Casamonti Assistente alla direzione artistica Francesco Giordani Engineering, coordinamento generale e procedure urbanistico amministrative Hydea
Paolo Giustiniani Alberto Baccani Marco Befani Andrea Deserventi Enzo Floridi Giuliano Griffi Luciano Luciani Stefano Monni Maurizio Papini Zeno Romano Direzione lavori Paolo Giustiniani Assistenza alla direzione lavori Zeno Romano Coordinatore per la sicurezza Lapo Lombardini (progetto) Laura Mezza Giorgio Salimbene (esecuzione)
Geologia Marco Bastogi Paolo Canuti Progettista geotecnico Marco Sacchetti Consulenti geotecnici Studio Colleselli Francesco Colleselli Stefano Trevisan Progetto strutturale AEI Progetti Responsabile di progetto Massimo Toni Niccolò De Robertis Stefano Contri Luca Francalanci Marco Pratellesi Stefano Valentini Massimo Capigatti Andrea Cariaggi Stefano Cariaggi Francesco Del Gaudio Silvia Minutillo Domenico Narcisi Stefano Niccoli Chiara Remorini Lorenzo Rossetti Daniele Sani Riccardo Simeone Collaudatore strutture Gianni Bartoli Progetto impianti M & E Management & Engineering
Paolo Bonacorsi Stefano Mignani Alessandro Panichi Francesco Pesucci
Impianti enologici Emex Engineering Stefano Venturi Marchesi Antinori Luca Tagliaferri Paolo Mariotti Architettura degli interni e arredi Archea Associati Laura Andreini Marco Casamonti Silvia Fabi Giovanni Polazzi Coordinamento opere di arredo Francesco Giordani Progetto grafico Archea Associati Laura Andreini Elisa Balducci Sara Castelluccio Katia Carlucci Caroline Fuchs Vitoria Muzi Mauro Sampaolesi Lara Tonnicchi Ideazione della parte museografica Alessia Antinori Curatrice delle installazioni ed esposizioni temporanee Chiara Parisi Artisti invitati Rosa Barba Jean-Baptiste Decavèle Yona Friedman Provenienza opere in esposizione Collezione Famiglia Antinori Tornabuoni Arte Cultural project manager Ilaria Barbieri Marchi Chiara Rusconi
Impresa generale di costruzioni Inso Amministratore Delegato Fabrizio Pucciarelli Responsabile della commessa Graziano Voltolini Direttore di cantiere Antonio Portino Assistente alla direzione di cantiere Pasquale Olmo Responsabile impianti Antonio Salvietti Consulente impiantistico Silvano Risaliti Staff tecnico Filippo Schipa Raffaele Di Marco Francesco Di Marco Antonella La Camera Giacomo Bertinelli Antonio Rossi Gaetano Notaro Giuseppe Piemontese Gianni Pepe
Aziende e fornitori intervenuti nella realizzazione della cantina 3M SERRANDE - Posa lattonerie, sportelli, griglie 4 EMME - Esecuzione di prove di carico 4 M - Posa in opera pareti vetrate ed arredi ABA ARREDAMENTI - Fornitura e montaggio arredi ABDELALIM - Esecuzione coibentazione retro volte ADECCO ITALIA - Posa vetrate fisse ADVERTISING & BUILDING - Esecuzione di intonaci AERTHECNO - Esecuzione di canalizzazioni impianti meccanici A. G.- Opere da Fabbro AHMED EDILIZIA - Esecuzione di intonaci ALFA SYSTEM - Posa travi americane ALMA POSA - Montaggio scaffalature in cotto ALPAGIVA - Esecuzione di opere edili in generale ALPI - Fornitura casseforme per opere in c.a. ANTINORI AGRICOLA - Lavorazione terreno per vigneto ASFALTI RUGE - Esecuzione di impermeabilizzazioni dei muri contro-terra ASTEC - Montaggio cucine AUROMONT - Montaggio di infissi AUROPORT - Esecuzione di infissi A.R. COSTRUZIONI - Movimenti terra AVIT - Opere di facchinaggio, movimentazione materiali e pulizia cantiere BAIOCCO - Cucina mensa BETON RAPID - Fornitore carpenteria metallica pesante BESANA - Fornitura moquette BFF - Montaggio cucina mensa BINIMPIANTI - Impianti con tubazioni in Pead BODNARESCU - Installazione pareti BONGIO - Rubinetteria BORSANI GIANFRANCO - Montaggio arredo laboratorio BREBE - Installazione linee vita BRIXIA - Saldatura scala monumentale BUCHER VASLIN - F. p.o. vasca ricevimento uva e presse
CAF - Montaggio strutture prefabbricate CAPITAL FERRO - Fornitura ferro CARMONT - Montaggio strutture metalliche CARPENTERIA PIEMME - Installazione strutture in carpenteria metallica CASTELLI - Fornitura sedute operative CATENA SERVICES - Esecuzione coibentazione retro volte CENTRO ARREDOTESSILE - Sistemi per tende e pavimentazioni tessili CEIPO - Fornitura elementi di arredo in cotto CESAF - Installazione sistema di monitoraggio geotecnica CHIEFARI - Movimenti terra CHIMERA SERVICE - Assistenza al montaggio creazioni in ferro CHIMI - Posa porte REI corten C. M. CESTELLI & NUTI - Installazione macchinari ricevimento uve CIELO - Lavabi e sanitari in ceramica CITYFER - Installazione strutture in carpenteria metallica COIFER - Coibentazione tubazioni COLIMAR - Installazione strutture in carpenteria metallica COLLICELLI - Esecuzione di impianti e sottoservizi CONSORZIO ETRURIA - Coordinamento cantiere CONSULENTE ENOLOGIA - Montaggio e collaudo monoblocco di riempimento COOPSERVICE - Montaggio pareti per ufficio COPAMEC - Posa porte REI tipo NINZ COPARI - Esecuzione di impermeabilizzazione copertura CORTE APERTA - Montaggio controsoffitto in cotto e posa in opera di lastre di vetro CPM - Opere in carpenterie metalliche CRAWFORD HAFA - Montaggio portoni impacchettamento rapido CREMONESE IMPIANTI - Esecuzione impianto CDZ CRISTMONT - Montaggio carpenteria metallica pesante CSP -Esecuzione di strutture prefabbricate in c.a.p. 431
25.10.2012
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