Voci ATM44

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l'agenda del tranviere 1966 completamente rinnovata

l'UNITA' DEI LAVORATORI CONTRO l'INTRANSIGENZA

La C. A. cerca di imporre per le competenze accessorie un accordo umiliante. La lotta unitaria dei sindacati può modificare questa assurda situazione

'

Dopo lo sciopero unitario di 24 ore effettuato dalla quasi totalità dei lavoratori nei giorni 5 e 6 novembre, è proseguita l'azione dei sindacati tendente a modificare la posizione assunta dalla Commissione Amministratrice dell'ATM la quale rigetta in blocco le richieste dei lavoratori.

In queste settimane si sono tenute riunioni intersindacali, si sono accettati incontri con la controparte per precisare in modo chiaro e inequivocabile sia le richieste avanzate unitariamente dai tre sindacati che le offerte (se così possono definirsi) della controparte.

Oggi anche se deve ancora concludersi questo ciclo di consultazioni, condotte sempre al limite di rottura, appare chiaro che la posizione assunta dalla sola CGIL nello scorso maggio che dichiarò da sola uno sciopero di una giornata, era giusta e tempestiva.

La C.A. dell'ATM continua a mantenere la sua posizione intransigente che partendo dal deficit di bilancio, cerca di non concedere alcuna miglioria sia economica che normativa e di imporre ai tranvieri nuovi sacrifici previsione orari p.v. ecc. Sul Regolamento Promozioni 'in sostituzione dello schema già concordato dopo due anni di trattative, l'ATM ha presentato ai sindacati una bozza ve ngono reolamento nella quale non solonn eluse tutte le aspettative del personale, ma di fatto costituisce un peggioramento della situazione in atto. Il documento sul rinnovo delle Competenze Acessorie, anch'esso presentata dalla Direzione, nella sostanza non si distacca dalla primaria posizione che prevedeva il rinvio delle trattative « a tempi migliori » limitandosi ad accettare la revisione di due o tre istituti di infima importanza (diarie e trasferte, regolamentazione dei congedi matrimoniali e dei permessi funerari) quasi volesse ironizzare sulle richieste avanzate dal personale.

ti, i meno consistenti ma è una lotta che bisogna combattere sino in fondo poichè dal suo esito dipende lo sviluppo o il ridimensionamento

dell'ATM, l'avanzata o l'arretramento di tutti i tranvieri nessuno escluso.

AUTOFERROTRANVIERI

Deciso uno sciopero Naz. di 24 ore

A conclusione dei suoi lavori, il C.C. della FIAI-CGIL, ha deciso circa l'effettuazione a breve scadenza di uno sciopero nazionale degli addetti ai servizi autoferrotranviari urbani ed extra-urbani, dando mandato alla Segreteria di stabilire la data, la durata e la modalità dopo aver consultato le Federazioni di categoria aderenti alla CISL e all'UIL e la Segreteria della CGIL.

Obiettivo dello sciopero è la mobilitazione delle forze interessate a dare alla crisi dei pubblici trasporti uno sbocco corrispondente alle esigenze della collettività nazionale, mediante l'interventi dei pubblici poteri e la determinazione di concreti indirizzi alla politica di pano.

La C. A. e la giunta non può sottovalutare la funzione sociale svolta dal trasporto pubblico dell'A TM

I gravi problemi dei trasporti collettivi — afferma la risoluzione del Comitato Centrale — non hanno alcuna possibilità di essere risolti nell'ambito dei bilanci aziendali o degli Enti locali, per cui un favorevole avvio alla loro soluzione potrebbe essere rappresentato dalla convocazione di un incontro triangolare fra i rappresentanti dei pubblici poteri

Il regolamento promozioni deve rappresentare una conquista democratica

I sindacati hanno dato prova di pazienza e di buona volontà; hanno sempre accettato e ricercato la discussione anche quando questa appariva una perdita di tempo; per tre mesi hanno limitato gli scioperi ricercando ad ogni livello la possibità di comporre pacificamente la vertenza. Ora è giunta il momento di passare alla lotta, la controparte ha avuto, ogni possibilità per modificare le sue posizioni, se queste rimangono intransigenti sarà l'unità e la combattività della categoria ad imporre l'accoglimento delle proprie richieste.

La situazione è difficile, la campagna di odio e di disinformazione portata avanti per mesi e mesi dalla stampa con il chiaro intento di scagliare l'opinione pubblica contro il tranviere ha dato i suoi frutti. Ciò dev'essere tenuto conto nelle dichiarazioni di lotte che danneggiando una larga massa di cittadini, potrebbero anche ricadere contro la categoria. Ma non bisogna neppure sopravalutare la forza dell'avversario. Sempre nuove voci, spesso autorevoli, si levano in difesa dei tranvieri e dell'ATM dimostrando con dati inconfutabili che il deficit non è dovuto al personale, che nulla si risolve con le economie o le mutilazioni.

L'attuale vertenza più che una lotta sindacale è lo scontro fra due concezioni della politica dei trasporti e sulla funzione della Municipalizzata. E' una lotta di nervi che indubbiamente logora i meno prpeara-

Il regolamento delle promozioni e degliavanzamenti siglato nelle sue parti essenziali (mancava l'accordo sugli autisti, sui Capo operai e sull'anzianità utile per il mantenimento della qualifica in caso di malattia) segna l'inizio di una svolta democratica in questo particolare istituto fino a ieri usato in modo unilaterale e discriminato dalla Direzione. L'accordo raggiunto dopo due anni di trattative fra i sindacati, la Direzione e la passata C.A. dell'A.

T.M. non può essere misconosciuto per il cambiamento d'indirizzo politico dei nuovi componenti la Commissione Amministratrice. Da un punto di vista di responsabilità verso i quattordicimila tranvieri considerare nulli gli accordi sia pur preliminari frutto di due anni di discussione responsabile, vuole anche aprire la discussione sulla validità delle trattative condotte con la controparte. Vale la pena discutere con la C.A. e ricercare accordi quando, un cambiamento politico degli uomini che la compongono può far crollare, domani, come un castello di carta gli accordi raggiunti?

Non ci si venga a raccontare che al fondo del problema vi è il deficit e le difficoltà del Comune di pagare poichè 1' eventuale estenzione gare poichè l'eventuale estensione all'A.T.M. delle sovvenzioni governative concesse ai privati, capovolgerebbe almeno momentaneamente la situazione.

La nuova Commissione Amministratrice vuole rivedere l'accordo, anzi presenta essa stessa una bozza che anzichè allinearsi almeno con quanto concordato in precedenza dai sindacati, peggiora notevolmente la norma in atto.

I sindacati debbono riaffermare in modo chiaro la loro volontà di mantenere alcuni aspetti di fondo già precedentemente concordati.

DI CARRIERA

SVILUPPO

Lo sviluppo di carriera è un diritto acquisito, diritto che deriva non da benevoli concessioni ma dalle particolari condizioni dettate dal D. L. n. 148. Il personale deve essere assunto, in virtù alla citata legge, nella qualifica iniziale della propria categoria. L'A.T.M. spece negli anni dal '50 al '60 ha assunto fra gli operai personale tecnicamente selezionato. Vale a dire che molti operai qualificati o specializzati sono stati assunti, previo capolavoro, come manovali specializzati o operai di seconda e quindi declassati. Sebbene l'organico e le mansioni da assegnare alle qualifiche non esistono, il lavoro nelle officine e nei depositi deve essere classificato, in virtù alle responsabilità e alla varietà delle operazioni da eseguire, come altamente qualificato.

Da queste considerazioni forse non comprese da giovani giunti digiuni e con idee velleitarl'e alla direzione politica dell'A.T.M., deriva il diritto degli operai alla carriera. Analogo esempiopuò essere fatto per le altre categorie ove se esistono distorture (come negli impiegati) queste sono state create proprio dall'assenza di un regolamento democratico.

IL CONTROLLO DEMOCRATICO

La società si evolve, il popolo, i lavoratori in particolare conquistano sempre nuove posizioni di potere che di fatto li inseriscono con

funzioni ' sempre più responsabili nella direzione della cosa pubblica.

La stessa Costituzione prevede la (continua in 2' pagina)

e le organizzazioni sindacali (confederali e di categoria) dei lavoratori e delle aziende.

A tale proposito il Segretario generale della Federazione Autoterrotranvieri-CGIL, Guido Antonizzi, ha rilasciato la seguente dichiarazidhe « Le condizioni in cui vengono effettuati i pubblici trasporti in Ita ha, i dissesti delle aziende pubbliche e private, la circolazione sempre più caotica e paralizzante, l'inasprimento delle vertenze aziendali in corso a Milano, Napoli, ecc., testimoniano la gravità della crisi del trasporto pubblico.L'indifferenza dei pubblici poteri di fronte ad una situazione che diventa sempre più insostenibile per i lavoratori del settore, per i 15 milioni di lavoratori pendolari e per la collettività in generale, esige la mobilitazione di tutte le forze interessate ad una soluzione dei gravi problemi riguardanti la mobilità dei cittadini.

Enti locali, amministratori, sindacati, parlamentari chiedono inutilmente da anni che finalmente tali problemi siano affrontati e risolti: il Comitato Centrale della FIAI-CGIL ha perciò ritenuto indispensabile decidere le forme di pressione più adeguate per indurre i pubblici poteri ad assumere le proprie precise responsabilità, dichiarando un primo sciopero nazionale dei lavoratori addetti ai servizi urbani ed extra-urbani e proponendo la convocazione di un incontro triangolare per l'esame dei problemi dei trasporti collettivi. La Segreteria della CGIL t della modalità di sviluppo dell'azione decisa dal Comitato Centrale della categoria ». - Roma, T novembre 1965 (Continua in 2. pali.)

30 NOVEMBRE 1915 L. 50 ANNO XV X. 11 t IM PORTANTE
il prossimo mese uscirà
1s k PERIODICO DEI LAVORATORI DELL'AZIENDA TRASPORTI
MUNICIPALI VERTENZA SINDACALE
A FIRENZE Convegno del P. C. I. sui trasporti (nostro servizio a pag. 7) Alcuni componenti la delegazione milanese - da sinistra: Egidio Gilardi, Severino Cereda e Biagio Colamonico.

CONTINUAZIONE DALLA l PAG.

BORSE DI STUDIO PER I FIGLI DEI TRANVIERI

IL REG. PROMOZIONI

partecipazione dei lavoratori alla direzione di gestione delle aziende. L'accordo di formare commissioni paritetiche (cioè formate in egual numero dì rappresentanti dei lavoratori e della Direzione) nelle Commissioni nominate per applicare il regolamento promozioni non è una richiesta assurda in quanto, nel nostro settore, è per legge riconosciuto il diritto di partecipare alla Con-. sulta disciplinare che decide i provvedimenti disciplinari (oltre la sovoratori. Il Direttore dell'A.T.M. non spensione) da prendere verso i laha il potere indiscriminato di licenziare un agente ma non per questo la sua alta autorità ne risulta indebolita.

Così se, come dovrebbe secondo gli accordi raggiunti, la C.I. partecipa in modo attivo e responsabile alle Commissioni preposte per i passaggi di qualifica, l'autorità del funzionario o del Dirigente locale ne risulterebbe rafforzata poichè questo controllo eliminerebbe ttna serie' fin troppo numerosa di zone d'ombra che oggi come ieri richiamano alla mente il paternalismo, il favoritismo sia politico che d'altra natura ecc.

LE QUALIFICHE DI "SCELTO"

Altro punto fermo deve rimanere la richiesta di riduzione dei minimi fissati per il passaggio a guidatore bigliettario scelto e quella di adeguamento del premio mensile concesso « in attesa che venga promulgata la legge di autista scelto » agli autisti alcuni anni fa e non rivalutato.

L'accordo Nazionale sulle tabelle rispecchia una situazione nazionale Milano con il suo traffico caotico non può paragonarsi a Palermo o a Brescia. Il guidatore, il bigliettario di Milano è soggetto ad una attività, durante l'orario di lavoro, più intensa e logorante e quindi appare logica la richiesta di dimezzare il periodo necessario per fargli acquisire la qualifica di « scelto ».

L'ENTRATA IN VIGORE DELL'ACCORDO

Ogni accordo, come ogni legge, nasce per modificare una situazione anormale pre-esistente. L'accordo sul regolamento promozioni (quello siglato con I'A.T.M.) prevedeva l'entrata in vigore retroattiva dal 1° maggio 1964. Non è giusto spostare nel tempo tale data poichè questo creerebbe una serie di ingiustizie che vanno dai lavoratori prossimi alla pensione esclusi da eventuali benefici, alla profonda delusione di quanti attendono da anni di vedere riconosciuti i propri meriti.

Queste nella sostanza le basi su cui deve poggiare una democratica regolamentazione delle promozioni, sostanza sulla quale in modo unitario lavoratori e sindacati concordano. Discutere ed approvare un regolamento che partisse da altri presupposti significa non solo tradire le aspettative dei lavoratori ma sottoscrivere un documento anacronistico, superato dai tempi, il cui unico risultato sarebbe quello di rendere più pesante l'eredità di u npassato che purtroppo ancora si trascina.

LUCIANO

leggete PATRIA IL GIORNALE DELLA RESISTENZA

Uno sciopero Nazionale di 24 ore

La CISL, pur non aderendo allo sciopero ha espresso al Ministro dei trosporti la grave situazione esistente nel settore emettendo in proposito il seguente comunicato:

Il Ministro dei Trasporti e dell'Aviazione Civile senatore A. Raffaele Jervolino ha ricevuto nella serata del 9 novembre u.s. il Segretario Generale Lauro Morra e gli altri componenti la Segreteria Nazionale degli Autoferrotranvieri aderenti alla C.I.S.L. accompagnati dal Segretario Confedeiale C.I.S.L onorevole Armato.

I convenuti hanno precisato al Ministro il termine della richiesta, a Lui stesso già indirizzata con precedente lettera in data 7 settembre, e concernente la situazione generale dei Trasporti pubblici urbani, extraurbani, autolinee e ferrovie concesse.

A tale proposito la C.I.S.L. ha sollecitato la costituzione di una Commissione Triangolare presieduta dal Ministro dei Trasporti e da un suo rappresentante e con la partecipazione di esponenti dei Ministeri dell'Interno e del Bilancio, delle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori aderenti alla CISL CGIL e UIL e delle Organizzazioni Imprenditoriali sia pubbliche che private (FenitFedetram - Anac - Intersind).

Detta Commissione ha lo scopo di esaminare l'attuale situazione dei settori di trasporto in concessione in modo da addivenire ad una più efficiente articolazione dei ser vizi sia sotto il profilo giuridico che sotto l'aspetto economico e sociale.

Il Ministro Jervolino ha fatto presente di aver preso in considerazione la richiesta della C.I.S.L. dando il Suo assenso alla costituzione della Commissione previa consultazione con gli altri Dicasteri interessati.

Analoga presa di posizione è stata assunta dal sindacato aderente all'U.I.L.

1) PER IL CONFERIMENTO DI BORSE DI STUDIO PER L'ANNO 1965.66

Il Comitato Esecutivo preposto all'Ufficio Prestiti dell'Azienda Trasporti Municipali di Milano allo scopo di favorire il proseguimento negli studi degli studenti meritevoli figli dei dipendenti, iscritti all'Ufficio Prestiti, mette in concorso per l'anno 1965 le borse di studio sotto indicate : Scuola di istruzione media superiore; Scuole artistiche Università.

Possono partecipare alle borse di studio di cui alle lettere a) e b),gli iscritti al le anno di una delle scuole sopraindicate non ripetenti e che abbiano riportato negli esami di ammissione (sessione estiva) una votazione non inferiore ai 7/10 per il profitto, nonchè gli iscritti agli anni successivi che abbiano riportato nello scrutinio finale dell'anno precedente, senza esami di riparazione, una votazione media non inferiore ai 7/10 per il profitto.

Possono partecipare alle borse di studio di cui alla lettera c) gli iscritti al P anno di una Università che abbiano riportato nell'esame di maturità e di abilitazione (sessione estiva) una votazione non inferiore ai 7/10 per il profitto, nonchè gli iscritti agli anni successivi che abbiano riportato nell'anno precedente per tutti gli esami del corso una votazione media non inferiore ai 24/30.

Le domande indirizzate al Comitato Esecutivo preposto all'Ufficio Prestiti devono essere redatte su apposito modulo e dovranno essere corredate dai seguenti documenti : Stato di famiglia rilasciato dal Comune dove è domiciliato il concorrente. Certificato di iscrizione per l'anno in corso.

1) PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI : certificato degli studi compiuti con riportate le votazioni conseguite nell'ultimo anno nella sessione estiva, con la precisazione che trattasi di studente non ripetente e non vincitore già di altra borsa o premio di studio;

2) PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI: dichiarazione della Facoltà che certifichi : che lo studente è regolarmente in corso, che ha superato tutti gli esami previsti dal piano di studio consigliato dalla Facoltà; le votazioni conseguite, la data e la Facoltà presso la quale sono stati sostenuti gli esami; che lo studente non gode già di altra borsa o premio di studio.

I concorrenti potranno prendere in visione le norme regolamentari presso tutte le Commissioni Interne di Deposito e presso l'Ufficio Prestiti; i moduli per la domanda devono essere ritirati presso l'Ufficio Prestiti.

Le domande devono essere presentate presso l'Ufficio Prestiti A.T.M. in via S. Nicolao, 10 - entro 60 giorni dal presente bando improrogabilmente.

2) PER IL CONFERIMENTO DI PREMI DI STUDIO PER L'AN NO 1965-1966 AI DIPENDENTI STUDENTI

Il Comitato Esecutivo preposto all'Ufficio Prestiti, informa i dipendenti che abbiano effettuato versamenti presso l'Ufficio Prestiti e che siano studenti universitari o di scuole medie superiori, governative o legalmente riconosciute, che dopo l'esame delle domande per le borse di studio di cui al punto 1, il Comitato stesso esaminerà la possibiblità, nell'ambito della disponibilità, di concedere loro per l'anno scolastico 1965-1966, dei premi di studio.

La concessione di tali premi potrà essere accordata: Ai dipendenti che abbiano superato il periodo di prova, che siano studenti universitari e abbiano sostenuto i 3/5 degli esami, previsti dal piano di studio consigliato dalla Facoltà, conseguendo la votazioni media di almeno 21/20;

Ai dipendenti che abbiano superato il periodo di prova, che siano studenti non ripetenti delle scuole medie superiori ed abbiano ottenuto nello scrutinio finale, senza esami di riparazione, una votazione media superiore ai 6/10.

Le domande ed i relativi documenti dovranno essere presentati all'Ufficio Prestiti - Via S. Nicolao, 10 - entro 60 giorni dal presente bando improrogabilmente. Per gli universitari basterà che entro il termine prefissato sia presentata la sola domanda purchè la documentazione sia completata entro e non oltre il 28 febbraio 1966.

SI PUO' VIVERE CON 60.000 LIRE AL MESE

« 93 mila lire al mese per vivere in quattro ». Con questo titolo il « Corriere d'informazione ha riferito sulle risultanze di un sondaggio Doxa fatto pe rconto della Banva d'Italia e dell'IRI. 93 mila lire basterebbero a una famiglia di 4 persone, marito, moglie e due figli, per vivere un mese « senza essere costretta a sacrifici e provazioni ».

« Il Giorno » alcune settimane prima aveva pubblicato un'altra inchiesta dalla quale risultava che alcuni lavoratori, per loro dichiarazione, potevano vivere con 60.000 al mese.

Bene, facciamo i conti di questa famiglia riferendosi sempre naturalmente a valori minimi.

L'affitto mensile per due locali necessari a detta famiglia si può calcolare come media sulle 20.000 ; 3.500 lir e(media IACP) debbono essere spese per il riscaldamento; almeno 3.500 vanno per la luce e il gas; 60.000 lire per il pasto (250 lire a testa per pasto soltanta la prima colazione); 5.000 per i trasporti e... ci rimangono mille lire al mese per vestirsi e calzarsi in quattro.

Ma siccome non si può pensare che una famiglia milanese possa vivere come gli uomini delle caverne e cioè non andare mai al cinema, non bere mai un caffè, non spendere mai una lira per l'istruzione (il solo quotidiano costa 1.500 lire al mese); non avere nè radio nè televisore; non avere mai bisogno di parrucchiere (tutti come i beatles); mantenere i figli analfabeti poichè non si hanno i mezzi di fornirgli di quaderni, matite, libri e dello stesso vestiario necessario per frequentare in modo almeno decente la scuola. La statistica è una scienza e noi non mettiamo in dubbio la vericidità di questa indagine ma ci sorge un dubbio: questa indagine sarà stata condotta in India anzichè nel nostro Paese? Solo così si possono spiegare quelle cifre dato che in India si muore ancora letteralmente di fame.

Ma queste indagini più si esaminano e più appaiono come il frutto della linea Carli-Colombo; esse sono fatte per dimostrare a chi ha la pancia ed il portafoglio pieno che si può ancora far tirare la cinghia al lavoratore ed ai tranvieri in particolare che (con gli assegni familiari superano tutti le fatidiche 93.000 al mese.

La Segreteria della CGIL ha esaminato il comportamento della delegazione eletta dal C.D. Confederale che ha partecipato al VI Congresso della F.S.M.

I fatti nuovi verificatisi a Varsavia, la convergenza realizzata attorno a numerose posizioni sostenute non da oggi dalla CGIL e ribadite anche alla tribuna del Congresso, sono il frutto di un impegno unitario maturato nel tempo e sostenuto con fermezza in tutte le istanze della FSM fino al VI Congresso sindacale mondiale.

La Segreteria Confederale sottolinea più che mai la necessità, unanimemente affermata dal C.D., che la iniziativa internazionale della CGIL, ferme restando le opinioni esistenti circa l'affiliazione alla FSM, si sviluppi autonomamente nel modo più ricco e articolato, in direzione dei paesi capitalistici, socialisti e del Terzo mondo.

Relativamente ai paesi dell'Europa

Occidentale e alla politica regionale in questa zona del mondo, occorre partire dalla larga convergenza manifestatasi a Varsavia con la CGT nel giudizio sulla situazione esistente in Europa e sulla sostanziale analogia dei problemi che i sindacati devono affrontare nei vari paesi.

La politica salariale, la riduzione degli orari di lavoro, la difesa dei diritti sindacali e del potere contrattuale dei lavoratori quasi ovunque insidiati dalla politica dei redditi e dalle nuove forme di organizzazione del lavoro, costituiscono materie di studio, di elaborazione, di lotta non solo in Italia e in Francia, ma nella R.T.F., in Gran Bretagna, nel Belgio, ecc. In un franco confronto fra le rispettive posizioni, partendo dall'interesse oggettivo dei lavoratori deve essere possibile superare gli ostacoli che si frappongono a un'intesa, confidando sul realismo delle

organizzazioni sindacali dell'Europa sui fermenti unitari che già in molte di esse sono presenti. La decisione di istituire un comitato sindacale permanente fra CGIL e CGT — che non limita in alcuna misura l'autonoma attività internazionale di ciascuna cetnrale — consentirà di elaborare insieme contenuti e forme di una iniziativa unitaria con carattere di continuità verso le altre organi77a7ioni dell' Europa Occidentale.

L'iniziativa sindacale della CGIL si manifesterà nei prossimi mesi anche con una serie di incontri già programmati o in via di programmazione con le centrali di numerosi paesi socialisti, per discussioni nelle quali — come è già stato richiesto dalle suddette centrali — si esaminino apertamente i problemi della palitica sindacale della CGIL e quelli che si presentano in paesi a diversa struttura sociale, dove lo sviluppo del processo di industrializzazione, pone i sindacati di fronte a situazioni e compiti nuovi.

Anche in direzione delle organizzazioni esistenti nei paesi che hanno di recente conquistato la loro indipendenza, specie in quelli africani del bacino Mediterraneo, al CGIL svolgerà autonomamente la propria iniziativa allo scopo di collegare più che per il passato la lotta contro il potere monopolistico che si esercita nei paesi industrializzati dell'Europa Occidentale con quella contro il neocolonialismo.

La Segreteria confederale, lasciando al C.D. i giudizi e le decisioni successive, è convinta che una politica internazionale così articolata può collocare la CGIL in una posizione positiva, come fattore non secondario di direzione dell'unità fra tutte le forze sindacali esistenti. - Roma, 6 novembre 1965

IL SEGRETARIO Mapelli rag. Pietro IL PRESIDENTE DEL COM. ESEC. Dr. Prof. Achille Benetti Genolini Milano, 15 novembre 1965

E' certo che il « Corriere » ed « Il Giorno » hanno preso i lavoratori come dei minchioni incapaci di trarre le dovute conseguenze dalle interessate statistiche che gli si è voluto propinare.

SITUAZIONE ATM

La posizione delle ACLI

La posizione delle ACLI milanesi espressa in modo chiaro sul n. 46 del « Giornale dei lavoratori » è in palese contrasto con gli indirizzi della C.A. dell'ATM e del Comune che fino a ieri ha limitato la sua azione al negativo aumento delle tariffe ed oggi, alla ricerca delle possibili economie aziendali (non escluso il ridimensionamento, dell'azienda) i cui risultati, anche se pesanti per i tranvieri, sono ben lungi dal poter risolvere la crisi. Così scrive il giornale delle ACLI: « A nostro parere la soluzione và ricercata per le seguente vie:

1) definire un programma di investimenti nel settore dei trasporti che comprenda un arco di quattro-cinque anni e che tenda: completare il finanziamento delle opere del settore già realizzate al 70-80%; dare consistenza a una rete metropolitana (linea 1 e linea 2 almeno); orientare le nuove zone di insediamenti residenziali. In proposito è indispensabile concordare il programma di investimento nel settore dei trasporti con un piano urbanistico cittadino e interurbano.

2) riorganizzare sul piano tecnico e sul piano amministrativo l'ATM

incominciando ad attuare una razionalizzazione della gestione con il controllo dei costi e dell'efficienza dei diversi settori; realizzare in concreto una politica unitaria dei trasporti coordinando le iniziative dell'A.T.M., della M.M. e delle altre aziende operanti nel settore; rivedere l'attuale politica tariffaria in modo da incoraggiare l'utenza del servizio pubblico, persiasi che è l'unica via, quella del trasporto pubblico, che può decentemente risolvere il problema del traffico cittadino.

L'articolista, prende poi in esame il finanziametno dell'ATM e invita « l'Amministrazione Comunale a fare carico ai deputati milanesi di studiare una proposta di legge tale che consenta di destinare parte dei proventi fiscali detsinati allo Stato e prelevati nei settori interessati alla motorizzazione, alle aziende di trasporti municipali ».

Come si veed anche la posizione delle ACLI che rappresentano una notevole parte del movimento operaio cattolico, non è nella sostanza differente da quella più volte espressa dai sindacati di categoria, dai partiti di sinistra e da autorevoli personalità e studiosi dei trasporti. P.

2 - VOCI DELL'A.T.IL
Una lodevole iniziativa della Cassa Prestiti
La CGI L sui risultati del VI Congr. F.S.M.

Nuova presa di posizione dell'ANPI

LA GUERRA NEL VIETNAM DEVE CESSARE

LA LETTERA DELLA PRESIDENZA DELL'ANPI AL PRESIDENTE D E L CONSIGLIO DEI MINISTRI

Signor Presidente, nella sua recente riunione il Comitato Nazionale dell'Associazione che ho l'onore di presiedere, tra i problemi in esame, ha ritenuto di sottolinearne uno in modo particolare.

Constatato che la guerra sanguinosa che si conduce nel Vietnam, da lungo •tempo ormai, presso la opinione pubblica è ridotta, nelle notizie giornalistiche in generale ad un mero fatto di cronaca, spesso in second'ordine nei confronti di quella che si definisce cronaca nera,

L' appello dei mutilati ed invalidi di guerra

L'APPELLO DELL'ANMIG

ITALIANI!

i mutilati e gli invalidi di tutte le guerre, lorogati dal sacrificio compiuto per la collettività nazionale, si raccolgono oggi 4 novembre avanti alle sacre are per memore omaggio ai fratelli Caduti sul campo, ma non vogliono confondersi colle celebrazioni ufficiali che per essi hanno perso ogni significato, poichè tutto del loro sacrificio è stato dimenticato.

ITALIANI!

mentre si trova il denaro per soddisfare le più svariate richieste si nega con pretesti di impotenza finanziaria l'adeguamento delle pensioni di guerra a coloro che, duramente colpiti nel corpo e nello spirito, furono i maggiori artefici dei beni comuni.

Protestando quindi contro l'immeritato abbandono gli invalidi di guerra italiani si appartano dalle commemorazioni puramente retoriche della Vttoria che hanno considerato, e considerano, loro patrimonio ideale da tramandare immacolato alle nuove generazioni.

ITALIANI!

I mutilati e gli invalidi di guerra, che spesso vengono definiti figli prediletti della Nazione, debbono, purtroppo, con statare con profonda amarezza che l'oblio, facile soprattutto in chi non ha conosciuto i disagi e i rischi della trincea e della deportazione, continua a misconoscere l'olocausto dei Caduti e il sacrificio dei superstiti.

Ed è per questo che i 400.000 invalidi di guerra italiani, stretti attorno ai vessilli della loro Associazione, rievocano con cuore di vecchi combattenti la data gloriosa del 4 novembre 1918, ma chiedono al popolo italiano di unirsi a loro per sollecitare al Governo e al Parlamento un pronto, giusto e doveroso adeguamento delle pensioni di guerra.

Per degnamente celebrare Vittorio Veneto si impone un atto di giustizia.

il Comitato Centrale

come se colà lo stillicidio di morti non continuasse giorno dopo giorno avvicinandosi sempre più a cifre che, rapportate all'ambiente, rappresentano indici di quasi genocidio per quelle popolazioni, trova quanto meno preoccupante questo fenomeno d'indifferentismo che riteniamo non corrisponda al vero stato d'animo delle nostre popoalzioni che con generosità e sacrificio hanno sofferto e lottato per la libertà del nostro Paese.

La guerra nel Vietnam non può essere affidata alle sole cure del trascorrere nel tempo. I morti, gli invalidi, la disperazione delle famiglie distrutte di quel popolo non devono mostruosamente aumentare p e r giungere ad una soluzione di pace. Nello stesso tempo anche i Caduti americani vanno assommati allo spietato tributo di sangue che quella guerra esige tanto che, negli stessi ambienti d'America, se ne avverte il malessere per il disagio determinato da una politica di presunto prestigio incapace di sboccare ad una soluzione che renda omaggio alla dignità dei popoli d'essere liberi e indipendenti.

Non vi può essere tranquillità e serenità in nessun popolo del mondo quando si sa che una guerra, come quella del Vietnam, sviluppa e potenzia l'industria bellica in netto contra-

4 NOVEMBRE

Celebrato all' A. T. M.

della vittoria

Il 4 novembre 1965 è stato ricordato come sempre nel cortile della Direzione A.T.M. Addobbato riccamente, spiccava il manifesto della Combattenti e Reduci, e le bandiere delle associazioni Combattentistiche, e partigian.e Abbiamo notato la scarsità dei presenti, causa del malcontento generale per la testardaggine del Governo verso i 40.000 Invalidi, e i vecchi della guerra 1915-'18. I mutilati menomati dell'ottanta per cento percepiscono una Pensione di L. 23.580, i menomati del trenta per cento lire 5.292. Abbiamo notato la presenza di tutte le Autorità Aziendali e Comunali ing. Giambelli il pres. della Comm. Amministratrice prof. Dagnino, il direttore generale A.T.M. ing. Alferini, ing. Minoni, dott. Riboni e altri. Al termine della S. Messa davanti alle lapidi dei caduti di tutte le guerre che ricorda i 192 caduti nella guerra 19915-18, i 186 caduti nella guerra 1940-'45 e i 44 caduti partigiani.Dopo la benedizione del Padre

Adler il presidente della C.A. prof. Dagnino a consegnato ì diploma con medaglie d'Oro al pres. della Mutilati rag. Chiarandini, al pres. della Combattenti Conca.

Conca ha poi pronunciato brevi parole di circostanza sottolineando il significato della cerimonia, ed esaltando il Ventennale della Resistenza. Il pres. della Combattenti ha consegnato il distintivo d'Oro al Commilitone e socio ing. Alferini. Anche il prof. Dagnino a pronunciato poche parole di circostanza.

A cerimonia terminata i partecipanti si sono recati come sempre alla lapide dei Partigiani nel cortile del Circolo Ricreativo A.T.M. (Porta Romana). Un altra cerimonia è stata fatta alla lapide dei Caduti della guerra nel locale circolo famigliare (Conca Fallata) ove è stata deposta una corona d'alloro.

Come sempre il pranzo è stato consumato al circolo famigliare della Barona in Via Modica. Dato il carattere della cerimonia, carattere unitario di tutti i Combattenti, si prevedeva una maggiore partecipazione degli Associati. Ma come abbiamo detto la scarsità va attribuita alla protesta per le mancate misure del Governo che da decenni prende in giro sia i combattenti che i mutilati.

Al Circolo familiare della Barona, dopo il pranzo il presidente dell'Associazione Combattenti ha con brevi parole ricordato questa data solenne ed augurato a tutti di rivedersi in salute nel 1966. Anche il presidente dell'ANPI Maitan ha pronunciato brevi parole dopo di che Crippa, responsabile dei pensionati, ha proposto il seguente o.d.g. da inviare al Governo:

I Combattenti ed i partigiani dell'ATM riunitisi il 4 novembre per celebrare la vittoria della guerra 1915-'18, protestano energicamente verso il Governo che non ha mantenuto fede alla promessa fatta a Roma, in occasione del Centenario dell'Unità d'Italia, davanti alle bandiere delle associazioni combattentistiche provenienti da tutta Italia, alla presenza del Presidente della Repubblica. Nel corso di quella cerimonia austera e solenne il Ministro Andreotti ha promesso ai vecchi combattenti una pensione di 5.000 mensili. Chiediamo che vengano approvati i progetti-legge relativi non solo alla pensione di L. 5.000, che il Capo dello Stato firmi il Decreto Legge per la rivalutazione del biennio di guerra; che venga finalmente rico: nosciuta l'indennità del soldato di leva (legge del lontano 1918).

Infine i pensionati combattenti chiedono che la Direzione dell'ATM conceda ad essi l'estensione al Servizio della Metropolitana della validità della tessera di libera circolazione.

sto con tutte le conferenze internazionali che si tengoon per giungere al disarmo, così come appare irridente il patto sottoscritto da quasi tutte le nazioni del mondo, meno poche, di non moltiplicare gli esperimenti atomici.

Partendo da queste considerazioni, il Comitato Nazionale sempre decisamente convinto che il ricorso alle armi, in questa era di entusiasmante e sorprendente sviluppo tecnico e scientifico, sia pleonastico ed assurdo, ritiene di richiamare la Sua attenzione, e quella del governo che Lei presiede, sul tragico problema che insanguina l'Indonesia addensando la lugubre sommatoria di lutti, certo che si vogliano trovare iniziative idonee a giungere, al più presto, ad un accordo di Pace che non può trascurare gli accordi di Ginevra oggi ridotti ad essere dei soli pezzi di carta.

L'Italia della Resistenza compirebbe così degnamente il suo dovere dimostrando di rimanere fedele agli ideali che le hanno permesso di ricostituirsi a nazione libera e democratica. Confidando nel cortese accoglimento di questa sollecitazione, dettata dai sentimenti che nel passato ci fecero combattenti del Corpo Volontari della Libertà, la preghiamo di accogliere i nostri distinti saluti on. Arrigo Boldrini)

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Vietnam del sud - Due madri tentano di proteggere i loro figli durante un'attacco delle truppe americane,

La lettera del Presidente della acquista oggi maggior valore per la notizia diffusa nel mondo secondo la quale gli U.S.A. rifiutarono negoziati di pace con il Vietnam democratico su una base approvata dallo stesso segretario dell'O.N.U.

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FACILITAZIONI PER I DIPENDENTI DELL'ATM

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La pagina della Resistenza - 3 VOCI rELL'A.T.M.
l'anniversario

Trattenute liquidazione

I tranvieri percepiscono un trattamento assurdo

Nello scorso numero di « Voci dell'ATM » si è ampiamente documentata la situazione relativa al trattamento economico in atto all'ATM.

Per completare la valutazione del trattamento economico prendiamo in esame anche l'indennità di fine lavoro, in quanto anche questa concorre ha determinare il trattamento economico complessivo dei dipendenti.

L'indennità di anzianità percepita da un impiegato dall'ATM è una miseria nei confronti di quella percepita dagli altri lavoratori.

MISURA DELL'INDENNITA' DI LIQUIDAZIONE IN ATTO

N. mensilità di retribuzione corrisposte per ogni anno di servizio

TABELLA N. 1

Retribuzione tassabile : Retribuzione lorda detratto i contributi previdenziali e assicurativi.

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31 46,50 31 16,25 40 60 40 22

Ai dipendenti dell'A.T.M. oltre ad una indennità di fine lavoro inferiore nulla compete se lasciano l'Azienda per dimissioni. Se licenziati, per inidoneità a svolgere le mansioni della propria qualifica, percepiscono una indennità liquidata solo su una parte della retribuzione e che comunque non può essere superiore a 12 mensilità.

Per completare il quadro negativo in materia di indennità di pensionamento a danno dei dipendenti della

A.T.M. bisogna precisare che essi sono soggetti ad una tassazione «speciale» di gran lunga superiore a quella che sopportano tutti gli altri lavoratori italiani.

Per documentare questa strana assurda realtà riassumiamo in forma sintetica le norme di legge che disciplinano le trattenute per Ricchezza Mobile e Complementare.

Vedi tabella N. I

La complementare : escluso le prime L. 80,000 si applica in misura fissa : 1,725%.

Per l'indennità di anzianità e previdenza la quota esente è di L. 40.000 per ogni anno di anzianità.

La validità dello specchio soprariportato un dipendente dell'A.T.M. lo può constatare controllando il proprio listino paga.

LISTINO PAGA « A.T.M. »

Totale competenze L. 124.319Trattenute previdenza e assicurative

L. 9.818 - Imponibile L. 114.501Totale trattenute per RM e Complementare L. 6.409. Tabella riassuntiva

Imponibile 114.501 - quota esente

L. 20.000 - quota tassabile L. 94.501

prime successive L. 60.000 successive L. 34.501

Totale trattenute (come da listino) al 4,40% . . . .

TABELLA N. 2

Commercio e Industria

Quota esente per ogni anno di servizio (L. 40.000 x 24) L. 960.000

Quota tassab. (1.642.875-960.000) L. 682.875

Complementare (682.875x1.725%) L. 11.780

R.M. (primo scaglione tassazione 60.000x24 =1.440.000) quota tassabile L. 682.875x4,40% L. 27.315

La congiuntura dei padroni

A. T. M. (1)

Coplementare L. 27.270 R. M. L. 196.750 Totale trattenute L. 224.020 (1) Dal foglio Liquidazione AT M - relativo al sig. Morlacchi Mario - pensionato il 1-8-65 per grave inidoneità fisica.

l'ingiustificato aumento del gas

I rappresentanti del Comune avvallano la richiesta

La Commissione Consultiva del Comitato Prezzi ha accettato la sconcertante richiesta di un'aumento del prezzo del gas, presentata dalla Edison, tendente unicamente a far realizzare ulteriori profitti alla Edison. Questa decisione attuata grazie al voto determinante dei due rappresentanti del Comune, è la chiara dimostrazione della possibilità che ha la destra economica di attuare la sua politica, trovando appoggio e comprensione anche negli stessi uomini che sono preposti a portare avanti ed attuare quella politica di piano e di rinnovamento dalla quale il Centro Sinistra trova ragion d'essere. Nel 1960 il Consiglio Comunale a conclusione di una vasta azione intrapresa dagli utenti, ha deliberato di municipalizzare sia l'erogazione che gli impianti della Edison-gas. A seguito di questa delibera, in sede di procedura arbitrale per determinare l'indennità del riscatto, la Edison ha dichiarato di aver conseguito un altissimo profitto tanto che fu riconosciuto « a titolo di solo mancato, profitto » in caso di municipalizzazione, un'indenizzo di quasi 5 miliardi.

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Vetta

I sindacati in quella occasione ricevettero assicurazione da parte dell'assessore Meda di una ferma opposizione all'aumento del Comune di Milano.

Il 29 ottobre si è riunita la Commissione Consultiva prezzi (di cui fanno parte rappresentanti delle categorie economiche, dei sindacati, dei consumatori e del Comune) la quale ha deciso a maggioranza 12 voti favorevoli su 21 presenti - e con il voto determinante dei due rappresentanti del Comune di proporre l'aumento del gas di L. 5,50 al m' e cioè di regalare alla Edison qualche cosa come 1 miliardo e 400 milioni che, naturalmente, verranno sottratti agli utenti in omaggio alla congiuntura economica.

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Per quanto concerne invece le trattenute sull'indennità di anzianità e previdenza la situazione risulta dal sottoriportato specchietto.

Per una indennità di anzianità del valore di L. 1.642.875, maturata per anni 24 di servizio si hanno due trattamenti:

Vedi tabella N. 2

I tranvieri non meritano proprio tale trattamento speciale in materia di tributi data la loro già misera indennità di anzianità e previdenza.

PEDROTTI ANTONIO

Il Sindacato Nazionale Autoferrotranvieri aderente alla CGIL ci risulta abbia già interessato i suoi parlamentari per risolvere a livello ministeriale detta sperequazione nell'applicazione delle trattenute di legge sulla liquidazione. Analogo passo sembra anche sia stato compiuto dalla FEDETRAM a nome delle Aziende le quali, per accordo, si sobbarcano l'onere del 4,80% delle trattenute che viene rimborsato al dipendente.

Queste iniziative ad alto livello non escludono che anche un singolo lavoratore possa far causa all'A.T.M. (e per essa allo Stato) rivendicando le agevolazioni e le esenzioni in atto per i lavoratori delle altre categorie.

Oggi la Edison ha avanzato la richiesta di un aumento di 6,55 lire al m' (quasi il 20%) giustificandolo con l'aumentato costo della mano d'opera. I sindacati, unitamente alle sinistre, hanno contestato la validità delle ragioni adottate dalla Edison dimostrano : l'aumentato costo dovuto agli aumenti salariali incide L. 1,90% al m' e non a 6 lire e 55 centesimi; la Edison aveva già recuperato gli oneri dovuti al personale con il « ritocco » del noleggio dei contatori che è costato ben 3,30 lire al m> di aumento agli utenti.

La Edison gas ha denunciato nel '60 alti profitti e che da quell'anno essa ha registrato unulteriore aumento del consumo e •pertanto degli utili. I prezzi da essa praticati sono fra i più cari d'Italia.

La decisione è tanto più grave in quanto uno dei rappresentanti in seno al Comitato è l'assessore alle Municipalizzate Migliori il quale, per il mandato ricevuto nel 1960 doveva essere uno dei maggiori interessati, alla municipalizzazione della Edison Gas, municipalizzazione, che grazie all'aumento da essi proposto, diverrà notevolmente più onerosa. Come lavoratori di un'azienda municipalizzata, di fronte a queste prese di posizione, non ci si può esimere dal chiederci quale politica di sviluppo delle municipalizzate potrà portare avanti il Comune se l'assessore preposto non esita a votare, contro il parere espresso dallo stesso suo partito, a favore del monopolio e contro gli interessi del Comune e dei cittadini.

E' anche per le mancate scelte degli uomini, come l'assessore Migliori e l'ex assessore Malgrati, facenti parte delle passate giunte, che il problema dei trasporfì e quindi dell'ATM è di anno in anno degenerato fino ad entrare nell'attuale fase di crisi acuta che, grazie sempre a certi uomini e concetti del passato, si cerca di superare ricorrendo a drastiche economie ed ignorando ancora le vere cause della crisi del trasporto e quindi le misure atte a superarle.

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4 - VOCI DELL'A.T.M.

I TRANVIERI NON SONO DEI PRIVILEGIATI

Sotto la pressione dei profondi sconvolgimenti tecnici, economici, demografici manifestatesi nell'ultimo decennio e per l'assoluta inerzia del Governo la crisi del trasporto di massa è esplosa.

La politica del Governo ha causato l'attuale groviglio di contraddizioni lasciando mano libera ai monopoli e agli speculatori. La mancata attuazione dell'Ente Regione ha accentuato la rottura del precario equilibrio del trasporto di massa anche in campo tecnico-strutturale.

Nelle città capoluogo non si è ormai lontani dalla paralisi. 11 trasporto di massa è sempre più soffocato dal traffico e i bilanci delle aziende denunciano passivi che danno le vertigini, nel contempo le tariffe diventano sempre più elevate, gli utenti diminuiscono e un numero crescente di cittadini, quelli respinti dalla città nei quartieri dormitori dell'estrema periferia, non sono serviti dai mezzi di trasporto.

Nell'ultimo decennio il numero dei passeggeri nelle 41 aziende delle città capoluogo sono diminuiti del 7%, anzichè di aumentare del 100% come previsto.

Il passivo di solo 24 aziende è passato dai 16 miliardi dell'anno 1960 ai 120 miliardi attuali.

I profittatori, i tecnici del monopolio e i propagandisti della Confindustria, con una grossolana mistificazione, sostengono che causa principale della crisi è l'elevato costo del lavoro.

Essi, ricalcando i temi del passato, gridano: « I tranvieri sono dei privilegiati, pertanto non bisogna concedergli nemmeno una lira di aumento ».

« Per ridurre i costi del lavoro bisogna diminuire il numero dei tranvieri occupati ».

Limitiamoci a documentare, in sintesi, che i tranvieri milanesi non sono dei privilegiati.

HANNO IL PIU' ELEVATO GRADO DI RENDIMENTO

Per trasportare un milione di passeggeri i dipendenti occupati sono: 11,80 a Milano; 12,35 a Napoli; 13,75 a Genova; 16,94 a Parigi; 23,30 a Londra; 30,85 a Copenaghen (an no 1962).

SVOLGONO UN LAVORO CHE PROCURA UNA NOTEVOLE USURA FISICA

Indice morbilità: 83,17% A.T.M.71,22% altre categorie (dati 1962).

SVOLGONO UN LAVORO DI GRANDE RESPONSABILITA' E

RISCHIO

I sinistri nell'ATM sono passati dai 3.618 del 1951, ai 13.177 del 1962.

HANNO LE RETRIBUZIONI PIU' BASSE

A titolo di confronto citiamo quelle di fatto percepite dai bigliettari

a) RISPETTO AI DEL COMUNE DIPENDENTI

Qualifica Minimo Massimo

Bigliettario 93.184 118.438

Vigile Urbano 96.392 132.059

Agente Imposte di Consumo 89,656 125.323

Controllore acqua

potabile 91.902 127.569

Ag. pol. veterinaria (accalappiacani) 85.163 120.833 (I dipendenti comunali possono raggiungere il massimo di paga dopo quattro anni, i bigliettari dopo 16 anni).

b) RISPETTO ALLE ALTRE MUNICIPALIZZATE (Retribuzione mensile al netto delle ritenute del bigliettario)

MAGGIOR ONERI ASSICURATIVI

Per l'assicurazione malattia versa un contributo inferiore.

Dal 1961 l'ATM versa il 16,80. Nelto equivalente agli altri settori.

Per la previdenza ha un contributo equivalente agli altri settori. Nello stesso periodo l'industria ha versato un contributo che varia dal 15,05% al 21,25%. La quota a carico dei lavoratori è quasi identica: ATM 5,80 altri 6%.

L'ATM NON E' GRAVATA DA MAGGIOR ONERI PER AVERE IN SERVIZIO PERSONALE CON RIDOTTE CAPACITA' FISICHE

Il numero di detto personale è inferiore a quello imposto dalle leggi sull'assunzione obbligatoria degli invalidi e mutilati.

I TRANVIERI NON HANNO LA STABILITA' D'IMPIEGO

I lavoratori dell'ATM hanno i licenziamenti individuali e collettivi regolati da norme di legge, che tutelano solo in parte il lavoratore essendo norme del 1931 (fasciste), in-

fatti:

nel periodo 960-964, in media, ogni anno hanno lasciato l'ATM n. 178 lavoratori per raggiunti limiti di età e 329 per altri motivi, precisamente: 218 per licenziamenti o dimissioni; 68 per invalidità e 43 per morte.

Per ridimensionare la errata convinzione che i tranvieri hanno pensioni favolose bisogna sottolineare che essi hanno quanto gli compete in riferimento ai contributi versati. Mai nessuno ha contribuito per dare ai tranvieri una lira di più di pensione.

La meraviglia o lo scandalo, pertanto, consiste nel fatto che l'INPS, pur ricevendo contributi equivalenti, liquida pensioni inferiori.

Il fondo Pensioni dei Tranvieri non compie miracoli, si limita a fare della corretta amministrazione.

Il valore mensile delle pensioni liquidate nel 1965 è di lire : 68.00 (manovali); 95.000 (bigliettari); 116.000 (controllori).

Le vecchie pensioni per dette qualifiche partono del valore di lire : 52.000 - 56.00 - 72.000.

ECONOMIE Ancora sulle nostre officine

Caro direttore, eccomi all'appuntamento con i dati che dimostrano che il problema delle officine ATM non esiste o quanto meno esiste in senso inverso.

La Giunta di centro-destra che nel 1951 si era impossessata, secondo i risultati elettorali, del comune di Milano, nel 1953-54 dispose che 20 vetture fossero mandate in ditte esterne per la revisione generale.

Ciò avvenne dopo una forsennata campagna di giornali borghesi che indicavano come causa dei guai economici dell'azienda, l'alto costo della manutenzione delle vetture in rispetto all'iniziativa privata. Ma la verità era un'altra. I liberali e ladestra economica non sazi dei miliardi che gli regalava la legge 1221 del 2-8-1952, volevano umiliare la Municipalizzata. Questo anche perchè il mancato scatto della legge truffa, nel 1953 aveva procurato una forte delusione e una volontà di rivincita nella destra economica.

Così iniziò all'esterno la revisione delle vetture a carrello.

Alla sesta vettura risultò che dalle L. 1.800.000 che costava la revisione in officina, si era passati ai 3 milioni.

Ciò procurò un forte sbandamento nei sostenitori, anche all'interno dell'azienda, dell'iniziativa privata e venne deciso il rientro dei lavori in officina.

Questo fu il tipico esempio della forte preparazione delle, nostre maestranze in particolare nei lavori a carattere artigianali, perchè tale era ed è nella parte maggiore il lavoro della revisione anche in conseguenza della disparità delle vetture anche se di uguale modello.

Nello stesso tempo esaminando le realtà risultava che il gruppo di lavoratori dell' azienda staccati alla RETAM affinchè essa si organizzasse, venivano ad essere retribuiti con quasi L. 20.000 di più al mese.

Anche questo dimostrava la falsità dei giornali che indicavano la Municipalizzata come l'isola del ben godi dei lavoratori perchè prendevano salari superiori a quelli concessi dalla iniziativa privata.

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Dopo la seconda affermazione della destra economica clericale al Comune di Milano l'attacco venne silenzioso e senza raffronto dei costi e si iniziò lo sfollamento dell'officina e la destinazione dei lavoratori all'esterno.

Con i fatti del luglio del 1960 ed il ritorno della manata sulla spalla da parte di chi sosteneva fino al giorno prima dei fatti la destra economica, si ebbe un periodo favorevole di azione in difesa della Municipalizzata.

I fatti di Genova avevano procurato un tale spavento ai padroni del Vapore che ne approfittarono cola ro che per tanti anni avevano da vuto segnare il passo.

Ed anche all'officina venne questa nuova ondata del vento del Nord!

Si ebbe l'ammodernamento di alcuni mezzi di produzione e l'inizio dei lavori per le linee celeri dell'Adda.

Il primo, con un lotto di fatturato comparativo all'esterno fece risparmiare, in cifre assolute quasi un milione su un fatturato esterno di 30 milioni.

Dicevo in cifre perchè nella realtà l'economia fu molto più elevata. Infatti per eseguire quei lavori non venne assunta mano d'opera nuova, mentre il costo della stessa venne tutto caricato sul fatturato in competizione.

Se si pensa che il costo della mano d'opera incise per il 15% sulla spesa totale e che la stessa spesa, l'azienda avrebbe dovuto sopportare anche se le lavorazioni fossero state eseguite ancora all'esterno, viene evidente quale sia stata in pratica la reale economia dell'azienda.

Il rifacimento completo dei treni per le linee dell'Adda erano e sono un ulteriore motivo di orgoglio dell'officina tutta. Però, la destra economica, che si, era disorientata con i fatti di Genova piano piano si riorganizza e ritorna all'attacco.

Ancora una volta la classe lavoratrice non ha saputo sfruttare fino in fondo la situazione. E questa mancanza si sente anche all'officina.

I lavori delle linee dell'Adda bloccati. Il ritorno dei ragionamenti dei costi come nei tempi più scuri dell'amministrazione di destra, hanno creato un vuoto di lavoro all'officina. Ma il lavoro potenzialmente esiste! Si vuole giustificare lo svecchiamento in atto e nel contempo si vuole,- nelle intenzioni di alcuni inesperti dell'azienda, aumentare lo sfruttamento del personale. Questa è la situazione dell'officina che se non è giunta alla smobilitazione della stessa ha di fatto bloccato lo sviluppo che si prevedeva anche in considerazione dei lavori della Metropolitana.

Il sg. Tino Lanzani, emerito esponente del ceto medio ben pensante, ha scritto al Corriere dei Crespi la segunte lettera che riteniamo meriti tutta la nostra attenzione: «Gli scioperi, il disservizio ed il deficit dell'ATM sono malattie croniche che affliggono da vent'anni i cittadini milanesi - scrive il sig Tino Lanzani. Dato che il popolo paga, perchè il comune non indice un referendum popolare sull'ATM, con scheda ben chiara questi sono gli stipendi che percepiscono le varie categorie dell'ATM, questo è il deficit attuale, per accettare le nuove richieste del personale e sanare il deficit di tutto il bilancio odierno occorre portare il biglietto a cento lire o più (come risulterà da un facile calcolo contabile) e così via?

Cittadini rispondete a questo referendum, mettete nelle urne comunali il vostro sr o il vosto no. Non pensate che un referendum del genere chiarirebbe le idee ai milanesi?».

Egregio sig. Lanzani certo Lei si stupirà ad apprendere che non solo il Corriere ma anche i tranvieri concordano con la Sua interessante proposta.

Noi abbiamo sempre apprezzato ogni azione tendente ad estendere questa benedetta democrazia ed è logico che accogliamo la Sua originale proposta che mira addirittura ad indire un referendum per decidere se accogliere o meno una richiesta sindacale. E' vero che è sempre il popolo, il povero Pantalone che paga ed è giusto che una buona volta gli sia concesso il diritto di intervenire in modo diretto e plebiscitario di decidere se e come deve essere speso il denaro pubblico.

Facciamo, dunque, questo referendum, noi tranvieri non abbiamo ti-

more di affrontare l'opinione pubblica, Lei compreso, porgli i nostri problemi ed assogettarsi al suo giudizio.

Ma la democrazia non può intendersi se non in una forma di consultazione ampia e a tutti i livelli per il caso specifico citato da Lei) di tutto ciò che direttamente o indirettamente incide sulla nostra borsa. E' giusto decidere sulla paga dei tranvieri come è giusto decidere il prezzo degli affitti esosi, i prezzi della verdura, della carne, dei vestiti, del gas ecc.

A proposito del gas, sig. Lanzani non ha seguito sulla stampa l'ingiustificato aumento di L. 5,50 al m' richiesto dalla Edison ed approvato, contro il parere della Giunta, anche dall'Assessore alle municipalizzate? Vale la pena anche per questa questione indire un referendum.

Che dire poi del fatto che i generi alimentari (e non solo quelli) diminuiscono all'ingrosso ed aumentano al minuto? Sarebbe un'errore lasciar fuori i recenti aumenti delle Poste, del treno e dello stesso tram che avendo causato un'ulteriore riduzione dell'utenza, si è risolto in un maggior onere solo per quei poveri cristi che proprio non possono farne a meno del mezzo pubblico.

Tutti questi problemi, tutto quanto oggi porta ad una lievitazione dei prezzi ed a un ristagno dei nostri guadagni dovrebbe essere sottoposto a referendum. E' in questa luce che noi non solo siamo d'accordo con Lei ma anzi sollecitiamo che tale consultazione avvenga anche prima del periodo stabilito. Perchè se Lei non lo sa o non se n'è mai reso conto un referendum simile c'è in Italia dal 1946 ed esso si chiama ELEZIONI.

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La crisi del trasporto di massa LICENZIARE

La crisi del trasporto di massa ha assunto proporzioni allarmanti e di carattere permanente per motivi storici, in relazione alle conquiste della tecnica nel campo dei mezzi di locomozione, e per cause politiche.

Per affrontare la crisi nei suoi aspetti storici la collettività nazionale dovrebbe destinare mezzi finanziari imponenti per la trastormazione strutturale dei servizi. Lo scorzo finanziario non dovrebbe essere inferiore a quello che attualmente viene sostenuto per la costruzione dí autostrade.

Per arrivare a soluzione la crisi nei suoi aspetti politici bisogna, in modo pregiudiziale, battere la posizione della Democrazia Cristiana che è contraria al rispetto della legge dello Stato « LA COSTITUZIONE », per quanto concerne la costituzione delle Regioni.

Il trasporto di massa deve trovare il suo coordinamento in sede Regionale e non in Sede Comunale e deve inoltre essere considerato dal Piano di Sviluppo dell'Economia (Pierracini) di carattere prioritario e non secondario.

Oltre che da questi componenti la crisi è il risultato della linea politica sin qui seguita dai Governi per agevolare la politica economica dei monopoli orientata dallo sviluppo indiscriminato del trasporto individuale.

Questa subordinazione a lmonopolio ha creato il caos nel campo della viabilità.

La mancanza di piani urbanistici ha determinato inoltre lo sviluppo mostruoso della città, causando il fenomeno dell'indegna speculazione sulle aree fabbricabili l'impossibilità al trasporto di massa di assolvere ai suoi compiti.

Per i « tecnici » quelli che godono la stima del Corriere, questi fattori di fondo non hanno rilevanza, per essi la componente principale che determina la crisi è l'onere del personale che incide sul costo in modo esorbitante.

Detta incidenza è dovuta, per essi, non alla struttura dei servizi, ma alle deficienze delle aziende pubbliche, che sono mal amministrate, mal goveniate, con l'aggravante di avere dei dipendenti che hanno uno scarso rendimento (eufonismo usato per non dire: « lazzaroni », in conseguenza della stabilità di impiego di cui godono.

Per i nostri « tecnici », limitando l'esame alla nostra azienda : l'ATM è una grande ammalata, (nella realtà è invece l'azienda più efficiente del settore, sia in campo nazionale che Europeo. Non c'è straniero che giungendo a Milano non rimanga colpito dalla efficienza dei nostri servizi. Siano essi semplici turisti o studiosi dei problemi del trasporto di massa).

I nostri « tecnici » diagnosticato che l'ATM è una grande ammalata non esitano a indicare la terapia : ELIMINARE LA STABILITA' DI IMPIEGO, cioè licenAiare i tranvieri.

Essendo la diagnosi sballata è logico che la terapia è controproducente.

Se dal 1920 nell'ATM esiste la tanto lamentata stabilità di impiego indubbiamente ciò avrà la sua ragione d'essere. Il beneficio di tale istituto non è unilaterale come si vorrebbe far credere. Il fascismo infatti, malgrado la sua mania di mettere a posto i tranvieri ha dovuto conservarle tale istituto, proprio per non danneggiare le aziende.

Chiamando le cose col suo nome necessita precisare che i tranvieri non hanno la stabilità di impiego ma più semplicemente hanno i licenziamenti individuali e collettivi regolati e disciplinanti da norme di legge. Queste norme sono quelle contenute nella legge n. 148 del 1931, che porta le firme: Mussolini - CianoBottani - ecc., la quale ha modificato leggi precedenti: la n. 1538 del 1920 e la n. 2311 del 1923, per peggiorare le condizioni dei lavofatori, dando alle aziende facoltà di operare in modo discriminatorio.

Prima di dimostrare col linguaggio delle cifre tale verità, ci limitiamo a fare una constatazione : nel 1965, quando da molto tempo le Camere della Repubblica Italiana hanno all'esame lo Statuto del Lavoratore, che deve disciplinare i licenziamenti « GIUSTA CAUSA » è ancronistico pensare di poter togliere ai tranvieri quello che malgrado tutto il fascismo non gli ha tolto in materia di licenziamenti.

Se valutiamo la misura del grado

O PENSIONARE?

di eliminazione del personale in servizio nell'ATM, ci rendiamo conto che la cosidetta stabilità di impiego è un mito anche quando l'azienda è in fase di espansione.

Mediamente si può valutare che oltre 500 tranvieri all'anno lascia-

no l'azienda per le seguenti cause : Ufficio Disciplina e cattivo trattamento, (licenziamenti e dimissione); Morte o Malattia, (elevato indice in relazione alla gravosità del lavoro); 3) Per limiti di età, (pensionamento).

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Per modificare questo quadro, caratterizzato dal limitato numero di dipendenti che rimangono in servizio sino al raggiungimento dei limiti di età, la C.G.I.L. ha presentato una proposta di legge per consentire ai tranvieri di ottenere la PENSIONE DI ANZIANITA' dopo 25 anni di versamento dei contributi.

Alla linea politica dei « tecnici » che invocano mano libera per licenziare noi opponiamo la nostra linea politica : ANTICIPARE IL PENSIONAMENTO DEI TRANVIERI, DATA LA GRAVOSITA' DEL LAVORO, PER LA DIFESA DEL LORO DIRITTO ALLA VITA.

Nota: Prevedendosi per il futuro un'inversione di tendenza per quanto concerne l'espansione del trasporto di massa e l'aumento del numero di pensionati in relazione al nuovo tipo di pensione « Pensione di Anzianità », i valori delle varie cause che determina la totale eliminazione dei 14.000 dipendenti saranno: 3.200 per licenziamenti e dimissioni; 1.800 per morte; 2.600 per invalidità; 6.400 per limiti di età e anzianità. Queste variazioni sono conseguenza della riduzione delle assunzioni che fa diminuire il numero dei dimissionari.

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E'un'esperienza ancora della classe lavoratrice, nelle sue diverse stratificazioni operaie, impiegatizie e tecniche, constatare come la linea economica tracciata dal Governatore della Banca d'Italia Carli sia stata seguita dal Governo ed inasprita dall'iniziativa privata.

Il blocco dei salari come condizione di una ripesa di fiducia delle classi imprenditoriali unitamente allo sgravio fiscale sono stati i primi punti concessi dalla attuale compagine governativa alla impostazione della linea « Carli ».

I primi a farne le spese sono stati ferrovieri e gli statali in genere ; successivamente gli Enti Locali, ed infine gli elettrici. Questi ultimi non in virtù di passivo, ma in ossequio alle direttive sopra accennate. Ed in questo quadro si inserisce la lotta dei tranvieri milanesi.

Milano, città del lavoro non è

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AUMENTATI I LIMITI

L'articolo 28 della legge 21 luglio

1965 n. 903 eleva i limiti di reddito previsti per le persone a carico ai fini della corresponsione degli assegni familiari. Per effetto di tale provvedimento i limiti di reddito di cui trattasi vengono così stabiliti (importi mensili) Redditi derivanti esclusivamente da pensione

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L. 24.500 per una persona (coniuge figli o equiparati ascendenti)

L. 43.000 per due genitori

Redditi di altra natura oppure mi-

sti

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L. 26.000 per due genitori

Resta confermato che non sono computabili, ai fini suddetti, le pensioni di guerra sia dirette che indirette.

Le predette variazioni hanno effetto dal 1° gennaio 1965

mancata all'appuntamento; ed il suo primo cittadino è sceso subito sul campo, sostenuto dalla stampa locale di assoluta intransigenza verso gli stipendi ed i salari dei propri dipendenti, anche se di amministrazioni autonome.

Non poteva sottrarsi il Presidente della C.A-ATM che dell'amministrazione comunale ne è il rappresentante. A queste personalità si sono uniti con gli ultimi scioperi un buon gruppo di funzionari ed aspiranti taSensibili agli inviti rivolti dal Sindaco e dal Presidente affinchè la categoria facesse dei sacrifici per coprire la sbagliata politica dei trasporti svolta dalla Amministrazione Comunale; questi signori sono venuti al lavoro nonostante la decisione unitaria dei sindacati di svolgere una azione in perfetta coerenza tra loro. Ciò per dimostrare che Essi si sentivano soddisfatti di quello che fanno.

Bisogna sottolineare; sotto alcuni aspetti morali la volontà dimostrata da questi signori. Anche se nei contratti di miglioramento, nominativo ed economico che usciranno dalla lotta in corso non sarà possibile ai Sindacati citare la esclusione, dai benefici di chi si è dichiarato di essere soddisfatto è compito degli amministratori di ricordarsi di queste persone che hanno rifiutato di migliorare le proprie condizioni normative ed economiche.

Se pensiamo che i maggiori beneficiandi delle lotte sono proprio i funzionari fa piacere vedere che questa volta si siano sentiti in dovere, di rinunciare a dei miglioramenti condividendo l'impostazione del « Corriere della Sera ».

A questo punto è doveroso anche da parte della C.A. rivedere le proprie previsioni di spesa per miglioramenti salariali in quanto, la rinuncia di queste persone comporta risparmi di diversi milioni all'anno.

Se questo non dovesse avvenire dovremmo concludere che non è la economia aziendale che è al centro dell'intransigenza comunale ma bensì la volontà di punire una categoria di lavoratori che ha sempre avuto il coraggio di indicare le soluzioni al male aziendale, mettendo a nudo le volute manchevolezze comunali.

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Il mezzo pubblico e la sola scelta per lo sviluppo del paese

(dal nostro inviato BIAGIO COLAMONICO)

A Firenze nell'aula del Palagio di parte Guelfa i giorni 13 e 14 novembre si è svolto il convegno nazionale del P.C.I. sul tema: « Una riforma democratica dei trasporti per una politica di sviluppo e di progresso del Paese ».

Al convegno hanno preso parte i rappresentanti e i dirigenti delle organizzazioni di base dei ferrovieri, autoferrotranvieri, portuali, marittimi idrovie, e delle cellule e sezioni delle fabbriche di costruzione dei Mezzi di trasporto (autoveicoli, moto, ciclo(materiale mobible ferroviario, apparecchiature elettroniche, piccoli autotrasportatori, fabbriche di costruzione e riparazione navali e aeronautiche).

Erano presenti, inoltre i segretari e membri delle segreterie delle federazioni e dei comitati regionali del P.C.I., parlamentari, amministratori locali e dirigenti delle organizzazioni di massa.

La delegazione milanese era composta : Consigliere Comunale ing. Korac, Assesore al Comune di Sesto San Giovanni Canzi, dott. De Carlini della Segreteria Camera del Lavoro, Torramelli della Federazione milanese del P.C.I., Maggioni, Colamonico, Biscardi, Gilardi, Cerda dell'A.T.M.

Il relatore compagno Pizzorno dopo avere sottolineato la preparazione democratica di questo convegno ha messo in evidenza la capacità di elaborazione del partito, nelle diverse zone e a tutti i livelli, ricordando le lotte operaie interessate nel settore che si sono svolto o che sono in corse a Milano, Torino, Roma, Genova, Firenze, Napoli, nelle Puglie, in Sicilia, in Sardegna.

Inoltre evidenziando i •limiti finora riscontrati nella visione ancora troppo frammentaria e settoriale dei diversi comparti del settore dei trasporti, che vede spesso il problema dei trasporti urbani ed extraurbani staccato da quello delle ferrovie, il trasporto terrestre staccato e da quello marittimo e da quello aereo, creando così limiti di interpretazione troppo municipalistici, regionalistici ed economistici, ha esposto lo stato attuale dell'organizzazione dei trasporti caratterizzata da profonde distorsioni e da enormi sprechi. Ricordando in proposito, gli investimenti che nel settore automobilistico hanno superato addirittura quelli dell'agricoltura e sono cinque volte superiori a quelli effettuati nelle ferrotranvie. Le spese per opere stradali, gran parte delle quali sono rappresentate dal costo delle autostra-

de, incidono sul totale della spesa pubblica più di quanto non facciano le spese per l'edilizia pubblica e per le opere igienico-sanitarie messe insieme. Il traffico delle merci in Italia avviene sulle strade per il 72 per cento mentre in Germania solo per il 29 e in Francia per il 30; l'incidenza della spesa per l'autotrasporto individuale sul reddito nazionale è oggi in Italia la più alta fra i paesi industrializzati avendo raggiunto I'l I per cento.

Mentre si accumulano e cominciano a scoppiare le contraddizioni in questo campo il governo di centrosinistra continua ad assecondare con provvedimenti occasionali o settoriali, le spinte che vengono dai grandi monopoli. A questo punto il relatore ha ricordato alcuni provvedimenti sbagliati quali : la riduzione delle spese di manutenzione degli impianti ferroviari, l'incremento degli investimenti nelle autostrade fino a 1.700 miliardi, la concessione di autonomie funzionali e la insistenza per la smobilitazione di 300.000 tonnellate di capacità •produttiva dei cantieri navali del settore pubblico. In seguito Pizzorno si è soffermato sulla relazione strettissima che c'è tra organizzazione dei trasporti e indirizzi economici, esemplificando e ricordando gli indirizzi privatistici dell'attuale centro-sinistra e la partecipazione del nostra Paese nel M.

E.C..

Precisando la linea del P.C.I. ha così riassunto la politica di riforma dei trasporti: « Una politica basata sulla priorità del trasporto pubbblico innanzitutto ferroviario, sulla progressiva estensione ed organizzazione di una gestione pubblica, che comprende tutti i tipi di trasporto : su

Importanza del trasporto

fluviale

una concezione pubblica della funzione dei trasporti e su una valutazione economico-sociale della loro efficienza; su un indirizzo controllato della politica degli investimenti nell'industria di produzione dei mezzi di trasporto nel quadro di una programmazione economica democratica e sul controllo democratico dei monopoli.

Una politica tendente al superamento degli squilibri territoriali e settoriali (in particolare agricoltura e Mezzogiorno) e tendente a favorire una riforma democratica delle strutture di mercato e del sistema

VELOCITA' COMMERCIALE

di distribuzione. Una politica che respinga la linea dei « poli di sviluppo » e le sue applicazioni nel campo delle vie di comunicazione e dei trasporti, consistenti soprattutto nella tendenza ad allacciare, sia all'interno del paese che nell'area del M.E.C. le zone ad alta concentrazione industriale e i cosidetti « poli » con la esclusione di intere zone economicamente arretrate ».

Continuando su tutta una serie di scelte indicative, il relatore ha posto un accento sull'Ente regioni, sul rafforzamento delle aziende municipalizzate ampliate a livello regionale, sulla elaborazione di un piano nazionale dei trasporti, sulla presentazione di un unico bilancio e un unico « ministero dei Trasporti interni, delle vie di comunicazione e dell'aviazione civile », alla fine ha sottolineato il profondo contrasto di'nteresse che c'è tra il milione di lavoratori dei trasporti e i monopoli che dominano il settore.

Nel pomeriggio del giorno 14 i numerosi interventi che si sono seguiti hanno dimostrato chiaramente quanto il problema dei trasporti non sia più solo un argomento per i tecnici.

Ogni intervenuto ha portato un contributo di elaborazione e di esperienza sino a giungere ad una sostanziale unità sul documento elaborato dal P.C.I.

Molto interesse hanno suscitato gli interventi dei delegati delle regioni meridionali dai quali sono emerse gli aspetti •di denuncia per gli stanziamenti spesi in scelte sbagliate basate solo sui poli di sviluppo agricolo e industriale collegati con l'area del M.E.C.

Il Sindacato di Siena ha fatto sentire quanto sia caro ad ogni essere umano la preservazione del suo ambiente ideale, vedendo nel ftíturo un continuo miglioramento della propria vita, salvaguardandone i 'valori civili e morali che dipendono in grande misura proprio sulla vita ambientale.

Numerosi altri interventi sono stati centrati sull'analisi della sitnazione delle ferrovie, dei trasporti marittimi e delle idrovie, contribuendo così sulla base di esperienze dirette a chiarire una visione nazionale che visto la totale unità degli intervenuti.

le conclusioni

A conclusione dei lavori del convegno ha preso la parola il compagno Luciano Barca della Segreteria del P.C.I.

Sottolineando la concretezza del passaggio delle esperienze di lotta verso il rafforzamento del partito e del movimento operaio, Barca ha proseguito, dimostrando l'utilità di questo dibattito che ha avuto il pregio di unire il partito attorno ad un problema così importante ampliando ed arrichendo il documento iniziale .Dopo aver detto che la situazione è attualmente caratterizzata, anche nel settore dei trasporti, da elementi di stagnazione e da elementi di dinamicità monopolistica (ad esempio la Rivalta Scrivia), Barca si è occupato di una delle questioni più stimolanti sollevate nel corso del dibattito, già toccata anche dal compagno Corach delegato milanese.

Il canale Cremona

Ebbi già in due precedenti articoli l'occasione di esprimere il mio parere su questa grande opera che, una volta realizzata, potrà in parte risolvere il grave problema dei trasporti commerciali e renderà meno caotico il traffico delle grandi arterie stradali.

Infatti il trasporto fluviale particolarmente si addice al trasporto di merci ingombranti e pericolose che, verranno sottratte ai trasporti su strada e su ferrovia.

Le esperienze della Francia, della Germania e di altri paesi fanno testo, si trasporta per via fluviale ogni genere di merce, dal carbone al petrolio alle automobili ai prodotti chimici per un considerevole quantitativo che varia da paese a paese : 28,9 per cento delle merci viene trasportato con questo mezzo in Germania, il 50 per cento nei Paesi Bassi, 1'11 per cento in Francia.

In Italia, dopo anni di attesa, è stato dato il via ad un'opera (il canale Milano-Cremona) di portata illimitata in quanto non esclude ma facilita l'attuazione di altre iniziative o progetti.

Con questa iniziativa si vuole prima di tutto realizzare una diminuzione dei costi di trasporto di determinate merci o materie prime cosidette « povere » o di « massa ». E' stato infatti calcolato che ir trasporto di una tonnellata di commestibile, comprese le operazioni di carico e scarico, comprese le operazioni di carico e scarico, per distanze di 100 - 200 - 300 km. è rispettivamente di L. 2.300 - 2.500 - 3.300 per ferrovia e di L. 1.900 - 2.100 - 3.300 per autocar-

ro mentre risulta di sole 1.100 - 1200 - 1.300 per via fluviale. E' evidente che il beneficio di un trasporto fluviale si ripercuoterebbe sull'intera economia nazionale.

La grande arteria d'acqua nella pianura padana, come quella che si accinge a realizzare il Consorzio diretto •dal dott. Bassetti, dall'assessore del Comune di-Milano Aldo Aniosi, arteria che partendo da Rogoredo per giungere in un primo tempo attraverso il Naviglio di Pavia sino a Cremona e che in futuro potranno raggiungere sino a Locarno, non si può fare di definirla una grande opera che onora i suoi sostenitori che vedono nella nostra Metropoli un futuro porto commerciale destinato ad accrescere l'importanza economica e commerciale.

Il piano prevede di eliminare l'inconveniente dei periodi di secca quando l'acqua del Po e dei canali del delta padano scende sotto livelli che non consentono una facile navigazione, quando, ad opera finita, si potrà garantire un livello minimo delle acque di tre metri, allora nell'arteria Milano-Cremona potranno viaggiare grossi natanti di 1350 tonnellate di stazza, e l'economia regionale e nazionale potranno trarne vantaggi certamente ragguardevoli.

Ma l'importanza del trasporto fluviale non si limita alla vallata del Po; attualmente, ebbe a dire il Presidente del Consorzio, che il trasporto del materiale dal sud al nord via terra costa spesso di più che non da Milano a Nuova York. La bettolina Dora, ad esempio, trasporta 900 tonnellate di sale con sette uomini di e-

Il costante calo della velocità commerciale è una delle cause dei deficit dell'A.T. M quipaggio, per trasportare un eguale carico via terra occorrerebbero 45 autocarri con 90 persone e (questo è per la burocrazia) ben 89 controlli di peso in più.

Anche la Regione Lombarda avrà una « carta dei trasporti », l'argomento è stato esaminato lunedì 15 c. m. a Palazzo Isimbardi che ha deciso di compilarla quanto prima con la collaborazione degli assessori all'urbanistica, ai lavori pubblici e dei Capi degli Uffici Tecnici provinciali. Per quanto riguarda i problemi idrovian, è stata messa in evidenza : l'urgenza che, acquista ormai una « coscienza » dell'importanza del problema idroviario, la regione lombarda possa pervenire a razionali scelte operative ed è stata sottolineata l'esigenza di assicurare alla Lombardia una rete di canali, anche se difficoltà si riscontrano, quando al passaggio nell'area della metropoli lombarda, del canale navigabile Ticino-Mincio e come occorra quindi provvedere a soluzioni alternative.

Il compagno Ciocca, assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Milano, ha detto che il problema della viabilità deve collegarsi strettamente alla definizione e alla sistemazione del territorio regionale : quindi deve collocarsi nella pianificazione della regione lombarda, A detta riunione erano anche presenti oltre al Presidente della Commissione Regionale per la programmazione economica dott. Bassetti, l'ing. Alferini per l'A.T.M. e il dott. Andrea Villani per il P.I.M. Carlo Dameno

Il delegato delle Puglie faceva notare una interessante contraddizione per un paese come il nostro che ha un alto indice di costruzioni autostrali ; ma che oggi nel meridione esistono ancora vie di comunicazione concepite dal tempo delle diligenze. L'esperienza positiva esposta dal Sindaco Fabrini di Siena dove sono stati riattivati due tronchi ferroviari, in barba alla teoria dei rami secchi, la sua esposizione sulla limitazione al centro storico ha evidenziato chiaramente la scelta di prioritàal mezzo pubblico sul mezzo priva to; traendo da tutta la sua esposizione un senso sociale quale quello di restituire la città all'uomo e conservarla per l'uomo.

La questione dei settori trainanti che oggi sono visti dal processo monopolistico in modo completamente interessato al proprio sviluppo, senza tenere conto dell'interesse collettivo della grande massa lavoratrice. Barca ha concluso il suo discorso parlando della necessità di svolgere, anche sui trasporti, il dialogo con le altre forze politiche, soprattutto con quelle forze che accusano il P.C.I. di frammentarietà su una sommatoria di rivendicazioni.

Il convegno si è chiuso con l'impegno di tutti i delegati di condurre nel paese la battaglia unitaria cosi come è scaturita nel convegno stesso di una politica di riforme radicali nel campo dei trasporti.

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IL GIOCO DEI POTENTI

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Continuano con successo le repliche al Teatro Lirico Al "Piccolo,, il teatro di Edoardo. Unificate le due iniziative della Direzione e del Circolo

Ai lavoratori dell'A.T.M. un discorso come quello che stiamo per fare non suonerà certo nuovo. Da tempo ormai, anche su queste colonne, si affronta il tema del « tempo libero », nel cui quadro si inserisce l'indispensabile interessamento per il teatro di prosa, proprio come modo intelligente, colto, vivo, di riempire le proprie ore libere, quelle del riposo, dello svago, della formazione di sè. Non suonerà nuovo : ma sarà bene rifarlo, ora che la stagione teatrale milanese è in pieno svolgimento.

L'anno scorso, forse per la prima volta, il nostro mondo di lavoratori dell'A.T.M. è entrato in diretto contatto col teatro, in forma organizzata e precisa. Parliamo degli accordi. delle sollecitazioni, degli scambi di idee e di propositi che si sono intrecciati con il « Piccolo Teatro » di Milano.

LE BARUFFE CHIOZZOTTE - prossima ripresa delle repliche al Lirico, due ore di gioia, alla scoperta del mondo popolare italiano nella celebre commedia goldoniana

SEZIONE TURISMO

Gita a S.

MORITZ

(domenica 19 dicembre)

PROGRAMMA

PARTENZA DA MILANO ore 5,43

S. AMBROGIO A ZERMATT (Svizzera m. 1620)

PROGRAMMA

Venerdì 3 dicembre

Ritrovo partecipanti alla Stazione Centrale - direttamente al marciapiede di partenza del treno speciale (Autostradale) per Zermatt ore 18,30

Sistemazioni in treno - vetture riservate A.T.M.

PARTENZA DA MILANO ore 18,55

Per Gallarate - S. Calende - Arona - Stresa - Domodossola

Arrico a Briga ore 21,30 cambio treno

Partenza da Briga ore 22,00

Arrivo a ZERMATT ore 23,30 (circa)

Sistemazione in Albergo - pernottamento.

Da sabato 4 a Martedì 7 dicembre

Pensione completa in Albergo.

Mercoledì 8 dicembre la e " colazione in Albergo..

PARTENZA DA ZERMATT ore 16,00 (circa)

Arrivo a Briga ore 10,30 cambio treno

Partenza da Briga ore 18,17

ARRIVO A MILANO - Centrale 21,30

ALTRE GITE IN PROGRAMMA:

Dal 6 al 9 gennaio 1966 - Madonna di Campiglio (Pensione Alpina)

Domenica 16 gennaio 1966 - Alpe di Mera (Valsesia)

22-23 gennaio 1966 - Monte Bondone (Hotel Dolomiti)

Dal 5 al 12 febbraio 1966 - Settimana scriistica ad Ortisei (Hotel Genziana)

Luoghi di ritrovo : Piazza Firenze - inizio C.so Sempi one ore 5,15

Piazza Castello - sede Autostradale ore 5,20

Piazza XXIV Maggio - casello ambublanza ore 5,30

Porta Romana - sede Circolo Ricreativo ore 5,35

Viale Campania - Ospedale Resnati ore 5,40

Piazza Argentina - ang. via Stradivari ore 5,45

Partenza per Vimercate - LeccoChiavenna - Passo Maloia - Silvaplana. ARRIVO alla Stazione della Funivia per il Corvatsch ore 10 (circa) (Eventuale proseguimento per S. MORITZ).

TEMPO LIBERO A DISPOSIZIONE

Ritorno : Partenza dalla Stazione della Funivia del Corvatsch o da S. Moritz ore 17,00

ARRIVO A MILANO ore 21,30

QUOTE

Dipendenti L. 800

Famigliari a carico L. 1.100

Aggregati L. 1.600

Il prezzo comprende il viaggio di andata e ritorno in pullman riscaldato.

I figli dei dipendenti, fino all'età di dieci anni, non pagano.

Le iscrizioni si ricevono presso la Segreteria del Circolo Ricreativo A.

T.M. e presso i Rappresentanti di Deposito dal giorno 29 novembre fino a completamento di uno o più pullman; all' atto dell' iscrizione i partecipanti dovranno precisare se intendono sostare al Corvatsch o proseguire per S. Moritz.

Tutti i partecipanti dovranno essere in possesso del passaporto individuale o della Carta d'Identità con il lasciapassare valido per la Sviz zera.

Ma come tutte le cose nuove, come tutte le iniziative appena abbozzate, anche questo incontro col teatro rischierebbe di afflosciarsi, di vanificarsi, se, partendo non più da zero come lo scorso anno, ma invece proprio dalle posizioni raggiunte, circa la divulgazione nella grande famiglia dei tranvieri, dell'interesse per il teatro, non ci dessimo di nuove da fare per portare avanti quanto era cominciato un anno fa. Che cosa significa portare avanti? Significa sviluppare, approfondire, rendere consuetudine, fare entrare nel costume dei lavoratori dell'ATM, il piacere, il gusto, il divertimento del teatro. Si diceva e si dice: gli orari sono spesso proibitivi. Ma anche le difficoltà degli orari possono essere superati, se c'è la volontà illuminata di superarli. Non si possono superare individualmente, singolarmente: ma si possono organizzare nuclei di amici, di compagni che vanno a teatro insieme, in certi pomeriggi domenicali, in certe sere appositamente prenotati. Si avranno anche notevoli facilitazioni sul costo dei biglietti ! Spettacoli come quelli che il « Piccolo Teatro » offre quest'anno, all'inizio della sua 19` stagione, devono entrare nella cultura, nella conoscenza, nel divertimento dei lavoratori dell'ATM. Il gioco dei potenti offre due serate (è diviso infatti in due episodi) di grande valore ideale. Si tratta di due grandi affreschi storici, con vicende tragiche e comiche : visioni di battaglie e di volte, nel sanguinoso scatenarsi delle ambizioni per la conquista della corona regale.

Il gioco dei potenti richiama ogni sera gran folla al teatro Lirico, mentre al Piccolo Teatro c'è il richiamo di Eduardo de Filippo con l'esilarantissima farsa Uomo e galantuomo. Qui si ride da scoppiare, davanti alle comicissime avventure di una compagnia di poveri attori, capitati a recitare in un luogo balneare.

Con l'iniziativa di integrazione di 1.000 lire su ogni abbonamento si è voluto da parte della Sezione Culturale del C.R. dare l'avvio ad un maggior contatto dei lavoratori verso uno strumento di cultura quale è il teatro, dove lo spettacolo quando è curato nella scelta delle opere rappresentate diventa insegnamento morale e cibile della vita dell'uomo.

Quest'anno il pacco-dono verrà distribuito dal Corcolo Ricreativo in occasione della Befana, questa la decisione della C.A. dell'ATM concordata con i rappresentanti del Circolo Ricreativo.

Finalmente si ègiunti ad unificare il misero e discriminato pacco che l'ATM dava per Natale ai figli dei dipendenti con quello che il Circolo dava a quanti partecipavano all'apposito spettacolo indetto per l'Epifania. Speriamo che questa unificazione consenta ai bimbi di avere un regalo migliore di quelli che possono trovarsi nelle bancarelle della fiera di Sinigaglia.

Per anni come giornale abbiamo inutilmente messo in evidenza come indecorosa la distribuzione del pacco di Natale assegnato sulla base di domanda e discriminazione degna di un'istituto di beneficienza.

Il progresso sociale di questi decenni, creato anche grazie all'azione dei lavoratori, ha creato condizioni meno disagiate per i lavoratori per cui non è necessario ricorrere all'Associazione di San Vincenzo per sfamare i propri banchini. E' quindi anacronistico discriminare i lavoratori, costringerli ad umiliarsi presentanod una domanda per ottenere un misero pacco che l'ATM

dona (con tanto di manifestazione) ai figli dei dipendenti.

Se l'azienda vuole allinearsi alla maggioranza delle aziende che a natale vogliono fare un regalo ai figli dei propri dipendenti bene, disponga le cose secondo le sue possibilità ma dia a ciascun figlio un presente, magari molto più modesto di quello attuale, ma che non umili il dipendente che deve riceverlo.

Quest'anno si finalmente concesso, bontà loro, che anche i dipendenti la cui moglie lavora, possono presentare domanda per il pacco. Non è molto ma noi speriamo che sia un buon indizio per il futuro.

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Dal 1 Gennaio 1966 a tutto il 31 Marzo il laghetto di Redecesio rimarra chiuso alla pesca per ripopolamento

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