Voci ATM35

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deficit e i nostri problemi

In questi giorni la pubblica opinione dibatte i problemi dell'ATM e del pubblico trasporto. Dalla Giunta che si appresta ad effettuare un nuovo aumento tariffario alle assemblee cittadine o v e con forza si rigettano i numerosi e anacronistici " tagli" delle linee; alla stampa di destra che ha trovato n e l bilancio preventivo dell' A.T.M. nuova materia per portare avanti la sua azione contro l'A.T.M., ovunque si discute sulla crisi del trasporto pubblico della nostra città.

Il Comune e la stessa ATM sotto decise ad adottare le misure di fatto suggerite dal Governo basate da un lato sulle drastiche economie sul personale dell'Azienda e dall'altro sugli aumenti tariffari. I pochi provvedimenti positivi in nzateria viabilistica, appaiono come misure di scarso rilievo. Si parla di agente unico, di esuberanza di personale, di ridimensionare il personale delle officine e degli uffici. Tutto in una parola, sembra proteso alla ricerca di economie da realizzarsi sulle nostre spalle e sulle spalle degli utenti che rappresentano la categoria meno abbiente dei cittadini milanesi.

Le vere ragioni della crisi dei trasporti non risiedono nella funzionalità delle aziende, ma esse vanno ricercate nell'assenza di una politica dei trasporti e nella conseguente mancanza di scelte politiche a favore del mezzo di massa. Il trasporto pubblico è un servizio sociale dalla cui efficienza traggono benefici non solo gli utenti ma l'intera collettività essendo esso un'indispensabile componente di ogni progresso sia tecnico che mercantile, culturale o sociale.

E' partendo da questi principi fondamentali che noi di• pendenti dell'ATM dobbiamo impostare ogni nostra azione. Rinunciare ai nostri diritti, alle rivendicazioni, accettare l'agente unico ed il ridimensionamento del personale significa avallare la sterile e rinunciataria politica propugnata dal Governo che allontana, grazie a questi momentanei palliativi, l'esame delle cause reali della crisi e quindi la sua radicale soluzione.

Noi lavoratori dell'ATM non siamo la causa del deficit e respingiamo in modo deciso la politica che ci vorrebbe costringere a subirne le conseguenze. Nelle prossime trattative per il rinnovo delle Competenze Accessorie, avanzeremo pertanto le giuste richieste tendenti a riproporzionare questi accordi secondo le nuove realtà aziendali; ma in pari tempo è nostro preciso dovere dibattere sia all'interno c h e all'esterno dell'ATM le cause della crisi dei trasporti e le valide proposte per superarla avanzate dai Sindacati.

Il 17 febbraio si è tenuta l'annunciata riunione presso la Direzione dell'ATM per continuare la trattativa per il regolamento delle promozioni e degli avanzamenti, dopo l'invito rivolto dal Sindaco di Milano alle Organizzazioni Sindacali e ai dirigenti dell'ATM.

L'impegno preso durante la riunione tenuta alla presenza del Sindaco è stato eluso dalla delegazione direzionale, che ha riproposto le proprie posizioni in materia di valutazione di merito, malgrado le Organizzazioni Sindacali abbiano avanzato proposte concrete che tengono conto delle dichiarazioni del Sindaco, in base alle quali la valutazione di merito per i concorsi e le promo• zioni doveva essere oggettivizzata al massimo.

Di fronte ad una posizione incomprensibile pregiudiziale espressa dalla delegazione direzionale, che ha impedito la soluzione del problema e la prosecuzione della discussione sugli altri punti della vertenza, le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto che la discussione venga ripresa alla presenza del Sindaco Prof. Bucalossi come da impegno da esso assunto nell'incontro di giovedì 11 febbraio.

Ci si augura che attraverso un nuovo intervento del Sindaco sia possibile raggiungere l'accordo, in caso contrario sarà la decisa volontà di lotta dei lavoratori a piegare l'assurda e inconcepibile posizione dell'A.T.M.

All' Umanitaria

Un'augurio di felicità e del raggiungimento dei loro obbiettivi sociali ed economici a tutte le donne

uattro giorni di dibattito sindacale

Circa ottanta attivisti sindacali del settore autotrasporti , scelti nei vari luoghi di lavoro hanno partecipato ad un corso di 4 giorni indetto dal Sindacato CGIL e dalla Camera del Lavoro.

Erano presenti i componenti le segreterie del Sindacato di Settore e di quello provinciale ; numerosi segretari di C.I. ed i migliori attivisti delle aziende di trasporto (ATM, NORD, Autolinee, taxisti, ecc.) Le due prime giornate di studio sono state dedicate all'esame delle tesi precongressuali della CGIL e quindi all'esame della politica ge-

nerale dei lavoratori, politica che deve tenere conto delle condizioni attuali del nostro paese e costituire un'alternativa democratica all'attuale crisi economica. I lavoratori debbono contrapporre alle limitate misure di piano decise dal Governo la prospettiva di una politica di programmazione democratica che non faccia ricadere solo sui lavoratori il peso della crisi. Per portare avanti questa piattaforma politica che è in contrapposto a quella che prevede il blocco dei salari o « il risparmio » contrattuale propugnato dalla CISL, è neces-

Cooperativa di pochi o di tutti?

Per chi non lo sapesse (e crediamo siano in tanti a non saperlo come non lo sapevamo noi stessi sino a qualche giorno addietro), all'ATM esiste una Cooperativa a responsabilità limitata, con capitale sociale costituito anche da quote dell'ammontare minimo di L. 500 (nominative e non trasferibili), il cui scopo statutario è quello di dare la possibilità, ai lavoratori dell'ATM stessa e relative famiglie, di trascorrere in località marina o montana un periodo di ferie o convalescenza a condizioni di favore.

Caso strano, però, trattandosi di una Cooperativa sorta nell'ambito del Circolo Ricreativo, sembra che il numero dei soci che la rappresentano sia rimasto, a tutt'oggi, quello che fu al momento della costituzione (vale a dire i dodici membri del Consiglio d'Amministrazione del Circolo Ricreativo), proprio perchè l'iniziativa in narrativa non è stata mai pubblicizzata da chi di dovere (forse per non allargare eccessivamente il numero dei componenti la sacra congrega dei promotori).

Come se non bastasse, gli augusti fondatori si sono voluti addirittura garantire da eventuali, prevedibili sgradite affiliazioni, con norme statutarie che danno la facoltà, al Consiglio d'Amministrazione (composto di sei o sette dei dodici soci che in definitiva costituiscono l'assemblea deliberante della Cooperativa!), di respingere le domande associative senza obbligo di motivazione e con nessuna possibilità di appello per il rifiutato.

sario che il sindacato sviluppi tutto il suo potenziale organizzativo e di lotta sia contro il pericolo del licenziamenti che contro quello non meno grave della rinuncia a porre le rivendicazioni economiche e nor mative dei lavoratori.

Le due seconde giornate sono state dedicate alla politica dei trasporti ed alle rivendicazioni del settore. Il comp. Torricini (della Fed. Naz. Autoferrotranvieri) ha chiaramente esposto le ragioni della profonda crisi che scuote tutto il settore del trasporto pubblico. Crisi dovuta all'anormale crescita delle città, al caotico sviluppo dell'economia italiana i cui responsabili in questi 20 anni non si sono preoccupati di risolvere il problema dei trasporti limitandosi a fare una politica economicistica di azienda che ha ritardato quella crisi che oggi esplode virulenta.

L'assenza di una legislazione moderna ed efficace rende ancor più tragica questa crisi a cui nessuna azienda (sia pubblica che privata) può ormai sottrarsi.

La nostra posizione di lavoratori, non può essere quella di accettare una politica basata sul risparmio aziendale (sia esso agente unico o altro), sulla rinuncia a portare avanti le nostre piattaforme rivendicative. Noi dobbiamo con forza denunciare le reali cause della crisi del trasporto, dobbiamo porre la nostra politica in contrapposizione a quella governativa. Il servizio di trasporto è non solo un servizio sociale che serve ai cittadini, ma è una delle condizioni essenziali del progresso e, come tale, esso deve esse(Continua in 2' pag.)

Ora, se la Cooperativa amministrasse soltanto le dodiciquote da L. 500 a suo tempo versate q dai fondatori, il discorso non farebbe una grinza (però, di grazia, quando si realizzerebbero gli scopi statutari?), ma siccome sembra che detta Cooperativa, non certamente con le sole 6000 lire, è entrata in possesso di un vastissimo appezzamento di terreno in quel della Riviera ligure (del valore commerciale di svariati milioni), il discorso invece fa molte grinze giacchè l'importante operazione sopra richiamata è stata fatta con i quattrini del Circolo Ricreativo che non è dei dodici fondatori (Continua in 2' pag.)

IN CRISI LA C. A.?

I due socialisti componenti la CA. hanno rassegnato con lettera al Sindacato le loro dimissioni. La posizione assunta dall'avv. Orlando e l'ing. Cherubini sono state determinate dalla divergenza di opinioni sulla politica dei trasporti propugnata dalla maggioranza. I provvedimenti che a quanto risulta si appresta a varare le Giunta e che isilmitano a richiedere l'aumento delle tariffe in cambio del ripristino di alcune linee « tagliate » no nmodifica ma aggrava na negativa posizione sui trasporti, politica che è destinata ad aumentare la crisi.

ANNO XV N. 2 SOMMARIO Difendiamo la municipalizzata Efficienza dei trasporti pubblici in 6' in 7" La politica dei redditi PERIODICO DEI LAVORATORI DELL'AZIENDA TRASPORTI MUNICIPALI
8 MARZO Circolo ricreativo
NON ANCORARAGGIUNTA l'INTESA
L. P. I lavoratori al corso sindacale

INTERVISTA

Prima di entrare nel merito delle domande, chiedo che mi sia permesso di rivolgere un plauso all'iniziaCva di « VOCI ATM » che si dimostra sempre di più un giornale di fabbrica e come tale dà puntualmente notizie e richieste di tutto ciò che interessa i lavoratori e democraticamente interpella i lavoratori a dare un giudizio su tutti quei problemi, che nascono dalla fabbrica.

Naturalmente l'iniziativa presa, per avere un giudizio sulle CI di deposito, organo democratico a contatto con i lavoratori, sta a dimostrare l'importanza, la necessità di rafforzare questo nostro giornale, perchè questo atto che noi stiamo per fare, ci dimostra che proprio attraverso questo, noi possiamo far sentire la nostra opinione a tutti coloro che sono leggermente più in alto della classe operaia.

Dall'esperienza del mio deposito, credo che la CI abbia cercato d'assolvere i compiti spettatogli. Però non manca anche più come in tutti i luoghi di lavoro, quelle deficenze che le C.I. non riescono ad eliminare.

Quali sono queste deficenze? Pen so che tutti noi abbiamo presente e sappiamo i compiti, i diritti che la CI con il suo segretario ed i membri, devono svolgere nei luoghi di lavoro. Primo su tutti è la difesa dei lavoratori dall'offensiva e dall'ingiustizia dei dirigenti padronali. Far rispettare gli accordi sindacali, ricercreare assieme ai lavoratori, di risolvere tutti quei problemi, che sorgono nel luogo di lavoro o rimet-

SULLA COMM. INTERNA

terli agli organi sindacali, per la loro soluzione. Dai membri della CI non deve emergere la loro ideologia sindacale e tanto meno quella politica, ma la posizione unitaria agli interessi dei lavoratori. Forse per la manrnma di una ricerca non avendo volontà di curare quadri sinda cali di base, si lascia ai comp. la C.I. incarichi di altro genere che li distolgono dal proprio lavoro.

Fino a quando esiste questo, sia nel mio deposito e quindi in qualsiasi altro luogo di lavoro, ritengo giusto precisare che la CI non possa assolvere il mandato ricevuto. Sul fatto del rinvio dell'accordo preso per le elezioni di CI, credo sia opportuno giudicare, mancanza di serietà, da parte dell'organizzazioni sindacali, perchè dovrebbe essere in questi casi, di esempio ai padroni cd ad altri di coscenza e di responsabilità come rappresentanti degli organi democratici e dirigenti dei lavoratori, nell'osservare gli accordi presi.

Non ci sono impegni che possono scusare questo, perchè innanzitutto i diritti e i doveri devono essere difesi da tutti i lavoratori di qualsiasi tendenza. Ebbene nel mio deposito, posso dire, che in parte questo I iene portato avanti dandone il merito al segretario, che cerca di battersi per questi doveri, ma non ha avuto e non ha tuttora la collaborazione degli altri membri, special mente da coloro che rappresentano un'altra organizzazione sindacale e fino ad ora, hanno fatto soltanto atto •di discriminazione e di dema

CONTINUAZIONE DALLA 1a PAG.

Cooperativa di pochi o di tutti?

ma di tutti i lavoratori dell'ATM. Questo premesso vien logico chiedersi : può il Consiglio d'amministrazione della Cooperativa, essere maggioranza nei confronti dell'assemblea dei soci cui spetta per diritto statutario di nominarlo e di ratificarne o respingerne certe decisioni?

Come si può ritenere valida, una decisione d'assemblea dei soci in

Quattro giorni di dibattito

re finanziate sia dallo Stato, dal Comune e da quanti che pur non usufruendone direttamente traggono dalla sua esistenza lauti guadagni.

Quindi, non solo i lavoratori debbono rifiutarsi di pagare le conseguenze dell'errata politica attuale, ma non debbono rinunciare alle ro giuste rivendicazioni e, in pari tempo, a portare avanti la loro politica dei trasporti sia all'interno della categoria che all'esterno fra tutti i lavoratori.

E' una lotta difficile, una lotta che necessita di tutta la forza e l'unità della classe operaia ma è la sola alternativa che permetta, nello stesso tempo, di dare il nostro apporto al progresso del paese e di allontanare il pericolo di una coMpressione del nostro salario, dell'arretramento generale sulle conquiste economiche e normative che ne deriverebbe dal ridimensionamento delle aziende.

Questi in sintesi i concetti sui qua• li per ben quattro giorni gli attivisti della CGIL hanno fermato la ro attenzione, concetti che con maggiore larghezza verranno discussi in Questi giorni con i lavoratori dell'ATM; concetti che rendono ancor più chiara la piattaforma aziendale che il nostro sindacato ed i lavoratori si apprestano a sostenere nel rinnovo delle competenze accessorie

Le condizioni degli operai di Molise

gogia nei confronti del segretario e della organizzazione sindacale che rappresenta.

Però a questo, si può collegare il mancato impegno dei membri, appartenenti alla stessa organizzazione di maggioranza, ad assolvere il loro mandato, lasciando tutto il lavoro al solo segretario della CI.

Una critica importante, la si può rivolgere alle organizzazioni sindacali, che non permettono a questi di svolgere autonomamente il loro dovere, che è il volere unanime di tutti i lavoratori.

Pertanto la decisione se prolungare •le elezioni da un anno a due a tre questo per me ha poca importanza, basta prendere accordi tra le organizzazioni sindacali, ma una volta preso un accordo è necessario che di esso si abbia massimo rispetto.

Ogni inverno si rinnova per gli operai di Molise il calvario dovuto alla mancanza di un adeguato siste-

Trasferimenti arbitrari

I trasferimenti possono essere fatti anche quando non vi sono ragioni valide per effettuarli?

Questa è la domanda che ci poniamo dopo essere venuti a conoscenza del ventilato trasferimento dell'autista Carnevali.

ma di riscaldamento del Deposito. Le grandi porte debbono rimanere costantemente aperte; dicono che non se ne possa fare a meno, e ciò contribuisce a livellare la temperatura interna con quella esterna con il beneficio di una continua corrente d'aria gelida.

prima convocazione, se a tal fine basta la presenza di un quinto dei soci(12: 5 2,4 ovvero 3, per arrotondamento in eccesso), anzichè della metà più uno (cioè 7?)

3) Se è vero che il Circolo Ricreativo è un istituto di massa dei lavoratori dell'ATM, e la Cooperativa è del Circolo, quali sono i motivi che impediscono ad un lavoratore dell'ATM di farne parte come socio, se si accettuano i casi di: decesso, dimissioni dal servizio o licenziamento?

A questi interrogativi potremmo farne seguire molti altri (relativamente allo Statuto ed alle modalità di funzionamento della Cooperativa), ma il punto cardine del problema è costituito dal terreno che, non dovendosi ovviamente utilizzare per semina o per pascolo industriale, ma dovendosi invece attrezzare e valorizzare con infrastrutture che ne consentano l'uso secondo gli scopi statutari, richiederà necessariamente investimento di capitali.

Chi fornirà questi capitali? L'A.

T. M.? I dodici soci della Cooperativa? Il Circolo?

Se li desse l'ATM niente da obbiettare (anzi, questa, sarebbe una spesa non criticabile come tante altre! ); se li stanziassero i dodici soci Dio renda loro merito per l'encomiabile filantropia; ma se dovesse sborsarli il Circolo, come sembra, allora no perchè il discorso dovrebbe interessare tutti i lavoratori dell'ATM cui democraticamente spetterebbe, per diritto, di dire se sono o no d'accordo su una certa politica preferenziale di investimento di capitali sociali (svariate essendo le attività di fondo del Circolo Ricreativo).

Quindi, secondo noi, si dovrebbe intanto democraticiz7are lo statuto della Cooperativa nelle parti ove i controllori fanno i controllati e viceversa (qui custodiet custodes?), poi se è vero che i soldi per l'acquisto del terreno erano del Circolo si dovrebbe quantò meno allargare l'iscrizione a soci della Cooperativa ai legittimi proprietari del terreno stesso cioè a tutti i lavoratori dell'ATM, dopodichè rifatte deinocraticamente le elezioni del Consiglio di Amministrazione, si potrebbe infine seriamente affrontare l'ultimo importante discorso degli investimenti, con relativi tempi e « quantum » di programmazione, in una visione però globale e non parziale di tutta l'attività sociale e rappresentativa del Circolo Ricreativo.

Il distacco dalla produzione di un membro del sindacato intermedio è un atto- positivo, perchè si può senzaltro constatare che questo, può rendere di più ed essere presente in mezzo ai lavoratori, assistere e dirigere il funzionamento della CI. Anche in questo, come in tutti dopo un certo p eri odo, si acquisisce esperienza e capacità, che permettono di svolgere il lavoro affi ; datogli con maggior sicurezza e rendimento. Le proposte, a parer mio, esse possono migliorare l'attività della CI sono state tradotte da me nella prima parte di questa intervista. Comunque sommariamente vi torno a dire che un maggior funzionamento dell'organismo si deve cercare la possibilità di dare a questo l'autonomia necessaria a svolgere non dico solo i doveri ma i dirittì che questa ha. Nessuna influenza della linea sindacale nessun altro impegno, ma è necessario; che questo organismo abbia dei rappresentanti al continuo servizio dei lavoratori. Sgravare questo organismo dalla attività sindacale costruendo nei luoghi di lavoro dei comitati sindacali funzionanti, curati dal sindacato di settore. Per poter rafforzare questo organismo possono servire tutte le indicazioni che ho posto all'attenzione, ma altre proposte possono dare maggior autorità a questo organismo unitario. Fino ad oggi abbiamo solo un rappresentante che è distaccato e che quindi può lavorare liberamente in questo senza altri impegni. Talvolta però dati i molteplici impegni, non riesce ad assolverli tutti; quindi sarebbe necessario che costui avesse collaboratori ben preparati e non è sufficente l'attività •a dargli capacità necessarie, ma sarebbe opportuno che la CIA curasse e facesse riunioni periodiche con i membri di CI per poter dargli franchezza e lucidità sui compiti affidatogli. Una cosa è certa che bisognerebbe ottenere un'altra acquisizione. Dare a •questi non dico il distacco ma un orario speciale che gli permetta di attivizarsi di più nel deposito per un maggior aiuto al segretario e per poter dare maggior funzionamento alla CI.

Queste mie opinioni non devono essere interpretate nè maligne e senza tendenza di parte; ma come un contributo che con tutti quegli aspetti critici che ritengono valide e costruttive servono a dare alla analisi finale una soluzione che abbia come obiettivo il rafforzamento di questo organo dirigente unitario della classe operaia.

Silvano Mordenti

Ricordiamo a tutti i lavoratori della categoria, che a fine marzo, a cura del comp. BRUNO MONOSILIO, vedrà la luce il testo completo ed aggiornato a tutto il 1964 (e primo bimestre 1965), delle leggi, contratti ed accordi nazionali del settore dei pubblici trasporti, comprensivo, tra l'altro, del Regolamento speciale ATM in vigore dal 1-1-1965 e della legge sulla municipalizzazione.

L'opera di circa 600 pagine ed avente la caratteristica del Testo Unico, è di facilissima consultazione (contiene ben tre indici, uno cronologico, uno per materia e l'altro analitico per voci), e risulta parfico-

Da oltre 20 anni questo lavoratore è adibito alla guida del camioncino delle mense ed oggi (a quanto ci risulta) verrà trasferito senza una ragione plausibile. Infatti ci risulta che il trasferimento avviene per ragioni... di economia e a tale scopo si vuole assegnare a tale mansione un manovale di recente assunzione.

Ragione non valida in quanto a detto manovale dovrà nel caso essere corrisposta la qualifica di autista non di linea e al Carnevali (che ha appunto detta qualifica), verrà assegnata una nuova mansione nell'ambito aziendale.

I casi sono due : o vi è un posto vacante di autista non di linea, e allora non si vede perchè non possa essere ricoperto da quel manovale; o di posti vacanti non ve ne sono ed allora non si vede il lato « economico » di sostituire Carnevali con un aspirante autista.

Queste le conclusioni a cui si giunge in base alle notizie reperite, ma il problema che detto trasferimento solleva è un altro: il problema umano. Non si possono trattare gli uomini come numeri o come pezzi di un ingranaggio. Ciascuno di noi acquisisce con la permanenza in un determinato posto dei diritti normali che non possono essere violati se non per giustificate ragioni tecniche o per gravi manacnze. E' questa una regola più civile che democratica, regola che detto trasferimento sembra voler infrangere.

MM

La C.I. sulla libertà di sciopero

La C.I. Teodosio e S1., denuncia e pone all'attenzione della Direzione Generale ATM, al Direttore di esercizio della Metropolitana e degli organismi in indirizzo quanto avviene nell'ambito della Metropolitana alla vigilia di scioperi.

Infatti, anche nell'ultimo sciopero proclamato dalla C.G.I.L. - C.I.S.L.U.I.L. per il giorno 14 u.s., si è posto in evidenza ancora una volta quanto denunciamo.

Alcuni funzionari della Metropolitana si sono presi la libertà di interpellare fin da mercoledì, giorno 10 u.s., molti del personale addetto al movimento della Metropolitana compiendo così un atto di intimidazione. Questa C.I. non può tollerare e non tollererà in avvenire simile stato di cose, in quanto a nessuno è permesso fare pressioni coercitive nei confronti dei lavoratori, pressioni in contrasto con la Costituzione e con le norme elementari di democrazia.

Sicuri che sarà fatto tutto il possibile per evitare che nel futuro si ripetano simili incresciosi episodi, porgiamo distinti saluti. i componenti la Ci. Teodosio e S.I.

dovrebbero leggere

larmente utile sia come strumento di formazione sindacale e professionale, sia in caso di concorsi.

«Voci dell'ATM» è ben lieta di raccomandare l'acquisto a tutti i lavoratori che prenotandolo subito, potranno pagarlo in 4 rate mensili da L. 500, la prima delle quali un mese dopo la consegna del volume (che avverrà entro il prossimo marzo).

Per le prenotazioni è sufficiente rivolgersi all'interessato, comp. Bruno Monosilio, alla redazione del giornale o direttamente al comp. Colamonico V. Presidente del Circolo Ricreativo.

Ma non è esatto dire che non vi sia alcun sistema di riscaldamento: vi sono quattro mastodontiche stufe a nafta a cui è affidato l'impossibile compito di riscaldare il vasto locale. Sembra che gli stessi istallatori dì queste stufe ne abbiano compresa l'inutilità sistemandole in modo irrazionale (ma è messa davanti ad una porta quasi volesse riscaldare la via adiacente).

Noi comprendiamo come i dirigenti dell'ATM, lasciati ad amministrare un così esiguo capitale da un Comune che ancora oggi non si decide di dare aiuto e priorità al mezzo di pubblico trasporto, noi comprendiamo come non siano in condizioni oggi di "dare l'avvio ai lavori per adottare anche a Molise un efficace sistema di riscaldamento (simile a quello di Zara). Ciò che non comprendiamo è perchè non si cerchi di sfruttare nel modo migliore il sistema esistente. Infatti, non solo uno dei riscaldatori a nafta è guasto e nessuno si cura di ripararlo ma i rimanenti non vengono utilizzati nel migliore dei modi. Alle otto del mattino il personale che, per sua sventura lavora nel deposito, iniziando il turno dovrebbe trovare l'ambiente riscaldato. Ma i pochi riscaldatori, vengono messi in funzione a quell'ora e provocano amiche caldo una corrente d'aria che dura qualche ora.

Si chiede troppo proponendo di accenderli alle 6?

Queste condizioni inumane di ambiente sono peggiorate dall'umidità costante delle fosse ove vengono effettuate le lavorazioni. Ogni giorno le vetture da riparare giungono alle fosse subito dopo il lavaggio e ivi depositano l'acqua rimasta nella carrozzeria. Il sistema di scolo delle fosse è primitivo (fatto con pozzi perdenti) e non consente la eliminazione dell'acqua che giornalmente vi si deposita.

I sacrifici degli operai si tramutano presto o tardi in malattie (reumatismi, bronchiti) che costringono il lavoratore a lunghe degenze le quali non pesano solo sulla Cassa di Soccorso ma anche sul Servizio. E' quindi da considerarsi uno spreco un risparmio migliorare queste condizioni ambientali Noi decisamente crediamo che spendere alcuni milioni per risolvere questi problemi significa per l'ATM compiere una economia oltreché un'azione umanitaria preservando la salute di quanti vi lavorano.

Un gruppo di operai

Vendere o no gli autobus fiat 680

Gli autobus invecchiano rapidamente anche perchè le case costruttrici mantengono un tipo di vettura per circa 10 anni e dopo tale periodo diviene difficile e quindi costoso anche il reperire i pezzi di ricambio necessari a mantenere detti mezzi in perfetta efficienza.

Per questo non sorprende che, periodicamente, l'ATM metta fuori uso un determinato numero di vetture e cerchi di ricavarne con la loro vendita un magro utile. Questo è quello che capita oggi ad un gruppo di vet- , ture (9 FIAT 680) che hanno oltrepassato i 16 anni di servizio.

Ciò che vorremmo sottolineare è che dato che dalla loro vendita la' ATM non potrà ricavarne che 3 o forse 4 milioni, se questa operazione è economica o no. In servizio vi sono tuttora una trentina di vetture tipo FIAT 680 e la ricerca dei pezzi di ricambio diviene ogni giorno più difficile ed onerosa.

Conviene, dunque, vendere le suddette 9 vetture o conviene smantellarle e utilizzare i pezzi per riportare quelle in servizio che hanno dai 4 ai 6 anni di meno sulle spalle?

E' una domanda che poniamo ai tecnici ed in particolare a quel gruppo di giovani tecnici che con la loro attività hanno dimostrato di essere all'altezza, un domani, di divenire i futuri quadri dirigenti del nostro servizio.

Dibattito sulle C. I.
2 - Dai depositi VOCI DZLL'A.T.M.
Un libro che tutti

A chi la responsabilità dello scandalo delle macchinette A proposito dello svecchiamento

« Il giorno » del 3 febbraio pubblica un articolo sulle macchinette della metropolitana che a suo tempo hanno sollevato un piccolo scandalo per la loro mancata efficienza. Queste macchinette superautomatithe che, dotate di un occhio magnetico dovevano rappresentare il massimo della tecnica, si sono rivelate costose ed inefficaci tanto che in un recente incontro « triangolare » se n'è decisa la loro modifica.

All'articolo de « Il giorno » mancano comunque alcune informazioni che, essendo omesse modificano la sostanza della notizia e portano il lettore a trarre conclusioni errate che non ci sentiamo di condividere.

La prima notizia che non appare nell'articolo e che non è stata l'ATM a decidere nè ad ordinare le macchinette ma queste furono studiate e comandate dal prof. Bottani quando questi ricopriva la carica di presidente dell'ATM.

Come si vede l'errore e la conseguente perdita di milioni non è da attribuire ai tecnici dell'ATM ma al tecnici della M M che in quel periodo era diretta dal prof. Bottani, uomo notoriamente legato agli interessi della Edison e di altre grosse aziende monopolistiche.

Oggi, si decide di rimediare al fallimento delle macchinette, mettendo delle nuove macchine sussidiarie le quali hanno il compito di emettere, previa introduzione di monete e gettoni, un biglietto stampigliato che dovrà poi essere obliterato dalle macchinette esistenti ed ormai prive di occhio magnetico.

Da buoni burocrati, quando qualche rotella del congegno s'inceppa anzichè sostituirla si complica l'ingranaggio, così ragionano e decidono chi di fatto ci dirige. Abbinare alla difettosa macchina super elettronica-magnetica un'altra macchina che ha il compito di stampare con luogo, data ed ora di nascita ogni biglietto, significa rendere l'operazione di entrata al metrò sempre più complessa e difficoltosa anche per l'utente.

Ma perchè vengono studiati questi macchiavellici macchinari? si chiede l'utente. E' semplice, per evitare che qualcuno s'introduca nelle viscere della terra per poi viaggiare a sbafo sulla Metropolitana. Da controlli effettuati si è potuto stabilire che il numero di viaggiatori non in possesso di regolare biglietto non supera le due unità su mille viaggiatori.

Per evitare questi « portoghesi » si sono spesi fino ad oggi 120 milioni in macchinette e adottato un tipo di biglietto il cui maggior costo è il doppio dell'onere provocato dai « portoghesi »; oggi si rimedia mettendo delle macchinette sussidiarie il cui costo non sarà certo inferiore ai 100 milioni ed il cui unico pregio è quello di fornire un biglietto di costo inferiore.

Tutto ciò non è nè economico nè dettato da ragioni di progresso e ben lo sanno i dirigenti dell'ATM che sono costretti ad avallare le decisioni che la destra economica e monopolista impone in sede politica, decisioni che già hanno portato a numerosi fallimenti fra i quali ricordiamo l'esperimento della linea n. 5, le linee celeri del centro servite da micro-autobus e quelle attuali degli anacronistici tagli delle linee. Questi errori e storture le cui responsabilità in ultima analisi vengono fatte ricadere sui dirigenti dell'ATM sono ormai di dominio pubblico ma l'articolista de «Il Giorno» sembra non accorgersene.

REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE

Via Rari•tta, MILANO

T•I•lben• 5 6•O 5.18

Spiedi:. In abb. pestalo - Gruppo 11

Prezzo L. 50

Direttore Responsabile

LUCIANO PELAGOTTI

n. 2440

Aut. Trib. Milano - 12-1-1951

Tip. EFFETI Via Barletta, 11 Milano

Pubblichiamo integralmente la lettera inviata al giornale « La Notte » da un gruppo di pensionati in risposta ad uno scritto offensivo riportato dallo stesso giornale. Abbiamo deciso di rendere pubblica la presente lettera non solo perchè questa è stata riportata da « La Notte » con tagli che ne deformano il contenuto ma anche perchè riteniamo utile segnalare questa presa di posizione aei nostri pensionati.

Nai dipendenti dell'ATM siamo giornalmente attaccati dalla stampa della destra e da quella parte dell'opinione pubblica da essa influenzata. Occorre rispondere tem pestivamente con ogni mezzo a qualunque attacco; occorre in ogni luogo e circostanza sapere con chiarezza esprimere le reali cause della crisi dei trasporti che determina il deficit dell'ATM.

Solo se noi tutti saremo capaci di rispondere colpo per colpo alla vasta campagna denigratoria svolta nei nostri confronti, porteremo un decisivo contributo alla municipalizzata, all'ATM ed in ultima analisi, alla sicurezza del nostro posto di lavoro ed al mantenimento delle istituzioni che ci siamo conquistate.

LA REDAZIONE

Milano, 27 Gennaio 1965

Caro Postino, ti saremmo molto grati se tu volessi pubblicare questa nostra in risposta alla lettera di quel signore che, nella tua rubrica del giorno 25 c.m., propose che l'A.T.M., per sanare il proprio bilancio, abolisse le tessere d circolazone ai suoi pensionati.

Il tono della sua lettera, oltre che egoistico, aveva un sapore alquanto meschino e meschino ci permettici• mo di giudicare l'autore, che si è compiaciuto di attaccare una categoria di lavoratori i quali, questa agevolazione, se la sono duramente guadagnata in lunghi anni di attività e di sacrificio, senza nessuna di quelle comodità (riposo nelle regolari giornate festive, orari ben definiti dal mattino alla sera, l'essere

In relazione alla nuova situazione venutesi a creare in seguito alle modificazioni apportate al servizio, dopo l'entrata in funzione della metropolitana, che determinano momentanea disponibilità di personale, è d'attualità riparlare di pensionamento anticipato. Premesso che in base alle norme di legge in vigore ciò è possibile sia per volontà della Direzione, sia per oionta d.ei singoli dipendenti, purcne gli stessi appiano almeno 5.5 anm e versino al tondo Tensione un contributo nella misura determinata nane stesse norme di legge. « LL t,/ uiN.0 l'OSSI/NO Ce1..L.DeAK.1 , l'uN l lel l'Al AlV1t.IN .h. 1N ThNJ1Uivr », purcne le stesse versino ai ronuo pensioni un contributo di circa otto milioni. Al aipenaente inoltre compete la iiitz iueirun La ai pensionamento, per cui i aa deve sostenere un ulteriore onere superiore ai mezzo milione per relativi interessi rilerentesi ali Laticipazione. bisogna precisare che per il passato i Azienaa non na mai attuato tale sua tacona, ed e inumane cne anche per l'avvenire non intenda avvaiersene nato il rilevante onere.

« IL DIPENDENTE TUO' OTTENtact. LA rt..NsiONE ANT11.1.1-'21i », purche versi al tono» Tensioni un contributo di oltre cinque milioni e si renna oinrassionario per assumere la posizione cu iscritto voiontario. t.' bene sottolineare che in base alle norme sindacali in atto al dimissionario nana compete per quant.-) riguarda ruidennita cu pensionamento e cio rappresenta una perdita cu oltre due minom e mezzo.

Ancne per questa seconda possibinta è opportuno precisare cne in passato nessuno si e avvaiso di tale sua tacolta; e pacifico pertanto prevedere che anche in avvenire l'atteggiamento degli interessati non muterà.

1 valori sono stati valutati prendendo a base un dipendente con anni 55 di età, 20 di servizio e una retribuzione lorda mensile di Lire 150.000.

coperti e riparati anzichè esposti al freddo e alle intemperie di giorno e di notte), che rendono meno gravose anche un pesante lavoro manuale.

Deve inoltre sapere, quel signore, che se i pensionati dell'A.T.M. godono di un trattamento superiore a quello dell'I.N.P.S., lo devono anche a se stessi, per essersi saputi creare un fondo di previdenza speciale con i loro elevati contributi e, se qualche pensionato si adatta a qualche umile lavoro, lo fa per arrotondare la bassa pensione, perchè non tutti usufruiscono di un trattamento elevato come lui crede.

Potremmo anche obiettare che in parecchie altre Aziende sono in vigore tariffe ben più preferenziali; ma sono tanto note che non è nemmeno il caso di citarle. A parte questo, se l'abolire il tesserino ai pensionati, che d'altro canto è un diritto acquisito, potrà sanare il bilancio dell'A.T.M. ( e far piacere a quel signore), lo si abolisca pure: è ovvio però che se l'autore della lettera non l'ha scritta spinto per caso da personali rancori verso la nostra categoria, dovrà per forza suggerire che vengano abolite anche tutte le tessere preferenziali e di libera circolazione delle quali usufruiscono carabinieri, personale della Polizia, della Finanza e della Vigilanza Urbana, mutilati, invalidi di guerra, dipendenti comunali, etc. etc.

In tal guisa, le cause saranno almeno fatte secondo logica e giustizia. Vorremmo dire da ultimo al lettore in questione che, se lui pure è un lavoratore come crediamo di immaginare dalla sua lettera, non comprendiamo come possa pensare di voler far_ togliere un beneficio ad altri lavoratori, giunti ormai quasi al termine della loro esistenza: gli suggeriamo pertanto di fare un piccolo esame di coscienza e di voler giudicare serenamente se il suo scritto può essere considerato un gesto di « carità cristiana ».

Cordialmente ringraziamo

Un gruppo di pensionati A.T.M.

IL CORRIERE CONTRO I LAVORATORI DELL'ATM

Merita una risposta il pesante articolo apparso sul benpensante « Corriere » del 2 febbraio u.s. dal titolo « Salito a 24 miliardi il disavanzo dell'ATM per il 1965 » In esso infatti, il giornalista pagato dai Crespi, cita un esempio definito clamoroso relativo alla liquidazione ed alla pensione di un dirigente dell'ATM per rafforzare nei lettori il concetto che basta eliminare i bigliettari e fare un po' di repulisti all'interno dell'Azienda per risolvere il problema dell'ATM e del trasporto da essa gestito.

Ci sembra strano che il giornalista in questione non sappia che la paga dei dirigenti non è fissata dall'ATM ma dalla Fed. Naz. Dirigenti d'Azienda con la Fed. Naz. delle IVIunicipalizate sulla base di tabelle nazionali applicate sia nell'industria privata che nelle aziende municipalizzate. Se scandalo vi è, esso non è dell'ATM che subisce una determinata contrattazione, ma del sistema economico-sociale italiano che colloca questa categoria (indubbiamente importante) su un piedistallo d'oro.

Come si vede, tolto l'aspetto scandalistico, all'articolo del « Corriere » rimane il concetto da sempre sostenuto dalla destra milanese che il bilancio dell'ATM deve essere saiato non da chi trae enormi benefici indiretti dal trasporto, ma dai dipendenti dell'ATM riducendone l'organico con l'agente unico, diminuendone la paga che pur essendo per la stragrande maggioranza dei dipendenti al disotto dei bisogni della famiglia, viene definita eccessiva se non sproporzionata.

Tenuto conto di questa realtà giuridico-economico e dell'esperienze passate si deve concludere precisando, che un eventuale piano di svecchiamento per avere possibilità di attuazione dovrebbe articolarsi su questi basi:

l'interessato lo richieda;

la Direzione si assuma essa l'onere che il richiedente deve sopportare per versare alla CSP il contributo dovuto; la Direzione in deroga agli accordi sindacali in vigore, corrisponda ai dimissionari l'indennità di pensionamento.

A mio parere, tale piano rappresenta una soluzione vantaggiosa, per dare una definizione adeguata a casi difficili riguardanti dipendenti anziani in cattive condizioni di salute, che, pur non avendo requisiti per conseguire il pensionamento per motivi di salute, non hanno però condizioni tali da rimanere in servizio senza pregiudicare in modo grave le loro già precarie condizioni fisiche.

Ciò che preoccupa è che certe idee non le hanno solo i girnalisti del « Corriere » ma l'assesore D.C. ai trasporti Giambelli il quale in un intervista al giornale « La Notte » ha fatto gravi affermazioni.

La causa principale del deficit, ha affermato, è l'esuberanza di personale nell'azienda. Ha aggiunto particolari inesatti (come quello dello impiegato che si presenta al lavoro alle ore 9) e propugnato « l'esodo volontario »; la ristrutturazione delle officine le quali dovrebbero dare determinato lavoro alle ditte private che « hanno necessità di produrre e di lavorare ».

A questo proposito l'ing. Giambelli dimentica l'esperienza lavaggi durante la quale si è assistito allo smistamento del lavoro ai privati (RETAM in particolare) e all'utilizzazione del personale operai specializzati compresi come manovalanza nelle officine.

Gli uomini come Giambelli al quale dedicheremo più spazio il prossimo numero, sono i più pericolosi nemici della municipalizzata e come tali vanno combattuti sul piano politico.

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M M anno zero Una folla di curiosi invade la metropolitana ed affronta la superautomatica macchinetta rilevandone l'inefficenza Difendiamo la municipalizzata - 3
Pensionamento anticipato Metropolitana milanese
VOCI DELL'A.T.111
Un ' esempio
I pensionati rispondono all'articolo de "la notte„

POLITICA DEI PUBBLICI TRASPORTI E

UNA DELLE CONSEGUENZE PIU' APPARISCENTI DI UNA ECONOMIA, COME QUELLA ITALIANA, DOMINATA DALLE SCELTE DEI MONOPOLI, E' SENZA DUBBIO RAPPRESENTATA DALLA GRAVE CRISI DEI PUBBLICI TRASPORTI, sia per quanto riguarda l'efficienza dei servizi che l'andamento economico delle gestioni.

I disavanzi delle imprese di trasporto di ogni tipo, dalle ferrovie statali o in concessione, alle aziende urbane ed extra-urbane tranviarie, filoviarie ed automobilistiche — municipalizzate e private — costano ormai alla collettività alcune centinaia di miliardi all'anno, senza che vi sia ancora una seria prospettiva di un potenziamento dei servizi che corrisponda alle esigenze di sviluppo economico e sociale del Paese.

Secondo le scelte governative, la eliminazione dei disavanzi di esercizio dove rebbe tuttora essere conseguita nelle tre direzioni tradizionali che hanno sempre portato, anzichè all'eliminazione, all'immediato incremento dei disavanzi stessi: aumento delle tariffe, soppressione delle linee a scarso traffico, aumento dell'efficienza del servizio.

L'aumento dell'efficienza dovrebbe realizzarsi attraverso un'economicità delle gestioni che possa consentire non solo una diminuzione delle spese per effetto di una maggiore produttività, ma anche l'autofinanziamento dell'espansione e del riclassamento dei servizi.

Tutto questo, naturalmente, senza alcun aggravio della spesa pubblica tanto a livello statale che degli Enti Locali.

Tenuto conto che la voce di gran lunga prevalente nelle uscite aziendali è la spesa di personale, è in questa direzione che permanentemente si rinnovano le iniziative delle imprese, realizzando assai spesso un solo risultato sicuro: l'inasprimento dei propri rapporti col Sindacato di categoria, che si muove naturalmente in senso, contrario, per portare a sua vol ta avanti una linea alternativa.

Gli utenti reclamano per il taglio delle linee

Il taglio di numerose linee deciso dalla Giunta al fine di costringere gli utenti a servirsi della metropolitana e quindi sottoporsi ad un maggior onere finanziario, sono gravi tanto da non sembrar dettati dal buon senso. Questo provvedimento, assieme all'altro non meno grave che ridimensiona peggiorandolo il servizio notturno, sono destinati anziché a fornire maggiori entrate (il primo) e risparmi (il secondo) a spingere altri utenti ad abbandonare il servizio pubblico e ricercare nel mezzo individuale la soluzione del loro problema di trasporto.

La cittadinanza che fino ad oggi aveva accolto con passività i precedenti provvedimenti, sembra non più disposta a ionerare di veder ancor più peggiorare le condizioni del trasporto pubblico.

TALE LINEA, PARTENDO DAL RIFIUTO DI SUBORDINARE LE RIVENDICAZIONI IMMEDIATE DEI LAVORATORI ALLA SITUAZIONE DEFICITARIA DEI BILANCI AZIENDALI contesta la politica della riduzione delle spese di personale e l'aumento delle tariffe ed esige che il finanziamento dell'infrastruttura sia posto a carico di coloro che subordinano ai propri fini la rete del pubblico trasporto, scaricandone tutti gli oneri, in termini economici e sociali, sulla collettività.

In questi ultimi tempi, uno degli atti concreti più ricorrenti nelle aziende urbane per portare avanti la politica padronale, è rappresentato dal tentativo di istituire su larga scala, e non solo in ben delimitati casi eccezionali, il cosiddetto « agente unico », mediante la sostituzione del bigliettario con una macchinetta per il self-service.

Su tale questione, sia il Congresso nazionale di categoria dello scorso C anno, sia il recente onsiglio nazionale, hanno deliberato all'unanimità, sulla base delle valutazioni già espresse dai lavoratori con le lotte in corso, l'inequivocabile rifiuto degli autoferrotranvieri di accettare l'istituzione dell'agente unico.

Con tale istituzione si verrebbero infatti a diminuire i livelli di occupazione ed il loro incremento, ad aggravare le condizioni di lavoro degli autisti e dei guidatori, a peggiorare il servizio, senza nemmeno ottenere qualche vantaggio apprezzabile ai fini dell'andamento della gestione.

Sull'azienda continuerebbero infatti a premere inesorabilmente i fattori esterni che ne provocano il dissesto, e che non potranno certo essere rimossi con il contenimento delle spese di personale o con qualunque altra misura che resti nell'ambito del suo bilancio.

Tuttavia i tentativi proseguono, anche perchè certe aziende, che hanno già deciso unilateralmente di approvvigionarsi delle macchinette necessarie, vanno introducendo nel dibattito alcuni elementi di confusione.

n UESTI ELEMENTI SONO RAPPRESENTATI DALLE COSIDDETTE u. GARANZIE CHE L'AZIENDA OFFRIREBBE CIRCA IL SERVIZIO dei bigliettai in sopprannumero, e la determinazione dei compensi (in indennità monetarie o in riduzione di orario di lavoro) per le maggiori prestazioni che l'istituzione dell'agente unico comporterebbe per gli autisti ed i guidatori in genere.

Secondo le predette aziende, una volta fissate queste garanzie mediante una trattativa sindacale, non vi sarebbero più fondati motivi di, opposizionq che non voglia correre il rischio di relegarci su arcaiche posizioni luddiste.

Prima di esaminare le predette garanzie, è necessario osservare preliminarmente che l'introduzione di nuovi metodi che non rappresentano

La raccolta delle firme organizzata da uno dei comitati sorti nei rioni cittadini

un progresso tecnico, ma sono rivolti esclusivamente ad aumentare la produttività del lavoro, costituisce — anche in una azienda pubblica — una tipica forma di sfruttamento supplementare.

Ciò è provato dalla vasta mobilitazione che esse hanno provocato in numerosi rioni cittadini: 19 comitati di utenti della ATM hanno sinora raccolto 27 mila firme consegnate al sindaco, all'assessore anziano Aniasi, a quello dei trasporti Giambelli, alla direzione dell'ATM. Esse vengono da Baggio (3 mila), dalla delegazione unitaria del QT8 (3 mila), dalle ACLI dello stesso rione (700), dal quartiere Feltre (per iniziativa del PCI e delle ACLI), da Crescenzago (2mila), da Quarto Oggiaro (2 mila), da Quintosole (700), da Cusago, dalla FACE, da Gorla, dalla Siemens, da Bruzzano, dalla zona Magenta, dal rione Padova, da Rogoredo.

La circostanza che non vi sia diretto profitto dell'impresa, ma solo di coloro che sono i veri beneficiari del pubblico servizio, non cambia la natura dell'operazione, che non si traduce nè in un miglioramento generale della condizioni di tutto il personale dipendente per effetto dell'aumentata produttività aziendale, nè in una diminuzione delle tariffe nei confronti del pubblico, che riceve invece un servizio peggiore sia rispetto alla sicurezza della salita e discesa dei viaggiatori, che dei tempi di percorrenza e della informazioni necessarie.

Ciò premesso, esaminiamo le garanzie offerte da un'impresa che richiede il consenso del Sindacato, magari anche con la pressione di un certo tipo di patriottismo aziendale o comunale, affinché l'operazione venga riconosciuta giusta e vada tranquillamente in porto, L'istituzione dell'agente unico non comporterà riduzione di personale — assicura l'impresa — perché i bigliettai che risulteranno eccedenti sulle linee attrezzate per il self-service saranno mantenuti in servizio.

E' subito da osservare che, affinché questa garanzia possa realizzarsi, occorrerà, in primo luogo, che esistano le possibilità di una diversa utilizzazione dei bigliettai in soprannumero, altrimenti l'operazione approderebbe a risultati del tutto opposti, ossia la diminuzione della produttività aziendale.

I bigliettai in soprannumero potranno cioè essere utilizati: o su nuove linee dove non verrà istituito il bigliettaio automatico — ed in questo caso non si comprenderebbe del tutto la validità dell'operazione; o cambiando la lorc qualifica in altra equivalente per lo svolgimento di mansioni cui i bigliettai interessati risultassero idonei — sempre che naturalmente si tratti di posti vacanti; o, infine, a copertura di agenti collocati in pensione, che non verrebbero sostituiti con nuove assunzioni.

e prospettive del pubblico trasporto

Pochi lavoratori per milioni di utenti

Dipendenti impiegati per il trasporto di un milione di passeggieri (dati ricavati dal bilancio preventivo del 1962)

F AR COINCIDERE TUTTE QUESTE CONDIZIONI COI TEMPI DI ATTUAZIONE DEL SELF-SERVICE APPARE estremamente improbabile, per cui, volendo adottare ad ogni costo tale innovazione, l'aumento della produttività ne • risulterebbe seriamente compromesso, insieme con l'intero significato dell'operazione.

Stà di fatto però che in un'azienda urbana municipalizzata, la cui Direzione aveva stipulato qualche tempo fa un accordo minoritario per l'introduzione dell'agente unico, risultano ora in soprannumero una sessantina di bigliettai, che l'azienda intende naturalmente esonerare dal servizio.

La realtà è che la istituzione dell'agente unico ed il mantenimento in servizio del personale eccedente sono in contraddizione fra di loro, per cui prima o dopo i nodi verranno al pettine, dimostrando coi fatti che una garanzia in questo senso non ha alcuna validità: il self-service deve necessariamente comportare la riduzione del personale in soprannumero per poter realizzare una produttività maggiore.

L'altro elemento di confusione è rappresentato dalla offerta di un compenso da assegnare all'autista o al guidatore per le maggiori prestazioni che gli vengono richieste sui veicoli senza bigliettaio.

Assegnare un compenso ad un lavoratore per una prestazione non inerente alla propria qualifica significa in realtà svalutare gravemente il valore professionale della qualifica rivestita dallo stesso lavoratore.

Infatti la particolare perizia dimostrata da un autista o un guidatore in lunghi anni di lodevole servizio non sarà sufficiente per ottenere una retribuzione più elevata, in quanto un maggior guadagno verrebbe l'urnediatamente assicurato all'agente unico, anche se meno anziano, meno esperto alla guida e meno lodevole nel servizio.

La mancanza di unadeguato servizio, il costo sempre più elevato del trasporto spingono l'utente a servirsi di un proprio mezzo. Ecco come i meno abbienti risolvono il problema.

Pertanto, sia per quanto riguarda i livelli di occupazione, che il peggioramento delle condizioni dei lavoratori che derivano dall'istituzione dell'agente unico, l'atteggiamento di opposizione del Sindacato, è perfettamente coerente, anche perché la diminuzione dei livelli di occupazione verrebbe inunediatamente ad influire sul gettito contributivo del fondo speCiàle di previdenza della categoria, aggravando ulteriormente il rapporto fra iscritti e pensionati e ponendo nuovamente sul tappeto il problema dell'aumento dei contributi.

VOCI DIELL'A.T.IL
Copenaghen 30,85 Essen 25,91 Londra 23,30 Bruxelles 23,30 Amburgo 19,45 New York 19,35 Liverpool 17,53 Hannover 17,27 Parigi 16,94 Manchester 16,29 Zurigo 13,85 Genova 13,75 Torino 12,43 Napoli 12,35 Milano 11,80

COSTO DEL PERSONALE

Cortometraggio

Belga sui trasporti dimostra la validità del mezzo collettivo

LA COERENZA DEL SINDACATO DI CATEGORIA, ALLORCHE' SI

OPPONE ALLA INTRODUZIONE DI NUOVE TECNICHE — che progresso tecnico non sono in quanto rivolte ad aumentare la produttività unicamente attraverso la riduzione di spese del personale ed il peggioramento dei servizi -- è sostenuta anche dall'atteggiamento positivo che il Sindacato stesso assume rispetto all'esigenza obiettiva di ridurre i costi di esercizio, e quindi di realizzare lo stesso, ma per altre vie, una maggiore piladuttività ed una maggiore economicità delle gestioni.

L'espansione della motorizzazione ha creato nuovi grossi problemi, che attengono ai costi di esercizio, come la riduzione della velocità commerciale e la scelta del tipo di trazione dei mezzi.

La lotta che il Sindacato di categoria conduce nei centri urbani affinchè sia riconosciuta coi fatti la conclamata priorità del trasporto collettivo rispetto al trasporto individuale ne è una testimonianza.

Così come la difesa dei trasporti ad impianti fissi contro i quali si è scatenata da tempo la lotta senza quartiere dei monopoli dell'auto, della gomma, della benzina e della burocrazia ministeriale, trova sempre il Sindacato di categoria schierato in difesa non soltanto degli interessi immediati dei lavoratori ma anche della maggiore economicità della trazione elettrica rispetto ai veicoli a motore.

Sulle linee extraurbane, la posizione del Sindacato costituisce anche la più valida alleanza con le popolazioni, in •difesa delle economie locali, che le ferrovie e le tramvie extraurbane hanno promosso in vaste zone tra le più depresse del Paese.

INFINE LE LOTTE CONDOTTE CON ESTREMO VIGORE DAL SINDACATO DI CATEGORIA PER LA PUBBLICIZZAZIONE DEI SERVIZI COLLETTIVI GESTITI DA PRIVATI CONCESSIONARI, e soprattutto per assicurare la gestione pubblica ai servizi sostitutivi di vecchie linee ad impianti fissi non suscettibili di ammodernamento, s'inquadrano anch'esse nella linea alternativa che viene opposta ad una politica dei trasporti tuttora dominata dalle scelte dei monopoli e passivamente subita dalle stesse imprese pubbliche.

Peraltro, nella sua azione di permanente contestazione alle iniziative rivolte alla riduzione di spese del personale, all'aumento delle tariffe, al peggioramento dei servizi, all'accaparramento a fini speculativi delle correnti di traffico più redditizie, agli investimenti di comodo, il Sindacato di categoria non ignora certo il problema del finanziamento del pubblico servizio.

Ed è per questo che il Sindacato afferma che il finanziamento deve essere posto a carico di coloro che traggono profitto dall'attuale organizzazione dei pubblici trasporti addossando sulle spalle dei lavoratori il peso di costi economici e sociali sempre più insopportabili.

Naturalmente, affinchè questo obiettivo di fondo riesca ad uscire dalla generalità, bisogna aprire un discorso che si proponga di fare emergere in modo chiaro per quali vie il costo economico e sociale del pubblico servizio di trasporto si traduca in accumulazione di profitti per il capitale industriale e fondiario.

Gli impetuosi fenomeni di disgregazione e di nuova aggregazione, generati dal salto dell'industrializzazione, ed il conseguente meccanismo di crescita dalla città moderna, mentre hanno posto in crisi le aziende di pubblico trasporto, sono state le componenti essenziali dello sviluppo, industriale ed urbano.

L'arretratezza giuridica, economica e tecnica della struttura dei trasporti è stata una condizione decisiva dell'espansione della produzione e dei profitti secondo le scelte già fatte dai monopoli, consentendo il trasferimento a carico della collettività di nua grossa quota di costi e l'appropriazione privata delle plusvalenze fondiarie.

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Impedire che questa condizione si perpetui, significa respingere i costi posti a carico della collettività, sottrarre alla privata speculazione la so pravvalutazione della rendita fondiaria, imporre il finanziamento del pubblico servizio a carico di coloro che ne fanno uno strumento della propria politica.

Questi sono presso a poco, alcuni dati di una situazione sulla quale occorre urgentemente aprire un discorso atto a far emergere concreti obiettivi di movimento sul piano sindacale che politico.

Guido Antonizzi Segretario della Federazione Italiana Autoferrotramvieri C.G.I.L.

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VOCI DELL'A.T.M.
-•
N. DEI LAVORATORI AMMALATI OGNI 100 IN SERVIZIO 1955 58,44 1962 83,17 N. DEGLI AMMALATI CRONICI OGNI 100 IN SERVIZIO 1955 22,92 1962 32 89 N. DEI SINISTRI 1951 3 618 1962 13 177 INDICE DELLA MORBILLITA' Lavora tori 1955 1962 ATM PERS. VIAGGI 58,44 83,17 INPS (MILANO e Provincia) ALTRE CATEGORIE 71,22
IMM".....1
L'assalto al tram durante le ore di punta

Al salone dei

Lezioni sulla storia della resistenza

Si sta svolgendo a Milano, nel Salone dei Congressi della Provincia, in via Corridoni 16, un corso di sei lezioni pubbliche dedicate alla storia della Resistenza, con particolare riferimento agli avvenimenti svoltisi a Milano e m Lombardia. Il corso, organizzato dal Comitato per le Celebrazioni del XX anniversario della Resistenza, secondo un programma alla cui elaborazione molto si deve alla professoressa Bianca Ceva, direttrice e animatrice dell'Istituto Nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, è seguito da un pubblico sempre foltis sullo, del quale i giovani costituiscono la netta maggioranza.

Le lezioni, sei, come si è detto, tendono ad affrontare tutti gli aspetti del movimento, sottolineandone ed approfondendone, quanto meno entro certi limiti, la vasta problematica. Non si tratta quindi di una manifestazione celebrativa, anche se si inserisce nel quadro delle celebrazioni del XX anniversario della Resistenza, ma di qualcosa di diverso e più vivo: di un dibattito a più vo-

ci, scelte nell'arco più vasto delle forze politiche che alla Lotta di Liberazione parteciparono come protagoniste, sugli avvenimenti di quegli anni, così importanti della storia nazionale, sul lento lavoro di preparazione, sulle cause e sui fini di essi.

Il Corso si è aperto alla presenza d e I Sindaco, professor Bucalossi, con una lezione dell'onorevole Luigi Meda sugli avvenimenti che si svilupparono tra il luglio e il settembre del 1943.

L'onorevole Lelio Basso, sempre nella prima serata, che ha così avuto di carattere di introduzione al tema della Resistenza, ha parlato sugli orientamenti della opposizione politica prima del 25 luglio.

Su questa linea di indagine si sono mossi i successivi relatori: il professor Catalano, sulla « Occupazione tedesca in Lombardia e la nascita della Resistenza » il senatore Francesco Scotti, sulla « Nascita delle formazioni partigiane », don Paolo Liggeri e il senatore Gianfranco Maris sulle deportazioni, nel corso della seconda serata, martedì 16 febbraio.

Un esame al programma delle successive serate, il due, il sedici e il trenta marzo., e infine il sei aprile, conferma che la preoccupazione è stata presente nella elaborazione di tutti i momenti del programma.

Dopo le due prime lezioni, la ter-

za sarà tenuta sui temi relativi alla lotta armata. Primo relatore sarà il senatore Pietro Secchia, al quale seguiranno Giorgio Bocca, Luchino Dal Verme e Gianfranco Bianchi, i quali faranno brevemente la storia rispettivamente dell'Ossola, dell'Oltrepò e della Lombardia del nord. La quarta serata sarà dedicata alla Resistenza in città: i grandi scioperi del '43 e del 44, su cui parlerà il professor Vaccarino, l'azione dei Gap, il cui esame è affidato al senatore Giovanni Brambilla, l'attività del clero, che sarà trattata da padre Mario Limonta, la stampa clandestina, su cui riferiranno Sartori e Polotti. La quinta lezione avrà come tema la politica del CLNAI ed i suoi rapporti con il CVL, tema questo affidato a Leo Valiani che fu segretario del Partito d'Azione per l'Italia occupata e rappresentante del suo partito appunto nel CLNAI. Nella stessa serata, il colonnello Mario Argenton svilupperà una relazione sul funzionamento del Corpo Volontari della Libertà. Con la trattazione di questi temi, l'indagine sarà così giunta alla fase finale della Resistenza: l'insurrezione la liberazione nazionale. Sarà questo appunto il tema dell'ultima serata, alla quale parteciperanno quali relatori il senatore Ferruccio Parri, il popolare Maurizio, e gli onorevoli Luigi Longo, Achille Marazza e Riccardo Lombardi.

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Le Sezioni Partigiane dell'A.T.M. -

A.N.P.I. - F.I.V.L. - A.P.C. e le Sezioni Combattenti e Reduci, Mutilati e invalidi, riunite con tutti gli Organismi Aziendali la sera del 12-2-1965 a Porta Romana, hanno deliberato che, in occasione del XX anniversario della Liberazione, si chieda a codesta Spett. Direzione la sistemazione nei Depositi di Messina, Zara e Leoncavallo delle lapidi a ricordo dei 44 Caduti Partigiani, con date e modalità da concordarsi in comune. Nel contempo chiedono pure che la Spett. Direzione decida di cambiare le denominazioni dei nostri posti di lavoro con nomi di caduti dell'ATM. Anche per questo chiedono che, cerimonie e date vengano decise in comune accordo. Per quanto riguarda l'acquisto delle lapidi, le Sezioni fanno presente alla Spett. Direzione che, per le lapidi di Baggio, Palmanova e Novara aveva stanziato la somma di L.600.000 delle quali, invece, sono state utili77ate sole lire 300.000. Pertanto chiedono che la rimanente somma sia messa a disposizione per l'acquisto delle altre tre, mentre per quanto riguarda la sistemazione sul posto e per la loro inaugurazione si proceda, come nel passato, a carico dell'A.T.M. Si fa presente che nella riunione è stata decisa la formazione della seguente Commissione paritetica:

A.N.P.I. Maitan Riccardo - Lavezzari Felice; F.I.V.L. Albani ErnestoMorfino Pierino; A.P.C. Orsenigo Arturo - Catalano; Combat. Red: Conca Luigi - Crippa Davide; Mut. Inv. Chiarandini Luigi - Agosti; A.T.M Segretario Sassi Lino.

Onde non perdere altro tempo prezioso si chiede che questa commissione venga immediatamente convocata dalla Spett. Direzione o dalla C. A. per discutere anche la tanto attesa Amnistia e il programma.

Anticipatamente ringraziamo e inviamo distinti saluti. ANPI - FIVL - APC

A. Comb. Red. - Mut. Inv.

VIETNAM

E poi... parlano di pace

L'aggressione americana contro il Vietnam del Nord, gli indiscriminati bombardamenti eseguiti per "rappresaglia" hanno destato nel mondo una vasta eco di sdegno, di allarme e paura per le non calcolabili conseguenze ch'essi possono provocare.

Eminenti personaltà politiche, religiose, uomini di cultura di tutto il mondo hanno espresso il desiderio affinchè la "sporca guerra" cessi e fatto pressioni su Washington perchè abbandoni i metodi repressivi ed inumani usati, e collabori per giungere ad una soluzione pacifica nel Vietnam come nel Laos.

Fra le varie prese di posizione abbiamo voluto riportare quella delle ACLI Milanesi perchè riassume l'opposizione umana alle atrocità americane e dimostra come la sinistra cattolica sappia discutere ed agire senza la remora del bagaglio di anticomunismo viscerale che, purtroppo, esiste ancora nella Democrazia Cristiana.

Pubblichiamo un ampio stralcio di commento sul Vietnam estratto dal giornale delle ACLI di Milano « Il giornale dei lavoratori ».

« Rileviamo con dolore che tocca di sentire ancora la terribile parola "rappresaglia", così legata ormai alla storia dell'ultima guerra e di quell'aspetto di essa che è stato più aberrante ed agghiacciante: i villaggi incendiati, le esecuzioni di massa, i massacri della popolazione civile, i bombardamenti rabbiosi ed indiscriminati, l'esilio atroce della pietà e dell'umanità dalla consuetudine della vita sociale, lo sterminio degli ostaggi e tutte quelle rievocazioni brutali al ricordo dei quali il nostro cuore freme d'angoscia e di rivolta morale.

« Forse noi parliamo da una sponda diversa, per ragioni tutte umane e morali, e non teniamo conto della reale, difficile situazione della posizione americana di fronte alle incursioni nelle loro basi dei guerriglieri del Vietcong. Ma è certo che si affaccia con autentico orrore al nostro spirito la feroce prospettiva aperta dalla catena delle rappresaglie sanguinose. Ripetiamo: non guardiamo le ragioni, ma il metodo. L'abisso invoca l'abisso.

« In momenti di tensione così grave come quello che si sta attraversando a cagione della guerra vietnamita, si sente la necessità che decisioni d'incalcolabile portata e d'imprevedibili conseguenze non devono essere lasciate nelle mani di singoli Stati, quali che siano. L'interesse immediato di uno Stato può giocare brutti e non rimediabili scherzi, destinati a ricadere sulla testa di tutto il mondo. E' finito ormai il tempo della diplomazia fondata sulla bilancia dell'equilibrio plurimo delle alleanze; ogni scossa in qualunque parte del mondo si ripeicuote insorabilmente su tutta la superficie della terra. Una azione di rappresaglia può diventare il moltiplicatore di una operazione generale, che investe la sicurezza complessiva del genere umano. Bisogna andarci molto cauti, con i piedi di piombo e con saldezza di nervi... ». « Le altre nazioni nell'autonomia delle loro posizioni e del loro giudizio sono chiamate al ruolo necessario della mediazione e della moderazione tra le contese gigantesche delle grandi potenze mondiali, nel momento in cui queste si lanciano ad avventate e rischiose esasperazioni ».

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6 - Pagina della resistenza VOCI DILL'A.T.M.

Piano, sistema e politica dei redditi

Dall'editoriale di Agostino Novella apparso su "Rassegna Sindacale„

« Con il sistema o contro il sistema? Con la programmazione proposta dal governo o contro la programmazione? E' con questi falsi dilemmi che viene oggi ripresa la noie mica contro la CGIL ». Così l'on. Agostino Novella comincia sull'ut timo numero di Rassegna sindacale un importante editoriale. Non è stata e non è nostra, dice fra l'altro Novella, la tesi — che di recente, è stata nuovamente sostenuta dai leaders della CISL — secondo cui il sindacato può svolgere la sua funzione essenziale di strumento autonomo dei laVoratori per migliorare le proprie condizioni, accettando a priori di rimanere dentro le esigenze di sviluppo del sistema. La CGIL, come dicono anche i suoi temi precongresuali, non è convinta che all'interno dell'attuale sistema possano essere risolti i problemi fondamentali della condizione operaia, che specificamente spetta al sindacato affrontare (occupazione, salari, sicurezza sociale, libertà nei luoghi di lavoro, dignità professionale). Anzi, siamo convinti che una soluzione sia pur graduale di questi problemi è impedita da ostacoli e da limiti molto seri, che provengono da quelle determinate strutture economiche e sociali del paese, le quali — conservate finora nella loro sostanziale staticità di fondo contrastano apertamente perfino con le fondamentali istituzioni del nostro ordinamento politi co democratico e riescono a ostacolarne il suo ulteriore sviluppo.

D'altronde, la gravità dell'odierna situazione economica conferma che non si tratta più di superare soltanto i tradizionali, storici squilibri territoriali e settoriali del nostro sistema, « ma anche quelli moderni: quelli — precisa Novella — determinati da uno sviluppo distorto e mortificato dalle presenze dei monopoli e dalle rendite parassitarie; quelli che si caratterizzano per una enorme sproporzione della aczumulazione dei grandi gruppi privati e dei loro poteri di decisione e .li inIluenza rispetto alle nuove gyr indi dimensioni dei bisogni sociali c alla se,c1disf azione delle necessità eivili della collettività nazionale ».

Do questa realtà dei fatti nasce la linea del sindacato unitario, che passa per la riforma delle strutture; ed è una linea che non rinnega nè deforma la funzione del sindacato. Il nostro orientamento non discende dunque da alcun presupposto ideologico-politico, ma è adesione alle cose vere, che ci sono, è prova di effettivo realismo, intepretato e vissuto con schietta coscienza sindacale democratica.

mazione, del buon diritto dei lavoratori e dei sindacati. Anche qui la esperienza ha dimostrato che gli stessi poteri pubblici non sempre sanno e riescono a resistere alle pressioni imprenditoriali. « Per questo la CGIL è convinta che Stato e poteri pubblici hanno bisogno di un sindacato che possa esercitare pienamente e liberamente il suo potere contrattuale, proprio ai fini del perseguimento degli obiettivi di una programmazione democratica ». A proposito della quale Novella tra l'altro osserva che quella che viene concretamente proposta oggi, ossia il « piano Pieraccini ». presentato in questi giorni, non può venire considerata come l'unica linea possibile di programmazione e annuncia che la CGIL esprimerà su di esso il suo meditato giudizio di merito quando ne avrà esatta conoscenza; non mancando di rilevare che, per quel che se ne sa a tutt'oggi, quel piano presenta aspetti preoccupanti, soprattutto perchè distaccato dai più vivi e drammatici problemi della condizione dei lavoratori. Venendo a trattare dei connessi problemi del costo del lavoro, della domanda interna e della competiti\ ità internazionale della nostra industria, e riaffermato il valore stimolante di una politica di miglioramenti salariali sulle attività produttive e sui livelli di occupazione, l'on.

Novella scrive che le proposte avanzate dall'Esecutivo della CGIL del 26 gennaio scorso « respingono ogni tendenza a subordinare l'andamento del mercato interno alla pretesa esigenza di ottenere una competiti-

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vità sui mercati internazionale, basata soprattutto su un abbassamento dei costi del lavoro, inteso come compressione dei livelli salariali ». Tale capacità competitiva, infatti, si può ottenere senza sacrificare i consumi primari dei lavoratori, poichè elevare i livelli e la qualità della domanda interna significa stimolare la espansione produttiva e tecnologica, e determinare quindi anche « la ascesa della produzione di beni strumentali, ossia di una delle componenti fondamentali per l'abbassamento dei costi di produzione », cioè della competitività dell'Italia sui mercati esteri.

I pensionati dell'ATM stanno ancora in attesa chi di dovere si decida a prendere in serio esame il loro problema.

Non è giusto che, in particolare dopo le recenti decisioni che hanno portato alla soppressione od alla modifica di determinate linee, essi venga ancor negata l'estensione delle tessere di libera circolazione della Metropolitana.

Il provvedimento non ha ragione di essere tanto più che qualche centinaio di pensionati non ingorgherebbero il traffico della prima linea sotterranea, traffico che oggi appare molto scarso.

I PROBLEMI DELLE GUARDIE DEBBONO ESSERE RISOLTI

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E' appunto espresione di tale coscienza il concetto che la CGIL ha della programmazione e del ruolo che, nel quadro di questa, deve assolvere il sindacato. A questo proposito — sottolinea Novella — è stata volutamente ignorata una precisazione di estrema importanza, riguardante l'impegno politico che la CGIL. si è assunto anche in materia di politica rivendicativa, ai fini del successo di una programmazione democratica e in rapporto alle sue progredienti realizzazioni. Si è nosio l'accento, al contrario, e si è diretta tutta la carica polemica contro il rifiuto che la CGIL ha fatto e fa della politica dei redditi: la quale, poi, in sostanza, significa la subordinazione della dinamica dei salari alle variazioni della produttività, quale essa si forma nelle attuali condizioni strutturali del sistema; ossia in modi precari e a livelli squilibrati e insufficienti.

Il rifiuto da parte della CGIL della politica dei redditi, d'altra parte, è motivato non solo da ragioni di principio e da ragioni economiche, ma anche da ragioni dettate dall'esperienza. L'esperienza ha infatti dimostrato, avverte Novella, che il sindacato si trova di fronte a forze imprenditoriali il cui potere contrattuale è, comunque, sempre efficiente. Ed è anzi talmente forte da essere capace di condizionare pesantemente persino i poteri pubblici. Al contrario, non sempre efficiente e il potere contrattuale del sindacato, nè questo ha sempre garantita la possibilità di esercitarlo pienamente.

L'affidarsi per altro unicamente a trattative di vertice, a elaborazioni fatte a tavolino, svuota in partenza .1 sindacato di ogni suo reale potere. Nè basta che i poteri pubblici si impegnino a farsi essi garanti, attraverso una politica di program-

In questi ultimi mesi sono giunte in Redazione numerose lettere dei lavoratori della vigilanza. In esse le guardie esternano il loro malcontento prendendo come capro espiatorio fatti ed avvenimenti meramente marginali. La conclusione a cui si giunge leggendo le numerose lettere ricevute (solo in parte pubblicate sull'apposita rubrica) è che fra questi lavoratori esiste uno stato di disagio e di profondo malcontento che li rende singolarmente intolleranti a qualsiasi azione che ai loro occhi appare una violazione, un abuso. Se esaminiamo le condizioni dei lavoratori addetti a questo piccolo Reparto (circa 120 agenti) notiamo come la mancata soluzione di una serie di problemi sindacali ed aziendali pone le guardie in una condizione di inferiorità nei confronti del rimanente personale dell'ATM.

IIl conf ererenza dei comunisti delle fabbriche

In occasione della III conferenza nazionale dei Comunisti delle fabbriche, il P.C.I. ha lanciato un appello ai Comunisti ed agli operai ove si rileva la necessità di trovare una nuova linea di politica economica che crei una prospettiva unitaria, democratica e rivoluzionaria per la classe operaia.

« E' compito urgente della classe operaia impedire l'attuazione di una linea di sviluppo programmato che serva unicamente a coordinare e rafforzare ancor più l'economia capitalistica. E' compito urgente della classe operaia battersi per una diversa linea di sviluppo programmato che fondandosi sulla preminenza della volontà e dell'interesse pubblico sulle scelte di mercato e sul profitto, dia sicurezza al mondo del lavoro e sia garanzia di un avvenire più prospero, più libero, più giusto per l'intera società nazionale », afferma l'appello della III conferenza dei comunisti delle fabbriche. Questa conferenza costituisce senza dubbio un'importante assise e le sue conclusioni, che non mancheremo di commentare, influiranno sull'orientamento dei lavoratori italiani.

La tabella allegata B alla legge 6-8-1964, n. 858, prevede l'inqudramento delle guardie nella categoria (A) (manovale). Nella applicazione aziendale delle tabelle si è giunti al compromesso dovuto alle diverse mansioni ad esse affidate, rispetto a quelle previste dalla tabella nazionale, e si è così deciso ai far mantenere alle guardie il loro inquadramento (C) come qualifica individuale (ad personam). Da allora le guardie e i loro diretti preposti attendono un giusto inquadramento e con esso lo sblocco della carriera (solo l'anno scorso, dopo dieci anni, sono state fatte alcune promozioni a Capi e Vice Capi guardia). Con le intese raggiunte nelle trattative del Regolamento Promozioni tutte le categorie, dal manovale al pulitore e al pers. viagg. hanno acquisito il diritto alla carriera; tutte ad eccezione delle guardie la cui stessa esistenza rimane in bilico fra le proposte di ridimensionamento del Corpo e quella di una necessaria revisione delle loro mansioni e responsabilità fissate dal vecchio Regolamento della Vigilanza ormai di fatto superato. Se a queste ragioni di fondo aggiungiamo un triste e non lontano passato in cui, sono state sottoposte ad un'intensa politica di sfruttamento, si comprende l'intolleranza ch'essi dimostrano non solo per metodi direzionali che si richiamano al passato (turni di servizio ecc.) ma anche (sia pur con un pizzico d'invidia) con chi è riuscito ad evadere dal circolo chiuso della categoria ottenendo la qualifica di impiegato che ad essi appare come un aureo miraggio.

Perciò riteniamo di dover segnalare con forza alla Direzione ed ai sindacati i problemi che assillano le guardie ed invitiamo gli interessati ad unirsi a noi sostituendo alla lunga serie di lagnanze e di singoli fatti destinati ad aumentare l'attuale caos la chiara rivendicazione dei loro fondamentali problemi che si chiamano giusto inquadramento, sviluppo di carriera, chiarezza nei compiti e nelle mansioni loro affidate.

Quanto alla recente lettera anonima ricevuta a firma « I Serviziati » scritta da persona estranea alle guardie, ci riserviamo di procedere nei modi e nelle forme che riterremo opportune. Precisiamo comunque che la Redazione non accetterà di pubblicare lettere anonime.

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SEZIONE PESCA

VASTO PROGRAMMA DI ATTIVITA' IL TEATRO PER IL POPOLO

(INSEDIATO IL NUOVO COMITATO TECNICO)

Si rende noto a tutti i soci della Sez. Pesca che il Comitato Tecnico della Sezione, a seguito del consulto elettorale che ha avuto luogo nel corso della Assemblea dei soci svoltasi presso la Sede del C.R. il 2-12-64, previa sottrazione di nominativi di soci risultati eletti ma impossibilita. ti ad accettare l'incarico, risulta definitivamente composto come sotto indicato: Socio signor Carlo Andreani ; Adriano Agosti; Piero Barnicchi; Anelgiro Bernardoni; Pierino Dalcò; Vincenzo Di Pilato; Vittorio Gipponi; Luigi Fracci; Cesare Prestinari; Francesco Rovida.

Il programma di lavoro si prevede migliore che in passato con la necessaria collaborazione fattiva di tutti i soci.

Le gite programmate sono in numero di 8 (escluse quelle culturali e la gara sociale); ai soci, ad iniziare dalla seconda gita, non verrà più dato avviso individuale, ma il C.T. per ragioni puramente d'ufficio e finanziarie, ritiene sufficiente esporre vistoso manifesto all'albo murale nei vari luoghi di lavoro e darne notizia a mezzo « Voci dell'ATM », mentre si continuerà il recapito a a domicilio dei vari comunicati ai soci pensionati e per quanto di competenza ai rimasti soci aggregati.

SEZ. PESCA

GITA A

PALESTRO

Il Comitato Tecnico della sezione

Pesca del Circolo Ricreativo ATM ad apertura della stagione, organizza per domenica 14 marzo c:a. una gita a Palestro sul fiume Sesia, zona ricca di pesci cavedani, pighi, savette, barbi.

PROGRAMMA

Per facilitare la partecipazione alla gita, il pulman seguirà id seguente itinerario: Porta Romana ore

P. Cornetto » 4,35

I'. Cuoco 4,33

Rim. Vittoria 4,40

P. Piola » 4,45

P. Loreto » 4,50

Via Stelvio an. Zara » 4,55

Via Cenisio ang. Certosa » 5,00

Rim. Baggio 5,10

P. Baracca 5,15

P. Cantore 5,18

Porta Ticinese » 5,20

Ritrovo a Palestro ore 17.

Partenza per Milano ore 17,15

Arrivo a Milano ore 19 circa a Porta Romana.

QUOTE

D'ISCRIZIONE

Dipendenti L. 500

Familiari L. 650

Aggregati L. 850

Le iscrizioni si ricevono presso gli uffici del Circolo Ricreativo ATM

Piazza Medaglie D'oro, 2 — Telei ono 541.406 — sino all'esaurimento dei 46 posti disponibili.

Si coglie l'occasione per ricordare ai soci che le tessere d'iscrizione alla sezione pesca non seguono la scadenza della licenza di pesca, ma scadono alla fine di ogni anno (31 dicembre).

Si invita, pertanto, chi ancora non lo avesse fatto, a voler regolarizzare la propria posizione per il corrente anno 1965.

Il Comitato Tecnico

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Telefonare C.I. Teodosio

La pesca è uno sport salubre in quanto costringe chi la pratica a lasciare l'opprimente città e trasoorrere giornate in amene zone della campagna

Il C.T. riunitosi il giorno 20 u.s. ha tra l'altro stabilito, nell'intento di valorizzare la qualità di Socio Effettivo (dipendente ATM), di assegnare a ciascun socio che sia dipendente dell'ATM n. 2 permessi di pesca giornalieri per la riserva Redecesio, cedibili a terzi (parenti o amici). Le modalità d'uso dei permessi in questione sono riportati sul frontespizio dello stesso modulo. Si informa altresì che detti permessi saranno distribuiti prossimamente presso gli sportelli del C.R. all'atto del rinnovo della tessera sociale, per il rilascio della quale sarà indispensabile fornire i dati precisi alle impiegate: indirizzo, n. tessera FIPS e numero della licenza governativa.

Per i soci che invece avranno già regolarizzato la propria posizione sociale, basterà la presentazione della tessera — (sulla quale verrà posta un timbro) — per il ritiro dei permessi « Omaggio ».

Tutti i soci che abbiano bambini di età compresa tra i sei e i tredici anni non compiuti che desiderali() iscriverli alla Sez. Giovanile per il 1965 (organizzazione che indice annualmente simpatiche e riuscitissime manifestazioni per i piccoli pescatori) dovranno recarsi presso la

Calcio la squadra della Metropolitana sfida i depositi

I lavoratori del Servizio Metropolitano hanno costituito una loro squadra di calcio e bramerebbero confrontarsi con una squadra di un altro deposito.

La sfida senza dubbio sarà accolta, ma ci teniamo a precisare che la squadra della M.M. è composta di elementi giovani e selezionati, capaci a giocare anche sotto le viscere della terra e quindi rappresenteranno per tutti un osso veramente duro.

OZZE

Il presidente della Sezione Pesca PIERO BARNICCHI si è sposato il 20 febbraio con la signorina ROMANA ABBA.

Al caro PIERO ed alla sua consorte giungano i fraterni auguri di tutta la Sezione Pesca, degli amici e della Redazione.

I guidatori e i bigliettai, che da novembre circolano per la città con le loro vetture, si sono trovati in una specie di «supplizio di Tantalo».

Portavano, sul davanti delle carrozze tranviarie sulle quali svolgevano e svolgono il loro lavoro, i manifesti del « Piccolo Teatro » annuncianti Le baruffe chiozzotte, o Sul caso Julius Robert Oppnheimer, Il signor di Pourceaugnac, e non ci potevano andare; e non ci possono andare a vederli, questi spettacoli, per ragioni del loro lavoro. Orari, soprattutto. I tramvieri milanesi sono tra i lavoratori più interessati alla cultura e all'arte. La loro continua frequentazione del pubblico più vario li mette nella condizione di essere immersi nella vita pubblica della città, di conoscerne gli umori, la sensibilità, i gusti. Li mette dunque anche nella più aperta disponibilità verso i fatti di grande interesse generale, in tutti i campi; quindi anche in quello del. teatro — dal quale, tuttavia, si sentono purtroppo esclusi.

st'anno, come i tramvieri ben sanno, la sua formula del « t.'atro popolare » aperto a tutti. E non in astratto, bensì concretamente: con i prezzi assai bassi, con gli abbonamenti alla portata di tutti. Facendo spettacoli di grande interesse popolare, e attuando o favorendo una organizzazione « popolare » che rende agevole la scelta del teatro ,come scopo del proprio tempo libero. Organizzazione « popolare » significa che essa punta soprattutto sulla partecipazione collettiva, di piccole o grandi comunità, che solo in quanto tali possono permettere ai loro membri di andare a teatro.

Organizzandosi in questo senso, consapevoli di questo diritto che è appunto il teatro, i tranvieri milanesi potranno far finire il loro « supplizio di Tantalo ».

SORDI

sede della FIPS (Via Sansovino, 33) a farsi rilasciare il tesserino (con spesa irrisoria) e farlo vidimare dalla Sez, Pesca del C.R. gratuitamente.

IMPORTANTE! Tra non molto saranno indette le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo della Sez. Prov. FIPS di Milano; il C.T. invita tutti i soci a non dimostrare assenteismo ed a non di-, sperdere il proprio voto. Si rammenti che tale consulto eleggerà coloro che saranno responsabili della pescosità e pescabilità della quasi totalità dei fiumi della nostra provincia; quindi problema della massima e comune importanza.

IL COMITATO TECNICO DELLA SEZIONE PESCA

Nella loro stessa condizione si trovano migliaia di altri lavoratori, ai quali gli orari di lavoro del tutto particolari impediscono di usufruire dei « servizi pubblici » che la città mette a disposizione; del servizio pubblico del teatro, appunto. Ed ecco, quindi, la contraddizione: lavoratori del più pubblico dei servizi, che si sentono messi da un canto, al di fuori delle possibilità di valersi di un altro servizio pubblico. Contraddizione insanabile?

Nulla v'è di insanabile, di irrimediabile. Ciò che non è possibile a livello individuale, può esserlo a livello di gruppo. Un attento calcolo dei turni, una valutazione delle presenze e delle possibilità di usufruire collettivamente del proprio tempo libero in modo di riunire un certo numero di tramvieri in riposo in quelle date ore (serali, domenicali, di sabato pomeriggio) rende attuabile il desiderio di andare a teatro. Ti « Piccolo Teatro » ha lanciato que-

SETTORE TURISMO

GITA ALL'APRICA

Domenica 14 Marzo 1965

PROGRAMMA

Partenza da Milano ore 6,30

Luoghi di ritrovo:

Piazza Firenze - inizio Corso Sempione ore 6,00

Piazza Castello - sede Autostradale » 6,05

Porta Romana - sede Circolo Ricreativo ATM » 6,10

Viale Campania - Ospedale Resnati » 6,20

Piazza Argentina - Angolo via Stradivari » 6,25

Piazza Tstria - angolo via Abbazia » 6,30

Partenza per Bergamo - Lovere£ dolo

Arrivo all'Aprica ore 10,00

Tempo libero a disposizione

RITORNO

Partenza dall'Aprica » 17,30

Arrivo a Milano » 20,30

QUOTE

GITA A CANAZEI

11 19 - 20 - 21 marzo 1965

PROGRAMMA

Venerdì 19 Marzo

Ritrovo partecipanti P.za

Cast. sede Autostradale ore 6.00

Sistemazione in pullman

PARTENZA » 6,15 con l'Autostrada per Bergamo-Brescia-Peschiera indi

Trento-Cavalese

Arrivo a CANAZEI » 12,30

Sistemazione in albergo - 2' colazione - cena - pernottamento

Sabato 20 Marzo

Pensione completa in albergo

Domenica 21 Marzo e 2• colazione in albergo

Partenza da CANAZEI » 16,00

Arrivo a MilanoPiazza Castello » 23,00

QUOTE

Dipendenti L. 8.500

Familiari a carico L. 10.500

Aggregati L. 12.500

MEMO ci ha lasciati

L. 700

Dipendenti

Familiari a carico L. 1000

L. 1500

Aggregati

Il prezzo comprende il viaggio di andata e di ritorno in pullman. I figli dei dipendenti, fino all'età di 10 anni, non pagano.

Le iscrizioni si ricevono presso la Segreteria del Circolo Ricreativo ATM e presso i rappresentanti di Deposito dal 22 febbraio p.v. e si chiuderanno il 12 marzo salvo esau-ameni° anticipato dei posti disponibili.

Il prezzo comprende: viaggio di andata e ritorno in pullman; pensione completa a Canazei presso lo Hotel DOLOMITI (2° cat.) dalla 2' colazione del 19 alla 2' colazione del 21 Marzo (bevande escluse) con sistemazione in camere a 2-3 letti senza bagno.

Le iscrizioni si ricevono presso la Segreteria del Circolo Ricreativo ATM e presso i Rappresentanti di Depotiso dal 19 febbraio p.v. e si chiuderanno il 17 marzo salvo esaurimento anticipato dei posti disponibili. Le iscrizioni dovranno essere accompagnate da un acconto di L. 3000 a persona.

Scompare con Ambrogio Vergani una delle più note figure del nostro calcio aziendale.

E' morto a Gorgonzola 1'11 gennaio a soli 43 anni.

Ambrogio Vergani, assunto alla ATM nel 1948, di carattere buono e leale, lascia un largo vuoto dietro di sè sia nell'ambiente sportivo che, appena assunto, lo ha visto accorrete e donare con entusiasmo e generosità ogni sua energia durante le agonistiche battaglie, in quello di lavoro ove ha profuso con analoga sincerità quanto più poteva.

Ai familiari del caro Memo, alla moglie, alla figlia Renata giungano le fraterne condoglianze dei suoi compagni sportivi e di quanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo.

8 VOCI DELL'A.T.M.
4,30

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