Regolamento promozioni
Continuano le trattative
Nei giorni 9 e 10 luglio, sono proseguite le trattative relative alla democratica regolamentazione dello sviluppo di carriera per i lavoratori dell'A.T.M.
Nei giorni 9 e 10 luglio, sono proseguite le trattative relative alla democratica regolamentazione dello sviluppo di carriera per i lavoratori dell'A.T.M.
La CGIL dichiara uno crete proposte
sciopero di 24 ore - I sindacati e i partiti dei lavoratori: richiedono l'attuazione delle misure cannella conferenza triangolare; respingono l'aumento del biglietto e una falsa politica di economie.
Dopo quattro settimane di intense consultazioni l'on. Moro ha formato il nuovo Governo che, stando alle dichiarazioni programmatiche, si richiama alla precedente formula di centro-sinistra.
Pur riconoscendo che le valutazioni sulla positività di un governo si fanno sulla base della sua azione, non possiamo non sottolineare le perplessità largamente espresse non solo dai partiti che non partecipano alla coalizione governativa ma nello stesso P.S.I.
Infatti, la Direzione del Partito Socialista ha approvato a maggioranza il programma del nuovo Governo e, fra i voti contrari, si notano nomi come Santi, segretario della CGIL; Lombardi direttore dell'Avanti; Banfi della Direzione Naz. dell'ANPI; Giolitti ex ministro del bilancio e di altri non meno autorevoli esponenti del PSI i quali, in un documento hanno richiesto la convocazio ne del Congresso del Partito.
Queste dichiarazioni si contrappongono alla posizione ufficiale del PSI che ritiene in. dispensabile la continuazione del Centro-Sinistra quale alternativa ai palesi propositi della destra economica e politica miranti alla crisi del sistema democratico-parlamentare, crisi che provocherebbe catastrofiche conseguente per tutti.
Questo stato di cose non può non preoccupare i lavoratori che ben conoscono i propositi del Ministro Colombo e del Governatore Carli i quali, senza mezzi termini, hanno già affermato di voler far pagare ai lavoratori il peso economico della attuale situazione di crisi. D'altro lato un altro fatto che desta preoccupazione è che mentre la D.C. dalla presente crisi ne esce rafforzata (basta leggere la parte del programma riguardante le sovvenzioni alla scuola confessionale) il partito dei lavoratori (i! PSI) che già nel primo Governo Moro ha avuto una scissione, ne esce diviso.
L'esperimento della partecipazione dei lavoratori al Governo, minaccia quindi di risolversi in un inconcludente Centro-Sinistra che rischia di portare una profonda divisione nella classe lavoratrice a tutto vantaggio della destra economica presente all'interno od all'esterno della D.C.
Anche se, come affermavano all'inizio il giudizio sull'operato di questo governo non può essere dato che dopo le azioni che esso compirà è certo che (tenendo presente l'operato del passato centro-sinistra) esistono dei pericoli e questi debbono far sì che tutti i lava ratori si stringano attorno al Sindacato di classe che per primo indicò gli errori della programmazione e lo t tino per far applicare la linea tracciata dall'esecutivo della CGIL per dare all'Italia una fprogrammazione democratica che poggi sull'intervento dei lavoratori.
Luciano Pelagot ti
Gli organi dirigenti del Sindacato Provinciale Autoferrotranvieri aderente alla CGIL convocati in riunione straordinaria il 24 luglio 1964, per esaminare la situazione e le prospettive economiche e sindacali connesse al preannunciato aumento delle toriffe dei pubblici servizi di trasporto, hanno approvato la seguente risoluzione:
« A distanza di pochi giorni dalla conclusione della Conferenza Triangolare per i trasporti, organizzata dall'Amministrazione Comunale di Milano, che, con i suoi lavori, ha fatto chiaramente risaltare come la pesante crisi finanziaria e funzionale che ha investito l'A.T.M. ed il trasporto pubblico in generale, è imputabile, in primo luogo, al permanere della mancanza di una programmata politica dell'Ente Locale per i trasporti pubblici atta ad esaltarne il loro insostituibile valore agli effetti degli interessi e bisogni della collettività e i loro diritti prioritari rispetto ogni altri tipo di trasporto, attraverso opportuni provvedimenti di sua competenza, si riapro invece, stimolato dall'Ente Locale stesso, l'improducente e conservatore discorso degli aumenti tariffari.
Tale intendimento e decisione eludono le aspettative di quanti consideravano la Conferenza Triangolare prova di buona volontà e punto di partenza per la costruzione ed attuazione di quella nuova, democratica ed avanzata politica per i trasporti pubblici da tempo sollecitata e rivendicata da larghissimi strati e forze rappresentative della cittadinanza milanese e dal nostro Sindacato chiaramente precisata con pro poste concrete ed immediatamente attuabili, comprese in una serie di documenti ben conosciuti dalle Autorità Comunali e dall'opinione pubblica.
Ciò inoltre dimostra, ancora una volta, che da parte di chi ne ha diretta responsabilità in materia, si preferisce, anzichè affrontare la crisi alle sue radici e nelle sue componenti di fondo, tamponarla con provvedimenti antipopolari che scaricano oggi sui già magri bilanci famigliari dei cittadini utenti e domani sulle già pesanti condizioni di lavoro dei dipendenti dell'A.T.M., le ne-
gative conseguenze della loro politica fatta di spontaneità, di scelte rerrate, di palliativi, di impotenza decisionale nei confronti di quegli interessi economici e monopolistici, rappresentati dai grandi produttori dell'auto e della gomma, dalle grandi società immobiliari e dei proprietari di aree fabbricabili che sono le sole forze interessate ad opporsi a soluzioni avanzate, quanto logiche, per i problemi dei trasporti pubbli ci e a proibire all'Ente Locale di fare di questi trasporti strumenti al servizio di una politica di democratico e programmato progresso urba-
nistico, economico e sociale per la nostra città ed il suo più vasto hinterland.
Stante il prmeanere di questa politica, che per il suo manifesto contenuto conservatore non potrà che colpire durante nei suoi ulteriori e già conosciuti sviluppi anche i lavoratori dell'A.T.M. attraverso provvedimenti di sfruttamento atti a ridurre l'incidenza del loro costo sui bilanci aziendali, quali e principalmente: l'adozione in larga misura dell'agente unico e la diminuzione in senso relativo della mano d'opera (Continua in 2' pag.)
Il 24 giugno ultimo scorso si è riunito a Roma lEsecutivo della CGIL.
I lavori del massimo organo dirigente della Confederazione, si sono imperniati essenzialmente sull'esame dell'attuale situazione economica indicando le linee da seguire per dare ad essa uno sbocco democratico che vada incontro agli interessi delle grandi masse lavoratrici e assieme apra una prospettiva di sviluppo all'economia del Paese.
I lavori dell'Esecutivo della CGII. si sono conclusi con la stesura di un documento di grande valore politicosindacale dal quale stralciamo e pubblichiamo alcune sue parti fondamentali.
Di fronte alla serietà che presenta l'attuale situazione la CGIL ritiene che gli elementi di crisi del sistema economico derivano da un lato, dalle distorsioni prodotte dal tipo di sviluppo economico verificatosi in questi anni, dall'altro dalla volontà e dalla conseguente azione svolta
dalla destra economica per contrastare la possibilità di pervenire ad una pianificazione democratica che trasferisca progressivamente in mano pubblica la direzione effettiva dell'economia mediante un trasferimento delle scelte decisionali.
Queste distorsioni strutturali si sono tradotte in difficoltà congiunturali sottolineando da un lato la necessità di una programmazione democratica fondata sulla trasformazione delle attuali strutture economiche e dall'altro lato di una politica congiunturale che costituisca una coerente anticipazione della politica di piano.
La CGIL ha da tempo indicato le misure concrete per superare le presenti difficoltà, e per contrastare le tendenze inflazionistiche senza cadere nella stagnazione e per rimuovere gli ostacoli fondamentali nelle strutture che si frappongono allo sviluppo economico e sociale d e I Paese. Ciò ha contribuito a sottolineare
la funzione di una politica economica avanzata, che non potrà essere realizzata senza il contributo decisivo dato dalla spinta delle masse lavoratrici.
SALARI E PREZZI
Quando si obietta che proprio lo admento dei salari, limitando gli investimenti, ha rallentato gli incrementi della produttività, si trascura di considerare la massiccia esportazione di capitali, che negli ultimi anni ha menomato la capacità di sviluppo dell'economia italiana, oltre che da motivi politici è stata determinata dalla scarsa convenienza in investimenti di ammodernamento, dal momento che era possibile realizzare ugualmente alti profitti basandosi sui bassi salari.
Per quanto riguarda l'aumento dei prezzi indotto da una tensione della domanda provocata dall'aumento dei consumi, occorre considerare che ta(continua in 2' pagina)
Gli incontri hanno permesso di conseguire una positiva normativa per quel che riguarda i periodi di ritardato avanzamento alla categoria superiore per quei lavoratori che sono incorsi o incorreranno in mancanze disciplinari previste dal D. L. 148, Artt. 42 (limitatamente per le mancanze previste dai commi 5 e dal 13° al 20°), 43 e 44. Tale normativa prevede che i ritardi negli avanzamenti, che derivano dalle eventuali punizioni inflitte all'agente durante il periodo di anzianità richiesto per ciascuna qualifica, al fine di ottenere la promozione per anzianità congiunta al comportamento generale, si attuerà nei modi seguenti: punizioni inflitte in base ai punti 5° e dal 13° al 20° dell'art. 42 del 148: ritardo di mesi tre per punizioni da 1 a 3 giorni di sospensione; ritardo di mesi sei per sospensio ni da 4 a 10 giorni; ritardo di mesi dieci per sospen sioni oltre i 10 giorni. per punizioni inflitte in base all'art. 43 del 148: ritardo di un anno; per le punizioni inflitte in base all'art. 44 del 148: ritardo di 2 anni; agli agenti retrocessi in una delle qualifiche per le quali sono previste le promozioni per anzianità congiunta al comportamento generale, il ritardo di 2 anni verrà applicato ai fini dell'avanzamento al grado immediatamente superiore una volta intervenuta la reintegrazione, ma in questo caso ai fini del computo per il raggiungimento degli anni previsti, si considera l'anzianità precedentemente maturata nel grado dal quale l'agente è stato retrocesso; le punizioni che hanno efficacia agli effetti di determinare il ritardo nelle promozioni saranno limitate comprese nei periodi precedentemente convenuti per stabilire l'anzianità minima necessaria per maturare il diritto alla promozione, ad eccezione delle qualifiche di bigliettario di guidatore tranviario e di capo treno, per dei 5 previsti per la maturazione le quali saranno presi in considerazione soltanto gli ultimi 3 anni dei 5 previsti per la maturazione del diritto alla promozione. agli effetti del computo del ritardo si considera la sola ponizione maggiore fra quelle inflitte nel periodo considerato e specificato nei tre articoli prima citati del D. L. 148; in caso di punizione inflitta durante il periodo di ritardo, si ag giunge a quello in corsa il nuovo ritardo, previsto per la nuova punizione; la promozione è sospesa fino all'accertamento definitivo, qualora l'agente si trovi sottoposto ad in chiesta disciplinare per mancanze previste dagli artt. 43 - 44 - 45 del 148. ovvero sia sottoposto a procedimento penale per delitto non colposo, anche per motivi non riferentesi al servizio. Le qualifiche a cui si riferisce le normativa sopra riportata sono le seguenti: da dattilografo di 2' e da dattilograto invalido a dattilografo scelto dopo 1 anno di anzianità; da segretario di 3' a segretario di 2' : dopo 2 anni di anzianità; da operaio di 3' a operaio di 2": dopo 2 anni di anzianità; da armatore a armatore scelto: do po 2 anni di anzianità; da cantonhiere a cantoniere scelto : (Continua in 2' pag.)
Martedì 21 luglio è morto il compagno Felice Manzoni. La sua scomparsa lascia un profondo cordoglio fra quanti hanno avuto modo di apprezzare la sua intensa attività politica, sindacale e ricreativa.
Felice Manzoni, iscritto al PCI nel 1921, aveva parteicpato alla Guerra di Liberazione, era stato Presidente del Consiglio di Gestione ATM e da molti anni era Presidente ed animatore del Circolo Boglio. Giungano ai suoi cari le condolianze dei tranvieri e della Redazione.
PERIODICO QUINDICINALE DEI LAVORATORI DELL'A.T.M. - MILANOPer una programmazione democratica che poggi sull'intervento dei lavoratori
le tensione si è verificata soprattutto nei prodotti di prima necessità.
Va a questo proposito ribadito che l'aumento di tali consumi, proprio per i bassi livelli di partenza, erano stati largamente previsti (vedi: previsioni sul consumo della carne alla, Conierenza Nazionale Agricola).
L'aumento dei prezzi è dunque dovuto ad una incapacità dell'offerta di adeguarsi ai ritmi d'espansione della domanda.
Tale incapacità deriva dalla politica economica che si è voluta condurre negli anni dello sviluppo.
In conclusione l'origine delle attuali difficoltà e del processo inflazionistico va individuata nella progressiva concentrazione del processo di accumulazione, nella mancata soluzione delle questioni fondamentali dell'economia italiana.
LA POLITICA DEI REDDITI
La politica dei redditi, quale si è definita in alcune esperienze europee, ha registrato una serie di fallimenti che mentre compromettevano gravemente la forza dei sindacati, non riuscivano nemmeno a raggiungere il risultato di una stabilizzazione monetaria, nonostante che il costo di tale politica fosse fatto ricadere sulle masse lavoratrici.
Infatti una stabilizzazione monetaria fondata sulla politica dei redditi implica il mantenimento delle strutture in atto, riproducendo aggravati a breve scadenza i termini reali della crisi.
La politica dei redditi non può essere neppure assunta nel significato che ad essa si vuol dare anche attraverso la proposta avanzata originariamente dalla CISL del risparmio contrattuale.
Questo strumento non appare in realtà efficace neppure ai fini dell'equilibrio monetario per realizzare il quale esso è stato proposto : infatti, a causa delle strutture monopolistiche l'aumento dei costi verrebbe in generale trasferito sui prezzi al cui aumento non corrisponderebbe un aumento del potere di acquisto dei lavoratori.
IL RISPARMIO CONTRATTUALE
Il risparmio contrattuale snatura inoltre la stessa funzione del sindacato, il cui compito è quello di aumentare la partecipazione dei lavoratori alla distribuzione del reddito e non di amministrarne i salari.
Il Sindacato deve inoltre rivendicare la sua partecipazione alle scelte generali di politica economica in quanto rappresentante dei lavoratori come produttori e non come proprietari di parte del risparmio nazionale.
La CGIL tiene infine a sottolineare che le richieste avanzate da tutte le organizzazioni sindacali in ogni settore sono assai moderate e che le cifre indicate da varie parti circa i presunti livelli salariali conseguiti o rivendicatori, non corrispondono alla realtà nel contenuto quantitativo anche perchè ricavate con un metodo non accettabile.
Il riferimento che il movimento sindacale avrà costantemente presente sente nella sua azione rivendicativa sarà una programmazione democratica chiaramente definita nelle sue finalità e nei suoi strumenti destinata ad eliminare gli squilibri territoriali, settoriali e sociali esistenti nel nostro Paese.
L'autonomia dell'azione rivendicativa è lo strumento insostituibile per esprimere tutto il potenziale di lotta dei lavoratori ed assicurare l'avanzata della programmazione democratica verso i suoi obiettivi.
Infatti una politica di programmazione democratica in atto potrebbe consentire al sindacato di effettuare, nell'ambito del pieno ed autonomo esercizio del suo potere contrattuale, quelle scelte in ordine alla misura relativa delle singole rivendicazioni — sia per quanto riguarda la parte salariale che per quanto riguarda la riduzione dell'orario e tutti gli Miri istituti che hanno riferimento al rapporto di lavoro — più adatte a contribuire positivamente, nelle diverse situazioni, alla rapida realizzazione degli obiettivi fondamentali della programmazione e a garantire nel contempo l'irreversibilità del miglioramento delle condizioni di vita
e di lavoro delle classi lavoratrici.
La CGIL ha ripetutamente avanzato proposte per l'adozione di misure che consentissero di venir fuori dalle difficoltà congiunturali. Tali proposte sottoposte all'esame del governo e fatte successivamente conoscere all'opinione pubblica, mirano a determinare una politica degli investimenti atta ad adeguare la offerta dei beni alla nuova domanda e ad avviare a .,o.uzione i problemi di fondo del l'aesc. La CGIL ha perciò proposto misure per colpire I.li esportatori di capitali e per dare al risparmio la massima utilizzazione produttiva, misure per colpire i fenomeni speculativi, accentratisi nel corso dell'ultima fa se congiunturale, misure per determinare una dislocazione degli investimenti che contrasti con le tendenze all'accentramento territoriale.
La CGIL considera con viva preoccupazione li deteriorarsi dell'unità d'azione fra le organizzazioni sindacali, unità che è stata fattore fondamentale della ripresa sindacale e del rafforzamento d e I potere contrattuale negli ultimi anni. Pur esercitando il proprio diritto di leale critica su quelle posizioni delle altre organizzazioni da essa non condivise e che nel presente documento sono in parte richiamate, la CGIL impegnerà ogni suo sforzo perchè nell'autonoma determinazione di ogni sindacato, l'unità sia costantemente ricercata e ricostruita.
Condizione importante per un tale risultato è però che nessuna organizzazione si consideri autosufficiente e che non si ripropongano vecchi atteggiamenti pregiudiziali e preclusivi di cui l'esperienza di questi anni dovrebbe aver fatto giustizia.
Questo sforzo unitario deve creare un punto di incontro fra le organizzazioni sindacali che costituisca una piattaforma comune, capace di aumentare il potere contrattuale dei sindacati per la migliore difesa degli interessi dei lavoratori contro l'azione padronale e per avviare una politica di riforme.
Momento essenziale di questa politica unitaria è la protica costante dell'unità d'azione nelle iniziative rivendicative, da ricercarsi mediante il dibattito e la consultazione fra le tre organizzazioni sindacali a tutti i livelli.
AT M
occupata all'A.T.M., gli Organi dirigenti del Sindacato Provinciale Autoferrotranvieri aderente alla CGIL decidono di porre in termini di lotta la soluzione dei gravi problemi dei trasporti mediante una programmata politica, quale quella indicata dai lavori della Conferenza Triangolare, lotta questa che non può che principiare dall'opposizione più decisa ai preannunciati aumenti tariffari.
In tal senso danno mandato alla Segreteria Provinciale di programmare una manifestazione di protesta e di lotta di 24 ore in data da destinarsi, previ opportuni accordi con le altre Organizzazioni Sindacali e con la Segreteria della Camera del Lavoro.
Questa parte del testo del comunicato della CISL:
« La segreteria provinciale della CISL milanese, come ha avuto modo di precisare in varie altre occasioni, compresa quella della recente conferenza triangolare sui pubblici trasporti, è fermamente convinta che la via da se guire per il miglioramento dell'efficienza di questo importantissimo servizio pubblico non sia da ricercarsi nella periodica revisione delle tariffe bensì nella eliminazione di quelle cause che condizionano il servizio di pubblico trasporto ».
Anche l'UIL in un telegramma inviato alle autorità cittadine, ha preso una chiara posizione Contro l'aumento del prezzo del biglietto.
La maggioranza della Commissione Amministratrice dell'A.T.M. ha suggerito al Comune un drastico aumento delle tariffe.
La deliberazione è stata presa nonostante la ferma opposizione dei compagni Orlando e Cherubini, membri Socialisti della Commissione, i quali, nel far rilevare come l'ultimo aumento tariffario abbia determinato una riduzione di passeggeri del 10 per cento, hanno sostenutt, che la soluzione delle difficoltà economiche dell'A.T.M. si trova nell'attuare immediatamente le misure viabilistiche già decise, nel dare una diversa strutturazione al bilancia aziendale che deve comprendere tutti gli oneri sociali che l'A.T.M. subisce, nel garantire le stesse facilitazioni concesse dallo Stato ai trasporti privati.
Da molto tempo ponemmo alla
Direzione A.T.M. alcuni problemi di carattere tecnico che avrebbero dato sollievo alla categoria degli autisti, i quali, sono costretti ad esplicare il proprio lavoro in condizioni di estremo disagio. Facemmo richiesta a chi di com petenza che venissero apportate alcune modifiche alle macchine del tipo; Alfa 140 (scudetto) e Alfetta 900 perchè, specie per i 140, il caldo circoscritto nella cabina di guida era ed è eccessivo. Lavorare in tale condizione può essere veramente pericoloso. Dopo ripetute richieste furono apportate delle modifiche le quali purtroppo erano paliativi e non soluzione di fondo. Ora chiediamo che alle macchine sopracitate, venga tolta la paratiacabina, dando la possibilità al caldo emanato dal motore di espandersi in uno spazio maggiore. Finalmente giorni or sono vedemmo coronato da successo il nostro desiderio; la 2095 venne sgabinata. Essa circola tuttora con esito positivo e con il favore degli autisti. Però siamo stati degli ingenui pensare che i lavori proseguissero con una certa celerità, e constatiamo che purtroppo tutto si dilunga nel tempo. Interpellando chi di dovere, sentimmo risponderci che, dato che tali lavori comportano una spesa di circa 300.000 mila lire per macchina, bisognava soprasedere a tale modifi-
I tranvieri socialisti concordano con la posizione assunta dai compagni della Commissione Amministratrice e plaudono alla presa di posizione ufficiale della Segreteria del Partito che ha ribadito l'impegno Socialista in ordine al problema dei trasporti. Lavoratori, la soluzione al problema dei trasporti comporta: la riorganizzazione dei servizi urbani ed extra urbani; la priorità assoluta dei mezzi pubblici sulla rete viaria cittz.5 dina; la attuazione immediata di tutti i provvedimenti decisi già da tempo e insabbiati da interessi che nulla hanno a che vedere con l'utilità pubblica. I Socialisti dell'A.T.M. si appellano pertanto a tutti i lavoratori per trovare consenso alla loro azione te-
sa ad evitare che ancora una volta vengano pagati dai ceti popolari i danni derivanti da scelte operate per favorire interessi egoistici e settoriali.
L'aumento delle tariffe rappresenta una rinuncia alla definizione di una seria e programmata politica dei trasporti e tende ad aggravare il disservizio perchè provoca l'aumento indiscriminato della motorizzazione privata.
Lavoratori dell'A.T.M., impegnatevi con i Socialisti per conseguire:
UN RAFFORZAMENTO DELLA MUNICIPALIZZATA; UN SERVIZIO ECONOMICO ED EFFICIENTE PER GLI UTENTI ; MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO E TRANQULLLITA', A FINE MESE, PER VOI E LE VOSTRE FAMIGLIE.
Non solo al Governo ma in tutto il paese si sente la necessità di un vento nuovo che spazzi via la vecchia politica conservatrice ed inetta. Queste sono le conclusioni che si possono trarre dell'Annuncio che la D. C. si appresta a proporre nuovi e pesanti aumenti del prezzo del biglietto tranviario. Anche dalle nostre colonne più di una volta abbiamo esposto con ampiezza di dati le ragioni della crisi
dopo 2 anni di anzianità; da manovale a manovale specializzato: dopo 1 anno di anzianità; da manovratore alla manovra al grado C (qualifica di bigliettario con mansioni di manovra): dopo 1 anno di anzianità; da disegnatore di 2' a disegnatore : dopo 1 anno di anzianità; da bigliettario a bigliettario scelto: dopo 5 anni di anzianità; da guidatore a guidatore scelto : dopo 5 anni di anzianità; da capo treno a primo capo treno : dopo 5 anni di anzianità. Nel corso delle stesse trattative è stata avanzata la richiesta da parte delle Organizzazioni Sindacali, di stabilire l'avanzamento di tutti i pulitori a manovali specializzati, secondo norme da concordare nello spirito di quanto già stabilito per altre qualifiche.
L'Azienda si è riservata di dare una risposta in merito nella prossima trattativa.
dei trasporti pubblici, dovuta in gran parte al caos della viabilità cittadina c h e determina la riduzione della velocità commerciale. Abbiamo prospettato le misure atte a fronteggiare questa crisi, misure che poco si discostano da quelle prospettate dall'ATM e condivise in modo ufficiale dagli stessi partiti rappresentati nella Giunta.
E' anni che sotto la guida dei sindacati i tranvieri lottano per far a donare queste misure che fra l'altro contribuirebbero a far migliorare le gravi condizioni di lavoro del Personale viaggiante. Da anni tutti concordano sul da farsi ma, salvo ben pochi sporadici casi, nessuno, in Comune, si muove per attuarle.
Il 6-7 luglio si è finalmente tenuta la Conferenza Triangolare sui trasporti (Comune-ATM-Sindacati) ed in quella sede sono state ampliamente ribadite le note posizioni. A pochi giorni di distanza, ecco nuovamente la D. C. porre il problema dell'aumento del biglietto (si parla di portarlo a 70 lire) e quindi agire in modo diametralmente opposto alle misure universalmente riconosciute atte a risolvere il problema dei trasporti.
Non è sempre detto che l'aumento delle tariffe porti all'aumento dei ricavi totali... Infatti, è già stato pro vato che anche leggeri aumenti del le tariffe provocano contrazione nel numero dei passeggeri, e che una tale contrazione può neutralizzare gli effetti dell'aumento".
ca ed attendere che la C.A. dell'A.T. M. desse il suo benestare. Economizzare è giusto, ma ancora una volta l'economia dell'A.T.M. ricade sulle spalle dei lavoratori. Proprio pochi giorni dopo che avemmo l'affermazione della spesa, constatammo che diversi funzionari percepivano una indennità premio (non meglio specificata) che si aggira attorno alle 50200 mila lire. Quante vetture, con tale somma, si potrebbero sgabinare?
Tale discorso vale per i servo sterzo e l'applicazione delle scaldiglie.
A proposito. Vi sono due macchine e precisamente, la 2117 e 2044 le quali sono state revisionate (senza applicare le scaldiglie) e tutt'ora si trovano abbandonate in un angolo della rimessa, poste in condizioni di essere soggette alle intemperie e al logorio continuo. Quale può essere il motivo? Semplice. Risparmio del bollo di circolazione. Il discorso si farebbe molto lungo, perchè per un'infinità di problemi si troverebbe la loro illogicità. Possiamo continuare in tale stato di cose?, certamente no!. E' necessaria che da parte degli organi responsabili dell'A.T.M. si ponga una sincera collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori. Si prendano in considerazione i loro suggerimenti i quali collimano con gli interessi dei lavoratori e della azienda stessa. La redazione Palmanova
Inoltre, considerato che la materia riferentesi alla regolamentazione democratica dello sviluppo di carriera, è particolarmente complessa ed impegnativa e, •pertanto, richiederà trattative laboriose e lunghe, la nostra e le altre Organizzazioni Sindacali hanno richiesto che venga stabilita a priori la data di decorrenza del regolamento che verrà concordato.
Anche per questa seconda richiesta l'A.T.M. si è riservata di dare una risposta alla ripresa delle trattative che è stata fissata per il 22 luglio prossimo venturo.
Nel corso della trattativa del 22 c. m., si è concordato che la data di decorrenza del Regolamento Promozioni, sarà il 1° maggio 1964. Si è inoltre estesa ed approfondita la discussione per quel che riguarda lo sviluppo di carriera dei pulitori.
Le trattative riprenderanno ai primi giorni di settembre con all'ordi ne del giorno la questione prima citata.
Così in un suo scritto il Consigliere della C.A. ATM Reno Ferrara si esprimeva nel 1960 e le sue parole, condivise e documentate da altri studiosi dei trasporti, sono più che mai valide nell'attuale crisi dei trasporti determinata più che dall'aumento delle pure spese di gestione, dalla concorrenza del trasporto privato, concorrenza destinata ad aumentare con l'aumento del prezzo del biglietto; concorrenza che determina la riduzione oltre limiti tollerabili della velocità commerciale.
D'altro canto, l'entrata in funzione di quella prima linea della metro politana concepita non tanto a snellire il traffico pendolare proveniente dalla provincia e dai popolosi rioni sorti alla periferia quanto a soddisfare egoistici interessi privati, non migliorerà il trasporto pubblico nè tanto meno condizionerà il caotico traffico privato.
Occorre un vento nuovo per spaz zare i vecchi conservatori che ancora detengono la maggioranza a Palazzo Marino ,e come i loro precedessori, cercano di eludere i problemi di fondo prendendo misure errate, come quella dell'aumento del biglietto, o adottano dei costosi esperimenti che si risolvono in palliativi (vedi agente unico) che minacciano di riperquotersi negativamente sul personale e sugli utenti.
I Partigiani del deposito Palmanova si sono dati appuntamento a Reggio Emilia con i Partigiani del luogo. Sotto i vecchi alberi di Piazza della Libertà i giovani del luglio 1960 si sono incontrati con i garibaldini della RESISTENZA, con i gloriosi comandanti partigiani di tante città e regioni, con i famigliari degli eroi caduti nella guerra di liberazione. Un incontro tra comunisti dí due generazioni, che forse, si vedevano in faccia per la prima volta anche se si conoscevano da tempo nelle idee e nei fatti. A questa grande manifestazione vi sono medaglie d'oro e d'argento, parenti e famígliari dei caduti. Ci sono compagni partigiani decorati venuti da tutta l'Emilia, da Milano, da Genova, da Torino, da Roma e altre Regioni del nostro paese.
La banda di Albinea suona un inno partigiano mentre la folla applaude al nostro passaggio, teniamo alto un striscione con la scritta : « luglio
Dopo mesi e mesi di interminabili udienze che hanno visto sfilare davanti ai Giudici i democratici di Reggio Emilia rei di aver partecipato alla manifestazione del luglio 1960 e in quella occasione, rei di essere serviti quale obiettivo alla rabbiosa azione armata scatenata improvvisamente dalla polizia della Repubblica.
I Giudici della Corte d'Assise di Milano hanno emesso il verdetto : tutti innocenti; i manifestanti, gli sparatori, gli uccisi. Il verdetto della Corte è stato accolto con soddisfazione in quanto la mostruosa linea del Pubblico Ministero secondo la quale è legittimo che la polizia impedisca le manifestazioni popolari, che usi le armi, uccida i cittadini inermi, non è passata. Questa gravissima impostazione del P. M., contraria allo spirito della Resistenza e della stessa Costituzione, giungeva sino a richiedere la piena assoluzione per la guardia Celani (fotografato mentre in ginocchio prendeva di mira i manifestanti) perchè aveva fatto « legittimo uso delle armi »; ad affermare che la « piazza » non ha il diritto di intervenire nelle crisi politiche del paese recando in tal modo offesa alla città di Modena, ai suoi morti e con essa ai sentimenti democratici ed antifascisti di tutti gli onesti italiani.
Ma se giustizia è stata fatta sciogliendo da ogni accusa, alcune gravi, che vi erano ampi dubbi per la assoluzione piena del Commissario Cafari che ha ordinato di sparare sulla folla e per l'assoluzione per insufficenza di prove della guardia Celani che, com'è stato detto, è stata
fotografata nell'atto di sparare, in ginocchio, sulla folla ormai dispersa.
I democratici e gli antifascisti italiani attendevano da questo processo una chiara condanna ai metodi repressivi della polizia della Repubblica italiana che ha impunemente ucciso nel corso di questi anni (dal 1946) decine e decine di lavoratori o democratici rei di aver esercitato il diritto costituzionale di manifestare liberamente nelle piazze e nelle vie d'Italia.
Non ci si può dimenticare del recente assassinio di Giovanni Ardizzone e della sentenza di « non procedere » perchè ucciso da... ignoti sostenuto da un magistrato che non ha voluto ritenere valide le dichiarazioni dei testi oculari che hanno visto una camionetta delle forze dell'ordine schiacciare questo giovane contro il muro.
Per questo, dopo la sentenza della Corte d'Assise di Milano, la lotta perchè vengano puniti i responsabili degli eccidi di Modena, della morte di Ardizzone e di quanti altri vennero uccisi dalla polizia, continuerà a Reggio e in tutto il Paese.
Ecco il testo integrale del dispositivo della sentenza al processo per i fatti di Reggio Emilia : In nome del popolo italiano la seconda Corte d'Assise di Milano (Omissis)
ASSOLVE — Barbieri Luciano dal-
l'imputazione ascrittagli al capo 1-c e Nicolini Livio da quella sub 1-.12) per insufficienza di prove, nonchè Montanari ' Pietro dall' imputazione sub 1-a) per non aver commesso il fatto;
DICHIARA — non doversi procedere nei confronti del Barbieri e del Nicolini per l'imputazione di cui at capo 1-a), nonché nei confronti di Mazzi Umberto, Rivolvecchi Giovanni e Ferrari Graziano per la medesima imputazione a ciascuno iscritta al capo 1-a) per estinzione del reato per amnistia;
ASSOLVE — Spazian Remo Luciano, Cottafavi Giuseppe, Bertocchi Ulderico, Salsi Bonfiglio, Bertani Angelo, Grazioli Gianni , Ferrari Luigi, Beneventi Giancarlo, Manfredini Enzo, Prandi Ivo, Dalla Salda Ettore, Immovilli Giuseppe, Ganassi Aniceto, Campioli Vivaldo, Ferri Mario, Leoni Roberto, Rivi Nando, Camellini Carlo, Pioppi Claudio, Storchi Incerti Luciano, Spaggiari Roberto, Nutini Alò, dalle imputazioni a ciascuno ascritte nei capi 2-a) e 2-b) per non aver commesso il fatto;
ASSOLVE — Giovannetti Benito. Alvarez Pasquale, Pinelli Mario, Ferrari Abbondio, Telini Oliviero, Marroni Roberto, Pioppi Bruno, Ruscelli Mario, Guglielmi Romualdo, Grisendi Breno, Poli Michele, Bertozzi Ariello, Bertozzi Bruno, Simonazzi Leo, Nasi Adriano, Bendini Alberto, Begotti Gustavo, Ga77ini Carlo, Carbognani Augusto, Pinetti Prospero, Rovacchi Guglielmo, Pacchiarini Tiziano e Libanelli Remo, dalla imputazione a ciascuno ascritta nel capo 2-a), nonchè il Giovannetti da quella ascrittagli sub 2-b) per insufficienza di prove;
Spesso dei nostri cari compagni, ricoverati per lunghi mesi in case di cura, vengono da noi dimenticati. Non si pensa alla soddisfazione ed al conforto morale che una nostra vi sita può recare a questi compagni sfortunati.
E' partendo da queste considerazioni umane che il Comitato Diret tivo dell'ANPI ha deciso di fare una visita al compagno Carlo Boccaletti, partigiano e responsabile del Gruppo ANPI di Teodosio.
Così il mattino del 2 giugno i componenti del Direttivo, Belucci, Crip• pa, Lavezzari, Lodigiani, Martini con alla testa il presidente Maitan e con altri tranvieri fra cui il figlio dì Campagnoli (un tranviere ricoverato in quella Casa di cura) sono partiti per la Val Brembana per recare i saluti dei partigiani e di tutti i tranvieri ai ricoverati di quella Casa di cura.
A Cassano D'Adda un altro partigiano, Galbiati, ci attendeva per aggregarsi alla comitiva che, giunta a Villa d'Ogna, si fermava per ordinare la colazione per i presenti e per i tranvieri ricoverati nella vicina Casa di cura.
Avrei voluto che tutti i tranvieri
fossero stati presenti alla commossa accoglienza fattaci prima da Boccaletti, venutoci in contro con le lacrime agli occhi, e poi dagli altri tranvieri ricoverati : Campagnoli di Ticinese; Gioi di Baggio; Saba di Zara e Perego di Monza.
Fu facile ottenere il permesso dai medici di portare alla trattoria i cinque ricoverati in quanto, come ha affermato il prof. Casati, tutti questi ammalati sono in via di guarigione e si può sperare che presto riprendano servizio.
Non è semplice descrivere l'atmosfera festante di quella colazione ravvivata dalla gioia di questi nostri cinque compagni ai quali per un giorno, grazie all'iniziativa dell'ANPI, hanno sentito la calda e sincera solidarietà dei tranvieri, solidarietà di cui avevano bisogno.
L'ANPI con questa iniziativa che spero divenga, nelle possibilità della Sezione, un metodo, ha dimostrato di non dimenticare nessuno della valorosa categoria dei tranvieri che tanto ha dato alla lotta di liberazione ed alla Resistenza di cui in questi mesi se ne festeggia il ventennale.
DAVIDE CRIPPADICHIARA — non doversi procedere contro l'Alvarez, Pinelli, Ferrari Abbondio, il Tellini, il Maroni Roberto, il Pioppi Bruno, il Ruscelli, il Guglielmi, il Grisendi, il Poli, il Bertozzi Ariello, il Bertozzi Bruno, il Simonazzi, il Nasi, il Bendini, il Begotti, il Gaz7ini, il Carbognani, il Pinetti, il Rovacchi, il Pacchiarini e il Libanelli in ordine alla imputazione a ciascuno ascritta al capo 2-b) per estinzione del reato per amministia;
MODIFICATA — l'imputazione ascritta nel capo 2-a) a Cornia Otello, Zanni Paolo, Rabitti Mario e Pellacini Remigio in quella di cui all'art. 341 p.p. e u.p., prima ipotesi, C.P., dichiara non doversi procedere contro il Cornia, lo Zanni, il Rabitti e il Pellacini per estinzione del reato per amnistia;
DICHIARA — non doversi procedere contro i predetti Cornia, Zanni, Rabitti e Pellacini per l'imputazione di cui al capo 2-b), nonchè contro Ruozzi Silvano, Castagnetti Rosa, Veroni Leo, Magnani Pietro e Salatti Giacomo in ordine all'imputazione di cui al capo 3) per estinzione del reato per amnistia;
DICHIARA — non doversi procedere nei confronti di Maroni Giuseppe in ordine all'imputazione ascrittagli del reato per morte dell'imputato.
ASSOLVE — Cafari Panico Giulio dall'imputazione ascrittagli nei capi 5-a) e 5-b) per non aver commesso il fatto.
ASSOLVE — Celani Orlando dall'imputazione di cui al capo 4) per insufficienza di prove.
ORDINA — la scarcerazione del Celani, se non detenuto per altra causa.
sistenza degli uomini che l'hanno veramente combattuta e di quelli — i giovani — che vogliono veramente tenerla viva, finchè non avrà raggiunto i suoi obiettivi.
In questa grande manifestazione echeggiava il contributo dato dai comunisti nella lotta contro il rottame del regime fascista con le sue nefandezze e con i suoi inenarrabili crimini.
1960 »: Milano operaia e democratica scende in piazza contro il governo Tambroni. Viva la RESISTENZA.
Arrivano i giovani di Sampierdarena e di altri quartieri operai di Genova con le bandiere delle sezioni di partito. Hanno combattuto insieme in quei giorni, a chilometri di distanza, per le stesse cose, con lo stesso impeto contro il fascino. Oggi si abbracciano per la prima volta.
Sul palco sono già saliti gli oratori quando arriva papà Cervi, le 7 medaglie sul petto, appena un po' più curvo, col suo bastone e il cappello nero ben calato in testa. Gli sono tutti intorno, giovani e meno giovani, per stringergli la mano, per salutarlo. Qui vi è la Resistenza viva, che batte con impeto e con lo stesso coraggio di allora, pronti alla lotta qualora ve ne fosse la necessità. La Resistenza non è un mito, ma attualità viva. Essa fu lotta contro una vecchia classe dirigente per costruire un ordine nuovo, una nuova società: La battaglia continua oggi. Questo è il filo su cui si snodano tutti i discorsi, saldando due esperienze nell'impegno che lega tutti i comunisti, tutti i democratici in questi giorni e settimane, come negli anni passati. Si celebrano in varie località, in vari modi, i vent'anni della Resistenza : cerimonie ufficiali col Sindaco, il Prefetto, il Questore, il Generale comandante del Corpo d'Armata e anche il Vescovo. E' giusto che ci siano queste cerimonie, con tanto di protocollo, ma esse hanno un sapore da Museo. Qui a Reggio, a Bologna, la Resistenza è tornata ad essere viva, attuale ed operante : la Re
Eccolo il contributo dei comunisti alla Resistenza : 575 brigate Garibaldi, 229.000 partigiani comunisti, 42 mila 568 caduti, 18.416 mutilati ed invalidi, 120 medaglie d'oro, 26 medaglie d'argento. Ma io sto peccando di impostazione, queste sono soltanto cifre; ma non bastano : il contributo dato non è stato solo quello di uomini che impugnavano un fucile, che morivano combattendo; è stato ancora più importante : è stato quello di dare alla Resistenza un contenuto che non si esaurisce nel momento della lotta annata e poi viene relegato tra i nobili ricordi della storia patria. No! La Resistenza sarà sempre più operante ogni qualvolta, la reazione tenterà di cancellare le conquiste democratiche sancite nella COSTITUZIONE REPUBBLICANA grazie al sangue versato dai nostri fratelli.
In queste grandi manifestazioni si notano giovani generazioni che ci seguono con massima fiducia. Essi vogliono lottare contro certi rigurgiti di fascismo. Ma perchè si sono mossi contro il fascismo, che cos'è per loro questo fascismo che non hanno vissuto? Le risposte sono assai varie : « Mi ha ucciso padre e madre », dove c'è marcio, c'è fascismo », me ne hanno parlato in casa, mi hanno raccontato cosa ha fatto. E' un partito che tiene per i padroni, è un partito che non permette libertà democratiche. Vi sono diversità di giudizio in queste loro espressioni, diverse fonti di esperienze. Nel fascismo, però anche i meno consapevoli, anche quelli che non lo sanno definire vedono una somma di cose brutte, che offendono la loro onestà morale, mentre avvertono, fortissimo, il fascino della Resistenza. Spetta a noi, dare a questi giovani, la vera fiducia del domani. Ed essi l'avranno perchè noi saremo sempre al loro fianco. Noi daremo, alle loro capacità, la nostra esperienza, al loro fulgido coraggio, il nostro esempio. Questo deve essere il nostro compito ed il nostro dovere verso queste forze nuove che vogliono veramente un rinnovamento sociale garantito dal progresso nel lavoro e nella giustizia.
O. GagliardiniE' con interesse che abbiamo accettato l'invito di partecipare all'assemblea del Gruppo Anziani ATM tenutasi a Porta Romana domenica 21 giugno.
Francamente ci aspettavamo di trovare la sala addobbata, la presenza dei massimi rappresentanti della Direzione e della C.A.; aspettavamo di sentire dalla bocca dei Dirigenti ed onorevoli parole di retorica esaltazione del lavoro, di lode alla fedeltà e che il tutto finisse fra gli applausi completati dall'imbancabile rinfresco. Nulla di tutto questo è avvenuto. L'Assemblea del Gruppo Anziani ha dimostrato che questa associazione, almeno nella nostra Azienda, è un organismo sano e democratico che si pone, nei limiti consentiti dalla sua funzione, compiti concreti atti a valorizzare l'opera compiuta da quei lavoratori che da oltre 25 anni sono al servizio dell'ATM.
Chi ha dato l'intera vita all'ATM e contribuito con la propria attività, anche se modesta, a rendere questa nostra Azienda sempre più grande e funzionale, deve essere giustamente riconosciuto poichè e nel luogo di lavoro che, con la sua opera, l'uomo crea il progresso sociale. Questi concetti portano di fatto al superamento delle divisioni esistenti nel mondo del lavoro. Così i lavoratori anziani si ritrovano affratellati nel ricordo e nella valorizzazione della lunga opera presentata nell'Azienda al servizio della società.
Ma questi motivi altamente umani e sociali sono spesso abilmente usati dai datori di lavoro per dar fiato ad una politica paternalistica. Se ciò accade in molti complessi industriali, non succede all'ATM grazie ai dirigenti e alle profonde tra dizioni democratiche dei tranvieri.
CRONACA DELL'ASSEMBLEA
La relazione del Prof. Cattaneo rappresentante dell'.A.N.L.A. tende a puntualizzare le finalità dell'Associazione e l'azione da essa svolta in scala nazionale che principalmente interessa i seguenti punti : Rivalutazione delle pensioni; eliminazione delle tasse di legge sulla liquidazione; riduzione dell'età pensionabile; costruzione di case di riposo (non ospizi!) per i lavoratori anziani.
Dopo il Prof. Cattaneo prende la parola il Presidente del Gruppo ATM sig. Cardinale che dopo aver ricordato la nascita del Gruppo (che risale al 1959) illustra l'attività svolta in questi ultimi anni che brevemnete si può così riassumere:
Come da impegni precedentemente assunti, l'Associazione Mutua Assistenza per i pensionati dell'ATM. continua a portare avanti l'azione per ottenere la costruzione di una casa di riposo per i pensionati ATM. Come più volte espresso anche dalle colonne del nostro giornale, tale problema è profondamente sentito dalla categoria ed attuabile grazie al livello medio delle nostre pensioni.
Non sono casi isolati quelli di pensionati che non avendo alcun legame o sostegno, sono costretti a vivere in condizioni poco umane o a farsi ricoverare in un ospizio. La costruzione di una casa di riposo ove il pensionato ed eventualmente la propria consorte possano trascorrere in serenità gli anni della vecchiaia, in un ambiente familiare, è problema altamente umanitario.
L'Associazione Mutua Assistenza ha l'intenzione di proporre al Comune di Milano la costruzione di detta casa di riposo e a tal fine ha indetto un referendum fra i pensionati per avanzare la richiesta. Riteniamo sia nell'interesse di tutti i pensionati compilare diligentemente il modulo che è in distribuzione nel locale dell'Ufficio Cassa poichè questa prima iniziativa deve anche servire a dimo strare (e ce n'è bisogno) a tutti i tranvieri che ancora sono in servizio, che l'esigenza della costruzione di detta casa di riposo è profondamente sentita da tutti i pensionati delI 'A.T.M.
Nazionalmente l'associazione aveva sollevato la necessità di aumentare la liquidazione e a tale proposito l'on. Rubinacci Presidente Nazionale dell'A.N.L.A. aveva nel 1962 presentato al parlamento un progetto-legge. Tale iniziativa sostenuta anche aziendalmente ha contribuito al raggiungimento dell'accordo aziendale del 28-2-63 e di quello nazionale del 1964 i quali sono da ritenersi importanti vittorie conquistate dai sindacati che accolgono in pieno le esigenze dei lavoratori anziani.
Aziendalmente si è riusciti a dare un modesto premio di anzianità al personale che ha prestato 30, 35 o più anni nell'ATM. In questa occasione, forse per un malinteso, è stato tolto il diritto alla medaglia d'oro a chi avendo compiuto i 30 anni lo aveva acquisito. Come gruppo anziani, ha affermato Cardinale ci proponiamo di riportare la prassi preesistente (per le medaglie d'oro) e di far diminuire di 5 anni l'anzianità necessaria alle donne per ottenere il premio.
Il Presidente del Gruppo ha inoltre proposto (e la proposta è stata
accettata) di ridurre a 25 anni l'anzianità minima consentita dallo Statuto per essere iscritti al Rruppo Anziani. Nella discussione sono intervenuti numerosi presenti fra cui l'anziano pensionato Viganò il quale vanta una tradizione, forse un primato, di fedeltà all'ATM. La storia sua e della sua famiglia (suo padre era Capo Deposito ai tempi del tram a cavalli) si identifica con quella del trasporto pubblico di Milano. Hanno inoltre preso la parola Masi, Borghi, Camanini ecc. Dopo le brevissime conclusioni del. Presidente è stato elettro il nuovo Consiglio del Gruppo Anziani ATM che risulta così composto :
PRESIDENTE: Cardinale Romeo
V PRESIDENTI: Borghi GiuseppeMasi Alberto - Fantaccini Romeo
SEGRETARIO: Conobio Michele
CONSIGLIERI: Zeppegno rag. Carlo - Rossi Cesare - Raineri Angelo - Viganò Giuseppe - Todeschini Giuseppe - Camanini Luigi - Lodovicchetti Giuseppe - Magnaghi Durante.
Cassa speciale di previdenza
Dr. Giacomo Corna Pellegrini
Avv. Franco de Filippo Avv. Claudio Orlando in rappresentanza del per sonale:
Sig. Pietro Bonazzetti - V. P. Sig. Pietro Baroni Rag. Piero Mapelli Sig. Antonio edrotti Sig. Carlo Toponi IL SEGRETARIO Avv. Gian Mario Marini
Commissione Amministratrice nella siamo lieti di informarLa che la 12' seduta del 12 giugno 1964, ha deliberato, all'unanimità, quanto segue:
a far tempo dal 1° luglio 1964, a tutti i titolari di pensione che godono di un trattamento inferiore ai minimi stabiliti dalla Commissione Amministratrice nella 38' seduta del 26 febbraio 1963, non sarà più operata alcuna trattenuta in rapporto ad eventuale altra pensione di cui risultassero beneficiari ;
a far tempo dal 1° luglio 1964, sospensione e bonifico delle trattenute in atto a carico dei pensionati per ricupero di quote loro corrisposte in più a seguito di inesatta dichiarazione rilasciata sul questionario;
a far tempo dal 1° luglio 1964, soppressione delle trattenute a carico dei pensionati rioccupati.
Le surriportate disposizioni rispondono all'intento unanime della commissione Amministratrice di migliorare sempre più le prestazioni a favore dei pensionati, ed in particolare modo di coloro che godono di rendite minime.
Tali benefici vengono concessi a sensi dell'art. 40 del vigente Statuto.
LA COMMISS. AMMINISTR. IL PRESIDENTE Dr. Antonio Mzazotta
I COMMISSARI in rappresentataza dell'A.T.M.:
Ing. Giacomo Bruschieri
Ing. Adriano Chiari
REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE via Barletta. 11 MILANO Telefona 56.05.18
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LUCIANO PELAGOTTI
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Cara «Voce », sono un dipendente dell'ATM che quasi tutte le domeniche, durante la stagione estiva, si reca a Limonta e che molto spesso si ferma a colazione nel Centro Climatico.
A parte il trattamento ottimo che il personale del Centro riserva anche a noi, tranvieri di passaggio, vorrei fare una critica al prezzo che la C. d. S. fa pagare al singolo pasto. L'Ente del Turismo del Lario ha consigliato i ristoranti di questa zona a far pagare il pranzo a prezzo fisso non Più di L. 750. Ora anche se il pasto del Centro Climatico pur essendo di qualità e quantità sufficiente, non è a tipo ristorante in quanto ha un menù fisso. Perchè allora farlo pagare 900 lire?
Il numero dei tranvieri che ogni domenica si reca a Limonta e chiede di poter usufruire del pasto al Centro Climatico, è tale da non costituire trascurabili eccezioni (spesso superano i 100) e quindi non ritengo giusto che la C. d. S. elevi ii prezzo del pasto facendogli gravare le spese generali del Centro che, co munque, sono già preventivate ed assorbite dal bilancio generale La sperequazione del costo del pasto risulta anche dalla retta completa di pernottamento concessa ai tranvieri limitatamente alla disponilità di posto. Tale retta intiera è di L. 2000 e, comprendendo due pasti da L. 900 e la prima colazione, la stanza per la notte non viene fatta pagare. Stando così le cose, perchè la C. d. S. non interviene e riduce il prezzo del pasto almeno alla quota fissata dall'Ente del Turismo?
Indubbiamente vi saranno dei motivi, forse validi, ma fino a quando questi rimarranno patrimonio dei pochi dirigenti della C. d. S., il personale potrà ritenersi in diritto, per le ragioni su esposte, di criticare il loro operato e richiedere una riduzione del prezzo del pasto.
Bigliettario P. T.
Al servizio automibilistico vi sono grossi problemi che da anni attendono una soluzione.
Il più grave di essi è senza dubbio l'insufficienza dell'officina ZARA come complesso di grandi riparazioni.
Il parco di autobus urbani, interurbani e tutte le specie di autocarri, trabattelli, furgoni, mezzi vari di soccorso, autovetture direzionali ecc. ha subìto in questi ultimi anni un'espansione tale da essere considerato il settore forse più importante sia per il numero di autoveicoli impiegati (sempre in aumento) ed anche perchè essendo il più versatile, cioè di pronto e vario impiego e, non essendo legato da alcuna forma di impianti fissi quali rotaie e linea aerea, esso si presta alle più svariate improvvìs azioni. Sono in ordinazione ancora varie decine di nuovi autobus e, se il ritmo continua così, non è difficile prevedere che fra qualche anno sarà il Servizio di superficie più impegnativo dell'A.T.M.
Ciò malgrado, la Direzione fino ad ora non ha dimostrato eccessivo realismo nei riguardi di questo Servizio come se esso fosse un figlio venuto al mondo di straforo e non desiderato.
Questo mancato realismo e testimoniato dalle condizioni attuali dell'Officina Automobilistica ZARA.
Questa Officina aperta nel lontano 1942 per soddisfare le esigenze del minuscolo servizio di autobus di allora, malgrado le continue modifiche e aggiunte d'ogni sorta, non potrà sostenere ancora a lungo la quantità sempre crescente delle riparazioni richieste da una massa così imponente di autoveicoli qual è l'odierno parco auto.
Infatti dalla raggera veramente notevole dei depositi (GIAMBELLINO - PALMANOVA - NOVARA -
SALMINI - ZARA - BERGAMOTREZZO - MAGENTA - CUGGIONO - ABBIATEGRASSO) convergono all'Officina ZARA tutti quegli autoveicoli ai quali sono necessa• rie riparazioni di una certa entità per esempio: sostituzione di grossi complessivi, sostituizone di motori, riparazione di medi e grossi sinistri e rilevanti lavori alle carrozzerie, avari e gravi e complesse, modifiche sia alle strutture meccaniche che alle carrozzerie (sempre all'ordine del giorno) revisioni ecc.
Inoltre l'Officina deve provvedere naturalmente alla revisione generale dei motori, dei cambi, dei treni anteriori e posteriori, delle frizioni, delle apparecchiature pneumatiche ed elettriche, di una quantità enorme di serbatoi, radiatori, leve, tiranti, raggere, supporti di ogni forma e tipo e migliaia di velette, di sedili e cuscini, portiere, specchi, mantici, pedane ed altri numerosi accessori.
Il Servizio Automobilistico è dunque diventato in poco tempo un minaccioso gigante, mentre l'Officina ZARA è rimasta un pigmeo da come è nata.
Io domando: fino a quando il pigmeo potrà affrontare il gigante?
Non possiamo assumere altro personale perchè non sappiamo dove metterlo: i minuscoli reparti sono dei buchi (vergognosi) nei quali lavorano, come possono decine e decine di operai.
Il reparto di verniciatura (che solo con un po' di fantasia e di ottimismo si può chiamare tale) può ospitare solo una vettura per volta; il resto delle lavorazioni viene eseguito in campata (naturalmente anche in inverno) compresa la spruzzatura in dannosa promisquità con gli operai di altri settori.
Se consideriamo che durante l'anno scorso si sono ripaarte a ZA RA ben 566 autovetture solo per
Ma il punto che voglio toccare è molto importante, è stato trattato dallo stesso articolo di « Voce »; sono gli orari. Purtroppo devo constatare che in questa materia molti lavoratori non conoscono l'accordo orari e quindi si è soggetti a polemiche che sono controproducenti sia per i lavoratori sia per la C. O. che deve operare per far rispettare l'accordo da parte dell'ATM. Ora citerò alcuni che sono soggetti a critiche da parte del personale: scorte: ovviamente le scorte come accordo sono destinate nei gruppi alcuni guidatori hanno sollevato delle obiezioni
La barzelletta del giorno
La funzione sociale dei mezzi privati
Secondo i dati forniti dall'asse ssore alla viabilità Valentini il trasporto primario all'interno della cerchia dei Navigli sarebbe quello privato.
Bene, non sappiamo quali rilievi abbia compiuto l'assessore (l'A. T. M. ha già pubblicamente ridimeu s;onato le cifre fornite dalla Polizia Urbana) ma è evidente che di questo passo è vicino il momento che Valentini o chi per lui richiederà di abolire i tram, adibire marciapiedi e giardini a parcheggi e perchè n o ? stanziare qualche miliardo come Comune per sovvenzionare L.. poveri proprietari di machine che svolgono i.na così al la funzione sociale.
cause di sinistri, si può immaginare quante fumigazioni di vernici si sono sparse (et quindi respirate) perNonl'officina.parliamo poi del reparto grandi riparazioni: le fosse sono insufficienti; è ormai consuetudine d'ogni giorno ritardare delle riparazioni per mancanza di buche, non solo, ma si devono ritardare inoltre riparazioni per le quali non necessita affatto la fossa, ma semplicemente il posto in officina che non c'è, ed allora ... ricorriamo al nostro estremo strada in le mettiamo i n attesa del loro turno. Non esiste un reparto Carrozzeria. Ci arrangiamo in qualch modo in campata rubacchiandoci a vicenda lo spazio esistente. Spesso, per fare uscire una autovettura rpiarata dalla zona nella quale era piazzata, bisogna muovere una quantità tale di materiale d'ogni sorta, accumulatosi nel frattempo, da comportare un lavoro sui quale ora, mobilitando decine di operai, (anche questa faccenda degli operai qualificati adibiti spesso a fungere da manovali per sgombrare il posto in cui mettersi a lavorare, non potrà certamente durare a lungo).
Per le ragioni sopra esposte, le revisioni alle carrozzerie (quelle fatte da noi vengono denominate parziali) una minima parte viene eseguita a ZARA, una certa aliquota viene mandata all'officina filotranviaria di viale MOLISE e tutte le altre autovetture che devono subire la revisione generale (solo carrozzeria, e sono molte) vengono date in appalto presso ditte private. Che sia giusto o meno questo sistema non spetta a me giudicare. Facendo però il raffronto •col Servizio tranviario, si può affermare che per esso fu a suo tempo costruita una capace e tutt'ora efficiente officina generale di riparazioni in via Teodosio la quale, riesce a tener testa a tutte le esigenze di quel servizio comprese le revisioni generali delle carrozzerie.
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perchè anziani e quindi si trovano in difficoltà ha svolgere mansioni di bigliettario (va ricordato che gli Ispettori di DEP. hanno l'obbligo di fare la scuola a questi guidatori) però sono contrari solo su alcuni orari ESEMPIO: 19,30 - 21,00 e 13,0019,40.
Ma non sono contrari nel fare 6,3013,10 comunque è una questione che devono risolvere i Sindacati e non la C. O. che il suo compito è quello di far rispettare l'accordo. Le soppressioni che vengono effettuate durante il periodo estivo (va precisato che la sostituzione del turno soppresso non deve superare le ore 7,15) sono di carattere tecnico mancanza di passeggeri ferie ecc. ecc. però la differenza fra il turno soppresso e il nuovo turno deve essere bonificata.
Altro punto da chiarire sono gli orari unici al mattino: l'accordo dice tante vetture di linea tanti orari unici, questo vale anche per il pomeriggio e la sera.
E perciò Sulla 3' settimana anche s enon c'è l'orario unico non è vero che gli aspetti l'orario unico; (lo può avere) ma può avere qualsiasi orario escluso quello di ridotta. Cosi vale per il FESTIVO che però ci sono più difficoltà in quanto al mattino (pur rispettando l'accordo, tal te vetture di linea tanti orari unici) le vetture sono ridotte in quanto il trasporto dei passeggeri è molto inferiore che nei giorni feriali ma che si sposta verso le ore 10,30 e quindi la necessità di fare degli orari abbinati.
Queste sono delucidazioni che era doveroso fare prima di tutto, perchè credo nella maturità dei lavoratori nel comprendere e valutare alcune situazioni che si verificano nel nostro lavoro.
Rimanendo sempre a disposizione dei lavoratori sui problemi inerenti gli orari nello spirito di reciproca comprensione e di vita democratica.
GARDONI ARNALDO membro della Commissione Orari C.G.I.L.
Da quel poco che è stato scritto in queste righe si può comunque constatare che la esplosiva espansione del Servizio Automobilistico (circa 1000 autoveicoli compresi i marginali e tutt'ora in fase di aumento) non è stata eseguita da una preveggente preoccupazione per la riparazione di essi. Si credeva forse che sarebbero durati in eterno? Tutti gli appelli del Capo Officina signor PELLEGATA in merito all'aggravarsi della situazione dell'officina non sono mai stati, a quanto pare, presi in considerazione.
L'assenteismo della Direzione, o del Comune o di chissà quale eminenza grigia su questo problema è davvero sconcertante.
Si sta costruendo il proverbiale gigante dai piedi di argilla ... a meno che non si abbia intenzione di dare in appalto anche le riparazioni.
Un fatto però e certo: ed è che da questo, oserei dire, bastardo Servizio (il coccolone dell'ATM è sempre il tram) la Direzione richiede prestazioni sempre più impegnative, logoranti e bersaglieresche.
Siccome la costituzione di una nuova officina non è stata mai presa in considerazione, l'unica soluzione possibile, per prendere un po' di fiato, sarebbe quella di trasferire le autovetture che fanno capo al Deposito ZARA ad altro deposito.
Questo è tutto quanto si ha intenzione di fare.
La possibilità ci sarà quando verr! costruito il Deposito di Viale SARCA, ma quando?
Bernardoni Valerio
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La storia del movimento sindacale ha inizio in Italia con la nascita dell'industria e del capitalismo.
Il movimento operaio ed il movimento sindacale sono fatti tipici che accompagnano lo sviluppo del sistema capitalistico.
Il movimento operaio nasce e si ingandisce in seguito allo agglomeramento delle masse operaie nelle grandi imprese industriali e rappresenta la lotta dell'operaio contro le conseguenze del capitalismo: crisi, salari di fame, disoccupazione.
Il movimento operaio italiano sorse e si sviluppò in un primo tempo prevalentemente come movimento di solidarietà con fini assistenziali.
Sorgono infatti in Italia verso il 1840 le prime forme di organizzazione operaia. Si chiamano « Società di mutuo soccorso ».
Le prime mutue nascono nel centro-nord e specialmente in Piemonte. Esse ranpresentavano una prima base di organizzazione che gli operai sceglievano per fronteggiare alcuni problemi di carattere mutualistico e sociale.
Lo scopo prevalente delle « Società di mutuo soccorso » era quello dell'assistenza tra gli iscrittti che versavano una quota mensile. Uno dei primi statuti di questa mutua affermava che essa doveva promuovere l'istruzione, la moralità ed il benessere degli operai. La mutua doveva inoltre provvedere a dare ai soci sussidi per malattia, assistenza medica, piccole pensioni per invalidità e vecchiaia, soccorso alle vedove, agli orfani e provvedere alle spese per i funerali dei soci. Queste « Società » che sviluppavano il concetto della
Seembra che anche nell'Esercito Italiano durante i mesi estivi sia stata abolita la distribuzione dell'anice quale correttivo dell'acqua. Non sappiamo se la notizia riguarda l'intero esercito ma è certo che in molti Comandi si è ritenuto di sostituire all'anice altri preparati di maggiore efficacia.
Ma noi siamo all'ATM e da anni remoti (dal '54 se non erro?) agli operai viene distribuito un milione di lire di anice. La razione che in un primo tempo era di 300 gr. oggi, gra zie all'aumento del personale e del prezzo dell'anice è scesa di anno in anno fino a ridursi nel 1964 a.... 161 grammi.
A parte questo progresso quantitativo che, ligio ad una disposizione antica e immodificabile nel tempo (anche Bonaventura ha lasciato il Milione) non vedo perchè non si può porre in discussione la qualità di questo rimedio che dovrebbe servire a limitare i casi di indigestione d'acqua.
Le proposte sarebbero tante e, a titolo personale ne voglio citare alcune:
Correzione dell'acqua a base di polveri.
Distribuzione gratuita (o quasi) di te o altre bevande preparate sfruttando gli attuali distributori presenti nei luoghi di lavoro.
Aumento gratuito del formato
della « Coca Cola » (con 1 milione se ne paga la differenza di 100 mila) in distribuzione nelle macchine presso i vari depositi, ecc.
Le proposte, come dicevo, possono essere molte, ciò che manca è l'interesse sia dei lavoratori che della Direzione che si accorgono della necessità di far qualche cosa solo a metà luglio guando il caldo giunge a temperature insopportabili.
Sarà così anche i prossimi anni? Giungeremo a dare l'anice con il contagocce? Speriamo di no, speriamo che fin da oggi i lavoratori propongano alla Direzione di sostituire questo vecchio ed ormai superato rimedio.
Vincenzo
solidarietà rappresentavano un passo avanti rispetto alle vecchie corporazioni che esprimevano soltanto interessi ristretti di categoria. Esse non erano ancora organizzazioni di classe, ma sia pure in modo molto vago incominciavano a dare ai lavoratori, attraverso l'organizzazione, coscienza della loro forza.
Per molti anni le « Società di mutuo soccorso » restarono le uniche forme di organizzazione operaia.
Nel 1850 vi sono in Italia 64 associazioni mutualistiche che arrivano a 5.000 nel 1876 e nel 1904 sono 6.335 con circa un milione di iscritti; 5.078 mutue erano composte da soli uomini, 256 da sole donne e 1.017 miste.
Una parte di queste mutue erano organizzate dai parroci e si denominavano « Società mutute operaie cattoliche » i cui iscritti dovevano professare la religione cattolica. Fra queste si trovano la « Pia Unione Tipografica », « Pia Unione Lavoratori Cappellai », « Pia Unione Lavoratori dei libri », « Pia Società membri calzolai », ecc..
Nel 1891 esistevano già 284 società mutue cattoliche, ma il movimento si sviluppava subito dopo la emanazione da parte del Papa
Leone XIII, dell'enciclica . Rerum Novarum » sulla questione operaia.
Con lo sviluppo dell'industria e con il perfezionamento dello sfruttamento capitalista, i lavoratori capiscono che la mutualità non è più sufficiente a difenrede i loro interessi. E sono soprattutto le « mutue » costituite su base professionale che tendono a scendere sul terreno della resistenza.
La prima organizzazione che incominciò a gettare le basi per un movimento sindacale di classe, fu la « società di mutuo soccorso dei tipografi », organizzazione non confessionale, costituita a Torino nel 1848 che aveva nel suo programma, oltre ai compiti mutualistici anche quello di difendere le tariffe di lavoro. Infatti, lo Statuto stabiliva che compito dellassociazione era quello di:
-- sostenere i prezzi dei lavori stabiliti da tariffe concordate in comune accordo tra i padroni ed i compositori; promuovere il progresso dell'arte tipografica ; dare al socio che si fosse trovato senza lavoro per non aver voluto accettare una tariffa inferiore, un sussidio giornaliero per 12 settimane.
Anche altre « mutue » professionali piemontesi funzionarono già verso il 1860 da vere e proprie leghe di resistenza. Va ricordata ad esempio la « Società di mutuo soccorso tra i tessitori di Croce Mosso » (Biella) costituita nel 1859 e sciolta più volte dalle autorità politiche per avere promosso agitazioni o scioperi, Leghe di resistenza e primi scioperi operai
Raggiunta l'unità d'Italia, verso il 1870 le lotte dei lavoratori nelle officine e nelle campagne si intensificano. Esse erano originate dalle durissime condizioni di vita e di lavoro, dai salari di fame, da orari di lavoro bestiale.
Nel decennio 1860-1870 il movimento operaio fu caratterizzato da 3 tendenze: mazziniana, internazionalista e democratico radicale. Gli internazionalisti erano quasi tutti anarchici e tennero il loro 1° Congresso a Rimini nel 1872. Essi si appoggiavano sulle associazioni operaie e raccomandavano la costituzione di leghe di resistenza. Gli anarchici internazionalisti combattevano aspramente i legalitari nei loro giornali, ma la classe operaia rimaneva in grande maggioranza sotto la influenza della democrazia radicale.
Data la riforma elettorale del 1882 che estendeva il diritto di voto ai nullatenenti che sapevano leggere e scrivere entrarono al Parlamento i primi Deputati operai e gli elettori salirono da 600 mila a 2 milioni.
Aumenta il numero delle agitazioni e degli scioperi. Infatti, dei 13 scioperi industriali nel periodo che va dal 1860 al 1868 si sale nel 1870 a 58 e si arriva a 139 scioperi nel 1890. Il più importante conflitto di lavoro di quel periodo è quello scoppiato nel 1877 nell'industria laniera
della Valle Strona (Biella) contro regolamento aziendale che comporta l'immediato licenziamento dell'operaio che per 3 volte si assentava ingiustificamente dalla fabbrica. La battaglia fu vinta dopo 3 mesi e mezzo di sciopero. E' però soltanto nel 1890 che viene riconosciuta per legge la libertà di sciopero e di organizzazione.
Anche nel 1890 risale la festa del 1° Maggio. Le dimostrazioni di quel giorno ebbero un esito tale che i suoi promotori non potevano sperare. Essa scosse il mondo e fece camminare in un sol giorno l'idea di giustizia della classe operaia più di quanto non avrebbe potuto fare anni di propaganda orale e scritta.
Per il proletariato italiano col 1890 si apre un'era nuova ed il movimento sindacale comincia ad affermarsi.
Dalle associazioni di resistenza alla Confederazione Gen. del Lavoro I lavoratori, sempre più numerosi si oppongono al bestiale sfruttamento capitalistico e incominciano ad organizzarsi in leghe di resistenza che si sviluppano soprattutto fra i lavoratori della terra in Emilia ed in Lombardia.
Gli anni 1891-1892 furono, decisivi per il movimento operaio italiano. Quasi contemporaneamente si cerificano due fatti della massima importanza : la costituzione del Partito Socialista e quella delle Camere del Lavoro. Prima di tale data già esistevano alcune Federazioni nazionali di categoria, quella dei tipografi, pellettieri, fornaciai, dei grafici e di qualche altro settore industriale.
Sindacato e Partito costituiscono ormai due branche ben distinte del movimento operaio italiano.
Lo Statuto afferma, all'articolo 1, che la « Federazione delle Camere del Lavoro avrà carattere essenzialmente economico ». La Federazione delle C. d. L. pubblica un bollettino mensile intitolato Cronache del lavoro ».
Al 5° Congresso che si tiene a Genova nel 1905 la lotta di tendenze è molto viva, si scontrano le tendenze sindacaliste rivoluzionarie e le tendenze parlamentari pro contro la legislazione sociale.
AL 5° Congresso già erano presenti parecchie Federazioni nazionali di categoria che, negli ultimi anni, erano sorte.
Nel primo decennio del secolo, in seguito alle lotte operaie e contadine, il Governo realizzò una politica relativamente liberale originata anche dall'esigenza di una nuova borghesia industriale che andava consolidando la sua posizione dei lavoratori ed un nuovo sviluppo delle lotte nelle fabbriche.
Nel 1901 vi furono infatti 1671 scioperi con la partecipazione di 450 mila lavoratori (metà dell'industria e metà della campagna) che strapparono al padronato circa 150 milioni di lire di aumento.
Sempre nel 1901 il Ministero Zanardelli-Giolitti pone nel programma il problema del rispetto delle libertà di associazione e di stampa. In un suo discorso Giolitti dice:
« Le Camere del Lavoro non hanno nulla in sè di illegale, il loro fine è semplicemente quello di migliorare le condizioni degli operai. Fnchè dunque non violano le leggi, le C. d. L. devono essere rispettate e come legittima rappresentanza della classe lavoratrice devono essere riconosciute e regolate per legge.
« Il Governo, dice Giolitti, interv e n e n d o a tenere bassi i salari commette un errore politico ed e- conomico poichè è un errore credere che giovi all'economia nazionale tenere bassi i salari, perchè sono proprio i paesi che hanno i più alti salari che sono alla testa del progresso industriale ».
Sotto la spinta dei lavoratori la libertà sindacale viene conquistata, essa determina, d'altra parte la contro organizzazione dei datori di lavoro, ma da allora, anche se nuove delusioni saranno riservate ai lavoratori, essi cammineranno sempre sulla strada che porta alla conquista di nuove rivendicazioni, di nuovi diritti.
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DELLE 111
milano:
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Panini Achille vince il primo premio - Si sono classificati: Panini Ettore, Navi Antonio, Migrone Ernesto, Elmi Renzo, Pozzoni Mario. Barnicchi Piero, aiutato da pochi attivisti ha brillantemente organizzato l'annuale manifestazione
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mo turno fino alle 9 e 30.
Alle 9,30 termine del primo turno ed inizio del secondo turno con il mutamento dei posti di gara.
In tutte e due le frazioni di gara il più assoluto silenzio regnava tutto intorno allo specchio del Mincio ed anche i famigliari che approffittando della competizione si vollero concedere lo svago di una giornata serena, non si avvicinavano al famigliare concorrente. Vicino ai concorrenti, rimaneva imperrito (novello « cerbero ») il commissario di gara e la faccia addormentata di un cronista da strapazzo, appiccicata al mirino della fotocamera.
Al termine della gara la scrupolosa raccolta dei sacchetti debitamente chiusi e consegnati alla Giuria per il conteggio e la pesatura.
Da qui ha inizio l'ansia dei concorrenti che sistemati in due eleganti ristoranti sul Garda attendevano qui che le lasagne al forno i tanto sospirati risultati.
Allorchè due distinte di nomi vennero fissati all'esterno del ristorante
La serie di recenti disgrazie accadute ad alcuni tra i migliori non ha impedito il conipimento del piano di lavoro già stabilito
Qualche mese fa sulle pagine del « Tempo libero » pubblicammo un articolo su Colle Val d'Elsa; in esso si diceva che con una pubblica iniziativa si era costruita (attualmente in fase di ultimazione) una magnifica piscina completa di tutte le attrezzature igieniche sportive.
Ora i nostri amici di Colle ringraziandoci per il nostro interessamento ci hanno fatto pervenire due cartoline ricordo ove in una si rappresenta la commemorazione dei caduti partigiani, nell'altra è raffigurata la nuova Cappella votiva dedicata ad Essi.
Ma il fatto interessante è che i Col ligiani come per la piscina anche per l'erezione della Cappella hanno fatto tutto da loro.
Soldi e lavoro sono stati contribuiti da tutti gli abitanti, i quali hanno capito che in certi casi è meglio fare un sacrificio che chiedere, e percorrere la strada della burocrazia.
Le acque turchine del Mincio hanno accolto anche quest'anno la classica gara sociale di pesca che, grazie alla scrupolosa ed integerrima organizzazione del sig. Barnicchi coadiuvato da pochi collaboratori, è veramente riuscita in tutti i suoi particolari sia sportivi che organizzativi.
Ci sia consentito ancora una volta rivolgere un plauso al giovane organizzatore di questa simpatica gara sportiva, sulle cui « spalle » gravita tutto il peso della sezione « Pesca » del Cral A.T.M.
Sin dall'alba i quattro pullman messi a disposizione dei concorrenti e dei rispettivi familiari sono passati nei luoghi convenuti con regolarità cronometrica raccogliendo tutti i convenuti e portandosi così al raduno di partenza situato in viale Istria.
Di qui, dopo brevi minuti, si imboccava l'autostrada per ePschiera.
La settimana che precedette il giorno « fatidico » della gara non era stata certamente una settimana favorevole per le sue condizioni atmosferiche e il sig. Agosti che sin dal sabato 20 si era portato sul posto di gara onde predisporre per tempo la sistemazione dei posti, si era già predisposto un sicuro « scafandro » antidiluviale.
Alla mattina del 21 il tempo era ancora instabile e nonostante le velleità agonistiche dei concorrenti, ci si preoccupava per il buon esito della gara. Preoccupazioni che una volta giunti sul campo di gara, vennero annullate con la comparsa di un sole tiepido dapprima e più tardi da un sole veramente « Leone ».
Ma ritorniamo all'inizio della gara.
Giunti i quattro pullman sulla riva destra del Mincio i concorrenti, con disciplina veramente militare, raggiungevano i posti loro assegnati contraddistinti da numeri progressivi dall'uno al novantanove.
Alle ore 8 precise, al suono delle trombe degli autobus, novantanove canne si distendevano sulle acque azzurre del Mincio. Aveva inizio la gara che doveva protrarsi per il pri-
« Ai Cappuccini » i tavoli vennero abbandonati e all'ansia subentrò per alcuni la gioia e per altri la delusione, contrastava altresì dal proponimento di meglio fare in avvenire.
Ed ecco la classifica :
PARINI ACHILLE
PARINI ETTORE
MAVI ANTONIO
MIGRONE ERNESTO
ELMI RENZO
POZZONI MARIO
CRIPPA G. FRANCO
VERCESI SERGIO
NAVA CESARE
BUZZETTI UMBERTO
FEDERICI GERMANO
AGOSTI ADRIANO
Al termine del pranzo furono fatte le premiazioni consistenti in medaglie d'oro e ricchi premi.
Al termine l'augurio di un presto arrivederci con tutto lo spirito agonistico e sportivo che caratterizza la figura dei tranvieri.
Salviati
Ore otto, ha inizio la silenziosa e appassionante gara sulle tranquille acque del Mincio
Ciclismo
Anche Anquetil è riuscito ha fai suo il prestigioso record di Coppi • vincere nello stesso anno Giro d'Italia e Francia. Lode quindi al francese che si è dimostrato nelle corse a tappe veramente un campione. Ci sarà forse una forte differenza tra Coppi e lui, perchè Fausto non vinceva in economia, ma con i quarti d'ora; ma la differenza sta in due fattori ben delineati.
In primo luogo; per fattori tecnici, ai tempi del super campione strade e mezzi permettevano distacchi, anche perchè enorme era il divario di potenza tra lui ed i suoi avversari, divario contenuto nei limiti dal solo Bartali.
In secondo luogo Coppi poteva avvantaggiarsi sia a cronometro e più ancora in salita.
Anquetil ha invece vinto i due giri grazie alle tappe a cronometro mentre in salita, si è solamente difeso.
Mavi conquistando il 3 posto ha seriamente contrastato la vittoria a Panini
Si può dire (e sembrerebbe paradossale) che la sua vittoria sia stata un po' amara; infatti buona parte di applausi sono andati a Poulidor e a lui invece la maggior parte di disapprovazione. Poulidor effettivamente meritava la vittoria, solo la sfortuna e le di-
verse indecisioni lo hanno privato di una vittoria che non avrebbe suscitato sorprese.
Degli altri bene gli spagnoli che con Jmenez e Bahamontes hanno dato vivacità al Giro, anche se l'inserimento nella lotta del primo, anzichè avvantaggiare ha danneggiato l'anziano Bahamontes, che forse si era illuso di vincere ancora una volta il giro. Abbiamo lasciato per ultimo Adorni, l'airone di Parma meritava un piazzamento fra i primi cinque.
La tappa del Galibier gli è stata fatale con i suoi 10' di ritardo; ma per questo bisogna lodare l'italiano il quale non si è demoralizzato; ma ha continuato a lottare.
Infatti nelle tappe successive si è dimostrato all'altezza dei migliori, giungendo sempre con loro.
E' solamente mancato in lui un po' di grinta e un po' più di convinzione nei suoi mezzi.
Degli altri tolta la sfortuna di Taccone, vi è rimasto solo buona volontà, e se essa è una bella dote, e troppo poco cosa per riuscire ad imporsi nello sport.
Hanno voluto onorare degnamente i loro Caduti, si sono posti un obbligo molto oneroso, ma sono stati capaci di assolverlo. L'hanno portato a termine e inaugurato per la celebrazione del Ventennale della liberazione della loro città (7 luglio 1944).
Il segretario del Comitato per la costruzione della Cappella Aiazzi Aldo, nel darci queste notizie, ci ester na la sua soddisfazione per il compimento dell'opera. Opera che è stata portata a termine dai Colligiani in lutto per una serie di sventure che hanno colpito la volorosa Val d'Elsa. Ha causa del fulme, in varie ripre se, morivano cinque persone (di cui tre in una sola famiglia) e nove rimanevano feriti. Cogliamo l'occasione, a nome della redazione di « Voce » e di tutti i lettori per porgere le nostre più sentite condoglianze alle famiglie degli scomparsi. Ai feriti i nostri più fervidi auguri per una pronta guarigione.
Ma ritornando all'argomento abbiamo voluto citare questo fatto, per dimostrare come di quanto sia capace una piccola cittadina. Dimostrare come con la volontà, spronata dal desiderio di fare qualcosa di con• creto a ricordo dei Suoi Caduti, non abbia esitato a gravarsi di nuovi sacrifici.
Ha celebrato il Suo Ventennale non con le solite manifestazioni di esteriorità, che se anche hanno in fondo qualcosa di buono, sono sempre forme astratte. Costruendo un monumento ha voluto creare un perenne ricordo di chi ha vissuto con Loro, ed a monito dei giovani di oggi e di domani, di quanto costi un binomio inafferrabile da che l'umanità vive « pace e libertà ».
Ai Colligiani vadano quindi tutte le nostre congratulazioni e con essi anche quelli dei tranvieri milanesi per la realizzazione della bella opera.
F."Largo ai giovani„ Sulla scia del padre Panini Ettore conquista la piazza d'onoreG. F. G.
Dello scrittore di commedie dialettali milanese presentiamo una sua novella fatta su misura per le vacanze estive
Sent, ti te devett scusam — el dis el scior B. P. al so amis G. C. te tocca propi scusam ma mi... isomma che'l programma de faa i feri insemma el se fa poeu...
In che manera el se fa poeu?
l'esclama l'alter mentre la delusione gli si dipingeva sul viso. — Ghe tegnivom inscì tant, mi, la mia
vegni in vacanza cont la toa mièe, con ti ed i fioeu, e chi l'è che se moeuv poeu? Sont on omm che el se mett a fàa la vita de famiglia, che el spara mai, voreva di che...
E cosa ghentra l'incendi?
Ma no, ma no. Voreva di del... e con un soffio aggiunse: — disevi del bikini « topless
Come?... el bikini tutt in on tocch senza el reggipetto...
Propri inscì — risponde il signor B. P. sollevando uno sguardo deciso sull'amico. — Te capirett che sti robb, o te fett a temp a vedej subitt o ti vedet poeu... Mi son scapol... quindi gho el diritto de vedei, insomma de andami a cercai.
E cont quest?
E allora i vedi? In agost quand la rivoluzion l'è finida. Oh Dio, mi me faseva piesèe vegni insema a vialter, ma te capiret che la situazion l'è 'cambiada...
Giuri che te capissi minga -dichiarò l'amico. Cosa gh'entra. Ti te vegnet insema a num ma te sett liber de faa quel che te par, minga de tegnum ligàa su.
Te me jutett a pagàa la càa, un tant per la pacciatoria, insomma risparmiom tutt dù. Perchè se te ciappet la cabina del sol la te costa un oecuc de la testa, invece se te vegnett cont nun...
Ho capì ma in agost sui spiagg ghe sarà domà i tardon, quindi...
Come cl sana di i tardon?
— Ma cosa te diset lassom andàa mi gavevi nessuna idea... e quand l'idea la mè vegunda ho pensàa a ben alter.
Non c'è stato niente da fare: si azzuffarono, si picchiarono, si strapparono i panni da dosso. Restarono entrambi in « topless ».
Ambrogio Lunati
Come tutti gli anni al termine del campionato, si ritorna a parlare di compravendita dei giocatori di calcio. Le cifre che circolano in questa occasione sono del valore di miliardi e purtroppo parte di essi saranno fallimentari sia finanziariamente che tecnicamente.
Si dà il fatto che giocatori ambientati in talune squadre rendano al massimo; trasferiti in altra siano dei falliti: esmepi? parecchi. Coniinciamo da Maschio nazionale argentino comperato dal Bologna fu un disastro nel vero senso della parola, fu dato ,all'atalanta, ritornò quel gran giocatore che era in Argentina. Venne assunto dall'Inter e ritornò nella mediocrità, ceduto da questa alla Fiorentina, in questo campionato bui poco a reso. Questo di Ma scluo, non è solamente un esempio, ma quanti altri come lui, grazí e ad un ottimo caipionato furono valutati a peso d'oro, e una volta acquistati resero ben poco.
no investire in modo sano e proficuo i loro milioni e vanno poi a finire in stato fallimentare. Vedi Roma e Lazio: — i quali tutti gli anni comperano giocatori di grido che vengono male impiegati e poi l'anno successivo li svendono. -- Come se fosse impossibile fare forti squadre senza campioni. Il super criticatissimo Herrera ha fatto bellissimi cam,pio nati e si distinse all'estero con elementi quali: Gatti, Masiero, Bicicli, Balleri, Morbello che pur essendo degli ottimi giocatori non erano certo dei campioni.
Noi pensiamo che in ogni squadra per essere veramente forte non abbisogna di 11 campioni; ma di qualche campione ben assecondato da altri atleti di buon valore e soprattutto ben disciplinati.
Del resto bisognerà poi che ogni reparto abbia il suo fulcro, che sanpia dirigere gli altri.
Così nell'Inter in difesa abbiamo Picchi, nel centrocampo Suarez e nell'attacco Corso.
Ambrogio Lunati, l'autore della commedia « On mari per la mia tosa » rappresentata al teatro Gerolamo per 28 recite consecutive ha pronto per la prossima stagione tre commedie in dialetto milanese : « El medegon » « I puresitt » El fioeu del spunglacù ». Inoltre verrà ripresa la commedia « On mari per la mia tosa ». Per Nino Besozzi ha scritto « Un marito è sempre un marito », commedia allegra in due tempi e 5 quadri che Besozzi porterà in giro per l'Italia nel nuovo amico comico. Inoltre la Castello film di Milano porterà sullo schermo « Un marito per Palmira » per la regia di De Fina.
(Tratto dalla commedia milanese « On mari per la mia tosa ») E per la prossima stagione mi pare che basti...
miée, i fioeu... figuret che anca el mè suocero l'era inscì content de vegnì al mar insemma a num...
Il signor B. P. diventò rosso e abbassò lo sguardo.
Ho capì — borbottò — ma te tocca capim. Avevi decis de ciappàa i feri in agost invece bisogna che ie faghi subitt, ecco l'è inscì.
Ma le minga possibil — protestò il signor C. G. Con sto tempacc. Ma disi te vorret ruvinatt i feri? Dighel al cap uffizi, forsi el te po' aiutatt, anzi ghel disi anca mi, magari ghe'l domandi per piasèe...
Ghe nient de fàa — dichiarò
il signor B. P. El capuffizi el gavaria nient de dì... insomma sont mi che ho decis de ciapamm i feri subitt — aggiunse dopo momento di esitazione — mi sont un giovin, voreva dì senza mièe e dal moment che podi voraria trovam sul post prima dell'incendi e minga quand l'incendi el ghè poeu...
Il signor C. G. corrugò la fronte e guardò l'amico con un occhio perplesso.
Come el sana di l'incendi?
Quale incendi?
nsomma, cercò di spiegare il signor B. P. Ti te me conosett de tanti ann... te'l sett che mi sont complimentos, no? Allora mett che
Si perchè ghe sarà la reazion on su el moment de presentà i topless » Te sentet minga parlà i donn, voren el bikin coi bretei...
Ma disi te parlet in sul seri o te scherzett?
Sul seri, Se pestaran su i giovin con i vecc, perchè te me capiset per i giovin el « Topless » el podaria andà ma i tardon... te me capisett?
Di minga di stupidad. Ti te vegnet in vacanza insemma a num e basta... Quel che succed in luj el succed anca in agost, te par?
Le minga vera. In agost ghe sarà on regiment de ferr. Saran i ciccioni, i tordon, i secch...
Ma piantela con sti stupidad, cammina. Guarda se on fioeu intelligent come tu el se preoccupa de sti stupidad. Ti te vegnet con num. Te preghi solament che sti discors de fai minga davanti alla mia mièe.
Perchè l'è antitoplista?
Naturalment. L'è ona donna per ben la mia mièe.
E ma con sti robb noeuv...
Come la sarta a dì, cosa te varevet di?
Nagotta, nagotta, scusa.
Mi scusi un beli nagotta, ruggì il signor C. G. Ti te insinua che la mia mièe la podaria minga porta i « topless » e mi a prescindere dal fatto voraria savèe come te se permettet .. Mi te fo' la faccia piena di sberlott a parlà inscì de la mia mièe...
E mi ho ditt nagotta — farfugliò il signor B. P. ho ditt nagotta me par.
Eh no, perchè ti te vegnivet solament con la speranza che... ma mi te spacchi la faccia, mi.
Lassum sta che te se sbagliett? Perchè te voret ruvinà l'amicizia per on malintes.
Mi son scapol e ti te dovariet capì che gho certi idei sulla villeggiatura...
Ti do mi gl'idei sulla villeggiatura! — raggì il signor C. G. cominciando a strappare la giacca di dosso al signor B. P. Ti te gavevet on intenzion vigliacca allora. E pensa che num serom inscì tanto content, tutti anca i fioeu, compres el mè suocero... ma nissun el podeva pensà che te seret on infam e traditor...
Ambrogio Pelagalli il bravo giocatore del Milan, di cui ebbimo occasione di parlare di lui su queste colonne, in un precedente numero di Voci, si è sposato il 9 - 7 -64 a Pieve Porto Morone con la signorina Maria Grazia Migliazza felicitazioni
La sola Juve ha fatto parecchi di questi acquisti di campioni fasulli. Oltre ai sudamericani: Miranda, Nene, sul mercato nazionale pur prodiga di milioni verso la Spar, la quale gli diede Bozzao (ritornato poi all'origine), Dell'Omodarme, Gori (questo il migliore dei tre). La squadra ferrarese oltre ai milioni ebbe anche Cervato che la J u v e considerava troppo vecchio e che nella Spal sin'ora è stato una pedina di massima importanza. Vi sono poi i classici bidoni d'oltre mare collaudati da parecchie squadre.
L'Inter ebbe Huhmerto, Pagani.
Il Milan Germano. La Fiorentina Almir. Bisognerà specificare però la parola bidone nel senso che il tifoso è troppo frettoloso nell'emettere giudizi. La società quando compera determinati elementi li fa prima visionare dai suoi tecnici; e poi vi sono le referenze. Il più delle volte il fallimento, deriva dall'incapacità del giocatore di ambientarsi, o di adattarsi a determinati usi di vita ed a sistemi di gioco differenti dal paese d'origine del giocatore stesso.
Ritorniamo indietro e vedremo che Germano in Brasile era un'ala di valore, che Pagani era candidato per la nazionale del suo paese e che Al m i r era sopranominato il Pelè bianco.
Questo è per chiarire l'equivoco in cui cade il tifoso quando inguistamente incolpa la società di acquisti sbagliati, e nel contempo dà una definizione inesatta chiamando « bidone » quel tal giocatore.
Vi sono pei squadra che non san-
Nel Bologna Janich in difesa, Bulgarelli nel centro campo, Haller all'attacco.
Questo dev'essere il concetto che deve ispirare i presidenti e i tecnici che devono acquistare i giocatori; va acquistato l'elemento che deve coprire un ruolo ben determinato, e non il campione che magari non serve, o che crea pericolosi doppioni.
Un ruolo per ogni giocatore, e un giocatore per ogni ruolo, questo è un po' l'uovo di Colombo; facile da capirsi ma che purtroppo parecchie squadre l'hanno sin'ora ignorata.
Per le cessioni, perizia e pondera zione, prima di cedere un atleta; esempio il Milan, che cedette Benitez per tenersi un Sani... solo di nome, che ritenne inutile un Barison. Vada per una squadra di provincia dove per evidenti ragioni economiche bisogna limitare il parco giocatori, ma questa regola non vale per gli squadroni ove vi sono ambizioni ben più alte; Milan e Bologna ne hanno fatto esperienza in questo campionato. Entrambi con qualche uomo in più avrebbero raggiunte vette di gioco più alto.
Il Milan avrebbe potuto competere per la Coppa e lo scudetto, e il. Bologna avrebbe raggiunto il traguardo finale con maggiore tranquillità. Riassumendo e chiudendo questo nostro scritto, diremo che l'esperienza insegna che non vale spendere miliardi per formare uno squadrone, ma occorre buon senso e ponderazione, altrettanto quanto ne voglia per risolvere il problema delle cessioni.
Giorgio F.Felice Manzoni, pensionato da più di I anno e per lungo tempo fu presidente stimato del Circolo Ricreativo « Giacomo Boglio », ci ha lasciati lasciando un vuoto anche nell'ambiente sportivo.
Fondatore del Circolo Ricreativo Boglio (nome di un tranviere caduto nell'insurrezione) il quale assommava diverse attività sportive di buon valore.
La Boglio pugilistica era conosciuta ed apprezzata persino all'estero, famose le sue tournée vittoriose in Belgio, Germania, Austria e Svizzera. Vi era pure una squadra di Basket femminile che seppe conquistare il titolo italiano per 5 anni. Ave-
va saputo organizzare anche la lotta Greco-Romana e il sollevamento pesi con atleti di risonanza nazionale.
Privati della sede nel 1952-53 la Boglio fece la « fusione » con l'ATM. Ma il nostro Manzoni si mise nuovamente all'opera e con il concorso del Comune — che concesse il terreno — fondò in Via Varesina 46 un nuovo Circolo Ricreativo Boglio, con attività ricreative culturali e sportive fra cui il gioco delle bocce, pallacanestro e pugilato .Queste due ultime discipline sportive sono quelle rimaste più in evidenza o in special modo nel pugilato, da dove uscirono dei buoni elementi come Gullot-
ti, Bruschi e Messi.
Come si vede il nostro collega possedeva dinamicità e senso spiccato di organizzatore. Seppe creare dal nulla dei bravi atleti e seppe portare lo sport italiano in terra straniera riportando buoni risultati sportivi, elogi e ammirazione.
Ora non resta a noi che il profondo rammarico per la Sua scomparsa, e un senso di smarrimento, perchè uomini simili lasciano sempre un vuoto incolmabile.
La Redazione sportiva di « Voce » invia le più sentite condoglianze ai famigliari. * * *
Un lutto per Io sport Felice Manzoni presidente della "Boglio„ si è spento nella sua abitazione a sessantun'anni