Sindacati e lavoratori decisi a raggiungere la regolamentazione
Dopo la rottura delle trattative sul regolamento promozioni ed avanzamenti avvenuta il 6 maggio, la Direzione dell'ATM ha convocato le organizzazioni sindacali per il giorno 11 nell'intento di formulare proposte atte a superare le posizioni controverse.
Nella riunione del giorno 11 la Direzione dell'ATM si è presentata alle trattative assistita dal dott. Galvani, dirigente nazionale dell'Ufficio Sindacale della FEDETRAM e sono stati affrontati i problemi relativi alle promozioni in generale e, in particolare la delegazione della Direzione, affrontando il problema degli avanzamenti dei guidatori e bigliettari, ha proposto soluzioni che tengono conto nella valutazione degli avanzamenti della disciplina. Le delegazioni dei tre sindacati hanno ribadito la posizione unitaria assunta che, considerando la materia disciplinare già regolamentata dal D. L. n. 148, esclude che questa debba incidere anche nei passaggi di qualifica.
La riunione è stata aggiornata a venerdì 15 e in quella occasione, la Direzione ha formulato nuove proposte tendenti a modificare più nella forma che nella sostanza la precedente piattaforma che inserisce nella valutazione degli avanzamenti elementi di merito e valutazioni disciplinari.
Ancora una volta le delegazioni della CGIL, della CISL e dell'UIL Pur non rifiutandosi di discutere queste e altre eventuali proposte direzionali, hanno ribadito la loro posizione sugli avanzamenti che, in particolare per le qualifiche del personale viaggiante, debbono essere assegnate solo per anzianità escludendo in modo categorico ogni valutazione di merito.
Venerdì 22 si terrà una nuova riunione nella quale la Direzione presenterà nuove proposte che, ci auguriamo, siano tali da poter ' sboccare la trattativa che è giunta ad una fa- se critica.
E' evidente che la Direzione tenta di poter mantener nelle promozioni e negli avanzamenti la sua posizione di assoluta egemonia che gli permette di condurre una politica paternalistica facendo leva su questo istituto. La lotta condotta dai sindacati per regolamentare questo importante aspetto del rapporto di lavoro, è dunque molto importante in quanto tende a modificare e migliorare i rapporti fra personale e dirigenti.
Sono due anni che queste trattative sono state iniziate e solo dal mese scorso i sindacati hanno concordato una piattaforma rivendicativa unitaria che costringe la controparte a formulare controproposte precise ed evita che questa possa cercare di insinuarsi nelle differenti posizioni dei sindacati per eludere le richieste o continuare a tirare per le lunghe.
Su questa delicata situazione è auspicabile che i sindacati mantengano integra la loro piattaforma unitaria che è la premessa per il raggiungimento di un soddisfacente accordo. Anche noi lavoratori possiain° contribuire a questa vertenza discutendo le rivendicazioni presentate e rafforzando alla base l'unità e la volontà di compiere questo nuovo passo in avanti nei rapporti in terni.
Attività della C. I, A
Ferie, operai e pulitori
Solidarieta con i lavoratori della telemeccanica
La
gere 76 licenziamenti indica c h e troppo poco è cambiato con il Governo di centrosinistra, l'unità dei sindacati e la solidarietà di molti uomini politici non ha impedito questo grave sopruso e la legge del padrone ha nuovamente trionfato. L'appello lanciato proprio oggi da questi lavoratori a tutti gli operai milanesi per una protesta solidale troverà senz'altro risposta affermativa e saprà respingere l'attacco padronale che tenta di violare in tutti modi il rispetto e i benefici dei contratti.
Solidarietà con la telemeccanica
Larghi strati di lavoratori scendono in lotta per rivendicare il rispetto dei contratti di lavoro, per migliorare le condizioni contrattuali e richiedere più moderne strutturazioni; importanti categorie si battono perchè siano mantenute le promesse fatte dai precedenti governi.
I FERROVIERI: sono scesi in lotta due volte in un breve spazio di tempo, nonostante 1' agitazione fosse dichiarata solo dal sindacato unitario, Io sciopero è riuscito pienamente dando viva dimostrazione della maturità di categoria e della giustezza delle richieste.
POSTELEGRAFONICI: il 26 p.v. scenderanno in lotta nuovamente per rivendicare una diversa strutturazione delle qualifiche e una riduzione delle ore lavorative; i postelegrafonici sono costretti oggi a fare otto ore di lavoro più due di straordinario obbligatorio per supire alla mancanza di personale. i METALMECCANICI: sono in agitazione e si preparano alla lotta
SPAGNA
per chiedere un nuovo contratto di lavoro e il rispetto delle norme contrattuali, il riconoscimento del sindacato nell'azienda, il livello delloccupazione e la riduzione dell'orario di lavoro.
DIPENDENTI TRASPORTI MERCI: rivendicazioni di un nuovo contratto e riduzione dell'orario di lavoro.
EDILI: per l'applicazione del contratto integrativo dopo l'accordo separato fatto dai sindacati CISL e UIL.
MONOPOLI DI STATO: le loro richieste sono nella sostanza identiche ai lavoratori ferrovieri e postelegrafonici.
Un forte contingente di polizia e di carabinieri -- impegnato con stile tipico delle azioni di guerra — ha fatto irruzione all'alba nello stabilimento « Telemeccanica » e ne ha cacciato le maestranze, che da 40 giorni presidiavano l'azienda per salvaguardarla dallo smantellamento voluto dal proprietario gruppo finanziario PIRELLI.
Da oltre dodici anni Milano non conosceva più un simile episodio di attacco alla lotta operaia e sindacale, espressione del prepotere dei gruppi monopolistici nella società italiana.
Come da nostra richiesta, col l° aprile 1964 è stata abolita la trattenuta dell'ora dalle ore di ferie agli operai e pulitori che lavorano nelle festività. Come conseguenza, sempre dal 1° aprile non verrà più effettuato il pagamento come straordinario di detta ora.
Quanto sopra in base alla circolare n. 43 del 214.1964 dal Servizio del personale che riportiamo: « Ad integrazione dei punti 5° e 6° della Circolare n. 42 del 25 novembre 1963, si dispone che per il personale che lavora l'intero turno programmato in occasione delle festività e delle semifestività non venga effettuato l'addebito del mancato ricupero di settimana corta mediante la decurtazione delle ore di ferie.
« Va considerato come ricupero il periodo di lavoro relativo alla differenza oraria fra il turno programmato e l'orario giornaliero contrattuale di ore 7, o di ore 3,5 per le semifestività, che pertanto non deve essere liquidato come prestazione straordinaria.
« A cartellino individuale di presenza, per ogni intero turno programmato, va liquidata 1 giornata o 1/ 2 giornata (0,5) al codice numero 278 (festività infrasettimanale o semifestività) o 1 giornata al codice 259 (festività nazionale); le ore eccedenti tale turno vanno liquidate al codice 358 (festività infrasettimanale e semifestività) o al codice 359 (fe.tività nazionale).
« Le disposizioni di cui sopra hanno decorrenza dal 1-4-1964 ».
Con il lo Maggio Due punti in più di contingenza
LA SEGRETERIA DELLA CAMERA DEL LAVORO DENUNCIA con forza all'opinione pubblica tutta, ed in particolare ai lavoratori, la gravità intollerabile dell'attacco che — anche da questo episodio — viene alle libertà e ai diritti dei lavoratori. Occorre REAGIRE UNITI E CON FORZA contro l'offensiva del padronato che — in tutti i campi dell'azione sindacale — chiaramente si ripromette l'obiettivo di fare arretrare le conquiste e la forza sindacale dei lavoratori di tutte le correnti e di tutte le organizzazioni.
Non un'anno dì più
« Ni un anómas »: non un anno di più. Queste le parole di Alvarez Del Vayo, il presidente del Fronte di Liberazione spagnolo nel corso del suo recente viaggio in Italia.
Quasi contemporaneamente si sviluppavano in tutta la Spagna scioperi poderosi c h e raggiungevano ben presto l'importanza delle stosiche azioni sindacali del 1962 che dovevano richiamare d'attenzione di tutto il mondo sulle tragiche situazioni in cui versa la Spagna dopo 25 anni di dittatura franchista.
Centro dell'insurrezione — chè insurrezione vera e propria diventa lo sciopero in un regime dittatoriale in cui il salario è autoritariamente fissato da un potere centrale che vieta e reprime l'azione sindacale — è ancora una volta il bacino minerario delle Asturie, il cui come riecheggia con la vivida forza di un simbolo in tutte le manifestazioni che in Spagna e nel
Questo immenso fronte del lavoro che si oppone alla linea Carli che orienta lo stesso governo; vuole respingere il peso della attuale fase anticongiunturale che ricade su di esso. Perciò la gravità dell'intervento delle forze di P.S. che hanno sloggiato i lavoratori della Metalmeccanica che da 25 giorni occupavano la fabbrica per respinmondo contestano la dittatura iberica.
A un mese dall'inizio dell'azione sindacale la regione è ancora praticamente paralizzata. Su un totale di circa 35.000 minatori ben 25 mila avrebbero aderito allo sciopero; ad essi si aggiungono 7.000 operai metallurgici scesi in sciopero anch'essi.
Nel resto della regione basca e a S. Sebastiano un' organizzazione di sinistra, « L'opposizione sindacale di Guypuzcoa », ha diffusa decine di migliaia di volantini, invitando tutti i metallurgici della provincia a seguire l'esempio dei minatori, in segno di solidarietà antifascista.
Agli operai delle Asturie hanno risposto ancora una volta gli studenti di Madrid e di Barcellona, da tempo in agitazione per la riforma delle Università dalle quali (Continua in r pag.)
BISOGNA FERMARE QUESTO
ATTACCO e riprendere con slancio l'azione per garantire il trionfo delle giuste rivendicazioni di ogni categoria e la soluzione delle vertenze in corso.
La Segreteria della Camera del Lavoro è certa che negli animi di tutti i lavoratori, senza distinzione, sono gli stessi sentimenti di sdegno contro l'opera nefasta dell'ASSOLOMBARDA e di SOLIDAR1ETA' con le maestranze della Telemeccanica. In questo spirito, LA CAMERA DEL LAVORO INVITA
I LAVORATORI DELLE FABBRICHE DI OGNI CATEGORIA A
PROTESTARE SUBITO con energia e fermezza, decidendo essi stessi in modo unitario le forme nelle quali esprimere immediatamente tale protesta e la solidarietà operante con i fratelli della « Telemeccanica » così duramente colpiti.
TUTTA MILANO LAVORATRICE E DEMOCRATICA SI STRINGA
FRATERNAMENTE P E R ESPRI-
MERE CON FORZA LA VOLONI A' DI RINNOVAMENTO SOCIALE E DI LIBERTA' CHE PROFONDAMENTE LA ISPIRA.
In base ai calcoli effettuati dalla Commissione nazionale per l'indice del costo della vita, l'indice derivante dalle rilevazioni effettuate nel trimestre febbraio-aprile '64 e valevole ai fini della applicazione della scala mobile è risultato pari a 133,43.
A norma dei vigenti accordi sulla scala mobile, il predetto indice comporta l'aumento di due punti dell'indennità di contingenza per i lavoratori dell'industria, del commercio e dell'agricoltura a decorrere dal 1° maggio 1964 e per il trimestre maggio-luglio 1964.
Questi, per il nostro settore ed in base al recente accordo nazionale del 22-2-1964 che ha rivalutato il valore del punto di contingenza e ha parificato quello delle donne a quello degli uomini, gli importi mensili di aumento per i due punti che andranno ad aggiungersi ai tre maturati dal 1° febbraio:
ANNO XIV N. lo II 30 MAGGIO 1934 II SOMMARIO in 2° Problemi sindacali in 3« Vita nel mondo in 4' Problemi dei trasporti in 5a La pagina della resistenza Vent'anni della CGIL Turismo - notizie - sport PERIODICO QUINDICINALE DEI LAVORATORI DELL'A.T.M. - MILANO
lotta delle altre categorie
PROMOZIONI
I lavoratori decisi ad abbattere il fascismo gradi A B C/a D D/a D/1 D/2 D/3 E E/1 E/2 E/3 aumento mensile 806 871 923 949 1.040 1.079 1.144 1.365 1.482 1.781 1.924 2.054 2.197 ics
Continuazione della 10 pagina
Non un'anno di più
è ancora esclusa la grande maggioranza dei giovani spagnoli. La protesta ha subito assunto il significato di una lotta per la riconquista della libertà e della democrazia.
L'immenso corpo addormentato della Spagna è ancora percorso dai Pirenei a Gibilterra da un vivo sussulto democratico, da un vibrante anelito di libertà e di progresso sociale.
La fame e la miseria delle desolate campagne è l'immediato contesto in dove si svolge l'imponente azione sindacale dell'avanguardia operaia.
Il regime franchista — con i suoi 20.000 monaci, con i suoi 35.000 preti, con le sue 60.000 monache, con i suoi 5.000 conventi, con i suoi 15 mila ufficiali, con i suoi 1.000 geberali, con le sue 20.000 famiglie che si spartiscono le terre di mezza Spagna non è riuscito e non riuscirà a distruggere la grande coscienza democratica di un popolo che ha conteso metro per metro nel corso di tre anni di disperata guerra civile la terra al tiranno.
La durezza della lotta di oggi, che si richiama a quella ormai leggendaria di 25 anni fa, gli orrendi delitti di cui si macchia il governo franchista nel vano di reprimere il movimento di liberazione, la disperata miseria dei campesinos, il brutale sfruttamento dei lavoratori delle miniere e delle industrie con cui la cricca al potere intende parzialmente ovviare alla propria capacità di esprimere una economia concorrenziale s u 1 piano interno ed internazionale per mezio di una razionale programmazione dello sviluppo economico, denunciano l'odiosa, ingiustificabile complicità di quanti, al di qua e al di là dell'Atlantico, si ostinano ad appoggiare contro la volontà democratica dei lavoratori, degli studenti e degli intellettuali del paese il dittatore di Madrid.
Franco — è incredibile, ma purtroppo vero — è ancora per troppi piuttosto il comodo alleato che si può affettuosamente abbracciare, come fece Eisenhower, prima di intavolare qualche conversazione militare in nome della NATO che non il feroce aguzzino, il carnefice grondante di sangue, l'abbietto boia delle canzoni popolari di protesta, ormai diffuse in tutto il paese e pubblicate in tutti i più civili paesi europei in segno di solidarietà.
Che conclusione trarne? Che forse questi alleati sensibili solo alla logica del dollaro, come dimostrano le brutali repressioni del Viet Nam, una delle più Iride pagine d'inciviltà che i colonizzatori e i neocolonizzatori abbiano mai scritto, e le odiose prepotenze imperialiste in America Latina, non sono nè migliori nè peggiori di lui. Cambia il folklore, ma la musica è la stessa. Il nostro « Ni un ano mas » si estende generosamente a tutte le prepotenze dei briganti della loro stessa risma.
I sindacali nella situazione politica attuale
Già in altre occasioni si è sottolineato che lo sviluppo del movimento rivendicativo negli ultimi anni ha assunto un grande rilievo nella vita politica nazionale perché ha offerto sbocchi fortemente positivi alla combattività, alla capacità di lotta di ingenti masse lavoratrici, perchè ha nello stesso tempo contribuito a far avanzare la coscenza oltre che sindacale, anche politica di queste forze lavoratrici e infine perchè ha permesso di strappare alcuni successi, la cui portava al di là delle conquiste immediate salariali e normative. Queste lotte rivendicative dei lavoratori e dei loro sindacati hanno inciso profondamento nella situazione sociale e politica del paese e sono riuscite a mettere in discussione l'indirizzo dominante della politica economica italiana e, di conseguenza, le stesse alleanze di classe sulle quali finora hanno poggiato le compagini governative che si sono succedute nell'amministrazione del paese. nare il movimento delle masse e non mutare sostanzialmente la po-
Non sfugge, naturalmente, alla nostra attenzione il disegno che alcuni gruppi- della grande industria italiana intendono perseguire offrendo il loro appoggio a un esperimento politico che dovrebbe nella sostanza essere rivolto, secondo i loro calcoli, a neutralizzare le aspirazioni sociali di larga parte della popolazione, mediante accorteconcessioni che non mutino l'orientamento di fondo della politica economica italiana. Questa è, certamente, una componente della attuale situazione politica, ma nel suo complesso la situazione è, tuttavia, aperta a nuovi interessanti sviluppi, sindacali e politici, proprio- perché ad essa si è arrivati, innanzitutto, in virtù dei forti movimenti di lotta che le masse lavoratrici hanno portato avanti unitariamente negli, ultimi anni e per la realizzazione dei quali il movimento sindacale che fa capo alla CGIL è stato un elemento determinante.
Ci si possono attendere, di fronte all'avanzare delle lotte sindacali, sociali e politiche, manovre di varia natura da parte dell'avversa-
rio; l'importante è che esse non colgano di sorpresa le organizzazioni operaie le quali potranno efficacemente rintuzzarle se sapranno procedere tempestivamente a chiare scelte tattiche e strategiche. La CGIL è fondamentalmente preparata ad affrontare la situazione, inoltre la politica sindacale della CGIL è stata elaborata e realizzata tenendo conto di tutti gli aspetti della politica padronale e governativa e delle sue prospettive. Questi orientamenti ci sono e rappresentano ovviamente un ostacolo reale contro le aspirazioni generali dei lavoratori, anche perchè la linea di intransigenza della confindustria è ispirata a una visione conservatrice e reazionaria degli indirizzi di fondo della politica del paese. Tuttavia il padronato sarà chiamato a fare i conti con la spinta sempre più incalzante delle masse lavoratrici verso un aumento dei salari che sgorga dalla diffusa coscenza che vi è del loro basso livello, risultante anche dai confronti con le retribuzioni in atto negli altri paesi europei; che nasce dalle esigenze crescenti e dalle aspirazioni di tutti i lavoratori a ima vita più civile; che nasce dal persistente grave distacco che esiste tra salari, rendimento di lavoro e gli alti profitti capitalisti, che hanno raggiunto punte mai conosciute in precedenza.
I dirigenti della R A I hanno potuto soddisfare il desiderio veramente curioso del maestro Augusto Mazzotti di portare su un tram la sua orchestra, grazie alla benevola comprensione dei Dirigenti ATM.
Pur tuttavia non comprendiamo l'affermazione del « Corriere della Sera » del 14 maggio c h e ritiene «quasi una inaspettata compiacenza » la realizzazione del desiderio del maestro Mazzotti, perché l'ATM è sempre stata scusibile a queste ed altre manifestazioni del genere che tendono a realizzare uno spettacolo per quella collettività che è oppressa dalla monotona meccanicità del lavoro e, perché no, delle abitudini. Dal desiderio del popolare concorrente della « Fiera dei Sogni » ci viene lo spunto per « suggerire » in forma più limitata la realizzazione di un conforto alla portata di tuffi coloro che sono costretti a servirsi dei mezzi pubblici.
Tenendo presente che la non mai sufficientemente denunciata velocità dei mezzi pubblici è veramente precaria nella nostra Milano in particolare, perché non escogitare qualche ingegnoso sistema per alleviare i disagi del « trasporto pubblico »?
Quanti e quanti cittadini sono costretti nelle ore di punta a sopportare l'ingorgo del traffico cittadino, magari tra uno sbuffo e l'altro, tra una gomitata é uno spintone, e i sussulti della vettura che viaggia a « strappi ». Orbene, perchè al posto della
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fredda pubblicità tranviaria che difficilmente uno legge perohè è sempre la stessa o perché poco appariscente o interessante, non si installano microdistributori di caramelle o ciocolatini con le relative marche reclamizzate?
Non diciamo di installare una orchestra tipo quella del maestro Mazzotti, ma un sistema di cuffie in parallelo per l'ascolto in cuffia di un programma di musica registrato o l'ultima edizione del giornale radio a seconda dei gusti?
Tanto il tempo, nei trasporti pubblici, non è per niente avaro.
E perché non installare un distributore automatico di bibite? In questa stagione non è certo che la capacità del distributore sia sufficiente da un capolinea all'altro. Se poi la Pezziol entrasse in questo ordine di idee, dove potrebbe trovare miglior' campo per la sua pubblicità e lo smercio del suo « Cinar » contro il logorio della vita moderna, se non sul tram?
Sogni! Veramente « Fiera dei Sogni » che non verranno mai esauditi. Ma fra tutti questi sogni emerge una triste e inesorabile realtà: La velocità commerciale dei mezzi pubblici cittadini.
Proprio perchè la situazione presenta queste caratteristiche, il 1964 dovrà vedere il pieno sviluppo dell'iniziativa sindacale della CGIL per i miglioramenti retributivi sul piano contrattuale, nazionale e su quello aziendale, per più alti salari e stipendi, per una contrattazione effettiva di tutti gli aspetti del rapporto di lavoro.
L'attività sindacale di questo ultimo anno, che pur ha registrato risultati brillanti, è tuttavia contrassegnata da alcuni limiti seri che sono particolarmente riscontrabili nella qualità degli obiettivi realizzati in rapporto a quelli che il movimento sindacale unitario si era proposto.
L'OZ
Ciò che deve emergere da questo sforzo politico cui è chiamata la CGIL deve essere l'intendimento fermo, da estendere a tutti i sindacati, di respingere i tentativi che il governo o la stessa DemoGrazia Cristiana potrebbero mettere in atto per servirsi in modo strumentale della loro azione e vincolarli alla politica governativa. Ancora una volta le illazioni assurde e le manovre di divisione potranno essere smascherate e respinte migliorando il lavoro unitario dei comunisti coi compagni socialisti e dando un nuovo impulso
Primavera
alla politica di unità sindacale. Ciò che sembra oggi più che mai essenziale è l'accettazione piena dell'unità sindacale, dell'aleanza tra le varie organizzazioni sindacali, come principio e come condizione necessaria per una tutela efficace degli interessi e dei diritti di tutti i lavoratori e per lo sviluppo e il rinnovamento economico• e democratico del nostro paese. I comunisti, i socialisti e tutte le forze sindacali che militano nella CGIL e hanno lavorato nel dirigerla in questi anni, in maniera positiva, per creare un sindacato capace di esprimere in modo autonomo, su basi di classe, gli interessi dei lavoratori delle diverse categorie. Molte sono le difficoltà che è stato necessario superare per giungere alla conquista, da parte del movimento sindacale unitario, di una capacità autonoma di elaborazione della politica sindacale e non tutte le difficoltà sono state finora completamente superate: Grandi progressi si sono comunque compiuti per costruire un forte sindacato autonomo e di classe e altri passi saranno realizzati nel prossimo avvenire. Lo dimostra lo slancio combattivo e l'estensione raggiunta dalle lotte sindacali di questo periodo che vede accumunati comunisti, socialisti e forze di altre tendenze. Lo dimostra, inoltre, il fatto che per la realizzazione di una linea di unità sindacale fondata sull'indipendenza del sindacato dai padroni e sull'autonomia dai governi e dai partiti, vi è un impegno costante di tutte le forze sindacali che militano nella CGIL e che questa linea incontra un'adesione sempre più estesa e consapevole dei lavoratori e anche dei quadri dirigenti di altri sindacati. Ma vi è l'altra faccia della medaglia, vi è l'obiettivo della confindustria. La prima cosa che ha detto il presidente Cicogna nella recente assemblea generale della Confindustria è stata questa: Nessuno si lasci prendere da un'eccessiva euforia, l'espansione economica è soddisfacente, ma la preoccupazione fondamentale deve essere quella di non aumentare i costi di produzione. Da qui, poi, il monito dello stesso Cicogna secondo cui — bisogna andarci piano con le continue ed elevate richieste di aumenti salariali — se non ci si vuole trovare nel futuro in. svantaggio dinanzi alla concorrenza straniera. ECCO COSI' RICONFERMATO LO OBIETTIVO DELLA POLITICA SALARIALE DEL PADRONATO. Cioè quello del contenimento dei salari e negazione assoluta del diritto della contrattazione del sindacato a tutti i livelli.
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2 - Problemi sindacali VOCI DELL'A.T.M
li
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GLI SCIOPERI DEL MARZO 1944
(La relazione tenuta
Pubblichiamo la relazione illustrata dal partigiano Sassi Lino del Consiglio direttivo dell'ANPI-A T M, delegato dalle Associazioni partigiane dell'ATM, al Circolo della Stampa di Milano durante la Tavola Rotonda sulla rievocazione degli scioperi del marzo 1944 tenuta il 28-21964 alla quale erano presenti le autorità cittadine e numerosi deputati e senatori.
Dopo quasi 20 anni di regime, il 25 luglio 1943 cade il fascismo, il 26 luglio i tranvieri milanesi scendono in sciopero generale facendo rientrare tutte le vetture nei depositi. In affollatissime riunioni essi chiedevano l'arresto dei responsabili della guerra e la messa in disparte dai posti di comando tutti coloro che .per tanto tempo aveva no con ogni forma spaventato semplici lavoratori colpevoli di essere stati amanti della pace, della libertà e contrari alla dittatura, al dispotismo, imperanti anche alla ATM. Dopo 1'8 settembre del 1943 anche l'Italia vedrà un lungo periodo di oscurantismo e di inaudite violenze. Le dimensioni delle stragi compiute dal nazismo come forza primaria, sono state compiutamente provate e documentate. Basta leggere il diario di Anna Franck, le• pagine del Calamandrei, il processo Eichrnann e per ultimo il libro di Lord Russai « il flagello della svastica » per avere un terribile quadro dell'ultimo conflitto mondiale che sconvolse l'intera umanità.
Ma in ogni nazione malgrado la occupazione militare i figli migliori si organizzarono indipendentemente dalle loro convinzioni politiche o religiose e presero le armi, sfidando a viso aperto l'occupante. Anche in Italia ai grandiosi scioperi delle fabbriche di Milano e dintorni aderirono anche i lavoratori
IL LUPO PERDE IL PELO...
da Lino Sassi a nome delle associazioni partigiane al circolo della stampa il 28 - 2 - 1964)
dell'officina generale Teodosio ponendo anch'essi molte rivendicazioni all'esercito occupante. Ma fu durante l'inverno del 194344 che il C.L.N. Alta Italia invitò i tranvieri milanesi a preparare uno sciopero generale del servizio pubblico urbano ed interurbano a data da stabilire. Subito venne convocata un'apposita riunione di 15 lavoratori in via Calabria nell' abitazione del partigiano Giacomo Boglio (che poi morirà a Matausen) responsabile del Movimento della Resistenza operan-
ta delle vetturette che si recano all'alba di ogni mattina a raccogliere il personale viaggiante nei lontani capilinea che le vetture uscissero regolarmente affinchè i soldati di guardia nei vari depositi non dubitassero di niente, però una volta uscite non dovevano raggiungere i vari capilinea ritornando indietro dopo un giro vizioso dicendo ai soldati di non aver trovato nessun tranviere. E così fu. Alle ore 8 del 3 marzo lo sciopero era in atto, l'adesione fu totale, non una vettura in circolaiione gui-
25 APRILE 1945
nifestazione. Soldati di ventura ubriachi, presero le vetture nei vari depositi e scorrazzavano per la città creando panico e ingenti danni al materiale rotabile, numerosi e gravissimi incidenti con morti e feriti fra i cittadini.
Automezzi carichi di soldataglia accerchiarono le case dei tranvieri rastlellando quei lavoratori che trovavano in casa per portarli a viva forza nei depositi, ed alcuni dovettero guidare con due soldati armati al fianco, e per ultimo il podestà di allora Panini fece pagare aí dipendenti dell' A T M con una trattenuta punitiva quei danni (sarà poi restituita il 25-4-1945).
Alle ore 15 come stabilito il Comitato operante all' A T M si riuniva dentro il Cimitero Monumentale, eravamo soddisfatti, un duro colpo politico era stato inferto ai nazisti ed ai loro lacchè. Durante il primo • giorno le radio AmericaLondra-Mosca e Svizzera esaltarono le gloriose gesta dei lavoratori dell' A T M.
Ma via via col passare dei giorni all'entusiasmo per il mancato e sperato intervento alleato, subentrò la amarezza e la delusione e come scrisse un grande filosofo « amarezza e delusione sono due compagne nemiche sempre in agguato per colpire ogni atto di generosità ».
Con questo sciopero politico si comprese però che bisognava trovare una forma più forte ed allora la Resistenza unita lanciò la parola d'ordine: « avanti verso l'insurrezione nazionale ».
Dopo questa breve esposizione sento il dovere di rivolgere un reverente pensiero a tutti i nostri
(le gesta del fascista lettisi)
Domenico Leccisi è stato espulso dal Movimento Sociale Italiano l'altra sera alle 20. Contro di lui si è pronunciata la commossione disciplinare del partito, riunitasi d'urgenza in seguito all'occupazione della sede milanese del M.S.I., via Serbelloni 5, perpetrata e attuata dall'ex-deputato e da alcuni suoi camerati, ribelli agli atteggiamenti « moderati » dell'on. Michelini. Ieri pomeriggio, alle 15, Domenico Leccisi è sto anche eulso dalla sede c onquistata sabato sera. Il Procuratore della Repubblica, dopo aver esaminato la denuncia di violazione di domicilio e di danneggiamento presentata dagli stessi missini alla magistratura contro Leccisi e gli altri, ha deciso di far effettuare lo sgombero della sede dalla forza pubblica. Dei 40 giovani che sabato sera avevano invaso la sede del M.S.I., erano rimasti, ieri, soltanto due: Domenico Leccisi e Giuliano Bovolato. Dalla questura, i due sono stati denunciati a piede libero anche •per furto aggravato e violenza. Dalla cassa del M.S.I. dopo l'occupazione di Leccisi sono scomparse, infatti, 21.000 lire ed altre 22.000 lire sono state sfilate dal giubbotto di Luigi Leoni, un missino fedele a Michelini, picchiato e semispogliato dagli aggressori sabato sera. Nel pugilato di sabato, è stato picchiato anche il commissario straordinario del partito, Giuseppe Onofaro. Prima di abbandonare il campo, Leccisi e compagni hanno voluto fare l'ultimo dispetto ai loro ex-camerati: hanno distrutto tutto quanto si trovava nella sede, dai tavoli, ai documenti, ai quadri. Dei compagni di Leccisi, quindici sono già stati identificati e verranno denunciati.
Un gruppo di partigiani garibaldini sfila
te alla ATM. In quella riunione ci si rese conto che la preparazione dello sciopero dei tranvieri era un compitò arduo e gravido di complicazioni.
Dopo alcune ore di animata discussione fummo tutti d'accordo di dare un colpo anche noi all'occupante ed ai suoi servi, il carattere politico era lampante, bisognava uscire dalle valorose ed eroiche lotte delle fabbriche che si basavano, quasi sempre sulle precarie condizioni alimentari in generale di quel periodo dovute anche alle continue persecuzioni, ruberie, arresti, che si susseguivano ogni giorno.
D'accordo, sciopero politico!!! Si creò seduta stante il Comitato Aziendale di agitazione ed un Comitato di coordinamento al fine di poter essere collegati con tutti i dèpositi urbani ed interurbani nonchè il contatto permanente con il C.L.N. cittadino svolto da valorosi lavoratori dell' A T M nella forzata clandestinità.
Durante l'inverno 1943-44 si portò a compimento un meticoloso lavoro di proselitismo riuscendo a portare sulle nostre convinzioni politiche la quasi totalità dei lavoratori, creando al tempo stesso l'unità nella Resistenza, si voleva ad ogni costo dimostrare la forza ed il coraggio di questa gloriosa categoria di lavoratori, venendo così a soddisfare anche le giuste richieste dei lavoratori delle fabbriche che continuamente si chiedevano cosa aspettassero i nostri tranvieri a scendere in lotta. In febbraio tutto era predisposto in ogni minimo particolare ed oltre un quintale di volantini erano pronti per la distribuzione.
In apposite riunioni vennero affidate le varie responsabilità, chi doveva far saltare gli scambi vicino aì depositi, chi doveva nascondere come « al deposito Messina » i manettini per avviare le vetture, altri dovevano consegnare ad ogni tranviere il manifestino con il giorno preciso dello sciopero, altri ancora dovevano prendere contatto con i gappisti di Milano che dovevano trovarsi nelle vicinanze dei depositi ad invitare eventuali traovien che isolatamente o non in tempo informati non raggiungessero i depositi. Si dispose anche che in ogni deposito il coordinamento per l'usci-
nella città liberata
data da tranviere, vi aderirono anche quasi la totalità dei funzionari e degli impiegati.
La città era ferma, l'entusiasmo fu indescrivibile, in ogni luogo il lavoro era pressochè sospeso, i tranvieri avevano inferto un duro colpo ai nazisti, era la prima volta nella storia che in un regime di occupazione militare i servizi pubblici di una grande metropoli si fermano al completo, cogliendo di sorpresa l'occupante. La rabbia dei nazifascisti si tenò brutalmente in ogni sua
scama-
Caduti, essi erano i migliori fra noi, amavano immensamente le ro famiglie, ma avevano anche nel cuore un traboccante amore per la nostra cara Italia che, sognavano in democrazia ed in pace con tutte le nazioni del mondo. Un pensiero va anche rivolto agli amici ed ai compagni ora in pensione che nell'apprendere queste rievocazioni sentiranno sicuramente di aver servito in un momento della loro vita la causa nazionale e senz'altro la commozione salirà al loro cuore.
In questi 20 anni la Resistenza ha sempre ricordato quell'avvenimento e con l'appoggio positivo dell'A T M morale e materiale, ha po-
sto in quasi tutti i depositi lapidi che ricordano il sacrificio dei nostri 14 martiri. Noi non ci stanchiamo mai di ricordare alle nuove leve che entrano a far parte dell' A T M il valore umano e patriottico della Resistenza, che fu il seme della libertà di cui oggi noi beneficiamo, parche noi siamo convinti che oggi come allora la classe lavoratrice è la più sicura, la più decisamente convinta della giusta causa per la lotta di liberazione. Anche oggi il destino della nostra giovane Repubblica deve essere difeso dai lavoratori e dalla Resistenza unita, affinchè la nostra cara ed amata Italia possa avere nel mondo il posto che le spetta in virtù dell'operosità dei suoi figli e per l'intelligenza delle sue genti, per essere in pace con tutti i popoli della terra.
Amore e libertà, comprensione, costruzione di una vera pace, questo voleva la Resistenza mondiale, un grande pensatore del nostro tempo, Papa Giovanni XXIII in una memorabile allocuzione ebbe a dire: « LA PACE SI PUO' COSTRUIRE SOLTANTO NELLA VICENDEVOLE FIDUCIA, NOI RITENIAMO CHE SI TRATTI DI UN OBIETTIVO CHE PUO' ESSERE CONSEGUITO ».
I partigiani dell' A T M il 25 aprile 1945 erano con la loro bandiera in prima fila durante la memorabile sfilata per le vie del centro di Milano con alla testa i capi del C.L.N. Nazionale, bandiera che nel decennale della Resistenza dell'Insurrezione, venne decorata di medaglia d'oro.
La Resistenza come fatto storico nazionale, ha dimostrato il suo alto contenuto, umano e patriottico e le sue bandiere riposano sull'altare della Patria, accanto ai gloriosi vessilli del nostro Risorgimento.
W LA RESISTENZA
W LA LIBERTA'
W LA PACE
W I LAVORATORI DELL'ATM
GLORIA ETERNA AI NOSTRI CADUTI.
OPERAZIONE PENSIONE
I combattenti della guerra 1915-18 attendono ancora la promessa pensione
Possiamo spaccar la testa contro un muro o scendere in piazza a farla a pugni ma la pensione è nel sogno degli Dei.
E' mai possibile che lo Stato, il nostro Stato, benemerito per le sue conquiste in campo assistenziale e pensionistico abbia a dimenticare la categoria più bisognosa: quella dei Combattenti e dei Reduci?
La proposta di pensione iniziata baldanzosamente con carattere garibaldino si è lentamente smorzata ed affievolita sì, da lasciare le sue (cartelle) nei posti più reconditi dei vari ministeri. (Leggi: sabbie mobili).Abbiamo aspettato tanto la formazione di questo Governo che si dichiara social ee che dovrebbe esserla per chi soffre e per chi in ogni tempo ha maggiormente sentito nelle carni il tormento, la fame, la prigionia, il pericolo, la morte, ma niente. Sempre niente. Noi siamo dei questuanti.
Non siamo guerrafondai. Non siamo reprodi e retrivi.
Siamo uomini che in guerra abbiamo fatto il nostro dovere e che in pace abbiamo, con il nostro lavoro, rifatta la Patria.
Gli anni cari della giovinezza sono ormai nei ricordi. Oggi ci sono gli acciacchi, la vecchiaia, le malattie contratte in guerra o in prigionia?
tito? O forse perchè non siamo i mestatori delle piazze?
noi siamo il paese, la città, l'intera Italia. In ogni casa c'è un reduce, un combattente, un caduto, un disperso, un mutilato, un in-
Forse perchè non siamo un parVivaddio ma noi siamo i partiti, valido.
Dall'unità della Patria ad oggi ogni famiglia italiana ha avuto e dato tutto ciò, parte talmente trascurabile che nessuno di noi ha mai ricordato. Ma ora dopo (le girandole) di questo gran carnevale possiamo pensare che quei pochissimi siano arrivati ai posti chiave e con ogni mezzo, vogliano sabotare la nostra iniziativa che da oggi chiameremo: « OPERAZIONE PENSIONE »
Se il Bubbone sarà tagliato va bene, altrimenti sapremo noi adoperare il bisturi e fare il TAGLIO CESARIO. La pazienza ha un limite: quando la corda è troppa tirata si spezza. Non vorremmo nè tagliare nè spezzare ma desideriamo che la nostra giusta aspirazione venga accolta ed esaudita. Al più presto: « OPERAZIONE PENSIONE » è in atto. Sotto a chi tocca. della Combattenti e Reduci dell' ATM Milano CRIPPA DAVIDE
••• "•' \N110e ne La pagina detta Resistenza - 5 VOCI DELL'A.T.M.
LINO SASSI INFORMAZIONI E PROGRAMMI PRESSO CENTRI PROVINCIALI DELL'ETLI OPPURE PRESSO ITALTURIST 110 ROMA • IV Novembre, I12 •7 • 127 NO NNO V Be 29 l “) ' o. o hiC • n" }I 2 0123 111 EINEM Eli Eill Nillil 111
La CGII. da vent'anni al servizio della classe lavoratrice
RICCARDO LOMBARDI direttore dell'Avanti!
Giuseppe Di Vittorio
Sono stati venti anni di lotte dure e spesso gravide di sacrifici di vite umane. Sotto la \ guida illuminata del nostro glorioso sindacato la classe operaia e tutti i lavoratori hanno inciso a volte in modo determinante sugli indirizzi e le scelte sociali riportando il nostro paese sul cammino della democrazia, della ricostruzione e della ripartizione più equa del rettito.
La CGIL non si è però limitata a rivendicazioni prettamente economiche ma ha saputo energicamente prendere posizione in difesa delle libertà costituzionali, della pace nel mondo e delle lotte contro il colonialismo e contro il fascismo; la sua azione condotta attraverso vent'anni ha dato ai lavoratori italiani una coscienza di classe, ha insegnato l'amore per la democrazia portando in tutto il inondo del lavoro un alto esempio di maturità classista e dato il suo apporto alla soluzione di tutti problemi sociali e nazionali.
Nel lontano giugno del 1944 quando ancora la guerra di liberazione non era giunta al suo compimento e le forze nazifasciste propagavano a piene mani il loro odio sull'alta Italia; a Roma nasceva questo glorioso sindacato come espressione genuina della rinata democrazia e della spinta unitaria che aveva animato tutti noi; il patto di Roma veniva firmato da Giuseppe Di Vittorio, Achille Grandi e Oreste Lizzadri, questi tre grandi sindacalisti si impegnavano sollennemente di servire gli interessi di tutti i lavoratori per ridargli una dignità per farli progredire nello spirito di una Italia rinata con uno spirito nuovo che stava ricostruendo dalle macerie una nuova società, una nuova libertà.
E' certo che ritornando al passato e guardando al presente si può facilmente scorgere un radicale mutamento politico e quindi sindacale; ciò non toglie nulla al valore di quella unità ma anzi incita a più forte lotta per riportare tutti i lavoratori nuovamente in un unico sindacato che, nella completa e necessaria autonomia, sappia guidare ancora i lavoratori cogliendone tutte le nuove esigenze poste dallo sviluppo sociale.
Siamo certi che la nostra CGIL saprà camminare avanti in questa direzione adempiendo così il grande mandato che l'indimenticabile e caro Di Vittorio ha lasciato come testamento a tutti i lavoratori italiani.
Noi TRANVIERI iscritti al sindacato unitario: Dichiariamo sollennemente di lottare in armonia con le direttive e con le nostre esigenze di categoria perchè il testamento di Giuseppe Di Vittorio sia patrimonio di tutti al fine di rafforzare il nostro sindacato con ulteriori iscritti, di farlo progredire nella sua democrazia interna e nella sua completa autonomia.
Rendiamo omaggio a Di Vittorio e nella gloriosa riccorrenza del ventennale del patto di Roma, a Lui inchiniamo reverenti le nostre bandiere.
FILIPPO FABBRI
La costrizione della democrazia in Italia — opera, questa, tuttora in corso — sarebbe stata inconcepibile senza la presenza operante in un potente organismo sindacale unitario. Fu ciò che intesero gli uomini che già nel vivo della Resistenza vi si impegnarono nella fiducia che l'unità raggiunta a così caro prezzo e dopo tante vicissitudini avrebbe resistito alle traversie delle lotte politiche. Non fu così; e lo scatenarsi della guerra fredda, frantumando l'unità politica della Resistenza, colpì duramente anche la sua manifestazione più preziosa, l'unità sindacale. Tuttavia la CGIL rimase per lunghi anni l'unico sindacato che, sia pure con forse no nevitabili errori, potè condurre le lotte dei lavoratori in piena indipendenza da ogni condizionamento padronale o governativo; non sempre sfuggì al condizionamento partitico, ma ciò era ancor meno evitabile in una delle più difficili situazioni nazionali e internazionali. Questa sua fedeltà all'impostazione originaria, permise alla CGIL di influenzare, e in certa misura anche determinare, la effettiva sindacalizzazione anche delle altre centrali nate dalla scissione del 1948, creando così le condizioni per la pratica di unità d'azione che ha favorito la impetuosa ripresa delle lotte del lavoratore e i loro successi negli ultimi anni, e di porre addirittura la prospettiva della ricostruzione dell'unità sindacale. Un elemento di estrema importanza ha caratterizzato in modo originale la CGIL: esso è stato il primo organismo sindacale in Europa a porre in modo concreto il problema della assunzione, da parte dei sindacati, di una responsabilità nello sviluppo economico del paese, abbandonando per prima il vecchio schema della limitazione dei suoi obiettivi alla mera rivendicazione e così dando un energico impulso all'esigenza d'una moderna economia di sviluppo e alla programmazione democratica. Dal « Piano del lavoro » pur con i suoi limiti, del 1950, alla matura impostazione attuale della programmazione democratica, diventata piattaforma di governi, difficilmente potrebbe essere sottovalutato il contributo della CGIL nel far penetrare in tutti gli strati dei lavoratori la coscienza delta necessità e della possibilità di partecipare efficacemente alla direzione dell'economia in una società responsabile.
MARIO ALICATA direttore dell' « Unità »
La CGIL è la più grande organizzazione democratica italiana e dunque è uno dei pilastri portanti della nostra democrazia. La democrazia non vive solo di forme istituzionali, vive soprattutto dell'attività organizzata delle masse; in questo senso la presenza e l'azione della CGIL nella vita italiana sono essenziali. La CGIL come principale organizzazione dei lavoratori italiani e come interprete più coerente delle loro esigenze, è stata ed è inoltre una delle molle insostituibili del progresso economico e sociale del nostro Paese. Dal Piano del Lavoro alle proposte recenti per la programmazione democratica questo contributo, che si è espletato negli anni attraverso centinaia di iniziative e di lotte, appare evidente. Per questo la difesa dell'autonomia della CGIL, come di tutte le organizzazioni sindacali — autonomia che si cerca oggi di minacciare e limitare in forme diverse — corrisponde non soltanto agli interessi dei lavoratori ma all'interesse generale d e 11 a nazione. Mi si consenta infine di ricordare di avere assistito nel 1945 al primo Congresso costitutivo della Confederazione generale italiana del lavoro a Napoli, come tutti sanno, un congresso improntato ad un clima profondamente unitario, clima a creare il quale dettero un contributo essenziale gli indimenticabili Achille Grandi e Giuseppe Di Vittorio. A vent'anni di distanza, chi ricorda come me quel Congresso e
tutti gli ideali e le speranze che a quel clima unitario erano collegati e da quel clima unitario scaturivano, non può non auspicare che il processo unitario nella CGIL e fra la CGIL e gli altri sindacati possa avanzare sulla base degli stessi princìpi di democrazia, di autonomina e di radicale rinnovamento ai quali quel Congresso si ispirò.
DARIO VALORI
direttore di « Mondo Nuovo » Partecipiamo con profonda commozione alla celebrazione del ventesimo anniversario della CGIL. C'è alle nostre spalle una serie di grandi lotte, non solo per il miglioramento del tenore di vita dei lavoratori, ma anche — e non possiamo dimenticarlo — per la pace e per la democrazia, in anni duri e difficili. In ognuna di queste battaglie, la CGIL è stata punto di riferimento sicuro per il movimento popolare. Ma un anniversario non è solo l'occasione per discorsi commemorativi: deve servir a ripercorrere il lungo-cammino per un riesame dei problemi affrontati, delle esperienze fatte, delle conquiste di metodo, di impostazione e di prospettiva faticosamente compiute. Così, se noi riandiamo col pensiero alle prove di questi anni, vediamo quanto grandi siano state le difficoltà incontrate per giungere alla acquisizione dell'autonomia sindacale, per superare, nella politica unitaria, le conseguenze della scissione, per garantire ai lavoratori una capacità contrattuale adeguata ai nuovi problemi dell'organizzazione della produzione e della tecnica. Dalle prime battaglie del dopoguerra, attraverso il Piano di Lavoro e poi attraverso il processo di rinnovamento dell'azione sindacale, molto cammino è stato percorso dalla CGIL. E tuttavia noi sappiamo che proprio per ciò che rappresenta il sindacato, le sue conquiste sono sempre insidiate e minacciate. Mutano i termini dell'offensiva cui è sottoposto, ma è permanente lo sforzo diretto a comprometterne l'autonomia, a ridurne il peso e l'influenza, a limitarne la libertà di decisione e di intervento. La grande capacità dimostrata dalla CGIL di fronte ai ricorrenti attacchi nei suoi confronti è stata di comprendere che solo in un continuo processo di rinnovamento, solo con un costante rinvigorimento d' iniziativa, essa era in grado di fronteggiare ogni minaccia, senza mai chiudersi in posizioni di difesa passiva, senza mai accontentarsi dell'acquisito. Così oggi noi possiamo guardare con fiducia al sindacato unitario, in un momento in cui grandi sono i suoi compiti e pesanti le sue responsabilità di fronte agli acuti problemi p o s ti dall'offensiva padronale nell'attuale congiuntura, e di fronte alle questioni della programmazione. Il nostro augurio — che è anche certezza — è che nel ventesimo anniversario la C G I L, forte delle esperienze fatte e delle conquiste realizzate, sappia rovesciare il piano padronale e, nella sua riaffermata autonoma funzione, assicurare ai lavoratori italiani l'unità contro tutti i tentativi di dividerli; il loro più ampio potere, contro ogni manovra diretta a ridurlo;, un più alto tenore di vita, contro ogni piano diretto alla compressione dei consumi, una stabilità di occupazione e le libertà democratiche, contro ogni offensiva volta a colpire i livelli occupazionali e a ristabilire o conservare metodi discriminatori e autoritari.
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Prezzi
I
SEI GIORNI A MOSCA
Esperienze ed osservazioni di un viaggio turistico nella capitale dell'URSS
Mosca: Un gruppo di tranvieri milanesi, da sinistra: Bettinzoli Ghidoni, Btscardi, Fenocchio, Galvani e Castelnuovo
(Nostro servizio)
Chi si reca a Mosca non si accontenta di ammirare le innumerevoli bellezze artistiche, di visitare le imponenti opere realizzate in questi trent'anni. Il turista, a qualsiasi cero appartenza, è pervaso da una morbosa curiosità su tutto ciò che scorge; egli cerca di cogliere con occhio critico ogni aspetto della vita del popolo, per analizzarlo e trarre dall'insieme delle osservazioni un suo personale giudizio sulla validità del sistema socialista. Ma questa continua ricerca personale in quanto avviene nell'Unione Sovietica non avviene forse fatta anche da tutti i lavoratori itazazione compiuta nel paese dei liani che considerano ogni realizSoviet come un nuovó decisivo passo verso la costruzione di una più giusta?
Per queste considerazioni gli articoli che apparivano su v Voci o, non saranno la cronaca del viaggio compiuto recentemente da un gruppo di tranvieri a Mosca o la descrizione delle bellezze artistiche di questo città ma la descrizione di scorci di vita, le impressioni singole o collettive avute in questa breve permanenza nella capitale del socialismo.
Una delle cose che maggiormente colpisce il turista italiano è la pulizia e l'ordine esistente nelle vie e nei locali pubblici di Mosca.
I moscoviti gettano i rifiuti (persino i fiammiferi) negli appositi recipienti rassomiglianti a grosse anfore di metallo, disposti ogni ventitrenta metri ai lati della strada.
Nonostante questa civica autodisciplina del popolo che da solo basterebbe a mantenere pulite le strade, in qualsiasi era del giorno si possono notare squadre di operai addetti alla pulizzia che scopano o lavano il selciato noncuranti della folla che vi transita.
Un episodio significativo è avvenuto il maggio. Un'ora dopo il termine della manifestazione che ha visto sfilare per la Piazza Rossa dopo le Forze Armate centinaia di migliaia di moscoviti festanti, le pulitrici meccaniche (grossi camion muniti di spazzoloni rotanti) avevano cancellato ogni segno del passaggio di questa marea di• popolo. Sui marciapiedi squadre di operai completavano l'opera lavando il pavimento con getti d'acqua.
Ma l'attenzione e la cura per quanto è di utilità pubblica non si limita all'aspetto della pulizia scrupolosa. I locali pubblici sono anche gli ambienti ove si riscontra il maggior lusso e spesso lo sfarzo di luci, di marmi, affreschi e di opere d'arte pregiate.
Questa scoperta la nostra comitiva l'ha fatta non appena varcata la frontiera dell'URSS. Alla stazione di Brest ove, per un disguido d'orario, ci siamo fermati alcune ore, siamo rimasti abbagliati dalla bellezza di quella stazione. Nel ristorante che contiene una sessantina di tavolini rotondi a 4 posti con comode poltroncine ricoperte 5.4iteramente in stoffa, abbiamo consumato la cena in un ambiente
neri di consumo. Poi girando per i grandi magazzini (il GUM è quattro volte la Rinascente) sempre affollati da avventori, esaminando ciò che determinava il formarsi delle code che a volte raggiungono proporzioni notevoli, ci siamo resi conto di due cose : la prima, che la coda è un segno di educazione in quanto chi giunge dopo spontaneamente attende in fila il proprio turno; la seconda, che le code venivano fatte o per motivi contingenti per noi inspiegabili (abbiamo notato una coda di una diecina di persone davanti ad un salone di parrucchiere e, una cinquantina di metri un altro salone semivuoto) o per acquistare vestiario più pregiato. Non è vero che i prodotti di consumo ed in particolare i generi alimentari scarseggiano. Si può constatare un loro diverso valore rispetto alla nostra città. I generi alimentari fondamentali, il pane, il burro, la carne, lo scatolame hanrio prezzi notevolmente inferiori ai nostri (il pane varia dai 7 ai 20 copechi - 48-140 lire al Kg. a secondo della qualità; la carne da 900 a 1.500 lire al Kg.). Il vestiario ha invece prezzi più alti rispetto ai nostri ed è di fattura meno elegante (un buon vestito da uomo può costare anche 70.000 lire).
le mense aziendali ove si può consumare un pasto analogo a quello servito nei ristoranti ad un prezzo leggermente inferiore, si può concludere che una famiglia tipo ( di tre persone) non spenda per l'alimentazione più di 50-60 rubli al mese (35-40.000 lire). Dato che altre preoccupazioni nè di natura sanitaria — l'assistenza è gratuitaper tutti — nè per l'istruzione dei figli i quali nelle scuole superiori percepiscono un salario oltre ad avere l' istruzione completamente gratuita, se ne può dedurre che oltre il 50 per cento del salario mensile può essere usato per acquistare il vestiario o i generi voluttuari. A questo va aggiunto che la donna, uguale a l'uomo per diritti e per istruzione, non interrompe l'attività produttiva con il matrimonio e la grande diffusione degli asili-nido gli permette di continuare il lavoro anche quando è madre di bimbi in tenera età.
Ciò spiega la ragguardevole affluenza di popolo nei negozi e l'acquisto in massa di generi di consumo aventi prezzi elevati. Gli a-
ranci, ad esempio, causa la grande lontananza dalle zone ove vengono prodotti, sono posti in vendita a 1,40 rubli (1000 lire) ma questo non impedisce di vedere le borse della maggioran2a delle massaie, anche le più modeste, rifornite di questo frutto per loro esotico.
La vita per un lavoratore si presenta così a Mosca più sicura (non vi è il licenziamento o la crisi; le malattie non fanno economicamente paura: l'istruzione dei figli non è un problema economico) anche se, sotto alcuni aspetti esteriori il loro tenore è ancora inferiore a quello della capitale economica d'Italia nell'era del « miracolo economico ». Come vedremo nei prossimi articoli, q u e s t o popolo sta marciando con passo accelerato verso il progresso ed esistono le basi tecniche e l'entusiasmo per raggiungerci nel giro di qualche anno e forse di superarci in ogni campo.
PELAGOTTI L.
degno dei nostri migliori ristoranti. Le stesse stoviglie erano di materiale e fattura pregiata; i bicchieri in cristallo lavorato; i piatti in maiolica; i porta bicchieri in argento. a A Mosca abbiamo poi constatato come tutti i locali pubblici, dal ristorante al teatro. siano accessibili al popolo. Un pasto al ristorante (bibite escluse, che, come vedremo, sono molto care) costa 50 o 60 copechi (350-400 lire). Il biglietto per lo spettacolo del balletto del Bolsciai — il teatro più rinomato di Mosca paragonabile alla Scala — costa 3 rubli (2000 lire). Ma non tutte le impressioni riportate in questa breve permanenza a Mosca possono ritenersi positive. Una cosa che ha attirato la nostra curiosità è quella delle code che si improvvisano nei luoghi più impensati, nei negozi, alle fermate dei tram o dei taxi, davanti alle edicole dei giornali e fin anche davanti ai saloni dei parrucchieri. In un primo momento ci è sembrato di dover a malincuore ammettere quanto afferma la stampa borghese e, cioè che le code sono segno di carenza di ge-
Si potrebbe riempire un' intera pagina di prezzi, dire che il televisore costa da 140 a 230.000 lire, le sigarette 120-180 lire ecc., ma queste cifre non darebbero da sole una giusta valutazione, la sola che ci interessa, dell'economia familiare del lavoratore moscovita. Perciò lasciamo il paragone dei prezzi dei vari generi per esaminare il salario e le spese essenziali di una famiglia.
La paga media di un operaio 1110s covi t a si aggira sui 150 rubli mensili (pari a 100.000 lire) e da questa cifra il lavoratore deve sottrarre le spese per il mantenimento della casa, cioè, affitto - luce - gas - telefono che assommano a circa il 10 per cento del salario. Gli affitti più cari delle case nuove nel centro di Mosca di 3 locali, non superano — spese comprese di luce e gas ecc. — i 30 rubli. Le spese per case più modeste (anche se nuove) si aggirano sui 10-15 rubli.
Abbiamo già detto come i generi alimentari fondamentali hanno prezzi bassi e visto come il costo di un pasto in un ristorante costi dalle 350-400 lire, se a questo aggiungiamo che molto diffuse sono
MOSCA: I MAGGIO 1964
MOSCA: I MAGGIO 1964
Le Forze Armate Sovietiche sfilano durante la festa nelle vie della città
La moltiplicazione dei milioni
Giampaolo Riboldi, uno sconosciusciuto agente di cambio milanese, è stato multato di 4 miliardi (4.000 milioni) per aver fatto portare fuori della frontiera italiana ingenti somme di denaro
Il gioco era semplice, i complici del Riboldi facevano ogni tanto un giretto ni Svizzera portando 50 milioni nascosti nell'imbottitura della propria automobile e, tramutabili in franchi svizzeri, li riportano in un secondo tempo in Italia.
Il movente di questo traffico che in questi ultimi anni ha assunto proporzioni ingenti; il Ministro Giolitti parla di 1.500 miliardi! è quanto mai semplice e redditizio.
I nostri bravi ed astuti « operatori economici » portavano i milioni di lire italiane in Svizzera ove ricevevano un premio, in quanto la lira è ricercata. Tramutabili in franchi svizzeri li riportavano sempre con lo stesso mezzo in Italia ricevendo un altro premio in quanto la valuta estera è richiesta. Il guadagno? In un anno, con due viaggi, 100 milioni divengono per incanto 142 milioni.
E' evidente che il Riboldi non è che un incaricato e che i veri speculatori che facevano capo a questa e sicuramente ad altre organizzazioni, sono altri il cui nome non è possibile scoprire in quanto sono protetti dal segreto bancario che, secondo la legge, non può essere violato.
I "miracolati„ delle aree
Nei giorni scorsi la Ripartizione Tributi del Comune di Milano ha esposto l'elenco relativo all'applicazione dell'imposta sull'incremento di valore delle aree. Da questo elenco si ha un quadro impressionante dell'entità della speculazione delle aree
Nella valutazione del prezzi si è tenuto conto del cambio turistico : 1 rublo = 690 lire fabbricabili negoziate dal 1953 al 1963. Ne riportiamo alcune e da queste non dissimili alle altre, si può notare com'è estremamente facile aumentare i propri capitali in quest'era di « miracolo economico ».
CAVERSARIO SILVIO: via Forze Armate, 1953-59, 3.238.000, 61.000.000.
DAVID BEATRICE ved. CALEF: via Troya, 1953-55, .1603.800, 51 milioni; via Troya, 1953-55, 641.520, 33 mi-. lioni.
DE CARDENAS GIAN LUCA RUIZ via Pindano, 1953-57, 1.400.000, 21 milioni; via Columella, 1953-57, 1 milione e 20 mila, 18 milioni. di..00.0.200.000etaoin shrdlu etaoinnn DERAC s.p.a.: Bruzzano, 1953-61, 3.460.000, 116 milioni.
DONAGEMMA PIERO: via Marco Agrate, 1953-63, 583.200, 60 milioni; Bruzzano, 1953-62, 2.600.000, 128 milioni e 700 mila; via Luigi Angeloni, 1953-59, 3.900.000, 91.800.000; Bruzzano, 1953-62, 1.412.000, 56.700.000 ; Bruzzano, 1953-62, 726.400, 22 milioni ; Bruzzano, 1953-60, 2 milioni e 905 mila, 82.500.000.
FALCK s.p.a. ACCIAIERIE E FERRIERE LOMBARDE : corso Lodi, 1953-56. 34.200.000, 77.600.000; corso Lodi, 1953-57, 1.800.000, 5.400.000 ; corso Lodi, 1953-56, 16.400.000, 44 milioni 500 mila.
Questi due fatti, l'uno emerso da un procedimento giudiziario e l'altro dall'applicazione di una legge, non sollevano che un lembo di velo sui profitti dei baroni dell'economia italiana, su coloro che oggi tentano di far ricadere sul popolo e sul governo (reo di aver negato la formula di centro-destra) e gridano all'inflazione della lira causata dalle alte paghe e allo « scandalo » delle organizzazioni sindacali che in questa situazione rivendicano aumenti per i lavoratori.
Vita net mondo - 3
VOCI DELL'A.T.M.
Un'aspetto dell'imponente partecipazione del popolo alla sfilata
Aspetti del ssmiracolo„ dell'economica italiana
VOCI DELL'A.T.M.
LA CONTRADITTORIA POSIZIONE DELLA CISL SUI TRASPORTI
di risolvere l'assillante problema del trasporto.
La velocità dei nostri mezzi non è diversa da quella dei tram a cavalli
L'articolo sul problema dei trasporti pubblicato da « Nuove Strade » l'organo del sindacato CISL, ha provocato una polemica (condotta con un frasario non certo corretto) che ha posto con vivacità all'attenzione dei lavoratori dell'ATM il grave problema dei trasporti ed in particolare le opposte posizioni dei sindacati nei confronti del prossimo secondo esperimento dell'agente unico che la Direzione vuole attuare con l'entrata in linea dei micro-autobus.
Come giornale di fabbrica vogliamo esprimere il nostro giudizio sull'articolo che ha suscitato la polemica, rifuggendo da aspetti polemici o di parte, in quanto riteniamo che i problemi relativi al trasporto pubblico e alla nostra ATM non siano mai sufficientemente dibattuti fra i lavoratori.
L'articolo di «Nuove Strade» contiene una analisi realistica della situazione esistente e proposte di provvedimenti da attuarsi per migliorare il trasporto pubblico urbano e sub-urbano che coincidono spesso (anche se con diversità nelle argomentazioni e nell' impostazioni) con le posizioni da tempo assunte dal Sindacato CGIL e, in genere, da quanti si interessano in modo coerente dei trasporti pubblici della nostra città.
A nostra impressione l'articolo in questione, salvo le venti righe che hanno sollevato la polemica e che esamineremo dopo, potrebbe servire da base per la creazione di una posizione unitaria dei sindacati sui trasporti. Infatti ecco quanto afferma « Nuove Strade » sulla interdipendenza tra trasporto pubblico e urbanistica:
Vogliamo evitare l'addensarsi di ulteriori insediamenti nell'immediato intorno del territorio urbano milanese, insediamenti c h e appesantirebbero gravemente i principali problemi fin d'ora presenti (abitazione, scuole, ospedali servizi sociali in genere) ed in particolare quelli del pubblico trasporto.
E più avanti, dopo aver posto le soluzioni globali quali obiettivi raggiungibili a lunga scadenza (creazione di nuove infrastrutture, ecc.)
afferma:
visto che una delle maggiori cause della inefficienza del trasporto pubblico è costituita dalla congestione via via causata dalla eccessiva circolazione privata, esprimiamo l'assoluta ed inderogabile necessità di adottare strumenti preferenziali nei confronti del mezzo di pubblico trasporto.
Ciò presuppone la creazione di canali preferenziali al traffico pubblico, canali che devono realizzarsi tutta la trasversale del centro urbano dall'inizio alla fine dei punti di congestione. Ciò presuppone ancora la creazione di parcheggi regolati ai margini della zona preferenziale, sia destinando ad essi parte del suolo pubblico disponibile sia usando il sottosuolo. Infine ciò presuppone l'aumento della possibilità di spostamento individuale con mezzo pubblico all'interno della zona agevolata.
Anche nell'ultima parte dell'articolo vengono fatte delle proposte tendenti a coordinare tutti i servizi di trasporto pubblico, da realizzarsi con la creazione di un consorsio e altre misure atte a migliorare l'efficenza dei serisizi stessi.
Da dopo la guerra, la politica del Governo, degli enti locali e della stessa Federtram si è dibattuta in una sterile quanto mai negativa azione tendente a limitare con misure drastiche le spese ed i costi delle aziende di pubblico trasporto. Noi dell' ATM ricordiamo l'avv. Lavaggi, esperto in materia, che era riuscito a comprimere le assunzioni al punto che all'aumento del materiale rotabile corrispondeva una diminuzione del personale. Ricordiamo questo periodo di violazioni e soprusi sindacali che si traducevano in compressione dei salari. Bene, quest'azione di compressione dei costi a nulla è servita ed il deficit le cui ragioni sono da ricercarsi in altre cause (traffico-caos urbanistico riconosciute dalla CISL) ha continuato la sua ascesa nonostante l'aumento del prezzo del biglietto.
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Le proposte formulate, come si può notare, anche se non sono eccessivamente ardite (manca ad esempio la precisa richiesta di far pagare parte del defiict agli industriali ed ai proprietari di aree fabbricabili che indirettamente beneficiano del trasporto pubblico) possono nel loro insieme essere ritenute positive al fine dell'inizio di una discussione unitaria sui trasporti.
Così sarebbe stata positiva la posizione assunta dalla CISL se essa non vi avesse inserito un concetto che, nella sostanza, avvallando la tesi delle aziende di trasporto e dello stesso Governo (progetto Saraceno) annulla di fatto le posizioni assunte nello stesso articolo. Trattando l'azione relativa ad aumentare l'efficienza dell'azienda di pubblico trasporto, afferma: Sotto questo profilo da un lato auspichiamo l'adozione di qualsiasi provvedimento atto a diminuire i costi di gestione (ad es. agente unico) anche quando ciò comporti una diminuzione in senso relativo dell'occupazione.
Il periodo non può essere preso a se stante nè si può giustificare con un accesso di buona volontà e di sacrificio dell'articolista il quale si dichiara pronto a sacrificarsi (lui a nome dei lavoratori) al fine
DEPOSITO MOLISE
Da oltre due anni la direttiva della politica di compressione dei costi delle aziende di pubblico trasporto, è quella di adottare su larga scala l'agente unico. Non esistono altri programmi o provvedimenti nazionali per i trasporti pubblici.
Ma basta l'agente unico a sanare il problema dei trasporti pubblici? La stessa CISL risponde negativamente ma, forse presa da un eccessivo scrupolo o da un esame troppo superficiale del problema, considera l'agente unico solo dal profilo tecnico e si dichiara disposta ad accettarlo basta che esso venga regolamentato con un accordo sindacale.
A nostro avviso la posizione della CISL è una posizione non chiara che può dare adito a considerazioni tutt'altro che favorevoli in quanto accetta passivamente la misura dettata dalla Federtram non contropponendone alcuna altra. E' vero, l'agente unico può essere considerato come un fattore progresso tecnico, ma la sua attuazione può essere vista solo nel contesto di una serie di misure radicali atte a risolvere l'ormai cronico problema dei trasporti.
Accettare supinamente l'agente unico significa permettere che si ricorra ad un nuovo palliativo che rinvierà la soluzione dei trasporti pubblici determinando il suo inevitabile aggravamento.
DEMOCRAZIA E LICENZA
Per spiegare i motivi che hanno indotto il Sindacato a rompere le trattative aziendali, il 29 aprile il segretario del sindacato CGIL Altiero Ferrari ha tenuto al dep. Molise una riunione al personale. Nella relazione il compagno Ferrari ha messo in risalto i tentativi esperiti dal sindacato per portare a termine la vertenza e, nel contempo, ha fatto presente lo scarso impegno con cui la delegazione della Direzione ha condotto le trattative ed anche i contrasti sorti fra le posizioni assunte dalle stesse delegazioni dei sindacati.
All'attenta assemblea, dopo la relazione, è stato chiesto di intervenire nel dibattito ponendo domande o richiedendo ulteriori precisazioni. Tutto si svolgeva nel massimo ordine ed alcuni lavoratori avevano già espresso il loro pensiero quando il Segr. di un'altra organizzazione sindacale, presente alla riunione asiseme ad alcuni suoi sostenitori, chiese ed ottenne la parola.
Sin dalle prime parole fù chiaro il suo intento poco democratico che mirava non a chiedere schiarimenti o precisare brevemente il suo pensiero ma di approfittare dell'occasione concessagli per trasformare quella riunione aperta a tutti i lavoratori, in un proprio comizio. Ciò provocava la giusta reazione dei presenti che, nonostante l'apposizione del piccolo gruppo suoi sostenitori, interrompevano l'oratore. Da quel momento non si può dire che la riunione abbia mantenuto quella calma e quell'ordine che
sintomo di democrazia e civismo.
Non è la prima volta che dei responsabili sindacali si comportano in maniera poco corretta dimostrando di mal tollerare •le regole democratiche e un •discutibile rispetto per i lavoratori. Tutti sappiamo come sia arduo tenere riunioni aperte a tutti i lavoratori (compresi gli aderenti agli altri sindacati) ma nel contempo non si può non riconoscere questo metodo come altamente democratico, utile non solo a divulgare le tesi del proprio sindacato ma ad educare i lavoratori alla discussione ed alla tolleranza delle diverse posizioni.
E' dunque un grossolano errore approfittare della libertà di parola democraticamente concessa per tentare di trasformare dette assemblee in personali comizi che fatalmente esulano dagli argomenti posti in discussione e quindi provocano irritazione e divisione. Chi, spece se milita o dirige un sindacato, ha sempre la possibilità di indire una « sua » assemblea ove porre all' o.d.g. quanto ritiene op- portuno.
L'episodio riportato, indipendentemente dagli uomini che gli hanno dato vita, è stato ripreso quale esempio per richiamare l'attenzione dei lavoratori e dei loro dirigenti sindacali, ad una maggiore democrazia e tolleranza anche formale necessaria a portare avanti quel processo di chiarificazione necessario per raggiungere l'unità effettiva del mondo del lavoro alla quale tutti i lavoratori da tempo è aspirano.
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4 - Problemi dei trasporti
Edera Cino ope
Zara vince una
Il suo Tempo Libero maggior parte al
Su queste colonne si parla spesso di sport ultrapopolari come ciclismo e calcio, in questo numero vogliamo dedicare qualche riga ad uno sport molto antico e un po' romantico : le bocce.
Il gioco delle bocce ora ha la sua brava Federazione nazionale e internazionale, con i suoi campionati, ma prima della guerra (40-45) noi lo ricordiamo più bello, più intimo. Ricordiamo che in Milano nelle vecchie vie come la Canonica, Vigentina, Romana, vi erano osterie caratteristiche, con il gioco delle bocce nel cortile circondato da case con le famose « linghere » ove le donne discutevano sulle ultime notizie messe in circolazione da la « portinara » e gli uomini invece appoggiati al parapetto controllavano le partite tifando per el Sciur Giuvan o per el Peder.
Imprecazioni e elogi volavano per l'aria per il rigolo fatto e mancato, il tutto condito con un buon bicchiere di barbera o di manduria, alla fine della partita tutta a dormire felici come pasque per il bel tempo passato. Vi erano poi i ritrovi fuori porta ove si giocava su campi coperti di glicini o di edera, e qui la posta in gioco erano bottiglioni di quello buono che facevano compagnia a panini ripieni con il salame nostrano, e al rientro in città, esecuzioni canore non sempre in perfetta armonia...
Questo è il gioco delle bocce che noi ci ricordiamo, e che beato lui nella maggioranza dei casi, federazione a parte è rimasto quasi come allora, degno, della penna di un De Amicis o di un De Marchi.
E così siamo giunti su questo nostro modesto foglio a parlare di uno sport caro ai signori, di mezza età... e anche a qualche giovane. Uno sport praticato da molti nostri colleghi i quali qualche volta riescono anche a farsi molto onore, come Edera dell'Officina Zara il quale in coppia con Moro ha vinto la medaglia d'oro G. F. Pavesi.
raio dell'officina medaglia d'oro
è dedicato per la gioco delle bocce
Il nostro Cino (così chiamato dagli amici col nome di partigiano) è un veterano delle bocce, a già vinto diversi premi, altri sfiorati per qualche rigolo mancato, come si vede ha iniziato bene la stagione, e noi gli auguriamo buon proseguimento. Ma le partite viste in una sera d'estate su la « linghera » erano un'altra cosa.
Giorgio F.
Le prossime gite del Circolo 11-vo
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AUGURI A
ZILIOLI e TOMASONI
Ricordiamo il Torino di Superga
I riflessi negativi causati dalla catastrofe di Superga si riscontrano ancora oggi nella Naz. Italiana
a cura di Giorgio F.
ZILIOLI — Da tutti gli sportivi è seguito con interesse, per le speranze in lui riposte, circa il futuro del ciclismo italiano.
Ad ogni arrivo di tappa, il suo nome viene cercato nell'ordine d'arrivo. Il distacco, o i tempi vengono controllati con quelli di Anquetil e degli altri migliori, perchè?
Perchè le tappe di montagna sono in fondo al giro e, se il suo rendimento vien aumentando col passare dei chilometri, potrebbe accadere di vedere il suo nome, all'arrivo a Milano, in testa alla classifica. E' una speranza degli sportivi.
TOMASONI, il pugile 28enne di Manerbio che il 24 c. m., mentre il nostro giornale va in macchina, incontrerà allo Stadio di Mompiano (Brescia) Santo Amonti in un incontro su 12 riprese, valevole per l'assegnazione del titolo italiano dei pesi massimi.
Tomasoni che da dilettante combattè per i colori dell'ATM va il nostro augurio di vittoria.
Se lo meriterebbe quel titolo, soprattutto per essere sempre stato messo da parte, malgrado abbia battuto tutti i duri che gli hanno opposto. Il pronostico è alla pari.
Ricorre in questo mese il 15° anniversario del disastro di Superga in cui scomparve l'intera squadra del Torino, la dolorosa ricorrenza è passata quasi inosservata.
Noi ci sentiamo in dovere di ricordarla a tutti gli amanti del calcio e soprattutto ai giovani che poco sanno del Torino di allora.
Descrivere la fine di un atleta o di uno sportivo non è certo cosa simpatica, specie se questi fu un virtuoso di larga eco: alle volte si deve ricorrere a piteose menzogne onde far apparire la fine non una decadenza fisica, ma bensì un tragico destino (quando questi è ancora in vita).
Parlando del Torino tutto cambia se pur in una forma più dolorosa, la sua scomparsa è avvenuta nel momento più fulgido della sua carriera di squadra avviata per la quinta volta alla conquista dello scudetto. Come era arrivato ad essere così forte il Toro?
Bisogierà partire dall'anno 1938, in quell'anno avvenne un mutamento quasi generale dei giocatori, partono i vecchi che rispondono in sonanti nomi di Cadario, Ellena, Ferrini, Petron, Bodoira e arrivano a dar loro il cambio, Mazzola, Loick, Gabetto, Menti, Ferraris, Rigamonti, Ballarin, Martelli. Come si vede innovaz:.one davvero ardita fin quella tanto che fu persino disapprovata, oltre che dai giornalisti, anche dallo stesso consiglio della società, ma l'ossatura della squadra era fatta e come l Ma ciò era troppo poco per avere finalmente uno squadrone di grido bisognava lavorare sodo, era un'utopia credere di avere formato una squadra solo cambiando degli elementi, e questo i dirigenti granata lo capirono subito e la direzione tecnica fu affidata a Novo, Copernico e Cortina e subito essi imposero per nuovo tema di gioco, il sistema, e in verità anche questa innovazione
JAIR il negretto goleador
Ombre e luci del brasiliano che fu la riserva del grande GARRINCHA
Jair l'uomo delle sette vite; quando alla domenica rientra negli spogliatoi il suo corpo presenta sempre un spettacolo desolante, tra lividi e amaccature. Ma alla domenica successiva si trova sempre pronto a nuove battaglie. Il suo a• spetto di un ragazzo cresciuto troppo in fretta, la sua andatura da acrobata in pensione, l'ho ha reso simpatico a tutti.
Ha pure un grande merito l'avere saputo vincere l'inverno padano, inverno che ha fatto piangere Nenè e ha paralizzato Amarildo.
Come gioco è velocissimo e è dotato di uno scatto formidabile, e quando ha la palla compie numeri di giocoliere che manda in delirio gli spettatori. La sua deficienza è forse appunto in questo, troppo frenambolismo che danneggia il gioco di squadra, ma è questo un difetto eliminabile con l'acquisto di esperienza. Nel tiro alterno reti difficilissime con tiri fasulli. Come carattere è molto buono, ed abbastanza rispettoso se si considera il trattamento a. cui è sottoposto in ogni partita; perchè l'educazione non è di tutti, e parecchi suoi avversari oltre che colpirlo materialmente lo colpiscono anche moralmente con ingiurie irripetibili, con chiare allusioni alla sua pelle.
Ma lui lascia dire e perdona a tutti; perchè pensa alla sua squadra e allo scudetto e, soprattutto alla sua mamma e alle sue sorelle rimaste in Brasile. Lui e l'unico che possa mantenerli. e che quindi vale bene fare dei sacrifici per i suoi cari.
I suoi sacrifici gli hanno reso parecchio, oltre che in bene materiali lo hanno trasformato anche nel carattere, mentre la sua società gli è riconoscente per il suo apporto.
GITE Crociera
Jair è insomma un brasiliano che ha soddisfatto ed è per ora dopo Altafini il migliore visto in Italia, considerando la sua età, (che si dice inferiore a quella denunciata) il suo avvenire è più che luminoso sia per lui che per 1' Inter stessa.
fu aspramente criticata per due ragioni la' prima per motivi politici inerenti alla regola prettamente di concetto britannica, la seconda si avevano per modello i disastrosi esempi del Genova, il primo in Italia ad adottare il sistema (allenatore era Mister Garbutt) con risultati magri.
Ma fortunatamente queste critiche non disarmarono il trio che impassibile continuò verso la mèta prefissa. Sembra questa irraggiungibile invece in un breve lasso di tempo si raggiunse il traguardo.
Molti ancora oggi si domandano il segreto di questi successi continui e duraturi, la risposta è una sola, affiatamento, non solo sui campi da gioco ma anche in privato essi non furono mai dei compagni di giocoma dei fratelli componenti una grande famiglia. In campo poi davano sempre il massimo del loro rendimento, e la paura non faceva parte del loro bagaglio. Inoltre non esisteva nessuna divisione fra prima e seconda squadra l'inserimento di elementi nuovi e dei giovani non arrecava nessun turbamento alla squadra prova ne sia i risultati ottenuti con i vari Tomà, Giuliano e Fachini, quest'ultimo già prescelto per il Torneo dell'Amicizia, e candidato per i mondiali del Brasile. Fonte di successo era poi la girandola di spostamento di cui si sottoponeva la squadra durante la partita: dalla difesa sino all'attacco era un continuo improvvisarsi di spostamenti e anche le più forti squadre, di fronte a questo gioco dovevano crollare. Di tutte queste belle qualità va tessuto un elogio superlativo ai giocatori ma bisognerà unire ad essi anche i tecnici e i dirigenti che seppero plasmare la società in un'anima sola, un cuore solo uniti in una volontà che aveva un solo scopo: scudetto.
Da ben cinque anni il calcio italiano aveva avuto un solo volto il Torino, la nazionale un solo colore il granata, essi in Europa erano divenuti i maestri del sistema e del bel gioco. La fine del Torino arrecò senza dubbio un grave danno alla stessa società che ancora oggi ne risente gli effetti, ma anche la nazionale da allora in poi, non è ancora riuscita a creare un organico che dia un gioco e una sicurezza.
Con loro il calcio italiano puntava verso l'alto, la catastrofe di Superga ci ha portato verso il basso da dove faticosamente stiamo risalendo.
Sapremo ritornare grandi? Qualcosa di buono c'è, i vari Rivera, Corso, Mazzola, Salvadore e Facchetti, ne fanno testimone, a questo bisogna aggiungere l'eredità lasciataci dal grande Toro: volontà e tenacia. Dovremmo percorrere lo stesso cammino fatto da lui, e se sapremo camminare con le sue stesse qualità potremo presentarci ai mondiali di Londra a fronte alta. Solo allora lassù nel regno del Mito i campioni d'Italia vivranno nella loro apoteosi da lungo tempo sognata e accarezzata, infranta da un ingiusto destino; forse in quel regno vi è pure uno sport, e il Dio di lassù li volle rapire per assaporare pure Lui la voluttà di così tanto bel gioco e là nel terso azzurro 11 maglie dallo stesso colore che li circonda si rincorrono nelle trame del loro bel gioco onde soddisfare gli eterni.
Giorgio F.
nel Mediterraneo
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con la M/n « Anna C » dal 17 al 24 settembre e dal 24 settembre al 1° ottobre - ITINERARIO: Genova • Bastia - Cannes - Barcellona - Palma di Majorca - Tunisi - PalermoNapoli - Genova - sono previste so-
ste con esculsioni a terra. Le iscrizioni inizieranno dal 15 giugno p.v.
SARDEGNA dal 7 al 13 settembre. Chiedere programmi dettagliati delle gite alla Segreteria del Circolo Ricreativo A.T.M.
Turismo - Notizie - Sport - 7 VOCI DELL'A.T.M.
<>v TEMPO LIBERO CALCIO
REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE Via Earl•tto, 11 MILANO T•1•fon• 56.05.18 Spedii. In •bb. postale - Gruppo si Prezzo L. 40 Direttore Responsabile LUCIANO PELAGOTTI kut. Trib. Milano - 12-1-1951 n. 2440 Tip. EFFETI Via Barletta, 11 Milano BOCCE
Trascorrono il tempo libero in palestra
Il 5 giugno
riunione dilet-
tantistica all'Arena di P.ta Romana
Era molto tempo che non facevamo una visita alla nostra palestra di via Zanella, pur seguendone da vicino l'attività agonistica della sezione che fa risalire l'inizio dell'attività sin dal 1945, cioè dalla fine della guerra. E non vi sono mai state soste dell'attività durante e bassi del pugilato.
I giovani han sempre popolato la palestra dell' A.T.M. perciò ci sono sempre stati rincalzi che prendevano il posto di coloro che passavano tra i professionisti.
La sezione pugilato del Circolo Ricreativo ATM ha un nome di prestigio nell'ambiente pugilistico nazionale nel tempo, con le energie profuse senza risparmio da atleti e dirigenti.
Quanti sono i pugili che in questa nostra palestra hanno trovato la via del successo?! Difficile dirlo. Potremmo citare per tutti il peso massimo Tomasoni che proprio di questa palestra iniziò a salire i gradini della sua carriera pugilistica. Oggi è lo sfidante di Amonti al titolo italiano della categoria.
RUGGIÙ
Tra quelli che abbiamo visto noi, abbiamo riconosciuto Orsi, Boselli, Paone e Micicchè che, dopo il « non contes » ottenuto nel match contro Colombo al suo rientro da un lungo periodo d'inattività, si sta ora preparando meticolosamente per far dimenticare quanto prima quella brutta impressione ai suoi sostenitori. Conoscendo la serietà di Micicchè. possiamo dargli fiducia, specie se teniamo conto delle consecutive vittorie ottenute da professionista. Per non dire poi della sorprendente vittoria per K.O. ottenuta a Bologna contro la « promessa » Giusti, che doveva essere la « rivelazione » di Steve Claus.
miccichit
L'onorevole Rossana Rossanda Banfi è tra i firmatari della mozione per gli studenti serali.
Gia consigliere Comunale è stata eletta alla camera, per il P.C.I. nelle ultime elezioni politiche per la circoscrizione di Milano.
Laureata in « belle lettere » dirige da diversi anni la « Casa della Cultura ».
I compagni on.11 Giorgina Arian Levi, Pajetta, Lama, Sulotto, Seroni, Natta, Rossinovich, Scionti, Brambilla, Rossana Rossanda Bonfi, Bo e Giulietta Fibbi, hanno presentato alla Camera una mozione sui prpblemi degli studenti delle scuole serali.
I 500 mila studenti serali italiani — dice la mozione comunista — compiono gravi sacrifici economici, poichè le scuole sono in massima parte private e assai costose, e sittopongo ad un continuo ed intenso sforzo fisico e nervoso, richiesto dalle otto e più ore di lavoro in produzione, da almeno tre o quattro ore dedicate ogni giorno allo studio e da altre ore effettuate nel tragitto casalavoro-scuola.
Considerato che nè le possibilità economiche di gran parte delle famiglie (costrette ad immettere nella produzione i figli a 14 anni o anche ad età inferiore), nè lo sviluppo e le strutture della scuola sono adeguate a soddisfare il fabbisogno nazionale di tecnici e di lavoratori qualificati e specializzati e rilevata l'inadeguatezza del contenuti dei programmi e dei criteri didattici seguiti nei corsi serali il documento impegna il governo:
I) ad assicurare agli studenti serali la riduzione dell'orario di lavoro a uguale salario, speciali turni e congedi pagati in occasione degli esami;
2) ad istituire sezioni di corsi preserali e serali di scuole medie statali inferiori e superiori di ogni ordine, equiparate a tutti gli effetti alle scuole statali diurne;
3) a realizzare il riconoscimento dei titoli rilasciati dalle scuole serali agli effetti della qualifica professionale;
4) a concedere agli studenti serali il rinvio del servizio militare;
5) a creare condizioni di partenza favorevoli per tutti i lavoratori stuclati estendendo agli studenti serali le borse di studio governative e con altre agevolazioni.
RUGGIU' — Il 2lenne peso welter che, con i suoi 50 combattimenti vinti su 55 disputati, è ritenuto tra i migliori prima serie d'Italia. Lo vedremo nella riunione del 5 giugno a Romana.
Molti furono in questo fraItempo anche i procuratori come: Busacca; Raffa (Zambarbieri), Cecchi e altri ancora, che per la preparazione ad importanti incontri di cartello, stabilirono per i loro protetti, nella palestra di via Zanella, il loro quartiere d'allenamento.
E i campioni come Loi, Garbelli, Vecchiato, Calzavara, Mazzola (guardia destra campione italiano), Giuffrida, Gianelli erano motivo di interesse, verso la palestra e i suoi dirigenti, da parte degli sportivi e dei giovani che venivano a rimpiazzare quelli che passavano e combattere e torso nudo.
Quantunque la palestra dell'Ignis al Vigorelli, con Steve Claus, possa essere preferita da diversi professionisti, sono ancora molti i professionisti che preferiscono allenarsi in quella dell'ATM.
MICICCHE', di cui si ricorda la impressionante vittoria per K.O. su giusti, ha deluso nel match sostenuto contro colombo. Spera di rifarsi in un prossimo incontro, agli occhi dei suoi sostenitori.
Dei dilettanti (una ventina) visti in allenamento e guidati dall'allenatore Dal Maso abbiamo notato: Fascella ; Ruggin; Salvi; Miglioranza; Maestri; Pantaleo; Caterino; Bonfiglio; Pace; La Mola e Piras.
Di Piras Gianpaolo, il presidente Ferrari e il direttore tecnico Enzo Bonizzi, cui ci rivolgiamo per avere notizie, ce ne parlano molto bene come anche per tutti i pugili della squadra.
Ma di Gianpaolo Piras si parla subito con entusiasmo (da poco assunto all'ATM come bigliettario), è un ragazzo dotato di eccellenti doti fisiche. Sa fare una box ragionata pe: adattare le proprie cognizioni tecniche all'avversario che ha davanti. La vittoria più significativa ripor. tata per i colori dell'ATM, fu in una cttà svizzera dove Piras batteva
}ASCELLA (nella foto con Ferrari) — Il peso gallo dell'ATM che l'obiettivo ha colto al termine della sua 42' vittoria, battendo Mastelloni. Vanta un pareggio con il « nazionale >, pari peso Simbola. Era assistito all'angolo, dal presidente della sezione Ferrari che, da quando si è costituita la « Sezione Pugilato » gli dedica il suo tempo libero dal lavoro.
Scherwette, campione svizzero dei pesi leggeri, per .0. a 2'20" della seconda ripresa. La vittoria diventa maggiormente significativa per il nostro Piras e per i colori dell'ATM se si considera che il campione Scherwette era imbattuti da cinque anni consecutivi, ed aveva battuto in precedenza i nostri: Mastellaro, Spano e Lopopolo. Per giunta Scherwette ritornava a combattere sulla distanza di 3 riprese ,dopo aver sostenuto (secondo le regole svizzere) cinque incontri preprofessionistici, ma sulla distanza di 6 riprese. Quella sera a Berna per i sostenitori di Cherwette, che vedevano tramontare il loro idolo, c'era un'atmosfera da funerale. E Piras, venne portato in trionfo. Ruggini è un altro promettente giovane. Ha 21 anni, fa il peso welter, ha sostenuto 55 incontri di cui 50 vinti e 5 persi.
La vittoria più significativa l'ha riportata su Sacchi che è il secondo campione italiano e poi contro Thametti, campione svizzero, nell'incontro sostenuto a Berna.
Ai recenti campionati lombardi, per avere perso con quello che vincerà il titolo, si classificherà al terzo posto.
Fascella, peso gallo, 21 anni è un ragazzo che va forte, pieno di buona volontà che sa mettere passione e serietà nella preparazione come fa Ruggin. Coglie, nei suoi 45 incontri disputati di cui 42 vinti, le vittorie più significative battendo Mastelloni e Maggi, pareggiando infine con il P. O. Simbola.
Il peso leggero Salvi, 21 anni è attualmente agli allenamento collegiali militari di Orvieto.
E' un mancino dotato di una buona potenza di pugno.
Miglioranza, è un buon peso medio, stilisticamente a posto ha battuto, tra i migliori della categoria, Barbieri, Gandin e Castelli. Anch'egli si trova al centro militare di Orvieto per gli allenamento collegiali.
Pantaleo è un buon II serie, militare tra i pesi leggeri. E' un combattente caparbio ed al momento opportuno sa imporre la sua box personale e vincere. E' un pugile che fa ricordare Bondavalli, del come sa portare colpi da tutte le posizioni e in modo veloce.
A incontrato, vincendoli, i migliori della sua categoria.
Intanto, il presidente Ferrari assieme al giovane e appassionato Bonizzi, direttore tecnico e l'allenatore Dal Maso, stanno allestendo il programma per la riunione dilettantistica che il 5 giugno verrà organizzata all'Arena di Porta Romana. Questo è tutto. Punto e basta. Salvatore Donati
Cinema "Chi vuol dormire nel mio letto„?
Un film divertente da vedere Charles Rubier, noto avvocato, finisce in galera per colpa e amore della sua bella amica, Edvige. Durante la detenzione, il credulone impara a farsi più furbo, apprendendo dai compagni di cella come saper sfruttare le debolezze delle donne. Tornato in libertà e senza un lavoro per essere stato radiato dall'Ordine degli avvocati, Charles decide di mettere a profitto gli insegnamenti ricevuti. Sfoggiando la propria innata eleganza, con l'aiuto di inserzioni matrimoniali, va a caccia di donne da spennare. Ma decisamente al nostro flemmatico eroe non ne va bene una. Varie sono le donne che incontra e più sono belle e affascinanti, più strane sono le avventure nelle quali viene cacciato suo malgrado.
Preferiamo, q u i n d i, tacere dei guai passati dal povero Charles, per lasciarvi intero il gusto agrodolce che il lepido regista, André Hunebelle, è riuscito questa volta a imprimere al film.
Paul Meurisse nei panni congeniali dell'avvocato, rifà il proprio personaggio, un po' svanito, elegante, imperturbabile, grande amatore, qui sfortunato. che avevamo apprezzato in Picnic alla francese.
Godibile n e 11 e situazioni, sufficiente nelle trovate, con un andamento un po' lento ma in carattere con il protagonista, il film diverte anche grazie all'apporto di brave attrici (Michèle Morgan, Danielle Darrieux, Sandra Milo) che disegnano ognuna brevi caratteri, forse superficiali ma piacevoli.
8 - Scuola - Sport - Cinema VOCI DICLL'A.T.M. lo- TEMPO LIBERO -o-
I PUGILATO
Alla Camera MOZIONE DEI DEPUTATI DEL P. C. L IN FAVORE DEI 500 MILA
STUDENTI SERALI