La virola11

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Bollettino del Consiglio di fabbrica dell'Ansaldo

D.B.G.V.

Stampa: Coop. Edit. "NUOVA BRIANZA" Renate (MI). Telefono 0362/924353

RINNOVIAMO IL

CONSIGLIO DI FABBRICA

Premessa

Seppure con notevole ritardo rispetto alla scadenza del mandato saremo chiamati, fra qualche giorno, a rieleggere il Consiglio di fabbrica.

Questa scadenza deve essere un importante momento di discussione tra i lavoratori sui problemi di fronte ai quali si trova oggi il movimento sindacale, sul ruolo del Consiglio di fabbrica e del delegato, sugli accordi realizzati in questi due anni e su come rafforzare in modo propositivo la struttura di base del sindacato.

Considerazioni generali

La situazione economica e sociale, dall'autunno del '79 ad oggi, si è drammaticamente aggravata: oltre due milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di inoccupati saltuari o in Cassa integrazione; un tasso di inflazione altissimo; un debito pubblico che cresce sempre più e spinge lo Stato verso la bancarotta. Gli strati sociali colpiti dalla miseria si allargano sempre più, mentre sempre più ristretti sono i gruppi che mantengono e consolidano un potere parassitario e privilegiato.

A causa di fatti internazionali (aumento generalizzato delle spese militari, manovre del dollaro, aumento del costo delle materie prime ed energetiche) per motivi interni (crisi delle grandi aziende,

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mancati investimenti -produttivi, politica recessiva, terremoto, fiscal-drag, disoccupazione giovanile) e per il consolidarsi della ragnatela speculativa il Paese minaccia di sprofondare. In ciò spinto fra l'altro dal terrorismo, dagli scandali, dalla P2 e dall'opposizione delle forze conservatrici ad affrontare riforme di risanamento capaci di incidere sui privilegi e sui punti che ostacolano lo sviluppo economico e sociale.

È vero che l'azione responsabile dei lavoratori e la difesa della

scala mobile hanno impedito un più vasto logoramento del potere di acquisto dei bassi salari e delle pensioni ed hanno contenuto finora il numero dei disoccupati; è vero che in conseguenza di ciò i lavoratori hanno pagato duri prezzi, pur tuttavia le prospettive, si pensi solo alle tendenze della Cig, sono drammatiche.

È vero altresì che il padronato, nonostante l'aumento dei profitti, non ha investito, nè ammodernato l'apparato produttivo e il

potere pubblico spende quasi tutto per i settori assistiti e non produttivi così che la recessione si preannuncia accompagnata dal calo netto della produzione.

La risposta sindacale è stata talvolta tenace (attraverso le grandi vertenze) altre volte insufficiente e spesso non chiara negli obiettivi; le conquiste ottenute con il rinnovo del contratto del gruppo Ansaldo (luglio 1980) hanno avuto in questo contesto un valore politico fondamentale per quanto riguarda tutta la tematica contrattuale (diritto di informazione, inquadramento unico sostitutivo, salario e riduzione d'orario).

Vi sono stati, in questi anni, lunghi momenti di paralisi, dovuti a polemiche interne e all'attacco padronale, che hanno pesato negativamente e reso discontinua la pressione dei lavoratori nei confronti del Governo e del padronato, seppure lo sciopero e le grandiose manifestazioni dei chimici, dei tessili, dei pensionati e dei metalmeccanici del 26/3/82 e lo sciopero generale del 2 aprile indicano una ripresa di mobilitazione e di partecipazione.

Fondamentali per il movimento sindacale sono la lédta per ottenere l'inizio di una nuova politica economica fondata sull'uso delle risorse, la piena occupazione e lo sviluppo dell'economia.

Il lavoro, specie ai giovani, e gli investimenti pubblici e privati sono, al pari del risanamento del Paese e del suo apparato produttivo e statale, i punti centrali su cui si regge l'inversione delle attuali tendenze della crisi e su cui poggia l'azione di cambiamento della società.

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SCALA MOBILE 12 ( punti di contingenza) 4 5 ( 0.377 \0.674 20.880 -FORZE
77 78 79 80 81 giovani - FORZE DI LAVORO: occupati N 77 20.159 78 N 79 80 81 14 9 8 8 Z17 6 10 9 / F Mg A N 77 FM A N 78 F Mg A N 79 F Mg A N 80 F Mg A N 81 6
DI LAVORO: disoccupati -
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Analisi dell'attività del C.d.F. dal 1979 al 1982

L'entrata nel raggruppamento Ansaldo (31/12/1979) ha comportato per il Consiglio di fabbrica appena eletto (novembre '79) nuovi e più complessi problemi nel rapporto con la controparte.

Mentre prima si potevano costruire le vertenze aziendali e i confronti con l'azienda tenendo prevalentemente in considerazione la nostra realtà interna, da ora invece bisogna coordinare le varie realtà aziendali del gruppo (20.000 lavoratori) all'interno del coordinamento Ansaldo. Questa opera di coordinamento e di sintesi è tanto più difficile se si pensa che all'interno dell'Ansaldo vi sono aziende dislocate in varie parti d'Italia, con differenti storie sindacali, con oggettive differenziazioni relative al tipo di produzioni. Si pensi, ad esempio, come caso limite alle differenze esistenti fra una fabbrica manufatturiera, come la nostra, e una impiantistica, come la Nira e la Amn, prevalentemente composte da tecnici (diplomati e laureati). Ma esistono anche differenze normative, salariali, tra le fabbriche manufatturiere e le aziende impiantistiche.

Per questo al Cdf si sono posti nuovi problemi. Il collegamento fra le proposte del nostro Cdf e gli altri del raggruppamento, la necessità di una visione dei problemi non più a-

ziendali, come avere una funzione dirigente e unificante del coordinamento senza modificare l'iniziativa dei Consigli di fabbrica: queste sono le questioni che si sono dovute affrontare.

Si è ritenuto necessario come coordinamento del raggruppamento costruire una vertenza unica per tutti i 20.000 dipendenti che avesse nei contenuti notevoli elementi di unificazione. Gli obiettivi posti all'interno della vertenza Ansaldo quali l'armonizzazione dei trattamenti economici e normativi tra le aziende manufatturiere, l'armonizzazione dei trattamenti economici e normativi tra le aziende impiantistiche e le tappe di armonizzazione tra impiantisti e manifatturieri andavano in questo senso.

Non va altresì dimenticato che questi obiettivi poi realizzati nell'accordo del luglio '80 furono conseguiti grazie a un protagonismo di massa che coinvolse tutti i lavoratori, indipendentemente dalle singole realtà geografiche.

Oltre ai risultati sopra citati con la vertenza, furono ottenuti:

- la mensilizzazione per gli operai (settembre 1981);

- una nuova normativa (uguale a quella per le società impiantistiche) per gli scatti degli impiegati e C.S. (agosto 1981);

l'acquisizione dell'inquadramento sostitutivo Ansaldo (gennaio 1982);

l'introduzione del 6 ° livello per gli operai e il riconoscimento dell'8 ° livello per gli impiegati, sulla base dei profili professionali (gennaio 1982);

l'estensione a tutto il raggruppamento della riduzione dell'orario di lavoro ottenuto nel Ccnl del 1979 (aprile 1982);

impegni precisi per un cambiamento reale e prime sperimentazioni di organizzazione del lavoro; il conseguimento di un impegno per un riequilibrio industriale a favore delle aziende del Sud.

L'applicazione e la gestione di questi accordi ci ha visti molto impegnati, lo dimostra il fatto che in merito all'inquadramento unico sostitutivo (profili, tempi di verifica) sono diventati operanti solo nel luglio dell'81; sempre in materia di Ius si sono costituiti profili al 4 ° livello per alcune figure professionali che erano bloccate al 3° (gruisti, imbragatori, magazzinieri, dispensieri, carrellisti) inoltre si è concordato con l'azienda il superamento della categoria "B".

La mensilizzazione per gli operai si è realizzata dopo una serie di difficoltà applicative avute con l'azienda. L'applicazione della riduzione

Organici e inquadramento unico: raffronto 1979-1982 (1 marzo)

Livelli Anno Totale 1 2 3 4 5 5S/6 6/7 7/8 1979 Operai 1.201 107 301 419 374 organico 8,9 25,1 34,9 31,1 percentuali Intermedi 114 7 107 organico 6,1 93,9 percentuali Impiegati 807 1 38 129 253 133 139 114 organico 0,2 4,7 16,0 31,3 16,5 17,2 14,1 percentuali 1982 Operai 1.126 54 208 367 497 organico 4,8 18,5 32,6 44,1 percentuali Intermedi 24 24 organico 100 percentuali Impiegati 865 1 6 118 249 176_ 177 138 organico 0,2 0,7 13,6 28,8 20,3 20,5 15,9 percentuali 3

d'orario è stato l'argomento che più ci ha visti impegnati con la direzione Ansaldo e solo nel marzo '82, dopo notevoli vicissitudini, si è giunti a un positivo accordo applicativo.

La vertenza aziendale, condotta insieme pur tra difficoltà e incomprensioni ha portato degli arricchimenti che noi abbiamo tratto dalle esperienze degli altri Cdf.

Noi riconfermiamo la necessità di un coordinamento sindacale che sia in grado di essere l'organo dirigente di tutte le realtà del raggruppamento. Ad esso spetta il compito di stabilire gli obiettivi di fondo dell'iniziativa sindacale: dalla politica industriale a quella rivendicativa. Tutto ciò deve accompagnarsi ad un'ampia autonomia da dare ai Cdf, questi devono essere i veri protagonisti dell'azione sindacale all'interno di ogni azienda.

Per far fronte a queste necessità, è opportuno un adeguamento delle strutture organizzative del coordinamento. Deve, infatti, essere costituito un esecutivo (o segreteria) del coordinamento che ha il compito di coordinare le attività e di avere, su problemi specifici e su mandato del coordinamento, incontri con la direzione.

L'organo esecutivo deve essere rappresentativo di tutte le realtà aziendali e regionali del raggruppamento, al fine di garantire una effettiva unità.

STATUTO DEI CONSIGLI DI FABBRICA

Il Comitato direttivo Flm della zona di Sesto San Giovanni, decide di convocare il 5° Convegno di zona ed in tale occasione procedere alla rielezione dello stesso Comitato direttivo di zona.

Esso costituirà il momento conclusivo del rinnovo di tutte le strutture della Flm (Consigli di fabbrica, quattro Consigli di Lega - Cologno Monzese, Gorla, Villa San Giovanni, Sesto San Giovanni).

La rielezione delle strutture avviene sulla base degli orientamenti e scelte del 2° Convegno nazionale di organizzazione Flm di Rimini del '78, della 4° Conferenza provinciale dei delegati del 4-5 marzo 1977, del documento della Federazione Cgil-Cisl-Uil di Milano.

Sulla base delle decisioni assunte e degli sviluppi del processo unitario, si propone il seguente regolamento.

Consiglio di fabbrica e delegati

POTERI E COMPITI

Il Consiglio di fabbrica,struttura di base del sindacato nel luogo di lavoro, realizza la politica globale della Flm e della Federazione Cgil-CislUil e ha poteri di iniziativa e di contrattazione dentro e fuori la fabbrica.

Imposta l'azione rivendicativa e la

gestisce, dirige la politica sindacale nella fabbrica.

Ricerca la sintesi unificante dei problemi che riguardano tutti i lavoratori, risponde a quelli specifici di reparto o ufficio, li affronta decidendo e coordinando le azioni di mobilitazione dei lavoratori.

Promuove le iniziative necessarie per la sensibilizzazione e la crescita politica dei lavoratori e contribuisce efficacemente per la concreta partecipazione degli stessi alle scelte politiche ed alle decisioni dell'azione del sindacato sui problemi generali.

Il Consiglio di fabbrica deve inoltre garantire l'attività del patronato, anche attraverso la nomina di appositi incaricati e promuovere altre iniziative di interesse collettivo (ad esempio: Cral, tempo libero, etc.).

Il delegato, espressione diretta e democratica del gruppo omogeneo, ha il compito di dirigere la politica sindacale nel gruppo omogeneo che lo ha eletto, tutelandone gli interessi nell'ambito della linea unificante decisa dal consiglio, concorrendo nel contempo a determinare e a realizzare la politica sindacale di tutta l'azienda, della zona, della categoria, della Federazione.

I delegati hanno il dovere di convocare con sistematica periodicità l'assemblea del gruppo omogeneo dei lavoratori che li hanno eletti.

L'assemblea è un momento democratico essenziale del rapporto sindacato-lavoratori e va utilizzata in modo da consentire al maggior numero di lavoratori di prendere la parola per discutere e partecipare effettivamente alle decisioni.

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Composizione Consiglio di fabbrica e definizione gruppi omogenei

Il Consiglio di fabbrica è composto unicamente dai delegati eletti dai vari gruppi omogenei dell'azienda.

L'unico criterio per individuare il gruppo omogeneo è quello del riferimento al processo produttivo e all'organizzazione del lavoro.

A questo livello va realizzata zione del delegato o dei delegati quale espressione dei lavoratori del gruppo omogeneo, indipendentemente dalla qualifica di appartenenza.

Spetta al Consiglio di fabbrica uscente, d'intesa con il sindacato, proporre sulla base delle esperienze maturate, la quantità e la composizione dei gruppi omogenei, ed i delegati da eleggere.

L'assemblea discute e decide sulle proposte del Consiglio di fabbrica uscente.

L'unico punto di riferimento quindi per la suddivisione dei gruppi omogenei deve essere l'organizzazione del lavoro, con l'esclusione di criteri che tendano ad introdurre meccanismi garantistici, in quanto la scelta della Flm è quella della rappresentatività unitaria di ogni delegato. Sulla base di queste considerazioni si deve realizzare la corrispondenza di I delegato per ogni gruppo omogeneo. Nei casi di cui, sulla base dell'organizzazione del lavoro esistente, i gruppi omogenei siano di dimensione tale da prevedere l'elezione di più delegati, si procederà all'elezione stessa nel rispetto del rapporto orientativo delegato - numero dei lavoratori che segue:

- per le aziende da 40 a 200 dipendenti: 1 delegato ogni 15-25 dipendenti;

- per le aziende da 201 a 500 dipendenti: I delegato ogni 20-40 dipendenti;

- per le aziende da 501 a 1000 dipendenti: I delegato ogni 30-50 dipendenti;

- per le aziende oltre i 1000 dipendenti: 1 delegato ogni 45-70 dipendenti.

Il Cdf nel definire il rapporto delegati-numero lavoratori (con unica deroga ed eccezione del gruppo omogeneo "servizi vari") deve tener presente che detto rapporto va poi applicato in tutti i gruppi omogenei in cui si suddivide l'azienda (ad esempio: se si è scelto il rapporto I a 50 si elegge I delegato tra 26 e 74 dipendenti, 2 delegati oltre 75 e fino a 124 dipendenti).

L'assemblea dei lavoratori discute

e decide sulle proposte del Cdf uscente.

Elezione del Consiglio di fabbrica

Le elezioni sono organizzate e curate dal Comitato elettorale designato dal Cdf uscente, comunque rappresentativo delle forze reali sindacali presenti in fabbrica.

Hanno diritto al voto e sono eleggibili tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti al sindacato, appartenenti al gruppo omogeneo.

Il lavoratore eletto ha il dovere, qualora non lo fosse, di iscriversi al sindacato.

L'elezione avviene su scheda bianca, sulla quale il lavoratore scriverà il nome o i nomi di sua preferenza.

Criteri elettorali

Il gruppo omogeneo procede, su scheda bianca, all'elezione del delegato.

Questo per essere eletto dovrà aver ottenuto almeno il 50%-f-1 dei voti validi.

Nel caso che nessuno raggiunga il 50%+1 dei voti si procederà al ballottaggio fra i due lavoratori che avranno ottenuto il maggior numero di voti.

Nei casi di gruppi omogenei in cui, per ragioni oggettive di carattere tecnico e produttivo, si devono eleggere più delegati, ogni lavoratore potrà esprimere sulla scheda bianca, un numero massimo di preferenze nella misura dei 2/5 dei delegati da eleggere (in caso di frazione si arrotonda sempre per difetto), fermo restando il principio di un "quorum" minimo di voti, così determinato:

100 +1

nr. delegati x 2

Nel caso che nessuno o qualcuno non ottenga il "quorum" previsto, si procederà ad un'ulteriore votazione di ballottaggio fra i primi non eletti in numero doppio a quello dei delegati da eleggere, fermo restando che il numero delle preferenze da esprimere è quello prefissato e risulteranno eletti

i lavoratori che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze.

Piccole aziende e artigianato Criteri di elezione

Nelle aziende artigiane e nelle piccole aziende sino a 15 dipendenti si procederà alla elezione del delegato di azienda.

Nelle piccole aziende superiori a 15 dipendenti si procederà all'elezione di delegati di gruppo omogeneo, comunque tenendo presente le garanzie previste dal Contratto.

Durata del mandato

La durata del mandato del Consiglio di fabbrica, viene indicata salvo casi eccezionali, in due anni, al termine del quale si procederà alla elezione di tutti i delegati.

Revoca del delegato

Il delegato di gruppo omogeneo può essere revocato in qualsiasi momento, dopo un dibattito nella assemblea del gruppo che lo ha eletto e con una votazione palese che sancisca la revoca con una maggioranza pari a 2/3 degli aventi diritto al voto, nei gruppi omogenei con più delegati, e il 50% 1 nei gruppi omogenei con un solo delegato.

La richiestà di assemblea per la revoca, avanzata al Consiglio di fabbrica, deve essere sottoscritta da una entità pari al quorum previsto per l'elezione.

Dimissioni del delegato

Qualora il delegato risolva il rapporto di lavoro, rassegni le dimissioni oppure, per sopravvenuti impedimenti a svolgere le sue funzioni, richiede di essere sostituito; o nel caso che il delegato per sua scelta cambi gruppo omogeneo, si dovrà procedere alla rielezione, entro 30 giorni: - con nuove elezioni nel caso che sia l'unico delegato del gruppo omogeneo.

Nel caso di un gruppo omogeneo che prevede più delegati: con l'inserimento del primo dei non eletti purchè abbia raggiunto il quorum necessario, anche in conseguenza di ballottaggi precedenti. Se nessuno ha raggiunto il quorum si procede a nuove elezioni attraverso il ballottaggio dei primi non eletti, con i criteri precedentemente illustrati; qualora le sostituzioni siano pari o superiori al 50% si procederà alla rielezione di tutti i delegati del gruppo.

Esempio Delegati Voti da eleggere di preferenza 2 3 4 5 2 6 2
Quorum minimo 26,0% 17,5% 13,5% 11,0% 9,0% -4 5

Comitato esecutivo

Nelle grandi e medie aziende, il Consiglio di fabbrica (dopo un dibattito politico su proposta unitaria for-, mulata da una apposita commissione elettorale rappresentativa del Cdf) eleggerà con voto palese, nel suo ambito, un Comitato esecutivo con compiti operativi e funzionali, che coordini le attività ed iniziative decise dal Consiglio di fabbrica.

Si riafferma il criterio della rotazione periodica, preceduta da una valutazione politica, ogni 6 mesi di 1/3 dei componenti l'esecutivo, in modo da realizzare una più ampia responsabilizzazione dei delegati.

Commissioni

Nelle grandi e medie fabbriche, i Consigli di fabbrica daranno vita a commissioni di lavoro su temi specifici, a cui possono essere chiamati a far parte lavoratori non delegati, ma disponibili a partecipare alla elaborazione ed alla vita stessa del sindacato nell'azienda.

Monte ore e distacchi

Il monte ore a disposizione del Consiglio di fabbrica deve essere gestito collegialmente ed utilizzato da tutti i delegati in relazione alle esigenze e decisioni del Consiglio di fabbrica e del sindacato in modo unitario.

Nelle grandi aziende ove, per il coordinamento dell'attività si ponga l'esigenza di una presenza permanente nella sede del Cdf essa deve essere garantita attraverso la presenza a rotazione dei membri dell'esecutivo, superando ogni forma di distacco permanente.

Strutture di zona

Il Comitato direttivo conferma le attuali strutture di zona della Flm, quali unici centri a cui spetta elaborare, definire e decidere le scelte politico-sindacali, i rapporti con le strutture di base, con le altre categorie e la Federazione Cgil-Cisl-Uil, la politica dei quadri, nell'ambito della linea politica decisa a livello comprensoriale-regionale-nazionale.

Strutture a livello di zona

- Consiglio generale; Comitato direttivo; Comitato esecutivo.

Consiglio generale

Massimo organo deliberante a livello di zona, costituito da tutti i delegati dei Consigli di fabbrica o delegati di aziende della zona.

Comitato direttivo

Organismo dirigente a livello di zona che viene eletto dal Consiglio generale in occasione del 5° Conve-

gno di zona.

Esso è formato da 104 membri (pari ad un componente ogni 225 iscritti, che attualmente sono 23.343 circa). Comitato esecutivo

Organismo operativo ed esecutivo a livello di zona e di coordinamento dei Consigli di fabbrica e di lega.

Viene eletto direttamente con voto palese dal Comitato direttivo di zona. Si propone di riconfermare l'attuale composizione numerica che è di 19 unità.

L'esecutivo nella sua composizione dovrà avere una maggioranza di delegati di fabbrica.

Criteri per la elezione del Direttivo

Viene eletta da parte del Direttivo di zona una Commissione elettorale formata da 13 membri.

Tale commissione elettorale viene proposta all'assemblea generale dei delegati di zona dal Direttivo uscente e deve essere approvata dallo stesso con una maggioranza qualificata di 4/5. Essa deve garantire la corretta e completa applicazione delle norme e-

Elenco n. 1

lettorali stabilite.

Alla Commissione elettorale vengono avanzate:

- nr. 73 proposte di candidatura (pari al 70% dei delegati da eleggere) dai Cdf e Lega di cui:

nr. 22 proposte di candidatura dai Consigli di Lega (elenco n. 1); nr. 51 proposte di candidatura dai Consigli di fabbrica delle grandi aziende (elenco n. 2).

Le candidature da parte dei Consigli di fabbrica e Lega — nel numero indicato — devono avvenire dopo una discussione ed approvazione nella riunione plenaria dei Consigli di fabbrica e di Lega, con voto palese.

La Commissione elettorale elabora la proposta complessiva (104 candidature) sulla base delle proposte avanzate dai Consigli di fabbrica e Lega e completata per il rimanente 30% = 31 candidature tenendo conto della capacità e con criteri politici, comprendendo i funzionari di zona a tempo pieno.

La lista così composta viene sottoposta al dibattito e all'approvazione a maggioranza dei 4/5 del Consiglio generale.

Elenco n. 2

Leghe Numero fabbriche Numero dipendenti Numero iscritti Numero candidati Sesto S. Giovanni 45 2.372 1.562 5 Villa S. Giovanni 48 3.858 2.234 7 Gorla 35 2.762 1.620 5 Cologno 54 2.801 1.487 5
Fabbriche Dipendenti Iscritti Numero candidati Breda Siderurgica 2.904 2.086 6 Breda Fucine 1.124 1.020 3 Breda Termo 2.090 1.315 4 Italtrafo 617 521 2 E. Marelli 3.636 3.159 10 Falck Unione 2.738 2.544 8 Falck Concordia 1.347 1.178 4 Falck Vittoria 671 601 2 Magneti "A" 1.000 507 2 Magneti "N" 3.449 2.256 7 Elettrocond. 770 594 2 Siemens E. 660 421 1
6
Area N. seggio Gruppo omogeneo N. lavor. N. del. 1 Magazzeni 1 MAG. 082, TRI 107, GRU 109, PRE 131, OFL 183, SGS 046, QUOM 077, COL 185 110 2 2 Meccanica 2 AMP 120, MAV 123, PER 074, QOM 077, MAG 082, GRU 109, 134 (SAU) 89 2 3 MAN 108, AUS 100, VER 113 108 2 4 ATT 125, DIS 106, LAB 176 39 1 3 Convenz. Sud. 5 TUB 135, SAU 134, QOM 077, GRU 109, PER 074 93 2 6 SAG 138, FAG 137, QOM 077, GRU 109, MAN 108 126 3 7 FAC 142, SAC 141, QOM 077, GRU 109, VER 113, ASP 140, MAC 143, TRI 107 131 3 4 Settore nord (convenz.) 8 PRE 131, TRC 136, APC 130, QOM 077 52 1 9 MEM 124, GRU 109, QOM 077, VER 113, MAG. 082 60 1 10 CAC 133, TUB 135, SAU 134, GRU 109, PER 074, QOM 077, DIS 106, TRC 136, ATT 125, MAN 108 81 2 5 Nucleare 11 12 13 14 APP 160, MUA 161, TTN 162, NUW 163, CLA 164, TOR 165, FOR 166, ALE 167, MOP 168, PER 074, QOM 077, DIS 106, GRU 109, FAC 142, TEC 184 285 6 6 Servizi vari 15 DIG 000, SET 008, SSA 076, CGR 11, SVA 017, PER 074, DEP 060, MAN 108 64 2 7 Palazzina nucl. 16 SED 073, PER 074, QOM 077, DQP 170, 171 PMP, AIS 172, SPE 174, LAB 176, TES 177, LAP 178, GAQ 180, OFL 183, TEC 186 83 2 8 Uffici sett. Sud. 17 DIG 000, IOR 003, DCB 010, CST 011, SAM 012, TLX 018, DCM020, COT021, SAL 022, CCS 023, DEP 060, UOM 070, SFA 071, PER 074, APV 080, ACQ 081, UAT 158 191 4 18 DSC 025, APC 033, DPA 045, SGS 046, PER 074, UOC 150, GOM 153, UAT 158 206 4 9 Uffici sett. nord. 19 SSI 055, PER 074, CGR 011, STI 037, RSN 038, ACN 035 STA 036 106 2 10 (distaccati Italtrafo) 20 TOD 004, SII 075, PER 074 25 1 11 Montaggio esterno avv. caldaie 21 CAM 154, SAV 155, RIC 156, USM 157 166 3

Sigle, numeri e denominazioni dei reparti e uffici

Direzione di divisione

Gestione varie

Ufficio ispettori Nira

Area tecniche organizzative e direzionali

Ufficio infrastruttura organizzativa Centro stampa

Economato ed archivi generali Ufficio telex, viaggi, poste

Servizio sistemi informativi ed elaborazione dati

Direzione commerciale

Ufficio commerciale caldaie

Ufficio comm. componenti nucleari

Ufficio comm. componenti speciali

Direzione programmazione e gestione commesse

Servizio gestione spedizioni

Direzione studi caldaie

Direzione qualità prodotto

Ufficio proprietà materiali e procedimenti

Scuola addestramento e istruzione saldatura

Ufficio specifiche

Laboratori analisi, esami, prove e misure

Ufficio tecniche di saldatura

Laboratorio procedimenti

Servizio amministrazione garanzia della qualità

Officina laboratori

Bunker alta energia

Ufficio collaudi

Ufficio tecniche di controllo

Direzione controllo economico e bilanci

manutenzione, impianti ed ausiliari

Ufficio impianti e manutenzione generale

interni

manutenzione

meccanica e montaggi

vario

interni

ed affilatori

media caldareria

Preparazione materiali

Calderai e carpentieri

Saldatori MC

Tubisti

Tracciatori MC

Area componenti speciali

Saldatori CS

Fabbri CS

Macchinario CS

Area caldareria pesante

Fabbri CP

Trattamenti termici e sabbiatura

Saldatori CP

Calandra

Tornio

Foratrici

Alesatrici

Macchine operatrici

Fabbri GV

Saldatori GV

Direzione unità operativa montaggi esterni ed assistenza clienti

Ufficio "service Genova"

Ufficio preventivazione e consuntivazione

Ufficio gestione operativa montaggi

Uffici cantieri montaggio

Servizio avviamenti

Ufficio ricambi

Ufficio "service Milano"

Ufficio assistenza tecnica

Direzione progettazione caldaie e componenti nucleari

Area progettazione caldaie

Area componenti nucleari e petrolchimici

Servizio analisi strutturale

Servizio termoidraulica

Codice Codice N. Sigla Denominazione N. Sigla Denominazione 000 001 002 004 003 011 017 018 055 020 021 022 023 045 046 025 170 171 172 174 176 177 178 180 183 184 185 186 010 012 060 080 081 082 005 075 038 070 071 073 074 076 008 077 DIG GEV UIN TOD IOR CST ECO TLX SSI DCM COT SAL CCS DPA SGS DSC DQP PMP AIS SPE LAB TES LAP GAQ OFL BAE COL TEC DCB SAM DPL APV ACQ MAG DCO AII RSN UOM SFA SED PER SSA SET QOM
Servizi ed uffici amministrativi Direzione problemi del lavoro Area approvvigionamenti Ufficio acquisti Magazzini generali Direzione coordinamento livello operativo
Servizio
S. nucleare Direzione unità operativa Milano Servizio fabbricazione Ufficio tecnico d'officina Servizio del personale Servizi sanitari Servizio centralino telefonico Servizio qualità unità operativa Milano 100 104 105 106 107 108 109 113 120 123 124 125 130 131 133 134 135 136 140 141 142 143 160 161 162 163 164 165 166 167 168 137 138 150 151 152 153 154 155 156 157 158 030 033 035 036 037 SMI UIM RIS DIS TRI MAN GRU VER SPM MAV MEM ATT SPC PRE CAC SAU TUB TRC SPS SAC FAC MAC SPP NUA TTN NUW CLA TOR FOR ALE MOP FAG SAG UOC USG PCL GOM CAM SAV RIC USM UAT DCN APC ACN STA STI
Area ingegneria industriale
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