Periodico d'informazione delle maestranze della Sabiem Parenti - Bologna

ORTRAT, IMPIEGATI, VICI Il
nostro giornale, che nelle situazioni più diverse, nella vita e nei problemi di fabbrica vi è stato vicino, riprende dopo la forzata pausa - le pubblicazioni. Siamo certi che questa notizia, già trapelata fra alcuni lavoratori, trovo= rà eco di profondo consenso.
Molti di essi ci chiedevano perché di in una situazione tanto dura e difficile, fosse ve= noto a mancare il nostro giornale. Sono tante le difficoltà da superare per la sua pubblicazione; tecniche,oganizzati= ve, finanziarie, senza contare poi gli ostacoli, le intimi= dazioni frapposteci da chi ha interesse a toglierci questo utile e indispensabile mezzo di informazione. La Voce Aziendale " ci è necessario: il nostro già magro bilancio famigliare è minacciato dalla nostra Ldrezione COn la prospettata riduzione del premio di Produzi one, dal Governo con la malaugurata legge sui fitti e dalla Ccmlin= dustria con il rifiuto di discutere il rinnovo del Contrat= to di Lavoro. Il nostro posto di lavoro è sicuro, come può essere sicuro chi abita in una casa dalle fondamenta corro.. se. I continui licenziamenti sono l'indice della grave crisi che investe tutta l'industria minacciandola seria te.
La nostra fabbrica è insita in questa industria. Le nostre libertà democratiche, i nostri diritti, la nostra dignità di lavoratori sono sempre più colpite dalla nostra Direzione, che con le multe e le sospensioni si è posta sul terreno dei grossi monopoli e di quelle forze che cercano, attraverso campagne calunniose contro gli uomini e le crea.
terre verso antifasciste di imprimere al nostro Paese una spinta verso la soppressione dello Stato Democratico e Costituzionale.
Tutto questo richiede una giusta, unita ed energica presa di posizione di noi tutti, perchè tutti siamo interessati a che il pericolo sia scongiurato. E' con il suo modesto contributo che "La Voce Aziendale" può e deve assolvere a questo collettivo interesse.
tà ed aderenza ai problemi nostri e nostra fabbrica. Aggimmer
Nel porgere il nostro saluto alle maestranze, ci propo= niamo di rendere al nostro giornale dell a aggore contibui.i.
Siamo ancora una volta alle prese con il premio ai produ= zione, minacciato nella sostanza dalla nostra Direzioneh Le vicende che hanno caratterizzato questo ennesimo attac co sono molto note; si è co= minciato con l'onere derivan= te dalla legge sulle festivi= tà, si è ripiegato, (ed è su questo terreno che oggi si età affrontando le discussioni) sulle questioni tecniche della produzione che secondo le tesi della Direzione sono tali da rappresentare una a= normalità per il lineare funzionamento del premio. Non è nostra intenzione af= frontare l'esame obbiettivo di queste tesi, ma ribadire alcuni concetti che oggi biso gna tenere presente, in quan= to non mancheranno i tentati= vi più diversi per confondere la realtà delle cose, Anzi proprio uno di questi tentati vi già in atto che impone una chiarificazione: cioè la ridu zione preventiva della percen tirale del premio salvo congua glio, decisa in modo unilaterale dalla Direzione. Eviden temente questa riduzione rien tra nella campagna di disorientamento dei lavoratori in dispensabile alla Direzione per raggiungere i propri scopi. Infatti questa riduzione
permette a coloro che sosteneva no la tesi della transazione di gettare fango sulla C.I. Che questa tesi ha respinto ad, ha seguito quella che era la volo tà della maggioranza dei lavori tori. E la volontà della stragrande maggioranza dei lavorata ri era, ed è tutt'ora di difendere il premio in quanto si dia fende il salario attualmente re so ancora più insufficiente dal le recenti leggi sui fitti ecc. Contro questi tentativi confusionari è bene dire una parola chiara. Il premio di produzione non è un regalo della. Direzione ma un diritto aquisito la cui sostanza dipende dalla misu ra in cui le maestranze hanno e laborato e prodotto. La transazione proposta dalla Direzione tendeva oltre a tutto a minare questo principio poi= chè stabilisce una riduzione senza discutere. La posizione decisa dei lavoratori salva qaa sto principio ed impedisce che si crei un precedente in cui o= gni miglioramento economico derivante da leggi o da accordi sindacali venga assorbito nel premio di produzione. Inoltre la posizione migliore in quanto permette a tutte le maestranzey operai, impiegati e tecnici, di inserirsi nella attività che dg ve condurre la C.I. con il loro contributo di esperienze produt
tive, con il loro interessa= mento attivo, con la loro mc bilitazione costante, per fa re retrocedere la Direzione a salvare il premio di produ zione nella forma e nella so stanza attuale, poichè l'au= mentato costo della vita non pone all'ordine del giorno la diminuzione delle retribu zioni bensì. il loro sostanziale aumento.
RiottiLEGGETE DIFFONDETE

E CONTRIBUITE SEMPRE PIU' AL FINANZIAMENTO DE
"LA VOCE AZIENDALE" !
Scaduto il mandato, la Commissione Interna ha rassegna to le proprie dimissioni e le maestranze della SABIEM ai sono recate alle urne per eleggere i propri rappresentanti .
L'operaio Montanari Armide della Sez. off. rep. elettro meccanica, venerdì 12 novembre u.s. rimaneva vittima di un doloroso infortunio sul lavoro. I lavoratori del rep. elettromeccanica ed il loro Capo reparto hanno e= spresso tutta la loro simpatia e la loro solidarietà al loro compagno di lavoro, sottoscrivendo per l'acquisto di un piccolo apparecchio radio che gli è stato offerto Al nobile e generoso gesto si è unito anche il nostro giornale con la modesta somma di lire 500. La redazione de "La Voce" rendendosi interprete del sen timento delle maestranze, porge l'augurio più affettuoso a Montanari, affinchè al più presto egli possa rito". nare al suo posto di lavoro al nostro fianco.
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Confermati i risultati la nuova Commissione Interna ha ufficialmente iniziato la sua fatica. Nella prima riunione i membri hanno elet to segretario della Commisi. sione Interna l'operaio Vero nesi Enrico della Sez. off. La redazione de "La Voce" rendendosi interprete delle maestranze, nel porgere il benvenuto alla nuova Commissione Interna e il proprio grato saluto a quella uscen= te, augura ai nuovi membri un proficuo lavoro.
"LA VOCE AZIENDALE" pag. n° 2
Siamo giunti al colmo del= l'impudenza e della provoca= zione. Sui muri della fab ?erica che nelle forze antifa sviste ha trovato gli unici migliori difensori sono stati affissi i famigerati manifesti dell'OVRA.
E se sulla paternità di que= sti manifesti ci fosse stato qualche dubbio é stato suffi ciente ascoltare le frasi ol traggiose, per ogni sincero democratico, pronunciate da chi si se prestato anima e corpo a quella bassa opera di provocazione.
Ma non è il caso di perdere molte parole verso costui, che si vanta del suo passato di brigatista nero e al qua= le, diciamo soltanto che en= arando in fabbrica volga lo sguardo sulle lapide che e= ternizza il nome di operai che se fossero oggi al no= stro fianco assieme a tutti gli antifascisti, avrebbero il diritto di vantarsi del loro passato.
Ocp;i però non possiamo limi= tare il nostro sguardo in un ambito tanto ristretto.
Quel manifesto non è fine a se stesso ma è l'espressione della piú vergognosa campagna scatenata contro il movi. mento operaio italiano, per togliere ad esso quegli strn menti che lo rendono troppo forte, troppo combattivo, troppo difensore dello Stato democratico e della Costitu= zione Repubblicana.
Si cominciò con "l'oro di Dongo" "il Triangolo della Morte" arrestando e sevízian do le forze partigiane get= tando calunnie e fango sugli uomini che hanno scritto le più belle pagine del 2° Ri= sorgimento italiano, usando gli stessi sistemi e gli stessi argomenti della fami= gerata Repubblica di Salò. Si sopprime le libertà di propaganda alle forze demo= cratiche antifasciste auto= rizzando di proposito le pro vocazioni della destra fasci sta e violando la Costituzio ne Repubblicana che il popo= lo italiano si ò dato col
proprio sacrificio di sangue; Nel Paese troppe cose stanno ai margini dAla Costituzione. Il lavoro ò un diritto costitu= zionale ma i disoccupati aumentano. Le libertà democrati= che sono diritti costituzionali ma ogni giorno vengono soppresse fuori e dentro alle fabbri= che. Le limitazioni al monopo lio sono sancite dalla Costitu= zione ma ogni giorno esso aumen ta le sue sfere d'influenza get tendo nella crisi pià grave la nostra economia.
La libertà di sciopero è un di= ritto costituzionale ma ogni Giorno assistiamo (anche alla SABIEM) a continue limitazioni. Ebbene contro tutte queste vio= lazioni (l'elenco potrebbe esse, re molto più lungo e dettaglia= to) il movimento operaio con le proprie organizzazioni lotta
continuamente e si rafforza. Da quì nasce l'imperativo ler i ceti previlegiati di distruggere questo movimento che ostacola i propri irte== ressi egoistici.
Colpire la. parte pià ta ò il compito dell'ora ma noi lavoratori siamo troppo coscienti e vigili per esse= re ingannati.
Comprendiamo molto bene dove si vuole arrivare ed è per questo che abúiamo reagito e condanreie con alto spirito nazione a democratice la provocezione fascista nella nostra fabbrica, volendo di= mostrare in tal modo la non stra condanna verso la provo catione fascista nel Paese.

Ad ogni lavoratore o impie:, a to a cuí stà a cuore l'avveni re della nostra industria,del l'avvenire proprio e quello della propria faMiglia, non può che constatare con sdegno quello che stà avvenendo nella nostra industria, sia per quel che riguarda. la nostra provincia sia in campo nazionale. Nella nostra provin cia dall'inizio del 1954 sono già avvenuti 1750 licenziamen ti senza contare i 960 della Ducati, 230 della Calzoni, i 65 della stessa SABIEM e si potrebbe continuare di questo passo citando altre decine di fabbriche.
Sono migliaia di onesti lavo= ratori e di capi famiglia che non percepiscono nessun sa= lario e che si vanno ad aggiungere alla già folta schie ra di disoccupati, quindi in migliaia di famiglie miseria, fame, malattia.
Questo significa minor assor= bimento di prodotti sul merca to, quindi crisi di sottocon= suino. Inoltre si condanna. 110 complessi industriali allo smaltellarnento mandando in ro vina ciò che l'opera dei lavo ratori aveva creato.
Chi sono i responsabili di quello che stà avvenendo nel nostro Paese e nella nostra industria ?
Credo che questo ormai non sia più mistero per nessuno: chi lascia mano libera ai monopoli di determinare e di fa re il bello e il brutto tempo s mercato ?