XXX ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

Celebrare la ricorrenza del trentennale della Liberazione in una città come Sesto S.Giovanni, significa soprattutto fare la storia del movimento operaio, della sua lotta, della organizzazione della resisten za degli operai nelle sue grandi fabbriche durata per l'intero perio do di tirannia fascista culminata con l'iniqua guerrra a fianco dei nazisti tedeschi .
Ma è con gli scioperi del Marzo 1943 che ha inizio la svolta decisiva nella lotta contro il fascismo .
Fino a quel momento il compi to di tenere accesa la fiaccola del la libertà e dell'antifascismo era rimasto attributo esclusivo di esigui gruppi di avanguardia, che opera vano in mezzo agli operai nelle fab briche a rischio della libertà e spesso della propria vita .
Ricordiamo fra i principali organizzatori Giulio Casiraghi e Umberto Fogagnolo ( che dovevano poi immolarsi nell'eccidio di P.le Lore to ) e ancora Aurelio Brasca, Bruto Mauri, Lattuata, Sangiorgio , ed altri ancora che sarebbe troppo lungo elencare .
Dobbiamo all'incessante e pericoloso lavoro condotto nella clandestinità di questi compagni che da tempo preparavano con la parola, con i contatti personali, con scarsi volantini la piena riuscita di questi scioperi, attraverso i quali la lot* ta acquista ampiezza, diventa un fatto di massa, esce dalla clandesti nità assoluta in cui fino ad allora aveva dovuto operare, per investire l'intera classe operaia .
Il fatto importante che dobbiamo registrare sta proprio in questo atto di coraggio degli operai che , oppressi da estenuanti ritmi di lavoro, da orari sempre più prolungati , da un'alimentazione del tutto insufficiente, dalla minaccia sempre imminente di essere inviati
al tribunale militare di Bologna e ai campi di lavoro in Germania, si ribellano apertamente alla fiRannia dei padroni e dei loro tirapiedi fascisti, rivendicando più alti salari e la somministrazione di mai giori quantità di cibo .
La riuscita degli scioperi,i risultati acquisiti, lo scompiglio e lo sgomento che avevano determinato nell'organizzazione fascista,davano agli operai la misura della lo ro forza, la convinzione che il fascismo poteva essere combattuto e vinto, con le armi e con il sabotati gio .
DIVENTAVA PERO' ANCHE EVIDEN TE CHE CONDIZIONE ESSENZIALE PER LA VITTORIA ERA L'UNITA' DI TUTTE LE FORZE , A QUALSIASI IDROLOGIA ESSE SI ISPIRASSERO, PURCHE' DISPOSTE A COMBATTERE IL FASCISMO .
In altre parole con gli scioperi del Marzo 1943 inizia il processo di politicizzazione, in senso antífascista e democratica degli operai, non solo, ma per tutti comincia a diventare chiara la natura del fascismo quale strumento di cui i padroni capitalisti si erano serviti per la difesa dei loro privilegi, per potere sempre più e meglio sfrut tare gli operai con salari di fame e orari e ritmi di lavoro inumani .

Attraverso questa strada che gli operai faticosamente devono percorrere in un quadro politico sempre più deteriorato dal disatroso andamento della guerra, dalla fa me e dalla miseria sempre più incal zanti, si giunge al 25 Luglio e alla caddta del fascismo .
E' allora tutto il popolo as sieme alla claae operaia, che parte cipa con esultanza alla distruzione del mito della forza fascista, allo abbattimento dei suoi simboli, a si gnificare la conquista della libertà contro l'oppressione .
Ma la guerra continua, dice Badoglio;
I tedeschi liberano Mussolini e lo riportano al potere per tentare di sonfiggere le conquiste del popolo e dei lavoratori che con gli sciope ri del Marzo hanno imparato a combat tere ed ora sono pronti e maturi per riprendere la lotta .
Gli sbandati dell'esercito e i renitenti alla leva vengono avviati sulle montagne dove si organizzano i primi reparti partigiani . Anche nelle fabbriche non si è più disposti a subire passivamente e questa volta i lavoratori capiscono che si deve , si combattere per cac ciare i fascisti e i tedeschi, ma non solo per questo .
I miglioramenti acquisiti con gli scioperi di Marzo e successiva mente , hanno reso chiaro che si pos sono modificare i rapporti di lavoro, rendere più umane le condizioni degli operai, limitare e condizionare lo strapotere dei padroni. Ecco perciò farsi strada nella coscienza dei lavoratori e del popolo tutto,. che la cacciata dei fascisti deve costituire solo un momento, anche se importante e prioritario, della bat* taglia più generale per la realizzazione di un nuovo tipo di società più giusta, più umana, dove lo sfrut tamento non debba più essere tollerato, dove gli uomini siano uguali fra loro, una società cioè ineui i lavoratori possano finalmente riconoscersi .
Per questa liberazione che g indubbiamente il contenuto più nobi le della Resistenza, oltre che sulle montagne, i lavoratori delle fabbriche, i giovani in particolare, si organizzano nelle formazioni dei G.A.P. e delle S.A.P. . Tutto ciò non avviene in modo facile e indolo re.

Il pericolo di essere scoperti e denunciati da parte dè elementi (pochi fortunatamente ) del ricosti tuito partito fascista della repub blichina di Salò , è sempre presen te .
Ancora una volta è preziosa l'orga nizzazione politica nelle fabbriche che aiutano i comandi partigiani indicando loro con sufficiente margine di sicurezza , gli operai che si possono avvicinare e reclutare nelle brigate partigiane . Pagando un duro prezza di sangue e di libertà , ma sostenuti dagli ideali propri della- Resistenza ed anche dalla solidarietà attiva dei compagni di lavoro e della popolazione, vengono inflitti duri colpi al fascista e al tedesco . Non c'erano armi, ba le armi furono strappate,$ al nemico per cui non c'era tregua nelle città e nelle campagne .
Durante questo lungo e tormentato periodo le formazioni militari, le brigate, si rafforzano nu mericamente migliorano l'efficienza e l'organizzazione della lor• lotta che non si limita più al solo territorio cittadino .
Citiamo per brevità solo alcune azioni in cui furono fra i protago nisti i partigiani della E.Marelli. Oltre ad innemerevoli azioni di disarmo del nemico per procacciarsi le armi e le munizioni necessarie, ricordiamo l'attacco alla caserma della GNR di Monza nel corso del qua le viene catturato e fucilato l'opí rario Luigi Villa, l'incursione all'ospedale di Niguarda per libera re alcuni compagni feriti e guardati a vista dal nemico, mentre forte mente indicativa dal punto di vista politico è un'azione del Dicembre 1944 cui partecipano partigiani del le nostre brigate, durante la quale vengono tenuti contemporaneamente comizi in quattro cinema di Milano; il Pace, l'Impero ( ad opera della 109° Brigata della E.Mar•lli ) Plinuis e lo Smeraldo .
Azioni partigiane sono anche da considerarsi i numerosi comizi che venivano tenuti all'improvviso nelle fabbriche, spesso nelle mense, anche ad opera di donne partigiane che diedero inoltre un notevole )0.
contributo con servizi di collegamento, staffetta e trasporto di armi .
Proprio in un comizio tenuto alla E.Marelli il 10 Aprile 1945 Pieri no Pelucchi, giot'Vanissimo partigiano viene individuato e inseguito dai fascisti e dopo un impari combat timento viene ferito e poi trucidato con bombe a mano . Il suo martirio è ricordato da una lapide che i partigiani e i lavoratori posero sul fronte della fabbrica in via 24°Mag gio .
Lo sciopero generale del MArzo 1944 che durò ben 8 giorni, parti da Sesto S.Giovanni e può essere considerato come la prova generale dello sciopero insurrezionale . La durata d l'asprezza di questa prova di forza del movimento operaio sestese, che resistette ad ogni sorta di intimidazioni e di rappresaglia; fa si che ogni scioperante possa essere considerato un combattente della Resistenza per il duro prezn pagato .

Complessivamente circa 900 cittadini e lavoratori delle fabbriche di Sesto S.Giovanni furono deportati nei campi di lavoro e di sterminio.
Molti quindi soffrirono e caddero, ma il 25 Aprile 1945 le bri gate partigiane, espressione diretta della loyta di tutto un popolo, sfilavano per le vie della città liberata .
Oggi sono passati trent'anni da quei tempi gloriosi ma ancora continua la Resistenza . Ancora gli operai, insieme agli impiegati, ai tecnici, ai contadini, sono costretti a scioperare , a lottare per quegli stessi ideali di libertà e di giustizia sociale .
le forze capitaliste , si sono riorganizzate e tentano ancora una volta la strategia della repres sione, della violenza ( che ancora si chiama fascismo ) contro gli operai, gli studenti e le loro orgq. nizzazioni .
Ma i padroni e le forze ad essi asserviti non potranno più ingannanti . Non saranno poche squadracce di teppisti che riusciran no ad intimorirci .
Esse sono certamente un elemento di provocazione, ma siamo coscienti che esse sono soprattuto un falso scopo, uno strumento con cui i nemici dei lavoratpri sperano di determinare qual clima di violenza e di intolleranza che possa giustificare la soppressione degli spazi di libertà così duramente conquistate e difese, per ripristinare il privilegio del capitale a danno dei lavoratori.
Ciò non potrà e non dovrà av venire . La forza e l'unità dei lavoratori hanno profondamente intaccato il potere padronale, ma la società diversa per cui hanno combat tuto e per cui sono morti i partigia ni non è ancora realizzata . Questo è il retaggio che essi ci hanno lasciato e che i lavoratori hanno raccolto e fatto proprio .
Di fronte all'attacco che i padroni stanno portanto ancora oggi, alle libertà e ai diritti dei lavoratori è più che mai necessario rinsaldare la nostra unità, per rafforzarci e costringere il padro nato a rinunciare alle sue velleità, non solo, ma per fare ulteriori pas si in avanti verso sempre più giuste condizioni di lavoro, verso la creazione di una società che rispetti la dignità di tutti i cittadini liberi e uguali .
La lunga strada che ha avuto inizio oltre trenta anni or sono e che si chiama "RESISTENZA " non è ancora terminata .
Alle nuove generazioni a cui in particolare ci rivolgiamo, chi compito di andare avanti e di porta re il loro determinante contributo alla edificazione della nuova società dei lavoratori.
Siamo certi che essi non deluderanno i morti e i vivi che hanno combattuti prima di loro .