Uniti si vince30

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XXX ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

A cura C. d. F. e del Comitato unitario antifascista - 25 aprile '75

Celebrare la ricorrenza del trentennale della Liberazione in una città come Sesto S.Giovanni, significa soprattutto fare la storia del movimento operaio, della sua lotta, della organizzazione della resisten za degli operai nelle sue grandi fabbriche durata per l'intero perio do di tirannia fascista culminata con l'iniqua guerrra a fianco dei nazisti tedeschi .

Ma è con gli scioperi del Marzo 1943 che ha inizio la svolta decisiva nella lotta contro il fascismo .

Fino a quel momento il compi to di tenere accesa la fiaccola del la libertà e dell'antifascismo era rimasto attributo esclusivo di esigui gruppi di avanguardia, che opera vano in mezzo agli operai nelle fab briche a rischio della libertà e spesso della propria vita .

Ricordiamo fra i principali organizzatori Giulio Casiraghi e Umberto Fogagnolo ( che dovevano poi immolarsi nell'eccidio di P.le Lore to ) e ancora Aurelio Brasca, Bruto Mauri, Lattuata, Sangiorgio , ed altri ancora che sarebbe troppo lungo elencare .

Dobbiamo all'incessante e pericoloso lavoro condotto nella clandestinità di questi compagni che da tempo preparavano con la parola, con i contatti personali, con scarsi volantini la piena riuscita di questi scioperi, attraverso i quali la lot* ta acquista ampiezza, diventa un fatto di massa, esce dalla clandesti nità assoluta in cui fino ad allora aveva dovuto operare, per investire l'intera classe operaia .

Il fatto importante che dobbiamo registrare sta proprio in questo atto di coraggio degli operai che , oppressi da estenuanti ritmi di lavoro, da orari sempre più prolungati , da un'alimentazione del tutto insufficiente, dalla minaccia sempre imminente di essere inviati

al tribunale militare di Bologna e ai campi di lavoro in Germania, si ribellano apertamente alla fiRannia dei padroni e dei loro tirapiedi fascisti, rivendicando più alti salari e la somministrazione di mai giori quantità di cibo .

La riuscita degli scioperi,i risultati acquisiti, lo scompiglio e lo sgomento che avevano determinato nell'organizzazione fascista,davano agli operai la misura della lo ro forza, la convinzione che il fascismo poteva essere combattuto e vinto, con le armi e con il sabotati gio .

DIVENTAVA PERO' ANCHE EVIDEN TE CHE CONDIZIONE ESSENZIALE PER LA VITTORIA ERA L'UNITA' DI TUTTE LE FORZE , A QUALSIASI IDROLOGIA ESSE SI ISPIRASSERO, PURCHE' DISPOSTE A COMBATTERE IL FASCISMO .

In altre parole con gli scioperi del Marzo 1943 inizia il processo di politicizzazione, in senso antífascista e democratica degli operai, non solo, ma per tutti comincia a diventare chiara la natura del fascismo quale strumento di cui i padroni capitalisti si erano serviti per la difesa dei loro privilegi, per potere sempre più e meglio sfrut tare gli operai con salari di fame e orari e ritmi di lavoro inumani .

Attraverso questa strada che gli operai faticosamente devono percorrere in un quadro politico sempre più deteriorato dal disatroso andamento della guerra, dalla fa me e dalla miseria sempre più incal zanti, si giunge al 25 Luglio e alla caddta del fascismo .

E' allora tutto il popolo as sieme alla claae operaia, che parte cipa con esultanza alla distruzione del mito della forza fascista, allo abbattimento dei suoi simboli, a si gnificare la conquista della libertà contro l'oppressione .

Ma la guerra continua, dice Badoglio;

I tedeschi liberano Mussolini e lo riportano al potere per tentare di sonfiggere le conquiste del popolo e dei lavoratori che con gli sciope ri del Marzo hanno imparato a combat tere ed ora sono pronti e maturi per riprendere la lotta .

Gli sbandati dell'esercito e i renitenti alla leva vengono avviati sulle montagne dove si organizzano i primi reparti partigiani . Anche nelle fabbriche non si è più disposti a subire passivamente e questa volta i lavoratori capiscono che si deve , si combattere per cac ciare i fascisti e i tedeschi, ma non solo per questo .

I miglioramenti acquisiti con gli scioperi di Marzo e successiva mente , hanno reso chiaro che si pos sono modificare i rapporti di lavoro, rendere più umane le condizioni degli operai, limitare e condizionare lo strapotere dei padroni. Ecco perciò farsi strada nella coscienza dei lavoratori e del popolo tutto,. che la cacciata dei fascisti deve costituire solo un momento, anche se importante e prioritario, della bat* taglia più generale per la realizzazione di un nuovo tipo di società più giusta, più umana, dove lo sfrut tamento non debba più essere tollerato, dove gli uomini siano uguali fra loro, una società cioè ineui i lavoratori possano finalmente riconoscersi .

Per questa liberazione che g indubbiamente il contenuto più nobi le della Resistenza, oltre che sulle montagne, i lavoratori delle fabbriche, i giovani in particolare, si organizzano nelle formazioni dei G.A.P. e delle S.A.P. . Tutto ciò non avviene in modo facile e indolo re.

Il pericolo di essere scoperti e denunciati da parte dè elementi (pochi fortunatamente ) del ricosti tuito partito fascista della repub blichina di Salò , è sempre presen te .

Ancora una volta è preziosa l'orga nizzazione politica nelle fabbriche che aiutano i comandi partigiani indicando loro con sufficiente margine di sicurezza , gli operai che si possono avvicinare e reclutare nelle brigate partigiane . Pagando un duro prezza di sangue e di libertà , ma sostenuti dagli ideali propri della- Resistenza ed anche dalla solidarietà attiva dei compagni di lavoro e della popolazione, vengono inflitti duri colpi al fascista e al tedesco . Non c'erano armi, ba le armi furono strappate,$ al nemico per cui non c'era tregua nelle città e nelle campagne .

Durante questo lungo e tormentato periodo le formazioni militari, le brigate, si rafforzano nu mericamente migliorano l'efficienza e l'organizzazione della lor• lotta che non si limita più al solo territorio cittadino .

Citiamo per brevità solo alcune azioni in cui furono fra i protago nisti i partigiani della E.Marelli. Oltre ad innemerevoli azioni di disarmo del nemico per procacciarsi le armi e le munizioni necessarie, ricordiamo l'attacco alla caserma della GNR di Monza nel corso del qua le viene catturato e fucilato l'opí rario Luigi Villa, l'incursione all'ospedale di Niguarda per libera re alcuni compagni feriti e guardati a vista dal nemico, mentre forte mente indicativa dal punto di vista politico è un'azione del Dicembre 1944 cui partecipano partigiani del le nostre brigate, durante la quale vengono tenuti contemporaneamente comizi in quattro cinema di Milano; il Pace, l'Impero ( ad opera della 109° Brigata della E.Mar•lli ) Plinuis e lo Smeraldo .

Azioni partigiane sono anche da considerarsi i numerosi comizi che venivano tenuti all'improvviso nelle fabbriche, spesso nelle mense, anche ad opera di donne partigiane che diedero inoltre un notevole )0.

contributo con servizi di collegamento, staffetta e trasporto di armi .

Proprio in un comizio tenuto alla E.Marelli il 10 Aprile 1945 Pieri no Pelucchi, giot'Vanissimo partigiano viene individuato e inseguito dai fascisti e dopo un impari combat timento viene ferito e poi trucidato con bombe a mano . Il suo martirio è ricordato da una lapide che i partigiani e i lavoratori posero sul fronte della fabbrica in via 24°Mag gio .

Lo sciopero generale del MArzo 1944 che durò ben 8 giorni, parti da Sesto S.Giovanni e può essere considerato come la prova generale dello sciopero insurrezionale . La durata d l'asprezza di questa prova di forza del movimento operaio sestese, che resistette ad ogni sorta di intimidazioni e di rappresaglia; fa si che ogni scioperante possa essere considerato un combattente della Resistenza per il duro prezn pagato .

Complessivamente circa 900 cittadini e lavoratori delle fabbriche di Sesto S.Giovanni furono deportati nei campi di lavoro e di sterminio.

Molti quindi soffrirono e caddero, ma il 25 Aprile 1945 le bri gate partigiane, espressione diretta della loyta di tutto un popolo, sfilavano per le vie della città liberata .

Oggi sono passati trent'anni da quei tempi gloriosi ma ancora continua la Resistenza . Ancora gli operai, insieme agli impiegati, ai tecnici, ai contadini, sono costretti a scioperare , a lottare per quegli stessi ideali di libertà e di giustizia sociale .

le forze capitaliste , si sono riorganizzate e tentano ancora una volta la strategia della repres sione, della violenza ( che ancora si chiama fascismo ) contro gli operai, gli studenti e le loro orgq. nizzazioni .

Ma i padroni e le forze ad essi asserviti non potranno più ingannanti . Non saranno poche squadracce di teppisti che riusciran no ad intimorirci .

Esse sono certamente un elemento di provocazione, ma siamo coscienti che esse sono soprattuto un falso scopo, uno strumento con cui i nemici dei lavoratpri sperano di determinare qual clima di violenza e di intolleranza che possa giustificare la soppressione degli spazi di libertà così duramente conquistate e difese, per ripristinare il privilegio del capitale a danno dei lavoratori.

Ciò non potrà e non dovrà av venire . La forza e l'unità dei lavoratori hanno profondamente intaccato il potere padronale, ma la società diversa per cui hanno combat tuto e per cui sono morti i partigia ni non è ancora realizzata . Questo è il retaggio che essi ci hanno lasciato e che i lavoratori hanno raccolto e fatto proprio .

Di fronte all'attacco che i padroni stanno portanto ancora oggi, alle libertà e ai diritti dei lavoratori è più che mai necessario rinsaldare la nostra unità, per rafforzarci e costringere il padro nato a rinunciare alle sue velleità, non solo, ma per fare ulteriori pas si in avanti verso sempre più giuste condizioni di lavoro, verso la creazione di una società che rispetti la dignità di tutti i cittadini liberi e uguali .

La lunga strada che ha avuto inizio oltre trenta anni or sono e che si chiama "RESISTENZA " non è ancora terminata .

Alle nuove generazioni a cui in particolare ci rivolgiamo, chi compito di andare avanti e di porta re il loro determinante contributo alla edificazione della nuova società dei lavoratori.

Siamo certi che essi non deluderanno i morti e i vivi che hanno combattuti prima di loro .

X DIVISIONE GARIBALDI

ERCOLE MARELLI - MAGNETI MARELLI - FALK)

Comandante: BASILIO PITEA (Oscar)

Commissario: BRUTO MAURI

Forza complessiva 800 partigiani e patrioti.

Comprende:

109" Brigata Garibaldi S.A.P. « Giulio Casiraghi » (Ercole Marelli)

Comandante: OSCAR PITEA, poi GIUSEPPE ROSSI

Commissario: BRUTO MAURI, poi WALTER PAGANINI

129' Brigata Garibaldi S.A.P. « Carlo Mandel » (Magneti Marelli)

Comandante: ALDO PASTRELLO (Venezia)

Commissario: DAGARO

184' Brigata Garibaldi S.A.P. « Luciano Migliorini » (Falck)

Comandante: ANTONIO CONSONNI (Zetta)

Vice Comandante: ANGELO BERTAGNA (Kappa)

Commissario: MARCO BORACCHI (Carlo)

Vice Commissario: CARLO COSCIA

DELLA LIBERTÀ'

E voi imparate che occorre vedere e non guar dare in aria; occorre agire e non parlare Questo mostro stava una volta, per governa re il mondo I

I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto : il grembo da cui nacque è ancora fecondo .

EROI E MARTIRI VIVONO NEL CUORE E NEL RICORDO DEI COMPAGNI DELLA E. MARELLI Giuseppe Molteni Frano o Mario Casiraghi Arrivato Riccardo Potbersig '.a ri s co Mariano Tiberio Calderini Ing. Umberto Giulio Casiraghi Felice Bonacina Fogagnolo

NEOFASCISMO: TRAME NERE E STRATEGIA DELLA TENSIONE

Dal 1969, la vita politica italiana è stata caratterizzata dalla strategia della tensione: l'attacco neofascista alle istituzioni democratiche.

"Dinamitardi in camicia nera e irreprensibili petrolieri, agenti segreti e fascisti in doppio petto, povera gente esasperata e nobili agrari sono stati i protago nisti di alcuni dei momenti più difficili e delicati che il nostro paese abbia vis auto nel dopoguerra. Non certo i soli protagonisti: perchè tali sono stati anche, ma nel campo opposto, i trecentomila lavoratori in piazza del Duomo a Milano dopo la strage del 12 dicembre, gli operai e i braccianti che sono sfilati per le vie di Reggio Calabria ("Nord e Sud uniti nella lotta"),tutte le forze democraticheche hanno isolato il MSI nel Parlamento e nel paese prima e dopo l'assassinio dell'agente Marino". (da Indagine su un movimento al centro di ogni complotto)

Z' nel 69 con l'elezione di G. Almirante alla segreteria del MSI che si vengono a creare le condizioni di pericolosità del movimento neofascista in Italia.

La soppravvivenza sino ad oggi del neofascismo, è da ricercarsi nell'uso strumentale ed antipopolare deí voti missini: dalle varie elezioni dei sindaci di Roma , al governo Tambroni, sino all'elezione a Presidente della Repubblica dell'onoravo le Leone.

Col 1969, dicevamo, il MSI riesce a stringere legami, sia con le forze più reazio narie del capitale, sia con ambienti internazionali, riuscendo altresì a convoglia re una base di massa nel mezzogiorno.

11 paese vede una forte avanzata del movimento operaio, una politica di unione sin dacale, e la reazione dei settori maggiormente minacciati dalle riforme.

Il MSI è lo strumento giusto al momento giusto.

I' in questo clima che prende il via la strategia della tensione. aprile - dicembre 1968, ordigni neofascisti scoppiano a Padova e a Roma.

Le elezioni politiche vedono l'avanzata delle sinistre.

2 dicembre 1968: Avola, due braccianti assassinati dalla polizia.

31 dicembre 1968- 1 gennaio 1969: i carabinieri aprono il fuoco contro i manife stanti davanti alla Bussola di Viareggio. Soriano Ceccanti resta paralizzato per tutta la vita.

29 febbraio 1969: Nixon in Italia; scontri all'università di Roma, muore lo stu dente Domenico Congedo.

Gennaio - marzo: ancora bombe a Padova.

9 aprile: Battipaglia. La polizia spara: due morti.

15 aprile: Padova. Attentato allo studio del rettore dell'Università.

25 aprile: Milano. Attentati alla Fiera ed alla stazione. Autore Freda. Incarce rati gli anarchici.

6 luglio: scissione del PSU voluta da Saragat.

8 - 9 agosto: 10 attentati ai treni, organizzati da Freda e Ventura.

27 ottobre: Pisa. Assassinato dalla polizia Cesare Tardini durante una provocazione fascista.

19 novembre: Milano. Durante lo sciopero generale della casa la polizia carica la folla dinnanzi al Lirico. In uno scontro tra gipponi muore il poliziotto AnnarUMMa.

7 dicembre: due giornali inglesi ppbblicano il testo del "rapporto segreto" colonnelli greci sui progetti di eversione fascista in Italia. dei 6

11 dicembre: Epoca esce con la copertina tricolore auspicando la Repubblica pre sidenziale.

12 dicembre: Milano. Strage di Piazza Fontana. 16 morti e 88 feriti. Una bomba inesplosa viene trovata alla Comit. A Roma due bombe: all'altare della patria,alla banca Nazionale del Lavoro.

16 dicembre: Milano. Pivelli muore " cadendo " dall'ufficio politico al quarto piano della Questura.

Questa sintetica cronologia serve a dimostrare, come dal 1969 la strategia della tensione abbia trasformate le città italiane, creando paura ed incertezza, permet tendo a determinati organi di stampa ed a determinate forze politiche di premere per un "governo forte".

Sono i "rossi" che mettono le bombe. Su questa parola d'ordine inizia la caccia all'anarchico. Il colpevole per piazza Fontana è già pronto; è un ballerino:Pietro Valpreda. Tutti i testimoni contro l'anarchico o muoiono o spariscono. E' il giudice di Treviso Stiz, che dà la soluzione all'enigma: i colpevoli sono fasci sti, Freda, Ventura, Pozzan, il deputato del MSI Pino Rauti.

Ma non è finita:

Reggio Calabria,Feltrinelli, Calabresi, Franceschi, la strage alla questura di Milano, l'assassinio dell'agente Marino, la strage dell'Italicus, Brescia, Tuti. Ora i facisti non tentano più di far cadere le colpe sulla sinistra. Firmano i lo ro omicidi, li esaltano con deliranti messaggi, trovano protezione nella magistra tura e nei corpi separati dello Stato ( Miceli capo del SID, protegge Borghese).

Continuano ad attentare alla vita deí cittadini:

13 Aprile 1975: bomba sulla linea ferroviaria Firenze-Roma.

Il ministro degli interni Gui dichiara: "Gii attentati ai treni sono tutti di ma no fascista".

La risposta dei lavoratori è la volontà di sconfiggere Almirante, i suoi protettori, i suoi finanziatori, attraverso la vigilanza democratica, la mobilitazione di piazza, trasformando le commemorazioni in lotta.

La Resistenza non è finita.

Per celebrare il 30° anniversario della Liberazione, il consiglio di Fabbrica de la "E.MARELLI " ha organizzato una mostra su "Fascismo e Neofascismo".

Le brevi note sopra riportate, servono come puntualizzazione per una chiara lettura della mostra stessa.

MERCOLEDÌ 23 APRILE: E.Marelli di Seste 5$4

ore 8,15 « GOVERNO E- APPARATO DEUX, ASTATO DI FRONTE AL PERICOLO FASteirit);)

Parteciperanno i delegati F.L.M. delle fabbriche di:

Sesto - Monza - Desio e Carate

ASSEMBLEA RETRIBUITA

1° Turno e normale:

dalle ore 8,30 alle 10,30

2° Turno:

dalle ore 14 alle ore 16

3° Turno:

dalle ore 22 alle ore 24

Intèrverranno nel dibattito:

MARIO VENANZIVice Presidente del Senato

CARLO FRACANZANI - Deputato

LINO JANNUZZI - Giornalista

GIUSEPPE BRANCA - Magistrato

PADRE TUROLDO -

CONSIGLIO DI FABBRICA E.MARELLI

LO AVRAI

CAMERATA KESSELRING

IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI

MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'

A DECIDERLO TOCCA A NOI

NON COI SASSI AFFUMICATI

DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO

NON COLLA TERRA DEI CIMITERI

DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI

RIPOSANO IN SERENITA'

NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE

NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI

CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO

CHE TI VIDE FUGGIRE

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI

PIU' DURO D'OGNI MACIGNO

SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO

GIURATO FRA UOMINI LIBERI

CHE VOLONTARI SI ADUNARONO

PER DIGNITA' NON PER ODIO

DECISI A RISCATTARE

LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE

Al NOSTRI POSTI CI RITROVERAI

MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO

POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO

CHE SI CHIAMA

ORA E SEMPRE

RESISTEN

25 aprile '75

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