L TRASFORMATORE
Periodico dei Lavoratori del Tecnomasio
La Confindustria è nella fabbrica I lavoratori a Congresso
In questo mese effettuate due fermate per l'indennità dì mensa
Dobbiamo condurre con piú vigore la lotta all'interno delle nostre fabbriche !
Ci spettano
Le trattative tra le Confederazioni dei lavoratori e la Confindustria sono naufragate. Sono naufragate per la caparbietà degli industriali, sordi alle precisazioni governative, alle recisioni della magistratura che ha condannato piu volte questo o quell'industriale a pagare gli arretrati della mensa.
Così gli industriali si sono dimostrati per quel che sono, in modo che se ci fosse stato qualcuno ad avere dei dubbi sul loro conto, certamente li avrà dissipati. E' bene chiarire una buona volta per sempre, che la nostra Direzione ha la sua grande parte di responsabilità in questa faccenda e nella politica generale condotta dal padronato italiano. E' inutile, è • puerile da parte sua, trincerarsi nel dichiarare che la questione è demandata alle Organizzazioni Nazionali. La Confindustria e composta anche dalla nostra Direzione ed è anche la nostra Direzione che spinge la Confinaustria a mantenere l'atteggia-mento che tutti conosciamo. Vani sono i tentativi dell'ing. Soldini quando cerca di discolparsi incolpando magari i sindacati ai non saper condurre a termine le trattative, quando egli stesso incita la Connnciustria a tenere duro.
E' necessario parlarci chiaro e comprenderci bene su queste questioni. Sia chiaro il concerto che l'industriale cerca di allontanare la lotta dalla propria faborica tentando di trasportare il tutto sul terreno nazionale.
Egli sa benissimo, piu dr quanto non lo sappiano i lavoratori, che la lotta diretta nella sua avenda, contro di lui personalmente' e sempre estremamente efficace perche gli operai sanno tenere conto delle sue debolezze, della situazione della fabbrica stessa e che quindi o presto o tardi lo mettono in condizione di esaudire le rivendicazioni da loro poste.
E' ancne noto che l'industriale usa la tattica del trasferimento dei problemi in campo nazionale ancne quando non ha argomenti a sua disposizione, quanao la logica e così stringente per cui si sente con le spalle al muro, proprio così come è accaduto anche per la indennità di mensa. Egli pensa in questo modo di ottenere due 'risultati: per prima cosa egli pensa di scaricare le proprie responsabilità e di apparire buonp e ragionevole nei confronti delle maestranze.
« Vedete? » dice l'ing. Soldini, « non appéna a Roma trovano l'accordo, io vi pago, non l'acconto, ma tutti gli arretrati ».
In secondo luogo egli tenta di occultare ai lavoratori l'obbiettivo della loro lotta. Contro chi si lotta se la questione è nazionale? Chi è il nemico contro il quale si deve lottare? I lavoratori dovrebbero aspettare ordini nazionali, e lasciare in pace il padrone nella fabbrica. Ma è proprio perchè il padrone è lasciato in pace nella fabbrica che incita la Confindustria a non mollare, nonostante gli sforzi enormi fatti dai rappresentanti dei lavoratori per trovare una soluzione.
Da ciò ne deriva che i lavora-
circa 100 milioni
tori non debbono mai dimenticare che la lotta si deve condurre principalmente contro il loro diretto avversario col quale si è a contatto tutti i giorni. Ciò anche se non si disdegnano le azioni più o meno estese dichiarate dai Sindacati. Se è vero che al padrone fa comodo la « quiete aziendale » per ppter resistere meglio, è altrettanto vero che i lavoratori debbono fare il contrario: non
di arretrati
lasciare tregua al padrone fintantochè esso non addivenga ad una soluzione soddisfacente.
Si sviluppi quindi la lotta aziendale sul problema della mensa o sugli altri problemi esistenti nell'azienda stessa. Non dare sosta alla lotta, giorno per giorno fino al suo epilogo. Questo dobbiamo fare se vogliamo piegare la Confindustria ed ottenere i nostri diritti.
B. R.
Questi i risultati per il rinnovo della C. I. di Castillia
C.G.I.L. U. I. L. operai 461 operai 75 impiegati 70 impiegati
Questa la nuova C. I.
Mozzali Luigi
Gussago Francesco Arno Rino
Sormani Evangelista
Morini Giuseppe Barazzetti Ettore Pamparana Luigi ( impieg.)
Grazie all'invito rivoltoci dal Comitato Sindacale FIOM a presenziare al precongresso di fabbrica dei 1600 iscritti alla FIOM, possiamo dare un resoconto di ciò che si è discusso, in quanto siamo sicuri che interessa tutti i lavoratori di qualsiasi corrente sindacale siano. Inoltre vorremmo che anche le altre correnti sindacali di fabbrica ci invitassero ai loro congressi per potere dire ai lavoratori ciò che si è discusso in quanto siamo certi che, ovunque si discuta dei problemi del lavoro, sia necessario renderne edotti i lavoratori stessi.
Nel mese di Febbraio -si terrà a Roma il IV Congresso Nazionale della C.G.I.L. in cui si discuteranno problemi che interessano tutti i lavoratori, problemi che vanno dalle libertà all'interno delle fabbriche, alle questioni produttive e salariali ed a problemi organizzativi della CGIL. Una novità presenta questo IV Congresso: non vi sarà una mozione unica da discutere ma gruppi di lavoratori potranno presentare delle mozioni che verranno discusse e se approvate saranno applicate.
A questo Congresso seguiranno prima i congressi di categoria. La FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) terrà il suo
Congresso Nazionale dal 18 al 22 Gennaio, quello provinciale si terrà dal 6 al 7 Dicembre. Per portare l'esperienza e le opinioni dei lavoratori delle fabbriche si tengono in questo periodo i precongressi di fabbrica ed anche nelle nostre fabbriche del Tecnomasio si sono tenute queste assemblee. Il TIBB romana ha effettuato il suo precongresso il 21 Novembre. Prima di arrivare a questa data il Comitato sindacale della F.I.O.M., onde poter parlare a tutti i lavoratori e per sentirne il loro parere sulle lotte in corso e sulla giustezza di come sono condotte, ha tenuto 32 riunioni di reparto a cui hanno partecipato la maggioranza dei lavoratori. Il giorno 21 alle ore 17, nella sala della mensa, alla presenza del segretario della F.I.O.M. Provinciale Aldo Bonaccini, un centinaio di lavoratori hanno discusso sulla relazione presentata da Vitaloni, i vari problemi della fabbrica.
Questi problemi sono stati dibattuti in vari interventi tenuti dalla Rampazzo, da Alpino, Morandotti, Del Boccio, Fantuzzi, Rossi, Mignocchi, Sala e dalle conclusioni di Bonaccini.
Gli intervenuti hanno parlato-della nuova regolamentazione dei cottimi ed in special modo (Continua in 3 pagina IV colonna)
lavoratori non diritto di propaganda durante Io lasceranno toccare il
Ogni tanto la nostra Direzione tenta di violare qualche nostro diritto forse con la segreta speranza che tenta oggi tenta domani qualche cosa si può togliere ai lavoratori del Tecnomasio. Questa volta è stato minacciato il diritto di propaganda di sciopero. In seguito allo sciopero del 18 Novembre, effettuato per ottenere l'indennità di mensa su tutti gli istituti contrattuali ed i suoi relativi arretrati, l'Ufficio Sindacale del TIBB inviava una lettera in cui deplorava che gruppi di operai, prevalente mente giovani, percorrevano ireparti schiamazzando ed esercitando vive pressioni su quanti non aderivano allo sciopero; la lettera continua dicendo che la Direzione, mentre non è nelle sue intenzioni limitare il diritto allo sciopero, rende noto che deve essere rispettata da tutti anche la libertà di lavoro ed avverte che per questa volta non prende provvedimento ma che sarà costretta a farlo qual'ora simili fatti avessero a ripetersi.
Dunque siamo giunti a questo punto: si vuol negare al lavoratore che sciopera di convincere i propri compagni ad unirsi alla lotta!
Mai nella nostra fabbrica, anche in periodi più « caldi », sono successi incidenti tra lavoratori che volevano convincere i loro compagni di lavoro che lavoravano a scioperare e questo perchè i lavoratori della Tecnomasio conoscono e applicano molto bene la democrazia!
Il diritto di sciopero è strettamente legato al diritto di propaganda per convincere colui che lavora ad unirsi agli altri e questo lo sanno i lavoratori per cui mai se ne priveranno.
Si vuole imputare ai lavoratori di coartare la coscienza di chi lavora, come mai allora alcune
volte certi capi reparto, appena inizia lo sciopero vanno nei reparti a farsi dare il nome di chi lavora? Non è forse questa un'opera di coercizione?
Per quanto riguarda gli schiamazzi è bene la Direzione sappia che questi erano provocati dalle L. 27.000 di arretrati che spettano ai lavoratori. Certo si obietterà che non vale la pena di gridare per una così misera cifra! Ma i lavoratori sono del parere contrario e la Direzione, se non vuole sentirli gridare più forte, farebbe bene a concedere le L. 27.000 spettanti ai lavoratori perchè questi son decisi a non fermarsi anche davanti a delle minacce.
Si parla, nella famosa lettera,
lettera della C. I.
La Commissione Interna presa visione della lettera diretta ai lavoratori precisa quanto segue: Nel corso dello sciopero del giorno 18-11-1955 provocato dallo stato di esasperazione in cui si trovano i lavoratori, affermiamo che non sono state esercitate pressioni verso nessun lavoratore e lo stanno a confermare i fatti, cioè diversi di essi non hanno sospeso il lavoro.
Per quanto riguarda l'esercizio della libertà di sciopero e della indispensabile propaganda. la Commissione Interna a nome dei lavoratori dichiara che tale diritto, sancito dalle leggi dello Stato, non può essere messo in discussione.
La Commissione Interna protesta e respinge ogni forma di pressione e di intimidazione commessa ai danni di coloro che di tale diritto ne fanno uso.
LA COMMISSIONE INTERNA
scoopero.
di non volere prendere alcun provvedimento, però, d,opo aver riconosciuto un giovane, lo si fa chiamare personalmente dal signor Direttore. Certo si obietterà che questa è una iniziativa personale dell'ing. Spinoccia, però questa è servita ad intimidire questo lavoratore. L'ing. Spinoccia gli ha detto che non vuole che persone fatte assumere personalmente da lui facciano il « galoppino degli scioperi » per cui avrebbe pensato ad avvisare la famiglia.
Non è questo un nuovo tentativo di coartare la volontà di chi vede nello sciopero l'unica arma per difendere i propri diritti?
Molti sono i lavoratori che partecipano agli scioperi che sono entrati al TIBB grazie all'inte-
ressamento di persone influenti, se si comincia da questo esempio dove si andrà a finire? Si vuole forse, in futuro, farli chiamare per tener loro un bel discorsetto?
Noi crediamo che un Direttore di fabbrica, anche se nella lotta per gli arretrati della indennità sulla mensa sono in gioco circa cento milioni, non si deve abbassare a simili sistemi per tentare di fermare la lotta.. Comunque, malgrado questi siano stati adottati, la lotta dei lavoratori continua e ora non solo per ottenere i loro giusti diritti sulla indennità di mensa ma anche per difendere il loro diritto di propaganda durante lo sciopero ed il loro stesso diritto di sciopero.
Parole chiare del Presidente della Repubblica contro ogni tentativo di discriminazione.
Nel corso di questo mese il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, nel corso di una riunione coi Prefetti di nuova nomina, ha tenuto un discorso nel quale noi crediamo che con esso non intenda rivolgersi ai soli Prefetti ma a tutti coloro, ed in special modo agli industriali italiani, che fanno delle discriminazioni tra i lavoratori l'arma per ottenere i loro voleri e per frenare la lotta verso nuovi miglioramenti.
Ecco la parola del Presidente della Repubblica:
« Voi farete cosa saggia se non farete nessuna distinzione tra partiti al potere e partiti all'opposizione, quando si tratta di far rispettare da tutti, imparzialmente e inflessibilmente la legge. Soltanto così lo Stato — lo Stato democratico — si può mantenere, altri-
menti anche la democrazia degenera in regime, e il regime è arbitrio che avrebbe ben poco da invidiare ad altri arbitrii ».
«Da gente che non ha casa, ha scarsa remunerazione, vede i figli in una posizione di inferiorità verso molti altri, non si può certo pretendere il rassegnato riconosci• mento che il proprio destino sia quello di avere una situazione di inferiorità e di dolore».
Dopo queste chiare parole tocca a noi lavoratori far sì che cessi la discriminazione all'interno delle nostre fabbriche e che sia rispettata la libertà del cittadino lavoratore. Noi siamo sicuri che se la discriminazione sapremo farla cessare nelle fabbriche daremo un contributo sicuro affinchè essa cessi anche in tutto il Paese in modo da applicare ciò che l'On. Giovanni tronchi ha detto.
Una copia L. 10 Anno Il N. 11 - 30 Novembre 1955 - Redazione presso la C. I. di fabbrica
Le ore straordinarie effettuate siano pagate in modo esatto !
Nel secondo numero di quest'anno del nostro giornale parlammo oltre che della questione della mancata mensa anche della percentuale sulle ore straordinarie. Non vogliamo trattare qui il problema della mensa ma solo la questione sulla percentuale sulle ore straordinarie. Facciamo questo perchè probabilmente crediamo di non essere riusciti a far comprendere il problema ai lavoratori e la con :seguenza logica è che i lavoratori, col continuo corso dell'attuale stato di cose, continuano a perdere dei soldi. Questa situazione deve cessare ed è per questo che faremo un ulteriore chiarimento onde dimostrare ove sia sbagliato il calcolo sul conteggio delle ore straordinarie. Per semplificare le cose faremo i due esempi cioè come viene pagata l'ora straordinaria dalla nostra ditta e come deve essere pagata realmente.
1° Esempio
Esempio di calcolo per la prima ora di straordinario effettuata da un operaio di seconda categoria e come viene conteggiata dalla Direzione per trovare il coefficiente da moltiplicare al soprasoldo dell'ora straordinaria.
Paga base L. 160,45 x % minima di contratto 8% -12,85 ;-
paga base 160,45 + differenza contig.za 5,69
coefficente 178,99 x soprasoldo straor. 20% 35,79 + 178,99
Totale ora straor. 214,88
Al totale di L« 214,88 si deve aggiungere il guadagno di cottimo che l'operaio realizza sulla bolletta di lavoro e ammettendo che questo sia di lire 50 orarie avremo così il guadagno per la prima ora di straordinario di L. 264,88.
Vediamo ora qual'è la giusta impostazione che si deve dare per il calcolo della prima ora di straordinario (si dice prima ora di straordinario perchè per le altre ore la percentuale di soprasoldo aumenta ma il modo di
A tutti deve la possibilità
Caro Trasformatore Siamo un gruppo di operai che finora si sono astenuti dal criticare certe ingiuste discriminazioni in atto nei reparti 33-34.
Esiste infatti in questi reparti uno strano modo di giudicare la capacità professionale dei lavoratori. Se abbiamo creduto opportuno rivolgere una critica ai nostri dirigenti di reparto non lo facciamo in malafede ed a questo riguardo aggiungiamo che la' nostra è una difesa umana mirante a salvaguardare quel minimo di dignità che si crede morta nell'animo dei lavoratori.
In questi due reparti la scarsa sensibilità dei nostri dirigenti ha creato due gruppi distinti di operai capaci e i non capaci. Questo primo gruppo che potremmo chiamare privilegiati in quanto gran parte dell'anno sono in trasferta, non solo, ma godono anche di tutte le concessioni possibili nella FT, in verità non hanno delle qualità o capacità che non abbiano anche gli altri operai, in caso c'è solo una distinzione da fare, di capitale importanza e cioè che i primi sono aiutati ed incoraggiati e gli altri sono caduti nel dimen-
calcolarle è sempre quello).
2° Esempio
Esempio di calcolo come dovrebbe essere pagata la prima ora di straordinario.
Paga base 160,45 + Cottimo medio orario 50 -jdifferenza conting.za 5,69 = coefficente 216,14 x soprasoldo straor. 20%
totale ora straor. 259,36
Al totale di L. 259,36 si deve aggiungere il guadagno di cottimo che l'operaio realizza sulla bolletta di lavoro e ammettendo
« Concludendo, la domanda degli attori è pienamente fondata e va quindi accolta colla conseguente condanna della convenuta (Borletti) al pagamento delle differenze per l'ultimo quinquennio dalla domanda e dalle successive maturate e maturande, da liquidarsi in separata sede ».
Le minaccie non servono a fermare la lotta !
Un'altra sentenza uguale, confermata poi in Appello, la si è avuta per i lavoratori della FIAT di Milano.
In questo stato di cose cosa devono fare i lavoratori? Noi del giornale di fabbrica indichiamo la via della trattazione con la Direzione e se questa non vuole venire ad una soluzione in sede aziendale passare gli atti alla Magistratura.
Apriamo un'inchiesta su come vengono tagliati i tempi alla F. A. ?
Un lumicino piccino piccino al Magazzino lamiere di Colletta
Dal Magazzeno lamiere Colletta ci segnalano che hanno istituito un sistema di riscaldamento a gas metano e una bacinella con una fiammella da accendisigari: un lumicino piccino piccino... I componenti del magazzino e cioè i dispensieri, gruisti e manovali addetti alla sistemazione del ferro hanno fatto presente ai rispettivi capo reparto che se non si provvede a far divenire più grande quella fiammella accendono, come gli altri anni, le braciere a legna e carbone che sono state proibite. Questi lavoratori sono costretti a lavorare al freddo e vogliono anche loro riscaldarsi le membra anche se il loro magazzino è esposto ai rigori invernali. La risposta data ai loro reclami è quella che debbono venire il tizio e il caio a vedere per decidere il da farsi, questi vengono, si stropicciano le mani, forse perchè la famosa fiammella non serve a riscaldargliele, e poi se ne vanno e tutto resta come prima. Vi è da tener presente che lo scorso anno, sulle colonne de « Il Trasformatore », questi lavoratori avevano fatto una proposta la quale faceva presente che si può chiudere il seguito del capannone che congiunge la lavanderia
essere data di imparare !
ticatoio e lasciati alla deriva. Con ciò abbiamo voluto dimostrare che è facile creare operai capaci e provetti ed operai squalificati e non capaci.
Questa errata valutazione delle capacità degli uni e degli altri, sta a dimostrare il limitatissimo senso di responsabilità di cui sono stati dotati i nostri capi reparto ai quali vogliamo ricordare che non è cosa giusta che in uno stesso reparto vi sono degli operai che traggono delle soddisfazioni personali dal loro lavoro, mentre altri debbono tutto negare a se stessi e forse anche ai loro figli ossesionati da una cattiva fama e da una considerazione interiore.
Resti chiaro ai nostri compagni di lavoro più fortunati di noi che in tutto quello che abbiamo detto non c'è intenzione di risentimento verso di loro, ma è stato necessario considerare nella sua vera luce l'importanza -di una tale condizione.
Sperando che il Sig. Del Furia ci consenta di reclamare un po' di giustizia, ringraziamo il Trasformatore che gentilmente ci consente di esprimere il nostro stato d'animo.
che questo sia di L. 50 orarie, avremo così il guadagno per la prima ora di straordinario di L. 309,30. I conti fatti con questo secondo esempio danno una differenza in più di L. 44,42, ed è il modo esatto per calcolarlo. Perchè affermiamo questo? evidente che abbiamo le nostre buoni ragioni derivanti dal Codice Civile e ad avvalorare questa nostra tesi si è avuta in questi giorni una sentenza della Magistratura che condannava la Ditta Borletti a pagare il cottimo pieno anzichè la percentuale minima sul minimo di paga di categoria ai lavoratori coi rispettivi arretrati di cinque anni. E perchè non ci siano dubbi in proposito riportiamo la conclusione della sentenza stessa: mediante un muro di testa e che il capannone lamiere si potrebbe chiudere con una porta scorrevole divisa in due metà per facilitare la apertura e la chiusura per l'entrata e l'uscita di vagoni e camions di materiali per lo scarico e carico.
Quando la Direzione si decide a eliminare questo inconveniente esistente in questo magazzino i lavoratori potranno lavorare al riparo dal freddo così verranno eliminati anche tutti gli acciacchi a cui sono sottoposti questi nostri compagni di lavoro:
Caro Trasformatore Gli operai e le operaie della FA sono stanchi di un metodo che ormai dura da troppo tempo e che consiste nel tagliare i cottimi ed i tempi di lavorazione. Succedono infatti delle cose che sono paradossali, assurde e non è lontano il giorno, se si continuerà di questo passo, che si dirà basta alle sopraffazioni che si commettono ai danni dei lavoratori della FA. Per porre fine a questo stato di cose un gruppo di lavoratori chiede a « Il Trasformatore » di aprire una inchiesta in cui si denunci i metodi messi in atto dai dirigenti della FA per tagliare i tempi e decurtare il loro salario.
Ingegner Spinoccia, non si offenda se affermo che Lei usa sistemi che hanno del poliziesco per intimidire chi si permette di pensare e di agire nel modo che Lei non desidera. Vede, ingegnere, non placherà certamente gli animi degli operai, nè riuscirà a soffocare la lotta cercando di colpire coloro che nella lotta e solo nella lotta vedono il modo come condurre alla ragione il padronato. Mai come in questo momento gli industriali si sono dimostrati sordi ad ogni richiesta, sordi ad ogni giusto diritto avanzato dai lavoratori anche quando questi erano sanciti sia dalle leggi che dalla Magistratura della Repubblica Italiana. Quindi la responsabilità di quanto avviene oggi nelle fabbriche è esclusivamente della Direzione, dunque anche sua e non certo del giovanetto che si reca da altri operai per esortarli alla lotta e non certo di Corinaldesi o di qualsiasi altro che organizza la lotta. Le minacce e le rappresaglie sono cose odiose e non servono a dare giustizia agli operai. Servono solo a dimostrare che chi le fa è molto a corto di argomenti per ribattere ai lavoratori.
La invito quindi, a nome di tutti i lavoratori, a desistere dal far minacce, ricatti e promettere rappresaglie. Inviti piuttosto chi di dovere alla ragione affinchè i soldi che ci vengono ci siano dati. E la Direzione si dia da fare, con tutti noi, a cercare lavoro, a risolvere la crisi che si avanza. Perchè noi siamo su questa strada e se la Direzione non ci verrà si troverà ancora e sempre di fronte alla lotta organizzata dei lavoratori ben decisi a difendere l'orario di lavoro, il salario, i propri diritti e la libertà che assolutamente non deve essere toccata.
compie i suoi tre anni di vita! L' indennità
Tra un mese il nostro giornale compie i suoi tre anni di vita e noi della redazione crediamo che essi siano stati tre anni pieni di lavoro e che hanno contribuito a far ottenere ai lavoratori delle nostre fabbriche, attraverso denuncie di sopprusi o di attentati alle libertà dei lavoratori, attraverso altre denuncie riguardanti le condizioni di lavoro e di paga, alcuni miglioramenti ed un maggior rispetto delle libertà all'interno delle fabbriche.
Oltre a questi successi possiamo dire che esso è veramente divenuto il giornale di tutti i lavoratori della Tecnomasio e che «Il Trasformatore» accoglie sempre maggiori consensi tra i lavoratori grazie anche alle iniziative prese nel corso di questi anni, iniziative che vanno dalla Festa delle donne alle Mostre d'Arte tra i lavoratori.
Questi consensi ed adesioni ci hanno permesso prima di aprire la nuova rubrica di Vado Ligure e poi di portare la tiratura del nostro giornale di fabbrica a 2000 copie. Certo che il lavoro fatto in questi anni dagli amici della redazione e dai diffusori è stato duro ma sempre ci sono stati di aiuto e sostegno, oltre alla giustezza della causa per cui è nato « Il Trasformatore » ( creare e cementare l'unità tra i lavoratori) i lavoratori stessi con la loro fattiva solidarietà per l'opera da noi svolta. Ed è forti di
Un gruvpo di operai della FA questo appoggio che noi ora chiediamo, sicuri che essi ne capiscano l'importanza, un nuovo sacrificio.
Amici lavoratori e lettori in questi tempi tutto è aumentato e con esso è pure aumentato il costo del nostro giornale, perciò la redazione ha deciso, per far fronte alle nuove difficoltà e per aver fondi onde poter migliorare tipograficamente il giornale stesso, per poter attuare nuovamente ed ampliarle quelle iniziative prese negli scorsi anni, di portare il prezzo del giornale da L. 10 a L. 15. Malgrado vi chiediamo un nuovo sacrificio noi siamo sicuri che voi cari amici lettori e lavoratori tutti capirete questa necessità e ci darete nuovamente il vostro aiuto, dal canto suo la Redazione de « Il Trasformatore » si impegna a migliorare sempre più il giornale ed a questo scopo ha intenzione di indire per il mese di Gennaio un convegno di fabbrica del giornale.
Sicuri della vostra solidarietà vi comunichiamo che l'aumento a L. 15 incomincerà dal numero di Teiii-laio e che pertanto l'abbonamento per il 1956 sarà di L. 180 quello normale e di L. 200 quello sostenitore.
Lavoratori abbonatevi, sostenete « Il Trasformatore »!
LA REDAZIONE
GIACOMINO di mensa
In lotta son i lavoratori tutti in attesa che l'indennità di mensa dia i suoi frutti Intanto le lor lotte sviluppan a non finire fin tanto che i padroni qualcosa dovran dire. Ma sol con le parole non ci potran pagare e alla fin dei conti i soldi ci dovran dare. Se con decisione noi saprem lottare anche il padron nostro si dovrà piègare Abbiamo dalla nostra tutta la ragione per lin la magistratura condannato ha il padrone Ora è che questi signori allarghino i borsini che col supersfruttamento ne han fatto di quattrini. E se i nostri soldi non ci vorranno dare vi saran per loro le gatte da pelare.
Incendio alla Cooperativa
Giovedì sera 17 Novembre è scoppiato improvviío un incendio alla nostra Cooperativa. Il pronto intervento dei Vigili del Fuoco faceva sì che i danni ammontassero solo a circa 2 milioni. In questo frangente dava il proprio aiuto anche la Direzione. Il Consiglio della Cooperativa assicura che questa continuerà a funzionare e che risponderà degli impegni precedentemente assunti.
pag. 2 IL TRASFORMATORE
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APRIAMO IL- DIB ATTITO
"Per una giusta politica salariale"
Durante lo svolgersi della recente assemblea pre-congresso del Sindacato FIOM nella fabbrica di P. Romana, un lavoratore ha posto la tesi del salario aziendale, motivando la sua richiesta col fatto che numerose fabbriche possono dare salari superiori a quelli siglati nei contratti nazionali grazie ai loro enormi profitti realizzati in questi anni; per questo criticava la propria organizzazione sindacale per l'opera svolta sino ora.
Noi riteniamo questa tesi posta dal lavoratore di grande attualità specialmente dopo aver letti alcuni articoli dell'On. Di Vittorio, Segretario Generale della CGIL, proprio riguardanti una giusta politica salariale per cui abbiamo deciso di effettuare, sia su quanto ha detto Di Vittorio, sia su quanto pensano i lavoratori ed i vari sindacati all'interno delle nostre fabbriche, un dibattito affinchè ciò serva a far prendere ai sindacati stessi una nuova politica salariale anche in riflesso della situazione produttiva della nostra fabbrica.
L'On. Di Vittorio, in un primo articolo, parte dalla premessa che una giusta politica salariale deve avere come obiettivo fondamentale quello di ottenere più alti salari possibili in ogni azienda, in ogni complesso, in ogni settore, tenendo conto dei limiti oggettivi derivanti dai rapporti di forza e dalle condizioni economiche della azienda o del settore, che sono sempre differenti da azienda ad azienda anche del settore stesso a causa del progresso tecnico e della crescente concentrazione monopolistica dei mezzi di produzione ciò che determinano condizioni di vita e di lavoro estremamente differenti fra vari gruppi di operai anche in seno alla stessa azienda. Partendo da ciò critica la CGIL che sottovalutando questo processo di diff erenzozione abbia continuato a limitare la sua attività salariale quasi esclusivamente alle contrattazioni nazionali di categorie generali compiendo con ciò un grave errore. Egli continua affermando che con ouesto non si intende affatto che si debbono trascurare i contratti nazionali di cateaoria, ma che i salari fissati dà questi debbono ranoresentare una minima inderogabile di miglioramenti in sede aziendale ed in dati ambiti territoriali, secondo le possibilità concrete. Certo che onesta nuova impostazione della politica salariale non deve avere le conseguenze di slegare e fra-
erri (17 Corti" ed altre quisquilie)
Alla porta di accesso alla Direzione sono stati messi in opera i FERRI MORTI.
Non per i ladri: per proteggere i fattorini nel caso in cui gli operai, alzata la bandiera della confusione, li assalissero.
A chi obbiettava che forse era. il Direttore ad avere paura abbiamo risposto con le parole che quel signore disse alla C.I.F. e cioè che lui era sempre pronto a fare a pugni.
Per un « Peso » mediomassimo sembrerebbe i acce volere fare a pugni con dei lavoratori magri quasi secchi; rimane però il fatto che sotto la nostra tiratissima pelle vi sono dei muscoli allenati a cambiare i connotati al ferro e anche al bronzo.
In quanto a FERRI MORTI ci auguriamo, per la sicurezza dei fattomi, che non siano stati progettati da quel Dirigente di officina che voleva costruire un oono con una lamiera rettangolare, altrimenti potrebbero cadere e far loro del male.
Vorrei ancora dire qualche cosa a quel signore che al IV
zionare l'azione sindacale dei lavoratori, ma le rivendicazioni aziendali si collegano alla rivendicazione generale di conseguire una più giusta ripartizione dei redditi del lavoro e di garantire a tutti i lavoratori dei vari settori un minimo di salario sufficiente.
Sull'altro articolo il Segretario Generale della CGIL, poichè anche la CISL parla da qualche tempo di salari aziendali, tiene a precisare cosa intende l'On. Pastore per salari aziendali e fa una proposta alla CISL. Per Pastore il salario aziendale si dovrebbe ottenere aumentando la « produttività » dei lavoratori. Scientificamente l'aumento della produttività del lavoro è data dal fatto che, grazie al progresso tecnico, l'operaio può fornire una maggiore produzione con la stessa quantità di lavoro, sia come durata che come intensità. A questo i lavoratori non si oppongono. Però il sistema americano della « produttività» di Pastore, invece consiste nell'esigere dal lavoratore un aumento continuo dell'intensità di lavoro con o senza progresso tecnico. Facendo ciò i dirigenti della CISL sono giunti a pretendere praticamente che gli ulteriori miglioramenti salariali siano subordinati ad un corrispondente aumento del rendimento del lavoro nelle varie aziende, inoltre non si precisa, in caso di aumento della sedicente produttività, quale parte del valore di questa andrebbe al miglioramento dei salari e quale parte si risolverebbe in ulteriore aumento dei profitti. Tutto dipenderebbe, quindi, dalla «bontà» del padrone. Di Vittorio continua facendo presente a Pastore che dal 1948 al 1954, il rendimento del lavoro, con scarsa rinnovazione tecnica, è aumentato del 9% nelle industrie manifatturiere e del 122% nelle industrie estattive; inoltre, soltanto dal 1951 al 1954, gli utili netti più le riserve, gli accantonamenti ecc. dei grandi industriali sono aumentati di ben il 121%, di contro, secondo i dati ufficiali dell'ISTAT, le retribuzioni reali sarebbero aumentate solo dell'8,2%. Come si può, allora parlare di ulteriore aumento del rendimento del lavoro, e soprattutto di condizionare a tale aumento i miglioramenti salariali di cui i lavoratori e le loro famiglie hanno tanto bisogno? Il Segretario Generale della CGIL fa poi una proposta alla CISL. Se essa crede sinceramente a codesto nuovo ideale della « produt-
reparto è un po' troppo uso ad agire come il « PADRONE SONO ME », ma per questa volta do la precedenza ad un uomo che al Io reparto abusa della sua mansione di collaudatore.
Egli gira liberamente di qua e di là (per lui non ci sono confini) fiutando nella speranza di scoprire i piani K degli operai. Ben inteso non riesce altro che a rendersi sempre più antipatico, ma qualche cosa bisogna ben dire alla Direzione e allora il nostro uomo cerca il soggetto lo lavora ben bene assicurandolo che lui di politica non ne fa ma che la Direzione ha sempre ragione e che la colpa di tutto è degli operai i quali hanno sempre troppe pretese.
Questo fin. che non trova quel soggetto che lo manda più o meno decisamente al diavolo, ma lui non si scoraggia mai, convinto com'è di ben servire la « giusta causa ».
Senta signor collaudatore cerchi di evitare, a tutto favore della bontà della produzione, di fare il collaudatore delle idee perchè sà... con i tempi che corrono si potrebbe credere anche che i Ferri Morti li abbiano costruiti per lei! Giullo
tività », secondo il quale si dovrebbe stabilire un equo rapporto fra il rendimento del lavoro, il salario ed i profitti, e visto che negli ultimi quattro anni (per non risalire al 1948) il rendimento del lavoro ed i profitti sono saliti così in alto, mentre i salari sono rimasti così in basso, organizziamo un'azione sindacale comune per elevare i salari almeno ad una certa misura, verso il livello raggiunto dai profitti e dal rendimento del lavoro.
Noi lavoratori ci auguriamo che si possa addivenire ad un'intesa su questa proposta, però per far sì che essa avvenga il più presto possibile dobbiamo discuterne della sua giustezza, dobbiamo dibatterla ed è per questo che «Il Trasformatore », onde dare un fattivo contributo alla lotta per un miglior salario, chiede la vostra collaborazione portandovi anche alcuni dati della nostra fabbrica che meglio possono orientarvi nella discussione.
Nelle fabbriche di Romana Castillia nel 1948 vi lavoravano circa 3700 lavoratori furono spediti 7.826.771 Kg.
Nel 1954, sempre nelle due fabbriche sopracitate, vi lavoravano circa 3500 lavoratori e furono spediti 7 milioni 570.157 Kg., ed un altro milione circa di Kg. era in giacenza nei magazzini. In questi dati non è calcolata la produzione dello stabilimento di Vado Ligure, però nella divisione del Premio di Produzione si calcolano anche i lavoratori di questo stabilimento; inoltre i dati sopracitati sono scelti tra quelli minimi.
A questo aumento della produzione in questi anni ha fatto seguito un enorme aumento dei profitti. Infatti nel 1948 i profitti denunciati erano di 52 milioni ed il Capitale Sociale era di 576 milioni; nel 1954 queste cifre salivano sensibilmente: profitti 178 milioni più 380 milioni di azioni gratuite ed il Capitale Sociale è di 1.600 milioni.
Di contro, sempre in questo periodo le paghe risultano sempre allo stesso livello del 1948 ed anzi nel 1954 il premio di produzione è diminuito.
g7nche agli operai piacciono i fiori . • •
Continuando la nostra elencazione, crediamo doveroso riepilogare le segnalazioni precedentemente fatte: servizio di infermeria e servizi igienici insufficenti, aerazione e impianti per raccogliere fumo e polvere inadeguati o inesistenti alla 4' Sezione. Ciò naturalmente non è tutto.
Sempre alla 4° Sezione già dall'anno scorso sono richièste paratie per riparo, dal vento e dal freddo, il portone d'ingresso lato magazzeno ferro che rimane aperto per necessità indiscutibili. Discutibile diventerebbe invece la polmonite che gli operai costretti a lavorare in quei pressi potrebbero « buscarsi ».
Tirem innanz.
Alla 2' Sezione gli aspiratori delle rettifiche non aspirano un bel niente. Il Direttore ed il Capo Officina, nel loro giro • giornaliero, sembrano interessarsi della questione, però tutto rimane come prima. Tutto meno i certificati rilasciati dall'ENPI dopo l'ultima visita periodica. In questi è segnato: < respiro aspro », forse in seguito verranno classificati silicotici e avranno diritto ad essere invalidi al lavoro.
Per chiudere segnaliamo la strada di
Continuazione dalla 1 pagina dei coefficienti di rendimento che si vogliono dare alle donne, che sarebbero inferiori a quelli degli uomini, ai nuovi processi di automatizzazione, alla proposta di un caro alloggio, si è parlato della difesa dell'orario di lavoro di 48 ore minacciato dalla crisi che avanza sul settore elettromeccanico ed a questo scopo si è proposto di tenere una conferenza di produzione, si è discusso sugli aumenti di salario da concedere visto gli aumenti dei profitti del nostro padrone, della difesa delle libertà all'interno della fabbrica, si è fatto un richiamo al sindacato per i manovali specializzati, si è visto la necessità di lottare aziendalmente pèr ottenere l'acconto sugli arretrati della mensa e per fdr cedere gli industriali su questa rivendicazione, si è parlato dei problemi e dei risultati ottenuti dalla C.I. per quanto riguarda i giovani apprendisti, si è discusso della proposta fatta per l'istituzione di una Federazione per gli impiegati, della libera contrattazione, si è criticato il Comitato sindacale per come sono state condotte alcune lotte e per la poca informazione in cui vengono tenuti i lavoratori. Dopo queste discussioni ha preso la parola il Segretario Provinciale della F.I.O.M. Bonaccini il quale ha tenuto a precisare l'alta maturità politica e sindacale dimostrata dai lavoratori del TIBB nel corso delle lotte ed il loro contributo, alcune volte determinato, date nel corso di esse. Ha ribadito la necessità di lottare per ottenere l'unità all'interno della fabbrica anche se ciò costa dei sacrifici, questa è la condizione per poter ottenere, nel corso delle lotte che si sviluppano e che si svilupperanno, sia per la mensa, che per migliorare il nostro salario e per mantenere intatto l'orario di lavoro, nuove vittorie che serviranno a rafforzare tutta la classe lavoratrice.
congresso di Zona e Provinciale. Durante l'assemblea si è svolto un dibattito indubbiamente interessante e per molteplici aspetti positivo. Unanime è stata la constatazione di una situazione insostenibile per ciò che riguarda la retribuzione corrisposta ai lavoratori per il lavoro che svolgono. Del resto non poteva essere diversamente. Infatti questa insufficienza, che è denunciata da tutta la nostra categoria in campo nazionale, si rileva in modo accentuato per le nostre officine del Tecnomasio la cui produzione, in senso qualitativo e quantitativo, è aumentata in modo rilevante. Dunque il « Tecnomasio » sostiene una politica di bassi salari non giustificabile, come non sono giustificabili le altre decurtazioni subite, dal premio di produzione 1954-55, dal contributo alla Cassa Assistenza e per il rifiuto alla corresponsione della indennità di mancata mensa. Per questo, hanno dichiarato vari delegati, i lavoratori intendono battersi onde modificare la situazione e migliorare il loro tenore di vita. Però, giunti a questo punto, sorgono alcune discordanze le quali, comunque, non sono tutte negative; come impostare la lotta?
Questo naturalmente è il nocciolo della questione se si vuol raggiungere risultati concreti. Lotta aziendale? Lotta nazionale della categoria? Azione di un tipo o di un altro?
Di fronte a questi interrogativi il dibattito è stato vivace, le polemiche interminabili, chi ha ragione? Chi ha torto? Penso che sia superfluo cercare chi ha• torto tra i lavoratori, essi sono tutti nel, giusto quando hanno preso coscienza dei loro diritti. Fatta questa constatazione il problema diventa più facile, più comprensibile. Ciò che conta è lottare ed in special modo nella fabbrica perchè è qui ove vi è il padrone, perchè è qui ove lo abbiamo costretto molte volte a concederci degli aumenti. Certo' la lotta ha mille aspetti nord disgiunti uno dall'altro, lottare in 'Dal nostro inviato 71 tutti i sensi senza stancarsi mai, ma specialmente lottare con ti& cVabo ,figure ducia nella nostra forza che sarà maggiore se più organizzata e Il giorno 16 Novembre ha avu- se saremo uniti. Questa è la to luogo il Pre - congresso del chiave per aprire le prospettive sindacato FIOM dell'officina di per un miglior domani per noi Vado Ligure in preparazione del e per le nostre famiglie.
Corrispondenza dei lavoratori del TIBB di Vado Ligure
accesso allo stabilimento (nè di cura nè di pena) che è di proprietà della ditta. D'estate si sollevano i polveroni, d'inverno si marcia nelle pozzanghere, in qualunque momento si può finire all'ospedale. Questa sorte è toccata all'operaio Gorani Mario. Egli è caduto dalla Vespa arrivando al lavoro, all'ospedale gli è stata riscontrata la commozione cerebrale. Vi potrebbe essere chi obbietta che forse era ancora addormentato, la realtà invece è questa: sulla strada citata vi sono attraversamenti di binari molto pericolosi per biciclette e moto. Di tutta questa questione ne è stato interessato particolarmente Fingo. Spinoccia da numerosi anni. Speriamo che per risolverla non si attenda che il pericolo si estenda anche ai veicoli che camminano su quattro ruote.
Ma chi ce Io fa fare !
Anni addietro, quando i lavoratori chiedevano alla direzione di migliorare le loro condizioni economiche con aumenti di paga e aumenti di percentuale cottimo per gli economisti, si sono sempre avute risposte negative, che, variando magari nelle forme erano invariate nella sostanza: non è possibile concedere miglioramenti salariali in quanto la ditta deve far fronte a spese ingenti dovendo provvedere alla riparazione dei danni causati dalla guerra, rimodernare gli impianti, adeguare le attrezzature e acquistare nuove macchine da sostituire a quelle vecchie, in modo da essere attrezzati per qualsiasi genere di costruzione onde essere in grado di far fronte alla concorrenza ed accapparrarsi un carico di lavoro anche per gli anni avvenire.
I lavoratori, consci che per avere dei benefici occorrono dei sacrifici, hanno accettato per buoni i motivi esposti dalla direzione ed hanno atteso che un
bel giorno, sistemate tutte le attrezzature ed i macchinari, ne venissero fuori quei benefici che era logico attendersi, ma aimè da questo orecchio i nostri dirigenti non sentirono.
A questo punto i lavoratori incominciarono a domandarsi, MA CHI CE LO FA FARE; noi siamo solo buoni quando si tratta di migliorare quantitativamente e qualitativamente la produzione, ma non dobbiamo pretendere che una piccola parte del guadagno derivante da questo miglioramento venga concesso a noi, questo secondo i nostri dirigenti è semplicemente assurdo.
È giustificato questo smisurato egoismo che è innato nella classe padronale del nostro Paese? Noi diciamo che non è giustificabile e nemmeno onesto.
Non è onesto pretendere di sfruttare scientificamente i lavoratori, negando loro quel minimo necessario a mantenere in modo decoroso loro e le loro famiglie, pompare fino all'ultima goccia di sudore, che automaticamente si trasforma in smisurato profitto per le capaci tasche dei nostri benemeriti padroni.
Sarebbe ormai ora di mettere i lavoratori in condizioni di lavorare serenamente senza l'assillo di problemi economici, in tal modo si lavorerebbe molto più volentieri sapendo che da ogni innovazione portata alla lavorazione seguirebbe un sensibile miglioramento.
Però, finchè l'operaio sarà obbligato a lavorare con l'assurdo sistema del: MA CHI ME LO FA FARE, non si sa dove andrà a finire il buon nome dello stabilimento ed il carico di lavoro per i quali da anni tutti i dirigenti dello stabilimento hanno fatto grandi sacrifici.
11 TRASFORMATORE — pag. 3
••• LA VOCL N CASTILLIA •••
Vittoria del Sindecato Unitario
nelle elezioni per il rinnovo della C. I.
Il 15 Novembre, con una grande affermazione della Lista Unitaria della FIOM, si sono concluse a Castillia le elezioni per la nuova Commissione Interna. Queste elezioni hanno ancora una volta dimostrato la volontà dei lavoratori di eleggere a rappresentanti del maggior organismo unitario di fabbrica i lavoratori di quella corrente sindacale che sempre si è battuta per l'unità dei lavoratori e per i loro interessi.
In questa competizione elettorale, svoltasi ìn un clima abbastanza calmo, non è mancato un tentativo da parte della corrente sindacale UIL di presentare i propri oppositori come « agitatori di professione ».
Infatti la UIL di Castillia, e non ne capiamo il perchè in quanto nelle lezioni per il rinnovo della C.I. di Romana non si è agito in questo modo, nell'intento forse di passare in maggioranza in C.I. diffuse dei volantini in cui vi erano contenute alcune frasi come: «... miglioramento delle relazioni fra Direzione e dipendenti e buoni rapporti con i dirigenti » che secondo' il gruppo UIL del TIBB di Castillia sarebbero « inasprite dal linguaggio violento ed estremista, carico d'odio, degli agitatori di professione ».
Certo che i lavoratori hanno capito molto bene di chi è la colpa dell'inasprimento dei rapporti tra la Direzione e la C.I. Se si è venuto a questo lo si deve alla D i r e z i on e che ha inteso trascurare la questione del premio di produzione (nonostante l'aumento dei profitti il premio di produzione è diminuito), questa non trova mai il tempo di discutere sulle proposte fatte per la Cassa Assistenza e per lo scorso anno ne ha decurtato la somma che erogava precedentemente, così come per la scottante questione della mensa non vuoi sentir nessuna ragione, di contro in fabbrica si continua a tagliare "i tempi di lavorazione. Si pensi che questa della indennità di mensa è un sacrosanto diritto dei lavoratori sancito anche dalla magistratura!
Sì, se i rappresentanti della vecchia C.I. si sarebbero accordati con la Direzione, per accordarsi con essa intendiamo che dovevano rinunciare a tutte le rivendicazioni, forse si sarebbero sì stabiliti nuovi rapporti più « amichevoli ». Ma come avrebbero giudicato i lavoratori questi uomini e la loro organizzazione? Forse li avrebbero giudicati come alla Marelli.
Questo non è avvenuto al TIBB Castillia e i lavoratori rappresentanti nella vecchia C.I. il sindacato unitario non hanno fatto altro che eseguire ciò che
Questo il nuovo Consiglio del Cral
Il 27 Ottobre si sono effettuate le elezioni per il rinnovo del Consiglio del CRAL Castillia e sono stati eletti i seguenti lavoratori: Ferrari Giuseppe, Coinaghi Mario, Cessi Alberto, Ferrari Vittorio, Boerci Enrico, Boifava Dario, Poiano Antonio, Ceresa Aurelio, Broggi Luigi, Castioni Oddino, Penati Gastone, Granello Gianfranco, Colombo Angelo, Lombroso Pierino, Di Modugno Severino, Inzaghi Gilberto.
Fanno parte del nuovo Consiglio del CRAL gli 11 primi eletti. Al nuovo Consiglio del CRAL vadano gli auguri di un buon lavoro da parte de « Il Trasformatore ».
volevano i lavoratori e così questi hanno ridato alla FIOM il mandato di difendere i loro interessi e le loro giuste rivendicazioni davanti alla Direzione. Ora il compito della nuova più arduo di quello dello scorso anno perchè i lavoratori si aspettano da questa, in parte, la soluzione dei problemi posti sul tappeto da quella precedente. Per non deludere questa aspettativa i componenti della C.I. dovranno essere tutti uniti, i rappresentanti della corrente UIL dovranno fare in modo di capire che non vi possono essere buoni rapporti con la Direzione sin tanto che questa elude e non risolve nessun problema a favore dei lavoratori, sin tanto che questa non vorrà riConoscere ai
lavoratori il giusto diritto sulla indennità di mancata mensa, su tutti gli istituti contrattuali ed a pagare gli arretrati che spettano ai lavoratori.
Certo che in questa battaglia che dovrà sostenere la C.I. non sarà sola ma avrà alle spalle tutti i lavoratori che hanno concesso la fiducia ai sindacato unitario e sicuramente anche coloro che la diedero all'UIL.
ERRATA CORRIGE
Nel numero precedente abbiamo erroneamente scritto Mozzoli anzichè Mozzali e Poi anzichè Boi. Ci scusiamo vivamente col nostri lettori e facciamo doverosa ammenda.
Grazie alla lotta sparito un po' il fumo
Nonostante che si era continuamente detto che era ora di sistemare la questione degli aspiratori, la Dirazione non dava ancora prova di buona volontà e questo fatto provocava fra gli operai uno sdegno vivo per il disinteresse del capo officina, cosicchè gli operai del Rep. 19, stanchi di attendere, fermarono il lavoro e si recarono in delegazione dal Sig. Meschia, spiegando la situazione del reparto a causa del fumo nocivo alla salute. Il. Sig. Meschia ebbe ha dichiarare che il fumo non è nocivo alla salute e che bisognava attendere la sistemazione degli aspiratori già in atto e che, daltronde, al Rep. 19 aveva messo delle macchine nuove (ma naturalmente a vantaggio della direzione).
Gli operai replicarono che avrebbero ripreso il lavoro a patto che la sistemazione venisse fatta al più presto, considerato che la situazione si era fatta insopportabile dal fatto che da anni si continuava a parlarne e mai si è fatto niente.
La protesta aveva come risultato immediato alCune misure: la•spazzatura degli aspiratori; che le saldature delle macchine venissero effettuate dopo le 18; in attesa della sistemazione degli aspiratori. Certo che è stato necessario che gli operai facessero sentire in modo autorevole la loro voce, per costringere la Direzione a sollecitare i lavori. Sulle parole dette dal capo officina vorremmo dire alcune cose, che non è vero che il fumo non sia nocivo alla salute
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degli operai, del resto il Signor Meschia che afferma il contrario, si trova in tutt'altro posto quando il fumo è aspirato dagli operai, i quali sentono gli effetti dello stesso che provoca loro la tosse; Circa l'afiermazione che avrebbe mandato fuori le macchine a saldare, questo non avrebbe risolto il problema, che è quello di lare nuovi aspiratori più capaci. Del resto, quando dopo il capo officina è sceso nel reparto, si è tentato di dare la colpa agli operai, dicendo, sostenuto ingenuamente da qualche capo, che erano gli operai non 'capaci di saldare e a fare del fumo, benchè si sappia che gli aspiratori non hanno sufficiente capacità di aspirare. Ora grazie all'agitazione dei lavoratori è stato applicato un nuovo aspiratore e sono stati puliti tutti gli altri, speliamo che ciò serva a risolvere finalmente il problema.
Circa la questione dei tavolini non in stile, apprendiamo con piacere che ne sono stati sistemati altri a seguito anche del nostro intervento sul giornale di fabbrica. Per quanto riguarda i servizi igienici delle docce, a volte funzionano e a volte no; non si potrebbe fare in modo di farle funzionare più regolarmente? Già ci sono giunte diverse proteste.
Ci sembra che diverse questioni vengano trascurate troppo spesso; ci auguriamo che vi sia più interessamento da parte del capo officina, in special modo per questioni che interessano gli operai.
Premiati i vincitori della Mostra Fotografica
Martedì 22 Novembre sono stati consegnati i premi agli espositori premiati per le opere fotografiche esposte alla II Mostra d'Arte tra i lavoratori del Tecnomasio.
Le opere sono state scelte da una giuria formata dal comitato di Redazione della Rivista di fotocinematografia « Ferrania» presieduta dall'ing. Luigi Veronesi. I premi sono stati assegnati alle seguenti opere: lo « Saldatore » eseguita dal sig. Vittorio Batistutta; 2" « Dopo la pesca» eseguita da Emilio Motzo di Vado Ligure; 30 « Tulipano » eseguita da Alessandro Vismara; 4‹ « Verso la Vetta » eseguita da Salvatore Petruzzella ed il 5‹, premio è stato assegnato all'opera « Caterinette » eseguita da Sergio Fraschini.
Noi crediamo di interpretare
il pensiero della giuria affermando che tutte le fotografie esposte sono state eseguite con tecnica e perizia e che per la premiazione si è tenuto conto principalmente di quelle fotografie rispecchianti maggiormente la vita reale di ogni giorno.
Questo lo diciamo certi che anche la fotografia è arte specialmente quando sa cogliere ogni istante di vita vera e non semplice cartolina panoramica.
La Redazione de « Il Trasformatore » ringrazia tutti i partecipanti alla mostra fotografica e si augura per il prossimo anno un maggior successo, inoltre la redazione ringrazia i signori Luigi Veronesi e Gandini per i premi messi a disposizione dei premiati.
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