Milano 19(45)

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SALVARE IL DECENTRAMENTO DALLA

BUROCRATIZZAZIONE

Approvato dal Consiglio di Zona 19 un nuovo bilancio per il 1980 in sostituzione di quello già approvato a febbraio. La rielaborazione resa necessaria dai tagli governativi che rischiano di relegare a livelli burocratici i bilanci zonali

Prima dell'intervallo estivo dei suoi lavori il consiglio di Zona 19 ha approvato un nuovo bilancio di previsione per il 1980 in sostituzione di quello che aveva già approvato nel febbraio scorso. Tale rielaborazione si è resa necessaria in seguito ai tagli fatti dal governo alle finanze locali e quindi alle conseguenti minori disponibilità finanziarie dell'amministrazione comunale, che ha perciò dovuto ridurre gli stanziamenti per le singole zone.

Rispetto a quello di febbraio il nuovo bilancio prevede una riduzione della spesa complessiva da 3 miliardi e 900 milioni a un miliardo e 329 milioni di lire. Nello specifico prevede riduzioni delle spese preventivate per le scuole materne da 350 milioni a 119.600.000 lire, per le scuole primarie da 600 milioni a 204.670.000 lire ed in pari misura per le scuole secondarie, nonché altre riduzioni per gli asili nido da 50 milioni a 17.200.000 lire, per il verde ed arredo urbano da 800 milioni a 272.500.000 lire, per la costruzione ed il rifacimento di centri sportivi da 750 milioni a 255.170.000 lire e in egual misura per la manutenzione straordinaria di strade e piazze.

Nell'approvare il nuovo bilancio di previsione il Consiglio di Zona 19 ha altresì approvato un documento in cui esterna la propria preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare dopo l'emanazione del nuovo decreto sulle finanze locali, non solo per i gravi

NUOVI INSEDIAMENTI A TRENNO

Costruire nuove case salvando l'agricoltura

tagli imposti all'Amministrazione Comunale e la conseguente ripercussione sui bilanci zonali, ma anche per la grande incertezza e conseguente assenza di validi orientamenti, che emergono anche dalle indicazioni, spesso contraddittorie, rivolte dall'Amministrarione centrale alle zone.

Nel documento viene ribadita la validità della scelta fatta dall'Amministrazione Centrale con i bilanci azzonati: il 1979 ha segnato l'avvio di un metodo corretto della gestione del territorio, che consente una maggiore conoscenza dello stesso ed una costante verifica delle realtà socio-economiche.

Infatti, queste sono in continua, dinamica evoluzione e quindi richiedono una continua ridefinizione del tessuto sociale, una conoscenza della trasformazione della qualità e quantità della domanda, dello stato del patrimonio pubblico, dell'efficienza dei servizi e la scelta di un modo e di una cultura diversi con cui utilizzare le strutture pubbliche.

In tal modo diventa possibile avanzare proposte che tengono sempre conto della collettività, del quartiere, della zona, della città, secondo necessità globali e priorità oggettive.

Questo orientamento di grande respiro appare, oggi, depauperato dei valori più significativi e relegato a livelli pressoché burocratici dalla nchiesta di segue in ultima

BOX AL GALLARATESE

Il rischio che un allevamento di bestiame bovino da carne possa vedersi costretto a cessare la sua attività in seguito alla costruzione di un gruppo di abitazioni per il lotto di edilizia sovvenzionata a Trenno è stato l'occasione per un incontro-dibattito sul tema come

Si apre uno spiraglio

Da una delibera del Consiglio di Zona la possibilità di soddisfare un'aspirazione di numerosi cittadini del quartiere

Un significativo passo avanti per la realizzazione dei box per le auto al Gallaratese è stato compiuto dal Consiglio di Zona 19, che nella sua ultima seduta ordinaria prima delle ferie estive ha deliberato, all'unanimità, di adottare un documento approntato da un'apposita commissione e di andare ad un incontro che dovrebbe tenersi nei primi giorni di settembre, con l'Istituto Autonomo Case Popolari, con la ripartizione al Demanio e con l'assessorato all'urbanistica.

Il documento si articola in due parti: la prima è di carattere tecnico e, a parere del Consiglio di Zona. necessiterebbe ancora di qualche verifica su certi aspetti tecnologici e finanziari del problema.

La seconda parte, che definiremmo politica, fissa i criteri e gli obiettivi secondo cui il Consiglio di Zona intende muoversi. Innanzitutto precisa che l'obiettivo è di assicurare, anche in termini economici, a tutte le famiglie del Gallaratese la possibilità di avere un posto macchina coperto nel più breve tempo possibile, evitando la privatizzazione del suolo e del sottosuolo pubblico ed il suo utilizzo non programmato, cercando di impedire manovre speculative (quali, ad esempio, l'acquisto da parte di una sola famiglia di più box per poi affittarli al libero mercato), e definando i criteri di assegnazione.

A tal fine è necessario definire i bacini di utenza ed ottenere che le aree vengano concesse a cooperative in diritto di superficie, privilegiando le cooperative a proprietà indivisa.

Nel caso di cooperative a proprietà divisa il documento stabilisce che lo statuto della cooperativa stessa dovrà prevedere che in caso di recesso di un socio il box ritorni in proprietà della cooperativa, che lo gestirà affittandolo

a soci precedentemente esclusi dalla proprietà singola del posto macchina.

In caso di carenza di posti macchina rispetto alla domanda si dovranno ricercare soluzioni architettoniche idonee ad aumentare al massimo la disponibilità dei box previsti, tenendo 'presente che comunque la superficie al piano stradale dovrà essere di uso pubblico ed attrezzata per le funzioni previste dal piano particolareggiato.

far coesistere agricoltura, nuovi insediamenti abitativi e parchi.

L'allevamento in questione si trova in via Fratelli Riz_zardi, a Trenno, ma le nuove costruzioni, che dovrebbero essere costruite sui terreni da cui esso ricava la maggior parte dei foraggi necessari comprometterebbe non soltanto la sua sopravvivenza, ma anche quella di altre aziende agricole le cui risaie e le cui marcite si estendono tra Trenno e Figino. Inoltre un passaggio pedonale previsto all'interno del cortile della cascina potrebbe essere fonte di seri pericoli per la gente che lo utilizzasse.

In difesa della loro attività produttiva gli agricoltori delle zone 18 e 19 si sono uniti in un comitato di lotta, che pur non opponendosi alla costruzione di nuove case, riconoscendone l'urgente necessità, chiede che vengano modificati i piani di zona per conservare culture pregiate ed allevamenti di bestiame (tanto preziosi in tempo di deficit alimentare) e che ha trovato nel Consiglio di Zona 19 un attento interlocutore.

(nostro servizio a pagina 6)

Il rischio maggiore

La ripresa autunnale si presenta con prospettive tutt'altro che rosee. Sul piano economico la nostra bilancia dei pagamenti, il cui deficit nei primi sei mesi di quest'anno ha raggiunto livelli record, non sembra aver tratto particolari benefici dal turismo che, stando alle prime stime. quest'anno sarebbe stato meno florido che in passato, mentre la continua svalutazione della lira, specie nei confronti del dollaro, fa crescere il costo delle importazioni più di quanto non favorisca le esportazioni. Sul piano del lavoro la disoccupazione. che é già oltre

1'8%a dovrebbe raggiungere nel 1982 (secondo i dati 0CSE) r8.5% mentre si prevede che i prezzi continueranno a crescere in misura non inferiore al 18%e che il prodotto nazionale scenda quest'anno ben al di sotto dello zero. Quindi gli spazi per una ripresa del reddito e dell'occupazione restano molto pochi, Sono difficoltà obiettive. Ma il rischio maggiore, a questo punto, è che il governo venga paralizzato da contrasti interni, da logiche clientelari, magari alimentate dalla prospettiva di eventuali elezioni anticipate ventilata nel luglio scorso dal segretario socialdemocratico fango. Se cosi fosse ci sarebbe il rischio che si creino tensioni tali che potrebbero ricacciarci in una situazione di ingovernabilità.

in
FESTA DE L'UNITA AL MONTE STELLA (a Mina 9) GLI OPERAI A PALAllO MARINO SOTTO IL SEGNO DELLA MUSICA IL RITORNO ALLA CAMPAGNA HANDICAPPATO? LO ASSUMO E LO LICENZIO Ä ANNO V - N. 9 - Settembre 1981 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
IMPEGNO CHE DEVE ESSERE DI TUTTI
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Dimenticati... ma la bolletta arriva

Caro Milano 19 oltre ad essere un abbonato sono anche diffusore del giornale, perciò non è solo la mia voce che senti ma di tanti altri lettori.

Spero che il nostro giornale oltre che letto in zona lo sia anche dai dirigenti della SIP gli stessi che in questi ultimi tempi, complici del governo, hanno portato le tariffe telefoniche per gli abbonati a cifre quasi impossibili, dirigenti e governanti li sentite gli urli?le proteste? non vi fischiano le orecchie per le parolacce?

Aumentare le tariffe telefoniche (cosi è stato per la benzina e per altre "cose" ancora) è una prerogativa di questo e dei governi passati, invece di far pagare agli evasori fiscali, che sono tanti, e di fare le necessarie riforme.

Ora i lettori si chiederanno il perché di questo sfogo.

Le motivazioni sono due: la prima è proprio per gli aumenti tarillitri, la seconda è che per la SI P noi non esistiamo.

In questi giorni ci sono state recapitare a casa le guide telefoniche. sfido chiunque a trovare tutto il Gallaratese, il S. 1,onardo, Trenno, Figino sul fascicolo "Tt177 0 CITTÀ 8/ una guida utile e completa della tua città". Per i trasporti a pagina IO non esistiamo. per lo stradario alla tavolo .32 manca in parte il Gallaratese. non c'è traccia del S. lk.onardo, non esiste Trenno, Figino poi non si sa cosa sia, eppure tutti fanno parte del comune di .Milano. Ö..

Tutti gli abitanti di: queste zone come gli altri abitanti della città il "caro telefono" lo pagano.

Qualcuno alla SIP. se leggono questa protesta, l'anno prossimo penserà. per accontentarci, di completare il fascicolo prima citato: noi ne saremo contenti, ma (risi cari signori non è sufficiente, quello che vogliamo è anche la fine del caro telefono e non solo, perché poi, si vuole togliere la scala mobile (contingenza) ai lavoratori ma per gli aumenti dei prezzi della scala mobile esiste e continua.

Grazie dell'ospitalità saltai fraterni e auguri per l'ottimi, giornale. Luigi Vaj

Hai, hai, hai... queste autorità

Il Comitato Inquilini S. Leonardo, preoccupato per la salute dei residenti, richiede urgentemente prestazioni di oculisti, otorinolaringoiatra nonché in qualche caso disperato , di psichiatri che alleviino la sofferenza degli abitanti del Quartiere S. Leonardo.

Detti abitanti sono fortemente depressi credendo di vedere cortili sporchi ed in disordine, annusare effluvi di materiali in decomposizione nonché osservare edifici che necessitano di opere murarie e di pulizia.

Questo stato di grave malessere è causato dall'asserzione dello IA C PM che, in un sopralluogo fatto a sorpresa ha riscontrato piazzali interni perfettamente tenuti, puliti scrupolosamente e caseggiati decorosamente mantenuti ove i rarissimi interventi sono evasi con solerzia e celerità senza precedenti.

Il Comitato Inquilini, inoltre, ringrazia le Autorità preposte che, in un impeto di generosità hanno fornito il S. Leonardo di un parcho giochi d'avanguardia. Sono infatti state abolite le recinzioni (causa frequente di crisi depressive) ed al posto delle sorpassate piante ree di filtrare i benefici raggi solari e sono senza profumo, hanno dotato il suddetto parco di strutture metalliche semoventi di forme varie che ricordano auto e motoveicoli, Queste strutture, non nascondono il sole, costringono i bambini ed i ragazzi ad una salutare ginnastica per evitarne timpano, tengono compagnia con il brontolio di nascosti marchingegni ed odorano gradevolmente di benzina.

Ancora un grazie sentito perché in questo spazio atrezzato non si trovano assolutamente siringhe usate da drogati, tutt'al più qualche innocente persona che dorme abbandonata su una pavimentazione terrosa il sonno del giusto.

Nonostate l'ironia delle frasi precedenti, il Comitato Inquilini S. Leonardo denuncia lo IA C PM che in data 16 aprile c.a. con lettera del Servizio Coordinamento Tecnico III Zona Decentrata annunciava la sostituzione o riparazione delle porte camerette immondezzai (non ancora avvenuto, richiamava le pulitrici ad un servizio più accurato (non rammentando che esistono edifici sprovvisti di tale servizio anche se da tutti i residenti pagato) provevdeva a sensibilizzare la ditta manutentrice degli ascensori (vecchie corrette asmatiche con forte tendenza a bloccarsi tra un piano e l'altro), constatava la pulizia delle parti comuni (non osservando carta straccia e lattine vuote sparse ovuque) ed annunciava un piano di segnaletica nel quartiere (tutt'ora a livello di labirinto).

Oltre a ciò telefonate intercorse tra la Segreteria del Comitato ed i Geometri carota e Pedrini rimandano di settimana in settimana (da gennaio u.s. ad oggi) la definitiva sistemaziuone del parco giochi.

Nel momento che viene stilato questo comunicato, una squadra è al lavoro nel suddetto campo giochi; sono state alloggia-

te panchine tanto necessarie agli anziani già senza alcun luogo ove riunirsi per rilassarsi; sistemato il terreno (copertura buche), rimane la speranza che attuino il progetto della recinzione in muratura-sedile.

Il Comitato Inquilini S. Leonardo, tramite queste righe vuole portare a conoscenza della Zona 19 la "premurosa attenzione" data dallo IA C PM e dal Comune di Milano agli abitanti del Quartiere S. Leonardo. Comitato Inquilini S. Leonardo

Una panchina per i tranvieri

Nella mia ,famiglia è quasi sempre mia moglie a segnalarmi casi e situazioni. Abitiamo vicino al capolinea della 68 e della 69 e mia moglie, come dicevo, un giorno si è impietosita vedendo alcuni tranvieri in un assolato pomeriggio di giugno, fermi in piedi sotto l'ombra di un albero durante il meritato breve riposo dopo il viaggio regolamentare. Al vecchio capolinea, mi ha detto, c'era la possibilità di sedersi su una panchina, ora no; pima poi il controllore aveva a disposizione una cabina nelle giornate fredde o piovose, ora no.

Inoltre mia moglie, con il realismo di tutte le mogli, mi ha riferito che certi bisogni dovrebbero avere una ubicazione precisa e non essere destinati ai prati con il pericolo di una denuncia per offesa alla pubblica decenza oda quello, ben più grave, delle maledizioni delle portinaie (ora soltanto "pulitrici") dei locali dei rifiuti dei caseggiati vicini.

Roberto Tedeschi.

P.S. - anche una fontanella servirebbe senz'altro.

Seviziare un toro non è spettacolo

Egregio Direttori spero che sul suo giornale, al quale sono abbonata, si trovi posto per questa mia protesta, anche se non ha niente a che fare con il quartiere o la città, per un fatto che mi ha coinvolta come persona civile.

Vorrei potestare contro la corrida, una usanza più che barbara alla quale ho assistito durante un viaggio in Spagna, e che tutti accettano come se fosse impossibile dire BASTA! Sono stata quasi derisa per il mio palese disgusto e mi si è ricordato che le cose sbagliate al mondo sono così tante , ma perché si deve sempre tacere di fronte ad esse? Avevo già una mia opinione su uno spettacolo che é stato. ampiamente mostrato nei documenti, opinione che era negativa ma che speravo potesse risultate sbagliata. Nomi di persone famose, artisti e letterati avevano esaltato un certo spirito che doveva essere la motivazione per uno spettacolo di quel tipo in modo da salvarne qualcosa. Con i miei occhi non ho visto niente di nobile, di epico. di giustificante. Ho visto crudeltà umana. Un animale indifeso viene seviziato sotto gli occhi di tutti, spinto alla reazione per la incomprensibile sofferenza e poi deve morire così, per far divertire gente che ha anche pagato un biglietto, oltretutto caro, per vedere. Mi sono sentita colpevole, e colpevoli mi sono sembrati tutti quei turisti che filmava-

no e scattavano foto per portarsi a casa /'aberrante ricordo. C'erano anche gli spagnoli, certo, e mi ha colpito il grande numero di bambini, che alla morte del toro ridevano e applaudivano ... Ma noi che non vorremmo certo veder praticati nel nostro paese spettacoli così ignobili, non possiamo fare qualosa perché cessino? Se almeno tutti i turisti rinunciassero alla corrida per una decisione presa a priori, anche quando fosse compresa nel prezzo globale del viaggio, potrebbero per lo meno dimostrare che non contribuiscono alla sua continuazione nel tempo. Per quelli che amano comunque lo scenario e l'atmosfera dell'arena, e vogliono ammirare il coraggio dell'uomo davanti al rischio. c'é poi la corrida provenzale, quale si pratica a Nimes o ad Arles ed in altri luoghi del sud della Francia, dove non si praticano sevizie al toro, ma lo si avvicina per applicargli una coccarda colorata, vince chi ne ha collocate di più, e il pubblico si diverte ugualmente, senza il macabro finale. La ringrazio per aver ascoltato la mia voce, che ha il solo scopo di invitare a riflettere. Cordialmente.

Lettera firmata

Non siamo fenomeni da baraccone

Noi anziani e pensionati del quartiere, non accettiamo quello che dice e che fa il gestore della Discoteca - ex Cinema ALPI. PERCHE sono bugie quello che lui afferma a mezzo di certi giornalisti dell'Occhio che credono di fare giornalismo scrivendo idiozie nei nostri confronti.

PERCHÈ non vogliamo essere classificati come fenomeni da baraccone: fra noi non ci sono John Travolta e nemmeno nonnette di 78 anni scatenate.

Noi pretendiamo rispetto dal gestore Bertolotto, il quale non deve credere di poterci abbindolare nella sua discoteca dandoci una aranciata e un biscottino come fanno i bambini che vanno allo Zoo e danno una spagnoletta alle scimmiette e tutti finisce lì.

Scuola Fogazzaro

Visto l'elzeviro intitolato M EDI A pubblicato a pag. 5 di Milano 19 del mese di maggio che riguarda in modo particolare la scuola da me diretta, per delibera del Consiglio di Istituto ai sensi dell'art. 8 della Legge n. 47 del 8/2/ 1948 La invito a pubblicare nel numero successivo la seguente modifica:

I) - "Le notizie dell'elzeviro intitolato MEDIA sono imprecise e non complete per quanto riguarda la succursale della scuola media Fogazzaro". Si specifica: Le alunne che frequentano la succursale di via P.C. Salerio 51, non possono assolutamente essere portate nella sede centrale. La stessa succursale è un'integrata a tempo pieno e compie in tal modo una funzione sociale insistentemente richiesta dalla popolazione della zona. La succursale è tutta femminile (e la cosa è tutt'altro che illegale) poiché fin dal suo sorgere ha teso alla socializzazione delle ospiti dell'Istituto Casa Salerio: scopo ottimamente perseguito e perseguibile in ogni momento. La succursale è pubblica - e non privatizzata con insegnanti

e personale ausiliario pagato dallo Stato. Sicura che venga dato il dovuto rilievo a tale rettifica, si ringrazia e si porgono distinti saluti.

Il Preside

Dott. Prof. Jole Monaro

Ringraziamo la Preside della scuola media Fogazzaro per la lettera che ci ha scritto e che comunque avremmo pubblicato (anche senza richiamo alla legge sulla stampa) essendo nostra consuetudine pubblicare tutte le lettere che ci pervengono. Per facilitare la ricerca a quanti dei nostri lettori volessero andare a rileggerlo diremmo che il brano cui la professoressa Monaro fa riferimento non è un "elzeviro " (che è tutt'altra cosa sia per il tipo di carattere sia per argomento) bensì un semplice paragrafo introdotto dal sottotitolo "Medie" (e non "media"), che fa parte dell'articolo "Riordinare la distribuzione della popolazione scolastica", firmato Gabriella Finanzi e pubblicato sul nostro numero di maggio scorso a pagina 5.

Nossignore. Pretendiamo rispetto perché noi abbiamo lavorato tutta una vita, anche zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 1/i ,stenti magari, ma dignitosa e onesta, e perciò non possiamo barattare il diritto 'ò/" riposo e alla tranquillità con gli interessi di un gestore e di una società manovrata a scopi di lucro non tutti puliti!

Noi cittadini del quartiere, anziani e meno anziani, non vogliamo essere presi in giro da nessun giornalista quale che sia la testata del suo giornale e da nessun Bertolotto!

I Bertolotti e i loro giornalisti cercano di farci dimenticare che centinaia di persone per sei notti alla settimana non possono riposare grazie alla discoteca. Noi cittadini del quartier, anziani e meno dobbiamo essere solidali con i concittadini danneggiati dalla Discoteca anche se non siamo direttamente colpiti dal disturbo come loro. Non dobbiamo dimenticare che quello che sta avvenendo in via Ricciarelli domani potrebbe avvenire agli abitanti di altre vie di San Siro. Anziani e giovani dobbiamo essere a fianco del Comitato contro la Disoteca.

Un pensionato del Quartiere S. Siro

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'Mano 19 - pagina 2 settembre 1981
- Via Chiarelli 10 BOUTIQUE UOMO E DONNA Milano - P.za Zavattari, 4 Tel. 496.623
Mercato Comunale

I primi operai a Palazzo Marino

Eletti ne11889, per la prima volta, rappresentanti dei lavoratori al Consiglio Comunale cli Milano, ma sindaco viene rieletto il banchiere Belinzaghi

Terza puntata

L'aggregazione dei Corpi Santi e le polemiche che ne erano derivate fecero compiere una svolta alla vita politica della città. In occasione delle elezioni del 1880 fu messo da parte il "fair play" che fino ad allora aveva indotto tutti i comitati ad includere nelle loro liste le personalità cittadine più eminenti, considerandole, più a torto che a ragione, "al di sopra delle parti"; i comizi - che per il solito si tenevano nei saloni degli alberghi - si fecero più accesi e apparvero i primi manifesti e striscioni bianchi ed _azzuffi 9he invitavano a votare per Gaetano Negri, altro esponente della ricca borghesia, il quale quattro anni più tardi, nel 1884, succederà a Giulio Belinzaghi sulla poltrona di sindaco, restandovi fino al 1889.

Intanto la città continuava a crescere. La cinta daziaria andava allargandosi, il piccone dei demolitori abbatteva implacabile le vetuste case a due piani ed i cascinali dell'epoca di Maria Teresa ed Emilio De Marchi, esaltandosi a tale vista, scriveva: "Sto Milanon l'è on cittadon"!

Il modello cui si guardava era Parigi, ai cui gusti ed al cui fanatismo quasi idolatra per la tecnica ed il progresso (quello tecnologico, si intende, ché di quello sociale ed economico delle classi povere, i ricchi certamente, allora come oggi, non si preoccupavano) andava sempre più ispirandosi la borghesia milanese, il cui entusiasmo esplose irrefrenabile all'apparire di un ballerino che, reggente una lampada elettrica, interpretò la scena del "Progresso" nel gran ballo "Excelsior" rappresentato alla Scala nel marzo 1881.

Ormai per celebrare questa nuova liturgia non mancava che una grande esposizione, sul tipo di quella inaugurata nel 1871 nella capitale francese. Il

progetto venne accolto con grande favore. In breve si trovarono i soldi necessari: ottocentomila lire di allora, che sarebbero poi come alcuni miliardi delle nostre lirette di adesso. Si decise che l'esposizione si sarebbe fatta ai Giardini Pubblici e se ne affidò la costruzione all'architetto Giovanni Ceruti.

Dalla Mongolfiera all'Isba russa

Il 5 maggio 1981 i cancelli dell'Eiposizione Nazionale (come venne pomposamente chiamata) si aprirono davanti alla carrozza di re Umberto e della regina Margherita, tra l'entusiasmo dei presenti; ma nei brindisi e nei discorsi inaugurali nessuno si ricordò degli austriaci, che erano stati non soltanto i realizzatori dei Giardini Pubblici, ma anche i promotori di quello spirito di iniziativa, di cui Milano poteva cogliere i frutti.

Nè tantomeno, nessuno si ricordò delle migliaia di operai, che con la loro fatica mal pagata avevano costruito quelle macchine moderne e complicate che, inghirlandate di fiori, facevano bella mostra di sé sotto i padiglioni dalle volte a lucernario, fra gli edifici a cupola, gli archi di gesso, le colonne e le fontane "in mezzo a boschetti di annose piante, a viali spaziosi ed ad aiuole fiorite", come annunciava un manifesto dell'epoca. Per la verità più che nazionale avrebbe potuto essere chiamata esposizione lombarda. Bastava guardare i nomi: Pirelli, Cantoni, Crespi, Richard Ginori, Breda, De Angeli, Cugini Praga (quelli che asfaltarono tutta Milano), Alessandro Rossi. Il successo fu comunque indubbio: migliaia di prodotti esposti da settemila aziende industriali ed artigiane su un'area edificata di 44.000 metri quadrati. In capo a tre

mesi si contarono settecentomila visitatori attratti magari più dal tunnel di vetro ed acciaio lungo 260 metri, dal pallone frenato con cui si potevano compiere ascensioni (a pagamento, si intende!), dall'ascensore idraulico con cui si poteva salire in cima alla torretta panoramica alta quaranta metri, dalla piccola ferrovia elettrica, dalla famosa "Isba russa" (che i milanesi non più giovani ricordano ancora essendo sopravvissuta fino agli anni trenta) dove si potevano degustare le specialità della liquoreria Canetta, che non dai prodotti e dalle-macchine esposti.

Ma la grande novità venne l'anno dopo , quando l' I I febbraio 1882 il ridotto della Scala fu illuminato con le lampade Edison ad incandescenza e l'anno successivo ben 2880 lampadine elettriche illuminarono interamente il maggior teatro milanese.

Addio monti sorgenti ... dai tetti

Tanta frenesia per il progresso finì con il travolgere anchela "servitù del Resegone", ossia quella saggia disposizione urbanistica che, prendendo nome dalla tipica montagna dalla cresta a sega, stabiliva che di fronte ai bastioni del "corso delle carrozze" (i bastioni di Porta Venezia, che ancor oggi fiancheggiano i Giardini Pubblici) l'altezza degli edifici doveva essere tale da lasciar libera la vista delle Prealpi verso Loreto.

Nel 1881 un gruppo bancario, capeggiato dalla Banca Commerciale, aveva acquistato la grande area del Lazzaretto (quello di cui parla Manzoni nei Promessi Sposi), che copriva il quadrilatero oggi delimitato da via Lazzaretto, via S. Gregorio, corso Buenos Aires e viale Vittorio Veneto. Tutto quel terreno fu pagato una sciocchezza, soltanto 1.803.609 lire di allora (una cifra irrisoria anche a quei tempi vista la vastità dell'area), al Comune che parve ben lieto (ma le cronache del tempo non riferiscono se a tanta letizia abbia contribuito anche qualche bustarella) di disfarsi del vetusto edificio. O forse era ancor più lieto di liberarsi delle famiglie che vi vivevano in condizioni di tremenda miseria, ammassate nelle trecento cellette, i cui innumerevoli figli vagavano scalzi nel grande cortile, che nelle notti d'inveno veniva allagato affinché la mattina dopo fosse tutto una lstra di ghiaccio da tagliare e da conservare fino all'estate in grandi buche coperte di paglia.

Tutte quelle famiglie si sentirono promettere case più belle, più grandi, più comode, ma alla fine si ritrovarono ammassate da un'altra parte, un po' più in periferia e certo non più con-

fortevole, dove erano state cacciate per far posto ad altra gente, con più denaro, che andò ad abitare nel nuovo quartiere costruito sulle macerie del Lazzaretto, fatto di brutte case tutte uguali, la cui altezza superava di gran lunga i limiti imposti dalla "servitù del Resegone", che nessuno intervenne a difendere. Così dai bastioni sparì per sempre il panorama dei monti.

Intanto si era giunti al 1884. Gaetano Negri prese il posto di Belinzaghi sulla poltrona di sindaco ed in via Orefici 2 nacque una nuova società con capitale italo-americano: la Società Telefonica Lombarda, le cui apparecchiature erano state totalmente importate dall'America.

L'anno seguente gli utenti del telefono erano 1277 (tutti uffici pubblici o ditte) che realizzarono punte di dodicimila telefonate giornaliere. In quello stesso 1885 il Comune concesse alla Edison l'appalto del servizio di illuminazione stradale con lampade ad arco ed alla luce dei nuovi lampioni i milanesi si contarono: erano 355.314, quasi il doppio di quando gli austriaci se ne erano andati. Tempi nuovi all'ombra del Duomo

Ma l'avvenimento più importante non soltanto a livello cittadino, di quel 1885 fu un altro: il primo congresso, tenutosi appunto a Milano, del Partito Operaio (il futuro Partito Socialista), che turbò i sonni dei "buoni" borghesi con le note dell'Inno dei Lavoratori, cantato per la prima volta nel testo italiano scritto per l'occasione da un giovane avvocato di 28 anni: Filippo Turati, che più tardi sarà consigliere comunale per vent'anni, dal 1906 al 1926. Quel congresso segnò il declino degli anarchici, capeggiati da Ambrogio Galli, e pose in risalto l'esigenza di una sempre maggiore solidarietà tra i "figli dell'officina" ed i contadini.

L'anno successivo gli uni e gli altri si trovarono a lottare fianco a fianco. Il l° aprile 1886 (bel pesce d'aprile!) a Porta Tenaglia i dazieri, in osservanza a nuove disposizioni impartite in seguito all'aumento del prezzo della farina, sequestrarono il pane eccedente i 400 grammi di peso che i manovali che dalle campagne venivano a lavorare in città si portavano da casa per il loro misero pasto. Due giorni dopo lo stesso fatto si ripeté a Porta Garibaldi ed a Porta Ticinese; ma operai e contadini non accettarono supinamente e dopo una breve, ma dura lotta riuscirono a far revocare il provvedimento.

Tre anni dopo, alle elezioni Idei 10 novembre 1889, le prime

con suffragio allargato (41.449 elettori, 21.131 votanti, evidentemente non si era ancora presa piena coscienza dell'importanza del voto) dei rappresentanti degli operai vennero per la prima volta eletti al Consiglio comunale di Milano. Le liste in lizza erano due: una dei moderati (che rappresentava la borghesia conservatrice e che era patrocinata dal giornale "Perseveranza") l'altra radicale, sostenuta dal giornale "Secolo". I radicali, per ottenere i voti anche dei socialisti, avevano messo in lista il pubblicista socialista umanitario Osvaldo Gnocchi Viani ed il tipografo Vincenzo Corneo, indicati dal "fascio dei lavoratori" e sostenuti dalla potente società muraria milanese e da altre 18 associazioni democratiche. Anche i moderati, dal canto loro, avevano messo in lista un fabbro ferraio ed un formaggiaio: segno dei tempi nuovi ! Vinsero i moderati, che conquistarono 46 seggi, ma i radicali, con i loro 34 seggi, ottennero che fosse costituita una "giunta di conciliazione", pur accettando che sindaco fosse

un moderato: il solito Giulio Belinzaghi. Ci vorranno ancora dieci anni ed un bagno di sangue prima che Milano abbia il suo primo sindaco di sinitra!

(3 - Continua. Le puntate precedenti sono state pubblicate sui numeri 6 - e 7/ 8 del 1981)

ERRATA CORRIGE

Per un errore tipografico. cui è seguita una svista nella correzione delle bozze. nella seconda puntata della "Breve storia dei primi anni di amministrazione comunale " (quella pubblicata sul numero di luglioagosto scorso) è stato scritto che il quotidiano ll Giorno. quello che ancor oggi si pubblica. è nato nel 1975 anziché nel 1956. anno in cui il suo primo numero è uscito nel mese di aprile. Ce ne scusiamo con i nostri lettori.

settembre 1981 pagina 3 - milano 19
BREVE STORIA DEI PRIMI ANNI DI AMMINISTRAZIONE COMUNALE

ANCORA APERTA LA QUESTIONE DELL'EX CINEMA ALPI

Riapre la discoteca rimangono i problemi

In questo mese di settembre dovrebbe riaprire i battenti la discoteca di via Ricciarelli, a San Siro, che, come abbiamo avuto modo di scrivere a suo tempo, era stata chiusa per ferie e per restauri alla fine del mese di giugno scorso, dopo che l'assessore alla sanità Casali aveva inviato alla proprietà un'ingiunzione di provvedere entro cinque giorni ad una più efficace insonorizzazione del locale.

In questo periodo non sono comunque mancate le iniziative per una soluzione definitiva del problema. 11 Consiglio di Zona 19 ha avuto un incontro con gli assessori interessati ed il suo presidente Pasquini ha inviato all'Amministrazione comunale una lettera di protesta perché il sindaco non ha mantenuto l'impegno di incontrarsi entro i L 30 giugno scorso con l'organismo del decentramento e con i cittadini interessati per discutere sulla questione.

Da parte sua il Comitato di lotta contro la discoteca venuto a 'conoscenza . che ,nei locali di via benché "chiusi per restauri" era stato programmato per 1'8 luglio scorso lo spettacolo musicale "Disco Sole" con il patrocinio del Corriere d'Informazione e di Radio

Studio 105, si è mobilitato perché tale manifestazione non si svolgesse. Con un esposto in data 2 luglio indirizzato alla pretura, al Sindaco, all'Ufficio Igiene, alla Vigilanza Urbana ed agli assessorati competenti ha chiesto che venissero applicate tutte le norme di legge in merito al caso, nella convinzione che la discoteca non dovesse riaprire in quanto erano in atto due provvedimenti: il sequestro degli impianti da parte della magistratura e l'ingiunzione dell'Ufficio Igiene e Sanità di eliminare tutti i disturbi causati dagli impianti.

Nei successivi giorni il comitato ha eposto al magistrato ed alle autorità comunali responsabili le proprie ragioni ottenendo il risultato che la discoteca non ha avuto l'autorizzazione per lo spettacolo dell'8 luglio.

Nell'illustrare tale risultato al Consiglio di Zona 19 il Comitato di Lotta contro la discoteca ha colto l'occasione per presentare una mozione per "denunciare pubblicamente il clima di repressione politica che si è venuto a creare rispetto all'attività del comitato, attività che si concretizza in una lotta per un quartiere diverso, qualitativa-

Cascina Lampugnanello

mente e culturalmente migliore". lamentando "le manifestazioni vietate continuamente dalla questura, le denunce pervenute ad alcuni esponenti del comitato, alcune aventi come unico capo di imputazione slogan generici davanti alla discoteca".

Affermato che di fronte a tali fatti non si puo restare indifferenti e dopo alcune considerazioni sull'atteggiamento delle forze dell'ordine ed un invito al Consiglio di Zona 19 a prendere posizione "affinché procedimenti di questo tipo non abbiano più luogo", la mozione si conclude ribadendo "il diritto di manifestazione e di partecipazione pacifica degli abitanti della Zona 19".

Nella sua seduta del 2 luglio scorso il Consiglio di Zona 19 ha approvato all'unanimità la richiesta di installare nella nostra zona, in forma stabile, un circo per arte varia, o teatro tenda che dir si voglia.

La struttura dovrebbe dare una risposta, sia pure ancora parziale, alla richiesta di luoghi di spettacolo che emerge sempre più nella nostra zona, dove l'unica struttura del genere finora esistente è il Palazzetto dello Sport al Lido, ampiamente insufficiente a soddisfare la domanda.

Nell'avanzare la richiesta la

direzione del teatro tenda ha proposto un programma di spettacoli di arte varia per 250 giorni all'anno. Nei restanti cento gioni circa la struttura potrebbe essere utilizzata per spettacoli od altre manifestazioni promosse dal Consiglio di Zona, con la partecipazione dei cittadini.

L'area su cui il teatro tenda sorgerà sarà quella tra l'Istituto di Nazareth, via Benedetto Croce, via Sant'Elia e la stazione Lampugnano della Metropolitana ed appare facilmente accessibile per tutti gli abitanti della zona.

"MILANO 19" è il giornale fatto da abitanti delta zona 19 per gli abitanti della zona SCRIVICI ANCHE TU!

RENATO s-eride' íó71499reih)éÉ

(te(tfonare ore pasti stirai i)

Al termine di una manifestazione pubblica tenutasi al Palalido nel corso della quale aveva parlato della crisi politica ed economica, degli sviluppi della situazione dopo la formazione del governo Spadolini e dei risultati delle elezioni amministrative tenutesi a giugno in alcuni importanti comuni ed in, Sicilia, l'On. Giorgio Napolitano, della direzione del Partito Comunista, ha

Una proposta per il recupero della cascina Lampugnanello è stata avanzata dal gruppo editoriale Electa, che pubblica alcune riviste di architettura, tra cui la nota rivista Casabella. Nell'avanzare la proposta il gruppo editoriale si è impegnato a trasformare la cascina in un centro culturale, nel quale dovrebbe trovare spazio una biblioteca laboratorio, che dovrebbe fungere da catalizzatore ta.

degli interessi dei giovani. Nell'accogliere con 17 voti favorevoli ed uno contrario la richiesta il Consiglio di Zona 191 ha deliberato di costituire, nell'ambio della Commissione Cultura, un gruppo di lavoro, che dovrebbe procedere ad un censimento delle cascine esistenti nella nostra zona, del loro stato attuale e delle misure che si rendono necessarie per la loro salvaguardia.

È stata approvata l'istituzione di una nuova linea di autobus che collegherà la nostra zona alla zona 20. la linea verrà realizzata in due tempi. In uni primo tempo verrà attivata una linea provvisoria che partendoi dalla stazione della Metropolitana di Lampugnano percorrerà via Sant'Elia fino a piazza Kennedy, quindi piegherà a sinistra lungo viale De Gasperi fino a Via Gallarate, raggiungendo il cimitero Maggiore, poi piegherà a destra e, superato il sottopasso dell'autostrada, fiancheggierà la parte sud di Quarto Oggiaro per immettersi in viale Espinasse e raggiungere il capolinea in piazza Santorre di Santarosa.

In un secondo tempo, quando sarà ultimato il tratto di strada che collegherà via Quarenghi con via Cefalù e quindi con via Gallarate, questo primo percorso dovrebbe essere sostituito da quello definitivo, che partendo dalla stazione della M M Uruguay raggiungerà lungo la nuova strada via Gallarate ed il Cimitero Maggiore, poi superato il sottopasso dell'autostrada, fiancheggerà il lato sud di Quarto Oggiaro per andarsi ad attestare al nuovo capolinea sul piazzale della stazione unificata (FF.SS. e Ferrovie Nord) della Bovisa.

Addio a115 a S. Siro

fatto una breve visita al Gallaratese, dove di è intrattenuto con alcuni cittadini informandosi sui problemi del quartiere. Nella foto l'On. napolitano stà consumando un frugale spuntino alla festa dell'Unità organizzata al Gallaratese dalla sezione Di Vittorio del PCI mentre si intrattiene con la segretaria della sezione stessa.

Forse una soluzione per la Casa Albergo

Rispodendo ad una lettera che il Consiglio di Zona 19 aveva indirizzato a tutti gli istituti universitari della nostra città, l'Opera Universitaria del Politecnico di Milano si è dichiarata interessata all'utilizzo della Casa albergo costruita (dopo aspre polemiche che tutti ricordano) in via Borsa, al Gallaratese, ultimata ormai da un anno e finora non ancora utilizza-

SantElia Lampugnano

In seguito a tale risposta il Consiglio di Zona 19, nella sua seduta del 17 luglio scorso, ha espresso all'unanimità parere favorevole all'uso della struttura da parte del Politecnico e si è impegnato a promuovere al più presto un incontro fra le parti per la stipula della necessaria convenzione.

È in visione fino al 10 settembre 1981, presso il Consiglio di Zona 19, in via Pogatschnig 34, il Piano Particolareggiato dell'area compresa tra il quartiere Gallaratese, le vie Salerio, Orsenigo, Sant'Elia e nuova via Trenno relativo alla zona d'interscambio Sant'Elia-Lampugnano.

Tutti i cittadini che volessero prenderne visione possono farlo presso gli uffici del Consiglio di Zona stesso, che rimangono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17, nonché al sabato mattina dalle 9 alle 12.

Il tram numero 15 non arriverà più a San Siro, La linea tramviaria nel tratto che interessa la nostra zona cambierà numero e diventerà 24 nell'ambito di un piano di ristrutturazione della rete di trasporti urbani che l'A.T. M. stà attuando in accordo con l'Amministrazione comunale.

Non si tratterà di un semplice cambiamento di numero, ma di una vera e propria variazione di percorso, che comunque non riguarderà il tratto di linea che percorre la nostra zona.

Difatti il 24 dovrebbe seguire lo stesso tragitto finora percorso dalla linea 15 nel tratto da piazza Axum fino a piazza del Duomo. Qui invece il percorso dovrebbe cambiare ed anziché andare lungo via Torino, corso Ticinese fino al Gratosoglio dovrebbe inserirsi nell'attuale linea del 24 e lungo corso di Porta Romana, corso Vigentina, via Ripamonti dovrebbe raggiungere il Vigenti no al confine tra il territorio del Comune di Milano e quello del Comune di Opera.

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settembre 1981 Nuova linea li autobus
Teatro Tenda in Zona
Un
NAPOLITANO
AL GALLARATESE

Sotto il segno della musica

Cronaca poco seria, ma fino ad un certo punto, di un concerto per giovani

Non ero mai stato ad un concerto.

Un giorno mi chiedono: "Ho i biglietti per il concerto dei "Gravi Difficoltà" al Vigorelli. Vieni a vederli?" È giusto che provi un po' di tutto. Bene, vengo!

Causando una non indifferente abbassamento del mio grafico finanziario pago, fra lamentose lacrime, i soldi del biglietto. La sera dopo, un'eroica pattuglia di sette unità, parte per la nuova avventura, munita di pesanti sacche piene di cibi e bevande varie. La "vita" ci aspetta!

Strada facendo cerco di immaginare a cosa vado incontro, impregnato come sono di un curioso scetticismo. ma non vi riesco: l'unico spunto è il "sentito dire" per cui vi rinuncio.

Sui mezzi pubblici, visti gli abbigliamenti di alcuni individui, non fatichiamo a comprendere che anche loro saranno dei "nostri". Finalmente giungiamo al Vigorelli. Osservo: niente altro che giovani. Capigliature che vanno da zero a duecentottanta centimetri. vestiti che viaggiano in un arco che comprende sia vistosissime canottiere a strisce coloratissime che magliette e gilé di sicura marca francese; sia modernissimi "bermuda militari", che normali blue jeans retti da invidiabilissimi bretelloni, rubati, probabilmente, alla nonna sciatrice. Non parliamo delle calzature: sandali, zoccoli, scarpe da tennis, stivaletti (beato lui che non ha caldo ...)

Qualcuno risolve il problema girando addirittura a piedi nuti (beato lui che ne ha il coraggio). Poi giubbotti neri, fasce sui capelli tipo Borg, spille, adesivi, maglietteinneggianti i "Grandi Difficoltà". Qualcuno, che deve aver sbagliato strada, chiede se stasera correranno anche Moser e Saronni, ma subito gli viene tappata la bocca con una spilla degli "ACDC". Baracchini che vendono dai- popcorn al pane e pomodoro (ricetta publiese): viva l'umiltà!

Ma eccoci all'entrata: una mandria di persone cerca, con modi più o meno bruschi, di penetrare nel "catino". Dopo esserci travestiti da tori e mucche a seconda di come mamma ci ha fatto, ci uniamo alla mandria. Molteplici sballottamenti e con stupore notiamo che siamo dentro! Saliamo alcune scale e .... dalla nostra bocca fuoriesce un'esclamazione tipica di quei paesani che vedono per la prifila volta un UFO (in città qiamo abituati). Il velodromo di fronte a noi, sembra uno spettacolo eccezionale. Colori su colori, gente su gente, il grande prato all'interno della pista e al centro di esso il palco dove "loro" si esibiranno.

Ma dopo lo sbandamento iniziale torniamo in noi stessi e facciamo una rapida consultazione "inter nos" per stabilire dove sedersi. le gradinate anche se un po' più lontane dal palco sarebbero comodissime a qualcuno di

noi è del parere che la cosa sarebbe troppo normale. Cosa mai racconteremmo ai "restati a casa"? Notiamo che la rete che divide gradinate e prato è stata sfondata in un certo punto. Fra scene che ricordano lo sbarco in Normandia ci uniamo alla flotta e passiamo. Il dado è tratto! Ci accomodiamo in un punto della pista. Sono le sette pomeridiane. Mancano ancora due ore. Tuttavia la faccenda comincia a piacermi. L'ambiente, illuminato da un beatificante tramonto estivo, comincia ad infrangere il mio scetticismo.

Maree di gente stanno entrando ci si stringe sempre di più. la solita vecchia artrosi si fa sentire. I crampi giocano con le mie gambe. Sono costretto a mettermi le ginocchia nell'apparato orale.

Qualcuno apre una lattina e mi lava la faccia. Un altro la rovescia e mi bagna il deretano. C'é chi cerca di passare e mi rifila calci sulle gengive e sulla schiena. E meno male che chiedono scusa. Qualche venditore di bevande ha la cassetta refrigerante bucata e semina acqua dove passa. I lavati reagiscono o con terminologie non riportabili o con gentilissimi "grazie" (il caldo si fa sentire).

Adesso giunge la voce che hanno sfondato. Altra marea di gente. Non resta altro che stare in piedi. Sempre meglio che seduti con le gambe a cavallo delle orecchie.

Folate di vento portano, ogni tanto un tenue sorriso di soddisfazione sui visi stravolti e accaldati. I "supporter" hanno iniziato a suonare e la gente applaude. Mi chiedo come ne abbia la forza. Ma il tempo incalza: sono le ventuno e trenta e dei "Gravi" neanche l'ombra.

Giunge la voce che il batterista è stato ricoverato per "doglie" ma nessuno lo vuol credere: un vero uomo di spettacolo non lascia il pubblico neanche se sta per partorire. Molto più credibile la notizia che il tastierista è affo-

gato nella vasca da bagno giocando con le barchette di carta.

Alle 21.45 tutte le luci si spengono. Sono loro! Nel buio una voce: è il chitarrista! Il leader! Si alza un'ovazione dopo di che i cinque prendono a suonare. le canzoni si susseguono e la cosa mi piace sempre di più. Lo scetticismo è andato del tutto a farsi benedire. Anch'io non posso fare a meno di gridare, muovermi ed accompagnare la musica con il battito delle mani. Ora il cantante annuncia il pezzo forte: migliaia di accendini e fiammiferi vengono accesi nel velodromo. Una nuova fragorosissima ovazione. Tutti alzano le mani al cielo e le battono scandendo il tempo della batteria. C'é chi balla. Chi mima il chitarrista o il batterista. Chi salta e chi canta. È una preghiera vivente. Credevo si potesse pregare solo Gesù Cristo o la Madonna. Ma anche questa è una preghiera. Una preghiera che esprime l'immensa voglia che i giovani hanno di vivere, di gridare, di muoversi di cantare, di agire: di uscire, anche per un momento dallo schifo che ci circonda. È la gioia di essere. È una preghiera che è un sì alla vita (da non fraintendere). Un si alla voglia di cambiare e, forse, di stare insieme.

Ma tutto finisce e torno a casa, gasato più che mai.

Al mattino mi sveglio e penso alla sera precedente. Mi è rimasta una sola immagine: in fondo il complesso sul palco illuminato. Fra me ed esso, le braccia levate di migliaia di giovani. tutti uniti, anche se per poco tempo, sotto un unico segno: la musica.

Chi sarà riuscito a giungere alla fine di queste righe si chiederà: morale della favola?

Nessuna falsa morale. Non ve ne sono. Una sola constatazione: anche questo è un modo di essere giovani. Giovani che sanno provare ancora qualcosa: e non solo con la droga e la violenza (come qualcuno vorrebbe credere) ma anche attraverso una cosa sana e sincera come la musica.

E se il discorso vale per la musica in generale, vale due volte per quella dei "Gravi", visto che questo complesso canta l'amore.

Un complesso a cui voglio dire "grazie": forse suonando di fronte a noi, pensavate solo ai soldi che vi avevamo dato. In ogni caso vi ringrazio ugualmente: quella sera ho provato veramente la gioia di vivere la mia età. Un'età da non sprecare! E tutto questo sappiate che non è retorica.

El canton del barbee

LA NOVITÀ

- Ciao! Allora le vacanze son finite!

- E gh'hinn restaa i vaccad!

- Quali?

- Pi dò, pi trentott, scandol, licenziament, disocupazion, prezzi che cressen danee che varenn semper de men ...

- Si ma ...

- Calmet. Sont domà al preludi.

- Volevo dire che prima delle vacanze qualcosa è cambiato.

- Cossa?

- Il governo!

- Te par tanto cambiaa!

Per cominciare il presidente non è democristiano. Ma i minister hinn semper quei!

Per garantire la continuità nella novità.

- Per garantì cosseè?

- La continuità nella novità, è ciò che vuol garantire il governo. E la conituità la sarev continuà a avegh vintisett minister e cinquantasett sottsegretari compagn de prima?!

- Perché, secondo te quanti avrebbero dovuto essere?

- Mah! El Spadolini l'aveva dit ch'el voureva fà on governo con domà ona vintenna de minister. Si vede che poi, a conti fatti, si è accorto che glie ne occorrevano di più.

- Per fà cossé?

- Per governare.

- Ah, sì! ... E i alter, allora, cm'é che fann?

- Gli altri chi?

- I ingles, cont ventun minister, i danes con desdott, i frances cont seder, i tedesch e i olandes cont quindes, i irlandes con tredes

- Mah ... Non saprei ...

Te me disaret minga che hinn governà peg de nun!

- No ... Non direi ...

E allora?

- Beh Spadolini ha dovuto accontentare tutti i cinque partiti del suo governo.

- EI podeva contentai anca cont vint minister: quatter per un fann mal a nissun.

Ma se solo la Democrazia Cristiana ne ha voluti quindici!

- Oeuh puccianna! Per fann cosse

- È o non è il partito di maggioranza relativa?

- E cont quest?

- Ha voluto la maggioranza dei ministri.

- Ma la maggioranza podeva aveghela anca con vundes minister su vint!

- Si, ma non avrebbe potuto accontentare tutte le sue correnti.

E a furia de corent l'Italia la va in malora.

- In che senso?

- Proeuva on poo ti a mettess in mezz ai corent d'aria e te vedaret se te ciapparet minga on guai acident!

- Ma io parlavo di correnti politiche.

- Hoo capii! De quei corenn per ciappass el cadreghin! Damm atrà a mi; te set cossa l'é stà continuità?

- La continuità politica ... Si, della politica de spartiss la torta in barba a quei che lavorenn.

- E la novità?

- Sperem che la sia minga domà de cambiagh el nom al Spadolini.

- Cambiarlo come? Fall diventà Spadaccin.

- E perché mai dovrebbero farlo?

- Perché inscì gh'avarium la novità de ciappà di stoccad invece di solit stangad e la continuità de seguità a ciappai semper domà nun che lavorumm. Ciao, te saludi.

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settembre 1981 pagina 5 - milano 19
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Il ritorno alla campagna

Né tantomeno l'esperienza ultima conferma le ipotesi che vorrebbero: " come l'agricoltura si è ridotta nei paesi più avanzati al 6% così l'industria attorno al 2000 impiegherà non più del 30-45% delle forze lavoro e tutto il resto delle 'attività apparterranno al terziario avanzato e, cioè, ai settori dell'abitazione come servizio sociale, della ricerca, dell'istruzione a tutti i livelli, dell'educazione permanente, della riqualificazione, della sanità in tutti i suoi aspetti, dell'assistenza a tutte le età, dei servizi per il tempo libero e per il turismo, dell'amministrazione democratica, ecc.".

Contrariamente all'industria, i settori del terziario sociale hanno bisogno del paesaggio, degli spazi, della natura, proprio come "materia prima" da conservare, sistemare ed ampliare per la loro stessa espansione. La civiltà post-urbana sembrerebbe viceversa affermarsi in modo spontaneo, libero, seguendo canoni ed esigenze diverse.

Il fenomeno si presenta soprattutto in epicentri industriali lontano dalle metropoli. Sono le città industriali minori della Lombardia che presentano tangibilmente i prodromi della tendenza. Paesi e borghi che fanno capo alle vallate delle Prealpi e la bassa pianura lombarda che scivola verso gli Appennini sono le zone maggiormente interessate da questo nuovo modo di vivere. Ed è un nomadismo tutto diverso da quello americano che, sfruttando la pensione a 50 anni, si manifesta con il ritorno alla campagna. Sono soprattutto due i filoni che catalizzano una nuova corrente di pensiero.

L'uno è costituito da professionisti che, acquistata una casa in campagna trascorrono in essa il tempo libero dedicandosi al frutteto, alla vigna o agli ulivi (nelle zone appenniniche) o a forme minori di allevamento. E una esperienza diffusa. A Milano sono soprattutto medici e liberi professionisti coloro che hanno fatto e stanno facendo da pionieri. L'altro filone fa capo al pendolarismo che, spostandosi giornalmente dai centri minori alle città, per ragioni di lavoro, ritorna a sera all'abitazione e si dedica alla cosiddetta "attività agricola parziale" traduzione, senza perdere di vigore filologico, dell'apericano "part-time farming".

La diffusione del benessere non di rado ha permesso l'acquisto di una casetta e di un appezzamento di terreno.

Le valli che fanno corona a Bergamo, Brescia, Como, Varese e Novara sono quelle che si contendono il maggior affermarsi della dicotomica evoluzione produttiva.

Generalmente sono il pollaio e l'orto che ricevono le maggiori cure. Ma assieme a questi, e non di rado, altri animali da cortile, uno o due capi da latte e il frutteto contribuiscono a dare un reddito incrementativo che solleva l'unità familiare da salassi monetari e da consumi di dubbia genuinità. Queste produzioni non raggiungono quasi mai il mercato di sbocco ma vengono distribuite nell'ambito stesso in cui vengono prodotte. A volte i prodotti vengono scambiati tra chi vive agli albori di questa esperienza. la conserva di pomodoro costituisce l'approccio più elementare e meno difficoltoso per i neofiti.

La cucina italiana è ricca di alimenti che utilizzano la salsa di questo ortaggio che matura peraltro in vaste zone della penisola. Hanno ripreso a diffondersi di conseguenza il caratteristico attrezzo per spremere il pomodoro ed i contenitori a tenuta. Ma buona parte degli ortaggi sono conservabili e vengono riesumate antiche e sapienti metodologie che le vecchie generazioni dispensano compiaciute. Così pure per la frutta, con larga preferenza per l'uva che viene appassita e conservata per l'inverno.

Nei casali di campagna i grappoli hanno riacquistato il posto che caratterizzò una civiltà contadina non troppo lontana nel tempo.

Appesi alle travi del porticato o del solaio consumano gli ultimi raggi del sole autunnale per riproporsi, pregni di tutte le qualità proprie dell'uva, sulle mense nelle stagioni meno propizie. La coltivazione e l'allevamento vengono esercitati con poca esperienza ma, in genere con miglior contenuto scientifico. Chi vi si applica, conscio della modesta preparazione pratica, cerca di supplirvi documentandosi. Pur riconoscendo il giusto valore alle conoscenze tramandate di generazione in generazione dai contadini è fuor di dubbio che in molti campi regnava e regna l'empirismo. Assai di rado i protagonisti di questo fenomeno embrionale di una civiltà post-urbana, che riconsegna alla campagna il compito di propulsore di una nuova cultura, non verificano il patrimonio di conoscenze dei contadini con testi di divulgazione di rilevazioni dottrinali.

Le esperienze fatte vengono, dai diretti interessati, vivacemente confrontate con amici e colleghi di lavoro trovando sempre nuovi consensi.

Il trend negativo dell'economia nazionale non ha rallentato il lento diffondersi di questo fenomeno che appare dotato di un proprio slancio, in grado di consolidare un proprio modello di civiltà, vagheggiato e tratteggiato da applicatori teoricii e che viceversa trova adepti in un moto spontaneo e non pilotato da schemi rigidi.

Raccolta

riciclaggio delle lattine vuote da bibita

Comunicati stampa precederanno nel tempo l'inizio della campagna Salvanatura Salvalattina Salvadanaio. Una conferenza stampa verrà organizzata a cura del WWF Lombardia in luogo da stabilire, nel giorno 30 settembre 1981 o 1" ottobre 1981.

Un pieghevole presenterà il programma della manifestazione. Sarà realizzato in 100.000 copie su carta patinata a due colori in formato cm. 21x40 (disteso) e cm. 20 x IO (piegato). Verrà distribuito nelle scuole. nei Consigli di Zona, nei punti di vendita, a cura dell'organizzazione.

5.000 manifesti a quattro colori in formato cm. 100 x 140 saranno affissi a cura del WWF Lombardia negli spazi pubblicitari di Milano nei IO giorni precedenti l'inizio della manifestazione.

10.000 locandine a quattro colon in formato cm. 35 x 50 stampate e dtstribite a cura dei Consigli di zona saranno affisse nelle scuole e nei punti vendita di ciascuna zona.

20.000 lattine salvadanaio saranno distriuite dai centri di raccolta messi a disposizione dall'ASSORECU PERI (circa 40 in tutta Milano).

11 WWF Lombardia fornirà dati ed informazioni circa il riciclaggio dei materiali (latta, carta, vetro, plastica, ecc.) I Consigli di Zona provvederanno alla divulgazione di questo materiale nel territorio di loro competenza.

11 Comitato organizzatore eventualmente presieduto dal Vice Sindaco Elio Quercioli, sarà composto da:

I rappresentante della CEE

I rappresentate dell'A M N U

I rappresentante dell'A N Fl MA rappresentante dell'ASSOR ECU PERI I rappresentante dei Consigli di Zona I rappresentante del WWF Lombardia

I premi divisi per categorie consisteranno in buoni acquisto per prodotti o confezioni di prodotti alimentari. le lattine verranno vendute alla Società SPAI di Cologno Monzese che ha già garantito l'acquisto a condizioni vantaggiose per l'organizzazione.

La cellula del P.C.I. Guido Rossa della SIDA L M-ITALGEL (ex Unidal) e le sezioni Luglio 60 e Bottini del P.C.I. partecipano al lutto per la scomparsa, avvenuta il 22 luglio scorso, di ANGELO RINALDI lavoratore della SI DA L M-ITA LGEL, attività sindacale, nobile figura di comunista ed organizzatore dello stand per la pasticceria ai Festival nazionali e provinciali dell'Unità.

REGOLAMENTO

II concorso inizierà sabato 3 ottobre e si concluderà domenica I I ottobre.

Le lattine SCHIACCIATE devono essere consegnate ad uno dei centri a fianco elencati dove saranno pesate (o contate). Verrà rilasciata una ricevuta nominativa per ogni consegna.

Possono partecipare al concorso soltanto coloro che consegneranno le ricevute entro e non oltre le ore 12 del giorno 17/ IO 81 presso il WWF Lombardia in viale Monte Grappa 2 - Milano - Tel. 666.810.

I premi divisi per categorie sono quelli a fianco elencati ( I ). L'avvenuta vincita sarà comunicata tramite lettera.

La graduatoria dei vincitori sarà stabilita ad insindacabile giudizio di una commissione formata dai rappresentanti di ciascun Ente organizzatore della manifestazione.

L'organizzazione declina ogni responsabilità per danni a persone o a cose derivanti dalla raccolta o consegna delle lattine.

(I) Nono essendoci pervenuto l'elenco dei premi rimandiamo il lettore alla lettura dei pieghevoli sopracitati (N.d.r.)

da pagina 7
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Handicappato? si lo assumo... e poi lo licenzio

Ma non si tratta che di uno dei tanti episodi di come molte aziende eludano lalegge del collocamento obbligatorio

Azienda leader in campo farmaceutico mille dipendenti, uno stabilimento nella nostra zona, in via Civitali, la Recordati sta consolidando un suo ruolo-guida anche nel boicottaggio nell'inserimento lavorativo degli handicappati. Imitata ormai anche da altre industrie della zona di San Siro, l'industria farmaceutica respinge sistematicamente gli handicappati, che il collocamento obbligatorio le invia, in nome di una produttività aziendale che "non può" tenere conto dei costi sociali ma solo di quelli aziendali.

Nello scorso mese di luglio una donna alla sua prima esperienza di lavoro di è vista recapitare la lettera di licenziamento dopo appena una decina di giorni di prova. Motivazione della Recordati: la lavoratrice è scarsamente "scolarizzata". In realtà Giuseppina Tortorici in prova come centralinista - prova che aveva dato buoni risultati - è stata mandata a casa perché soffre d'epilessia. Alla Recordati era stata mandata dal Collocamento attraverso la legge che obbliga le aziende con più di trentacinque impiegati ad assumere invalidi nella misura del 15 per cento del numero de dipendenti. Già in precedenza altri due lavoratori della Recordati gravati da lievi handicap erano stati mandati a casa con scuse analoghe, ma insieme al sindacato avevano intentato causa alla ditta.

Inutile dire che una di queste cause si trascina tra pastotie burocratiche da oltre un anno e che nel frattemposome dimostrano i fatti - la Recordati e molte altre aziende della zona sentono consolidata la loro posizione avversa al'inseri mento di handicappati. L'altra causa si è invece risolta con la riassunzione del lavoratore.

Molte volte si è parlato dell'importanza dell'inserimento al lavoro di invalidi sia fisici, sia psichici. Da un punto di vista strettamente produttivistico un disabile che lavora - per quanto grave sia il suo handicap - cessa di essere un onere per la società e diventa un elemento produttore di ricchezza. Sotto l'aspetto medico e psicologico per un handicappato l'esperienza di lavoro riveste un'importanza vitale, è una fondamentale "terapia" per una sana igiene mentale e fisica. Ed è per questo che il collocamento degli invalidi ha carattere obbligatorio, garantito da una legge, peraltro assai lacunosa perché lascia alle aziende la possibilità di un suo continuo boicottaggio. Il sindacato unitario della zona San

Festa de l'Unità, 300 mila metri quadrati di incontro al Monte Stella del 3 al 13 settembre

Siro - che ha deciso di intentare causa alla Recordati anche contro il licenziamento della Tortorici, coadiuvato dalla lega per i diritti degli handicappati - sottolinea la mancanza di progressi in materia di inserimento al lavoro. Dei vari avviamenti, circa 1700 al trimestre, che avvengono nel milanese si sa abbastanza poco. Generalmente l'impatto è traumatico, non vi è assistenza medica, né psicologica; agli handicappati viene assegnato un lavoro qualsiasi senza alcun accorgimento ergonomico (che vuol dire sfruttare al meglio le energie fisiche e psichiche residue del lavoratore disabile).

In genere l'inserimento si conclude con l'assunzione regolamentare stipendiata, cui però non fa seguito l'assegnazione di alcuna mansione, di un incarico sia pur di scarso rilievo. Nella gran parte dei casi le aziende fanno di tutto per favorire una rinuncia al posto di lavoro, magari attraverso incentivi" in denaro o assegnando al portatore di handicap compiti che egli non può assolvere (si è arrivati persino a far sollevare pesanti pacchi a dipendenti spastici).

Quasi sempre mandati allo sbaraglio, gli handicappati non vengono, se non raramente, seguiti da équipes mediche nelle delicate fasi dell'integrazione nel mondo del lavoro. Le famiglie in genere vengono lasciate sole ad affrontare problemi che richiedono competenze tecniche notevoli ed uno spirito di lotta non indifferente.

A volte - ma non sempre vi è la necessaria sensibilità - i Consigli di fabbrica si fanno carico delle iniziative di lotta e legali contro le aziende che rifiutano il collocamento obbligatorio, come nel caso della Recordati. Un rifiuto agevolato dalla legge, quantomai lacunosa ed oggi in via di revisione.

Ma -sottolineano il sindacato della zona San Siro e La Lega - anche per questa doverosa riforma legislativa i tempi si preannunciano lunghi.

Giuseppina Tortorici intanto se ne sta forzatamente a casa dal lavoro. Le sue condizioni fisiche le permetterebbero di svolgere svariate mansioni, ma la ferrea legge imposta nei fatti dalla Recordati le nega -almeno fino al momento in cui scriviamo -l'importante esperienza dell'inserimento nel mondo del lavoro e, quindi, di una maggiore integrazione sociale. In attesa che la Pretura del lavoro si pronunci sul suo caso.

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Anche quest'anno la Festa provinciale dell'Unità si svolge al Monte Stella. L'esperienza fatta nello scorso anno ha infatti confermato come questo spazio offra la possibilità di integrare nel modo migliore l'ambiente esterno con le strutture che vengono predisposte per ospitare la Festa: ristoranti. stands, mostre, spettacoli ecc.

Inoltre, sulla base di osservazioni fatte dai visitatori della Festa e dagli abitanti della zona, sono state predisposte soluzioni più adeguate per risolvere il problema della viabilità e della rumorosità nell'area della Festa. Particolare attenzione è come sempre dedicata alla tutela del verde e quindi al rispetto di questa che si presenta come una delle più belle di Milano e che la Festa dell'Unità ha indubbiamente contribuito a far conoscere e a valorizzare.

Da 3 al 13 settembre, quindi, la "montagnetta di San Siro" torna ad essere un punto di incontro e di svago per i cittadini milanesi (e non solo per loro).

Molte sono le occasioni di interesse: dalla libreria alle mostre - fra cui quella sull'energia prodotta in collaborazione con ENI, ENEL CNEN e aziende collegate alla Finmeccanica e, per la prima volta in Italia, l'esposizione di opere di Sella Hasse, pittrice tedesca della fine Ottocento - inizi Novecento, e dagli spettacoli, che quest'anno sono tutti gratuiti, ai dibattiti.

Tema principale della Festa è la politica internazionale del Partito Comunista: in tale senso si è deciso di potenziare il "Villaggio Internazionale" dove sono ospiti i movimenti di liberazione, i partiti comunisti stranieri e le associazioni, e a questo tema è dedicato un ciclo di dibattiti che si tengono in vari punti della Festa.

GLI SPETTACOLI

GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE:

Grande Festa d'apertura con i fuochi d'artificio di Bob Caselli.

VENERDÌ 4 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - Rassegna cinematografica.

Dancing - ore 22 Ballo liscio.

Spazio musica ore 18,30 21 Ciclo di Musica Country Blues e Folk. Laboratorio di chitarra con la presenza di Stefan Grossman.

Ore 22 - Spazio aperto a giovani chitarristi coordinati da Fabio Treves.

SABATO 5 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - rassegna cinematografica.

Dancing - ore 22 Ballo liscio

Spazio Musica ore 18,30 21 Ciclo di musica Country, Blues Folk. laboratorio di chitarra con la presenza di Stefan Grossman.

Ore 22 - Spazio aperto a giovani chitarristi coordinati da Fabio Treves.

DOMENICA 6 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - Grande meeting giovanile: dibattiti, musica e di tutto un po'.

Dancing - ore 22 Ballo liscio.

Spazio Musica ore 18,30 21 Ciclo di Musica Country. Blues e Folk. laboratorio di chitarra con la presenza di Stefan Grossman.

Ore 22 - Concerto di Stefan Grossman.

LUNEDÌ 7 SETTEMBRE:

Dancing - Ore 21 Grande spettacolo di Pino Daniele accompagnato per l'occasione da Toni Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese ed altn strumentisti.

MARTEDÌ 8 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - Rassegna cinematografica.

Dancing - ore 22 Ballo liscio

Spasio Musica - ore 22 ciclo dedicato alla Musica Classica.

MERCOLEDÌ 9 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - rassegna cinematografica.

Dancing - ore 22 Ballo liscio.

Spazio Musica - ore 22 Ciclo dedicato alla Musica Classica.

GIOVEDÌ 10 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - Rassegna cinematografica.

Dancing - ore 22 Ballo liscio.

Spazio Musica - ore 22 Ciclo dedicato alla Musica Classica.

VENERDÌ 11 SETTEMBRE:

Anfiteatro ore 22 - Concerto di danza "Pas des deux e assoli" con la partecipazione di : etoiles, primi ballerini e solisti del Teatro alla Scala.

Artista ospite: Daniel Lommel (etoile del Balletto del XX Secolo, diretto da Maunce Bejat) Partecipazione Straordinaria di Luciana Savignano.

Dancing - ore 22 Ballo liscio.

Spazio Musica - ore 22 Ciclo dedicato al Jazz italiano.

SABATO 12 SETTEMBRE:

Dalle 19.30 alle 20.30 Grande Concerto per la Pace. Il Maestro Luciano BERIO dirigerà la sua composizione appositamente prodotta per la Festa dell'Unità. La composizione sarà eseguita da 1.000 orchestrali.

Anfiteatro ore 22 - Gran Gala di Magia.

Dancing - ore 22 Ballo liscio

Spazio Musica - ore 22 Ciclo dedicato al Jazz italiano.

DOMENICA 13 SETTEMBRE:

Dancing - ore 22 Ballo liscio.

Spazio Musica - ore 22 Ciclo dedicato al Jazz italiano.

Dalle 17 alle 23 - GRANDE FESTA DI CHIUSURA.

Inoltre tutte le sere dalle 18.30 alle 22.30 nell'apposito "Spazio Burattini" spettacoli di burattini con la "Compagnia del Buratto"; e dalle 22 alla "Pedana

Arigliano" Nicola Arigliano e il suo Quartetto.

Ma la grante Novità della Festa sarà la presenza tutti i giorni dalle 18 alle 22 di Gruppi teatrali e musicali che animeranno, con le loto clownene tutti gli spazi della Festa, dai ristoranti al bazaar, dalla pasticceria alla Libreria.

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"MONTAGNETTA DI SAN SIRO" Punto
e dì svago

PATTINAGGIO

Volando su otto ruote

Nell'ambito dell'attività della società di pattinaggio artistico a rotelle "MAGA", il giorno 24 Giugno alla pista di via Sironi-via Terzaghi, si è svolta una esibizione di chiusura dei corsi, con la partecipazione di tutti gli iscritti , accompagnati dai loro genitori. Tutti erano particolarmente emozionati; durante l'esibizione, durata circa tre ore, i bambini hanno mostrato a tutti i presenti ciò che avevano imparato, alternando esercizi singoli ad esercizi di gruppo, ma soprattutto hanno trasmesso agli spettatori tutto il loro entusiasmo verso questo sport da loro appena intrapreso.

L'armonia dei movimenti, accompagnata dal sottofondo musicale, entrambi elementi fondamentali in questo sport, sono stati presenti in tutto il corso dell'esibizione, e sono stati sufficienti per dare un'immagine positiva di questo sport, in realtà molto complesso.

Il pattinaggio artistico infatti richiede anni e anni di preparazione e allenamenti, accompagnati da una grande volontà e spirito di sacrificio, che vengono premiati con soddisfazioni al momento delle competizioni.

Comunque anche a livello dilettantistico, questo sport è utile sotto vari aspetti, in primo luogo insegna a coordinare tutti i movimenti del corpo. in secondo luogo propone ai bambini un tipo di vita in comune ispirata alla disciplina sportiva.

Al termine dell'esibizione tutti gli iscritti sono stati premiati con la medaglia di società cd altri regali di vario genere.

Alle allenatrici sono stati regalati fiori e una targa ricordo da tutti gli

iscritti e le loro famiglie. la festa si è conclusa con un rinfresco, a cui tutti hanno partecipato portando dolci e bibite. la società 'M A G A" riaprirà i corsi nel mese di Settembre alla pista di via Sironi - via Terzaghi, proseguendo poi dal mese di Ottobre in alcune scuole

ARCI GIULIO ARCI TREVISANI

Il CIRCOLO ARCI UISP GIULIO TREVISANI di Via Appennini n. 101 / b informa che si sono aperte le iscrizioni per i CORSI DI NUOTO per l'anno 81 /82 per ragazzi e ragazze di età compresa fra i 6 ed i 14 anni.

I corsi si terranno presso il CENTRO SCOLASTICO ONNICOMPRENSIVO di

Via Trenno n. 49 (MM Lampugnano) nei giorni di lunedì e giovedì dalle ore 17,30 alle ore 18,30. Per ulteriori informazioni telefonare al sig. CALDARA VINCENZO telefono 3532170 nelle ore dei pasti. Indicativamente il costo del corso di nuoto si aggira intorno alle 36.000 lire per un numero di 30 lezioni.

POLISPORTIVA

SAN LEONARDO G.2 - FONDATA 1969

CENTRO IM FORMAZIONE SPORTIVA

Sede: via Appennini, 105/B Ä Tel. 35.38.305

20151 Milano

- Corsi di ginnastica formativa per bambine e bambini: 6 - 8 anni

- Corsi di avviamento alla prativa sportiva per ragazze e ragazzi: 9- 12 anni

Corsi di Atletica leggera per ragazze e ragazzi: 13 - 18 anni

- Corsi di ginnastica per adulti

- Corsi di ginnastica correttiva per ragazze e ragazzi: 6 - 15 anni

- Corsi di nuoto maschile e femminile: 6 - 99 anni

elementari della zona.

Durante l'anno verranno organizzate altre esibizioni per i bambini che si iscriveranno ai corsi scolastici.

MAGA

Pattinaggio Artistico a Rotelle Tel. 40.36.385

Nuova Polisportiva a San Siro

Fra i molti problemi emergenti nella nostra zona, spicca quello della carenza di strutture adeguate per l'aggregazione e lo svago degli abitanti.

Proprio in questo senso siamo andati alla ricerca di attività culturali e sociali, per il tempo libero, che possano aggregare giovani e non, al di là di quello che possono essere i bar o, in estate, le panchine dei giardini pubblici. Lo sport è risultato essere un tema importante in questo senso. Nella nostra zona vi sono strutture sportive pubbliche e private che per la loro gestione vengono impedite ad un reale sfruttamento da parte degli abitanti della zona.

Per questo intendiamo costruire una POLISPORTIVA popolare di quartiere che si propone di sopperire a questo tipo di carenza.

Iniziative in questo senso sono già state fatte, a livello sperimentale (marcia non competitiva del 7 Giugno 1981 e un torneo di calcio).

Una POLISPORTIVA popolare non si limita ad essere solo una organizzazione per il tempo libero ma vuole anche dimostrare che i giovani sono una realtà diversa da quella che quotidianamente i giornali (droga, delinquenza, apatia nei confronti dei problemi che ci circondano) mettono in risalto; nel tentativo di colmare il divario tra diverse generazioni venutosi a creare con maggiore evidenza ultimamente.

Facciamo quindi presente al Consiglio di Zona 191a nostra precisa volontà a procedere in questo tipo di attività richiedendo la loro disponibilità nell'organizzare, concedere strutture adeguate alle varie iniziative che vorremmo intraprendere dal prossimo settembre.

Polisportiva popolare di Quartiere

Per ulteriori chiarimenti:

MILANI PATRICIA Via Vodice I

Tel. 4070777

GUIDANI GIANCARLO P.zza Falterona Tel. 4081618

MATERASSI MAURA Via Martiri

Triestini I Tel. 4035431

VERDI BR UNO Via Monreale 19

Tel. 4036574

UN QUESTIONARIO PER LO SPORT

Per migliorare e per diventare veramente un'organizzazione di zona aperta a tutti, al servizio degli abitanti, che proponiamo il seguente Q l: ESTIO N A RI O. per capire quali sono le reali esigenze della popolazione in questo settore del tempo libero, per proseguire nel migliore dei modi questa, non facile, ma importante battaglia per lo sviluppo dello sport.

- Sei già a conoscenza dell'esistenza della Polisportiva di quartiere?

SI NO

- Corsi di minibasket per ragazze e ragazzi: 8 - 12 anni

- Corsi di karatè

- Calcio: da otto anni in poi

- Tennis: da otto anni a 16 anni da ottobre '81 a maggio '82

2 ore settimanali istruttori dell'Istituto Superiore di Educazione Fisica assicurazione

Per l'iscrizione e per ogni informazione:

Sede dell'I al 30 settembre dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19,30

Sabato dalle 9 alle 12

- Se SI, come rhai saputo?

O hai visto i manilesti o i volantini

O hai partecipato alle iniziative quali diletti vi ha riscontrato?

O ne hai sentito parlare da altri

- Pratichi già dello sport? SI No nove? O presso centri privati O presso centri comunali di zona O tramite la scuola O in vacanza o la domenica. saltuariamente

- Parteciperesti ad eventuali nostre prossime iniziative?

SI NO

perché

- Quali sono, tra le seguenti discipline sportive, quelle che preferiresti venissero attuate in quartiere?

O atletica O tennis pallacanestro O ginnastica CI calcio ~ yudo yoga O karate pallavolo O altro

- Pensi che lo sport debba essere praticato unicamente a livello agonistico oppure anche come momento di svago nel tuo tempo libero'?

perché

- Ti interesserebbe lavorare con noi per cercare di realizzare nel più breve tempo possibile questi nostri propositi?

SI NO perché

- Saresti dunque disposto a lasciarci il tuo recapito?

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"Carro di sogni"

di Giuseppina Caputo

Colana "IL PONTE" - Casa Editrice ALBA

Corso di Porta PO, 80 - Ferrara

Con la presentazione di Lia Ciatto, che giustamente definisce l'autrice "attenta osservatrice dei problemi dell'umanità", è uscita questa opera prima di Giuseppina Caputo. una raccolta di oltre settanta liriche alle quali ben si addice il titolo "Carro di sogni".

Sogni, somma delle nostre speranze, barca di salvataggio dei nostri naufragi, ottica personale per la lettura della nostra realtà.

E qual'è la realtà di Giuseppina Caputo, come conoscerla attraverso le sue parole? Subito incontriamo la sua maternità: la silloge è dedicata al figlio. con le immutabili espressioni del sentimento di mamma.

Poi vi è un ampio girovagare tra tutto quello che colpisce la sua interiorità "Vomero... mai più ritornerai la mia amata collina con il cuore di fata" e con la volontà di costruire un presente migliore "In questo mondo corrotto. impauriti restiamo. Cerbiatti nascosti nell'erba...; Restiamo così con l'animai linda:/ saran nostri i domani...".

Ma poi ancora, oltre queste concrete scelte di vita, così ben indicate dalla Caputo, che cosa si trova in queste poesie che iniziano proprio con un componimento intitolato OLTRE?

Come in altre opere poetiche frutto della sensibilità femminile, che deve restar tale anziché camuffarsi di maschilità siamo colpiti dal sottofondo comune, dal leit-motiv che caratterizza e discopre la sostanza dell'asserto: la donna è sola. Sola. di una specialissi-

ma solitudine, isolata e irraggiungibile eppure sempre in attesa dell'incontro.

"Quando quest'esile filo che ancora racchiude speranze, logorato si spezzerà, solo allora i miei sogni, saranno realtà.. Udrò voci velate sussurrare parole d'amore." Facciamo una sosta su queste parole. Perché mai la donna deve veder logorare dapprima e poi spezzare quel filo che appunto la tien viva, per poter realizzare quel sogno, o meglio quel desiderio profondo, di sentirsi corrisposta e in armonia? È cosi difficile arrivare a questo traguardo, intralciato dalla più banale quotidianità se non addinttura sbarrato da insormontabili muri di silenzio? "Un muro si è innalzato fra noi,/ un muro di gelo., Chissà se un rosso tramonto/ ti porta lontano., ... Dammi un segno di vita/ dammi un segno d'amore/ e quel muro di gelo, sarà un limpido sole."

Eppure un giorno l'interlocutore della donna si accorgerà di lei, di una creatura che "Aspetta giorni di pace". come fa la Nostra Poetessa che ricama sui suoi giorni più comuni una leggerissima cortina di aspirazioni liberatone: "Voglio firmare su una foglia/ gialla la gioia d'andare libera verso l'azzurro sconfinato del cielo. Spazio soave di quiete e riposo."

Ecco, la secolare, antichissima attesa dell'anima femminile è espressa qui con esemplare trasparenza. A un certo momento, sicuramente, qualcuno comincerà ad ascoltare.

(L'angolo della poesia)

Figlio di uno sbaglio

Due occhi sperduti

Nell'egoismo sterminato

Di chi lo ha condannato, Figlio di uno sbaglio È abbandonato

Alla pietà di qualcuno, Nella speranza

Di trovare un giorno

Qualcuno da chiamare papà, Qualcuno da chiamare mamma, Aspetta con la tristezza nel cuore

In quella camera anonima

Di istituto, Aspetta quel giorno

In cui i conti verranno pareggiati, In cui la felicità

Non sarà più un sogno O un desiderio.

Due occhi sperduti, un cuore gonfio Di amore, E una bocca

Che non si è mai piegata in un sorriso.

Attimi

Ricordi di sempre

Stracciati e Gettati al vento

Del rimpianto, Colori vivi

Resi sbiaditi da Una memoria fugace, Attimi, Sorpresi nella loro Bellezza, Li amiamo.

UN ARTISTA AL MESE

Incontro con il teatro

Nostra intervista al regista Enzo Convalli

Ha sperimentato tutte, o quasi, le forme dello spettacolo: cinema, teatro, radio, televisione, particolarmente il teatro e la radio attraverso la quale ha contribuito al lancio di attori che oggi vanno per la maggiore, tra cui Fo, Parenti, Valeri, Raseci. Chiari, Mondaini. Bramieri ecc. ecc. Sorvolando le infite trasmissioni radiofoniche, in televisione ha diretto numerose rubriche culturali (Le Tre Arti, Teleforum, Segnalibro...) ed in teatro ha messo in scena numerose commedie, prediligendo il genere comico, con attori che vanno da Gandusio a Cimara a Bramieri per la prima volta in prose ne dent dell'eremita" di Carlo Terron.

Attento ai problemi del teatro per i giovani, nell'immediato dopoguerra, metteva in scena, al Piccolo Teatro, di Grassi e Strehler "Le avventure di Ciuffettino" di Yambo.

Subito dopo fondava all'Angelicum la prima compagnia italiana di attori professionisti con un repertorio particolarmente adatto ai ragazzi, mettendo in scena negli anni successivi una cinquantina di autori che fanno parte della storia del teatro: Goldoni, Molière, Benavente, Gozzi, Gheon ecc. Ultimamente ha diretto una divertente commedia francese dal titolo. tradotto. "Tognella va al ballo" che dopo una fortunata serie di repliche al Teatro Odeon di Milano e stata in turnée nei principali centri della Lombardia.

A questa serie, iniziata con Tognella si sposa, fa seguito "Tognella e la buonanima" e sono in preparazione altri soggetti imperniati sul riuscito personaggio impersonato da Armando Russo.

Ad Enzo Convalli rivolgiamo cinque domande.

Cosa e pensa del rinnovato interesse per il teatro di prosa?

Effettivamente c'è stato, in questi ul-

Estemporanea dì pittura in vaicuida

Il Gruppo Sirio organizza una mostra di pittura estemporanea non competitiva gratuita per i soci e simpatizzanti, che si svolgerà il 20 Settembre presso il Centro Turistico Valcuviano a Cuvio (Varese) in accordo con le autorità locali.

Programma:

Ore 8 partenza da Milano.

Ore 9 arrivo a Cuvio, visita alla località e pittura. Colazione al sacco ed esposizione presso il Centro Turistico Valcuviano gentilmente concesso, in Via G. Maggi, centro attrezzato idoneamente con saletta per mostra, tavoli e sedie, bar e rinfresco, servizi, giochi per bambini, campi di tennis. Ore 19 ritiro delle opere e rientro a Milano.

( Le ricette di Anna )

timi anni, un aumento del numero complessivo degli spettatori che frequentano il teatro, ma penso che in parte questo fatto sia dovuto ad un sempre maggior desiderio di "sociali,zare", di essere insieme, che fanno accorrere indistintamente folle plaudenti a spettacoli super reclamizzati di livello dubbio, mentre rimane desolata mente vuota, o quasi, la platea del Teatro dell'Arte dove il Piccolo Teatro ha più meno clandestinamente, ospitato il più bello spettacolo della passata stagione: "Trucanet" di Lesage, per la regia di Marcucci.

Allora secondo lei il pubblico non sa scegliere?

Proprio così. Bisogna però anche dire che scegliere non è facile data la confusione che esiste nel campo teatrale. Insieme a spettacoli che si presentano con tutte le carte in regola c'è un fiorire di spettacoli che hanno un comune denominatore nelle presunzione e nel pressappochismo. E purtroppo, a volte, basta uno spettacolo non capito non gradito a distogliere lo spettatore deluso da ulteriori esperimenti. Non dimentichiamo il costo raggiunto da una poltrona...

Esistono però delle forme di abbonamento...

Certo, ma quasi sempre su otti, dieci spettacoli offerti va bene quando ce ne sono uno o due che vale la pena di vedere. E questo aumenta il disorientamento dello sprovveduto abbonato. Dovrebbe pensarci la critica ad orientarlo, non crede?

Prima di tutto, chi li legge i giornali? E poi, lasciando da parte i settimanali, dove evidentemente c'è più libertà, i critici dei quotidiani sono di un conformismo pauroso, con qualche isolata eccezione; a Milano, per esempio, il critico della Repubblica, Ugo Volli. Quali sono per lei i migliori spettacoli che ha visto ultimamente?

"EI nost Milan" di Bertolazzi, regista Strehler, con qualche riserva sulla distribuzione. e "Il temporale" di Strindberg sempre di Strehler. Migliori, si potrebbe aggiungere. maliziosamente, per gli spettatori delle prime cinque file di poltrone.

Quali sono secondo lei la miglior attrice e il miglior attore oggi in Italia?

Non esiste un attore od attrice migliore in assoluto, ma sempre in relazione alla parte; comunque per l'attore arrischiamo un nome: Salvo Randone. Per l'attrice... è meglio essere prudenti.

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pagina 11 - milano 19 settembre 1981

dalla prima pagina

Salvare il decentramento

un bilancio zonale limitato ai soli capitoli di spesa relativi alle manutenzioni e dalla richiesta di far slittare nel tempo la realizzazione di alcune opere previste nei precedenti bilanci, negando di fatto ogni possibilità di programmazione. L'amarezza che traspare da queste considerazioni non deve far pensare ad uno stato di incomprensione nei confronti dell'Amministrazione Centrale, che pure si dibatte nelle strettoie di una difficile situazione finanziaria. Il Consiglio di Zona 19 è consapevole e si fa carico delle difficoltà esistenti; ma ritiene che la strada per uscirne non possa essere quella che passa attraver-

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so la mortificazione del decentramento, svuotando di contenuti e limitandone le possibilità di intervento decisionale politico-amministrativo: pena la rinuncia, da parte dell'Amministrazione Centrale, ad un apporto quale quello dell'organismo, è indispensabile in situazioni difficili. Si è più volte affermato che programmare dall'alto è altrettanto negativo quanto ricorrere demagogicamente le richieste. È perciò necessario che i cittadini sappiano sempre e comunque la verità, che imparino a conoscere dove, come, quando e perché si formino resistenze, intralci, ostruzionismo, ritardi, mancanze, anche se questo potrà risultare fastidioso per qualcuno. Programmare a livello di zona è anche crescita del dibattito, sul piano politico e culturale, nel Consiglio di Zona e fra i cittadini e presa di coscienza delle difficoltà esistenti. Oggi è quanto mai necessario migliorare qualitativamente il rapporto con i cittadini, non solo per la crescente sfiducia nelle istituzioni, ma anche per il diverso ruolo che ha assunto il Decentramento con le elezioni dirette.

Da qui l'impegno del Consiglio di Zona 19 a muoversi verso L'Amministrazione Centrale per offrire, chiedere e, se occorre, imporre la sua presenza attiva, quale rappresentanza più diretta dei cittadini, nei processi di realizzazione dei programmi, pur sapendo quanto questa proposta possa essere sconvolgente per una macchina burocratica sopravvissuta ad amministrazioni verticistiche, che l'avevano creata perchè rispondesse alla loro concezione di gestione più paternalistica che partecipativa, più clientelare che collettivistica.

Si sa, però, che il decentramento, per essere credibile, per poter operare, possa anche attraverso lo smantellamento di queste ultime roccaforti di certa burocrazia, che ritiene causa principale della lentezza procedurale ed ostacolo primario alle realizzazioni.

Se si vuole poter procedere, assieme a tutti i cittadini, ad una crescita collettiva, anche a costo di qualche rinuncia individuale, non si può rinunciare al principio della programmazione, sia a livello centrale sia a livello zonale, cui vengano chiamati a partecipare direttamente o indirettamente i cittadini, ai quali i Consigli di Zona devono poter nspondere, senza ombra alcuna, del loro operato. Se si crede nel decentramento e nella partecipazione, si devono far giungere ai cittadini segnali evidenti della volontà del Comune e dei Consigli di Zona di voler amministrare in stretto contatto con la realtà del territorio e con revidenza dei loro pensieri. Il Consiglio di Zona 19 è quindi disponibile ad un cosciente e corretto riesame dei suoi bilanci, nel quadro globale della realtà cittadina e del suo sviluppo, in modo da assicurare un rieq uili brio fra le zone ed una riqualificazione della periferia. Occorre, però, la massima chiarezza nelraffrontare il problema dell'attuazione dei bilanci pregressi, sia in riferimento alle scelte degli interventi cen-

trali e periferici, sia per conoscere le cause delle lungaggini burocratiche, che hanno portato inevitabilmente ad un vertiginoso aumento dei costi e quindi all'esaurimento delle risorse finanziarie stanziate. Diventa, quindi, fondamentale la volontà espressa dall'Amministrazione Centrale a riesaminare con le zone le scelte, centrali e periferiche, perchè solo così si potranno definire i modi e i tempi per realizzare quanto, dei bilanci pregressi, non è stato attuato. Viste le esperienze non certo soddisfacenti, il Consiglio di Zona 19 ritiene assolutamente necessario mutare i rapporti esistenti tra decentra mento da un lato, organi superiori (Comune, Provincia, Regione) enti pubblici interessati (I AC P - COO P ecc.) macchina comunale dall'altro. In tal senso considera valida la volontà espressa dalla Giunta di voler decentrare gli uffici tecnici e di istituire una periodicità fissa di verifica "attuata insieme" dello stato di avanzamento delle procedure relative alle voci inserite nei bilanci di zona.

UN DIBATTITO SUL GALLARATESE

Allo scopo di consentire una seria e meditata valutazione sullo stato attuale del Gallaratese e soprattutto per rilanciare una serie di concrete iniziative dopo la pausa estiva, il Circolo ACLI indice per mercoledì 16 settembre alle ore 21 una riunione presso la sua sede di via Omodeo 20 (presso la Parrocchia S. Ilario), alla quale tutti sono invitati a partecipare.

milano 19

Mensile di informazione politica e cultura della Zona 19

Direttore: Gianpiero Pagetti

Direttore responsabile: Libero Traversa

Redazione: Maria Rosa Beltramini

Antenore Corradi

Adalberto Crippa

Anna Ferranti Bruna. Fusi

Gianmarco Pagetti Luciano Zagato

Amministrazione: Maria Magatti Poggi

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