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PERIODICO DEI LAVORATORI DELLA FALCK.
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via G. E. Falck, 74
Referendum
Si dice dagli uomini della forchetta che la legge truffa che essi vorrebbero attuare è intesa a salvare la democrazia, e per salvarla, vogliono affossare la Costituzione.
Già da mesi il dibattito sulla legge truffa tiene desta l'attenzione popolare dentro e fuori del Parlamento, perchè il popolo italiano, i lavoratori sanno che la legge truffa minaccia tutte le loro conquiste, e in primo luogo quelle della libertà e della pace, sanno che lottando difendono le loro Commissioni Interne, i contratti di lavoro, la libertà di stampa e il diritto di sciopero, dalla bramosia di dominio del governo dei Falck, Pirelli e soci.
Lunga e faticosa è stata la conquista per il diritto di voto, come tutti gli altri diritti, le masse popolari se le sono conquistate con sangue versato dai suoi figli migliori, nulla è stato elargito dai governi reazionari che si sono succeduti nel nostro Paese.
Ora pere, si vuol sorpassare i limiti dell'illecito, ora i ladri di seggi dicono: « Ma anche voi potete avere il 50 ' , più uno ».
Questa gente non riesce a concepire che esistono uomini onesti che non vogliono, in nessun caso, seggi rubati.
Ancora una volta in mezzo alle attuali difficoltà della vita politica italiana, una proposta concreta è venuta dall'opposizione, ed è quella del « Referendum ».
Nella seduta del 17-1-'53 alla Camera l'on. Togliatti diceva: « Ebbene, poichè la legge stessa già prevede due modi di conteggiare i voti, qualora nel « referendum » contemporaneo alla legge, la legge venga respinta dalla maggioranza del popolo, il conteggio avverrà nel secondo previsto, cioè con la vecchia legge.
Se invece il « referendum » sarà favorevole, si seguirà il sistema di maggioranza.
Ma i D.C. e associati conoscendo quale sarebbe il risultato hanno rigettato la proposta, la quale avrebbe dato (continua in 3' pag.)
La notizia colpì l'operaio al tornio come una fucilata come un bicchiere rovesciato di [colpo sulla macchina furono le sue lacrime...
...Ora con mano ferma, alzino [sulle teste le bandiere Calpestio tempestoso dei piedi
lavorante esperto della rivoluzione. Permettetemi di inviare ai miei maestri di Baku il mio sincero fraterno rin• graziamento.
Infine ricordo l'anno 1917, quando dopo lunghe peregrinazioni attraverso le prigioni e i luoghi di deportazione, venni a Leningrado per ordine del Partito. Allora nella cerchia degli cperai russi, in diretto contatto con il grande maestro del proletariato di tutti i paesi, il compagno Lenin, nel tumulto delle grandi battaglie tra proletariato e borghesia, nella situazione creata dalla guerra imperialista, imparai per la prima volta cosa significhi essere uno dei dirigenti del grande Partito della classe operaia. Là, fra gli operai russi liberatori dei popoli oppressi e dirigenti nella lotta del proletariato di tutti i Paesi e di tutti i popoli, io sostenni la mia terza prova del fuoco rivoluzionaria. Là, in Russia, sotto la guida di Lenin, divenni un artefice della Rivoluzione.
Permettetemi di inviare ai miei maestri russi il mio sincero fraterno ringraziamento e di inchinare il capo al ricordo del mio grande maestro Lenin.
Dalla qualifica di apprendista ( Tifiis) attraverso quella di lavorante esperto ( Baku) a quella di artefice della nostra Rivoluzione (Leningrado): ecco, compagni, la scuola del mio tirocinio rivoluzionario.
Questo, compagni, è il quadro reale di ciò che io ero e di ciò che sono diventato, se si parla con la mano sul cuore e senza esagerazione.
(1926) STALIN
Convegno FIORI
cUirocinio rivoluzionario
Dal discorso di Stalin agii operai delle Officine ferroviarie di Tiflis.
Il compagno Arakjel (A. Okuaschvili) ha detto qui che egli si è considerato prima uno dei miei maestri e mi ha considerato suo scolaro. Questo è assolutamente esatto, compagni. lo ero e rimango in effetti uno scolaro degli operai avanzati delle Officine ferroviarie di Tiflis.
Permettetemi uno sguardo indietro nel passato. lo ricordo l'anno 1898, quando per la prima volta assunsi la direzione di un circolo di operai delle officine ferroviarie. Ciò accadde 28 anni fa. lo penso alle prime lezioni sul lavoro pratico di partito avute nella casa del compagno Sturua alla presenza di Dshibladse ( anch'egli era allora uno dei miei maestri), Ciodrscvili, Ckeidse, Bocioriscvili, Ninua e altri operai avanzati di Tiflis. A paragone di questi compagni io ero allora un giovane. Forse ero un po' più istruito di molti di questi compagni. Come militante nel lavoro pratico di partito tut-
Questa forza, ah, sì! questa forza, dilatandosi in cerchi si comunicherà al pensiero del [mondo. tavia ero allora assolutamente un principiante. Qui nella cerchia di questi compagni io sostenni allora la mia prima prova del fuoco rivoluzionaria. Qui, nella cerchia di questi compagni, io diven• ni un apprendista della Rivoluzione. Come vedete, gli" operai di Tiflis furono i miei primi maestri.
Permettetemi di inviare ad essi il mio sincero fraterno ringraziamento.
lo ricordo inoltre gli anni 1907-1909 quando andai per ordine del partito a Baku per un lavoro di partito. Tre anni di attività rivoluzionaria tra gli operai dell'industria del petrolio mi rafforzarono come combattente pratico e come dirigente locale del lavoro pratico di partito. Trattando con operai avanzati di Baku come Wacek, Saratowjetz, Fioletow e altri ancora, da una parte, e nel tumulto dei conflitti straordinariamente profondi tra gli operai e gli industriali del petrolio, dall'altra, imparai per la prima volta cosa significhi dirigere grandi masse di operai. Là, a Baku, io sostenni così la mia seconda prova del fuoco rivoluzionaria. Là io divenni un
Piombino ha accolto con la serietà che sempre distingue le cittadelle del lavoro i delegati di tutta Italia colà convenuti, per il Convegno Nazionale della Siderurgia convocato dalla FIOM Nazionale.
Che questo Convegno necessitasse di essere convocato lo ha dimostrato: la partecipazione superiore al previsto dei delegati; i numerosi interventi che si sono susseguiti.
Il quadro che ne è venuto fuori, è un quadro che dimostra chiaramente la incapacità della attuale classe dirigente a risolvere i problemi sociali e nazionali che travagliano il nostro Paese e il nostro popolo, è un quadro che per se stesso suona condanna alla politica di asservimento all'imperialismo straniero, di investimenti per la guerra, di mancata dignità nazionale, perseguite da quel manipolo di irresponsabili che governano nel nostro Paese.
(continua in 3' pag.)
Anno II N. 4 Sesto S. Giovanni, 30 marzo 1953 LIRE DIECI
Gloria eterna all'Uomo che più bi tutti ha tatto per la libera ione, per il prooresw c~elluinanit t.
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Dal Poema « A LENIN » di Maiakovscki
Reparto che vai problema che trovi
Unità nella lotta
Non sembra a quel rappresentante delle Commissioni Interne, degli impiegati, che la sua presa di posizione (almeno a parole) che gli impiegati sanno risolvere le loro rivendicazioni col padrone, senza l'aiuto degli operai, sia piuttosto una smargiassata?
Come gli operai, non risolvono le loro rivendicazioni, senza l'aiuto degli impiegati questo vale anche per essi. Infatti fino a quando le due categorie furono unite e concordi, riuscirono a risolvere a loro favore, le vertenze, e mai riuscirono quando furono disunite.
Perciò le parole di quel rappresentante ci meravigliano, in quanto, se esso è stato chiamato ad un posto di responsabilità nella fabbrica, non deve essere l'ultimo arrivato, e queste cose le deve conoscere.
Conclusione: unità fra lavoratori prima di tutto, a qualsiasi categoria appartengono.
Il tempo si è fermato alla Falck
Da un po' di tempo alla Falck, sembra che il tempo si sia fermato.
A prima vista, questa sembra un'affermazione che fa ridere in quanto ognuno sa che il tempo non si ferma; ma, guardiamo un po' profondamente una questione, e vedremo che in parte ciò sembra vero.
Ogni operaio, specie se è giovane, sa che con il passare del tempo, l'acquisizione dell'esperienza per il suo lavoro è automatica, ossia con il passare degli anni, il suo rendimento alla produzione cresce, in quanto la sua abilità si sviluppa.
Ebbene, alla Falck il padrone ha scoperto che ciò non è vero.
Per dimostrarlo, il padrone mostra ai suoi amici industriali, che nei suoi stabilimenti sono ormai anni che gli operai non hanno un aumento di merito.
Perciò niente aumenti di merito, logicamente niente esperienza acquisita! Noi aggiungiamo, niente esperienza acquisita!? Il Tempo si è fermato?
Ma ci dica un po' signor Falck, crede proprio che i lavoratori si possano paragonare agli industriali suoi amici?
Se lo crede, cerchi di ricredersi, perchè noi lavoratori, siamo un po' differenti dei suoi amici.
Reparto PROC Concordia
Ci sa dire l'ing. Zorzetti, caporeparto, se per comprendere ed andare incontro agli operai nella linea di collaborazione, che vi dovrebbe essere fra responsabili e subalterni, vi è compresa anche l'alterigia e la minaccia?
Facciamo questa domanda, in quanto ci è stato detto che quando gli operai si rivolgono a Lei per avere un aumento, essi si sentono rispondere: « Aumenti niente da fare, se non siete contenti del vostro salario, la portineria è sempre aperta ».
Non le sembra, ingegnere, di abusare un po' troppo dell'autorità conferitale dal padrone?
Gli operai tutti, consigliano a quell'ingegnere di frequentare un breve corso di scuola di democrazia istituita da Falck.
Reparto Orme Unione
Dal Reparto ORME, ci viene comunicato che, due o tre operai tornitori, sono stati spostati a fare gli spazzini di reparto; non ci è stato detto però il motivo per cui questi operai debbano essere dei manovali, anzi non si sa neanche a chi rivolgersi per saperne il motivo, in quanto il capo reparto ha detto: « Io non so niente ».
Dopo questa risposta, per forza di cose noi dobbiamo esclamare: « Ma vivaddio che razza di caporeparto è! ».
Reparto O.M.C. Unione
Un lavoratore del Reparto OMC Unione, ci segnala questa discussione udita in una strada dello stabilimento.
Due lavoratori parlano fra loro mentre rientrano al proprio posto di lavoro; uno di questi dice all'altro: — Dimmi un po', cos'è quel tunnel a fianco di quel reparto? Forse che vi è una miniera nello stabilimento?
L'altro scoppiando in una bella risata risponde: — Ma no! E' somente lo spogliatoio degli operai del reparto OMC.
Umanità alla GEVA
Chiediamo al direttore della GE. V.4., signor Di Pietro, e al suo sostituto signor Carrera, se si sentirebbero di fare, con qualsiasi tempo, 30 chilometri al giorno in bicicletta solo perchè un loro superiore dice che necessita la loro opera ad Arcore.
E se assumendo delle donne per gli stabilimenti di Sesto, e abitanti a Sesto, è giusto far loro la proposta su accennata, dopo diversi
anni che dànno la loro attività negli stabilimenti di Sesto.
Non vi sembra più cristiano assumere in quel paese due operaie, voi che... siete tutti dediti al bene... della famiglia? che tutto fareste per... alleviare le fatiche dell'umanità?
Commissione infortunistica
Vulcano
Perchè, in questo stabilimento non si è pensato di organizzare la commissione antinfortunistica, con la partecipazione degli operai?
Sappiamo che allo stabilimento Unione, nelle varie commissioni di reparto gli operai sono rappresentati, e, checchè si dica, il loro contributo è notevole.
Invitiamo perciò i dirigenti del Vulcano ad adeguarsi, ed a mettere da parte la diffidenza nei confronti degli operai.
Ancora morti SUL LAVORO
Lunedì 23 marzo, nelle prime ore della mattinata, un luttuoso incidente si è verificato allo stabilimento « Concordia ». Ancora una volta la morte, sempre in agguato, ha stroncato una vita.
L'operaio Elli Giuseppe, di 48 anni, addetto ad eseguire un lavoro che una impresa appaltatrice (sembra la De Grandi) aveva assunto all'interno dello stabilimento, cadeva da una capriata alta 7 metri e decedeva all'istante.
Sulle cause che hanno tolto la vita a questo operaio pensiamo doveroso mettere in evidenza al-
cuni fatti, che comprovano ancora una volta quanta cura abbiano dell'uomo certi industriali.
L'operaio Elli, era stato mandato ad eseguire un lavoro sulla capriata di un capannone in demolizione, senza avere una cintura di sicurezza e tantomeno una impalcatura o delle assi che dessero all'operaio la sicurezza fisica nel lavoro.
I membri della C.I., appena a conoscenza della disgrazia, si sono recati sul posto constatando in quali condizioni l'operaio lavorava.
I lavoratori chiedono venga fatta una severa inchiesta che non si limiti ad accontentare la famiglia dell'estinto con una somma qualsiasi, ma osservando le cause cui non può non essere responsabile diretta la ditta appaltatrice.
E' stato detto diverse volte che è ora di porre termine a questi « omicidi premeditati », è ora che gli industriali comprendano che l'uomo è il materiale più prezioso, e come tale va trattato.
Non vi è dubbio che una delle cause è da ricercarsi nell'insostenibile supersfruttamento degli operai, cause che hanno già fatto troppe vittime nel campo del lavoro.
Ed è preoccupandosi delle proprie responsabilità che la ditta appaltatrice (magari imbeccata da qualcuno più esperto) vuol far ricadere la responsabilità sull'operaio morto.
Il cinismo di certi industriali non si ferma nemmeno di fronte alla morte, mai sazi di guadagno, tutto tentano perchè le loro malefatte rimangano impubite, perchè i loro arbitrii diventino legge, ma i lavorbtori ormai conoscono queste cose, e ne hanno individuato le responsabilità.
Giungano alla famiglia dell'operaio deceduto, le condoglianze di tutti i lavoratori del « Concordia ».
Già da qualche mese siamo a conoscenza che negli stabilimenti Falck i vari capi vengono a turno chiamati dalla Direzione a partecipare, durante le ore di lavoro, a dei cicli di conferenze tenute dal dott. Vagaggini, che viene presentato come l'istruttore di un particolare « metodo » per trattare i problemi inerenti le realizzazioni di lavoro.
Questo dottore, incaricato dalla direzione generale della Falck ad introdurre nelle fabbriche il « metodo» che ha avuto le sue origini negli Stati Uniti d'America (eravamo in pensiero che non ci fosse
l'America) e che con opportuni ritocchi ed adattamenti al carattere dei popoli latini viene già da tempo insegnato nelle industrie francesi per passare ora nelle grandi aziende italiane (Montecatini, Pirelli, Falck, ecc.).
Bisogna innanzitutto riconoscere che le teorie indicate dal « dottore » e stampate su di un cartoncino verde, distribuito ai partecipanti al corso sin dalla prima lezione, corrispondono per una parte notevole a quanto da tempo i lavoratori della Falck attendono dai loro principali.
Riportiamo fra l'altro dallo stes-
IL SIDFRIIROICO
Falck insegna il "metodo„ ma gli Smpiegati lo conoscono
so cartoncino verde:
« Norme fondamentali per sta« bilire e mantenere buone rela-
« zioni sociali:
« Far sapere periodicamente a « ciascun lavoratore come va il « suo lavoro. Riflettere su ciò che
« si può aspettare da lui. Indicar« gli il modo per migliorare. Far« gli rilevare i meriti e i deme« riti. Indurlo ad accettare il cam« biamento. Utilizzare nel miglior « modo le attitudini di ciascuno.
« Prendere nota delle attitudini
« che attualmente non sono utiliz« zate. Non ostacolare gli avan« zamenti ... E TRATTARE OGNI
« LAVORATORE COME INDIVI-
« DUO, RICORDANDO CHE HA
« UNA SUA PERSONALITA' ».
Ma i signori Falck si sono forse decisi ad introdurre nelle loro aziende i metodi democratici?!
Salvo uno o due punti delle sopradette norme, dove per esempio si dice che il lavoratore « deve essere indotto ad accettare il cambiamento » mentre ci possono essere delle buone ragioni da parte del lavoratore per non accettare « il cambiamento » e tali ragioni devono essere tenute validamente in considerazione, siamo sostanzialmente d'accordo con quanto sopra riportato; anzi i lavoratori italiani lottano da molto tempo nel loro Paese perchè sia loro riconosciuta la « personalità » che sono poi i diritti del cittadino lavoratore.
I lavoratori hanno imparato purtroppo da lunghe e dolorose esperienze che la democrazia padronale è, più o meno apertamente, troppo interessata. Da tempo nelle fabbriche si compiono ingiustizie, soprusi, si aumenta il già elevato sfruttamento.
Fatti ne potremmo elencare tanti da riempire interi volumi, ma ci limiteremo, per ora, ad indicarne uno soltanto altrettanto chiaro quanto controllabile da tutti.
Come mai i signori Falck ed i loro sostenitori conducono da anni una lotta spietata sempre più feroce ed accanita contro i lavoratori più coscienti e democratici che lavorano nelle loro fabbriche?
Parliamo per esempio dei membri delle Commissioni Interne eletti democraticamente che non hanno altra colpa (che per un lavoratore è un onore) di godere la fiducia e la stima della maggioranza dei loro compagni di lavoro; parliamo di costoro che per essere stati eletti con voto libero e segreto hanno e debbono avere le funzioni di legittimi rappresentanti degli interessi dei lavoratori.
Se i signori Falck ricercano effettivamente e concretamente le « buone relazioni sociali », nelle loro fabbriche, come mai non comprendono che l' importanza maggiore di questo problema risiede nell'ascoltare, nel trattare e nel comprendere concretamente gli interessi dei lavoratori che presentano le loro sacrosante riven-
dicazioni attraverso i loro legittimi rappresentanti?
Il dott. Vagaggini, che conosce così bene questo metodo, potrebbe darci la risposta.
In questa risposta il su accennato dottore deve cercare di non vendere fumo perchè di fumo i lavoratori sono sazii.
Verrà questa risposta? è quello che vedremo, certo è che noi continueremo sulla nostra strada che è quella della giustizia e dell'onore, e in questo i lavoratori non hanno bisogno di lezioni.
Convegno FIOM
(Seguito dalla prima pagina)
Tutte le aziende siderurgiche presentano sintomi di crisi. Non è immune il gruppo FINSIDER con i suoi stabilimenti di Bagnoli, di Piombino e di Cornigliano di cui tanto chiasso si è fatto in questi ultimi anni. In detti stabilimenti non solo non si realizza il piano che prevede la installazione di impianti moderni a ciclo integrale, ma non riesce neppure a mantenere totalmente attivi quelli già installati tanto vero che allo stabilimento di Bagnoli, l'impianto Tornos lo si vorrebbe far marciare ad un turno soltanto. Tutti sono a conoscenza di quanto sta avvenendo alla Magona d' Italia, in questo vecchio stabilimento altamente quotato per la produzione del lamierino e della latta.
Non uno degli stabilimenti ILVA presenta una situazione buona e le cose non vanno meglio alla Redaelli, alla Vanzetti, alla Pracchi, alla Caleotto, al Laminatoio Nazionale, alle Acciaierie Elettriche, alla Breda, alla Cobianchi, alla Sisma ed ultima alla Falck, ove la richiesta di acciaio alla Acciaieria è diminuita di 6 o 7 mila tonnellate al mese e dove la Direzione va prendendo delle misure che vanno dal licenziamento degli uomini della Cooperativa Edile Sestese, allo spostamento di personale da un posto di lavoro all'altro con conseguente declassamento della manodopera, fino alla ancor tenue ma presente minaccia che altre unità lavorative vengano allontanate dalla fabbrica.
Tutto quanto sopra ha un nome: Piano Schuman; uno scopo: via libera alle industrie pesanti tedesche largamente controllate dagli americani.
Soprattutto ha dei responsabili che sono: De Gasperi, il suo governo e gli indu-
striali, che dopo aver a1lato la politica antinazionale del governo, hanno consentito allo stesso di legare il nostro Paese a tale nefasto Piano mettendolo per di più nelle mani di persone del tutto incompetenti. Non vi è dubbio che i lavoratori siderurgici, che hanno senso di responsabilità nazionale, lotteranno strenuamente per respingere tale piano.
L' OPERAIO
Che cos'è un operaio?
E' un uomo che prende un blocco informe da una qualsiasi materia (ferro, ghisa, legno) e io trasforma In oggetti belli e utili; come ad esempio: strumenti di precisione, macchine complicate, vetri, mobili leggiadri, ed infine tutto ciò che eleva ed abbellisce l'esistenza degli uomini.
Tutto sulla superfice della terra è stato creato dal lavoro dell'uomo, ed ogni cosa che ci circonda rappresenta la cristallizzazione della carne e del sangue dell'operaio; ogni cosa, qualunque essa sia, è incarnazione del1 energia umana.
Questa è una verità incontestabile.
Massimo Gorki
Referendum
(continuazione dalla l' pag.) al nostro Paese la tranquillità cui ha bisogno.
In questo non vi è dubbio qual' è l'intendimento degli industriali italiani, in funzione dei quali i vari De Gasperi, Scelba, ecc., operano al Governo.
Nel loro odio contro la classe operaia i vari Falck, nello stesso tempo che tentano di sopprimere la libertà nella fabbrica, fanno agire i loro uomini di paglia del governo, i quali operano per sopprimere la Costituzione.
Non illudetevi, signori industriali e del governo, la strada che i lavoratori hanno intrapreso è quella della difesa della Costituzione, della libertà e del progresso, e non sarete voi con i vostri soprusi, le vostre porcherie che riuscirete a fermarli.
Essi, nello stesso tempo che respingono con sdegno la legge truffa, appoggiano incondizionatamente, perchè democratica, la richiesta dell'On. Togliatti, per il a referendum popolare ».
Tenore di vita degli operai
IOStiii
Crediamo di suscitare l'interesse dei lettori del nostro giornale di fabbrica, parlando di come vivono, o meglio in che condizioni lavorano gli operai delle fabbriche dei paesi dell'U.R.S.S. e a Nuova Democrazia.
Troppe inesattezze (per non dire peggio) si sono propalate su questo importante aspetto dello sviluppo tecnico e sociale di un popolo, speculando sulla naturale volontà di sapere esistente nei lavoratori di tutto il mondo.
Per questa ragione noi cercheremo di scrivere di volta in volta qualcosa sui più svariati argomenti che interessano i nostri lettori, rispondendo anche a tutte le domande che i lavoratori ci vorranno inviare, sforzandoci di essere il più possibile chiari ed esaurienti.
Come primo argomento ci intratteremo su un problema che più pesa sull'economia di uno Stato: la disoccupazione.
Questa piaga deleteria, che resta ormai insanabile nel mondo capitalista, è stata abolita in quei paesi dove la classe operaia si è sostituita alle vecchie classi dirigenti.
Per noi il problema è sempre vivo, mentre nei paesi a Nuova
Democrazia, liberati dall' Armata Rossa, questo termendo male non c'è più, anche se in questi paesi la disoccupazione, prima dell'ultima guerra, era sempre esistita (Polonia, Romania, Ungheria, Cecoslovacchia, ecc.).
Un esempio ancor2 più .-7,7andioso ce lo fornisce l'U.R.S.S.
Tutti sanno in quali condizioni disastrose si trovasse la Russia subito dopo la Rivoluzione Socialista, condizioni maturate da una secolare arretratezza dovuta al malgoverno degli Zar, da far sì che non appena tutto il potere fu nelle mani dei Soviet operai, masse di contadini andavano nelle città dove si stavano erigendo nuovi impianti industriali.
Il giovane Governo Nuovo si trovò di fronte a una miseria delle più nere, con milioni di senza lavoro, perciò arduo fu il suo compito di rimettere in sesto un intiero paese in rovina.
Eppure oggi al visitatore che passa per le strade di Mosca, capita sovente di trovarsi di fronte a cartelloni pubblicitari che indicano cifre di offerte di lavoro.
Questa situazione non esiste solamente da ora però.
(Il seguito al prossimo numero)
SIDERURGICO
al ai la e al tli IR della
ILCONGRESSODELLAMIA111111IN
Il problema dell'emancipazione della donna è una delle questioni più importanti che si pongono le organizzazioni democratiche di tutto il mondo che lottano per il benessere dei lavoratori e del popolo tutto.
Il Congresso della Donna Italiana, che si terrà a Roma i giorni 10, 11 e 12 aprile, preceduto da centinaia e migliaia di Congressi rionali, di paese e provinciali, che sono stati e vengono tenuti in questo periodo, si pone appunto la necessità di discutere il problema dell' emancipazione femminile legato alle innumerevoli rivendicazioni delle donne.
Diciamo legati, questi problemi, perchè la partecipazione della donna alla vita politica, sociale ed economica del nostro Paese, è di vitale importanza e denota lo sviluppo e l'andamento della società stessa.
Le più importanti rivendicazioni femminili che verranno discusse al Congresso sono: Rispetto della Costituzione, voto uguale per tutti (perchè il voto di Falck valga quello di una sua operaia). •
Protezione dell'infanzia (perchè i bambini possano avere una
vita felice, sicurezza contro le malattie, possano crescere ed educarsi in un clima di benessere e di prosperità).
— La parità dei salari e degli stipendi fra gli uomini e le donne (perché non si debba più vedere che una capofamiglia, sia essa tessile o alimentaristica, prenda dei salari di fame che si aggirano sulle 22 o 25 mila lire mensili).
Contro l'aumento dei prezzi (perchè le massaie non debbano più ridurre i già magri pasti ai loro familiari).
Per la pace (perchè in tutto il mondo non si presenti più il pericolo di una nuova guerra, causa di lutti, fame, miseria per tutti i popoli del mondo).
E perché queste rivendicazioni vengano prese in considerazione dal Governo ed attuate, tutte le donne si devono unire, devono fare più forte la loro alleanza al di sopra di ogni fede politica e religiosa, e dal loro Congresso facciano uscire possente la unanime protesta per la politica di guerra condotta dal Governo, indicando così la linea di una nuova politica di pace, di benessere, di amicizia e di collaborazione fra tutti i popoli del mondo.
RACCONTO OPERAIO
Un giorno di aprile del '44
Era il periodo in cui Sesto, come del resto tutta l'Italia, era sotto il tallone nazifascista, periodo nel quale il suono in sordina degli apparecchi radio nelle famiglie, era ogni sera, ogni notte, interrotto dal crepitìo dei mitra e dal passo sinistro delle ronde fasciste. Era il periodo, insomma, in cui tutto parlava di morte.
Eppure non era così, tanti e tanti esseri umani lottavano, per la vita, per l'avvenire.
Uno di questi andava, un giorno d'aprile, rasente ai muri, per meno farsi notare, ad una riunione che sapeva essere importante.
A quella riunione seppe quale era il suo compito, e perciò durante il ritorno, a casa, a letto, durante la notte ci pensava. Come doveva fare ad adempierlo, senza dare nell'occhio, senza che nessuno poi potesse venire colpito?
No! Non era facile, eppure doveva riuscire, perchè quella era una cosa che avrebbe aiutato a dare fiducia ai compagni di lavoro e di lotta.
Più ci pensava e meno riusciva a trovare una via facile.
L'indomani, rovistò in tutti i cassetti di casa per trovare quello che gli necessitava, purtroppo non vi era niente che facesse al caso.
teva leggere la commozione, nel suo intimo, quel lavoratore di Sesto S. Giovanni, diceva: « Ora non la ammaineremo più ».
Degna risposta
Con grande piacere, segnaliamo l'atto di fierezza, compiuto dall'operaio Marchetti non molto fa licenziato dalla Falck.
Come si ricorderà il Marchetti è stato allontanato dalla fabbrica, per il semplice motivo di aver distribuito manifesti durante le ore di lavoro, fatto non provato in quanto nessuno ha potuto portare una benchè minima prova.
Perde, sentendosi colpito ingiustamente, l'operaio ha citato la ditta in tribunale.
Due settimane fa, la ditta, vedendo la fermezza di questo operaio, lo convocava per mezzo di un avvocato, ad un convegno di conciliazione.
Le proposte furono in poche parole queste: la ditta sarebbe venuta incontro con un congruo compenso, purchè il Marchetti accettasse il licenziamento così com'era.
Da qualche giorno, su un'area compresa fra la via G. Cantore, Viale Italia e Giovanna d'Arco, è entrato in azione un potente escavatore che, a ritmo accelerato, affonda la sua benna nel terreno, sollevando terra e creando così un vasto scavo che rappresentano le fondamenta di un edificio che sorgerà sul posto.
Molti cittadini sostano e commentano il lavoro della macchina ed il nuovo cantiere sorto. Per i sestesi di nascita o di adozione, ogni attività nel campo del lavoro, nel momento particolare in cui viviamo, rappresenta sempre un motivo di soddisfazione e di compiacimento, lo si nota sui volti di chi si ferma ad osservare, lo si sente dai loro commenti. L'opera iniziatasi assume però un altro particolare significato di interesse, trattandosi del nuovo edificio scolastico promosso e finanziato dal nostro Comune. Il nuovo edificio scolastico, complessivo di 14 aule, con palestra, ambulatorio, biblioteca, locale di custodia, il tutto arredato con perfetta aderenza ai moderni concetti della scuola, sa-
rà adibito per le classi elementari.
Con la disponibilità della nuova sede sarà portato un notevole contributo al disagiato problema nel settore scolastico elementare, che in effetto del notevole aumento della popolazione, ed in conseguenza di quella scolastica, soffre del sovraffollamento nelle aule esistenti che attualmente costringe ad una attività ed a orari di frequenza non consoni alle esigenze locali.
L'Amministrazione Comunale da tempo ha predisposto un vasto piano di realizzazioni, ovunque nuovi edifici saranno costruiti gradualmente negli anni futuri fino a normalizzare ed a potenziare l'attrezzatura scolastica.
Rifiutato dagli organi governativi ogni forma di contributo per la spesa da sostenere, l'Amministrazione Comunale ha deciso di accollarsi interamente la spesa con un mutuo di 100 milioni, contratto con la Cassa di Risparmio, da estinguersi in 25 anni.
L'area sulla quale sorgerà la scuola, già di proprietà di Falck, è stata a suo tempo rilevata dietro congruo compenso.
Eppure per quella sera stessa doveva trovarla; ucì per recarsi al lavoro, sempre col cevello fisso nel suo compito, così per tutto il giorno; alla sera, dopo aver vagliato tante probabailità, decise: si recò da un conoscente e acquistò a credito quello che occorreva, purtroppo dovette accontentarsi di una cosa pesante, visto che non c'era di meglio!
Alla mattina dopo, entrando in fabbrica, la vide; essa salutava gioiosa la festa dei lavoratori di tutto il mondo, sventolando al vento primaverile, sulla cima dell'acquedotto dello stabilimento.
Nel grigiore delle case; nell'azzurro del cielo, sebbene di stoffa pesante, essa splendeva il suo rosso, il rosso della bandiera dei lavoratori.
E mentre nei suoi occhi si po-
Acque gasate
L'operaio, dopo aver ascoltato il prolisso discorso dell'avvocato, rispose: io non voglio compensi, a me basta ciò che mi spetta di contratto, ed accetto anche il licenziamento, però ad un patto: la Direzione farà stampare dei manifesti, da esporre negli stabilimenti, in cui viene specificato che io sono stato licenziato arbitrariamente.
A questa battuta l'avvocato non seppe rispondere che in questo modo: « lo sono venuto solo per portare soldi ».
Ogni operaio può fare da questo le sue conclusioni, però da parte nostra dobbiamo sottolineare la fierezza dell'operaio; e ancora una volta additare al disprezzo di tutti il Padrone delle Ferriere, il quale come sempre crede che con i soldi si possa comperare tutto, anche la coscienza dei lavoratori.
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