Periodico1

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Il Consiglio di fabbrica non deve rinunciare alle sue funzioni

Contestualmente all'operazione prepensionamenti e "dimissioni incentivate" che ha già ridotto drasticamente gli occupati all' Autobianchi, con la stessa "scientificità" e logica politico-industriale che ha recato guasti irreparabili ai livelli occupazionali di Torino, la Fiat prosegue nel suo disegno ristrutturativo dello stabilimento di Desio.

L'attuale assetto tecnologico (preceduto da significativi interventi organizzativi, Gemap Cap) regolato dall'introduzione del "General system" ha già consentito con un utilizzo repressivo della crisi dell'auto, un notevole recupero di produttività come dimostra la lettura dei dati del

La riunione del Consiglio del 24/2/1982 ha approvato la costituzione del Comitato di redazione del nostro giornale di fabbrica.

L'importanza di uno strumento quale "Il Periodico" è stata sottolineata da tutti gli interventi.... La presenza al suo interno, di delegati lavoratori distribuiti equamente tra i diversi turni e le diverse aree dello stabilimento, deve rappresentare una garanzia, nei due sensi, di una proficua circolazione delle idee delle esperienze. "Il Periodico" è uno strumento in più per conoscere, discutere, rendersi consapevoli delle situazioni in cui viviamo. È uno strumento di tutti e può vivere soltanto se tutti ci impegnamo a sostenerlo, diffonderlo, costruirlo.

La Redazione è così composta: Benito Bergamin, Alberto Bonfanti, Alessandro Brini, Salvatore Castiglia, Gianni Colombo, Giovanni Garancini, Giuseppe Isella, Bruna Mantegazza, Antonio Santambrogio.

SOMMARIO

pag. 2: Come è stata discussa la bozza di piattaforma contrattuale, di Benito Bergamin

Crollano le montature della Direzione dell'Autobianchi, a cura di Gianni Colombo

pag. 3: Fabbrica e tossicodipendenza, di Giovanni Garancini e Domenico Genovese

pag. 4: Rubrica previdenziale, a cura di Renzo Di Bernardo

sul contratto

rapporto tra produzione ed occupati.

Il progredire delle innovazioni tecnologiche rende sempre più flessibile la capacità produttiva degli impianti (linea Panda) con un aumento delle parcellizzazioni che respinge ogni ipotesi sindacale di arricchimento delle fasi di lavoro.

L'introduzione dell'automazione su importanti spezzoni dei cicli di lavorazioni (verniciatura, crjla-gard) sono anticipazioni di robotizzazione sempre più certa con il risultato di espellere ulteriore mano d'opera dalla fabbrica.

Questo processo di interventi sugli impianti e sull'organizzazione del lavoro in termini neo-tayloristici prevede anche un incremento di produttività da "strappare" alla forza lavoro con un suo uso sempre più elastico (mobilità, aumento carichi di lavoro, revisione dei tempi), attraverso la messa in discussione degli accordi sindacali che regolano i rapporti su questa materia.

I risultati di questa prima fase sono disastrosi per il guasto sociale recato ai livelli occupazionali ed ai rapporti politico sindacali in fabbrica.

Acuendo la repressione ed instaurando un clima "da anni 50" la direzione con "la frusta della crisi" ha espulso dalla fabbrica il 12% degli occupati nel 1980 e riuscendo a mantenere e ad aumentare la produzione.

Infatti nel 1980 i dipendenti erano 4983 (30/6) e il massimo di produzione giornaliera fu di 696 vetture prodotte.

Con il programma mensile di marzo si è raggiunta la produzione giornaliera di 706 vetture con un totale di 4435 dipendenti.

Pur considerando l'espulsione di alcune lavorazioni (cavi A112, particolari di lastratura), il riequilibrio del mix produttivo sulle linee di montaggio e la soppressione di alcune lavorazioni (levigatura), l'incremento di produttività è notevole e da solo da il senso dell'obiettivo del progetto complessivo di ristrutturazione: procedere nel!' ammodernamento tecnologico per diminuire gli organici e mantenere la stessa produzione.

Pur non essendo luddisti noi siamo contrari ad un processo di cui ci sfugge il controllo ed ogni singola verifica sulle conseguenze che ne derivano in termini occupazionali e di condizioni di lavoro.

Già durante lo scontro con la Fiat per la "vertenza crjla-gard" avevamo organizzato l'opposizione in termini di lotta a progetti unilaterali.

La vicenda assunse un significato emblematico per i contenuti e per il contesto politico sindacale di gruppo in cui si collocava e rimane un esempio di significativo valore per un Consiglio di fabbrica che non deve rinunciare alle sue funzioni.

Antonio Santambrogio

Con le assemblee generali e di reparto si è conclusa nella nostra fabbrica la consultazione sulla bozza contrattuale. Una discussione partecipata e a tratti vivace che si è conclusa con l'approvazione (da parte della grande maggioranza dei lavoratori) della piattaforma, e l'approvazione di alcuni emendamenti, in parte presentati dal Cdf e in parte da singoli lavoratori nelle assemblee.

Chiusa questa fase è però importante che la discussione continui per elevare il livello di coscienza e convinzione e attrezzarci quindi allo scontro che si presenta difficile.

Con questo articolo-intervista non intendiamo fare nè un'inchiesta nè un'indagine campione ma unicamente utilizzare anche lo strumento del giornale di fabbrica per continuare a tenere viva l'attenzione e la discussione.

Iniziamo con Agostino Gianotti, anni 24, da 3 al!' Autobianchi.

Parliamo della richiesta di riduzione dell'orario di lavoro. In questa stagione contrattuale il Sindacato apre la strada all'obiettivo delle 35 ore settimanali. I motivi per cui il Sindacato ha deciso di abbattere la barriera delle 40 ore sono: tentare di dare una risposta alla crescente disoccupazione; intervenire nel rapporto vita-lavoro per migliorare la qualità della vita, tu cosa ne pensi?

Certo, secondo me la richiesta di riduzione dell'orario di lavoro settimanale è uno dei punti principali del nuovo contratto. Credo che debba servire come strumento per combattere la disoccupazione crescente e il ricorso massiccio alla Cig, che tuttora grava su (segue a pag. 4)

RISTRUTTURAZIONE IN FABBRICA: SEGRETO INDUSTRIALE?

Lavoratori: giugno 1980 n. 4983 - Produzione: 698 vetture

Lavoratori: marzo 1982 n. 4435 - Produzione: 706 vetture

Le ristrutturazioni tecnologiche che stanno investendo le moderne civiltà industriali non sempre avvengono con la dovuta conoscenza, controllo e contrattazione da parte dei lavoratori.

In questi giorni abbiamo chiesto alla direzione di stabilimento i dati che consentano una lettura obiettiva di tutto ciò che sta avvenendo all'interno dello stabilimento.

La risposta è stata un secco rifiuto a fornire le dettagliate informazioni che riteniamo necessarie per meglio comprendere il quadro entro cui procede il processo di ristrutturazione in atto.

Questo rifiuto è la prova evidente che le osservazioni avanzate dal Consiglio di fabbrica, sui motivi che hanno consentito un notevole aumento di produttività colgono nel segno e cioè questo aumento è stato ottenuto non solo con ammodernamenti tecnologici ma anche con un intervento generalizzato sull'uso della forza lavoro.

Procederemo da soli all'esame approfondito di ogni situazione di reparto e di ufficio in relazione ad ogni singolo aspetto dell'organizzazione del lavoro, produttività e professionalità. E ciò non solo in termini conoscitivi ma per elaborare una nostra piattaforma di intervento e di controllo, per bloccare il procedere unilaterale di questo processo.

Il giornale si assume il compito di fornire ai lavoratori la completa informazione che consenta loro di essere coinvolti e partecipi in questa battaglia che decide il loro futuro.

I primi dati che forniamo sono relativi al rapporto tra organici e produzione e consentono delle prime valutazioni.

ll vero problema ambientale in lastroferratura, di Alessandro Brini "La riverisco signor dottore", di Alberto Bon fanti
30/6/80 13/2/81 Marzo 1982 Operai 4377 4246 3859 Ms 102 101 125 Impiegati 504 497 451 Produzione 698 696 706 Officine Presse 136 139 Lastratura 862 820 Dati non Verniciatura 780 757 forniti Selleria 393 373 dalla direzione Montaggio 1259 1209 Coli. funz. 56 56 Indiretti (extra fabb). 869 865 a cura del Comitato di redazione Nel prossimo numero inizieremo l'analisi dettagliata dei dati scorporati per ogni singola situazione Contributo L 100 IL
BOLLETTINO INTERNO A CURA DEI LAVORATORI DELL'AUTOBIANCHI Marzo 1982 - Stampa: Cooperativa Editoriale "NUOVA BRIANZA" - Tel. 0362/924353
MODICO
Dibattito

Come è stata discussa la bozza di piattaforma contrattuale

Devo dire che la piattaforma contrattuale all'Autobianchi è stata vissuta più in termini conflittuali che di merito. Perchè dico questo?

Io non mi sono mai scandalizzato, quando i lavoratori hanno fatto delle critiche al sindacato, ma mi rincresce dire che purtroppo, in queste assemblee, si è parlato troppo a sproposito. È giusto osservare che questa assemblea ha prodotto una divisione tra lavoratori, come nel Cdf e nel sindacato. Io spero che l'obiettivo non fossequesto, anche se qualcuno lì mirava e l'obiettivo suo l'ha raggiunto.

Ciò non tanto per i laceramenti determinati al nostro interno, ma per avere dato al padronato un'ulteriore possibilità di darci delle legnate. In momenti come questi, dove la crisi economica sta producendo disastri nel nostro paese, dove chi paga le conseguenze maggiori siamo sempre noi lavoratori, perdendo anche la garanzia dell'avere un posto di lavoro e dove si allontana sempre di più la sufficienza del nostro salario, questa divisione non certo ci aiuta.

Sia chiaro a tutti che questo mio intervento non vuole essere uno sfogo solo perchè mi è stato vietato di intervenire in assemblea, il problema ben più importante è la mancanza di un ruolo politico dell'Esecutivo, come l'incapacità del Cdf di gestire prima le assemblee di reparto e poi quelle generali. È giusto che in queste questioni i lavoratori sappiano alcune cose che io ora tenterò di spiegare il più possibile.

Dopo le assemblee di reparto, l'Esecutivo si era riunito per fare una valutazione e per prendere in considerazione eventuali modifiche o emendamenti. Il quadro che ne usciva descritto nello stesso modo da quasi tutti era, per le assemblee di reparto, scarsa partecipazione e pochissimi interventi. Si è poi comunque cercato di lavorare sul materiale riportato dalle assemblee di reparto, in presenza

però delle assenze di molti membri dell'Esecutivo.

Le conclusioni ricavate sono state poi discusse nel Cdf (con una presenza del 50% dei delegati) cercando di interpretare il più possibile le opinioni dei lavoratori, stilando poi un documento politico fatto proprio da tutto il Cdf come valutazione unitaria sulle assemblee di reparto che si sono svolte.

Questo documento politico è stato poi portato nelle assemblee generali, l'assurdo è che in queste assemblee si sono contrapposti al documento gli stessi delegati, sia negli interventi sia nel come si sono svolte le modalità di presentazione del documento stesso.

Alcuni hanno dunque cercato per volontà politica di ridiscutere il tutto di nuovo facendo finta che le assemblee di reparto non fossero state fatte, con l'unico risultato di aver sprecato ore di assemblea.

Come vedete non tento di mettere in evidenza il mio mancato intervento, anche se la democrazia più delle volte viene utilizzata più per soffocare il confronto che per permetterlo. Voglio invece e soprattutto esprimere un mio giudizio personale su questa consultazione contrattuale e sulle votazioni che si sono svolte nelle assemblee generali, soprattutto in quella del mio turno. Spero che questo mi sia permesso. Ritengo una contraddizione un emendamento al rialzo sul salario, quando poi prima abbiamo votato a stragrande maggioranza la piattaforma Cgil-Cisl-Uil che prevede il rispetto del 16%.

Sono convinto che parlare di rinuncia al salario è sbagliato, anche se riportare in un contratto nazionale la mancata contrattazione salariale della vertenza aziendale è assolutamente sbagliato, anche perchè non avremmo la possibilità di colmare le differenze salariali rispetto alle altre aziende.

Altre considerazioni che voglio fare

Lettera al giornale

sono sulla riduzione dell'orario di lavoro. Oggi questo problema deve essere visto nella sua giusta dimensione. Secondo me, la riduzione non può essere vista come strumento per conquistare nuova occupazione, deve essere soprattutto vista come strumento per difendere gli attuali livelli occupazionali. Noi assistiamo a fenomeni molto negativi sul piano della garanzia del posto di lavoro in azienda, che oggi si ristruttura massicciamente con l'innovazione tecnologica (la robotizzazione). Il mio parere è che la riduzione dell'orario di lavoro va visto in questo spirito, se la situazione di mercato poi migliora i consumi si allargano, si potranno aprire prospettive anche sul piano del recupero di maggior occupazione. Il ragionamento dell'orario di lavoro non deve essere quindi disgiunto dalla strategia più generale del sindacato Noi tutti sappiamo che l'Europa sta vivendo un momento drammatico sul piano occupazionale (11 milioni di disoccupati) con questo non voglio dire che si dovrà ridurre l'orario di lavoro in Italia solo quando tutti i paesi d'Europa lo ridurranno, ma credo però che non dobbiamo dimenticarci che il problema esiste. Altro problema che mi è sembrato poco discusso, ma che è legato alla riduzione dell'orario di lavoro, è quello della flessibilità.

La questione della flessibilità la vedo come un momento di disponibilità che viene incontro alle nostre esigenze. Ma voglio rimarcare questo, in assemblea è stato votato che il sabato deve essere non lavorativo, va benissimo, ma se cerchiamo di farla pesare come scelta del sindacato del passato, credo che commettiamo un errore, in quanto in nessun documento della Cgil-Cisl-Uil sta scritto che il sabato non è lavorativo.

Per questioni di spazio non posso continuare questa lettera, sicuramente la continuerò nel prossimo numero.

Crollano le montature della

Direzione dell'Autobianchi

Stralci delle sentenze depositate dalla Magistratura sul licenziamento Amodeo

La sentenza è suddivisa in 4 parti, riferite alle principali contestazioni mosse dalla Direzione dell'Autobianchi all'operaio Amodeo:

Vi era inoltre la contestazione di un precedente che secondo la Direzione aggravava la posizione dell'operaio, su questo presunto precedente così si è espresso il Magistrato: ".... il richiamo a tale precedente storico, perciò, lungi dall'essere rilevante al fine della valutazione del comportamento dell'attore Amodeo del 26/1/81 finisce per essere un segno della volontà della Fiat... di presentare un quadro della posizione del ricorrente quanto più grave possibile ".

L'esecuzione dell'operazione

.... Accertate tali circostanze, diventa irrilevante, al fine della vàlutazione dell'operato dell'Amodeo, l'affermazione del teste Scanzioli, vice capo officina, di non aver mai autorizzato, nè lui nè il capo officina Cazzaniga, l'operazione de qua in controcorrente, posto che i capi squadra, cui spettava di portare a conoscenza degli operai gli schemi di manutenzione conservati negli uffici del (cfr. dep. teste Caglio, responsabile del servi-

zio verniciatura), tale compito non assolvevano si può serenamente affermare che il comportamento del ricorrente nell'esecuzione dell'operazione di lavaggio è ben lontano dall'assumere i connotati del notevole inadempimento degli obblighi contrattuali che giustifica il recesso del datore di lavoro....

Sulla mancata verifica dell'agibilità dell'impianto prima di dare per terminato l'intervento

.... Si deve perciò concludere che la mancata chiusura del rubinetto C, pur se addebitabile al ricorrente (ma lo si nega per le ragioni innanzi enunciate), non costituì infrazione così grave da meritare il licenziamento, tenuto conto del fatto che i rilievi svolti, lungi dall'essere inficiati dalla terza contestazione (la perdita di vernice) che la società muove al ricorrente, ricevono maggior valore proprio dalle osservazioni che in merito si svolgeranno di qui a poco....

La perdita di vernice

.... Alcuna prova idonea ha invece fornito la convenuta (Fiat) che pure ne aveva l'onere — che la quantità della stessa (vernice) andata perduta ammontò a kg.

7.000 circa o fu comunque rilevante

.... Furono consumati per la vernicia-

In seguito alla lettera inviata al "Periodico" relativamente alla vicenda sorta all'interno della Fim-Cisl della Brianza, necessari e doverosi sono alcuni chiarimenti e alcune considerazioni riguardo i fatti e le conseguenti decisioni assunte negli organismi della stessa organizzazione.

Per mettere in condizioni tutti ed ognuno di giudicare con conoscenza di causa è necessario seguire una semplicissima regola: esporre non la propria opinione ma i fatti come sono.

La propria e legittima opinione, infatti, può far credere di fare chiarezza, appunto, può farlo credere.... ma non la fa!

Mi limiterò quindi schematicamente ad alcuni passaggi significativi di questi fatti non essendo possibile esporli in modo dettagliato per ovvi motivi di spazio.

Dopo lo scioglimento della struttura sindacale provinciale si è passati alla suddivisione della struttura in comprensori che con lo svolgimento dei successivi congressi sono stati resi esecutivi.

Alla nuova struttura della FimBrianza non potevano essere accollati operatori a tempo pieno che non erano in forza al comprensorio costituitosi col congresso.

È questo il caso di due dei cinque operatori in questione che in modo diverso operavano nella vecchia struttura provinciale.

Un terzo operatore della zona di Monza non è stato oggetto di alcuna decisione da parte degli organismi della nuova struttura ma si è dimesso volontariamente dalla sua carica.

Altri due operatori della zona DesioCarate venivano a tutti gli effetti confermati operatori sul territorio dal Direttivo in data 25/11/1981 e quindi a gestire l'organizzazione per quanto a loro competeva. Ma questi, non condividendo le scelte fatte dal direttivo (organismo formato da delegati del comprensorio), in merito alla formazione della segreteria e alla definizione degli operatori non riconoscevano e non applicavano le scelte dello stesso.

tura delle auto circa 2079 kg. di vernice (kg. 108,33 x 19 ore e 15 minuti), con la conseguenza che alle stesse ore 15,15 del 26/1 il serbatoio de quo avrebbe dovuto contenere vernice ancora per kg. 4.421 circa (kg. 6.500 - kg. 2079) che è all'incirca il contenuto residuo di vernice accertato nel serbatoio alle ore 15,15 dal teste Bucciol, caposquadra alla centrale vernici. A risultato più favorevole per l'Amodeo si perviene, invece, se si faccia risalire come sostiene la società nel suo documento n. 20 (gli schemi già citati) il momento iniziale di utilizzazione del serbatoio in questione non già alle ore 20 ma alle ore 15 di venerdi 23/1/81, perchè è evidente che in tal caso il serbatoio, essendo stato utilizzato per un maggior tempo avrebbe dovuto contenere alle ore 15,15 una quantità (kg. 3871 circa) minore di quella indicata, ma ancora coerente con l'accertamento del Bucciol

Questa la conclusione finale della sentenza:

annulla il licenziamento intimato dalla Spa Fiat il 10/2/81 al ricorrente Vincenzo Amodeo.

Ordina alla Spa Fiat in persona del legale rappresentante pro-tempore di reintegrare ('Amodeo nel posto di lavoro

a cura di Gianni Colombo

In questo modo venivano lese da parte degli operatori ripetutamente ed in molte occasioni delle regole di funzionamento dell'organizzazione; fatto ancor più grave se portato avanti da "funzionari"; i quali se non funzionano non servono! Conseguentemente a ciò veniva deciso di non riconfermare l'aspettativa sindacale ai due operatori della zona DesioCarate, i quali avrebbero dovuto ritornare nelle loro fabbriche di provenienza. Così come hanno fatto parecchi altri exoperatori.

Non di licenziamenti quindi si tratta ma semplicemente di una decisione dell'organizzazione tesa da un lato a prendere atto di una scelta dei due operatori che non svolgevano più la loro funzione, dall'altro a garantire il corretto funzionamento, appunto, dell'organizzazione stessa.

Considerando, poi, che prima di questi comportamenti lesivi degli statuti organizzativi i due operatori erano stati riconfermati e considerando inoltre del permanere nel comprensorio della Brianza di operatori e membri del direttivo con posizioni politico-sindacali diverse è facile dedurre che non c'è stata nessuna "epurazione politica", ma solamente un giudizio sul rispetto di regole e statuti che permettono lo svolgimento dell'attività sindacale.

Successivamente azioni poco "ortodosse" di questi operatori hanno reso necessario il loro deferimento ai probiviri i quali hanno emesso il lodo che ha sancito la sospensione degli stessi dall'organizzazione. Questo è quanto e non altro!

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Fabbrica e tossicodipendenze

(seconda parte)

Siringhe e classe operaia

Che dimensioni ha la diffusione della droga nelle fabbriche milanesi?

Bisogna partire ormai da un dato noto. Il fenomeno della droga non è più legato solamente ad alcune classi sociali di giovani benestanti e frustrati o di sottoproletari disperati. Questo fenomeno tocca ormai l'insieme della gioventù, ed è in parte un aspetto di quella "emarginazione" di cui noi parliamo e che non è spiegabile solamente con l'analisi delle condizioni materiali dei giovani, intendendo con questo l'avere, per esempio, sì o no un lavoro.

Infatti nelle più grandi fabbriche milanesi, dall'Alfa Romeo all'Autobianchi alle fabbriche sestesi come la Breda e la Magneti Marelli vi sono giovani operai che fanno uso abitualmente delle cosiddette "droghe leggere", e incominciano ad esserci casi non limitati di presenza di eroina, si sono trovate più di una volta siringhe nei gabinetti in queste fabbriche. Questo fenomeno riguarda quindi l'insieme dei giovani sia lavoratori, che non, e di tutti i settori lavorativi.

Tratto da "Rinascita" n. 44 -1981, interviste a cura di M.L.

Boccia

Quando il "buco" è l'unico scopo

L'ignoranza del concetto di dipendenza fisica è una delle cause principali della diffusione delle tossicomanie.

"La dipendenza fisica (in linguaggio giornalistico "assuefazione" o "schiavitù") è un fatto molto preciso, senza nessun contorno psicologico o soggettivo: è un fatto "biologico", scriveva il biochimico Robert De Ropp, nel 1956, in un importante trattato di divulgazione (Drugs and the Mind, New York 1956).

Un fatto biologico: dunque, qualcosa che non dipende assolutamente dalla volontà dell'individuo o dalla sua personalità. Il gran parlare che si fa dei moventi psichici e personali delle tossicomanie, o le chiacchiere sulla sua origine sociale (emarginazione, politica, ideologia, ecc.) sono spesso soltanto un'enorme cortina di fumo che copre e sopprime una informazione elementare, biologica. Anche da sinistra, qualsiasi discorso o assemblea, non preceduto da una semplice spiegazione del fatto macroscopico della dipendenza fisica, è mistificante: pur portando avanti dei discorsi magari intelligenti, ricchi di analisi, si imbrogliano gli ascoltatori, privandoli dell'informazione più importante: che non a caso viene accuratamente nascosta dalla Bayer quando produce l'eroina nel 1898, o dalla Roche (il colosso multinazionale) quando diffonde i tranquillanti (Librium, Librax, Vallium, ecc.) in tutto il mondo. Prima di ogni analisi, la gente ha il diritto elementare di sapere che cos'è la assuefazione e quali sono le sostanze che la producono.

Dato che la dipendenza fisica non è un fatto soggettivo, ne consegue che qualunque individuo ingerisca, per un determinato periodo di tempo e con una certa frequenza una determinata sostanza, diventa assuefatto a questa sostanza: compreso l'individuo più resistente, o più duro, o più di sinistra, o più allergico al misticismo. Per ogni farmaco variano i tempi e i modi necessari a "contrarre" questa assuefazione, ma l'assuefazione non risparmia nessuno. Per l'eroina, i tempi sono relativamente brevi: alcune dosi al giorno di eroina di buona qualità per due-tre-quattro settimane; per l'alcool, ci vogliono dosi molto abbondanti per un periodo di tempo molto più lungo.

Tratto da: "Eroina" di G. Blumer - Feltrinelli 1976.

Il calvario dell' astinenza

La crisi da astinenza. Cosa succede se si smette improvvisamente l'eroina.

8 ore dall'ultima dose di eroina: sudore, lacrimazione, gocce acquose dal naso;

12 ore: qualcuno cade in un sonno agitato; si sveglia dopo diverse ore più inquieto di prima; 20 ore: tremori, pelle d'oca, pupille dilatate, supernervosismo;

24 ore: sbàdigli violenti (possibile slogarsi la mascella), nausea, vomito, starnuti; verso le 36-ore:esplodono i dolori al ventre, si vomita sangue; diarrea (fino a 60 volte); brividi violenti, pallore ("cold turkey": tacchino freddo è l'espressione di gergo inglese; da noi si dice "in rota"); il male all'addome è sempre più forte, contrazioni paurose; qualcuno è costretto a scalciare violentemente. Impossibile mangiare, bere, dormire; da 48 a 72 ore: c'è il massimo di intensità di tutti gli effetti precedenti. Depressione respiratoria. L'abbondante sudorazione, la mancanza di cibo, acqua e sonno, il vomito, la diarrea, provocano perdita di peso e di disidratazione. Si può verificare un collasso cardio-vascolare. Tratto da "Eroina" di G. Blumer, Feltrinelli 1976.

Una "dipendenza" che vuol dire schiavitù

Se tuo figlio non è un tossicomane questo è sicuramente un problema in meno per la tua famiglia, ma è sicuramente una realtà che comunque vivi anche se indirettamente.

Se invece tuo figlio è tossicomane, leggi questo volantino.

"Mi sveglio tutto sudato, sto male perchè non ho l'eroina. Mi alzo a malapena ed esco; cerco subito il primo buco. Come? Rubando tutto ciò che è tramutabile in soldi (circa 50.000 lire) e di conseguenza in droga. Trovato il primo buco non posso fermarmi perchè devo preoccuparmi del buco della sera (altre 50.000 lire) e quindi sono costretto a rubare ancora.

E sera, vado a casa con la mia terza dose per la notte.

Anche oggi è andata bene, la polizia non mi ha arrestato ed ho avuto la fo'rtuna di trovare dell'eroina che non mi ha ucciso.

Domani sarò ancora così fortunato?".

Un tossicomane del quartiere ,

Secondo i dati ufficiali del 1979 sono morte 127 persone per eroina tagliata, ma per le persone morte per gli effetti collaterali (epatite, sifilide, ecc.) non ci sono dati ufficiali.

A Milano da tre mesi il Comitato contro le tossicomanie di via De A micis n. 17, ha organizzato una struttura socio - sanitaria che in collaborazione con un gruppo di medici ha promosso una terapia di mantenimento o a scalare, con distribuzione controllata di morfina. Questo ha fatto si che i tossicomani che si rivolgono a questo centro, possono evitare il sistema di vita sopra riportato, con la sicurezza di non avere crisi di astinenza e di non morire per eroina tagliata.

Di fronte ad una richiesta sempre maggiore dei tossicomani e data la impossibilità del Comitato di intervenire per tutti i casi, chiediamo che in tutti i quartieri si aprano strutture sanitarie simili con l'intervento del Comune.

Per fare questo è necessario anche il tuo appoggio e la tua collaborazione.

Collettivo emarginazione-tossicomanie, del Centro sociale Tratto da "Sapere" Aprile 1980

Continuiamo il lavoro iniziato nel numero precedente del giornale sui vari aspetti del problema tossicodipendenza. Le reazioni in fabbrica a quanto abbiamo già pubblicato si sono fatte subito sentire: da più parti e in più direzioni abbiamo verificato un diretto interessamento a quella che viene definita "la piaga del secolo". Anche la direzione dello stabilimento sembra decisa a muoversi su un terreno che non può più essere quello del semplice allontanamento; ad essa va ribadito con forza che qualsiasi iniziativa discriminatoria o di schedatura, ci troverà sempre in netto contrasto. Il tossicodipendente è tra noi; egli ha, come tutti noi e forse più di tutti noi, il diritto alla salvaguardia del posto di lavoro, alla difesa della propria dignità personale, al rispetto, anche se non le condividiamo, delle sue scelte.

Tutto ciò che possiamo fare per aiutarlo è cercare di capire, essere informati, combattere l'emarginazione, creargli intorno un clima di solidarietà. La strada per la'disintossicazione e il recupero integrale delle sue capacità di autodeterminazione fisica e psichica può passare soltanto attraverso la sua volontà.

Se il tossicodipendente vuole, può farcela; e la sua volontà dipende anche dagli errori che noi sapremo evitare di fare.

L'abisso

Ovunque, tutt'intorno, c'è il silenzio, l'immenso, c'è la sponda e il seducente orrendo vuoto; e in fondo alle mie notti col suo dito sapiente Iddio disegna un incessante e multiforme incubo. Ho paura del sonno come quando t'assale lo spavento di una grande cavità colma di un orrore vago di cui ignori la fine; e mi si mostra da tutte le finestre l'infinito.

Baudelaire

POESIE

Caro papà

tu che sei nei pascoli celesti, nei pascoli terreni, [nei pascoli marini.

Tu che sei fra i pascoli umani. Tu che vibri nell'aria.

Tu che hai pianto per tuo figlio.

Tu che segui la sua vita con le tue vibrazioni [passate e presenti.

Tu che sei e sarai la fotocopia della mia vita. Eros Alesi

Dolore di pietra

Un raggio di sole illumina il corpo livido sulla panchina del parco. Io ti vengo incontro con dentro il mio [dolore di pietra.

Non ho potuto fare niente per te, non ho [saputo trovare la soluzione, ti avevo messo al mondo, ti avevo insegnato l'amore, e poi improvvisamente il tuo [cambiamento, la tua distanza, il tuo isolamento. Nei momenti di lucidità quando ritornavi [in te mi parlavi delle ingiustizie, delle cose che [non capivi, dei sogni dei poveri, delle poche [gioie, sognavi una società dove gli uomini credono nei valori veri... Oh! Se avessi potuto in [quei momenti annullarti di nuovo in me e poi [insieme vagare nell'universo, dove tutto è quiete. Una siringa sull'erba, i sogni nell'aria, i libri col vento si sfogliano, ricordi di [allegre risate, e poi il vuoto, la solitudine. Su un foglio c'è scritto, vedo un mondo [diverso dove conosco l'amore, un fuoco acceso [nel camino e gli uomini intorno che vivono in pace.

Non è bastato

Non è bastato imbucare scongiuri, [intonare nenie. La mia siringa è piena di umori freddi e [visvidi. Sono gli umori d'una terra arida, di gente silenziosa, di padri ubriachi, di madri dal seno avvizzito.

Era sempre l'alba

Era sempre l'alba. Il vomito. La paura. Chiamavo i pochi randagi. Invocavo con gemiti ripetuti l'ombra lunga dei pali. Non avevo siringa. Non avevo bocca da mordere. Ti do appuntamento al prossimo morto [Enrico.

La morte

La morte concede colloqui, visite, nascondigli, ritorni. Io non voglio concessioni voglio la cartina del tuo sentiero per seguirti con le scarpe buone e la mia siringa. Solo idee nere mi prendono.

Poesie tratte dal volume "Dal fondo- ed. Savelli 1978.

Città di Desio

L'Assessorato P.I. cultura e sport - Servizio educazione permanente La Federazione Cgil-Cisl-Uil, Consiglio unitario di zona ORGANIZZANO UN corso monografico su

Droga e tossicodipendenza

Per informazioni rivolgersi a: Servizio educazione permanente del Comune di Desio via S. Pietro (Biblioteca civica) tel. 620632 - 624468.

Sede Flm - via Garibaldi 101 tel. 624340. Delegati sindacali di fabbrica.

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RUBRICA PREVIDENZIALE

Un diverso progetto per il pagamento delle pensioni

La Direzione dell'Inps, dopo aver consultato le Organizzazioni sindacali dei pensionati, ha delineato e predisposto un diverso progetto per il pagamento delle pensioni.

Come avverrà quindi il pagamento nel 1 982?

L'Inps invierà all'inizio dell'anno agli uffici pagatori un solo mandato per il pagamento con sei cedolini bimestrali riguardanti gli importi che si dovranno corrispondere ai pensionati nei diversi bimestri.

Tali importi non saranno però tutti uguali, ma comprensivi degli adeguamenti spettanti nel corso del 1982: da maggio e da settembre.

Ecco gli aumenti (in tre rate) per il 1 982

Il vero problema ambientale in lastroferratura

Da anni il Cdf sottopone continuamente alla direzione aziendale alcuni problemi relativi all'ambiente del reparto "lastroferratura", i quali, e per l'inadeguatezza degli interventi fino ad ora adottati in alcuni casi e per l'assenza di questi in altri, restano tuttora irrisolti.

In relazione alla necessità e alla possibilità di attuazione degli interventi che questi problemi richiedono, la loro non soluzione è indicativa di un atteggiamento della direzione apparentemente incomprensibile.

Il problema "freddo" infatti è un classico esempio di come fino ad ora è intervenuta per lasciare perennemente irrisolto lo stesso.

La direzione ha da sempre accompagnato all'individuazione di cause alquanto banali (esempio: finestroni aperti) una giustificazione tesa a scagionarla da ogni responsabilità motivando, appunto, l'abbassamento della temperatura interna al reparto in questione con un "troppo" abbassamento di quella esterna.

L'assenza di ragionevolezza in questa logica è più che evidente: è vano sperare che la temperatura esterna si "attenga" e si stabilisca alla capacità di riscaldamento dell'impianto dell'Autobianchi; sensato è invece approntare e disporre di un impianto capace di sopperire alle variazioni di temperatura (in particolare a quelle più basse).

soprattutto alla capacità dimostrata dalla stessa nello smaltire gli "eccessi di manodopera".

A questo punto sarebbe inutile proseguire la "lista" dei problemi che pure esistono; utile è invece sottolineare due considerazioni relative agli esempi sopra citati.

In primo luogo il lungo periodo in cui si trascina il problema "freddo" (5 o 6 anni, non mesi) avrebbe dovuto consentire il superamento anche di eventuali e comprensibili difficoltà; in secondo luogo la semplicità con cui potrebbe e può essere risolto il problema "infermeria" è più che ovvio: integrare, infatti, l'organico di due o tre infermieri non può essere difficoltoso.

Per concludere una inevitabile deduzione: la non volontà e la non serietà della direzione su queste questioni e non la complessità delle soluzioni sono il vero problema. Alessandro Brini

Ma quanto tempo

occorre per sistemare una porta?

Tutti gli aumenti sono calcolati sulla base delle previsioni Istat sull'incremento dei punti di contingenza per il 1982; eventuali conguagli saranno calcolati (e erogati) alla fine dell'anno.

(1) L'aumento del 3,3% è calcolato su tutte le somme erogate in cifra fissa dal 1976 a oggi, depurate quindi degli incrementi dovuti agli scatti di contingenza.

Ricordiamo che per i titolari di più pensioni superiori al minimo l'aumento per la variazione del costo della vita (contingenza) spetta per una sola pensione, spetta invece l'aumento per la dinamica salariale pura.

Nuovo limite di reddito per il diritto agli assegni familiari

Prepensionamento

Colgo l'occasione che mi viene fornita da una prima indagine fatta in una sede Inps (Torino sud) alla quale affluiscono le domande degli abitanti della zona Mirafiori, dalla quale risulta che su 200 domande di pensionamento anticipato finora esaminate da quella sede zonale, il 12% non ha i requisiti per usufruire dell'art. 16 legge 155 del 1981, perchè trattasi di Pensionati di invalidità (non rientranti quindi nella sfera di applicazione della norma) di lavoratori che non avevano al momento della domanda l'età richiesta, (55 anni per gli uomini e 50 per le donne) odi lavoratori che hanno presentato la domanda trascorsi i 60 giorni dàll'inizio della cassa integrazione per richiamare l'attenzione dei lavoratori sul problema del prepensionamento, al fine di evitare che anche in situazioni come la nostra, si possano verificare casi analoghi, dovuti soprattutto al fatto che l'azienda non si limita solo ad incentivare il prepensionamento, erogando indennità aggiuntive di fine lavoro, ma a ciò spesso aggiunge, come pare evidenziarsi dai dati sopra riportati, un'opera superficiale di informazione e "colloqui assillanti" come quelli ai quali vengono sottoposti i lavoratori chiamati in direzione, alla fine dei quali si pretendono risposte e decisioni in merito da parte degli interessati, in tempi tali che non consentono agli stessi di raccogliere le necessarie informazioni, esponendoli così ai rischi già descritti.

Invito pertanto i lavoratori interessati a non prendere decisioni affrettate, che potrebbero portare poi a delle spiacevoli sorprese, senza prima essersi rivolti ai Patronati sindacali, per verificare sotto tutti gli aspetti, (dall'esistenza del diritto di poter usufruire della legge, alla situazione contributiva dalla quale poi dipenderà l'entità della pensione stessa), onde consentire agli interessati di prendere decisioni scaturite dalla reale conoscenza della propria situazione, e non dovute a particolari momenti di stato d'animo delle quali poi ci si debba successivamente pentire.

"La riverisco signor dottore"

Così una volta, quando le cose andavano bene, ci si rivolgeva ad un dottore. Ora invece le cose sono cambiate e questo cambiamento ha lasciato profonde tracce di tristezza e nostalgia sull'ascetico viso del nostro medico di fabbrica dottor Vismara.

"Ma cosa mi ha fatto?" gli chiede un giovane operaio dopo un'applicazione aduna spalla dolorante.

"Non sono tenuto a dirglielo".

"Ma come non sei tenuto a dirmelo, è mio diritto saperlo!"

"Se lo vuole sapere si rivolga al suo medico!"

Il giovane operaio si stizzisce e risponde, pur ,senza trascendere, vivacemente dicendo che si rivolgerà alla Direzione.

"No" dice il Vismara (da non confondere con il salame) "alla Direzione mi rivolgo io".

Alla fine, giustamente, l'incidente viene chiuso con un'ora di multa all'operaio. È

soltanto un piccolo episodio, ma porta all'attenzione di tutti un problema importante per i lavoratori e di cui il Consiglio di fabbrica non potrà non farsi carico.

Quale ruolo, anche alla luce della nuova legge sanitaria che prevede la trasformazione dell'infermeria di fabbrica in presidio sanitario di zona e quindi soggetto alle direttive della Unità sanitaria locale, deve svolgere la nostra infermeria?

Quali sono i comportamenti e gli obiettivi dei medici che lavorano all'interno della nostra fabbrica?

In quale modo e con quali strumenti si potrà verificare che questi sanitari lavorino per la tutela della salute e non per altri scopi?

Sono domande a cui occorre dare una risposta nell'interesse dei lavoratori e nell'interesse della credibilità stessa del Servizio sanitario di fabbrica.

Quindi da parte della direzione insistere nell'affermare che, in seguito ad alcune modifiche apportate allo stesso impianto di riscaldamento ci siano comunque stati dei miglioramenti, è come affermare che una "Panda" senza ruote sia migliore di una senza motore. In caso di necessità nessuna delle due servirebbe.

Un secondo problema riguarda poi l'impossibilità di uso dell'infermeria Nord.

Infatti, ormai da tempo, per mancanza di personale questa infermeria resta inservibile per la maggior parte di tempo nell'arco della giornata lavorativa.

Accennando solo al disagio che questo provoca ai lavoratori della lastroferratura dovendosi recare all'infermeria centrale in qualsiasi condizioni (malessere o infortunio) è doveroso sottolineare invece la lentezza, o meglio l'incapacità, della direzione ad integrare una "carenza di organico" per rendere un servizio "servibile"; atteggiamento, questo, diametralmente opposto alla sveltezza e

Doveva essere sistemata in 15 giorni, sono però passati i mesi e la porta della selleria attende sempre di essere sistemata.

Nel frattempo i carrellisti sono stati costretti ad un percorso disagevole, a subire provvedimenti per difficoltà dovute al percorso, a lavorare su un turno con un lavoratore in meno di organico.

La mattina del 19/3 vista l'insostenibilità della situazione, hanno fermato tutti i carrelli davanti alla porta proclamando lo sciopero.

Provvisoriamente si è trovata una soluzione, la sistemazione definitiva è comunque ancora da venire, si dice durante la Cassa integrazione o durante le ferie.

Si spera che lo sciopero del 19/3 sia stato sufficiente a far capire a chi di dovere che le conseguenze della mancata soluzione di simili piccoli problemi non possono essere tranquillamente scaricati sulle spalle dei lavoratori.

Dibattito sul contratto

molti settori, specialmente quello automobilistico.

Speriamo che la riduzione di orario si possa usare anche per migliorare la qualità della vita in fabbrica, cosa che attualmente in Autobianchi non avviene perchè nonostante molti lavoratori se ne siano andati (prepensionamento, licenziamenti incentivati) la produzione è aumentata perchè la direzione è intervenuta saturando al massimo i tempi di lavoro al punto che non abbiamo lo spazio neanche per andare al cesso.

Credi che i padroni accetteranno queste richieste?

Non credo perchè per vari motivi si troverebbero davanti un ostacolo al loro piano di diminuzione del costo del lavoro (attraverso un aumento dello sfruttamento individuale) e quindi dovrebbero assumere altri operai o perlomeno smettere con i prepensionamenti ecc., per poter mantenere la stessa produzione.

Parliamo del salario con un altro lavoratore, B.L. anni 48, lavora all'Autobianchi da 9 anni. Inquadramento unico e salario. Con questo contratto la Flm fa una proposta di inquadramento unico che va a riconoscere e premiare la professionalità in misura maggiore rispetto al passato. Cosa ne pensi?

Sono favorevole alla logica dell'inquadramento unico cioè di avvicinare i lavoratori creando un intreccio categoriale fra operai e impiegati, ma sono decisamente contrario a queste differenze di salario perchè nel tentativo di tenere buone le fasce di categorie professionalizzate si mortificano i lavoratori delle categorie basse creando malcontento e divisione.

E della richiesta salariale che ha come base le 85.000 del III livello cosa dici?

Non sono d'accordo perchè accettando il tetto del 16% noi che dell'inflazione siamo gli unici a non esserne responsabili, dobbiamo tirare la cinghia mentre padroni e Governo continuano ad aumentare i prezzi senza pre-

occuparsi che l'aumento sia sopra o sotto il 16%.

Secondo te, i padroni che atteggiamento avranno riguardo a questo capitolo?

Tenteranno in tutti i modi di darci il meno possibile.

Part-time e anno sabbatico, concludiamo, chiedendo a S.M., anni 23, da 2 anni all'Autobianchi.

Con queste proposte la Flm ha accolto una parte significativa dei nuovi bisogni maturati negli anni '70.11 bisogno cioè di rapportarsi diversamente alla fabbrica e al lavoro; in sostanza creare degli spazi (tutti da sperimentare) per avere il diritto a vivere per un determinato periodo della vita lavorativa lavorando metà giornata o assentarsi alcuni mesi dalla fabbrica senza per questo perdere il posto di lavoro.

Qual è la tua opinione in proposito?

Secondo la mia opinione la proposta di part-time può essere molto valida e positiva, perchè può offrire un nuovo spazio e un nuovo modo di lavorare, creando un rapporto completamente diverso fra la fabbrica e il lavoratore.

Anche riguardo agli anni sabbatici credo che potranno consentire a chi ne avesse bisogno di risolvere problemi personali, senza essere costretti a implorare un periodo di dìstacco dalla fabbrica.

Sapendo che queste richieste non rappresentano un grosso costo, i padroni come reagiranno?

Credo che i datori di lavoro porranno una opposizione notevole, soprattutto perchè stiamo attraversando un periodo molto difficile.

Concludiamo questo articolo soffermandoci sulla considerazione che ognuno dei 3 lavoratori intervistati ha espresso: i padroni faranno di tutto per non darci niente. Occorrerà quindi il massimo di unità e mobilitazione per convincerli ad accettare le nostre richieste. intervista a cura di Giuseppe Isella

4
Importo al 31-1-81 Importo dal Gennaio 82 Importo dal Maggio 82 Importo dal Settembre 82 Pensioni sociali 134.950 142.600 148.450 155.850 Pensioni invalidità lavoratori autonomi 168.450 178.000 185.300 194.550 Pensioni vecchiaia lavoratori autonomi 188.550 199.200 207.350 217.700 Lavoratori dipendenti "minima" (con meno di 15 anni di contributi) 212.000 230.250 239.700 251.700 Lavoratori dipendenti "minima" (con più di 15 anni di contributi) 225.750 245.150 255.200 267.950 Pensioni superiori al minimo + 26.740 + 21.000 + 26.740 + 3,3% W
dal 1-1-82 dal 1-5-82 dal 1- 9-82 Per un familiare L. 324.300 L. 337.600 L. 354.500 Due genitori L. 567.500 L. 590.800 L. 620.350
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