Milano 19(46)

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IL CENTRO TEMPO LIBERO DI TRENNO

COSTRUITI DAL COMUNE E DALLO IACP

417 nuovi alloggi nella nostra zona

Come avverranno le assegnazioni?

A Milano sono attualmente in corso di costruzione oltre settemila appartamenti, di cui più di tremila su intervento del Comune, 1706 dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), 1248 delle cooperative, 650 dello Stato e 520 di operatori privati che operano sul suolo pubblico, Di tali alloggi 5123 saranno dati in affitto, mentre gli altri saranno a riscatto. Per quanto si riferisce alla nostra zona sono in corso di costruzione 381 appartamenti, su intervento del Comune, al gallaratese, e precisamente 134 in via Alex Visconti e 247 in via Cilea, che aggiunti ai 36 già ultimati dallo IACP alla Cottica, a Lampugnano, porta ad un totale di 417 nuovi alloggi, ai quali se ne dovranno ag-

BALLARATESE QUALE FUTURO?

LA LLA RIVINCITA DE BICICLETTA

LOTTA AL CAROVITA A FIGINO

La Coop XXIV maggio abbassa i prezzi

Da circa metà settembre il supermercato Coop. di Figino cambia linea di prezzi e li abbassa del 3%.

È un risultato importante per gli abitanti del quartiere e per tutti quei cittadini che si servono di questa struttura cooperativa per fare la spesa.

UNA FONTANA IN MAllA

giungerte altri la cui costruzione non è stata ancora avviata.

A questo punto vien fatto di chiedersi con quali criteri i nuovi alloggi verranno assegnati. In proposito vorremmo fare una proposta che riteniamo possa essere valida non soltanto per la nostra, ma per tutte le zone cittadine: dare la precedenza nell'assegnazione degli

IL COMUNE PER GLI ANZIANI

La "Carta dei servizi '60'

Facilitazioni e sconti per chi ha compiuto 60 anni - un primo elenco degli esercizi che li applicano nella nostra zona

Nell'ambito di una serie di iniziative a favore degli anziani l'Amministrazione comunale di Milano ha istituito la "Carta dei Servizi '60". Si tratta di una tessera valida 5 anni, e rinnovabile alla scadenza, che riserva ai cittadini milanesi che hanno compiuto i sessant'anni il diritto allo sconto del 50 per cento sul prezzo del biglietto dei cinema nei pomeriggi di tutti i giorni non festivi, sabato compreso (tutti i cinema mi-

IL MESTIERE DI GOVERNARE LA CITTA'

Nel mese di ottobre

1980 il Consiglio di Zona 19 ha approvato un programma per il quinquennio '80-'85.

Tale programma fissava degli impegni specifici nel campo dell'informazione, della salute dei cittadini e dell'ambiente, del trasporti pubblici, della casa, della cultura sport e tempo libero, delle opere in corso di realizzazione ed in progetto e delle previsioni di bilancio. Lo abbiamo chiesto a Danno PasquInd Presidente del Consiglio di Zona 19.

Servizio a pagina 8

lanesi hanno aderito alla convenzione con il Comune), e delle singole attrazioni che espongono il marchio "Carta dei Servizi '60" nei luna park Varesine e "Idroscalo", particolari condizioni di favore nei teatri che espongono il predetto marchio, agevolazioni per l'accesso ai concerti a partire dalla stagione 1981-1982, sconti per la visita alle Mostre al palazzo reale e per l'accesso ai centri sportivi e riduzione a 500 lire del prezzo del biglietto di ingresso alla Pinacoteca di Brera, mentre agevolazioni per l'accesso ai circhi verranno rese note di volta in volta in occasione della venuta a Milano di ogni singolo circo aderente all'Ente Naizonale Circhi.

Inoltre con la "Carta dei Servizi '60" si potranno avere una serie di facilitazioni e di sconti in lavanderie, ristoranti e parrucchieri che hanno firmato la convenzione con il Comune, mentre altre categorie o singoli esercenti potranno aderire in seguito all'iniziativa e saranno identificabili da apposito cartello esposto in vetrina.

Rispondendo a quanto hanno definito questa iniziativa un semplice palliativo rispetto ai problemi che gli anziani specie se costretti a vivere con poensioni basse, hanno in una città come Milano, l'assessore all'assistensegue in ultima

alloggi nelle singole zone a chi (avendo ovviamente i requisiti per accedervi) già abita nella stessa ziona ed in particolare alle giovani coppie. Non si tratta di fare del campanilismo, ma di perseguire due obiettivi: ringiovanire gradualmente i quartieri mantenendo quella fisionomia umana, culturale e sociale che ciascuno di essi è andato acquisento nel corso di decenni.

Ma è un fatto importante anche per la Coop. XXIV Maggio e per i soci amministratori, che hanno avuto il coraggio di rilevare il supermercato dalle mani dell'UNI-Coop. Lombardia, a partire dal mese di marzo di quest'anno, e quindi di gestirne in proprio il funzionamento.

Fatto importante poiché in più di una occasione, in assemblee, diversi soci avevano espresso dubbi sulla validità di tale operazione (rilevamento) in quanto non credevamo possibile che la Coop. XXIV Maggio riuscisse a gestire il supermercato a costi inferiori a quelli dell'UNI-Coop. Lombardia

e, di conseguenza, entro breve tempo si sarebbe arrivati alla crescita dei prezzi.

C'é da dire che l'UNICoop. ha proceduto ad operazioni di scorporazione, con il ritorno degli spacci alle proprietà cooperative originarie, per altri supermercati ad es. Quinto Romano, Settimo Milanese; proprio queste due altre Coop. con l'aggiunta di quella di Quarto Cagnino e, naturalmente, quella di Figino si sono consorziate allo scopo di diminuire alcune voci dei costi di gestione (personale, direttori dei negozi, ecc.) dei supermercati.

Questa operazione mentre da un lato ha permesso di non modificare la qualità dei prodotti venduti, prodotti Coop. più prodotti di altre ditte, ha permesso dall'altro lato di arrivare ad abbassare i prezzi (su detti prodotti) in modo da permettere ai supermercati di dimensioni ridotte (vedi Figino), di avere segue in ultima

Finalmente si lavora!

Sono finalmente iniziati i lavori di ristrutturazione delle palazzine di via Pinerolo 40, a San Siro, di cui abbiamo più volte avuto occasione di occuparci su queste colonne.

La questione della ristrutturazione delle case fatiscenti di via Pinerolo si trascinava difatti ormai da dodici anni ed ora l'avvio dei lavori non è un fatto casuale; bensì una vittoria che gli inquilini delle palazzine in questione e le forze politiche del quartiere che li hanno sostenuti ed appoggiati hanno conseguito con una lunga lotta unitaria.

Non ci si dica...

Stiamo assistento, con sempre crescente preoccupazione, al continuo aggravarsi dei rapporti politici internazionali. I fatti dell'Angola o del Golfo della Sirte, la decisione di installare una base missilistica a Comiso, in Sicilia, la corsa agli armamenti, la politica degli USA (da una parte) apertamente reazionaria nei confronti di molti paesi, specie latino-americani ed africani, certi atti di politica di potenza compiuti dall'URSS (dall'altra parte) dopo la sconfitta americana nel Vietnam sono soltanto alcuni dei tanti sintomi di questo pericoloso aggravamento, che potrebbe trascinarsi, magari senza che nepure ce ne rendiamo conto, in un conflitto mondiale, le

cui conseguenze sarebbero disastrose per tutta l'umanità.

Poi c'é la decisione di Reagan di costruire la bomba al neutrone, in grado, ci dicono, di annientare, nel suo raggio di azione, ogni forma di vita, lasciando però intatto, bontà loro, le cose, quasi che queste avessero più importanza della prima. E una logica aberrante contro cui tutti uniti dobbiamo ribellarci. E non ci si dica che la bomba al neutrone, i missili od altri aggeggi del genere possono, intimorendo l'altra parte, salvare la pace. È falso! Le armi sono strumenti di distruzione e di morte costruiti per un solo scopo: la guerra. Noi preferiamo la pace e la vita.

VIA PINEROLO
in questo numero
UN SINDACO SE NE FA UN ALTRO
ARRIVANO
MORTO
QUARTIERI CRONACA
I BOX
KBINEDY ~111~111111, Anno V - N. 6 - Ottobre 1981 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
1300 (100 0013 nUO i

Y,../.4,/ Le Terè a milano 19

San Leonardo: ancora un Inverno al freddo?

Egregio Signor Sindaco, staremo ancora un inverno al freddo? Il Comitato Inquilini S. Leonardo denunciò alla magistratura nel giugno 1978 la precaria condizione in cui si trovava il quartiere e particolarmente l'impossibilità, da parte degli inquilini dei primi piani, di avere un riscaldamento adeguato a causa del gelo derivante dalla apertura di portici privi della necessaria coibent azione.

A tale proposito vennero sollecitati, dal pretore D'Angelo della VI sezione penale di Milano, i lavori di manutenzione straordinaria deliberati dalla giunta comunale nella seduta del 28/12/1977 con protocollo generale n. 183501 per lire 1.245.000.000 ed un'altra delibera datata 27/12/1978 n. 186663 per L. 1.500.000.000, evidenziando l'urgenza dei lavori in base al'articolo 140 T.U.L. C.P. tra cui la chiusura dei portici o piloty che dir si voglia.

Il 25 maggio 1979, con raccomandata al Comitato Inquilini S. Leonardo, Lei signor Sindaco, ga-

Stunt cars a S. Siro = fracasso e Immondizie

rantiva in prima persona l'imminente inizio dei lavori per la chiusura dei piloty, ma a tutt'oggi, 9 settembre 1981, non si è ancora ricevuto alcuna notizia al riguardo. Oggi tutti vorremmo vedere meglio dentro la città, vorremmo discutere e parlare ma, in modo particolare, vorremmo migliorare questo quartiere desiderandolo più pulito, non solo dalle immondizie, ma anche dalle speculazioni politiche a danno degli abitanti.

Vorremmo ricordarle che sono già trascorsi due inverni e ci stiamo inoltrando nel terzo. Quanto durerà questo silenzio? Che fine faranno gli oltre due miliardi stanziati?

Questa è democrazia o disonestà politica e sociale?

Fiduciosi in un suo fattivo interessamento, la salutiamo distintamente.

Comitato Inquilini S.

Tabaccheria via Appennini 53/f - 20151 Milano

IL SINDACO DI MILANO ri 25 maggio 1979

Spettabile COMITATO INQUILINI Quartiere S. Leonardo c/o Bar - Tabaccheria Via Appennini, 53/F MILANO

Anche quest'anno come altri anni gli STUNT CARS sono venuti a deliziarci (per 20 giorni circa) in zona 19, compresa fra via Patroclo Harar - Tesio, e quest'anno per noi abitanti il bilancio (civicamente parlando) è stato molto negativo, mentre l'anno scorso si era riusciti ad arrivare ad un compromesso tra le esigenze sello spettacolo viaggiante e le esigenze dei cittadini.

Il primo punto che vorremmo sottolineare è che a differenza degli anni passati la tribuna per il pubblico è stata montata verso le abitazioni di Via Tesio e non come di solito verso Via patroclo, ciò ha reso necessario l'installazione degli altoparlanti verso il pubblico e di conseguenza verso le abitazioni e vi garantiamo che il rumore delle musiche e delle voci si è propagato fino a noi molto, ma molto amplificato (a tal punto da dover alzare la voce e il volume del televisore).

Il secondo punto è che sempre a differenza degli altri anni, i "mezzi" usati questa volta per lo spettacolo, non sono state delle automobili, ma grosse macchine tipo trattore che durante lo spettacolo provocavano rumori incredibili, simili a quelli che provocano i cingolati dell'esercito quando passano nella zona per raggiungere il loro posto di manovra.

Il terzo punto è che un'ora prima dello spettacolo i nostri timpani violentati da pessime musiche noiose e assordanti che non servivano certo a render epiù piacevole lo spettacolo visto che iniziava un'ora dopo e che ormai viste le dimensioni dei "mezzi usati" dovrebbe essere trasferito in zone meno abitate.

Inoltre il numero fatato 7727 che ci è stato più volte suggerito non vieVre più chiamato da nessuno di nor perché ci siamo accorti che è inutile (il giorno dopo ricomincia tutto da capo) e un vigile urbano di passaggio in via Tesio da noi interpellato ci ha risposto che quelli degli STUNT CARS hanno pagato per lavorare lì (e di conseguenza per rovinarci l'esistenza? ci domandiamo noi!!!).

to, che voi dovreste avere come documentazione, se esiste).

- Chi controlla (naturalmente prima della vostra autorizzazione) che il livello degli altoparlanti e delle macchine sia contenuto e non danneggi il cittadino?

- Chi controlla che eventuali "Regole" da osservare vengano osservate senza che il cittadino debba per forza ricorrere agli organi competenti (senza comunque avere risultati positivi?)

- Chi controlla "tecnicamente" come vengono montate le tribune e gli altoparlanti, in modo tale che il rumore si disperda verso orizzonti disabitati e non verso le case?

Cercando queste risposte uno di noi ha avuto una animata conversazione telefonica con la Signora Ricci che si occupa della parte amministrativa inerente agli spetacoli viaggianti, ma evidentemente la signora non era la persona più idonea, perché prima di riuscire a spiegarle tutto, ha risposto che alcune di queste domande offendevano il Comune di Milano, che non erano informazioni da dare per telefono (bisognava scrivere, cosa che come vedete stiamo facendo)

ed eventualmente rivolgersi ad un avvocato per far valere i nostri diritti.

Ora tutto ciò ci sembra assurdo chiediamo pertanto che ci vengano date queste informazioni chiarificatrici in tempi ragionevoli mandando la vostra risposta al seguente indirizzo: Agli abitanti di Via Tesio, 7 - 20151 Milano.

Comunque tutto ciò non si riferisce solo agli STUNT CARS ma anche a tutti gli altri spettacoli viaggianti che creano gli stessi problemi. Distinti saluti, firmati da un gruppo di abitanti della zona 19. (seguono 127 firme. Prima firmataria Silvana Gabusi Maccabelli).

P.S. Vorremmo inoltre sottolineare che quando gli spettacoli viaggianti, in genere, se ne vanno, lasciano sempre sul posto delle immondizie di varia natura, senza che qualcuno dell'Assessorato che ha l'autorizzazione (o chi di dovere) se ne preoccupi.

Con l'autorizzazione dovrebbero ricevere anche un manuale che insegni il rispetto delle più elementari "regole" civiche da rispettare a suon di multe!

Faccio riferimento alla lettera di codesto Comi tato in data 26.3.79 per comunicare che a segui to della richiesta di notizie fatta all'I.A.C.P. in merito al ritardato inizio dei lavori previsti nel quartiere, sono stato in questi giorni informato che tutte le difficoltà di tipo burocratico per l'espletamento delle gare d'appalto sono state superate e che pertanto a breve avranno inizio i lavori ed ultimata la elaborazione del progetto di chiusura perimetrale dei piloty.

Cordiali saluti.

A proposito visto che il Comune di Milano guadagna sui timpani e il sistema nervoso dei cittadini della zona, non sarebbe ora che si decidesse a sistemare, almeno in modo provvisorio, questo terreno in modo che finisca lo sconcio ecologico degli scarichi abusivi che tutto l'anno mettono in pericolo l'igiene della zona ed in particolare degli abitanti di via Harar e Tesio?(vedere petizioni precedenti).

Le domande che noi facciamo alla Pubblica Amministrazione sono le seguenti: Esistono delle regole (uno statuto delle leggi) che quelli degli spettacoli viaggianti debbono rispettare quando hanno ricevuto l'autorizzazione ad installarsi sul Vostro Terreno? (quali sono? vorremmo avere una fotocopia del loro statu-

Egr. Sig. Direttore di Milano 19, abito in via Ojetti e da quando c'è la MM prendo sovente questo unico mezzo per andare in centro. Non sono giovanissima, ma facci.) senza correre gli scalini per lo meno in discesa. A risalire c'è la scala mobile.

Vedendo tanta gente precipitarsi giù per i 27 scalini della stazione Bonola, e questo succederà anche nelle altre stazioni, io che vado adagio anche quando sento il convoglio arrivare, ho tempo di pensare che sarebbe tanto semplice essere per lo meno sicuri che il rumore proveniente dalla vettura che parte, quella che dobbiamo prendere tutti su quel lato della stazione, e non l'altro che arriva in senso

opposto. E come, essere sicuri? Con una campanellina come nelle vecchie care stazioni della mia infanzia, quando il treno informava della sua partenza alla stazione precedente e così via per tutto il percorso? Sarebbe più moderno forse una luce verde lampeggiante che infittisce il suo tempo di accensione per rimanere sul colore pieno all'ingresso della stazione, o si può escogitare qualcosa di migliore. Chi sa, forse anche quelli poco in gamba come sono io potrebbero calcolare se è opportuno no affrettarsi o rinunciate per prudenza a possibili rotoloni. È la mia una idea campata in aria? Ossequi.

Ernesta Finetti

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milano 19 - pagina 2 ottobre 1981
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Morto un Sindaco se ne fà un altro

Alla morte di Belinzaghi gli succede un altro esponente della ricca borghesia, ma gli operai si vanno sempre più organizzando

Quarta puntata

Il banchiere Giulio Belinzaghi morì nella sua villa di Cernobbio nel 1892 e così dovette lasciare, questa volta per sempre, la poltrona di Sindaco di Milano su cui era rimasto seduto sia pure in due rate, per ben sedici anni. Gli succedette un altro uomo di destra, Giuseppe Vigoni, esponente di quella borghesia arricchitasi con le industrie (costruite sulla pelle degli operai), che riteneva suo buon diritto far dipendere l'interesse della città e di tutta la nazione dal proprio tornaconto.

Eppure soltanto un anno dopo Vigoni dovette ingoiare il rospo di veder accolte dal Consiglio Comunale le richieste di un rappresentante della classe operaia. Fino ad allora il Consiglio teneva le sue sedute nelle ore diurne, visto che gran parte dei suoi componenti, specie di quelli che "contavano", erano ricchi e "vivevano del proprio" (o meglio del lavoro altrui) e quindi durante il giorno non avevano orari di lavoro da rispettare, mentre le loro sere erano dense di impegni mondani. Nel 1893 il consigliere comunale Zavattari capo della cooperativa facchini, si oppose a tale consuetudine e chiese che il Consiglio tenesse le sue sedute di sera per consentire a quanti come lui lavoravano presso terzi di parteciparvi senza perdere ore di lavoro, né il relativo salario, visto che i consiglieri non percepivano alcun emolumento per la loro carica, né tantomeno potevano fruire di permessi retribuiti dal datore di lavoro. Che senso aveva il voto allargato ed il diritto dei lavoratori di avere propri rappresentanti se poi a questi veniva di fatto ostacolata, se non impedita, la possibilità di assolvere il loro mandato? E Zavattari vinse la sua battaglia.

Tra vittoria e brumm i più vanno a piedi

Milano a quei tempi era tutto un cantiere. Al parco di lavorava alla restaurazione del Castello, pressoché in rovina, di cui l'amministrazione militare si era disfatta facendone dono al Comune, che si trovò così tra capo e collo una spesa non lieve da affrontare (per costruire la torre del Filarete verrà promossa nel 1899 una sottoscrizione pubblica e nel 1903 l'industriale commendaor Luigi Erba, in occasione di uno dei primi matrimoni tra nobiltà e borghesia, offrirà 50 mila lire, dando modo ai milanesi di commentare "Erba di questa torre pagò i conti - cinquantamila lire dando a pronti - per ricordare ai secoli futuri - le nozze Erba-Visconti").

La città si andava estendendo a macchia d'olio. Quasi dappertutto vie e piazze erano sottosopra per i lavori di estensione degli impianti di fognatura e dell'acqua potabile. Nasce-

va il quartiere Montone, che già si spingeva fino al corso Indipendenza. Sorgevano i primi fabbricati del futuro corso Sempione su quella vasta area che era destinata a Piazza d'Armi, dove compivano le loro evoluzioni "in ordine chiuso" le reclute cui presto verrà dato l'ordine di sparare sui dimostranti nelle strade di Milano.

I piani regolatori che si andavano susseguendo non facevano che sancire quanto già era nei fatti: il moltiplicarsi delle costruzioni e la trasformazione, in periferia, di vecchie cascine in abitazioni, malsane e con i servizi in comune, da affittare a caro prezzo allora come oggi, agli operai.

1 ricchi, invece, tra il 1895 ed il 1896 se ne andarono ad abitare nelle nuove ville che si erano fatti costruire dietro piazza Castello, dove giungevano a bordo delle loro carrozze, di cui la più signorile, trainata da due cavalli, era chiamata "vittoria" in omaggio alla regina inglese allora regnante. I meno ricchi, o i forestieri che giungevano a Milano col treno, potevano servirsi dei "brumm" (le carrozze pubbliche) che erano circa quattrocento, tutte munite di tassametro. Chi di soldi non ne aveva o quasi (ed erano la maggior parte dei milanesi) non aveva altra soluzione che andarsene a piedi ... e peggio per lui se finiva sotto le ruote di uno dei tanti veicoli che affollavano le strade.

Si và a sinistra .., ma solo per strada

La circolazione stradale ha sempre rappresentato per l'amministrazione milanese un grosso problema. Già nel 1855, sotto l'amministrazione austriaca, Cesare Cantù aveva affermato che circolare per Milano era "impossibile" ma perché venisse adottato il primo provvedimento viabilistico di un certo rilievo, riguardante la circolazione delle biciclette, si dovette aspettare fino al 1869, allorché

con manifesti del 5 e del 20 aprile, il sindaco "considerato che in altre città era già stato vietato, per ragioni di sicurezza, l'uso dei velocipedi e che attesa la condizione delle pubbliche vie di Milano ed il continuo passaggio per le medesime di veicoli e pedoni" vieta l'uso dei velocipedi in tutta la zona della città racchiusa entro la Cerchia dei Navigli, più lungo tutti i corsie la via Principe Umberto, nonché nei giardini pubblici, lungo il bastione da Porta Nuova a Porta Venezia e lungo i viali del Foro Bonaparte, stabilendo anche che i velocipedi dovevano essere muniti di freno, di sonaglio e, nelle ore notturne, di un fanale.

Più o meno osservato tale regolamento rimase in vigore per ventiquattro anni. Nel 1893, "avendo il velocipede sempre più guadagnato terreno" si decise di accordargli "piena (?) libertà di circolazione" assoggettandolo però (ahinoi!) ad una tassa di 12 lire (la tassa di circolazione sulle biciclette rimarrà in vigore fino alla fine della seconda guerra mondiale). Ai non meno di 1500 velocipedi, che si presumeva fossero allora in circolazione, rimanevano comunque interdetti in centro cittadino racchiuso tra le vie Montenapoleone, Durini, verziere, Brolo, piazza Santo Stefano, le vie Larga, Velasca, Rugabella, Disciplini, S. Vito, il Carrobbio, le vie Torchio, Circo, Cappuccio, Bernardino Luini, S. Giovanni sul Muro, Cusani, Orso, Monte di Pietà e Croce Rossa, nonché i corsi Ticinese e Garibaldi e le vie Mercato, Ponte Vetero, Brera, Manzoni e Principe Umberto.

Ma in quello stesso 1893 fece la sua comparsa per le strade di Milano un nuovo mezzo di trasporto pubblico: il tram elettrico. Il primo, ad accumulatori, entrò in funzione il 20 luglio sulla linea Milano-Monza. Poco più di due mesi dopo, il 2 settembre, venne inaugurata la prima linea a filo aereo sul tragitto da piazza del Duomo, alla

Stazione Nord, fino al nascente corso Sempione. Con l'affermarsi del nuovo mezzo il Consiglio Comunale si vide costretto, il 30 luglio 1896, a varare un'altra importante regolamentazione viabilistica che "per provvedere ad una generale sistemazione delle tra mvie regolano la loro percorrenza con direzione a sinistra della strada" mutò un'antica consuetudine ordinando che tutti i veicoli procedessero sulla sinistra. Soltanto nove mesi dopo, il 30 aprile 1897, venne varato un nuovo provvedimento che regolava l'uso delle automobili e che tra l'altro stabiliva all'articolo 24 "la corsa dei veicoli dovrà essere rallentata od anche arrestata ogni volta che potesse, spaventando i cavalli o gli altri animali, essere causa di pericolo o di disordine; in ogni caso la velocità dovrà essere ridotta a quella di un uomo al passo nell'attraversare le piazze di mercato, nelle strade strette dove due veicoli non possono procedere di fianco, dove siavi agglomerati di persone od un ostacolo alla circolazione, nelle discese, alle barriere" ed all'articolo 25 "ravvicinarsi dei veicoli dovrà essere segnalato, ove ve ne sarà il bisogno, col mezzo di cornetta, tromba od analogo strumento, escluso l'uso del fischio analogo a quello del vapore; questo segnale dovrà essere a portata del conduttore e quando il veicolo abbia un cammino silenzioso dovrà essere munito di campanello che ne annunci l'approssimarsi: il suono di questo campanello non potrà cessare quando il veicolo è in marcia".

La "dolce vita" meneghina

E con l'automobile i ricchi ebbero a disposizione un nuovo mezzo con cui divertirsi in una città dove certo non mancavano occasioni per spassarsela a chi disponeva di soldi (e di tempo) a sufficienza. V'erano teatri, caffé concerto, circoli esclusivi ... e anche l'ultima no-

vità: il cinema, che aveva fatto la sua prima apparizione nel 1896 al Padiglione Cattaneo, in corsia dei Servi. D'inverno, poi, la Società di Pattinaggio allagava il tappeto erboso dell'Arena trasformandolo in una pista di ghiaccio su cui le gentili signore, vestite di tutto punto, con cappellino e manicotto, si lanciavano in leggiadri volteggi, magari tenendosi per mano a qualche aitante ufficiale di cavalleria. 11 nuoto era invece riservato ai soli uomini, che in mustacchi e mutandoni, si esibivano, sotto gli sguardi ammirati delle dame, alla piscina Diana (la prima che era stata aperta) riservata soltanto agli sportivi più snob.

Molto in voga erano anche le cacce al daino nella brughiera di Gallarate, mentre la caccia alla volpe era soltanto si suoi albori. Anche il ciclismo ed altre pratiche sportive andavano conquistando un numero sempre maggiore di cultori, che furono i primi lettori di un giornale che si pubblicava due volte alla settimana su carta dapprima verdolina, divenuta poi rosa, il cui numero usci il 3 aprile 1896 con il titolo "Gazzetta dello Sport".

Ma la pratica dello sport era riservato soltanto ai ricchi raccolti in clubs esclusivi ( di cui il più snob era il Veloce club di via Vivaio, che aveva una propria pista esterna, mentre il più numeroso era il Touring Club Italiano) della cui presidenza si occupavano solitamente i nobili, che così ottenevano il doppio scopo di ridare un po' di lustro ai loro blasoni un po' scoloriti e di occupare parte del tanto tempo libero di cui disponevano.

Le gentildonne (chiamate dai milanesi "damazz") avevano invece il loro bel daffare ad organizzare balli più o meno mascherati, lotterie, riunioni in salotti mondani ed un'altra infinità di cose contrabbandandole spesso per "beneficenza" e liberandosi dell'impaccio dei figli affidandoli alle balie, che le "signore" a ndavano a cercare in Brianza, passando in rassegna schiere e schiere dí floride mammelle.

.., ma ci sono anche gli operai

D'estate poi tutti (i ricchi s'intende) in villeggiatura. L'ultimo grido era Varese, ma i più arditi si spingevano fino a lanzo d'Intelvi, a Styurla o a Stresa, lasciando Milano con la sua afa (malgrado le ventidue piazze ombreggiate da olmi, acacie e tigli di cui allora la città disponeva) agli altri, a quelli che una vacanza non se la potevano permettere, che poi erano la stragrande maggioranza.

Già, perché a fianco di una sparuta schiera di ricchi normali e super vi era la grande massa di quelli che stentavano a conciliare il pranzo con la cena. Erano artigiani, piccoli bottegai (a volte creditori anche per cifre

rilevanti nei confronti dei ricchi, cui sarebbe stato però disdicevole chiedere il pagamento dei loro debiti), ma ancor più operai, manovali, contadini delle campagne della periferia, disoccupati, gente che soltanto occasionalmente trovava qualche lavoro e che con la loro pretesa di non rassegnarsi ad una vita di miseria turbavano la sereva tranquillità dei "scion".

Il movimento operaio si andava difatti sempre più organizzando. Il 10 ottobre 1890 aveva fondato a Milano la prima Camera del Lavoro.

Due anni dopo, nel 1892, un uomo singolare, Prospero Moisé Loria (nato nei vicoli del ghetto mantovano, vissuto a lungo a Trieste, arricchitosi con il commercio sotto il sultano Ismail-Alì d'Egitto) giunto a Milano vi realizzò una sua idea grandiosa, avanzata sui tempi: quella di riscattare i diseredati non con l'elemosina - che il Loria detestava - ma attraverso una profonda opera di educazione allo studio e di preparazione professionale al lavoro. Nacque così l'Umanitaria, che in breve divenne il più completo istituto in Italia, e forse in Eurpa, nel campo dell'educarione professionale gratuita e che svolse un importante ruolo nell'emancipazione della classe Jperaia.

Ma il fatto più rilevante (che più turbò i sonni dei "sciori") di quel 1892, ricco di fermenti sociali, fu un altro: la comparsa ufficiale in scena del socialismo attraverso il Partito dei Lavoratori, che diventerà Socialista anche il nome di lì a pochi mesi, che si proponeva la "conquista dei pubblici poteri" (distinguendosi così dall'anarchismo e dal corporativismo) attraverso la "lotta di classe" ( che lo distingueva anche dalla sinistra borghese di Cavallotti). La sua maggiore tribuna ideologica era la rivista di Turati e della Kulishoff "Critica sociale" che aveva sede a Milano, dove soltanto due anni dopo il nuovo partito già contava ben 15 mila iscritti.

A tagliargli le gambe si provò il governo Crispi, che nell'ottobre 1894 (servendosi di una legge "antianarchica" presentata nel luglio di quello stesso anno) decretò lo scioglimento coatto del Partito Socialista e delle organizzazioni ad esso aderenti.

Ma ciò non fermerà l'avanzata del movimento dei lavoratori. Per tentare di arrestarla le forze reazionarie non esiteranno quattro anni dopo, quando la folla insorgerà per protestare contro l'au mento del prezzo del pane, ad ordinare all'esercito di sparare sui dimostranti, il cui sangue arrosserà le strade e le piazze di Milano, ma di questo parleremo più avanti.

(4. - Continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate sui numeri 6. 7 - 8 e 9 del 1981)

Venditore di frutta in Piazza d'Armi 1895 ottobre 1981 pagina 3 - milano 19

Denunciata dagli inquilini

una ditta appaltatrice

IACPM per la chiusura dei portici Quartiere S. Leonardo

prospetto ingresso principale

Riattivato il campo delle bocce a Figino

Tra il mese di Luglio e la metà di Agosto, per opera del nuovo Consiglio d'Amministrazione della Coop. XXIV Maggio di Figino e di alcuni soci che hanno prestato la loro opera, è stato riattivato il gioco delle bocce.

Era da parecchi anni che tale struttura, costituita da tre giochi coperti, non veniva più utilizzata come bocciodromo ma come magazzino per i rottami e cianfrusaglie; ed erano parecchi anni che alcuni soci, appartenenti alla Bocciofila XXIV Maggio e no, in sede di assemblea annuale, chiedevano la risistemazione del Bocciodromo per riprendere l'attività interrotta.

Per gli' anziani al Gallaratese

Gli inquilini del quartiere S. Leonardo si sono rivolti alla magistratura. Con un esposto sottoscritto dal rappresentante degli inquilini, viene segnalato che la ditta incaricata dei lavori di ripristino e di risanamento dei servizi igienici, si sarebbe fatta rimborsare le spese dell'intervento dai singoli inquilini, mentre il costo delle opere era stato coperto con uno stanziamento comunale.

Nell'esposto si rammenta il risultato di un'indagine campione ( 180 famiglie du 850 residenti): la ditta in questione, appaltatrice dei lavori di rifacimento, si era fatta rimborsare in contrasto con quanto previsto dal capitolato di appalto, delle somme percepite; la ditta non avrebbe rilasciato ricevute fiscalmente regolari.

Iniziative a sostegno dei lavoratori Italtel

Attività iniziata con la nascita dell'impianto (circa una quindicina di anni or sono) che nel corso degli anni successivi ha portato allo svolgimento di una intensa e proficua attività, ricca di diversi successi testimoniati dai numerosi trofei e coppe vinte dai "boccisti" della XXIV Maggio (Saronni, Monza, ecc.) che fanno bella mostra di se in uno scaffale relegato purtroppo in un angolo del circolo annesso.

Inutile, a questo punto, ricercare ad ogni costo i responsabili e le colpe del perché un impianto simile (è l'unico im-

pianto coperto in zona) sia stato abbandonato a se stesso per essere utilizzato come magazzino; non è questo che imposta; l'importante ora è che il nuovo consiglio d'Amministrazione della Coop. abbia deciso la sistemazione dell'impianto con la speranza che vecchi e nuovi appassionati di uno sport così interessante e sano riprendano a calcare il terreno di gioco. Speranza già trasformata in realtà dal fatto che al rientro dalle ferie, quest'anno quanto mai chiacchierate, giovani e meno giovani hanno subito dato vita a numerose partite tra amici ed in compagnia del sincero "quartino Intendiamoci, non siamo ancora alla gara organizzata fra società bocciofile, ma credo che ciò sia solo una questione di tempo e di buona volontà.

E di buona volontà, per rilanciare in pieno questa attività, è pieno il nuovo consiglio della Coop. che invita i suoi soci "boccisti" a riprendere con impegno e serietà lo sport delle bocce , convinto che anche in questo settore è fondamentale essere presenti come struttura cooperativa.

Che ciò sia di augurio e di buon auspicio per i fututi mesi di lavoro.

È allo studio la creazione di un centro anziani da realizzare al Gallaratese, dove la necessità di una simile struttura appare sempre più evidente mano a mano che, con il passare degli anni, l'età media degli abitanti del quartiere va aumentando.

Nella realizzazione e soprattutto nella gestione (cui dovranno partecipare gli utenti) della nuova struttura si terrà conto sia delle esigenze del quartiere, sia dell'esperienza acquisita attraverso il Centro Anziani di San Siro (in piazza Segesta) già in funzione.

SIMEE in zona

Finalmente il S.I. M.E. E. (Servizio Igiene Mentale dell'Età Evolutiva) potrà andare nella sua sede si via Ugo Betti 189 (ex n. 39), che gli è stata assegnata dal Consiglio di Zona 19 con una delibera del 1978.

La Giunta comunale ha già deliberato la spesa necessaria per la ristrutturazione dei locali. Ora manca soltanto la ratifica del Consiglio Comunale, trattandosi di una spesa che supera i 50 milioni di lire, dopo di che i lavori potranno essere avviati e portati a conclusione nel giro di due o tre mesi.

Da parte sua, su interessamento del presidente del Consiglio di Zona 19 che si è incontrato con lui il 7 ed il 9 settembre scorsi, il vicesindaco di Milano Elio Quercioli ha assicurato che già esiste la disponibilità finanziaria per l'esecuzione di tali lavori, che potranno essere pertanto immediatamente avviati.

Ambulatorio per bambini alkrgici

Il Consiglio di Zona 19 ha dato una risposta positiva alla richiesta avanzata dall'A.B.A. Associazione Bambini Allergici - che opera in collegamento con l'ambulatorio di allergicologia della Clinica De Marchi del Policlinico di Milano - per ottenere uno spazio pubblico ove allestire un ambulatorio allergicologico nella nostra zona.

La richiesta di istituire tale struttura proprio nella nostra zona è motivata dal fatto che, stando alle statistiche, la maggior parte dei bambini sofferenti di allergia vivrebbe nella zona ovest di Milano. Con la creazione di un ambulatorio nella nostra circoscrizione verrebbe loro evitato il lungo tragitto che ora devono compiere per raggiungere la Clinica De Marchi.

In un incontro con il Consiglio di Fabbrica dell'ITALTEL (ex Sit-Siemens) che nella nostra zona, in piazza Zavattari a San Siro, ha uno stabilimento e la sua sede principale, l'Ufficio di presidenza del Consiglio di Zona 19 si è impegnato a partecipare, unitamente ai comuni di Corbetta e di Settimo Milanese (dove esistono altri due stabilimenti della stessa società) ad una conferenza tesa alla salvaguardia dei posti di lavoro dei lavoratori di tale azienda.

Nella stessa occasione il Consiglio di Zona 19 si è impegnato ad indire una propria seduta straordinaria aperta all'interno della fabbrica di piazza Zavattari ed a prendere contatti con le organizzazioni artigiane e commerciali della zona per azioni di supporto, non escludendo altresì che, se fosse necessario, una propria delegazione possa recarsi a Rome per incontrarsi con.il Ministro delle partecipazioni Statali e per sostenere la lotta che i lavoratori dell'ITALTEL stanno conducendo.

Arrivano i box

Il presidente del Consiglio di Zona 19, su mandato del Consiglio stesso, ha inviato ai condomini interessati ed alle cooperative appositamente costituite, nonché ai partiti politici ed alle associazioni che operano nel quartiere, la documentazione di quanto il Consiglio di Zona intende fare per la costruzione dei box per le auto al Gallaratese.

11 21 settembre scorso c'é stato poi un incontro tra una delegazione del Consiglio di Zona 19 e gli assessori Banfi e Mottini per stabilire tempi e metodi di progettazione e di realizzazione di tali box.

Sui risultati di tale incontro il Consiglio di Zona si è impegnato a riferire agli interessati nel corso di una pubblica assemblea, cui verranno invitati tutti i cittadini e le forze politiche e socialiÑ del quartiere.

In occasone del prossimo censimento la scuola materna di via Uruguay attualmente vuota, verrà utilizzata, per un periodo di due o tre mesi, come ufficio censimento di settore.

Successivamente la stessa scuola sarà destinata a Distretto sanitario, nel quale potranno essere ospitati alcuni centri spe-

cializzati comunali (come il Centro Handicappati) nell'ambito di una politica di uso corretto delle strutture pubbliche e del loro riutilizzo quanto risultino eccedenti (specie a causa del cambiamento della domanda, come nel caso della scuola materna di via Uruguay) per l'uso cui erano in un primo tempo destinate.

Una fontana in piazza Kennedy

In piazza Kennedy verrà forse collocata la fontana che era situata in piazza Castello fino al momento in cui i lavori del metrò ne hanno suggerito la momentanea asportazione. L'ipotesi sembra gradita agli abitanti della zona 19 che non hanno

certamente molte opere d'arte da elencare entro i loro confini. Senza contare che darebbe un benvenuto meno inelegante a chi entra in città provenendo dalle autostrade che proprio in p.za Kennedy hanno termine.

Una Chiesa Evangelica in zona

Una chiesa evangelica, precisamente la "Assemblea di Dio" avrà con ogni probabilità la sua sede, sia pur temporaneamente, nella nostra zona. Attualmente essa ha sede nel centro storico cittadino, in un fabbricato comunale, che deve essere ristrutturato e che pertanto resterà inagibile per qualche tempo. Da qui la richiesta della chiesa evangelica di poter usufruire per il periodo in cui la sua attuale sede resterà chiusa, di toccali pubblici nella nostra zona ove poter svolgere le sue funzioni.

Il Consiglio di Zona 19. da parte sua, si è mostrato sensibile a tale richiesta ed ha dichiarato la sua disponibilità ad assegnare alla chiesa "Assemblea di Dio" locali di proprietà pubblica che si rendessero liberi nella nostra circoscrizione.

Verrà ospitata presso il Centro Comunitario di .Trenno, in via Lampugnano una sezione del C.E. M.B. (Centro Educazione Musicale di Base), che da tempo opera mantenendo stretti rapporti con il Comune di Milano ed il cui fine è il recupero degli handicappati attraverso la musica.

Il C. E. M. B. cura anche la preparazione di insegnanti all'uso di tale tecnica e la sua presenza nel Centro di via Lampugnano farà si che questa

struttura, dove già è funzionante una biblioteca comunale, divenga sempre più viva e vitale anche durante il giorno.

Nello stesso Centro Comunitario si potrebbe, previo accordo con l'Assessorato all'Educazione, far spazio anche al Centro Animazione Pedagogica del Comune di Milano, che si occupa di educazione con metodi speciali, quali ad esempio il teatro, e che potrebbe operare in fattiva e creativa collaborazione con il C.E. M .B.

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ottobre 1981
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TRENNO Un centro di educazione musicale
A

Inventiamo un bosco al San Leonardo

Sono appena iniziate le scuole, forse con gran sollievo di molte famiglie, che si sentono di nuovo tolti i loro bambini dalle insidiose strade del quartiere quasi completamente prive di segnaletica, e dai prati - pochi per la verità - ma in compenso ben forniti di sporcizia, rifiuti , vetri e, come se non bastasse, anche animali, non tipicamente "amici dell'uomo", quali i topi, ratti, fino alle specie più apparentemente trascurabili di insetti. Così, mentre le prime nebbie di un autunno

come tanti altri si fanno avantimagari anche decisamente infettate dai gas tossici della fonderia - i nostri ragazzi cresceranno robusti e spensierati ricchi di anticorpi o piuttosto predisposti a salvaguardare la loro monotona esistenza, inibendo e censurando le loro facoltà creative e le loro energie critiche, appassendo di inedia intellettuale, corazzandosi di conformismo e annullando le loro possibilità di discriminare tra bello e brutto, giusto e sbagliato, utile o inutile.

IL CENTRO DEL TEMPO LIBERO A TRENNO

Continua l'operazione Serra

... e lancia tante nuove iniziative

È ripresa al 27 agosto l'attivtà degli animatori del Centro Tempo Libero alla Capanna Rossa di Trenno. Le attività sono quelle già descritte nel precedente spazio loro dedicato, in attesa che per la prossima stagione al coperto (da svolgere nelle aule del Centro Comunitario di Via Lampugnano) vengano approvate o sviluppate le proposte inoltrate dai tre conduttori al Consiglio di Zona, al Comitato di Gestione del Centro e al C.M.S.R. di Piazza Diaz 1/A.

A programma approvato se ne darà divulgazione su queste pagine, in modo da consentire alla cittadinanza la massima fruizione.

Per l'approfondimento del discorso sull'immagine visiva la proposta è di organizzare corsi di FOTOGRAFIA -AUDIOVISIVI - CARTONI ANIMATI. Si chiedono inoltre seminari e laboratori per differenti interessi quali ad esempio: fabbricazione di bambole, tecniche ed esercizi dei clowns, danza popolare, taglio e cucito, esercizi fisici, mentre riguardo alla musica si propongono concerti con i gruppi locali ed incontri di musica classica.

Molto bene sono state accolte e seguite le iniziative dell'estate svolte alla Cooperativa Animazione

Effettivamente in questo nostro quartiere abbandonato alla sterilità di un potere senza inventiva, gli aggettivi si addicono poco, tutto appare uniformemente squallido, le azioni sono assenti e le parole, di quelle se ne fanno molte, ma non servono più a nessuno, tanto è diventato raro comunicare col prossimo in maniera reciprocamelate spontanea e serena.

Tuttavia, dopo molti fiumi di parole e di cata, siamo finalmente riusciti attraverso il valido interessamento del presidente Pasquini del Consiglio di Zona 19 , ad ottenere i permessi necessari per rimboschire il famoso parco giochi del San Leonardo, ovvero i 17.000 mq. retrostanti la scuola media Alex Visconti.

Con i progettisti di Italia Nostra (che ci forniscono le piante) saremo pronti quest'inverno inoltrato a stendere delle fasce boschive pari a una superficie coperta di circa 150 alberi, tra olmi siberiani, aceri, frassini, querce, ed altre specie ancora.

Tutto il lavoro che permetterà al quartiere di godere di un piccolo pomone, in futuro ulteriormente ampliabile, è a carico del gruppo scout che ha sede in via Appennini, 137/a, e del Comitato Inquilini del S. Leonardo.

Dovremo fronteggiare spese molto grosse quali il noleggio di una trivellatrice, di un camion per il trasporto di terra e delle piante, e così via, fino alle spese di manutenzione per un lungo periodo di tempo. Non essendo finanziati da alcun tipo di ente o associazione, e potendo contare unicamente sulle nostre forze, invitiamo tutti coloro che sono interessati a questa iniziativa a dare il loro contributo personale o a mettersi comunque in contatto presso i locali della sede scout Milano XXV AGESCI. E speriamo che presto il quartiere si arricchisca di qualche nuovo colore.

La Comunità Capi Gruppo Scout Milano XXV

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C.T.L. (la Capanna Rossa) sotto il patrocinio del Comune di Milano e delle organizzazioni di Zona. Per il concerto di musica barocca, pezzi di Johann Christoph Pepusch, Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Handel, Benedetto Marcello, Domenico Scarlatti, Francesco Mancini sono stati eseguiti da Alberto Rossi (flauto diritto) e Danilo Costanti ni (clavicembalo), al 3 Luglio.

È seguito il concerto di rockbluse -country con i complessi giovanili della zona, un Gruppo di Danza Popolare condotto dai giovani del C.T.L. Pecetta, che dopo aver spiegato la tecnica del ballo

coreografico hanno coinvolto il pubblico nell'esecuzione. Lo spettacolo di Animazione Teatrale ha illustrato l'arte del clown e c'è stato un allegro pomeriggio con gli aquiloni. Le altre attività del C.T.L. erano dirette alle pratiche sportive: schettinaggio, bicicletta, ping-pong, hockey su prato e piscina, cui si aggiunge un torneo di scacchi. Nel frattempo, durante questi mesi che sono seguiti alla nostra prima notizia sull'operazione serra che i giovani hanno iniziato a febbraio, le piantine che avevamo visto crescere al riparo nel cassoncino della semina sono state trasferite nell'angolo riservato all'orto ed hanno fatto più o meno buona riuscita, anche perchè viste ora dopo la sospensione di attività le piantine sono aggredite da prepotenti erbacce, come sempre in questi casi, ed è un vero peccato, in special modo per le aiuole curate dalla scuola Media Casati, che ancor più della altre ci fanno chiedere se era poi tanto impossibile affidarne la cura durante la pausa estiva a qualche anziano volonteroso che facesse tutte quelle piccole cose che le coltivazioni richiedono. li centro per il tempo libero non è solo una istituzione per i giovani e per le scolaresche ma dovrebbe interessare anche gli anziani in pensione e come si sente che in altre zone il Comune incoraggia l'approntamento di orti da affidare proprio a chi di tempo libero ne ha di più. Anche il campo di bocce nelle vicinanze della Capanna Rossa, dentro o fuori dal recinto, sarebbe una utilissima realizzazione. Esiste una domanda in proposito? Mi si dice di sì, ma chi deve rispondere ha altro da pensare, evidentemente. Se anche la nostra richiesta può avere un peso, la uniamo a quelle precedenti, e con loro aspettiamo risposta.

pagina 5 - milano 19 ottobre 1981
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Ricordo di un protagonista

Un progetto per le farmacie di distretto poliambulatoriale

Dimenticando un momento la problematica connessa alle figure attuali della farmacia privata convenzionata, di quella comunale convenzionata, di quella ospedaliera interna e di quella ospedaliera esterna, problematica non risolta dall'approvazione della Riforma Sanitaria, anzi vieppiù aggravata e confusa, sarebbe interessante, attualmente, esaminare l'ipotesi della creazione di una struttura nell'ambito del Distretto Sanitario di Base, inserita nel poliambulatorio (già INAM), che ampliato e ristrutturato, sarebbe dovuto, nello spirito della legge di Riforma Sanitaria, servire da tramite e da filtro, tra l'Ospedale ed i servizi generici di medicina, per un intervento curativo specialistico e di guardia, coordinato e deospedalizzato, in un'unica struttura, per accertamenti diagnostici, piccoli interventi, cure preventive, di mantenimento e riabitative.

Caratteristiche di questo servizio, inserito in tale struttura?

stenza e la vitalità stessa di tale struttura farmaceutica sono legati all'attuazione della struttura stessa poliambulatoriale e distrettuale, secondo lo spirito e le direttive della Riforma Sanitara, da parte dell'U.S.L., perchè non è concepibile che si esaurisca in questa provvisoria gestione, alla meno peggio, del vecchio poliambulatorio I.N.A.M., oggi insufficiente nei servizi, nelle attrezzature, nelle strutture portanti e nel personale. Un problema specifico vorrei sollevare, a questo punto, trattando di tale farmacia, per quanto riguarda la galenica.

particolare, in cui la presenza del galenico gli sarebbe servita ottimamente allo scopo di integrare la prescrizione, ma che per premura scarse nozioni universitarie sul tema, lo fanno rinunciare o ripiegare su qualche specialità approssimata? Chi, allora, meglio del farmacista, se adeguatamente preparato e orgogliosamente conscio del proprio ruolo, approfittando della vicinanza, anche fisica, col collega, potrebbe illuminarlo, magari studiando insieme il problema suggerendo come affrontarlo, magari aiutando il medico ad elaborare e consultare un apposito quaderno?

Con un breve discorso di Ivan Mambri, che gli era stato compagno di lavoro nello stabilimento Alemagna di via Silva, e con un minuto di silenzio è stato ricordato il 10 settembre scorso, allo stand della pasticceria della Festa dell'Unità al Monte Stella, Michelangelo Rinaldi, deceduto il 22 luglio di quest'anno. Dopo la breve cerimonia i lavoratori dello stand della pasticceria hanno ripreso con ancor maggior impegno il loro lavoro rendendo cosi ulteriormente omaggio alla memoria di Rinaldi che di tale stand fu uno dei promotori e, per tanti anni, il maggior animatore. Ad una sempre maggiore affermazione dello stand della pasticceria egli difatti si dedicava con

estrema energia e molti ricordano come anche pochi giorni prima che la morte immaturamente lo cogliesse egli si preoccupasse della buona riuscita dell'edizione di quest'anno. Ma non soltanto nello stand. Anche in fabbrica, ha ricordato Mambri, Rinaldi ha profuso generosamente le sue energie in un costante impegno nelle lotte dei lavoratori, non ultima quella durante l'uccupazione dell'Unidal, che lo hanno sempre visto protagonista.

(Nella foto Rinaldi al forno dellc stand della pasticceria alla Festa Nazionale dell'Unità del 1979 a Milano

Gallaratese: quale futuro?

Il 16 settembre scorso si è svolta presso la Parrocchia S. Ilario, in via Omodeo 20, al Gallaratese, una riunione per una valutazione sullo studio attuale del Gallaratese e soprattutto per rilanciare una serie di iniziative dopo la pausa estiva. La riunione era stata organizzata dal Circolo ACLI Gallaratese, che unitamente al SI CET Gallaratese, aveva preparato, presentandolo come base di discussione, un documento dal titolo "Gallaratese: un piano nato dal basso che morirà in alto?", aperto da una premessa in cui ricordato che sono passati 10 anni dai giorni più significativi delle lotte del quartiere (la famosa tenda fu installata il 29 maggio 1971) viene indicata l'utilità di "verificare nella realtà attuale i motivi ispiratori di fondo di quelle battaglie, accertare concretamente fino a che punto siano state realizzate le idee e le prospettive formalizzate nella variante di P.R.G. (Piano Regolatore Generale) e nel P.P. (Piano Particolareggiato) ed infine aggiornare un programma di ulteriori interventi nel prossimo futuro alla luce delle nuove esigenze, riconsiderando eventualmente ciò che nel frattempo può ritenersi superato". Ricordato che l'amministrazione comunale di quel tempo "dovette rovesciare la tendenza politica fino ad allora perseguita nei confronti della gestione del territorio e dei servizi pubblici" e che oggi "tutti concordamente valutano in modo positivo quel cambiamento diretto non solo a salvare ed a rendere più umana la periferia, ma anche a rivitalizzare il centro della città" il documento delle ACLI passa ad una analisi delle cose fatte e da fare, valutando che la 'variante di P.R.G. ha funzionalmente inserito il Gallaratese in un più vasto aggregato territoriale tendente ad innescare una struttura plicentrica metropolitana in cui assumono un ruolo fondamentale i trasporti, le funzioni di cerniere dei due poli di interscambio (Sant'Elia e Molino Dorino), il limite massimo di volume fra edificato ed edificabile, la polifunzionalità della spina centrale.

Fatto poi un elenco delle strutture previste, indicando quelle che

nel frattempo sono da considerarsi superate, il documento passa ad un'elencazione delle opere eseguito od in fase di esecuzione, traendone la conclusione che "la edificazione di tipo residenziale si sta praticamente saturando almeno nei limiti della volumetria prevista dalla variante e dal P.P." e che "la fascia centrale è rimasta in gran parte inedificata ed anche i due poli risultano non ancora realizzati" esprimendo stupore per alcune "non decisioni" e soprattutto per il fatto che "non siano ancora state prese alcune iniziative certamente minori da un punto di vista economico, ma assolutamente necessarie per rendere più funzionali e fruibili i grossi investimenti effettuati".

Passando alle prospettive il documenta indica la necessità di una riconsiderazione o di un aggiornamento per alcune delle strutture previste nella fascia centrale, in particolare per le scuole, che per il calo della natalità di questi ultimi anni risultano eccedenti al fabbisogno per cui per alcune di esse (elementari e materne) è richiesta la trasformazione d'uso, quindi, dopo una valutazione del problema dell'insediamento nel quartiere di centri di terziario avanzato, esprime la perplessità delle ACLI sul progettato utilizzo del costruendo Centro Civico ed in particolare sulla volontà di inserire in tale struttura di uso sociale anche il poliambulatorio U.S.S.L., che è una struttura di carattere sanitario, proponendo invece la creazione di un Day-Hospital. Infine il documento si conclude chiedendo che ogni nuova proposta concernente il Gallaratese "dovrà essere presa, senza eccezione di sorta, con è fra la gente del quartiere", tenendo prioritariamente conto delle esigenze del quartiere, per una migliore fruizione del territorio e per una più avveduta qualificazione degli spazi, e ribadendo che "il P.P. rimane ancora oggi valido ed operante nella sua globalità; esso pertanto dovrà costituire la matrice fondamentale anche per ogni eventuale proprosta di aggiornamento".

Apertura al pubblico per tutte le 24 ore: rapporto farmacia poliambulatoriale-popolazione connesso con quella residente nel distretto (2050 abitanti); approvvigionamento, elaborazione, detenzione (obbligatoria) e distribuzione di prodotti farmaceutici, presidi medico-chirurgici e parafarmaceutici (e non oltre che questi) attinenti alle specializzazioni mediche poliambulatoriali ed alle esigenze sanitarie della popolazione distrettuale, programmate in base ad indagini e rilevazioni periodiche, oltre che ai programmi ed alle attività connesse con le specialità poliambulatoriali; caratteristiche adeguate di ubicazione dei locali, ampiezza, funzionalità, requisiti igienici tali da rendere la struttura adeguata a tali fini; personale farmacista idoneo e sufficiente, e personale ausiliario competente, all'altezza della situazione, anche per un'educazione sanitaria finalizzata del cittadinopaziente in collaborazione con i colleghi medici; logica assistenziale primaria, svincolata dal concetto farmacia - profitto, che, giustamente invocato dal privato, rischierebbe di generare equivoci, in tal caso, se anteposto alla funzione sociale del servizio. esclusione dalla dotazione e dalla vendita della maggior parte dei prodotti da banco, per i piccoli disturbi e malesseri, riservandoli, per ragioni di funzionalità e praticità, alle farmacie di quartiere normali. L'analisi di tali funzioni rivela facilmente la diversità di ruoli e la non concorrenzialità di tale servizio, rispetto alla farmacia privata ed a quella comunale, anche per il carattere limitato nel numero e nel territorio, che, anzi, svincolerebbe i titolari privati, i Comuni e le Aziende Municipalizzate da gravosi adempimenti, quali turni e servizio notturno, oggi disorganici questi e lasciato alla volontà discrezionale del singolo quello, e si darebbe certezza alla popolazione, per la quale tanti malumori eccessivi, non certo benevoli verso i farmacisti, non avrebbero più ragione di esistere.

Si permetterebbe l'approntamento e l'attuazione di piani terapeutici, connessi con le prestazioni poliambulatoriali, senza far correre di qua e di là il paziente (svezzamento dei tossico-dipendenti, con forniture complete per cure di disintossicazione domiciliare, terapie di sostegno e di mantenimento postricoveri ospedalieri, arco di cura completo in seguito a diagnosi tumorali precoci ecc.), con la caratteristica dell'immediata o rapida reperibilità in loco di tutta la gamma dei mezzi terapeutici particolari necessari.

Per la nostra professionalità, avrebbe il grosso vantaggio, premiandola, di stroncare sul nascere certe tentazioni anarchiche di distribuzione del farmaco, nell'U.S.L., in maniera dispersiva, fuori dalla farmacia e dal farmacista.

É chiara l'importanza per il farmacista professionista privato di acquisire, mantenere ed accrescere la competenza e la capacità, non solo professionale, ma anche di operatore commerciale specializzato, nel campo della dietetica, della cosmetica, del parafarmaceutico, per integrare la funzione curativa a livello di quartiere, in aggiunta a quella del farmaco tradiiionale.

Come pure è chiaro che l'esi-

Premessa la necessità, per questa particolare branca della farmacia, di aggiornarsi ed essere all'altezza della situazione odierna (ridimensionata attualmente nella farmacia privata e comunale al 5% del fatturato annuo) e più specializzata, sarebbe intanto opportuno, da parte dei farmacisti che operano a livello di tale struttura, se sarà attuata, fare pressioni e servire da consulenti, presso i colleghi medici, per una più approfondita conoscenza e rivalutazione in chiave moderna, del settore.

Necessità di apparecchiature moderne, neanche troppo costose, come la bilancia elettronica, l'incapsulatore, la cappa per operare sterilmente mescolanze di soluzioni (es. flebo), un mescolatore elettronico per impastare medie quantità di pomate, dosatori, miscelatori, termostati e tanti altri apparecchi, piccoli e grandi, semplici e complessi, vanno di pari passo con la capacità professionale del farmacista di instaurare col collega medico un rapporto professionale ed umano, non complessato da sentimenti di competizione o di frustrazione, bensì integrativo, amichevole e continuo, nell'interesse di un miglioramento del servizio. Quante volte il medico vorrebbe elaborare uno schema terapeutico

Teniamo presente che la galenica moderna è fatta anche di mescolanze di soluzioni sterili, pervenute già sigillate dall'industria; è fatta di preparazione di reattivi clinici, è fatta di forme farmaceutiche esterne, tipo lozioni e unguenti, complesse e specifiche, perchè, allora, per ignoranza o ignavia, abbandonare uno dei campi più esaltanti, caratteristici e professionali della nostra attività?

Noi, come tecnici e professionisti, non possiamo andare più in là della sintesi ed elaborazione di idee e studi volti alla razionalizzazione del settore, da troppo tempo trascurato e sottovalutato, con l'inevitabile riflesso di malumore tra la gente, oltre che tra noi stessi. Ai politici sapere voler cogliere il senso ed il significato delle istanze a vario livello, a noi il compito ingrato di elaborarle, sotto la duplice pressione della popolazione scontenta e del nostro lavoro tecnico-professionale male impostato ed ostacolato nella sua estrinsecazione ed espansione, per cui la speranza in un servizio futuro moderno ed efficiente, oltre che meno gravoso per gli operatori stessi e la collettività.

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AL MONTE STELLA
rullano 19 - pagina 6 ottobre 1981
UN DIBATTITO NEL QUARTIERE

E scattato il listino Marcora

Quali sono state le reazioni?

Più prodotti e costano meno nei punti dì vendita della Unicoop

Una prima, significativa risposta, alla lacunosità della iniziativa del governo di bloccare i prezzi di alcuni generi di largo consumo, è stata decisa dalla Unicoop della Lombardia. Nei 28 punti vendita delle cooperative, fino al 15 novembre infatti non rimarranno bloccati solo i prezzi dei prodotti compresi nel listino nazionale, ma anche i prezzi di altri ventun prodotti. Non solo: per molti prodotti compresi nel listino concordato, nei negozi della Unicoop verranno applicati prezzi inferiori.

Alcuni esempi: il pane di tipo "O" costerà 200 lire in meno al chilo, come la pasta di grano duro. Il parmigiano 520 lire in meno al chilo, il provolone dolce e il gorgonzola 1600 lire in meno al chilogrammo, 500 lire in meno il prosciutto crudo, 200 lire in meno le confezioni di marmellata e confetture. Questo per quanto riguarda i prodotti calmierati dal ministro Marcora: come si vede anche il governo avrebbe potuto fare di più e meglio, invece di creare un marchingegno che pare avere, come sole caratteristiche, la demagogia e l'inutilità. Ma veniamo a prodotti a prezzi bloccati aggiunti, nei negozi dell'Unicoop, a quell del "listino" di Marcora.

Troviamo il caffè in confezioni da 200 gr. a 1350 lire, e in confezioni da 400 gr. a 2450, vini da pasto per oltre 50 tipi diversi, birre nazionali di 15 marche, confezioni di tonno in olio di oliva di 650 e 1290 lire, farina bianca tipo "00" a 475 lire al chilo. Questi sono solo alcuni esempi delle 21 voci comprese nel listino Unicoop.

I consumatori Provvedimento che rischia di far esplodere i prezzi a dicembre

Sulla "autoregolamentazione" dei prezzi dei prodotti alimentari ha preso posizione anche la Federazione dei consumatori. In un volantino si sottolineano i limiti dell'iniziativa: sono 20 prodotti solo alimentari: i prezzi sono superiori del 5-10% rispetto a quelli praticati dai supermercati cooperativi o da altre forme di moderna distribuzione, i prezzi nella stessa Lombardia sono differenziati (più alti dove la rete distributiva è più polverizzata), mancano sanzioni per chi non rispetta i prezzi, molti prodotti non sono chiaramente definiti. La Federazione lombarda dei consumatori sottolinea inoltre la durata limitata dell'iniziativa che rischia di far esplodere i prezzi proprio in prossimità delle feste di fine dicembre. Nel volantino, infine, la Federazione dei consumatori suggerisce una serie di misure perchè il costo della vita venga finalmente posto sotto un controllo serio ed efficace quali: la regolamentazione dei prezzi deve essere continuativa con la verifica ogni 4 mesi; i prodotti da sottoporre a controllo devono essere più numerosi e non solo alimentari; i prezzi devono essere fissati guardando a negozi che abitualmente praticano i prezzi più convenienti; i prodotti devono essere definiti molto chiaramente per impedire che si venda a prezzi prefissati merce scadente o fondi di magazzino; deve essere il Comitato prezzi regionale e provinciale a determinare i prezzi, di intesa con le varie parti sociali interessate; occorrono controlli e sanzioni per le parti inadempienti.

lombardia

L'Unicoop Lombardia non ritenendo soddisfacenti i risultati raggiunti con la predisposizione dei noti listini ha deciso di bloccare nei suoi 28 punti-vendita fino al 15/11/1981 non solo i prezzi dei prodotti definiti nell'accordo nazionale ma anche quelli di un'altra vasta fascia di prodotti sicuramente importanti nella spesa familiare quali vini da tavola, birre nazionali, olii di mais e girasole, tonno e legumi in scatola farina bianca ecc.

Pur sottolineando come queste iniziative da sole non bastino a sconfiggere il carovita, quando invece sarebbero necessari interventi strutturali per razionalizzare la rete distributiva, l'Unicoop garantisce che nei suoi punti vendita i prezzi e la qualità dei prodotti del paniere ufficiale saranno ancor più convenienti per il consumatore.

Ancora una volta questi sono i segni tangibili di un'azione concreta a difesa del consumatore che vede da anni l'Unicoop protagonista nelle province di Milano, Como e Varese.

Integrazione di prodotti Coop. a prezzi bloccati fino al 15/11/1981, nei negozi dell'Unicoop.

Lombardia

El canton del barbee IL CAMBIANIENTE

- Ciao! Allora hai sentito? Il governo ha dichiarato guerra ai prezzi! - ... e hann vinciù lor.

Chi? Il governo?

No, i prezzi. Te vedet minga che seguitenn a cress?

È ciò che il governo vuole accertare.

EI fa prest a accertali! Basta ch'el vaga a fà la spesa!

Se è per questo ha fatto anche di più.

Ah, si? ... E cossa?

Ha creato una commissione di esperti.

Ah! ... E chi sarevenn sti espert?

li ministro Marcora... rappresentanti di industriali e commercianti...

- E i donn che vann tucc i di a fà la spesa?

- Cosa c'entrano quelle?

Come cossa gh'entrenn?! Dov'è che te podet trova di espert pussee espert de lor sui prezzi?

Ma senza basi scientifiche! Finirebbero col dire che tutto è troppo caro.

E invece el governo el vueur di espert "scientific" che magara finirann cont dì che i prazzi hinn tropp bass e che se dev cressi!

No, anzi, ha anche preparato il paniere.

Si, per mettegh dent la merenda s'el fann cor!

Ma no! Il paniere di prodotti a prezzi autorelogamentati.

Se hinn? Pressi che vann in auto per cress pussee alla svelta? No, sono prezzi stabiliti in un listino preparato dai commercianti.

Oueih!... Ma che bella novità!... Ma dimm: prima l'era minga l'istessa robba?

La stessa cosa in che senso?

Erenn minga anca prima semper i bottegar a fà i prezzi?

Si, ma adesso si sono impegnati a non aumentarli per due mesi.

- E poeu fra doo mes, sotta i fest, cresserann i prezzi tucc in una volta!

Ma dovranno giustificare gli aumenti.

Se l'è per quell stà pur tranquill che de scus ne tirerann foeura fin che te saret stuf!

Staremo a vedere. Per ora è positivo che si sono impegnati a non chiedere prezzi maggiori di quelli del listino.

- E se on guai bottegar el voeur fà pagàà quaicossa pussee coss'è che ghe fann?

Niente!

- Com'è nient?

Niente!

Nanca ona baccettada sui did?... Ona tiradinna d'oregg?...

Ho detto niente!

Allora nun devarevemm domà pagà e fà citto?!

No, si può sempre protestare.

Cont chi?

Col negoziante.

E se quel! el se ne sbatt i ball di noster protest?

Si può sempre cambiare negozio.

Grazie tant?... Per quell' gh'avevi minga bisogn del tò listin, podevi fall anca prima!

Si, ma adesso lo faresti a ragion veduta.

Te capiret che bella soddisfazion!... Ma dimm ona robba...

- Cosa?

Sont mi che hoo capii mal o avevenn minga dit che stò governo el doveva vess el governo del cambiament?

Difatti, lo hanno detto.

T'avereet minga capii mal anca ti, per caso?

E perchè mai avrei dovuto capir male?

Perchè invece che del cambiament el me par el governo del cambianient.

E perchè del cambianiente?

Dimm on poo: finadess coss'è che l'è cambiaa? I sciori vann avanti a fà quell che voeurenn e nun poverett devumm seguità a pagà e fà citto. Damm atrà a mi: per cambià quaicossa se dev comincia a cambià on poo quei che hinn al governo, se de no se cambierà mai nient. Ciao, te saludi. el barbee

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Alla luce del buio

Sotto certi aspetti la vita fa ridere. Mi sbaglierò ma sono convinto che ogni uomo abbia sempre la vaga sensazione che a lui, si! Proprio a lui e forse solo a lui, mai potrà succedere qualcosa di molto grave, o non certamente più grave dei soliti eventi di ogni giorno: tagliarsi il labbro col rasoio durante la "sbarbatura", pestarsi il fatidico dito con l'altrettando fatidico martello, rovinarsi il vestito grazie a quel cretino passato su una pozzanghera con la propria auto a 120 Km. orari, oppure, ma qui bisogna essere nati senza neanche un bottone della famosa camicia, rompersi una clavicola sciando sull'erba; il che, andando a guardare, non è poi chissà che cosa visto che tale incidente implicherebbe una godevolissima ed oziosissima convalescenza in un ospedale, magari privato se hai la "fresca", coadiuvata dalla presenza di prestanti infermiere (quelle che vedi solo nei film americani) e di noiosi parenti che vengono a trovarti, le prime munite di termometro, pastiglie, sciroppi e siringhe, i secondi di più o meno svariatissimi "pensierini" (tanto per non arrivare con disonorevoli ma preferibili mani vuote) ossia scatole di caramelle e cioccolatini che, dopotutto, sono sempre meglio di quelli che te li portano. Se non altro tacciono e non parlano a vanvera.

Tornando al discorso; credo proprio che ognuno di noi abbia la strana impressione di essere invulnerabile. La tua morte: si, ci pensi! ma è qualcosa di lontano, hai sempre la speranza che non possa mai avvenire. Hai la sensazione di trovarti in una campana di vetro.

Sai di non essere immortale tuttavia non riesci a immaginare come certe cose possono capitare proprio a te. Leggi su un giornale di un incidente stradale: sette morti! Sai anche che non è che uno fra i tanti. Eppure, viaggi in macchina e ti senti un leone. Non riesci a immaginare un errore da parte tua o di qualcun'altro, tale da coinvolgerti in un incidente mortale. "Semi accadesse mi salverei", qualcuno pensa.

Ti senti tranquillo: il CASO non potrebbe mai colpire proprio te, malattia o incidente in cui possa esso consistere. Santa miseria!

Tu sei TU, non sei mica quello li che ti sta passando a fianco.

In effetti qualche dubbio viene: magari alla sera, nel letto, prima di addormentarti: "E se domani non mi svegliassi'?" ti chiedi. Fattore che effettivamente va sempre preso in considerazione. Sfido chiunque abbia un po' di cervello a non essersi mai posto tale domanda almeno una volta! A volte penso che le coppie, durature od occasionali che siano, facciano "certe cose" nelle ore notturne per non pensare al fatto che il mattino dopo uno dei due oppure entrambi potrebbero ritrovarsi morti. II che potrebbe anche non essere una perdita per l'umanità ma per il morto certamente si! Bello è che poi, alla luce del giorno, quando con gioia e soddisfazione ti ritrovi sveglio ma soprattutto vivo, certi pensieri che otto ore or sono tanto di turbavano, ora non ti sfiorano neanche

Favorita la partecipazione attiva dei cittadini

la mente e, a meno che non sei in particolari condizioni di fisico e di età, sei pienamente convinto che potrai portare a termine anche questa giornata e che anche stasera, se Dio, Caso o Fortuna vorranno (ma certamente lo vorranno: con Loro hai rapporti particolari), potrai andartene a letto a fare la nanna contento, anche se stavolta alla luce del buio, pronto a soddisfare a superare nuovi dubbi col sesso con un libro oppure, molto più terra a terra, con un confortante riposto (non eterno, speriamo)' In poche parole: qualcuno non sarà sicuramente d'accordo con me sia per esperienza personale che per speciali convinzioni filosofiche, ma io son convinto che chiunque ha radicata in se stesso, di natura, la speranza in una vita terrena "ad libidum" o in una dea Fortuna creata apposta per lui che lo ripari da ogni disgrazia atta a porre fine alla sua esistenza, troppo importante ed utile all'umanità per essere buttata via. Spesso sono il primo fra questi. Chiunque ad avere tale impressione. Ma è proprio qui che viene da ridere; tutti si credono immortali, intoccabili ed i nattacabili, veri e propri bunker umani! baciati in eterno dalla Fortuna, protetti in eterno da Dio e lasciati perdere in eterno dal Caso. Sicuri, ogni volta che si svegliano, di tirare a sera.

Eppure, nonostante ciò ogni giorno un bel po' di noi la tanto sospirata sera non la tira. Prima o poi tutti ci lasciano le penne, senza distinzione di sesso, di classe odi che dir si voglia.1110% prima dei dieci anni, il 20% prima dei venti, il trenta per cento prima dei trenta e cosi via, sempre in proporzione, fino ad arrivare al 99,9 periodico per cento prima dei cento anni e il rimanente prima dei 130. Se qualcuno, nella storia dell'uomo avesse per caso superato la soglia dei cento tranta, porto le mie scuse a lui se vivo o ai parenti se morto, ma l'annotazione di tale percentuale avrebbe rischiesto una troppa lunga sequela di zeri e sarebbe allo stesso tempo risultata insignificante ai fini della statistica. Statistica che, pur non verificata dalla Doxa, non credo si allontani molto dalla realtà. Se si allontana le mie scuse anche alla Doxa e ai burocrati appassionti di queste cose. L'importante è rendere l'Idea. Voi direte: quale idea? Quella che mi fa tanto ridere ossia che l'Uomo non è poi l'essere tanto perfetto, grandioso e magnificente che crede d'essere. Contro tante cose egli nulla può. Per cui alla immagine che esistono persone che pensano di essere Chissachi odi potere fare Chissàcosa, convinti di essere nati sotto il segno dell'Eternità e dell'Invulnerabilità, gli Unici degni di gloria e di potere in mezzo a tanta feccia umana che li circonda, mi viene da ridere, e tanto, alla sola idea che anche loro, nonostante la propria auto-mistificazione, appartengono, dopotutto, alla schiera di quei famosi 100% che prima o poi ci lasciano le penne. Come me, del resto, che sono qui a ridere...

Francesco Vighi

Precisi impegni del Consiglio di Zona 19 in materia di gestione e qualità di alcuni servizi sociali

fica della fase esecutiva dei piani di attività dei servizi socio-sanitari dalla futura Unità Sanitaria di Zona.

Si deve infatti tener presente che una delle principali finalità della legge 833 è quella di "assicurare la più ampia partecipazione degli operatori della sanità, delle formazioni sociali sul territorio e dei cittadini a tutte le fasi della programmazione delle Unità Sanitarie ed alla gestione sociale dei servizi" (articolo 13 legge 833).

Il Regolamento attuale dovrà essere periodicamente rivisto per mettere a punto di volta in volta le necessarie correzioni in base alle nuove esperienze.

Il Regolamento attuale dovrà essere periodicamente rivisto per mettere a punto di volta in volta le necessarie correzioni in base alle nuove esperienze.

Al Consiglio di Zona, ogni anno, i Comitati presenterannoil piano di attività del servizio sentiti gli operatori e l'assemblea degli utenti.

Prima della stesura del piano sa: rà fatto un consuntivo dell'attività svolta nel precedente anno in modo da evidenziare eventuali carenze o disfunzioni di cui tenere conto del furuto programma.

Il Consiglio di Zona esprimerà su tali pianiun parereda trasmettere agli organismi interessati (Assessori, Ripartizioni, Enti ed Associazioni).

Al Consiglio di Zona ogni anno i Comitati presenteranno pure il proprio programma della gestione sociale elaborato con la partecipazione degli utenti, cioè di quelle attività di carattere promozionale, culturale ricreativo e sociale che i Comitati intendono gestire direttamente utilizzando gli spazi multiuso zonali.

Il Consiglio di Zona provvederà al finanziamento delle attività della gestione sociale in modo compatibile coi fondi allo scopo assegnati nel Bilancio zonale in spesa corrente.

Il Consiglio di Zona dovrà inoltre povvedere ad attuare tutti i collegamenti necessari tra Direzioni dei

servizi, Amministrazione e Comitati di gestione per facilitare la fase esecuti va dei singoli piani di attività nel rispetto dei ruoli di ciascuno. Ai comitati di Gestione sarà lasciato dal Consiglio di Zona largo margine di autonomia per quanto attiene la formulazione dei piani di attività dei servizi. Tali piani dovranno comunque fare riferimento al programma generale del Consiglio di Zona ed ai relativi piani di attuazione per evitare la settorializzazione degli interventi. Ciò va precisato con chiarezza affinchè la gestione sociale non divenga formula priva di contenuto politico o causa di confusione.

Il Consiglio di Zona si adopererà inoltre per il pieno riconoscimento del ruolo politico dei Comitati di Gestione da parte delle Direzioni dei servizi e degli operatori, nonchè da parte dell'Amministrazione, in attesa delle apposite delibere che dovrebbero ordinare l'intera questione della gestione sociale.

In particolare il Consiglio di Zona 19 si adopererà affinchè i Comitati dei servizi socio-sanitari vengono a tutti gli effetti riconosciuti come interlocutori indispensabili nella programmazione e nella veri-

La gestione sociale infatti non è un punto di arrivo, ma un processo in continua evoluzione, da seguire con attenzione, da aiutare concretamente nella sua realizzazione se si crede che essa possa costituire un valido strumento per sanare la drammatica frattura oggi esistente tra cittadini ed istituzioni.

Il "Regolamento sul Decentramento e sulla Partecipazione dei cittadini nell'Amministrazione del Comune" prevede l'istituzione di nuovi organi di gestione sociale per i servizi pubblici alle persone che hanno sede sul territorio comunale (biblioteche, centri sportivi e ricreativi, servizi materno-infantili, consultori, centri socio-sanitari polivalenti ecc.).

Tali organi dovranno essere regolamentati da apposite delibere comunali (vedi art. 27 del Regolamento) ma, fino ad ora, l'unico servizio ad essere dotato di un Regolamento comunale è il Consultorio. Attualmente nella zona 19 sono in funzione tra comitati di gestione: quello del Consultorio di via Albenga 2, quello del Centro Sociosanitario di P.za Segesta e quello del Centro Comunitario di via Lampugnano, 145. Altri se ne prevedono per le biblioteche, per i centri socio-sanitari, per gli asili nido, per i centri sociali e per tutti gli spazi multi-uso affidati alla gestione del Consiglio di Zona.

Il Consiglio di Zona 19 è da tempo consapevole dell'i m portanza della gestione sociale le cui finalità politiche furono chiaramente delineate in un documento approvato dal Consiglio di Zona 19 il 16 dicembre 1977, a seguito di un Convegno Zonale su questo problema. Fondamentalmente si individuarono i seguenti obbiettivi: stimolare la partecipazione dei cittadini alla gestione attiva della cosa pubblica coinvolgendoli sia nella fase del rilevamento dei bisogni, sia in quella della programmazione dei servizi, sia in quella dell'informazione puntuale alla gente sulle scelte ed i criteri adottati. migliorare la qualità dei servizi avvicinandoli ai bisogni della gente attraverso un rapporto dialettico costante fra Consiglio di zona e Comitati di Gestione quali rappresentanti qualificate dell'utenza. stabilire un nuovo rapporto di fiducia fra cittadini ed istituzioni garantendo non una fruizione passiva dei servizi ma una reale partecipazione alle scelte. Recentemente la delibera comunale sull'uso sociale degli spazi pubblici multi-uso (vedi capitolo 3 - paragrafo 1-2) ha introdotto una novità nel merito delle gestioni sociali in quanto dà ai Consigli di Zona le facoltà di delegare ai Comitati di Gestione dei servizi la promozione e l'organizzazione di attività culturali, sociali e ricreativi e destina alla loro realizzazione uno stanziamento in forma di fondo a render conto zonale.

Pertanto, non appena la delibera sarà finanziata dal Comune, il Consiglio di Zona sarà in grado di erogare ai Comitati di Gestione i fondi necessari alla gestione sociale, nelle modalità indicate dalla delibera.

I Comitati di Gestione hanno come interlocutore politico principale il Consiglio di Zona che rappresenta l'Ente Gestore dei servizi.

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DIETE Gli additivi alimentari

Col passare dei secoli gli elementi fondamentali nella dieta, come la carne, il latte, il pane, sono stati presentati sulle mense con aspetto e sapore diversi, sempre più confacenti all'epoca storica di appartenenza. Se in precedenti epoche storiche l'alimentazione aveva un ruolo importante nel definire il carattere e il comportamento dei popoli, oggi, all'opposto, è il tipo di civiltà a condizionare pesantemente l'alimentazione.

La nostra civiltà ha avuto bisogno di ideare un tipo di alimentazione veloce, di facile conservazione e di sapore accattivamente; ha dovuto ricorrere pertanto all'aiuto di sostanze chimiche, chiamate comunemente "additivi", prive di potere nutritivo, ma molto utili per conservare nel tempo le caratteristiche organolettiche degli alimenti, per evitarne le alterazioni e contaminazioni microbiche.

L'impiego di alcuni di essi è giustificato dal fatto che rappresentano l'unico mezzo finora noto per raggiungere un determinato scopo. Per altri additivi il rischio correlato alla loro assunzione non è in alcun modo giustificato. I coloranti, ad esempio, che modificano solo l'apetto di un alimento, quando addirittura

non servono a mascherare l'alterazione del prodotto, sono spesso più dannosi che inutili.

Gli additivi più usati comunemente sono i conservanti, i coloranti e i dolcificanti.

I conservanti preservano gli alimenti dalle contaminazioni batteriche. I più usati sono l'acido benzonico, l'anidride solforosa, i nitriti e i nitrati. L'aggiunta di queste ulti me due sostanzeè ritenuta particolarmente utile; tuttavia il loro impiego, alla luce di recenti scoperte, lascia diversi dubbi. È infatti accertato che in particoli condizioni possono portare alla formazione di nitrosamine cancerogene.

I coloranti sono aggiunti agli alimenti allo scopo di appagare l'occhio del consumatore. Quindi sono presenti soprattutto in quei prodotti (bibite, aperitivi, dolciumi) che non sono indispensabili ma sono ugualmente di larghissimo consumo. I coloranti possono essere naturali o artificiali; questi ultimi sono comunque i più usati dall'industria alimentare, dato il minor costo e la maggior stabilità nel tempo. L'aggiunta di queste sostanze è quasi sempre inutile, spesso serve a mascherare alterazioni degli alimenti, alcune volte è anche dannosa all'organismo per la consta-

tata tossicità di alcuni di essi (Rosso amaranto, E 123).

I dolcificanti sintetici non possono essere considerati additivi veri e propri in quanto il loro impiego sostituisce gli zuccheri. A questa categoria di sostanze appartengono tra gli altri i ciclammati e la Saccarina, sostanze si ntetiche, prive di valore nutritivo, dotate di elevato potere dolcificante, ma che non presentano garanzie dal punto di vista tossicologico, inquanto sospettate di cancerogenicità. Pertanto l'uso dei dolcificanti sintetici dovrebbe essere limitato ai casi strettamente necessari (gli obesi; i diabetici, di cui si parlerà nel prossimo articolo) sotto il diretto controllo del medico.

Altri additivi, come gli aromatizzanti, i gelificanti, gli emulsionanti, sono utilizzati costantemente, e con parecchia "leggerezza" dalle industrie alimentari, per presentare soprattutto ai nostri occhi, alimenti dall'aspetto senz'altro gradevole, ma che non possono essere considerati il più delle volte dieteticamente sani.

Dott. Giulio Gapriata medico tossicologico del CED (Centro di Educazione Dietetica) via Veniero 6 - Milano

Le proprietà emollienti della malva

"Cont la malva el mal el và" diceva la vechia Serafina, che era un po' la nonna di tutti noi, cresciuti negli anni Trenta intorno a Piazza Prealpi, fra case popolari e orticelli.

In molti abbiamo imparato da lei a raccoglierla, mentre è bella, rigogliosa e fiorita, quest'erba spontanea dei nostri prati, e farla essiccare all'aria per poi conservarla in grossi barattoli di terracotta smaltata, con tappo di sughero spesso.

Il decotto di malva, o la tisana, comparivano quando in casa c'era qualcuno raffreddato, con tosse ostinata e complicazioni intestinali.

Un litro d'acqua con 50 gr. di foglie o fiori era il dosaggio ottimale, e la pozione ottenuta veniva ingerita durante tutto l'arco del giorno, a piccoli sorsi, però era suggerita anche per sciaqui alla bocca in caso di infiammazioni alle gengive e denti dolenti. Varrebbe la pena di provare anche ai giorni nostri, per ridurre al minimo l'uso (quando non è abuso) di medicinali forse risolutivi ma pieni di controindicazioni. Conosciamo la malva?

È una pianta assai comune, che in Italia è molto diffusa in diverse specie, principalmente erbacee,

cioè senza fusto legnoso. La malva silvestris ha foglie lobate tondeggianti, di un verde caratteristico che la distingue, e fiori prevalentemente lilla, solo raramente bianco-rosato con striature violette.

Va raccolta tutta la parte superiore del rametto quando è in piena fioritura e lo si pone all'aria e all'ombra per una perfetta essiccazione, che niente toglie al suo profumo dolciastro e penetrante.

Addolcita con miele, la pozione di malva diventa curativa oltre che per le infreddature e le tossi catarrose, anche per le raucedini, per alcuni disturbi di stomaco, per gli occhi e, si è già detto, per il cavo orofaringeo. Se le qualità medicamentose della malva sono da gran tempo note, e qualcuno ne fa saggiamente uso anche ai giorni nostri, forse non tutti sanno che della famiglia vegetale delle malvacee fanno parte altre specie altrettanto utili, da usarsi all'incirca nello stesso modo.

Vi è ad esempio la preziosa pianta di altea (ALTHEA OFFICINALIS) che ha le stesse proprietà della malva sylvestris, e che potrebbe

essere facilmente raccolta perchè più grande e sovente coltivata a scopo ornamentale. Non è un'erbaccia, ma ha un fusto legnoso che si presta anche ad essere isolato come un alberello, ma più sovente offre siepi cespugliose e folte, poste a confine di giardini o proprietà, sia per la bellezza dei suoi fiori, sia per la caratteristica di restistenza. Infatti l'altea non si lascia strappare facilmente e oppone a chi vuol staccare un rametto la tenacia di una scorza resistentissima. I fiori, veramente belli, sono grandi, a forma di calice o di scodelletta con i bordi morbidamente incurvati, e sono di varie tonalità di rosalilla - violaceo - bianco. La varietà a fiore doppio ha anche una sventagliata di petali più piccoli arricciati al centro del calice esterno. Per vari motivi, pur così bello sulla siepe, difficilmente lo si vede reciso per decorazioni domestiche: di gambo cortissimo, quasi attaccato al fusto il fiore dell'altea richiede l'asportazione di tutto il rametto, ed è sempre un peccato coglierlo in quanto si precludono le fioriture dei boccioli collocati più in alto, che garantiscono la presenza del fiore sulla siepe per tutta l'estate. Resistente a lungo sull'albero posto nel vaso ha durata breve, da qui il motivo della poca commerciabilità e conoscenza di un fiore tanto bello, che però è sfuggito all'occhio degli erboristi che oltre a foglie e fiori ne ricercano anche la radice, utilissima per decotti indicati a chi compie attività sportive. Senza la scorza, queste radice facilita la dentazione dei bambini (P.G. Da Certosio) e sarebbe proprio interessante riproporlo alla nostra super-sterilizzata pediatria.

Il latte va facilmente incontro a processi battereologici ed enzimatici, che se trasformano in vario modo l'aspetto fisico, il sapore, le proprietà nutritive. L'uomo del passato, ben lontano dalla biochimica, dalla batteriologia, dell'enzimologia del latte, si è trovato di fronte a nuovi cibi, ottenibili dal latte, di cui è stato portato a sperimentare l'appetitibilità e il valore nutritivo.

La fermentazione del latte rimane però alla base di ogni lavorazione casearia, fino a raggiungere la presentazione dei formaggi a lunga conservazione. Specialmente nei paesi dell'Europa orientale si è prodotta e si produce tuttora una vasta gamma di latti acidi è lo yogurt, originario del Caucaso e particolarmente in Turchia e nell'oriente balcanico. Nei paesi di origine viene preparato con latte di pecora, di capra, di vacca odi bufala, ma altrove, e da noi quasi esclusivamente, con latte di vacca. Cremoso, di colore bianco avorio, di sapore acidulo, ha una acidità lattica di 0,4-15% e può avere tracce di alcool, quando è inquinato con lieviti. Lo yogurt viene prodotto su larga scala anche nel nostro paese dall'industria che si avvale di apposite culture di fermenti lattici, opportunamente selezionate.

Analoghi allo yogurt sono: in Egitto il leben, presso gli armeni il muzun e, presso i sardi il gioddu o miciurato.

Valore biologico e proprietà dello yogurt

Il valore biologico dello yogurt è dovuto primariamente alle sostanze stimolanti, come lattosio, aminoacidi, lipidi, minerali, vitamine, ecc. che esso contiene e con cui favorisce la flora acidofila intestinale. Secondariamente l'acido lattico prepara un ambiente particolarmente favorevole per la conservazione e lo sviluppo della flora lattica acidificante e al tempo stesso inabitabile per i germi patogeni sui quali esercitano un'azione antibiotica - simile anche i microrganismi dello yogurt. Tutti questi effetti biologici sono di grande importanza sia per il mantenimento della normalità dell'intestino sia per rinforzare le difese naturali dell'organismo contro le malattie infettive.

Grazie alle proprietà biologiconutritive dimostrate lo yogurt è in grado di sostituire il latte nelle diete dove svolge il doppio ruolo di alimento e di stimolante nelle funzioni intestinali. È opportuno ricordare che lo yogurt agisce sul piano dietetico attraverso una utile librificazione dell'intestino per l'apporto di acqua e di grassi omogeneizzati, modifica favorevolmente la flora intestinale, riportando un equilibrio fra le diverse specie della flora batterica. Lo yogurt apporta inoltre lattosio, acido lattico e vitamine del complesso B e Introduce sostanze proteiche parzialmente predigerite e protette dalla putrefazione per l'acidità presente. È opportuno altresì ricordare le caratteristiche rispetto alle capacità nutrizionali e dietetiche che comportano una Indicazione dietetica

In tutte le malattie dell'apparato digerente. Tra le più Importanti ricordiamo: (1) le proteine e soprattutto la caseina risultano più facilmente attaccate dai succhi digestivi; la disponibilità biologico-nutritiva delle proteine dello yogurt è superiore a quella del latte normale e

il lorovaloredietetico più alto; (2) la quota di vitamine del complesso B è aumentata rispetto al latte, cosicchè la loro presenza favorisce l'utilizzazione sia delle proteine sia del lattosio residuato; (3) una parte del lattosio rimane a disposizione per la fornitura di zuccheri essenziali e una parte è trasformata in acido lattico, importantissimo nel ricambio organico; (4) presenti i lipidi, Il cui assorbimento è facilitato dalla omogeneizzazione e dalle migliori condizioni dell'ambiente intestinale; (5) il calcio e il fosforo, presenti in quantità ottimale e nel giusto rapporto, sono favoriti nella loro disponibilità biologica dalla presenza di lattosio e di acido lattico, nonchè di piccole quantità di vitamina D; (6) il diacetile, aroma presente nello yogurt, non solo esplica una attività di stimolo generico sulla appetibilità ma anche sui probeimi digestivi.

Ricetta base per lo yogurt

1 litro di latte (magro, scremato o intero)

2 cucchiai di latte in polvere

2 cucchiai di yogurt commerciale In una casseruola dal fondo pesante stemperate il latte in polvere con quello fresco. Portare lentaente a bollore rimestando continuamente. Allontanare dal fuoco e versare in una terrina perchè si raffreddi sino a 43 °C, cioè poco più che tiepido. A parte mescolare lo yogurt con un poco di latte fino ad avere un impasto omogeneo, quindi versare nella terrina con il latte caldo. Coprire con un panno e sistemare in un angolo riparato. Quando la miscela avrà raggiunto la consistenza di una crema densa mettere in frigorifero perchè si raffreddi prima di usarlo. Lo yogurt si può fare anche con batteri lattici in vendita presso negozi specializzati. Seguire in questo caso le istruzioni che si trovano sulle confezioni oppure seguire la ricetta base. Per ottenere la prima miscela con questi batteri il periodo di incubazione necessario è più lungo rispetto a quelli successivi. Conservare sempre un poco di yogurt da una volta all'altra per la preparazione successiva. Nei paesi del Medio Oriente lo yogurt si fa giornalmente. Se anche voi lo farete giornalmente nel giro di due settimane lo yogurt diventerà più dolce. Risulta più pungente quando si utilizza come "starter" uno yogurt acido. Il grado di acidità dipende dal gusto personale. Alcune ricette, soprattutto quelle per i dolci, vengono meglio se fatte con uno yogurt "dolce". Uno yogurt "piccante" fa risaltare meglio il sapore delle carni e di alcune verdure. Desiderando avere uno yogurt dal gusto piccante bisogna fasciar riposare la miscela al caldo per un'ora e anche più dopo che si sia stabilizzata. L'acidità dello yogurt dipene infatti tanto dalla durata della incubazione, che dal tipo di "starter" utilizzato. Un maggior grado di acidità denuncia una maggiore proliferazione di batteri.

Un ottimo suggerimento ci viene dai paesi balcanici circa l'incubazione dello yogurt: versare la miscela calda in un recipiente con coperchio, avvolgere con una vecchia coperta e sistemare in un angolo riparato e caldo. Lasciare per dodici ore e più, fin quando lo yogurt si sarà stabilizzato sotto forma di crema densa. Preparandola alla sera sarà pronto per la mattina da po. In thermos a bocca larga è ottimo per fare delle piccole quantità di yogurt. Versare la miscela calda in un thermos e chiudere bene. Lasciare che si stabilizzi, poi rimuovere il coperchio e collocare il thermos in frigorifero perchè si raffreddi. Quando il compcsto è ben raffreddato, travasarlo a cucchiaiate in un recipiente più adatto. Se si tenta di travasarlo prima che sia ben raffreddato perderà la sua consistenza. Tratto da "Gli alimenti tra salute e portafoglio" di Anna Bartolini

DI BOTANICA
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Gemmologia

Gli effetti del massaggio

L'azione del massaggio è essenzialmente meccanica. Esso sottopone a movimenti, di natura e d'intensità variabile, la pelle, i muscoli, i vasi e i nervi del settore in cui esso è praticato.

Azione meccanica senza effetti secondari Essa è duplice e interessa tessuti assai diversi l'uno dall'altro.

Tessuto osseo: il massaggio delle articolazioni combatte l'artrite e previene l'anchilosi.

Tessuto cutaneo e muscolare: il massaggio mette in movimento le impurita accumulate nei tessuti, determinando una sensazione di sollievo. Eliminando i veleni accumulatasi per la stanchezza, il massaggio ridà alla pelle e ai muscoli la loro normale elesticità.

È bene ricordare che la stanchezza è un fenomeno chimico dovutoalla produzione d'acido lattico durante il lavoro muscolare. Questo fenomeno può arrivare fino all'intossicazione del muscolo, il quale perde quasi completamente la facoltà di contrarsi.

La mobilitazione, attraverso il massaggio, delle scorie che si sono accumulate nella pelle, purifica la carnagione che diventa più chiara e più sana.

Azione meccanica con effetti chimici secondari

Più importante di quella precedente, essa è essenzialmente costituita dal richiamo del sangue e dalle sue conseguenze. Noi distingueremo: gli effetti nutritivi; gli effetti sull'ossido -riduzione; effetti sulla nutrizione e sul metabolismo locale È evidente che l'afflusso del sangue provocato dal massaggio (rivelato anche dall'aumento della temperatura locale) si ripercuote sulla nutrizione. Infatti, coi sangue nuovo, arrivano principi nutritivi e sostanze di varia natura (principalmente ormoni) che regolano il metabolismo. È a questa azione particolare che si debbono gli effetti sull'atonia e sullo sviluppo muscolare. Ad essa si debbono le modificazioni plastiche del volto e soprattutto la maggior fermezza dei tessuti muscolari. Ma i fenomeni di nutrizione non interessano solamente i muscoli, bensì anche la pelle e i suoi organi. Questi, meglio nutriti, si sviluppano meglio (capelli) o funzionano più attivamente (ghiandole sebacee).

E certo che gli efetti immediati se ne uniscono altri più remoti: infatti l'afflusso di sangue nuovo non può stimolare, per esempio, le funzioni ormonali e d'altra natura del tessuto connettivo.

effetti sull'ossido - riduzione

L'afflusso di sangue nuovo e quindi ossigenato, stimola naturalmente le ossidazioni. È a questa ossidazione che si deve l'aumento della temperatura locale, poichè vengono attivati i fenomeni di combustione cellulare. Quindi, le scorie che non sono state allontanate dall'azione strettamente meccanica del massaggio, vengono bruciate sul posto. Si tratta di un processo analogo a quello del trattamento dimagrante. Infatti, poichè la maggior parte dei grassi sono liquidi, alla temperatura del corpo, il massaggio può spostarli ma non soppri merli. Se e quando lo fa è perchè attiva la combustione al livello del

tessuto infiltrati. Allora, come accade per le scorie, i grassi vengono bruciati.

Azione meccanica con effetti fisici secondari

Quest'azione è più sensibile sulle terminazioni nervose e dà luogo ad effetti ora sedativi ed ora, al contrario, stimolanti. È per questo che è sbagliato praticare lo stesso tipo di massaggio su tutti i volti senza alcuna distinzione.

Le manovre ritmiche praticate con mano leggera e a cadenza moderata placano, calmano e possono persino provocare il sonno. Al contrario, gli sfioramenti rapidi possono eccitare. In generale si possono considerare come eccitanti lo sfioramento rapido, la percussione e le manovre d'impasto energiche. Sono sedativi: gli sfiora menti lenti e le manovre delicate d'impasto.

Si aggiunga che su tessuti atoni e su soggetti anziani le manipolazioni eccitanti possono contribuire ad attivare le funzioni locali. Nell'atonia da invecchiamento infatti, non è sempre il sangue che fa difetto, mentre può mancare in una certa misura l'azione dei nervi.

Incidenze fisiche dovute al semplice contatto della mano

Se si tiene conto dei dati più recenti della biofisica, si è costretti ad ammettere che delle correnti elettriche circolano nella pelle (dall'interno verso l'esterno). È persino possibile, e si tratta di una teoria già sostenuta da qualche tempo, che l'epidermide sia anche un'emittente e una ricevente d'onde elettromagnetiche. In queste condizioni si può ammettere che il contatto, relativamente prolungato, del massaggio di una pelle sull'altra, determini mutamenti nello svolgimento di questi fenomeni.

Citiamo questa ipotesi unicamente perchè essa ci riporta all'antica teoria (XVIII secolo) del famoso Mesmer sul magnetismo animale.

Azione cosmetico dinamica del massaggio

Tutti sappiamo come il massaggio, e del resto il calore sotto qualunque forma, agevola grandemente la penetrazione delle creme. Si tratta ancora una volta di un'azione meccanica, poichè il massaggio non solo attiva la penetrazione del preparato nei follicoli, ma sottoponendo a sfregamento questo preparato (più o meno) liquefatto sotto il calore della pelle) contro le pareti dei follicoli, ne rende più rapida la diffusione in tutta la pelle. Pur essendo la prima ad intervenire, questa azione del massaggio non è tuttavia di secondaria importanza. Per il fatto d'attivare il sangue, il massaggio viene a mettere in presenza, al livello delle cellule viventi, la parte assimilabile del preparato e il sangue, che a sua volta, contiene tutti gli elementi necessari alla nutrizione: ormoni, diastasi, elementi minerali, ecc. In altre parole, il preparato arriva alla pelle esattamente nelle condizioni biologiche in cui giungono all'organismo gli alimenti dopo la digestione, vale a dire nelle migliori condizioni d'utilizzazione. Naturalmente occorre che il preparato sia quello adatto alla pelle presa in considerazione.

Rapone Gioacchino (Massaggiatore della Clinica S. Siro)

Il corallo è conosciuto fin dalla remota antichità e si può ben dire che abbia resistito alla moda di tutti i tempi. Anche la preistoria lo conosceva e lo dimostrava il rinvenimento di coralli nei sepolcri neolitici (10.000 anni A.C.) scoperti a Losanna. La sua natura e la sua formazione è stata un mistero per più secoli, lo si considerava una pianta misteriosa: molle nell'acqua s'induriva all'aria. La conoscenza di questo magnifico prodotto della natura si riassume in tre epoche principali.

La prima è quella detta del Marsilli. Luigi Ferdinando Marsilli scientifico bolognerse (1958-1973) scoprì i fiori di questa pianta la quale permise ai futuri naturalisti di scoprire la vera natura del corallo. Segue l'epoca detta Peyssonel. Medico marsigliese Giovanni Andrea Peyssonel, seguace del Marsilli, scopri nel 1923 che i coralli non erano piante bensì animali ed i polipai i loro stessi prodotti. Infine inizia dal 1923 fino ai giorni nostri la terza epoca. Quest'ultima si divide a sua volta in tre fasi. La prima del Peyssonel fino al 1750, poi la seconda detta del Donati. Zoologo botannico Vitaliano Donati portò risultati decisivi ai quali si uniscono quelli del botannico Filippo Cavolini (1785) e quelli del sacerdote biologo Lazzaro Spallanzani. Si giunse così all'anno 1864 dove inizia la terza fase detta LacazeDuthiers. Il naturalista francese Lacaze Duthiers raccogliendo i frutti di profondi studi portò la sua opera fondamentale, "Historie naturelle du Corali", la descrizione del corallo vivente, la sua organizzazione, la formazione dei polipai, gli organi di riproduzione e lo sviluppo. Questo superbo prodotto del mare appartiene alla famiglia delle gorgonacee ed è una sostanza calcaree prodotta da piccoli animali. Ad essi appartengono tutte le Madrepori. Vivono nei mari caldi e temperati su fondi costieri alle prodonfità di 50-200 mt. I coralli vivono riuniti in colonie fisse dall'aspetto di fiorellini bianchi portati da un asse calcareo arborescente di colore rosso, roseo o bianco rivestito da una corteccia (detta Cenosarco) che è prodotta dalle secrezioni degli stessi polipi. I coralli si riproducono per uova, la loro larva (detta Planula) esce dalla bocca dei polipi e nuotando va a posarsi sul fondo dando inizio alla formazione di un nuovo arboscello. L'uovo da vita ad un futura colonia solo a condizioni che possa essere fecondato dal liquido maschile. Ciò significa che ci sono due speci di animaletti: uno isolato e libero e si riproduce per concorso di sessi (ovogenesi), l'altro invece per germogliamento (blastogenesi). Un ramo di corallo è un'aggregazione di piccoli animali uniti tra di loro, una collettività nata poco a poco, uniti e saldati tra di loro non possono più separarsi dall'individuo che per primo ha gettato le fondamenta.

A questo punto bisogna specificare quanto sono state profonde le osservazioni del Lacaze-Duthiers ottenute attraverso disagi e pericoli oltre un secolo fà. Egli s'imbarcò su battelli da pesca e iniziò le sue esperienze in alto mare raccogliendo il materiale contenuto nelle reti deposti in vasi di vetro ed osservati mediante microscopio a circa 20-30 ingrandimenti. Studiò la vita di quei bellissimi fiori, disegnò dal vero la nascita, lo sviluppo, la vita e la morte. Purtroppo questa

sua edizione ricca di ben 20 tavole quasi tutte a colori è scomparsa. Il Lacaze stabilì che il corallo è ovovi paro, l'uovo si sviluppa nella cavità della femmina, una volta maturo viene partorito dalla bocca (questo organo ha anche funzione sessuale). La corteccia detta Sarcosoma o Conosarco può essere osservata solo nel corallo vivo, manca totalmente in quello morto. Esternamente è fornito da una membrana esilissima (Cuticola) che sovente si stacca dal tessuto generale (Stoma). La corteccia è percorsa in tutti i sensi da due tipi di vasi ove scorre un liquido biancastro (latte) ritenuto liquido nutriente in circolazione. Dentro la corteccia si notano una specie di nicchia dalla forma caratteristica a capsula entro la quale vivono i polipi. La corteccia ha la funzione di riprodurre gemme e così i polipi. Si condivide che la presenza di Cenosarco è sicuro segno di vita. Il corallo presenta il fenomeno di poligamia: alcuni arboscelli sono maschi, altri femmine e alcuni hanno sesso mescolato. Le uova sono di colore bianco naturale, cadono nelle cavità che si sono prodotte e attendono di essere fecondate. Le planule appena uscite dall'uovo sono larghe e coperte da ciglia che gli servono per nuotare, poi si posano sul fondo scoglioso. Una volta fissato spuntano i tentacoli ed assume la forma di polipi iniziando la formazione del polipai. La formazione di quest'ultimo per espulsione di un materiale (Cenenchina) unisce tra di loro i singoli individui. I polipi possono ritirarsi dentro il Cenosarco formando una prominenza di forma conica detta Capezzolo. Il poli-

paio ha forma arborescente. Il tronco e i rami hanno forma conica e si assottigliano verso l'estremità. Assai facilmente i rami di corallo risultano tarlati cioè presentano piccoli fori che sono poi gallerie che si protengono verso il centro. Questo fenomeno è dovuto all'azione di vermi o serpule. Sulla colorazione del corallo si sa ben poco, si pensa che esso dipenda dal locale materiale del mare stesso. Si è pensato che la colorazione sia dovuta alla presenza di cromo, ferro e manganese. In conseguenza alla larga proporzione di ossido di calcio nella sua composizione rivela effervescenza agli acidi: una goccia di acido posta sulla superficie del corallo causa effervescenza e questa reazione permette di distinguere il corallo vero da quello falso.

La sua durezza è 3; 5-4 della scala Mohs, è fragile e di facile rottura. La lavorazione è antichissima, la attestano oggetti rinvenuti negli scavi etruschi. In Italia, da secoli, i cenri di lavorazione sono Torre del Greco, Trapani, Livorno e Genova. Di recente è iniziata la lavorazione in Germania, India e America.

Allo stato naturale il corallo si presenta privo di lucentezza, Le vane sfumature di colore appaiono dopo la politura. Commercialmente le varietà di colore sono:

Corallo moro rosso cupo

Corallo rosso rosso vivace

Corallo secondo colore salmone

Corallo rosa vivo rosa vivace

Corallo pelle d'angelo rosa pallido delicato

Corallo bianco bianco avorio. Franco Francioli

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Non buttiamo più via le preziose lattine

Una campagna per la raccolta ed il riciclaggio delle lattine da bibita vuote

Ogni anno in Italia vengono prodotti oltre 4 miliardi di contenitori metallici (4.100.000.000 nel 1980) sia di latta propriamente detta che di alluminio. Contengono caffé, carne, pomodori, cibi pronti, olio, marmellate, pappe per cani e gatti, bibite, ect.

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GrCIRCOLO GIULIO ARCI TREVISANI

II CIRCOLO ARCI UISP GIULIO TREVISANI di Via Appennini n. 101 /b informa che si sono aperte le iscrizioni per i CORSI DI NUOTO per l'anno 81 /82 per ragazzi e ragazze di età compresa fra i 6 ed i 14 anni.

I corsi si terranno presso il CENTRO SCOLASTICO ONNICOMPRENSIVO di

Via Trenno n. 49 (MM Lampugnano) nei giorni di lunedì e giovedì dalle ore 17,30 alle ore 18,30. Per ulteriori informazioni telefonare al sig. CALDARA VINCENZO telefono 3532170 nelle ore dei pasti. Indicativamente il costo del corso di nuoto si aggira intorno alle 36.000 lire per un numero di 30 lezioni.

Sono 300.000 tonnellate di metallo che per la maggior parte finiscono sprecate nelle discariche, una parte viene buttata per prati e boschi da gitanti incivili, ben poco viene recuperato. Con lo slogan "Salvalattina, Salvanatura, Salvadanaio" la Delegazione lombarda del WWF Fondo Mondiale per la Natura. come già preannunciato, farà scattare una gara-raccolta lattine vuote, che vengono consumate nel nostro Paese al ritmo di circa 800.000.000 pezzi all'anno, per un peso di 32.000 tonnellate ed un valore di decine di miliardi di lire.

Quella del WWF Lombardia è per ora un'iniziativa pilota, che investe solo l'area milanese e le sole lattine per bibita, ma che nei prossimi anni si estenderà man mano ad altri materiali (vetro, carta, plastica) e ad altre aree italiane.

Un'iniziativa pilota che parte comunque con 100.000 depliant illustrativi, 5.000 manifesti pubblicitari affissi in tutta la città, 10.000 locandine per negozi, mercati, scuole, uffici pubblici, 20.000 lattine salvadanaio in omaggio ai primi 20.000 concorrenti-salvalatti na.

La gara scatterà il prossimo 3 ottobre, ma è giusto che già da ora la gente cominci a tener da parte le lattine per essere sicura di poterne portare il massimo possibile e raggiungere uno dei primi premi (sono 390 fra tutti).

Si tratterà di portare, già schiacciate, nel corso della settimana di gara, quanto più peso in lattine possibile nei 16 centri di raccolta sparsi nella città, dove verranno rilasciate apposite ricevute; la graduatoria rispetterà l'ordine dei massimi quantitativi raggiunti.

Perchè sia il WWF ad occuparsi delle lattine è presto detto: gli imballaggi per liquidi alimentari costituiscono una notevole percentuale dei rifiuti urbani (dal 10 al 12% del peso), incidendo quindi notevolmente sui costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti domestici, e riciclandoli si va ad attenuare il loro impatto sull'ambiente e si ottiene la riduzione del consumo di materie prime, di energia, e dove c'è risparmio energetico c'è automaticamente meno inquinamento.

Per l'iniziativa il WWF Lombardia ha riunito attorno a sè, in fattiva collaborazione, il Comune di Milano, i Consigli di zona di Milano, I'AMNU, e poi I'ANFIMA (Ass. Naz. Fabbricati Imballaggi Metallci e Affini) e l'Assorecuperi che ha messo a disposizione i centri di raccolta. La Commissione delle Comunità Europee, attraverso il suo ufficio di Milano, ha dato il suo alto patrocinio, all'impresa, anche nello spirito di una direttiva proposta a Bruxelles nello scorso aprile.

Un apposito ufficio informazioni distaccato dal WWF funzionerà comunque dal 15 settembre al 15 ottobre con due linee telefoniche per dare tutti i chiarimenti richiesti. Per ora c'è solo da smettere di buttar via quel piccolo tesoro che sono le lattine da bibita. abbonatevi a milano

ULTIMATO IL PARCO GIOCHI DI VIA FALCK

Alcune panchine, un po' di verde, un campo di basket e diversi giochi per bambini ora si possono vedere in via Falck nell'area tra il condominio Monte Amiata e il supermercato A & O.

Tale superficie, inizialmente destinata alla costruzione delle due torri che tante polemiche hanno sollevato è stata, anche grazie alla mobilitazione dei cittadini, definitivamente destinata a verde attrezzato. Nulla si sa in merito alle nuove costruzioni che inizialmente sembrava fossero destinate ad essere erette in un'area vicina a quella del campo giochi.

Nella foto: Il parco giochi di via Falck in una delle fasi della sua costruzione.

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La Bottega 3 Arti

PITTORI IN ERBA A SAN SIRO

I AMIS DELLA CASSINNA

Ad una mostra di pittura organizzata alla Cascina Case Nuove ha ottenuto grande successo l'esposizione dei disegni di quaranta bambini del quartiere.

Una sessantina di artisti, di cui una ventina di adulti - professionisti o dilettanti, che hanno esposto validissime opere e dei quali ci riserviamo di riferire in altro tempo nella nostra rubrica "un artista al mese" - e quaranta giovanissimi dai due agli undici anni, hanno esposto le loro opere ad una mostra di pittura tenutasi il 19 ed il 20 settembre scorsi alla Cascine Case Nuove, in via Celio 22, a San Siro.

Promotore è stato il Circolo Culturale La Cascina - con sede nella stessa cascina - che già altre volte aveva organizzato mostre d'arte, ma che questa volta ha voluto affiancare a quelle degli adulti le opere dei bambini. Per realizzare tale suo progetto si era dapprima rivolto alla vicina scuola materna di via Don Gnocchi, suscitando la entusiastica adesione di una maestra, ma scontrandosi contro ostacoli burocratici posti in evidenza dalla direttrice. Ma il circolo ha aggirato l'ostacolo rivolgendosi direttamente ai bambini del quartiere: dei 25 previsti hanno aderito 40, ciascuno dei quali ha avuto un attestato ed una coppa.

Ma l'organizzazione delle mostre d'arte non è che una delle tante attività di questo circolo sorto per iniziativa di una ventina di amici nel 1976 ed oggi forte di ben 260 soci, cui si debbono aggiungere i 240 soci di una società ciclistica ed i circa 120 di un motoclub che gli ruotano attorno.

Difatti il Circolo, ci dice il suo Presidente, organizza incontri, dibattiti, serate musicali e via dicendo all'insegna del piacere di stare tra "i amis della cassinna" come è scritto sulla targa incisa dallo scultore Gianrigo che il Circolo offre ai familiari di ogni socio che muore.

E tutto viene fatto con i soldi che i soci versano volontariamente. Non ne vogliono altri ma vorrebbero un po' più di comprensione. So-

Alle "BOTTEGHE TRE ARTI" di Livio Malinverni, viale F.11i Casiraghi 65, Sesto San Giovanni, tel. 2480995, i pittori Cesare Segabrugo e Stefano Fusi esporranno le loro opere dal 16 al 26 Ottobre.

Mercato Comunale - Via Chiarelli 10

prattutto si lamenta che il Consiglio di Zona sembra ignorare questo Circolo. "Vorremmo - ci dicono - che veniste qui tra noi, tra la gente a di-

Album fotografico della zona 19

scutere il futuro di questa cascina, che è già destinata alla demolizione, ma che noi vorremmo salvare e ristrutturare facendone un centro culturale e di botteghe artigiane".

Invitiamo i lettori che hanno vecchie foto di punti caratteristiCi della Zona o del Quartiere Gallaratese a partecipare alla composizione dl questa rubrica: "Zona 19 - Mezzo secolo di fotografia"

L© SPODU oo MAGI® A9

L'idea di fare questo volumetto è nata, quando invitati ad assemblee nelle scuole elementari e medie, fabbriche, per illustrare i problemi della stampa e della carta, la domanda che più volte ci è stata posta in particolare dai ragazzi era ia seguente: "è giusto abbattere gli alberi per fare la carta"?.

Non era facile rispondere semplicisticamente, anche noi amiamo la natura e vogliamo difenderla, abbiamo così pensato questo volumetto come risposta più ampia, certamente ancora inadeguata rispetto alla complessità dei problemi che gravitano attorno alla carta e questo non solo per i ragazzi e per chi voglia saperne di più, ma anche per chi come accade a noi, si trova ogni giorno di fronte ai problemi connessi al-

I ambiente, alla forestazione, alla programmazione del territorio, all'inquinamento idrico ed atmosferico.

Queste poche pagine, per problemi così grandi, scritte in modo semplice corredate da disegni spiritosi e fotografie, hanno lo scopo che di fronte ad un tema apparentemente settoriale come quello della carta, coinvolge invece tutti, ed insieme ognuno può nel suo piccolo fare qualcosa per risolverlo. Ce la faremo? Noi diciamo di Sì! e Voi?

Il volumetto può essere richiesto alla Federazione Italiana Lavoratori Poligrafici e Cartai CGIL della Lombardia - C.so Porta Vittoria, 43 - Milano - viene ceduto ad una offerta di L. 1000 alla copia.

dalle ore 21 Tel. 3539458

milito° 19 - pagina 14 ottobre 1981
La redazione è aperta il mercoledì
La carta: dalla leggenda alla realtà

(L'angolo della poesia)

Pubblichiamo due poesie inedite di Laura Pedotti, corrispondente esterna del nostro giornale. Laura Pedotti risiede a Rho, dove è nata il 17 Novembre 1956. Lavora e studia, ed ha iniziato ad occuparsi di poesia giovanissima. Ha pubblicato "Dimensione donna" nel 1979, Edizione Multycopy, Milano.

Nel Primo Trofeo Sirio per la Poesia si è classificata seconda ed ha vinto l'Ambrogino d'Argento del Comune di Milano.

Al Concorso Pace 1979 di Artecultura ha pubblicato "Tranquillità".

La Pedotti sente come una morsa la sua condizione femminile e tuttavia dimostra una volontà ferma e decisa per viverla in totale dignità, di fronte a chiunque e sempre.

Questa aspirazione è presente in ogni sua composizione, come è possibile vedere nelle liriche che abbiamo scelto.

UN ARTISTA

La modella-soggetto si fa

RIVOLUZIONE

Siedo, ancora una volta, e penso. lo, donna.

Mito e realtà fusi in uno scenario di mille risvolti. Vivo, amo, soffro. Dunque, sono. Ovunque la mia voce, per sgretolare castelli di sabbia eretto sul perfido mito. Si, fragili membra racchiudono il corpo.

Ma non fragile il cuore che palpita e una mente, più calda ancora, accesa per bruciare il sipario di carta che divide e spezza l'inebriante voglia di urlare il proprio consenso.

Laura Pedotti

LUCE COME VITA

Accendi il mondo con la forza che ti è propria, senza paura di affrontare il nulla. Una scintilla che porta tensione e percorre le vene. Uno scatto, ed è subito vita. Uno scatto, ed è subito verità. Accendi il mondo e sarai libero.

Laura Pedotti

Le ricette di Caterina)

nella foto l'autrice

Arancini dì riso

Lessare in acqua salata 2 pugni di riso a testa. Cuocere al dente e scolare.

Condire con solo formaggio trito abbondante. Mentre cuoce il riso preparare un impasto con carne trita rosolata leggermente con prezzemolo aglio sale e pepe, senza grassi. Legare con altro formaggio trito.

Quando il riso scolato è intiepidito, se ne mette una grossa cucchiaiata su un tovagliolo, al centro si pone un po' dell'impasto di carne, si ricompone l'arancino stringendo il tovagliolo. Resterà ben compatto solo se non si sono aggiunti grassi nè nel riso nè nell'impasto. Avvolgere gli arancini nell'uovo, impanare e far friggere in olio o burro a piacere. Sono cotti quando sono dorati.

In estate ci si propone di fare vacanza, cioè stare lontano dalle cose che ci occupano di più, anche se ci interessano, com'è naturale. Vivendo a Milano, inoltre, le occasioni sono infinite per chi vuol stare vicino al mondo dell'arte, arte figurativa soprattutto, pittura e scultura.

In ordine di tempo, l'ultima grande rassegna offertaci dalla città è stata quella dedicata al labirinto, alle sue implicazioni filosofiche evidenziate dal pensiero artistico nelle sue:diverse manifestazioni.

Una pausa ci vuole e si parte, si sta un po' tranquilli, ma a noi per esempio è capitato di trovarci a Runo, un paesetto accomodato in una bella valletta verde sopra Luino, e di ritrovarci con l'arte addosso, o meglio d'intorno, perchè su ogni muro (come già ad Arcumeggia) è dipinta a fresco un'opera pittorica di autore moderno. Anche i numeri civici delle abitazioni, case eleganti o casette rustiche, sono dipinti su maiolica a fiori diversi, e questo dà subito un'aria simpatica a tutto il paese. Proprio in quella domenica si svolgeva un'estemporanea di pittura, che si è conclusa con una vendita all'asta Pro Organizzazione Locale, sistema originale per eludere la solita premiazione con la contestatissima giuria. Così, girando per le strette viuzze di Runo guardando in qua e in là per non perdere un affresco, siamo attirati anche a visitare nel Salore R. Casnedi una mostra personale di puttura, autrice Pina Traini, che non conosciamo ancora e le cui notizie biografiche cerchiamo nel depliant illustrato.

L'attività precedente dell'artista si è svolta in prevalenza sul medio Adriatico, poi si è trasferita in provincia di Varese. I tre diversi commenti sono firmati da Luigi Martellini, Giuseppe Giardina e Andrea Nania. Sono note molto pertinenti e chiarisono in tre differenti angolature il travaglio artistico della Traini, le cui opere comunque parlano in modo esplicito sul suo tema prediletto: la condizione femminile.

Da un dipinto all'altro, con solo alcune variazioni nei particolari secondari o con l'introduzione di qualche tocco di colore più violento (non tanto da alterare l'impressione di omogeneità del lavoro nel suo insieme) vediamo la rappresentazione della vita quale si presenta nelle sue tappe obbligate e comuni a ciascuna donna, rielaborate e trasformate in qualcosa di inquietante e misterioso.

In questi volti grandi o grandissimi, talvolta belli ed invitanti, talvolta deformati ed ostili, si nasconde una carica emotiva che si trasferisce in chi guarda, come un tacito mainamovibile interrogativo. Dietro quegli occhi chiarissimi ripetuti in tante versioni (la modellasoggetto si fa protagonista) immaginiamo una presenza complessa e complicata, una richiesta che è contemporaneamente intima ma anche il suo contrario. Anche le mani parla-

no, oltre ai volti, alle figure, alle anatomie che stipano lo spazio illusorio del dipinto, condotto da una cromia altalenante fra le terre e i gialli solari, in una fusione ben calcolata. Una sottile ribellione serpeggia dal tutto, anche nei soggetti più volutamente dolci. Si vorrebbe chiedere all'autrice il

perchè. Ma forse è meglio guardare con più attenzione, imparare a leggere un altro alfabeto. Abbiamo lasciato i labirinti a Milano, li ritroviamo anche altrove, anche qui, nella pittura di una donna che ha tutta la sua vita per attingervi l'ispirazione.

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ottobre 1981 pagina 15 - milano 19
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dalla prima pagina

La carta dei servizi

za Attilio Schemmati ha precisato che "l'Amministrazione comunale ha avuto modo di dire più volte che a Milano quello degli anziani è tra i problemi più gravi. Non abbiamo fatto convegni, ma abbiamo fatto molte cose. Ci sembra però che realizzare un'iniziativa semplice e senza spesa come questa, tesa ad agevolare l'uso di spazi ricreativi utili alla popolazione anziana non possa venire inteso né come fumo negli occhi, né come iniziativa sostituitiva di altre cose che il Comune dovrebbe fare.

Per quanto si riferisce alla nostra zona ecco un primo elenco (cui altri potranno seguite) di esercizi che hanno aderito all'iniziativa "Carta dei Servizi '60", con gli sconti che tali esercizi praticano:

Tintorie:Berto, via Altamura

16, sconto 15% - Angelucci, via Paravia 26, sconto 10%.

Parrucchieri per uomo: Capani, piazza C. Amati 1, sconto 15% - Gabrielli, via Trenno 15, sconto 15% -

Grazi'oli, piazza Rosa Scolari 1, sconto 15% - Debiasio, via Caccialepori 17, sconto

15% - Caiola, via Celio 2, sconto 15%- Castellana, via Aretusa 19, sconto 15%Galli, vi G. Ciard i 25, sconto 15% - Dello Spedale , via Rembrandt 56, sconto 10% -Sollima, via Ricciarelli 43, sconto 15%.

Se altri esercizi aderiranno, ne verrà data notizia.

Lacoop

una linea prezzi omogenea a quella di supermercati molto più grossi. Il risultato finale è quello citato all'inizio: il cuperCoop. di Figino abbassa i prezzi del 3% ed al di là di tutti i discorsi, questo è ciò che conta, soprattutto in questo periodo in cui si discute addirittuta a livello governativo, di contenimento dei prez-

zi senza riuscire, fin'ora, a contenerne uno. È anche la dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che in questo Paese pieno di società, importatori, grossisti, ecc. corrotti e corruttori esiste una struttura fatta dai lavoratori e per i lavoratori, pulita che opera nel campo del commercio senza fini speculativi e di parte ed il cui fine è la difesa del consumatore e del suo potere d'acquisto: la Cooperativa.

milano 19

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La diminuzione dei prezzi è COMPLESSIVAMENTE del 3°/o, ma vi sono alcuni prezzi che scendono di più, altri meno.

Il risparmio per il consumatore è comunque, su tutto l'assortimento del negozio, appunto del 3°/o

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3,47°/o
..1111.11.É milano 19 - pagina 16 ottobre 1981
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