Milano 19(27)

Page 1

Figino

Mancano soltanto gli allacciamenti

Da Gennaio il metrò al Gallaratese

Pressochè ultimato il tratto QT 8 - S. Leonardo. Entro due anni l'ultimo tratto fino a Molino Dorino. Disagio per gli utenti per la temporanea chiusura della stazione del QT

8. Era proprio necessario chiuderla?

Ormai sembra certo. A gennaio avremo il metrò al Gallaratese. Viene così mantenuta la scadenza che nella primavera scorsa ci aveva indicato il vicesindaco ed assessore ai trasporti del Comune di Milano Vittorio Korach (vedi Milano 19 n. 6 del giugno 1979).

Il nuovo tratto. lungo tre chilometri e 300 metri, prolungherà la linea dall'attuale capolinea al QT8 fino al quartiere S. Leonardo, con tre stazioni intermedie (a Lampugnano, dove è previsto un parcheggio per 1600 auto, in via Uruguay ed in piazza Bonola) e, secondo le previsioni, dovrebbe portare ad un aumento annuo degli utenti della linea 1 (Linea Rossa) di circa tre milioni di passeggeri. Numero destinato ad aumentare ulteriormente allorchè, entro un paio di anni, entrerà in funzione l'ultimo tratto di 856 metri da S. Leonardo a Molino Dorino, al confine del territorio comunale.

Portieri: vietato ammalarsi

Energia solare a S. Siro

Intervista a Guccini

Si viene così a realizzare un servizio da lunghi anni atteso dagli abitanti del quartiere fino ad oggi costretti ogni giorno, per raggiungere il loro posto di lavoro o comunque per recarsi in qualsiasi altro punto della città, a pigiarsi nelle affollate e scarsamente frequenti vetture degli autobus 68 e 71 o ad usare l'auto, assogettandosi, specie nelle ore di punta, a lunghe ed estenuanti code ed affrontando nei mesi invernali i rischi ed i disagi di viaggiare sulla neve, di slittare sul ghiaccio, di brancolare nella nebbia.

I lavori per il tratto che entrerà in funzione il prossimo gennaio sono pressochè ultimati, ma mancano ancora gli allacciamenti con la stazione QT 8, che dal 17 settembre è chiusa al pubblico per consentire, ci è stato detto, l'esecuzione dei lavori di collegamento dei binari e degli impianti elettrici e per il completamento delle strutture necessarie.

Si prospetta così per i circa diecimila utenti giornalieri di questa stazione un periodo di disagio che certamente non sarà inferiore a tre mesi. È ben vero che l'ATM proprio per ridurre tali disagi ha predisposto il potenziamento delle linee automobilistiche 68 e 71 aumentando le vetture in servizio rispettivamente da 22 a 27 e da 23 a 29; ma non possiamo mancare di chiederci se tale provvedimento sarà sufficiente e se il traffico di superficie in entrata ed in uscita dal quartiere non ne risulterà talmente congestionato da rischiare il blocco.

Se ben ricordiamo allorchè si fece l'allacciamento del tratto di metrò da piazzale Lotto al QT 8 la stazione di piazzale Lotto non venne chiusa al pubblico o quanto meno non lo venne per un così lungo periodo di tempo. Perchè ora è necessario chiudere quella del QT 8? Non si potevano trovare altre soluzioni tecniche meno disagevoli per gli utenti?

Sono domande che gli abitanti della zona si pongono e cui speriamo che i tecnici della MM diano quanto prima delle risposte chiare e precise.

Sul

"fronte" delta casa

Respingere il ricatto della proprietà

Sul fronte della casa agli annosi problemi da tempo esistenti nella Zona 19 (via Pinerolo, via Gianicolo - Paravia, via Rembrandt e cascina Cottica) se ne aggiungono altri non meno drammatici quali gli sfratti, le vendite frazionate e l'impossibilità di trovare un alloggio in affitto.

Si tratta di una situazione esplosiva che riflette quella generale di tutta la città.

Come affrontarla? Come affrontare l'offensiva della proprietà contro la legge dell'equo canone? Come sbloccare il mercato degli alloggi?

Per dare uno sbocco positivo al problema i parlamentari comunisti hanno presentato al Senato ed alla Camera una mozione chiedendo la proroga degli sfratti ed una serie di misure urgenti da adottare.

Da parte sua l'Amministrazione di sinistra del Comune di Milano è impegnata nella costruzione di case popolari e nel recupero di edilizia degradata avviando un piano che prevede di poter disporre, in un ragionevole periodo di tempo, di circa 12 mila alloggi.

a pagina 3

Riprendono i lavori del Consiglio di Zona

L'ex Cinema Alpi Anche a S. Siro uno "Studio 54"?

Allora è vero. Le voci che da mesi circolavano nel quartiere erano fondate. Si vuole trasformare in discoteca, e non in autorimessa come era stato detto in un primo tempo, l'ex Cinema Alpi, in via Riccarelli, a S. Siro, l'unica sala cinematografica (se si escludono quelle parrocchiali) che esisteva in tutta la Zona 19 e che è stata chiusa nel marzo del 1978.

Intendiamoci subito. Non si tratterebbe di una delle vecchie, care balere di tipo nostrano; ma di una cosa fatta in grande, di un tempio del consumismo, del gigantismo, della musica assordante e della pacchianeria "made in USA", che verrebbe costruito per la gioia dei "travoltini" nostrani.

Il progetto sarebbe già pronto segue a pag. 2

Il problema non è la fermata sotto casa

Bilanci 1979 e 1980, manutenzioni al S. Leonardo, scuola e trasporti all'ordine del giorno dei lavori delle prime sedute autunnali

Ripresa autunnale densa di impegni politicamente qualificanti per il Consiglio di Zona 19, che ha posto all'ordine del giorno delle sue sedute dei mesi di settembre e ottobre la prima stesura del bilancio preventivo per il 1980 e la verifica di quello del 1979, la questione delle manutenzioni al quartiere S. Leonardo, la situazione scolastica e le manutenzioni delle scuole,

nonchè ii problema dei trasporti nella nostra zona in relazione ai trasporti cittadini e dell'hinterland.

Si tratta, a nostro giudizio, di un programma di lavoro impegnativo e qualificante, la cui discussione dovrebbe coinvolgere tutti i cittadini della zona, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, gli organi collegiali

della scuola e tutti gli organismi di base e di democrazia decentrata, perchè ciascuno possa portare il suo contributo di idee e di iniziative ad un dibattito, il più ampio possibile, da cui il Consiglio di Zona possa trarre valide indicazioni per operare scelte e stabilire priorità precise, che tengano conto delle reali necessità della zona.

segue a pag. 2

P.P.A.
lo I.A.C.P. ?
in questo numero Il
al Gallaratese Funziona
trasporti viabilità
ecologia
NUOVA SERIE - N. 10 - OTTOBRE 1979 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300

pag.

dalla prima pagina dalla prima pagina

Anche a San Siro uno "Studio 54"?

ed è già stata presentata al Consiglio di Zona 19 la richiesta di concessione edilizia.

La notizia non ha mancato di suscitare perplessità e preoccupazione tra gli abitanti del quartiere ed in particolare tra quelli, in gran parte anziani e bisognosi di tranquillità, che abitano nelle case popolari separate soltanto dalla strada dall'ex Cinema Alpi.

Perplessità perchè molti erano quelli che speravano che la sala, la cui capienza è di oltre mille posti a sedere, potesse essere recuperata al quartiere per usi sociali e culturali. Preoccupazione perchè non si può fare a meno di collegare questa iniziativa ad un'altra analoga: la trasformazione, cui soltanto i comunisti si erano opposti, del cinema Ambrosiano, in corso Ventidue Marzo, nella Zona 11, in una grande discoteca, il noto "Studio 54".

Tutti sono a conoscenza, per averne ampiamente letto sui giornali, degli incidenti avvenuti in occasione della sua inaugurazione e dei gravi disagi causati agli abitanti di quel quartiere

dalla confusione, dall'insopportabile frastuono e dalla congestione del traffico dovuto all'auméntata affluenza di mezzi privati ed alla mancanza di posteggi. La protesta popolare nel quartiere è stata tale che le forze politiche che avevano approvato la realizzazione di Studio 54 sono state costrette a rivedere la loro posizione nel tentativo di porre rimedio ad una situazione ormai compromessa.

Dato questo precedente gli abitanti di S. Siro chiedono che un caso analogo non si ripeta anche nel loro quartiere. Non si mette in dubbio che il progetto sia tecnicamente e formalmente ineccepibile e non contrasti con il Piano Regolatore Generale; ma il Consiglio di Zona è un organismo politico, prima che tecnico, pertanto deve valutare le conseguenze che possono derivare alla zona ed ai suoi abitanti da ogni decisione.

Forse non sarebbe male che prima di esprimere il suo parere in merito ascoltasse gli umori dei cittadini, ed in primo luogo di quelli che vivono e lavorano nelle vicinanze del cinema Alpi. È questo, a nostro parere, un modo per rendere concreti e reali i concetti di partecipazione e di decentramento democratico.

EI Cantón del barbee La centralità

Ciao! Allora avremo il pentapartito?

- Coss'è ch'el saria? EI partii di pentii?

Cosa c'entrano i pentiti?

- Mi el soo minga. Te I'eet di ti "pentapartii"

Ma penta in greco significa cinque. Pentapartito significa governo di cinque partiti.

Te podet minga parlà italian invece che ostrógott?

Ho detto greco, non ostrogoto.

- Grec o ostrógott per mi l'è istess. Ma dimm on po', come el saria stó governo di cinqu partii?

Dovrebbero farne parte democristiani, socialisti, socialdemocratici, repubblicani e liberali.

Che beli minestrón!

Come sarebbe a dire?

- Ch'el saria on beli misciott. Te m'el spieget ti, per esempi, coss'è che gh'hann de spartiss i socialista cont i liberai? Chi l'è quell pistola ch'el gh'ha avuu sta bella pensada?

- Mah!... Forlani, Bisaglia e Donat-Cattin al Consiglio nazionale democristiano.

Te gh'eet resón ti. I pentii gh'entrenn minga, gh'entrenn i facc de tolla.

- Ma il pentapartito salverebbe la centralità della D.C.

- ... e la sóa libertaa de seguita a mangia.

Cosa c'entra?

EI ghe entra, el ghe entra, sta tranquill. Stamm a sentì. Ti te mai vist un disnà de scióri?

- Si,... e allora?

- Nei disnà de scióri el pussee sciór de tucc el se setta in mezz e i alter se metten a la sóa destra e a la sóa sinistra. Quell che l'è in mezz l'è il primm a vess servii, el se scerniss i pietanz che ghe piasen pussee, el ciappa tutt quell ch'el voeur, fin che l'è stuff. EI slonga i man a dritta e a manca par ciappà de chi e de là e ai alter, se voeurenn serviss, ghe lassa doma i sò avanz. Damm a trà a mi. Se fann el pentapartii el ris'cia davera de vess el partii di pentii. Ma i pentii sarien minga i democristian. Ciao, te saludi. el barbee

"'tato 7,02204;

PEDICURE - PODOLOGO

TRATTAMENTI A DOMICILIO

MILANO - VIA BARZONI 4

ABIT. a, L. 560.467

UN BILANCIO FATTO DAI CITTADINI

Particolare rilievo dovrebbero assumere in primo luogo dibattiti sui bilanci, sia per la stesura di quello preventivo per il 1980, sia per la verifica di quello di quest'anno. Difatti se è vero che il bilancio di zona dà poteri reali agli organismi del decentramento politico - amministrativo, avvicinando di più i cittadini al governo della città, è altrettanto vero che tale obiettivo sarebbe mancato se non si riuscisse a far partecipare tutti a quanto si decide e se non si fosse in grado di gestire le scelte operate.

Riteniamo quindi positivo it fatto che il Consiglio di Zona avvii sin d'ora, quando mancano tre mesi alla fine dell'anno, la discussione sul bilancio preventivo per il 1980 e la verifica di quello del 1979;quando ancora vi è una certa disponibilità di tempo per recuperare ritardi od inadempienze che si fossero verificati.

S. LEONARDO UN PROBLEMA DA NON RINVIARE

Il problema delle manutenzioni al quartiere S. Leonardo è stato giustamente posto all'ordine del giorno della prima seduta della ripresa autunnale del Consiglio di Zona, dato che esso ne avrebbe dovuto discutere nell'ultima seduta prima della pausa estiva. quella del 19 luglio. andata a vuoto per la mancanza del numero legale, dato che ben venti consiglieri su trentadue avevano preferito il sole delle vacanze all'atmosfera afosa della sala del consiglio.

Si tratta di un problema da affrontare e da risolvere con la massima urgenza, sia per soddisfare le giuste e sinora disattese aspettative degli abitanti del quartiere, sia, su un piano più utilitaristico, perchè rinviare ulteriormente l'esecuzione dei la-

vori necessari significa aumentarne i costi, tanto per la loro lievitazione dovuta all'inflazione, quanto perché più si ritarda, più lo stato degli stabili peggiora e pertanto la necessità di intervento aumenta.

LA SCUOLA: PERCHÈ BOCCIA?

Le manutenzioni scolastiche erano già state affrontate, per un primo lotto di primaria necessità di intervento, nel bilancio della nostra zona per il 1979, che prevedeva per tale voce una spesa complessiva di un miliardo e 96 milioni di lire. Si tratta ora di verificare a che punto sono gli interventi indicati in tale bilancio e di individuarne altri necessari da inserire in quello del prossimo anno.

Più complessa è la questione della situazione scolastica nella Zona 19, dove, tra l'altro, lo scorso anno si è verificato un alto numero di bocciature, anche

a livello di scuole elementari. E necessario andare a verificare il perchè di tale fenomeno, così come è necessario verificare i motivi ed a volte i pregiudizi che fanno sì che nella nostra zona vi siano scuole sovraffollate, che rischiano di scoppiare, altre discriminate, dove molti genitori tendono a rifiutare di mandare i propri figli. Vi siano scuole considerate a volte anche da parte di docenti di altri istituti di serie A ed altre di serie B o C. Si tratta di avviare un dibattito franco ed aperto, che dovrebbe anche segnare l'inizio di nuovi rapporti tra il Consiglio di Zona ed il Distretto Scolastico, finora dimostratosi restio a far partecipe delle sue scelte l'organismo del decentramento politico - amministrativo cittadino. quasi considerasse gli abitanti della zona diversi quando oltre ad essere cittadini diventano anche utenti della scuola.

VIAGGIARE NELLA ZONA

L'altro punto all'ordine del giorno, quello sui trasporti, fissato per il 12 ottobre, si allaccia al dibattito sui trasporti cittadini tenuto dal Consiglio di zona prima della chiusura estiva. Si tratta di stabilire un piano dettagliato che, collegandosi con le linee di forze dei trasporti urbani e con le linee interurbane di collegamento con l'hinterland, stabilisca una rete di linee interne alla zona, che consentano spostamenti rapidi ed agevoli.

Anche in questo caso la par-

tecipazione attiva dei cittadini deve portare un valido contributo alla formulazione di un progetto da inserire armonicamente nel piano comunale dei trasporti. Il problema non è quello di avere la fermata del tram, o dell'autobus. o del filobus sotto casa, bensì quello di superare egoismi e particolarismi per tener conto delle caratteristiche generali della zona, delle esigenze dei suoi abitanti e per trovare soluzioni idonee ed atte a garantire l'economicità e l'efficienza del servizio. G.P.P.

Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni P> liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per 'voi tutti, del Gallaratese e non.

"Una mia amica mi ha detto che in Calabria i fichi marciscono sulla pianta perchè nessuno li raccoglie. E io stamattina li ho pagati mille lire al chilo: che schifo!". Mia moglie ha il viso dell'arme, quello dello S. P.C. (sdegno - permanente - continuo); se potesse le sigarette le mangerebbe, anziché fumarle e non lo fa solo perchè non potrebbe affumicare la nostra abitazione. "Il diario di scuola, 2500 lire, papà. L'anno scorso lo stesso costava 1.500. E per andare a vedere la mia grande, incommensurabile, meravigliosa "Billy", squadra regina e papessa della pallacanestro, quest'anno spenderò il doppio dell'anno scorso". L'intervento spendereccio è dell'ammesso agli studi profondi della seconda classe liceal - scientifica.

"Anche il mio collettivo Universitario - femminista abbiamo parlato dell'aumento dei prezzi. Pensa che ci sono in giro nei negozi stivali da 180.000! E si parla di aumenti per la discoteca, il cinema e un casino di altre robe".

Anche questo intervento mette sale sulle profonde ferite nel quale sprofonda il coltello carovita.

Mi verrebbe voglia di aggiungere all'elenco.. pane, latte, medicine, benzina, gasolio, luce, treni, aerei, equo - canone, automobili, pranzo alla tavola calda, giornali e duemila altre cose, tutte necessarie e importanti.

Poi penso che i contratti hanno aumentati i salari e che pure la scala mobile è aumentata, ma certamente non nella misura iperbolica dei prezzi.

"Dobbiamo far qualcosa — mi esce spartaneo da dire —. Qualcosa per bloccare questa spinta. Qualcosa è anche l'iniziativa delle "Coop" di bloccare i prezzi dei prodotti fino a gennaio. Qualcosa sono i "panieri" della SO. VE.CO e delle organizzazioni dei dettaglianti, le iniziative del Comune, della Provincia. Ma non basta, dobbiamo fare qualcosa d'altro. "Replica la mia metà: Che cosa vuoi fare? La gente subisce tutto senza protestare. E disposta a pagare la benzina mille lire al litro pur di andare in macchina".

Anche il figlio liceal - billista concorda: "Gli stadi sono pieni anche se adesso ci vogliono diecimila lire per andare nei posti peggiori. Gli unici soldi spesi bene rimangono quelli per andare al Palasport a vedere la mia Billy e per il disco di Alan Zero "Tu sei l'unico carrozzone per me" (a pensarci bene devo aver sbagliato nello trascrivere nomi dei cantanti e delle canzoni, ma fa lo stessonota del redattore)".

Ecco: forse la prima cosa è quella di protestare, di organizzare la protesta, cosa che una volta ci veniva da fare facile e bene.

"Questo governo zoppo non deve permettersi di decretare impunemente aumenti a raffica. Bisogna chiedere che prima di aumentare i prezzi si consultino i Sindacati e si controlli se veramente gli aumenti bisogna per forza farli. Infatti io ho in proposito l'impressione che in tutta questa faccenda ci sia qualcuno che ci "marci". Le mie affermazioni trovano il pieno consenso familiare (è un importante momento di unità).

"Certo, bisogna fare anche altre cose — sentenzia la mia partner totale — come ad esempio consumare meno e meglio. Sapere cosa comperare, accettare prodotti meno costosi, per esempio perchè è così dificile far accettare la carne congelata o i cibi precotti, anche se poi tutti li mangiano quando non lo sanno?".

Mi sembrano tutte cose sacrosante, anche se non sarà facile convincere mia figlia ad andare qualche volta di meno in discoteca, mio figlio a rinunciare ad almeno una partita di basket, mia moglie a fumare novantacinque sigarette al giorno anziché cento e me stesso a fare qualche chilometro di meno con l'auto. Ma questo bisognerà farlo, cari amici del Gallaratese e non: lotta al carovita e agli sprechi dappertutto. Anche in casa nostra.

2 - milano 19
Il problema non è la fermata sotto casa

Sul "fronte" della casa

Respingere il ricatto della proprietà

Sfratti, vendite frazionate, canoni d'affitto alle stelle, contro la legge - Minaccia al "diritto alla casa" per chi abita in affitto - Necessario rendere efficaci le leggi, correggendone le anomalie - Una mozione dei parlamentari comunisti. Il Comune impegnato nella co struzione di

alloggi popolari

Ad un anno dall'applicazione della legge dell'equo canone il problema della casa lungi dall'avviarsi a soluzione sembra andare sempre più aggravandosi. Mentre si accumula una enorme mole di sfratti. che derivano dalla legislazione precedente, il mercato è bloccato e si manifestano gravissimi ritardi nell'attuazione del piano decennale per l'edilizia e più in generale nella politica del governo in questo settore.

Nella nostra zona agli annosi problemi di via Pinerolo, di via Gianicolo - cascina Case Nuove, di via Rembrant e della cascina Cottica. si aggiungono ora quelli altrettanto drammatici delle famiglie per le quali lo sfratto è ormai divenuto esecutivo, degli inquilini posti dalla proprietà di fronte all'alternativa di acquistare l'appartamento in cui abitano (sobbarcandosi oneri finanziari a volte al di là delle loro possibilità) o di vederlo vendere a qualcun altro (con la prospettiva che il nuovo proprietario ne chieda la disponibilità per sè o per un suo familiare) ed infine di quanti sono alla ricerca di un introvabile alloggio in affitto.

Per quanto si riferisce ai problemi più vecchi qualche cosa, sia pur lentamente, sembra si stia muovendo, anche se pare più che mai necessario non smobilitare e continuare a spingere affinchè la loro soluzione

non si insabbi nella palude burocratica e non venga ulteriormente rinviata nel tempo.

Per via Pinerolo, in seguito alle pressioni degli inquilini e del Consiglio di Zona 19, gli uffici comunali hanno impostato il progetto di ristrutturazione. Occorre però sollecitare il rilascio della licenza edilizia da parte dell'assessorato e la stipulazione di una convenzione tra Comune ed IACP.

La cascina Cottica è ormai destinata alla demolizione. I suoi abitanti e le attività economiche che vi si trovano dovrebbero essere provvisoriamente sistemati nel fabbricato di fronte (quello della trattoria) in attesa che sull'area resa libera venga costruito un nuovo fabbricato di tipo popolare. Anche in questo caso, però, non tutto è ancora risolto.

Per attuare tale progetto è necessario apportare al piano regolatore una variante, che in linea di massina è stata accettata e che è già allo studio, ma non bisogna ignorare la possibilità che vi sia chi tenti di frenarne l'attuazione aggrappandosi a cavilli burocratici.

DA INQUILINI A CONDOMINI Il problema di via Rembrandt, invece, sembra arenato. Sarebbe stato indicato un intervento pubblico. ma sussisterebbero problemi per la completezza dell'intervento.

Più complessa appare la questione Gianicolo - cascina Case Nuove. Si incontrerebbero grosse difficoltà nella progettazione di un edificio valido che dovrebbe essere costruito in via Paravia e per il quale sin dal 1977 il Comune di Milano ha deliberato lo stanziamento di un miliardo e 320 milioni di lire.

Esiste poi un aspetto nuovo del problema: gran parte degli abitanti delle case da ristrutturare di via Gianicolo, (per le quali è prevista la demolizione) hanno ceduto alle pressioni della proprietà acquistando a caro prezzo l'appartamento in cui abitano. Qual'è ora la controparte? È giusto espropriare dei lavoratori cori redditi limitati, che si sono addossati grossi impegni finanziari nel timore di perdere la casa? Sono interrogativi cui bisogna rispondere subito, e bisogna che la risposta sia tale da non recare ulteriori danni a questi condomini forzati che per anni hanno vanamente atteso una risposta alla loro legittima domanda di avere una casa dove poter abitare senza il continuo timore di venirne privati.

SFRATTI ED

APPARTAMENTI SFITTI

Per quanto concerne gli altri problemi. sfratti, vendite frazionate. mancanza di alloggi cui accedere in affitto, la situazione della nostra zona riflette quella generale della nostra città e del circa mezzo milione di nuclei familiari che in essa vivono in alloggi in affitto. Secondo cifre di attendibile fonte pretorile nella sola città di Milano vi sono circa 15 mila appartamenti sfitti e ventimila alloggi offerti in vendita frazionata. Dal settembre 1978 al giugno

di quest'anno, sempre entro i limiti dei confini comunali, sono state avanzate 9025 richiesta di sfratti, contro le 5745 di tutto il 1978, che peraltro comprendevano anche quelle avanzate in provincia.

Si tratta di dati che mettono in evidenza l'offensiva sferrata contro la legge dell'equo canone dalla proprietà edilizia, che ha concentrato i suoi attacchi soprattutto sugli aspetti normativi, ossia su quelli che concernono i rapporti contrattuali. Difatti essa ha messo in atto il suo ricatto non tanto sul meccanismo di determinazione del canone, quanto sugli sfratti, sull'uso degli alloggi sfitti, sul diritto a riottenere la disponibilità dell'appartamento e sulla "lettura" della legge, che, in assenza di un chiaro pronunciamento del governo e del Parlamento, si presta ai più diversi equivoci. Ha giocato cioè sulla paura dell'inquilino di rimanere senza alloggio, sulla sua spesso carente informazione sui diritti che la legge gli atribuisce, sulla mancanza di strumenti per l'applicazione corretta della legge e di controllo.

DUE INCHIESTE DEL SUNIA

Quanto la disinformazione ed il comprensibile timore di restare senza casa provochi una iniqua applicazione della legge appare evidente dalla lettura dei risultati di due diverse inchieste condotte dal SUNIA milanese. In base ad un calcolo effettuato poco dopo l'entrata in vigore della normativa a Milano il canone medio dovrebbe aumentare in sei anni (a compimento cioè dei successivi adeguamenti per gli inquilini soggetti a proroga, che son il 74 per cento del totale) da 311 a 665 mila lire annuali. Tale aumento dovrebbe riguardare circa il 67 per cento degli affitti, mentre il restante 33 per cento dovrebbe godere di una riduzione. La realtà appare però diversa. Da una seconda indagine condotta dal SUNIA sulla base di un questionario risulta che del ribasso hanno goduto soltanto 1'11 per cento degli inquilini.

Pur tenendo conto della relativa imprecisione di un simile rilevamento non può sfuggire l'evidenza dell'enorme differenza tra fruitori potenziali del diritto al ribasso e quelli effettivi. La spiegazione pensiamo possa essere ricercata nel fatto che di fronte all'imposizione della legge molti proprietari abbiano scelto la strada delle vendite frazionate e della disdetta attraverso le maglie davvero troppo larghe di questa parte della normativa dell'equo canone.

CHE FARE?

Di fronte a tali manovre l'inquilino si sente spesso disarmato, specie se isolato. Paura e disinformazione lo portano a cedere alle pressioni della proprietà, di cui, sempre secondo i risultati dell'indagine del SUNIA, circa il 50 per cento degli interpellati avrebbe accettato il calcolo.

Chi non ha ceduto si sente a volte non sufficientemente protetto di fronte ad una situazione

che anzichè migliorare potrebbe ulteriormente aggravarsi se non si interviene con urgenza. Finora, contrariamente a ciò che una propaganda interessata tende a far credere, nessun sfratto è avvenuto, nè poteva venire, in base alla legge dell'equo canone; ma ciò avverrà a partire dal gennaio 1980 rendendo la situazione ancor più esplosiva.

Che fare dunque? Appare incalzante l'esigenza di una riforma legislativa, che tenga conto delle esperienze di questo primo periodo mobilitandosi, e sensibilizzando l'opinione pubblica e spingendo le forze politiche in tal senso.

UNA INIZIATIVA PARLAMENTARE

Proprio per cominciare ad affrontare i problemi a partire dalla sede più qualificata i gruppi comunisti del Senato e della Camera hanno presentato una mozione in cui si chiede il blocco degli sfratti fino al 1980 e l'adozione di misure immediate per sbloccare il mercato, ottenre urgentemente la disponibilità di alloggi nei comuni maggiormente colpiti dalla crisi, far cessare gli inaccettabili ritardi nell'attuazione del piano decennale per l'edilizia.

Nel frattempo si dovrà porre mano — con tempi stringenti — alla revisione della legislazione per tutto il settore sulla base delle esigenze emerse in questo primo anno di applicazione della legge dell'equo canone. Si dovrà dare in tempi brevissimi una risposta chiara a precisa ai problemi drammatici, che stanno rendendo sempre più esplosivo il "fronte della casa".

L'IMPEGNO DEL COMUNE

A Milano le vecchie giunte di centro - sinistra, che hanno governato la città fino al 1975, hanno lasciato una pesante eredità, avendo tra l'altro rinunciato, nell'ultimo scorcio della loro amministrazione, ad investire per le case popolari. Si è creata così una situazione difficile cui la giunta attualmente in carica sta cercando di dare risposte per l'immediato e

per il futuro, lavorando per costruire edilizia popolare e per predisporre gli strumenti urbanistici necessari a garantire uno sviluppo controllato della città.

L'apertura di un nuovo bando per le domande di alloggi popolari (aperto dal 10 settembre al prossimo 25 novembre), che si accompagna all'impegno per la costruzione di nuove case e per il recupero di edilizia degradata, è l'ultima iniziativa, in ordine di tempo, dell'Amministrazione di sinistra per trovare sbocchi positivi, chiari, giusti ad una situazione certamente preoccupante. Tra alloggi già in costruzione e quelli previsti dal programma poliennale di attuazione (già votato dal Consiglio comunale ed approvato dal Comitato regionale di controllo), nei prossimi anni si dovrebbe avere la possibilità di soddisfare le necessità di circa 12 mila famiglie.

Quella della casa resta comunque una battaglia ardua, che può essere vinta soltanto con un impegno unitario che coinvolga il più vasto fronte possibile di cittadini.

Non è un segreto che alcuni ambienti sperano che l'esasperazione della crisi abitativa possa essere la leva per la liberalizzazione selvaggia degli affitti e del mercato e che proprio per raggiurigere tale obiettivo agiscono. Questa manovra dovrà essere battuta. Dalla crisi di oggi si deve uscire con una politica di serie riforme, capace di conciliare le esigenze dell'economia e del mercato con le esigenze sociali, che nessun paese civile e democratico può ignorare.

milano 19 - pag. 3

pag. 4 - milano 19

lo do un trenino a te tu dai una bambola a me

I giochi, i giocattoli, che troviamo in commercio e che scegliamo per i nostri figli sono studiati e realizzati già in previsione dei diversi ruoli cui il maschio e la femmina debbono, per cultura. tradizione, costume, essere destinati.

Le bambole, i pupazzi di aspetto femminile, come sappiamo, sono previsti per le bambine. mentre ai maschietti solo qualche volta vengono dati bambolotti, purchè questi siano esplicitamente di sesso maschile. La bambola al maschietto viene vietata, negata, sottratta, sin da piccolo, nel timore che possa favorire atteggiamenti considerati "effemminati". Alla bambina, per parlare ancora della bambola, questo giocattolo che si è sempre voluto femminile e che la storia ci tramanda, viene non solo scelto e dato, ma viene consegnato con le debite istruzioni: le si fà vedere, le si insegna, sin da piccolissima, come si tiene in braccio, come si stringe, come si adopera, con il risultato che la bambina introietta fin da piccolissima un com-

portamento che verrà poi definito biologico e costituzionale, mentre invece è solo il risultatto di un precocissimo condizionamento.

La varietà dei giocattoli previsti per le bambine comprende poi una vastissima imitazione di oggetti che si trovano nella casa: pentoline, piattini, elettrodomestici, ferri da stiro e corredini per le bambole. Quella dei maschietti è totalmente diversa e prevede e considera tutto ciò che si trova al di fuori della casa, nella vita sociale: automobili, trenini, navi, armi di ogni tipo, tutti giochi di movimento che addestreranno il bambino alla vita adulta futura, proiettata all'esterno.

Quindi giochi per femmine e giochi per maschi sin da piccolissimi, per educarli ai ruoli che essi, rispettivamente, dovranno avere nella vita e non già nel rispetto delle reciproche inclinazioni, che in una società civile e giusta andrebbero favorite e stimolate; quelle inclinazioni che vedono sempre la bambina vivace, attiva e dinamica sin dalla più tenera età costretta ad avvilire, respingere, castrare le sue doti naturali, le sue tendenze più genuine. Così come avveniva un tempo in Cina, tanto per fare un esempio esplicativo, quando alle bambine sin da piccolissime

Pronto? Parlo con l'Assessore?

Negli asili nido, che accolgono bambini fino ai tre anni, là dove ai piccoli viene lasciata la possibilità di giocare con ciò che liberamente scelgono, è del tutto normale osservare come piccine di un anno e mezzo o poco più giochino tranquillamente, a lungo e con lo stesso piacere e interesse dei maschietti con giochi normalmente spettanti esclusivamente a questi ultimi, con le automobiline, gli aerei, i treni e così via, mentre è possibile notare con quale tranquillità e naturalezza vi siano maschietti che trascorrono molto tempo a lavare, scopare e così via, svolgono insomma quelle attività che i costumi da sempre vogliono attribuire alle bambine quale "dote naturale o biologica".

Anna Bontempi

0 15 settembre in v Varesina 47

Inaugurata la nuova concessionaria Ford di zona

È stata inaugurata ufficialmente nel pomeriggio del 15 settembre la nuova concessionaria Ford che ha come diretta zona di lav.oro le zone 19 e 20 del decentramento amministrativo.

Invitati i presidenti dei Consigli di Zona 19 e 20 e alla presenza di due dirigenti della filiale italiana della Ford, sono stati presentati ad un numeroso pubblico di invitati, ai quali è stato offerto un rinfresco, i nuovi modelli della Taunus che hanno suscitato subito un forte interesse. La società Ambrosia-

na Auto concessionaria Ford ha sede in via Varesina, 47 (te!. 327.11.48) e mette a disposizione dei clienti un moderno centro di vendita, magazzino ricambi e officina di riparazioni. L'intera gamma di autoveicoli Ford (Fiesta, Escort, Capri, Taunus, Granada e Transit) è anche a disposizione del pubblico per informazioni, dimostrazioni e prove presso la filiale di via Gallarate, 281 (tel. 30.92.367 - 30.85.089) insieme ad un vasto assortimento di auto d'occasione di tutte le marche.

LABORATORIO DI ANALISI MEDICHE LACOMINA

DIRETTORE Doti Orazio leopardi

Nuova convenzione INAM

ORARIO PRELIEVI: INIZIO ORE 7,30 - 10

Scusi...

e il semaforo di piazza Zavattari?

La mattina del 7 settembre scorso, alle 9 e 45 ascoltavo la rubrica "Domande e risposte" a Radio Meneghina. Rispondeva il socialista Giulio Polotti, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano. Ad un certo momento ho sentito un cittadino che lo ringraziava per il lavoro svolto in velocità per sistemare lo stadio di S. Siro, così da soddisfare le aspettative dei tifosi.

Allora mi sono messa in contatto telefonico con la radio emittente ed ho chiesto di poter parlare con l'assessore, al quale ho detto: "t giusto sistemare lo stadio, perchè il tempo libero ci vuole e ci vogliono le strutture per goderne. Però c'è una cosa di cui vi siete scordati: il semaforo di piazza Zavattari, dove tra l'altro transitano una grandissima parte di coloro che vanno allo stadio. Va bene soddisfare i tifosi, ma i cittadini di S. Siro devono

aspettare che ci sia qualche morto perchè l'impianto semaforico venga installato? Pensi che per attraversare il piazzale ci vogliono non meno di dieci minuti, quando va bene e si è in gamba; ma per gli anziani ed i bambini? Come la mettiamo? Le scuole e gli asili si riaprono ed ancora aspettiamo. lo personalmente sono sette anni che aspetto, però gli abitanti del quartiere vengono presi per i fondelli da molto più tempo".

L'assessore mi ha risposto che senz'altro si interesserà di persona e mi farà avere la risposta entro breve tempo. E va bene. Abbiamo pazientato tanto, pazientiamo ancora un po', ma non per molto. Altrimenti ci metteremo a turno, noi cittadini, a fare i vigili per rendere meno pericoloso l'attraversamento delle strade.

MUTUE ENPAS INADEL COMMERCIANTI ENPAL S ENPDEP SIP CARIPLO PIRELLI

SPAZIO DONNA
VIA DELLE ANDE, 5 - TEL. 3086091 ffi
Liliana Galli Marchini

All'Istituto Palazzolo, al confine con la nostra zona, ha trovato temporanea sistemazione un gruppo di profughi vietnamitl. IIdramma di questi esuli, che hanno abbandonato il loro paese su imbarcazioni spesso inadatte ad affrontare il mare, che hanno subito i morsi della fame e della sete, gli assalti dei pirati, che sono stati a volte ricacciati al largo quando credevano di aver raggiunto una costa accogliente è noto a tutti, sia per il largo spazio che tutta la stampa gli ha dedicato, sia per i tentativi, più o meno palesi, di speculazione politica che su di esso si sono fatti.

Intendiamoci! Non è che neghiamo la realtà dei fatti o che ne vogliamo minimizzare la drammaticità. E non invochiamo neppure il silenzio stampa, tutt'altro! Ci sembra giusto che l'opinione pubblica mondiale sia informata puntualmente e dettagliatamente di simili tragedie, affinché ciascuno si senta mo-

ralmente impegnato a dare il suo contributo per far si che esse non debbano ripetersi in futuro. Quello che invece vogliamo chiedere è: perchè tanto spazio per i profughi vietnamiti e per contro un silenzio a volte pressoché totale sul dramma di altri, ad esempio cileni, argentini, guatemaltechi e via dicendo, costretti da dittature spietate e disumane a lasciare le loro patrie? Forse perché i vietnamiti lasciano un paese socialista, mentre gli altri sono costretti a fuggire da paesi "occidentali" i cui governanti, o dittatori, godono della protezione o quantomeno della benevolenza degli USA e delle multinazionali?

Ma tornando ai profughi vietnamiti non possiamo mancare di chiederci: chi sono? Cosa li spinge a lasciare il loro paese e la loro gente? Cosa c'è dietro il loro dramma? Da cosa nasce?

A questi interrogativi cerca di dare una risposta la nostra lettrice Anna De Vita Moiraghi con un lungo articolo, di cui iniziamo qui la pubblicazione.

Vietnam: perchè proponiamo un impegno internazionale, con spirito di intesa, verso il governo vietnamita.

Alle origini del dramma dei profughi

La campagna "umanitaria" lanciata in Occidente con ricchezza di allusioni ideologiche e politiche sul problema dei profughi vietnamiti (il cosiddetto "popolo delle barche") assume in qualche caso i toni di un vero e proprio sfogo di tutto il livore represso in seguito all'epilogo, da tutti conosciuto, dell'intervento americano in Vietnam.

Chi in passato si era affannato nell'inventare giustificazioni di civiltà e di progresso alla guerra imperialista degli USA, ha scoperto oggi, nel dramma dei profughi, una insperata occasione di "vendetta", un'occasione per riproporre l'immagine di un Vietnam criminalizzato e di un socialismo dal volto disumano.

Al di là del drammatico pro-

blema dei profughi la strumentalizzazione operata è molto, troppo, plateale per non indurci ad un intervento che spera di dissipare una parte del fumo fatto attorno alla vicenda.

È sicuramente urgente e reale l'esigenza di offrire ai profughi concreta e umana solidarietà, di fare tutto ciò che è possibile parche siano dati loro asilo e sistemazioni sufficientemente dignitose; unitamente a ciò è però doveroso chiedersi cosa è avvenuto nel Vietnam in questi ultimi anni, cosa ha prodotto un simile fenomeno, poichè il problema viene impostato da parte della stragrande maggioranza degli organi di stampa e d'informazione in modo da far apparire il Vietnam quale unico responsabile di quanto accade, accusan-

COMUNE DI MILANO

Ripartizione Decentramento

Consiglio di Zona 19

S. Siro - Q.T.8. - Gallaratese

Si informano i cittadini che il Consiglio di Zona è convocato in seduta ordinaria presso la sua sede in via Pogatschnig 34 nei giorni:

12 OTTOBRE 1979 ORE 20,30

ORDINE DEL GIORNO:

Verifica bilancio 1979

Trasporti in Zona 19 in relazione ai trasporti cittadini e dell'hinterland

26 OTTOBRE 1979 ORE 20,30

ORDINE DEL GIORNO:

1) Bilancio 1980 - Prima stesura.

fl Consiglio di Zona

dolo agli occhi dell'opinione pubblica mondiale. Viene sollevato un polverone che offusca la realtà storica dell'ultimo decennio (senza poi dire che si tenta di cancellare almeno un secolo di storia coloniale, prima cinese, poi francese e, da ultimo, americana), mandando di fatto assolti i veri e principali responsabili di una tragedia che ha origini ben più profonde e di cui milioni di persone (e non solo i profughi) continuano a pagare il prezzo delle pesanti conseguenze.

DI NAPALM SI MUORE ANCORA

Dall'aprile del 1975, dopo il crollo dell'esercito di Thieu, gli organismi dirigenti del Vietnam si sono trovati di fronte al problema delle immense distruzioni del patrimonio economico, naturale e umano: è troppo comodo dimenticare oggi questa realtà che è in gran parte alla radice delle gravi difficoltà del nuovo Vietnam unificato. "Sembra incredibile" scrive John Pilger, ex inviato speciale a Saigon del Daily Mirror di Londra", che si debba ancora richiamare alla memoria quello che è stato fatto a questa Nazione. Gran parte del nord Vietnam è un paesaggio lunare da cui sono stati cancellati segni visibili della vita, case, fattorie, ospedali, scuole, pagode, fabbriche. Delle foreste il 44% è stato distrutto, in molte di quelle rimaste in piedi non vi sono più uccelli o altri animali. Si incontrano camionisti che non reagiscono al suono del clacson perché diventati sordi a Ücausa delle esplosioni. Nelle sole città di Hanoi e Haiphong vi sono circa 30 mila bambini che hanno perso l'udito durante il bombardamento del natale del '72..." Sul Vietnam furono gettate più bombe che in tutta la seconda guerra mondiale e quella di Corea messe assieme. A Hiroschi-

ma e Nagasaki i superstiti continuano a morire di cancro, in Vietnam si muore a causa del Napalm B e degli aghi di plastica, sparati da bombe costruite apposta per quel tipo di guerra, che si muovono nel corpo dei feriti sfuggendo anche alle radiografie. La città di Han Long, come molte altre del nord, fu ridotta letteralmente all'età della pietra dalle bombe. Per quattro anni, ogni giorno, dalle cique del mattino alle due del pomeriggio, apparecchi partiti dalle portaerei cne incrociavano nel mare della Cina meridionale, volavano su Han Long e la bombardavano.

LA MINACCIA ATOMICA

A Cu-Chi, nel sud, un orizzonte che un tempo era ricco di densa vegetazione ora è ridotto ad un deserto, e, secondo un rapporto di un gruppo di specialisti dell'Accademia Americana della Scienza, lo sarà ancora per mezzo secolo e più.

"È il risultato dell'operazione Hades con cui furono defoliati gli alberi, avvelenati i raccolti e gettati i semi di mutazioni umane per generazioni". Ricorda

ancora Pilger: "nel 1970 scrissi di un disastro genetico all'ospedale TU DUC di Saigon, dove bambini deformi cominciavano ad arrivare a dozzine, era il risultato, dissero i medici americani a quel tempo, di uno spray aereo chiamato 2, 4, 5, - T"

Accanto alla testimonianza del giornalista inglese, quella di William Shawcross, autore statunitense della storia dell'invasione americana e sud Vietnamita della Cambogia nell'aprile '70: Shawcross sostiene che Nixon usò la Cambogia neutrale come un'ostaggio da fucilare per dare un esempio cioè per terrorizzare i vietnamiti. Disse che bisognava far credere ai vietnamiti che lui, Nixon, era tal-

mente ossessionato dal comunismo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vincere la guerra. Alluse alla circostanza di avere una mano sul bottone nucleare, ordinò dapprima bombardamenti limitati ai cosiddetti "santuari", cioè zone cambogiane di frontiera dove si rifugiavano i guerriglieri del Fronte di Liberazione sud Vietnamita. Nel '70 diede il via all'invasione. Infine nel '73 fece devastare il Paese col pretesto di "salvare' il regime di Lon Nol. In quattro anni sulla Cambogia furono scaricate 539. 129 mila tonnellate di esplosivi: più del triplo di quelle cadute sul Giappone durante la seconda guerra mondiale (160 mila).

UN'ECONOMIA ARTIFICIALE

Oltre che per la distruzione sistematica del territorio e delle risorse umane, gli USA hanno pesantissirne responsabilità anche per il tentativo di distruggere la cultura di un popolo e il sentimento di unità nazionale. Gli americani hanno tentato di costruire una Nazione sudista da opporre al nord e di fornire al regime fantoccio del sud una base sociale d'appoggio costituita da una popolazione umana che poteva godere dei piccoli privilegi permessi all'ininterrotto fiume di dollari americani. Questo obiettivo è stato perseguito svuotando le campagne con bombardamenti e rastrellamenti, gonfiando le città con una economia artificiale che aveva però solo i segni esteriori della prosperità. La presenza degli USA nel Vietnam del sud ha comportato una circolazione di dollari, possibile solo in condizioni di dipendenza coloniale (le 500 mila prostitute a Saigon, il milione di soldati dell'esercito di Thieu, avevano un buon tenore di vita!). Il tentativo di costruire una Nazione sudista non è riuscito, ma la politica di inurbamento ha avuto quale conseguenza che la popolazione del Sud e. in particolare, quella delle città (che rappresentavano il 70% di tutta la popúbzione del sud) ha perduto quella parte di spirito di indipendenza che l'aveva caratterizzata almeno fino al 1969-7Ó.

Anna De Vita Moiraghi

1 - continua

milano 19 - pag. 5

Il P.P.A. alla prova nel Quartiere Gallaratese

Progetti e attuazione

Non si meraviglino i lettori di fronte ad una nuova sigla che si aggiunge alle molte, forse troppo, che già conoscono.

Si tratta qui del Programma Pluriennale di Attuazione, che è lo strumento urbanistico con cui l'amministrazione comunale, organizza sviluppo e crescita della nostra città. In sintesi riguarda strade, scuole, servizi pubblici e cosi via.

Il P.P.A. e il nostro quartiere Il Comitato di Zona 19 in data 30.10.1978 aveva richiesto l'inserimento nel P.P.A. cittadino di quegli interventi che si rendevano necessari nel territorio interessato. Le richieste furono a suo tempo inserite nel Programma del Comune. dopo essere state debitamente approvate. Poi il silenzio: di attuazione e realizzazione di quanto richiesto non se ne è visto neppure il principio.

Le richieste del C.d.Z. per il P.P.A. del Gallaratese

Le richieste da inserire con

urgenza tra i lavori relativi alla Programmazione urbanistica riguardavano i seguenti interventi: VIABILITÀ- Attuazione del collegamento tra le vie Borsa e Falck e le vie Cecov e Benedetto Croce, con i relativi lavori di spianamento di piazza Bonola, onde ovviare alle gravi difficoltà di accesso al quartiere interessato.

SISTEMAZIONE AREE MERCATI AMBULANTI: Nel bilancio del C.d.Z. era prevista da tempo una voce che riguardava la sistemazione di aree e spiazzi ove collocare i mercati ambulanti delle vie Falck, Cecov, e Uruguay, per liberare la viabilità già molto difficoltosa, ma non se ne è fatto nulla.

ATTUAZIONE DEL CENTRO

CIVICO: Il progetto inerente era stato presentato il 1.12.78 al C.d.Z. avendone avuto parere favorevole. Il Centro comprenderebbe una struttura contenente i seguenti servizi: Pronto soccorso - Vigilanza Urbana -

a gradinate di diversa capienza. Questo Centro dovrebbe essere localizzato nella spina centrale del quartiere all'intersezione tra via Uruguay e via Quarenghi: non si nota inizio di lavori.

4) COMPLESSO SPORTIVO DI VIA BORSA: Costruzione di una piscina e palestre come prima parte del previsto Centro scolastico polifunzionale (previsto dal Piano particolareggiato del quartiere): sono ancora allo stato di progetto.

Realizzazioni previste dal Piano Particolareggiato del quartiere

E necessario qui ricordare che, oltre a quelle riferentesi al suddetto Programma Pluriennale di Attuazione (P.P.A.), molte altre gravi carenze lamentano i cittadini del Gallaratese.

Queste carenze riguardano il famoso Piano Particolareggiato e qui le elenchiamo brevemente:

1) TIPO DI DESTINAZIONE della CASA ALBERGO IN COSTRUZIONE: non si sa infatti ancora a quale scopo essa sarà destinata.

2) PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO relativamente al reperìmento aree per eventuali box.

3) ECCEDENTI STRUTTURE

SCOLASTICHE da destinare se possibile a sedi per anziani. ATTUAZIONE DEL CENTRO COMMERCIALE del quale vi è un'urgente necessità e che resta tra le promesse da mantenere.

L'annoso problema del PASSAGGIO PEDONALE TRA VIA BORSA (BISSI) E VIA ALEX VISCONTI che interessa migliaia di cittadini e che è rimasto lettera morta.

E ci fermiamo qui: certo l'elenco potrebbe continuare ma annoieremmo i nostri lettori e ci preme piuttosto trarre una conclusione da tutta la materia esposta, e potrebbe essere questa:

Tutte le forze sociali, politiche, comunitarie del quartiere devono prendere l'iniziativa di smuovere la colpevole inerzia delle autorità competenti, perchè passino presto dalla meditazione ad una fattiva attuazione, venendo così incontro alle giuste necessità della cittadinanza del quartiere Gallaratese. Ci rendiamo senz'altro conto della necessità di una indispensabile "scala di priorità": non si richiede evidentemente "tutto e subito". Ma dall'immobilismo, alla piena attuazione dei programmi stabiliti ci corre!

Alex

Trasporti viabilità ecologia

rative quali: aumento di co; se e maggior comodità per gli utenti del quartiere (molti di loro devono percorrere un chilometro per raggiungere il capolinea). Così dalle richieste di anni fa, mai prese in giusta considerazione. alle vicissitudini degli ultimi anni (crisi energetica, ecc.) si è cercato da parte di questo Comitato di dar ordine alle cose, per affrontare, in una unica logica risolutiva. entrambi i problemi: economico e di risparmio energetico.

Con il Comitato di Quartiere di Quinto Romano - Zona 18, che soffriva dei nostri stessi malanni e che aveva le stesse problematiche, si è steso un documento congiunto, che prevedeva e proponeva l'unificazione delle due direttrici di servizio.

Gli artefici di questo programma sono stati sentiti in varie occasioni, ma non esauditi. Perchè? La sua realizzazione, ci è stato detto, non è possibile per queste semplici ragioni (superabili a nostro parere): per immettersi su via Novara il mezzo della linea 72 proveniente da via S. Romanello - da Quinto per Figino - deve essere regolamentato da un semaforo. L'assessorato alla viabilità "non lo permette".

Per i lavoratori dell'A.T.M. (conducenti) sorgono grossi problemi sindacali. Perciò: non si può e basta.

I cittadini lavoratori accettano, discutere oltre è superfluo, non possono capire e conoscere tutti i regolamenti che concorrono a formare le barriere burocratiche od altro.

terli potenziare. per quanto lo interessa, il Comitato di Quartiere di Figno - Zona 19 da anni aveva avanzato richieste miglio-

Un problema interessante nel suo insieme, avveniristico, utile e di certa soluzione, che avrebbe favorito in prima istanza i protagonisti, cioè gli utenti, vale a dire i lavoratori (tali sono gli utenti dei due quartieri).

Dopo l'incontro dei primi mesi del 1979 in assessorato, presenti i Comitati di quartiere di Figino e di Quinto Romano, tecnici del! A.T.M. e funzionari dell'assessorato. viene comunque la notizia che dal 17 settembre di que-

pag. 6 - milano 19
Biblioteca - Uffici di decentramento comunale — Servizi di medicina preventiva - Sede del Distretto scolastico - Sede del C.d.Z. - Bar - Edicola - Due sale Figino Trasporti pubblici. uno dei servizi primari per il cittadino. Sempre criticato, questo servizio, sempre sofferente in termini di bilancio. Migliore in centro, carente in periferia. Parleremo dei servizi A.T.M del Comune di Milano: per po-

Funziona lo I.A.C.P. di Milano?

Diverse lettere di inquilini dell'IACPM della Zona 19, nel denunciare i molti problemi irrisolti, ci hanno chiesto dei chiarimenti sul' decentramento dell'istituto case popolari in atto a Milano da alcuni anni. Per rispondere alle domande di questi cittadini crediamo opportuno, attraverso questo primo servizio, illustrare come si articola e si realizza questo decentramento.

A questo scopo abbiamo intervistato alcuni componenti del Consiglio di Gestione Democratica, della Zona 19, (S. Siro, QT8, Gallaratese e S. Leonardo), che è appunto uno degli organi del decentramento dell'IACPM con la sede in via Newton 15. Gli intervistati sono i sigg. Giovanni Migliorini del SUNIA e Ugo Valentini del SICET (Sindacato Inquilini Case e Territorio). Il CdGD è composto, nella nostra zona come nelle altre 4, da 15 persone in rappresentanza delle varie organizzazioni degli inquilini (SUNIA, SICET, UIL - Inquilini, APIA e Unione Inquilini), sono inoltre presenti in questo consiglio, oltre alle rappresentanze del Comune e del Consiglio di Zona 19, i CUZ (CGIL - CISL - UIL), i rappresentanti dei lavoratori autonomi, delI'IACPM e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori dello stesso istituto case popolari.

Da quali esigenze è nato il Consiglio di Gestione Democratica?

Di fronte alle enormi dimensioni raggiunte dal patrimonio

pubblico dell'IACPM, costituito oggi dai complessivi 135 mila alloggi (in affitto o a riscatto) che ospitano una popolazione come quella di una città come Bolo-

gna, e alla crescente centralizzazione burocratica dell'Istituto che non riesce a far fronte ai complessi problemi amministrativi e gestionali; gli inquilini

con le loro lotte degli anni passati e con le loro organizzazioni hanno proposto il decentramento amministrativo dell'IACPM, mediante la suddivisione gestionale del suo patrimonio edilizio in cinque zone a Milano e una in provincia. La costituzione dei Consigli in ogni zona al fine di consentire la partecipazione degli stessi inquilini alla soluzione dei problemi irrisolti.

Questa proposta delle organizzazioni degli inquilini sono state accettate dall'IACPM?

Dopo le grandi lotte del 1974, è stata presa in esame dal Consiglio di amministrazione delI'IACPM nel dicembre di quell'anno e a partire dal 1975 sono stati costituiti i CdGD, accompagnati dalla attuazione del canone sociale.

Quali sono i compiti e le funzioni dei CdGD?

Questo organismo che mantiene un costante legame con gli inquilini, dovrebbe sviluppare forme di controllo su molte questioni riguardanti gli alloggi, mediante periodici rapporti con l'Amministrazione dell'IACPM.

Le sue funzioni si estrinsecano attraverso le critiche, i pareri e le proposte intorno ai molteplici problemi che insorgono continuamente tra l'inquilinato e I'IACPM. Ad esempio, nei settori dei cambi degli alloggi, sulle domande di ospitalità, le manutenzioni, i canoni e !e spese. Insomma, il CdGD svolge un'opera di controllo e di interventi mediante, da una parte, le segnalazioni degli inquilini, dall'altro con la consultazione preventiva dei bilanci dell'Ente concernente la nostra Zona e quindi sulla sua programmazione e sui nuovi insediamenti.

ALL'IACPM IL DECENTRAMENTO NON PIACE

quilinato.

I problemi più drammatici che I'IACPM si trova di fronte oggi quali sono?

Le mancate e crescenti manutenzioni che non vengono fatte sono provocate. come per il mancato decentramento, dalla mancanza di una volontà politica di chi guida l'Istituto Case Popolari; la insufficiente erogazione dei servizi, quali le pulizie, portierato, riscaldamento, verde, ecc.; quanto precede ha contribuito alla esplosione della morosità, che ha ormai superato i 25 miliardi a Milano; il crescente deficit che ha raggiunto i 100 miliardi in città, aggravato dalla mancanza di una seria politica orientata al suo recupero.

COME SALVARE IL PATRIMONIO EDILIZIO DELL'IACPM?

Il bilancio di questi quattro anni di attività del CdGD della Zona 19, come degli altri, è solo negativo?

Nò. non è negativo in assoluto: è pur vero che gli spazi di intervento per il CdGD sono troppo ristretti, di fronte alla drammaticità dei problemi sopra menzionati, i quali devono trovare delle soluzioni in positivo. Oggi il nostro ruolo reale è soltanto consultivo, in rapporto alle decisioni adottate della Amministrazione dell'Istituto. Su questioni molto importanti, troppo spesso la consultazione risulta di fatto nulla; perchè essa avviene dopo che le decisioni dell'IACPM sono già entrate nella fase operativa.

Come è possibile recuperare il ruolo dei CdGD e quindi rilanciare il decentramento dell'IACPM?

stanno sulle tre direttrici della linea automobilistica 72 ci sarà un aumento delle corse (22) per venire incontro ai bisogni dei cittadini, ma costatiamo che per il resto delle nostre richieste null'altro è stato preso in debita considerazione.

Certo, sarebbe banale che tutto ciò sia stato impossibile per il semaforo di via S. Romanello - via Novara.

Abbiamo fatto altre considerazioni, su questo semaforo tanto controverso: ci vuole, è vero, è giusto. quello che da Trennovia Bellaria immette su via Novara, non è necessario invece quello all'incrocio fra via Caldera e via Novara (stessa situazione tecnica di via S. Romanello), ma ecco sbucare come un fungo il semaforo sorpresa che da Figino - via Silla, regolamenterà il traffico su via Novara. Fantastico. Imprevisto, ma vero.

Nulla allora è impossibile nel labirinto della tecnica comunale e nei piani burocratici. Quale losca manovra si nasconde sotto questi disegni? Eppure noi sostenemmo che l'unificazione della linea 72 Milano - Quintovia Siile - Figino, ritorno via Novara - Quinto non è impossibile. È utile e per ie corse serali, di certo rappresenta un grosso risparmio: per ali utenti di via Silla un migliore servizio, per i lavo-

ratori di Quinto che si recano nelle fabbriche lungo l'asse della SS 11 (Settimo MilaneseMagenta ecc..) una maggiore comodità per prendere i mezzi pubblici verso queste direzioni, alla fermata in località Bettola.

Non vogliamo approfondire l'argomento, dilungandoci sulle richieste non esaudite di alcuni cittadini specie quando le alternative a tali richieste sono sicuramente discutibili anche se economicamente temporaneamente vantaggiose. Inoltre spesso le richieste dei cittadini sono disattese e nascoste da misteriosi formalismi burocratici che le finalizzano a scopi oscuri.

Posto che il problema dei trasporti non può essere così esaurito e ci riserviamo di proporlo in un altro momento, ad esso ne ricolleghiamo altri:

Viabilità: speriamo che l'inatteso semaforo di via Silla possa risolvere il problema della regolamentazione del traffico pesante all'interno del quartiere (un vero pericolo per tutti da sempre segnalato ai responsabili).

Illuminazione: ci auguriamo che lo stesso semaforo di via Siile possa illuminare le nostre richieste perchè siano finalmente illuminate le vie Anghileri e Rosario in modo da far sparire la paura dei cittadini nelle buie serate invernali.

Ecologia: e per ultimo il primo argomento della nostra esistenza: la salute. E nota la nostra posizione sull'inceneritore di via Silla e dei comuni limitrofi per la salvaguardia e la difesa dell'ambiente.

Poco è stato fatto dai molti. Molto è stato fatto dai pochi (vogliamo ricordare l'opera dell'assessore all'Ecologia dott. Ferrario senza timori di essere tacciati di tattiche preelettorali, ma solo per motivi di gratitudine per quanto ha fatto e supponiamo stia facendo ancora). Se è vero che democrazia vuol dire partecipazione, questo comitato di quartiere non ha nulla da rimproverarsi su questo. Ma democrazia vuole anche dire mantenere gli impegni politici assunti a suo tempo da autorevoli personalità politiche dell'amministrazione comunale di Milano e portare a compimento questi impegni fino alla loro realizzazione. (Ricordiamo la commissione d'indagine, insediata dal Sindaco, rimasta ferma al palo).

Il mese di giugno 1980 non è molto distante, si può anche recuperare tempo e non mortificare ulteriormente i cittadini che ancora aspettano. Per non essere fraintesi e tacciati di allarmismi per ora concludiamo qui. Comitato di Quartiere di Figino Zona 19

Questo CdGD sembrerebbe lo strumento ideale per risolvere molti problemi esistenti tra gli inquilini e l'Istituto? La realtà, invece, è data da una insoddisfazione molto diffusa tra gli inquilini e in larga misura giustificata. Come spiegate questa contraddizione?

Premesso che gli inquilini hanno ormai troppe ragioni per essere insoddisfatte di come I'IACPM amministra gli alloggi. Noi come CdGD nei rapporti concreti con l'Istituto, dobbiamo denunciare ritardi nella informazione che I'IACPM è tenuto a fornirci sui bilanci, sugli appalti, le manutenzioni, ecc. In altre parole, il rapporto che I'IACPM mantiene con tutti i CdGD di Milano è basato su troppe scorrettezze.

Ma allora questo decentramento non funziona; quali sono le cause?

La proposta del decentramento amministrativo e la compartecipazione dell'inquilino, I'IACPM l'ha di fatto subita; non l'ha mai condivisa! L'ha subita negli anni passati, e oggi cerca di svuotarla di ogni contenuto democratico e funzionale, per la gande pressione che l'inquilinato organizzato ha saputo svilup-Ö pare negli anni passati contro un organismo come I'IACPM, largamente burocratizzato e ormai insensibile a far fronte ai compiti per i quali era nato 70 anni fa e che oggi è incapace quindi a stabilire un minimo di corretto rapporto col proprio in-

A questo scopo è necessaria una nuova mobilitazione politica degli inquilini, per sensibilizzare maggiormente le organizzazioni sindacali e politiche sulla drammaticità della situazione dell'IACPM e a dare il loro positivo e determinante contributo alla soluzione dei problemi. È indispensabile che queste stesse forze colgano appieno la enorme rilevanza sociale del dramma della casa a Milano.

L'intervento degli inquilini resta un fattore determinante?

Certo. senza il loro intervento a sostegno dei CdGD sarà molto difficile ottenere il convolgimento delle forze politiche e sindacali per il superamento della crisi nei rapporti tra l'amministrazione e i CdGD.

Esistono altre soluzioni al decentramento dell'IACPM?

Il rilancio del decentramento dell'Istituto, la partecipazione attiva dei CdGD con reali possibilità d'intervento democratico sulla gestione del patrimonio edilizio dell'IACPM; resta una via obbligata per un giusto orientamento dell'inquilinato, forza indispensabile, per perseguire il risanamento economico, politico, finanziario e gestionale dell'IACPM. Sono queste !e condizioni preliminari per la conservazione e io sviluppo di questo patrimonio che è di tutti cittadini. Diversamente, questo stesso patrimonio è destinato all'ulteriore degrado e. parallelamente, la situazione complessiva può sfuggire ad ogni controllo. (continua) a cura di G.B.

milano 19 - pag. 7 te

Ai mutuati niente farmaci di recente uscita. Perchè?

Portieri

Cari lettori volete un po' discutere con la portinaia?

Il 13 agosto scorso ho acceso la radio. Era festaiola, perchè in quei giorni a Milano non c'era nessuno, o almeno c'eravamo molto in pochi. Così anch'io, portiera, ho finalmente potuto godermi in pace la Radio Meneghina.

Guarda caso stava parlando un certo dottor Brambilla, che diceva, in sintesi, che in quei giorni a Milano c'era appunto poca gente, tra cui portinaie e portieri, che, oltre ai loro doveri consueti, ne assolvevano altri come assistere gli anziani o gli ammalati. In particolare modo citava il caso di una portiera, che assisteva un drogato abbandonato a se stesso.

Qui allora mi è venuta voglia di rivolgere a tutti i cittadini una domanda: oltre a quello che è il lavoro di normali amministrazione i portieri e le portinaie servono o non servono?

Pensateci un poco. Dicono che costiamo molto. Ebbene il mio stipendio mensile al netto è di 296 mila lire - nel mese di agosto cerche sono scattati punti della contingenza. Vi pare molto? Pensate che si tratta di uno stipendio per un lavoro di dodici ore al giorno per sei giorni alla settimana, il che fa 72 ore lavorative alla settimana. lo domando e dico: chi è quell'operaio che lavora tutte queste ore, tra l'altro senza neppure l'indennità di malattia?

Già perchè il portiere o la portinaia non possono ammalarsi, è proibito, altrimenti devono vivere d'aria. Ha solo diritto alla casa ed in caso di malattia deve farsi sostituire o da un familiare — che a sua volta deve assentarsi dal suo posto di lavoro rischiando di essere licenziato — o da qualcun altro, pagato dal portiere stesso, che tra l'altro si trova a dover affrontare il problema che solitamente il sostituto non si accontenta della paga che lui percepisce, ma ne vuole il doppio. Allora, cosa deve fare il portiere?

Un'altra questione su cui fare chiarezza è quella dell'affitto e delle spese. Il portiere l'affitto se lo paga ad un valore convenzionale di 14.508 lire al mese, e paga totalmente le spese di luce e

di gas che consuma. Non è tutto gratuito, come spesso si sente dire. È ora di finirla con queste false dicerie!

Un altro punto su cui far chiarezza è quello della spazzatura. Un tempo si prendevano 3.960 lire per ogni canna di caduta. A quell'epoca i portieri, condizionati dagli amministratori degli stabili, accettavano pur di firmare il contratto. Ora però che è stato rivalutato qualcosa sul compenso per le pattumiere gli stessi amministratori come gliele avevano date sono stati veloci a toglierle. Perchè? Forse pensavano che guadagnassimo troppo se potevamo aggiungere qualche cosa allo stipendio?

Inquilini e condomini svegliatevi! Non crediate di risparmiare troppo togliendo il portiere o la portiera in primo luogo perchè la casa decade di valore, in secondo luogo essa non sarebbe più custodita come dovrebbe essere e voi tirereste fuori ugualmente i soldi che vi eravate illusi di risparmiare, perchè troverebbero tutti gli appigli per farveli sborsare.

E allora? Vale la pena di rinunciare al portiere ed alla portiera? Di rinunciare alle prestazioni di un lavoratore degno del massimo rispetto?

Perchè anche questo va detto a chiare lettere. Il portiere e la portiera sono lavoratori che svolgono mansioni molteplici, che si assoggettano a lavori faticosi ed ingrati, che frequentemente devono assolvere incarichi delicati, che richiedono il massimo della discrezione e la massima affidabilità. È un lavoro che non dovrebbe essere squalificato, come solitamente capita, ma che gli stessi inquilini e condomini dovrebbero valorizzare, non foss'altro per tutto ciò che questi lavoratori fanno con riserbo per tutto ciò che concerne la casa.

Con queste mie parole, che ritengo dure, ma chiare, penso di aver sensibilizzato un po' l'opinione pubblica. Se ritenente di dovermi scrivere sono pronta a darvi risposta.

Le lettere potete inviarle a Milano 19, che penserà a farmele pervenire. Per ora vi saluto e vi ringrazio di avermi letta.

Il cittadino italiano sente spesso parlare di Riforma Sanitaria, di Unità Sanitarie Locali, di Prontuari terapeutici e, senza entrare molto nel merito, attende grossi cambiamenti. Quando si ammala, però si trova di fronte alle solite ed affollate sale d'aspetto. a visite mutualistiche frettolose. o a degenze lunghe e disagevoli in ospedali. Un fatto nuovo si è però verificato ed è che ora il mutuato deve contribuire all'acquisto delle medicine considerate "di conforto" versando il Ticket. Si sta verificando però anche un grosso fenomeno, non molto visibile per ora, ma preoccupante. Capita sempre più spesso, dopo una visita del nostro medico, di sentirci spiegare che il medicinale che ci prescrive dovremo pagarlo perchè la mutua non lo passa in quanto di recente uscita in commercio (inoltre ha un prezzo alto).

Alla nostra richiesta di un medicinale alternativo ma compreso dalla mutua, ci viene risposto che se vogliamo possiamo accontentarci di prodotti da più tempo in mercato, certo efficaci, ma meno di quelli nuovi.

Perchè questo si verifica e quali sono i medicinali "nuovi"?

I prodotti che passa la mutua sono elencati nel Prontuario, però l'ultimo aggiornamento risale all'ottobre 1976.

Di ogni farmaco il Ministero della Sanità accerta l'efficacia e la sicurezza attestandone la validità scientifica e terapeutica. A questo punto lo Stato ne autorizza la messa in commercio e la distribuzione alle farmacie. Dovrebbe essere automatico l'aggiornamento del Prontuario, dato che il medicinale è legalrfiente in commercio. Abbiamo visto che non è così; dobbiamo constatare perciò che una discriminazine verso i cittadini esiste perchè solo alcuni possono permettersi il medicinale costoso e di recente scoperta e sperimentazione, chi non può ricorra ad un vecchio ritrovato che molte volte costringe ad una cura prolungata (in definitiva aggravando la spesa sanitaria).

Esaminando questi aspetti del Prontuario si riscontra la gravità del

ritardo: sarà causato da interessi o da incompetenze da parte dello Stato?

Cosa deve quindi pensare il cittadino che pagando le tasse acquisisce automaticamente il diritto sancito dalla Costituzione di disporre delle cure e delle prestazioni migliori possibili per la sa'caruardia della salute?

Cosa deve inoltre pensare il pensionato che oltre a quanto precede, si vede ulteriormente discriminato perchè è costretto a molti più acquisti in farmacia, non solo di medicinali, ma anche di quei prodotti comunemente definiti "da banco" il cui prezzo (ad esempio) della polvere adesiva per dentiere che è sicuramente una necessità e non una cosa superflua) continua paurosamente ad aumentare senza nessun controllo o documentazione che giustifichi l'aumento. Si parla continuamente di contenimento della spesa sanitaria, si dice che il ticket sia riuscito a far calare il consumo dei farmaci, ma ben poco è questa diminuzione contro il continuo aumento di costo permes-

so dai governi succedutisi negli ultimi anni, inoltre recentemente la troppa leggerezza dei medici e la troppa permissività dell'INAM durante lo sciopero dei medici (permesso di usare ricettari bianchi e prescrizioni da parte di ogni medico senza essere il proprio di ogni mutuato) hanno notevolmente rialzato la media dei consumi.

Il ticket. secondo me, ha bisogno per poter funzionare, di avere alla base una educazione sanitaria e un'informazione da parte dell'industria non improntata solo alla grande vendita del prodotto ma deve anche far in modo che il consumatore sia cosciente dei danni a cui va incontro con l'uso prolungato ed indiscriminato: inoltre mi sembra avrebbe dovuto essere suddiviso in fasce a seconda del reddito.

Comunque il cittadino perplesso attende l'esito di questi discorsi impalpabili di riforme, temendo che si risolvano con un maggior onere economico a suo carico ed un ennesimo spunto per lo Stato a rimandare i suoi impegni.

Agli spacci alimentari S. Siro via C. Dolci ang. via Ricciarelli da IVANA e PIERINO formaggi freschi di qualità SAN SIRO SPORT ARTICOLI SPORTIVI ABBIGLIAMENTO pag. 8 - milano 19
Gli unici che non
ammalarsi abbonatevi Pescheria MASSARI pesce sempre fresco di giornata specialità zuppa di pesce 20148 MILANO - Via Morgantini, 30 - Telef. 40.76.991
possono

L'energia solare scalderà l'acqua di un asilo nido

La realizzazione dell'impianto resa possibile da un accordo di collaborazione tra l'Amministrazione comunale ed il Politecnico di Milano

Crisi energetica, prezzi dei prodotti petroliferi in continua ascesa, timori sulle future possibilità di rifornimento, progetti a volte fantascientifici per l'utilizzazione di fonti di energia alternative, dispute che a volte assumono toni di guerra religiosa: energia nucleare si, energia nucleare no, energia solare si, energia solare no, ritorno al carbone, alla legna, al caminetto forse romantico, ma certo poco funzionale e mille e mille altre proposte.

Finalmente tra tanto vociare qualcosa di concreto. Il Comune di Milano ha avviato la costruzione di 15 asili nido dotati di impianti ad energia solare per il riscaldamento dell'acqua, uno dei quali verrà realizzato nella nostra zona, in via Paravia, a San Siro.

Il programma di installazione di pannelli per lo sfruttamento dell'energia solare è stato messo a punto dall'amministrazione comunale in accordo con il Politecnico, interessato a sperimentare in condizioni ottimali l'impiego di questo tipo di energia. Alla sua realizzazione sono impegnati uffici comunali e ricercatori dei diversi istituti dell'ateneo milanese, che operano in stretta collaborazione tra loro attraverso regolari rapporti che vengono tenuti dall'assessorato ai Lavori pubblici, di cui è responsabile il socialista Giulio Polotti, direttamente con il rettore del Politecnico, che ha affidato l'incarico di studiare l'applicazione dell'energia solare a Milano all'ing. Evandro Sacchi dell'istituto di macchine.

La scelta del settore su cui operare è caduta sugli asili nido perchè essi presentano caratteristiche particolarmente favorevoli: sono aperti tutto l'anno, consumano quotidianamente, in modo costante, dai 600 ai 700 litri di acqua calda, sono ubicati su aree dove l'impianto è possibile. Difatti perchè il sole possa cedere energia sufficiente è necessario che i pannelli solari abbiano intorno vasti spazi liberi, ossia che non siano soffocati tra le case.

Perchè soltanto impianti per l'acqua calda e non per il riscaldamento? Si tratta per ora di impianti che hanno ancora un carattere sperimentale, per questo per il momento si userà il sole soltanto per riscaldare l'acqua. Comunque in uno dei 15 asili, quello che verrà costruito in via Bordighera, ubicato in una posizione particolarmente favorevole, verrà sperimentato anche un impianto di riscaldamento ad energia solare.

E quando il sole non c'è? Niente paura: gli impianti sono concepiti in modo tale da avere acqua calda anche in tale circostanza. Ognuno di essi sarà dotato di due serbatoi, uno di mille e l'altro di 2500 litri, che garantiranno l'immagazzinamento di acqua riscaldata a 45 gradi ed il suo utilizzo quando ce ne sarà bisogno.

Entro quanto tempo gli impianti entreranno in funzione?

Il primo degli asili nido con impianto di riscaldamento dell'acqua ad energia solare è già in fase di avanzata costruzione ed entrerà in funzione entro il

1980, altri sette sono in parte avviati ed in parte in corso di appalto, mentre i restanti sette sono in fase di progettazione con incarichi affidati a professionisti esterni al Comune.

E i costi quali sono? I costi tanto di installazione, quanto di manutenzione sono molto contenuti. Ogni impianto costerà sui 18 milioni e mezzo di lire, mentre le spese di manutenzione non dovrebbero superare le cento mila lire all'anno. Calcolando il prezzo del gasolio a 250 lire al chilo si avrebbe un risparmio annuale di un milione e 630 mila lire per ogni singolo im-

Scene di quartiere

non è così difficile

Intervengo brevemente per rispondere (almeno in parte, spero) ad alcune osservazioni contenute nell'articolo dell'Ing. Malusardi nel numero di settembre: "Scambi di calore". Confermo subito che l'ingegnere ha perfettamente ragione

pianto. Esiste quindi una immediata convenienza economica, ma la questione dei costi va valutata tenendo conto che i derivati del petrolio possono non soltanto aumentare di prezzo, ma anche venire a mancare. Quindi la ricerca e la utilizzazione di energie alternative, come quella solare, si impone, al di là dei risparmi immediati, per poter continuare a mantenere i servizi sociali, garantendone un elevato livello.

quando afferma che dal mio articolo precedente potevano nascere illusioni fallaci. Le conclusioni "fantomatiche" c'erano, nel senso però che si trattava di un errore di stampa, la cui errata corrige è apparsa nel numero di agosto di Milano 19. Infatti, alla fine della 2° colonna e inizio della 3°. al posto di:

Vita sognando una vita di sogno

Scorazza cavalcando la moto quasi questa fosse un puledro selvaggio: Giuseppe si sente vivo e importante soprattutto quando può sentire il vento ostacolargli la corsa. Un vento che gli spettina i capelli, gli gonfia la larga maglietta come fosse una vela, e contribuisce ad avvolgerlo in una estrema consapevolezza di sè, della sua folle corsa, della sua probabilmente invidiata bravura. La gente che gli sfreccia attorno certo non la può vedere, ma sa che, quando passa rombando, quasi steso sulla grossa moto, lo sguardo diritto, fisso davanti a sè come un cane che fiuta la preda, è impossibile che quella gente non lo osservi, non lo noti in bene o in male. Anche quel signore lì, alla fermata dell'autobus, quel signore che, mentre passava con un rombo assordante, ha fatto un gesto di fastidio e di maledizione, anche lui non può non notare la sua abilità, la sua disinvoltura. Non è stato da poco riuscire ad averci la moto. A lui gli eran sempre piaciute quelle grosse, potenti, che quando ci vai su quasi voli e le donne son contente di conoscere uno che c'ha una moto così. Giuseppe lavorando (come meccanico in un'officina) in un anno è riuscito a comprarsela: bella, lucida, di quelle che gli amici poi si dicono: "Cazzo l'hai visto Giuseppe con la moto nuova?". Qualche volta un po' stanco per la tensione di guidarla, con le gambe intorpidite, si ferma al bar dove sta di solito la sua compagnia. Si fanno quattro chiacchiere su quello, su quella, e si decide dove andare la sera o il giorno dopo. Perchè Giuseppe e tanti altri come lui, non anela che il venerdì sera e il sabato, quando si può andare in discoteca. Allora lì si che si diverte, si sente finalmente se stesso, non come all'officina che deve lavorare duro fra

lo sporco. Li, alla dicoteca, c'è tanta gente simpatica, allegra, tante ragazze bellissime (o almeno sembrano) che ci stanno. C'è tanta gente come lui, studenti, impiegati, operai, con la voglia di divertirsi, di conoscersi, di stare assieme e dimenticare tutto quello che sta fuori dal caldo afoso, dalla musica assordante e dalle luci stordenti. Tanta gente come lui che vuole godere l'attimo di un gesto, di un atteggiamento, in un ballo liberatoriamente sfrenato o in una corsa all'impazzata tra le vie di un quartiere anonimo. Giuseppe poi si sente più calmo, più tranquillo, il lunedì quando torna al lavoro. A volte si sente persino più allegro e più condiscendente verso il padrone, pronto ad assecondarlo per tutta la settimana pur di poter rivivere un sabato e una domenica gioiosi e soddisfacenti come gli ultimi. Lui lo sa che è sprecato in officina, forse dovrebbe provare a fare il ballerino o a mettersi nelle corse, glielo dicono sempre nella compagnia che ci sarebbe tagliato. Ma intanto deve aggiustare la coppa dell'olio che perde. Deve fare in fretta che lo attende un altro lavoro. Stasera poi, appena fuori, su-

bito dopo aver mangiato, ricomincerà a scorazzare per le strade e forse sì, perchè no?, chiederà alla Graziella, quella mica male, bionda, forse tinta (ma che importa?) se vuol fare un giro con lui. Lei senz'altro si mette a ridere e dice di sì, magari lo abbraccia pure per l'entusiasmo e subito salta dietro, sistemando le gambe e guardandosi in giro contenta, parlottando con gli amici attorno. Lui poi metterà in moto, avanzando lentamente e lei gli si appiccicherà sulla schiena, sempre ridendo, aspettando l'ebbrezza vicina, masticando la sua perenne cicca, aprendo e chiudendo le sue larghe labbra scure che contrastano così curiosamente con i capelli di un biondo artificiale. Ecco sono partiti, lui aumenta gradualmente la velocità, padrone della moto... "Giuseppe allora cosa ti ci vuole a cambiare quella coppa, che te se semper indurmentà? Guarda che quel lì l'è già venuto due volte per la macchina. Sbrigati!". Sempre così, non si può stare un po' in pace e subito ti rompono le scatole, ma alla fine del lavoro mancano solo cinque ore e stasera sì sarà un'altra roba... Kim

"... Ciò significa che calerebbe il costo di energia elettrica per..." bisognava leggere "... Ciò non significa che calerebbe il costo di energia elettrica per...".

Quindi esattamente il contrario di quanto giustamente Malusardi giudicava una conclusione "fantomatica".

Mi riferivo infatti a calcoli di progetto effettuati dai tecnici dell'AEM (che stanno predisponendo progetti di massima per introdurre la cogenerazione e il teleriscaldamento in molti quartieri di Milano - il progetto Viale _ 1,-µ.~ ' i„,-.51:Ñ_

Zama - Forlanini è già in fase operativa ad esempio). calcoli in cui si prevede di vendere l'energia elettrica prodotta sulla rete AEM a prezzi di mercato (invece che ai costi più bassi come lo stesso ing. Malusardi conferma) e di scaricare quindi su questo prezzo sia parte degli oneri di impianto che il costo del combustibile.

Per alcuni anni, poi, si continuerà a pagare il calore ceduto alla rete ad un prezzo da stabilire. ma certamente meno inflazionato di quello attuale. C'è da notare, infine. che fatte queste modifiche all'impianto, I'AEM tenderebbe a farlo funzionare in modo continuativo durante l'anno (se pur attraverso una modulazione stagionale), a tutti gli effetti sarebbe una piccola centrale termoelettrica.

La decisione, una volta raggiunta l'ammortizzazione degli investimenti, di far pagare o meno (oltre alle spese di manutenzione) il calore di recupero (e quindi di calmierare o meno il prezzo dell'energia elettrica sarà poi di tipo politico e dovrà essere discussa nelle sedi opportune e democraticamente. Sulla gravosità o meno degli investimenti necessari alle modifiche. non me la sentirei di essere così drastico come Malusardi (senz'altro, nell'ottica di una gestione integrata a livello cittadino, come quella dell'AEM. dell'Azienda Servizi Municipalizzati di Brescia, del Centro Informazioni Studi ed Esperienze, dell'ENEL. ecc.: e tutti costoro mi hanno assicurato della necessità (imposta da banali considerazioni economiche) dì ricorrere, fin dal brevissimo periodo. anche in Italia alla cogenerazione (almeno nell'Italia del Nord). e non altro per contribuire a diminuire il coefficiente di elasticità energetica che in Italia è drammaticamente alto.

Nel caso del Gallaratese. in particolare, non si pensa a sostituire l'impianto con un gruppo turbo - alternatore con conseguente caldaia ad esso dimensionata. bensì con alcuni gruppi generatori diesel.

Il discorso però a questo punto rischia di allungarsi troppo e di diventare noioso, approfitto quindi dell'occasione per invitare la redazione di Milano 19 ad organizzare un incontro in cui tecnici (dell'AEM ed altri). rappresentanti del Consiglio di Zona (tra cui spero l'Ing. Malusardi) e cittadini interessati al problema discutano di eventuali progetti di risparmio energetico realizzabili nel nostro quartiere: è sempre più importante e necessario infatti che a livello di massa si diffonda una "cultura di progetto sul territorio" che è l'unica garanzia che abbiamo a difesa contro una continua e storica alienazione del nostro ambiente.

milano 19 - pag. 9
Alcune precisazioni sul problema del recupero del calore Risparmiare
F.F.

Lettere a Milano 19

Gli alberi non si toccano!

Alla Direzione di "Milano 19" Milano

N. 9 - settembre 1979 - 40 miliardi per viaggiare a MilanoPercorso protetto linee filotramviarie 90 - 91 attraverso il giardino centrale di Pie Brescia e di Pie Zavattari.

Desideriamo farvi rilevare che il giardino di Pie Brescia, sia pure degradato come tutto il verde cittadino, è l'unico spazio di ritrovo all'aria aperta di una vasta zona ad alta densità di popolazione.

Non è giusto, nè conveniente, per risparmiare pochi metri di strada alle filovie, abbattere quasi tutti gli alberi d'alto fusto dell'aiuola privando così i cittadini, sopratutto bambini e pensionati, di quel poco di ombra e di ossigeno che non verrebbero certo compensati dall'allargamento laterale del manto erboso di 2 - 3 metri.

Il traffico ha le sue esigenze, ma anche gli uomini! Invece l'aiuola di Pie Zavattari è puramente ornamentale e la sua mutilazione, se indispensabile, non avrebbe conseguenze sulle abitudini della popolazione.

Preghiamo quindi il Consiglio di Zona 19, nello studio che ha in progetto di fare, di tenere ben presenti le esigenze di verde dei cittadini, difendendole da ogni tentativo di distruzione. Vi ringraziamo e distintamente vi salutiamo.

Un gruppo di cittadini della zona

LA NOSTRA ZONA

Servizi e notizie di pubblico interesse della Zona 19 S. Siro - QT 8 - Gallaratese

Superficie della zona: kmq 15,996

Popolazione: circa 114 mila abitanti

Densità: 7.127 abitanti per kmq

Quartieri: S. Siro, Harar, QT 8, Lampugnano, Gallaratese, Trenno, Figino

Delimitazione della zona: via Gallarate, viale De Gasperi, Viale Renato Serra, piazzale Stuparich, via Algardi, via Silva, via Flavio Gioia, viale Eginardo, viale Berengario, piazza Amendola, via Domenichino, via Lorenzo di Credi, piazza Brescia, via Osoppo, piazzale Vetasquez, via Rembrandt, via Novara, comuni di Settimo Milanese e di Pero

Consiglio di Zona: Via Pogatschnig 34, tel. 324794 - 390672

Ufficio Certificati comunale:

Piazzale Accursio 5, tel. 322725

Servizi Socio Sanitari:

Ufficio Igiene e Sanità (vaccinazioni - malattie infettive)

piazza Stovani 3. tel. 4590350

Servizio Sociale di Zona: piazza Stovani 3, tel 4593609

Consultorio familiare via Albenga 2, tel. 4088655

Centro Oncologico piazza Stovani 3, tel. 4590334

Assistenza domiciliare anziani via Gola 22, tel. 8391406

Asili Nido con consultorio pediatrico: via Albenga 2, tel. 4073727; via Ojetti 7, tel. 3081511; via Zamagna 6, tel. 4080401; Via Borsa, 26

Carabinieri:

Pronto intervento tel. 212121

Stazioni:

Porta Magenta, viale Berengario 16, tel. 435403

Sempione, via Tolentino 1, tel. 3495010

Pubblica Sicurezza:

Soccorso pubblico, tel. 113

Commissariato S. Siro - via Novara 199 - tel. 4520241

Vigilanza Urbana:

Comando e centrale oper. tel. 7727

Comando Zona Magenta, Via Seprio, 9 - tel. 430081

Comando Zona Certosa - S. Siro - P.le Accursio, 5 - tel. 325741

Presidio Gallaratese - Via Cilea, 2 - tel. 3534874

Vigili del fuoco:

Chiamate di soccorso città - tel. 34999

Posti di pronto Soccorso:

Coordinamento Soccorso - tel. 7733

Ospedale S. Carlo - Via Pio II, n. 3 - tel. 4022

Ambulanze:

Coordinamento chiamate urgenti - tel. 7733

Croce bianca (Gallaratese) - Via Betti, 20 - tel. 3088561

Croce rossa Sempione - tel. 3883

Farmacie di turno:

Tel. 192 (a cura dell'ordine dei farmacisti)

Farmacie Comunali:

Via Appennini. 53/D - tel. 4075941

Via Caldera, 132 - tel. 4520270

Via Chiarelli. 12 - tel. 3085327

P.za Falterona, 3 - tel. 4046759

Via Morgantini, 14 - tel. 4080414

Via Murillo, 33 - tel. 4046515

P.za Scolari, 3 - tel. 4521901

Via Trenno. 15 - tel. 3082437

Via Zanzattera. 12 - tel. 4520745

Poste e telegrafi:

Succ. n. 59 - Via Altamura, 1 - tel. 4080108

Succ. n. 99 - P.za S.M. Nascente (Q.T8) - tel. 325774

Succ. n. 80 - Via Appennini, 21 - tel. 3535414

Succ. n. 4 - Via Sebastiano del Piombo, 13 - tel. 4693990

Taxi:

Auto radio taxi - ARCO - Via Scarlati, 31 - tel. 2053

Autoradio taxi - P.za Velasca, 5 - tel. 8585

Posteggio - Piazza Amendola - tel. 483616

Posteggio - V.le Cassiodoro ang. Rossetti - tel. 4695121

Posteggio - Piazza De Angelis - tel. 4696785

Posteggio - P.le Falterona - tel. 4087054

Posteggio - Via Morgantini - M. da Forlì - tel. 4071574

Posteggio - Viale Pisa p tel. 4076442

Posteggio - P.le Lotto - tel. 4605119

Parcheggio - P. Axum - tel. 4076547Ç

PARTITI POLITICI

Democrazia Cristiana:

Sez. Bob Kennedy - Via Uruguay 11/2 - tel. 304788

Sez. Lampugnano - Via Terragni, 33

Sez. Vercellina - Piazza Selinunte 11 - tel. 4075705

Partito Comunista Italiano:

Sez. Bottino - Via Monreale, 19 - tel. 4039549 (S. Siro)

Sez. Di Vittorio - Via Quarenghi, 8 - tel. 3085813 (G.I)

Sez. Luglio 60 - Via .... - tel. 4520315 (Trenno)

Sez. ORIANI - Via Trenno, 41 - Tel. 362107 - (Lampugnano)

Sez. Montoli - Via F.11i Zanzottera. ) - (Figino)

Sez. Fornasari - Via Micene (S. Siro - Harar) tel. 4044541

Sez. Ragionieri - Via Appennini 41 - tel. 3534815 (S. Leonardo)

Partito Socialista Italiano:

Sez. Gonzales - Via Uruguay, 11/2 - tel. 3087479

Sez. Polotti - Via Trenno, 11 (Lampugnano)

Sez. De Rosa - via Mar Jonio, 7

Sez. Luigi Negri (Figino) - Via F.11i Zanzottera, 3

Sez. Trenno - Via Rizzardi, 13

Partito Socialista Democratico Italiano:

Sez. "Prampolini" - Viale Mar Jonio, 4 - tel. 4071434

Sindacati:

CUZ (Consiglio Unitario Sindacale di Zona) P.le Segesta, 4 - tel.

4035487 - 4048253

SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari):

- S. Siro Harar - Via Maratta, 3

- Gallaratese - Via Uruguay, 11/2

- S. Leonardo - Via Appennini, 41

F.I.P. (Federazione Italiana Pensioni)

S. Siro Harar - Via Maratta, 3

- Gallaratese - Via Uruguay, 11/2

Chiese Cattoliche Parrocchiali:

Addolorata in San Siro - Via Esquilino, 1 - tel. 4080046

S. Anna Matrona - Via Albani, 56 - tel. 368267

S. Giovanni Battista in Trenno - Via Ratti, 24 - tel. 4520301

S. Giuseppe Calasanzio - Via Don Gnocchi, 16 - tel. 4075933

S. Ilario - Via Omodeo, 20 - tel. 3083885

S. Leonardo da Porto Maurizio - Via Torrazza, 80 - tel. 3530210

S. Maria Nascente al Q.T.8. - P.za S.M. Nascente, 2 - tel. 364561

SS. Martiri Anauniesi - Via Ugo Betti, 20 - tel. 305361

S. Materno in Figino - Via Zanzottera, 19 - tel. 4520437

Regina Pacis - Via Kant, 8 - tel. 306907

S. Romano - Via Gallarate, 401 - Via Flak, 4 - tel. 3530239

Associazioni e Circoli Culturali:

ACLI (Associazioni Cristiana Lavoratori Italiani) - S. Siro Via Albertinelli

Circolo Gallaratese c/o Catalizzano - Via delle Ande, 8

Circolo Steider - P.za S. Maria Nascente, 2

ARCI (Associazione Ricreativa Culturale Italiana)

S. Siro Harar - Via Maratta, 3 - tel. 4044646

Circolo Trevisani - Via Appennini, 41 - tel. 3539458

Gruppo Artistico Culturale SIRIO

c/o Fusi - Via Ojetti, 10 - tel. 3081613

Centro Culturale Gallaratese - Via Betti, 20

Circolo Culturale ECER - Via Cechov 20

Scuole Materne:

Via Appennini 67 - tel. 3530688

Via Appennini 51 - tel. 3530483

Via Cilea 78 - tel. 3536639

Via Arosio 3 - tel. 4072642

Via Benelli 12 - tel. 3083887

Via Betti 23 - tel. 3085507

Via Borsa 8 - tel. 3533932

Via Cesenatico 6 - tel. 367748

Via Chiarelli 14 - tel. 3085462

Via Cilea 78 - tel. 3536639

Via Don Gnocchi ) - tel. 4075882

Via Lampugnano 163 - tel. 4524134

Via Mar Ionio 5 - tel. 40809228

Via Montichiari 7 - tel. 323079

Via Oderzi 3 - tel. 321801

Via Ojetti 8 - tel. 3085509

Via Paravia ì (Speciale) - tel. 4045454

Via Quarenghi 10 - tel. 306880

P.zza S. M. Nascente - tel. 325322

Pie Segesta 11 - Tel. 4080851

Via Silla 150 - tel. 4524164

Via Stratico 3 - tel. 4080561

Via Uruguay 26/6 - tel. 3082429

Scuole Elementari:

Via Betti 16 - tel. 3084222

Via Borsa 26 - tel. 3535365

Via Cilea 4 - tel. 3533992

Via Dolci 5 - tel. 4035552

Via Don Gnocchi 25 - tel. 4042892

Via Ippodromo 30 - tel. 3084875

Via M.te Baldo 30 - tel. 4522728

Via Oderzo 2 - tel. 321902

Via Paravia 83 - tel. 4080344

Via Quarenghi 12 - tel. 3084409

P.zza S. M. Nascente 30 - tel. 394222

Via Silla 150 - tel. 4520463

Via Uruguay 26/3 - tel. 3083962

Via Visconti 16 - tel. 3530692

Via Viscontini 7 (Trenno)

Scuole Medie:

P.zza Axum 5 - tel. 4080073

Via Lovere 4 - tel. 3664426

Via Pezzoli 5 - tel. 4072173

Via Ojetti 5 - tel. 3083100

Via Quarenghi 14 - tel. 3092964

Via Paolo Uccello 1 /A - tel. 4695024

Via Uruguay 26/2 - tel. 3081436 / 306408

Corsi serali:

Via Ojetti à - tel. 3083121

Scuole Superiori:

Onnicomprensivo - Via Trenno 49

Licei scientifici:

Via De Vincenti 7 - tel. 405007

V.le Murillo 17 - Tel. 4042843

Istituti tecnici industriali:

Via Paravia 31 - tel. 4033023 (Ottica, elettrotecnica, meccanica di precisione)

P.zza Stuparich 2 - tel. 325787 (Chimica)

Via De Vincenti 11 - tel. 405008 (meccanica, elettrotecnica, telecom.)

Invitiamo chiunque notasse dimenticanze o imprecisioni in questo elenco, a farci pervenire eventuali correzioni, aggiunte o altro.

RASSICURI (209(M ME

PUBBLICA SEI PREZZI

SALGONO SEGNO CHE qVALCOSA SI MUOVE

ABBONATEVI A milano 19 pag. 10 - milano 19

L'angolo della poesia

QUARTIERE DI PERIFERIA

21 giugno 1979

Quartiere di periferia, Mille problemi, Pochi soldi, Un quadro naif dai colori sbiaditi.

Quartiere di periferia, Un cuore che batte

Per ogni sogno che nasce, Una lacrima che riga un volto

Per ogni sogno che muore.

Quartiere di periferia, Aspettando la domenica per fuggir via, Una discoteca affollata, Un cinema, insieme a lei, Lo stadio, Milan o Inter non importa, Basta fuggir via.

Quartiere di periferia, Storie di primi amori, Storie di virtù e galera, Storie sempre vere, Da raccontare a volte da piangere e dimenticare. Quartiere di periferia, Sarà il ricordo dei vent'anni, Delle risate allegre senza pensieri, Dei primi problemi.

Quartiere di periferia, Cemento e bambini che giocano Nel verde cresciuto per sbaglio.

Quartiere di periferia, Gente semplice, Visi segnati dal tempo e dalla vita, Visi che si assomigliano un po' tutti.

Quartiere di periferia, Per gli altri è solo tristezza, Per me è anche un po' di me stesso un po' di ciò che amo, Un po' della mia vita un po' di sentimenti regalati.

Quartiere di periferia, Per me è come un vecchio amico, comunque un caro ricordo.

LA VOCE DEL VENTO

11 aprile 1979

Ho ascoltato la voce del vento

Che intonava una nenia senza amore, Ho ascoltato la voce del vento

Gridàre un dolore che è di tutti.

Ho ascoltato la voce del vento

Spazzare il male e lo sporco

Dalle vie della città, Ho ascoltato la voce del vento Che portava lontano desideri e pazzie, L'ho ascoltata, L'ho sentita affievolirsi, Morire.

Scomparire. Lasciare rimpianti.

poesie di Roberto Pisoni

Alessandro e la sua pittura

Alessandro Cappelletto è un interessante pittore milanese che risiede nel nostro quartiere, in Via Borsa 2. Siamo andati a trovarlo per invitarlo a parlare di sè, della propria pittura, poiché questo ci sembra il metodo più diretto per scoprire la personalità di un'artista.

Veniamo così a sapere che Alessandro, così firma i suoi quadri, con il solo nome di battesimo, dipinge da circa trent'anni. Ha fatto liberi studi a Brera di figura (con Maestri importanti, quali Salvadori), e alla figura ha dedicato la maggior parte della sua meticolosità, caratteristica primaria del suo procedere pittorico.

Alessandro ha fatto parte di vari gruppi di pittori milanesi che si opponevano all'astrattismo e all'informale con la loro pittura figurativa, sintetizzabile in un realismo espressionistico.

E su questa strada si è poi sempre mantenuto nel suo cammino di pittore solitario, perché convinto della necessità di esprimersi attraverso una pittura leggibile e chiara. Ha quindi imperniato i suoi sforzi sulla ricerca espressiva, la tecnica rigorosa. elaborando e miscelando nel tempo la naturale creatività, lo studio accurato del disegno, delle prospettive, degli impasti e sovrapposizioni di colore. I temi preferiti da Alessandro, oltre alla figura, come già detto, la vita di questa nostra città con le sue periferie sempre più dilatate e via via più disumane.

Alessandro ha dedicato all'attività pittorica, che non è stata l'attività primaria per ovvie necessità di sopravvivenza (pochi sono i pittori a cui viene concessa la possibilità di vivere della propria arte ci sottolinea, a ragione, Alessandro), uno studio serio e meticoloso, senza concessione alcuna all'improvvisazione, alla faciloneria. Quando si accinge a realizzare una nuova tela prepara dapprima il disegno, ne studia accuratamente la composizione e il colore nel suo insieme. Non fà nulla a casaccio, la sua è una pittura meditata a lungo che non vuole e non si serve di tempi brevi. Proprio perchè la sua pittura non è asservita al sistema, ovvero non è oggetto di consumo, e soprattutto perchè è frutto di una linfa naturale secondata, seguita e sviluppata nel tempo, risultato finale di un elaborato lavoro artigianale, pbssiamo guardare alle tele di Alessandro con piacere spontaneo e tran-

CENTO PROPOSTE PER ARREDARE

Tessuto - Paglie - Sughero - Perline

Pavimenti: legno, pvc, cocco, passatoie con posa in opera

quillità di pensiero.

La sua è cultura autentica perché composta da ingredienti genuini e sani: talento, studio e tanta, tanta applicazione.

Nelle foto tre opere di Alessandro Cappelletto: "Il n. 7", "Alzaia" e "Bovisa"

milano 19 - nag. 11 .b.
f
›t or rato4um--1-tAfi5.>
Consulenza gratuita Via Domokos, 4 (ang. Via Novara, 31) Tel. 02/40.84.342 20147 Milano 4 1.Ä iek 1

Vino e solitudine

Intervista a Francesco Guccini

D. - Guccini, ormai la tua è una carriera ultradeccennale, che ne diresti di raccontarne la storia?

R. - Ho cominciato a scrivere canzoni nella prima metà degli anni sessanta, avevo poco più di vent'anni (sono nato a Modena il 14 giugno del 1940) quando eravamo in pochissimi a portare gli "eskimo" e i blue jeans. Erano gli anni del pre-68, e già tanti cambiamenti si sentivano nell'aria, erano i tempi di Papa Giovanni e di John Kennedy, del pacifismo e degli Inippies. lo scrivevo allora canzoni di "protesta" che gli altri portavano al successo tra il pubblico dei più giovani e di chi in generale condivideva quel tipo di ideologia a cui accennavo; ricordate "Dio è morto" che subì i divieti della censura radiotelevisiva, "Per far un uomo" e "Canzone per un'amica" incise dai Nomadi e "Auschwirtz" cantata dall'Equipe 8

4? Tutte canzoni che fecero scandalo, scalpore e mi consacrarono cantautore "scomodo".

D. - Erano anche i tempi del rock and roll...

R. - Certo, anzi il primo mio complesso che si chiamava "I Gatti" e di cui faceva parte Victor dell'Equipe 84 faceva solo musica americana alla Elvis Presley. La mia formazione musicale ha origini rock come per quasi tutti i musicisti e gli autori che avevano contatti in quegli anni a Bologna con la nuova

musica di allora. I più raffinati ascoltavano jazz, noi il rock e tutti disdegnavano le canzonette.

D. - E poi che cosa è successo?

Le tue canzoni più famose non hanno nulla a che fare con il rock...

R. - Direi che con il passare degli anni il mio discorso poetico e musicale si è precisato, ho scritto testi di canzoni che parlano dell'amore, dell'amicizia, che raccontano storie in cui è facile riconoscersi. Potrei citare per tutte "Incontro", "Vedi cara", "Ofelia" e la recente "Eskimo".

Comunque le canzoni che preferisco scrivere sono quelle che raccontano dei fatti, degli episodi, che tratteggiano un personaggio come "La locomotiva", o "Amerigo" che dà anche il titolo al mio ultimo LP. Forse sono anche le canzoni che mi caratterizzano presso il pubblico: alla fine di ogni mio spettacolo "La locomotiva" è immancabile e molti la cantano con me. Direi che è entrata nella "tradizione orale", vedrai che anche al Vigorelli per la Festa Nazionale de l'Unità sarà così...

D. - Insomma ti piacciono le ballate...

R. - Certamente, e mi piacciono

Concessionaria Ist,mbrosiana u t o

s.r.l.

Un moderno centro di vendita, magazzino ricambi e officina riparazioni, al vostro servizio.

l'intera gamma

FIESTA - ESCORT - CAPRI

TAUNUS - GRANADA - TRANSIT

PROVE - DIMOSTRAZIONI PRENOTAZIONI

molto i cantastorie, anzi su di loro ho anche fatto la tesi di laurea in lettere. I cantastorie sono i protagonisti della nostra tradizione musicale popolare e contadina a cui faccio riferimento. Mi considero un contadino inurbato, ma appena posso torno a Pavana, il mio pavese, alle mie radici.

D. - Oltre a fare il cantautore di che cosa ti occupi?

R. - Insegno letteratura italiana, divoro libri di poesia e romanzi (adoro Borges) e vado in montagna. Mi diverto poi a improvvisare versi durante le serate passate con gli amici in osteria. Posso andare avanti fino al mattino, la tecnica poetica mi affascina.

D. - Tu hai scritto due anni fa una canzone in cui te la prendevi con tutti, "L'avvelenata", perchè?

R. - Perchè sono laico libertario, detesto la demagogia, i giornalisti improvvisati, i cattivi sociologismi e soprattutto chi pretende che un cantautore faccia la "rivoluzione" a suon di canzonette, le stesse con cui a stento si riesce a "far poesia".

(intervista raccolta da Raffaella Finzi)

Il decennale del gruppo Sirio

11 1979 è l'anno del decennale per il Gruppo Sirio. Dal Febbraio 1969, data del primo raduno di appassionati dell'arte, presso il Centro Sociale di Via Betti 37, per la volontà di alcuni cittadini del nuovo quartiere Gallaratese di creare contatti umani e favorire la possibilità di. incontrarsi, il Gruppo Sirio ha preso fisionomia e consistenza percorrendo in questi 10 anni molto cammino.

Il Gruppo Sirio, per arrivare a questa data così significativa, ha sempre percorso la strada della partecipazione. Nessuna proposta venuta da altre comunità o dalle forze del quartiere è stata scartata, nessun invito è stato ignorato. Dove il suo contributo è stato richiesto, là il Gruppo Sirio è stato presente, come per la raccolta Alfano, per il periodico locale, per il Friuli terremotato, per il Carnevale Meneghino eccetera.

sede: Via Varesina, 47

20156 Milano tel. 02/327.11.48

filiale: Via Gallarate, 281

20151 Milano tel. 02/30.92.367 - 30.85.089

Questo atteggiamento è stato adottato fin dalle origini ed è stato mantenuto con assoluta coerenza - come a dire: con tutti, ma liberi.

Per celebrare i 10 anni di attività, il gruppo Sirio ha organizzato una serata riassuntiva di tante felici iniziative, per ricordare e ringraziare i soci più attivi per chiedersi se valeva la pena di continuare nei programmi ampliati di anno in anno e portati a termine tra difficoltà non indiferenti.

Centro della serata è stata la proiezione del documentario

realizzato dai soci Carlo Benassi e Carmelo Floridia, che hanno scelto di dedicare il loro tempo libero e le loro ferie per raccogliere materiale ecologico al Parco Nazionale di Abruzzo.

Questa ottima documentazione completata da un commento sobrio e scientificamente esatto, è stato scelto dal gruppo Sirio per il suo richiamo ai valori ed equilibri ambientali, in definitiva per il suo messaggio sociale, oltre che la bellezza delle immagini e l'abilità tecnica dei cine - foto amatori.

L'intervallo è stato un momento di allegria, grazie all'esecuzione musicale offerta dal complessino di giovani chitarristi preparati dai maestri Rossetti e Principi.

Poi, a conclusione della serata del decennale, sono state consegnate le medaglie ai soci, si sono formulati nuovi programmi e si è ringraziata la Cooperativa "LA VITTORIA" di Trenno che ospita disinteressatamente il gruppo Sirio.

Intenzione dei soci è di mantenere viva e fattiva la presenza di questo che è forse il solo gruppo artistico operante nella zona 19.

Il Consiglio di Zona lo ha inserito nella Commissione Cultura, per cui da questa collaborazione ci si aspetta un buon numero di nuove iniziative.

Alla riapertura della stagione sociale dopo la pausa estiva, sono in progetto: la presentazione del volume di Poesie di Laura Pedotti illustrate dai soci del gruppo; la presenza alla Festa di Trenno; estemporanea e mostra collettiva a Garegnano; gita a Cremona e alla fine dell'anno la seconda edizione del Concorso per fotografi e pittori "Click e Pennello".

Bruna

milano

19

Mensile di informazione politica e cultura della Zona 19

Direttore:

Gianpiero Pagetti

Direttore responsabile:

Libero Traversa

Redattori:

Gianfranco Bassi

Anna Bontempi

Claudio Bruni

Alessandro Cappelletto

Adalberto Grippa

Luigi Gnemmi

Patrizia Romano

Luciano Zagato

Pubblicità:

Eugenio Battistini

Editore:

Circolo Giulio TrevisaniA.R.C.I.

Direzione - redazione - ammini-

strazione: Via Appennini 41 - Milano Tel. 3539458

Registrato al Tribunale di Milano al n. 388 dall'11.11.1978

Stampa: Coop. Guado, Castano I° (Mi) - Tel. (0331)881475/B81228

Prezzo una copia L. 300

Abbonamenti annui:

ordinario L. 3.000

Sestenitore L. 5.000

Speciale L. 10.000

La collaborazione è aperta a chiunque.

Lettere e manoscritti non firmati verranno cestinati.

pag. 12 - milano 19
NELLA NOSTRA ZONA
VEICOLI D'OCCASIONE DI TUTTE LE MARCHE

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.