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IL PAESE ESIGE UN GOVERNO CHE DIFENDA LA DEMOCRAZIA E STRONCHI L'EVERSIONE

NASCITA E 'NATURA DEI GRUPPI ESTREMISTI

La situazione dell'extraparlamentariso cosidetto di "sinistra", rivela qualcosa di più della crisi ormai in atto da tempo. Infatti, sianto in quel processo di degenerazione che in alcune formazioni é approdato a quella fase ultima in cui. é difficile stabilire'fin dove arriva l'avventurismo e dove la provocazione. Il tessuto dei gruppi estremisti (con tútti.i fenomeni di crescita, di mutazione,'mobilità e separazione)iirende particolarmente adatti alle infiltrazioni di agenti provocatori, ve di strage di P.zza 2ontana, Circolo XXII i.larzó di Genova, ilta so'del fascista Orsi, nipote di Italo Balbo, che si spacciava ultra rivoluzionario di sinistra ma che in realtà tale non era. Si potrebbe andare' ancora avanti, ma crediamo e'ie questi pochi esempi siano più che sufficienti a dimostrazioni delle nostre tee si: comunque, ridurre tutto il fenomeno dei gruppi a quello di una provocazione esterna rischia di essere una spiegazione sommaria ed insufficiente.

L'esame ed il giudizio del partito debbono avere inizio dalle io sizioni ideologiche e politiche da cui muovono i comportamenti che sono propti di questa fase, le loro finalità, la loro ésperienza. In altre parole occorre ricordare cosa fu e cosa rappre sento il 1968 per i gruppi estremisti.

Si trattò di un movimento che pur con "limiti e contraddizioni" scaturì da una crisi generale e di massa di alcuni ceti e gruppi sociali (piccola borghesia, studenti e intellettuali medi e minori) e dal segno di una loro rivolta (le loro frustrazioni non appagate) "anti capitalista", di rottura e di "lotta" all'e gemonia borghese e del suo sistema. Si trattò cioé solo di una critica alla società borghese fatta in termini solo ideologici (posizione tipica della piccola borghesia arrabbiata). Tutto'ciò riesce a farci comprendere meglio l'attuale punto d'approdo dei gruppi. Lentamente questo disse qualcosa alle forze politiche, anche a noi, indicando nuove realtà da conoscere meglio e riscontrare, in tal• modo, gli eventuali difetti e carenze che avrebbero po—

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PREMESSA

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Sesto S. G.-Wten° fondo

Compagni, dopo il rinnovo del Comitato Diret= tivo, la Sezione "LENIN" della Magneti Marelli, riprende l'attività con nuovo vigore e spirito di lotta.

Ma perchè si arrivi a risultati concreti biso= gna che tutti i compagni si impegnino narteci= pando agli attivi e sostenendo quelle iniziati= ve che da essi avranno origine collaborando con il direttivo per un più concreto impegno di lot= te.

Questo bollettino è una delle iniziative ma per= chè sia valido bisogna che sia letto e discusso con i compagni di lotta e di lavoro. Deve servire contemporaneamente per una azione di conquista politica verso quelle masse consi= stenti di giovani, lavoratori, cittadini, che pur lottando per un cambiamento di indirizzi po= litici ed economici, hanno incominciato solo re= centemente a guardare con interesse all'azione del P.C.I., alle p.roposte e alle prospettive che al Paese indicano i comunisti per farlo uscire dallo stato di crisi e confusione, nel quale l'ha gettato il governo di centro-destra. Per questo, mentre i71 Paese cresce la mobilita= zione antifascista e la lotta contro il governo Andreotti, si deve sviluppare la campagna lan= ciata dal P.C.I. e dalla F.G.C.I., nel nome di PalMiro Tógliatti, rivolta alla conquista di una nuova_leva di militanti comunisti.

tuto esserci anche nel nostro Partito.

L'atteggiamento del Partito fu giusto e, oggi, quando la DC, e altri, ci accusano di aver fatto da "copertura" all'estreMishio„non solo non riconoscono quel rapporto positivo fatto di vivaci'e rigorose polemiche, ma non riescono ò non vogliono capire che noi individuammo un "a spetto" importante della crisi sociale tuttora in atto.

Ma, per venire al momento attuale, qual'é stato il punto in cui questa "esperienza", di cui i gruppi furori() protagonisti, ha incominciato a venir meno ed a degenerare fino alle pre-e di posizioni attuali?

/gai pensiamo che, la risposta, debba esser data in questi termini: i movimenti che si verificavano nel 68, nellP misura in - cui esprimevano una crisi_in atto in gruppi sociali con caratteristiche di massa, esse avevano bisogno, per non restare pura e semplice rivolta e, di con seguenza, fatto.corporativo, di una alleanza con la classe. operaia sul terreno più generale dello scontro sociale politico, non in una astratta società, ma in quella italiana, con suoi connotati storici e politici.

La brusca separaziore dalla realtà, fa entrare in crisi i suddetti gni) pi per primo sul terreno specifico dell'Unhversità e della scuola e, successilvamente, la :risi si consuma anche lei rapporti con il movime nto delle masse lave4.-atrici, le sue organizzazioni politiche e sindacali. Perché, quali le -ragioni di uri simile fallimento dei gruppi nei confronti delle masse lavoratrici?

Le lotte che la classe operaia conduce, esige sempre che si vada ad un confron— to politico e, di conseguenza ad una mes sa in discussione, nel cqncreto, di ciò che sono le ipotesi (prive di uno sbocciò politico) avanzate dai gruppi.

E' proprio in questa fase che si evidenzia con maggior forza uno dei vizi di originé: il poeto di comando non é alla /p litica, ma alla "ideologia" nella eeFes.— zione negativa che ne dava Marx.

In altre parole: l'ispirazione non è flessione in rapporto all'esperienza rivente, ma il proprio schema in difesa del la propria sopravvivenza.

L'isolamento e, quindi, la perdita di una qualsiasi linea di massa, diventano,a questa punto,,inevitabili.

I gruppi in fabbrica sono oggi fortemente condizionati; oltre che dalla condi— zione politica generale, lo sono anche dal la situazione sindacale e dai molteplici próblemi di carattere rivendicativo (sod disfacimento di immediati bisogni)che di quello politico (discorso di più ampio re spiro e di prospettiva per una direzione politica del Paese della classe operaia) che le masse lavoratrici si pongono sui luoghi di lavoro.

Infatti: se ieri, vale a dire, nella pri ma fase delle lotte contrattuali del "69" l'azione'dei gruppi poteva essere in un certo qual modo connessa a problemi esta ti d'animoi ad esigenze presenti tra lg

Le bombe di Milano -4-

classe operaia; oggi, il processo unitario del Sindacato ed i nuovi organismi di fabbrica, sono realtà da cui è impossibile prescindere. Questo processo unitario che, seppure tra tanti ostacoli, viene ava nti, l'accresciuta sindacalizzazione dei lavoratori in generale, at traverso la conquista di nuovi strumenti sindacali, il legame più stretto creatosi con la vita e le condizioni della fabbrica, rendono pressochè impossibile il ripetersi di una situazione analoga qua le quella del 68-69.

La critica al Sindacato avviene allora sulla baie di motivazioni ideologiche e si rivela sempre di più come attacco al Sindacato.

I lavoratori avvertono tutto ciò come in un attacco alla loro unità e alla loro forza: qUindi,i gruppi, agiscono in fabbrica come parte di un tutto, sono cioè costretti ad accettare (perchè sconfitti sul piano sindacale e politico) la realtà unitaria voluta, sia dai lavoratori Comunisti come'di quelli cattolici, costruita.e continua mente difesa dalla classe operaia in generale. Non vi è dubbio che il balzo in avanti della democrazia e della par tecipazione alle scelte delle masse lavoratrici nei luoghi di lavoro avviene in coincidenza con un generale moto di un maggiore sviluppo della demacrazia nel nostro Paese: dai quartieri alle scuole alle stesse assemblee elettive.

Ora anche in questo caso, il metodo democratico. nelle mani della classe operaia, ha assunto caratteri specifici ed esemplari.

Le assemblee, i delegati, i Consigli sono certo strumenti di una vi ta democratica di massa; raccolgono e fanno vivere le istanze positive della democrazia diretta ma in funzione della organizzazione, delta elabo'azione di obbiettivi comuni da raggiungere, della direzione delle lotte e della scelta delle forme Gon.cdi condurla.

11 momento della delega non solo non è escluso, ma previsto come un potenziamento della democrazia, quindi regolato, controllato e sottoposto di continuo alla verifica dei lavoratori.

Si evita così la contraddizione insanabile in cui si è incappati spes so nelle scuole e nelle Università, dove ad una democrazia assemble are, che diventa anch'essa formale, si sovrappongono.gruppi dirigenti non sottoposti a nessuna forma di mandato, di controllo e di re voca.

Ci-sono.in alcune fabbriche, nei Consigli, '"delegati" che appartengono a gruppi o che ne sono simpatizzanti: ma anche essi, come operai e come delegati devono sottostare alle regole di questa democra zia che è la più vigorosa smentita nei fatti dello posizioni e del,. le pratiche opportuniste e social-dejnocratiche dei sedicenti "rivoluzionari".

Non è esatto però concludere che i gruppi in fabbrica non siano più un problema: lo sono, non tanto perchè non ci sia bisogno di una pre senza e di una azione politica all'interno della fabbrica,.anzi,que sto bisogno è vitale, il.problema quindi, non è della presenzadiumil qualsiasi politica, ma di quale politica. Lo scontro di classe nei luoghi di lavoro le conquiste realizzate e l'ulteriore svi luppo delle battaglie sociali, richiedono la presenza di forze politiche capaci di collegare e sostenere le lotte operaienel quadro della battaglia per un nuovo sviluppò economico e per una nuova direzione politica del Paese.

Al di fuori di tutto questo si hanno solo indicazioni propagandistiche e avventuriste che nulla hanno a che fare con il.movimento delle masse lavoratrici italiane.

rFINELLRLIC liPANCI LA DIE 51:1-0 L PESI r(r « vent egleiTISTrw I L ihvoiliciToit -5-

DAL 1966 AL 1973

LI ULTIMI cinque anni, dal '68 al Ur '73, hanno visto un costante sviluppo dell'azione sindacale, un progressivo rafforzamento dei sindacati, un processo di superamento delle tradizionali divisioni tra le centrali sindacali, il sorgere di nuove forme di unità. Di questo processo è stata importante protagonista la nuova generazione dei lavoratori, entrati nell'ultimo decennio nel processo produttivo. Questi giovani hanno saputo far propria la migliore tradizione del movimento sindacale italiano, collegarsi con la parte più combattiva dei vecchi quadri ed insieme introdurre nella vita sindacale importanti elementi di rinnovamento: una forte spinta unitaria, una consapevolezza del valore della attività e della partecipazione alle decisioni dei militanti di base che ha consentito un arricchimento della vita democratica ed il sorgere anche di nuove strutture organizzative.

Nel quadro di questo imponente. sviluppo dell'azione sindacale che ha avuto anche momenti esaltanti, come le grandi lotte contrattuali, si è venuta collocando la prima presa di coscienza di grandi masse di giovani lavoratori della realtà sociale della nostra epoca e delle possibilità di mutarla. E' stata una presa di coscienza che, per il modo come è avvenuta, ha avuto il pregio di avere immediatamente una chiara impronta classista, di muovere 431la coscienza dello sfruttamento della forza lavoro nella fabbrica, là dove più direttamente si esprime, di esaltare l'orgoglio di essere operaio, il va• lore dell'unità della classe operaia e della organizzazione sindacale. In certo senso si può dire che le vicende di questi anni hanno portato i giovani lavoratori a ripercorrere come individui quello che è stato il cammino più 'frequentemente percorso dal movimento operaio, il quale ebbe, in genere, a . incamminarsi nella strada della progressiva presa di coscienza della sua funzione storica, proprio muovendo. i primi passi dallo scontro di fabbrica, dalla scoperta della propria natura dì classe, dalla costruzione delle prime organizzazioni sindacali.

In questo senso vi è una profonda differenza, per quanto riguarda il nostro paese, tra il processo vissuto in questi anni ed il modo come ebbero ad avvicinarsi alla lotta politica i giovani lavoratori che vissero le loro prime esperienze negli anni tra il 1943 ed il 1945. Allora ci si trovava nel vivo di una crisi storica, caratterizzata dalla seconda guerra mondiale, nel corso della quale, la disastrosa politica del fascismo aveva posto in giuoco la nostra stessa indipendenza nazionale. Lo obiettivo immediato di lotta era sconfiggere su scala mondiale il fascismo, garantire la vittoria della grande coalizione antifascista, della quale l'URSS era parte essenziale, riconquistare in questo quadro l'indipendenza nazionale del nostro paese ed aprire una prospettiva di sviluppo democratico

Il processo degli ultimi anni, cortispondente alla_ diversa situazione storica, ha aperto un nuovo tipo -di problemi, che non sempre siamo stati in glado di affrontare con la necessaria chiarezza. Da un lato esso ha fornito una solida coscienza di classe, che costituisce un grande punto di forza ed una importante garanzia per l'avvenire, d'altro lato ha Iterò anche alimentato delle concezioni ristrette p limitate che si sono venute raggruppando sotto la definizione di pansindacalismo. Si tratta di un insieme di concezioni che, in realtà, pur non essendo organicamente teorizzate da nessuno, hanno avuto all'interno del movimento ampia diffusione ed ancora oggi circolano, sia pure in forme attenuate rispetto ad alcuni anni fa, ed in genere sulla base di affermazioni prive di una sistematicità. In sostanza tutte queste posizioni muovono da un triplice ordine di illusioni; la classe operaia può da sola mutare l'assetto sociale, senza costruire intorno a sé un ampio blocco di alleanze, la lotta sindacale è lo strumento essenziale, l'organizzazione sindacale e quindi la milizia nel sindacato sono quelle che contano.

Queste illusioni muovono da un errore di fondo: ignorare che la causa della emancipazione dei lavoratori, il lungo cammino del `quale ogni anno il 1" maggio valutiamo i successi e le difficoltà, non può essere vittorioso se non vince sul terreno politico, se la classe operaia non riesce a costruire sul terreno politico, un blocco di forze sociali con le quali possa garantire una nuova direzione dello Stato e della società. Le posizioni pansindacaliste si sono manifestate e si manifestano essenzialmente in negativo, nel disinteresse per la lotta e per la milizia politica, per la costruzione di un sistema di, alleanze politiche. della classe operaia, per l'attività e la funzione dei partiti dei lavoratori. Le origini degli errori sono complesse. Da un lato vi è un elemento di spontaneità. L'illusione, tra i giovani alla loro prima esperienza, particolarmente viva dopo le lotte le vittorie del 1969 che si fosse trovata la strada che si trattava di percorrere di successo in successo, era un'illusione comprensibile, anche se proprio il '69, con le bombe di Milano l'emergere della trama nera, avrebbe dovuto dare già chiaramente il senso del nesso esistente tra lotta sociale politica.

Ma non vi .era solo un elemento' di spontaneità. Altri elementi operavano. Vi erano le difficoltà e le divisioni del movimento comunista internazionale, anche se in parte controbilanciate dalla lotta del popolo vietnamita che ha rappresentato in questi anni un importante punto di riferimento ideale e politico, il cui valore è stato immenso. ed ha consentito di evitare che, anche in presenza di posizioni pansindacaliste. prevalessero orientamenti di un ristretto economicismo. Vi erano le dif-

ficoltà del. Partito socialista, le compromissioni da parte del centro-sinistra della unificazione socialdemocratica ed il suo fatièoso recupero di un legame con le masse. Ha operato la-ostici delle forze più vive del mondo cattolico, deluse dalla esperienza della De- • mocrazia cristiana, incapace di definire un diverso terreno di impegno politico e che hanno,- in larga parte, finito col ripiegare su forme di impegno sociale, contrapposto all'impegno politico, che appariva loro sterile o addirittura deteriore. Infine ha avuto un „peso negativo la campagna dei gruppi estremisti, incapaci di fornire serie prospettive di azione politica, ma particolarmente virulenti nella campagna contro le istituzioni democratiche. i partiti, ed in particolare il PCI. Essi hanno riportato tra i lavoratori, sotto una maschera di < sinistra », i temi più vieti ciel qualunquismo

Un danno serio

Il danno vi è stato, ed è stato serio. Esso ha rallentato, non impedito, un immediato maggiore impegno della gioventù operaia nella battaglia politica, così drammatica ed aspra nel corso di questi anni. Se molte forze hanno saputo superare le difficoltà di orientamento, acquisire una coscienza politica, trovare, sia pure con fatica, la propria strada e sono oggi protagoniste tra le più importanti, altre si sono attardate e autolimitate nella sola esperienza sindacale.. In tal modo le forze di destra, cold pericolosamente attive nel nostro pgese, hanno ottenuto il risultato di ridurre il potenziale di lotta e di azione del movimento Certo molti di questi problemi riguardano il passato. Lo sviluppo degli avvenimenti ha reso sempre più evidente che il nodo essenziale da sciogliere è politico e riguarda la possibilità di dare una direzione nuova al paese, che poggi sulle grandi masse lavoratrici, e sia in grado di attuare quel rinnovamento politico e sociale dell'Italia che del resto, nelle grandi linee, è indicato nella parte programmatica della Costituzione repubblicana. In questo lo maggio i lavoratori italiani possono giustamente celebrare i grandi successi che hanno conquistato, attraverso il sindacato, con la lotta, il sacrificio, colla disciplina. Sanno che anche nei mesi e negli anni avvenire un grande decisivo compito spetterà all'azione sindacale. Il sindacato è garanzia di progresso sociale, baluardo della democrazia. Ma i lavoratori vogliono andare oltre, la grande causa della loro emancipazione, per la quale già più generazioni hanno combattuto ed operato, esige che essi assumano la direzione del nostro paese, e per questo bisogna lottare e vincere - sul terreno politico, bisogna che si rafforzi il partito dei lavoratori.

llGUIDA ALLA LETTURA

Poichè riteniamo che una concreta pratici, rivoluzionaria debba essere sostenuta da una ideologia e da una cultura di classe, invitiamo i compagni ad un piccolo sforzo dedicando un po' del proprio tempo libero ad aumentare le proprie conoscenze per poter meglio combattere contro lo sfruttamento e la cat— tiva informazione e cultura imposta dal padrone.

L'elenco dei libri che viene indicato .è abbastanza ampio e comprende opere di carattere diverso alcune delle quali si, leggono facilmente, altre riàhiedonà impegno ed una certa fatica.

Bisogna dunque compiere una scelta, decidere di leggere un gruppo di opere che abbiano carattere omogeneo, sia che si tratti di scritti di teoria marxista, che di storia. Non bisogna voler leggere tutto, bisogna invece leggere bene, con ordine e sistematicità. Non a caso comunque, ma che corrisponda a precisi interessi e a concrete necessità culturali.

Fissato un programma occorre perseguirlo con costanza e regolarità. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte ad una infinità di pubblicazioni -di livello assai diverso- ed'innumerevoli suggestioni che ci vengono dai moderni mezzi di comunicazioni, dalle riviste, dalle conferenze e dai dibattiti.

Guai a voler correre dietro a tutto, così facendo si finirebbe di assimilare delle nozioni confuse e approssimative. L'essenziale è invece conquistare gli strumenti critici che sono necessari ad orientarsi.

Oggi, vi è il pericolo di una cultura di "seconda mano" basata su cose ascoltate o riportate in riviste e giornali, ma non lette direttamente. Il libro, invece, resta sempre la base di una vera cultura, la conoscenza diretta degli autori non è sostituibile da alcuna conferenza o lezione di un "certo tipo".. Tra le numerose opere indicate-in questa bibliografia, ci pare indispensabile lo'studio dei testi di 1Iarx, di Engels e di Lenin, (scelti tra i più,faciii). Essi forniscono quel minimo di concetti, di criteri, che occorra possaderepà• poi orientarsi bene nelle altre letture. Come procedere? Ognuno. di noi sa dì quanto tempo possa disporre quotidianamente per la lettura: fatto questo è importaptè'troare un momento prestabilito della giornata e dedicarvisi. Ciò deve diventare una abitudine ed una necessi tà; lo studio deve essere considerato non un di più, un elemento accessorio del nostro impegno di militanti, ma una necessità per la nostra attività, ele mento integrante della milizia politica.

Fissato un certo spazio da dedicare alla lettura, bisogna seguire un piano di .studi. Si legga un libro per volta, senza alcuna fretta, si legga lentamente ed attentamente; si ritorni più volte sulle pagine che non sono chiare; se pro prio la difficoltà appare insuperabile non ci si scoraggi, non si rinunci alla lettura. Questo in linea generale,.ma per altri testi fondamentali non èco sì. Per opere come "Il Manifesto" del Partito Comunista, "L'Imperialismo" di Lenin, una qualsiasi lettura non é lettura. nui due letture successive sono in genere indispensabili.

Lasciato poi passare un po' di tempo, compi ute altre lettura, sarà bene tornare su que sti testi una terza volta. Occorre abituarsi a finire la lettura iniziata. Stabilito un piano di.lettura, bisogna portarlo avanti scrupolosamente. Quindi rinnoviamo l'invito, ed in particolar modo ai giovani compagni, ad accrescere e migliorare la'propria conoscenza rivoluzionaria e culturale ed a rivolgersi ai compagni del Direttivo per lo acquisto di detti libri o di altri opuscoli e per ulteriori informazioni.

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BIBLIOTECA

Lenin - Che fare? Editori Riuniti, L. 700

Lenin L'imperialismo - Editori Riuniti, L. 700

Lenin - Stato e Rivoluzione - Editori Riuniti, L. 700

Lenin - L'estremismo, malattia infantile del comunismo - Editori Riuniti, L. 700

Karl Marx - La concezione materialistica della storia. Ed Riuniti. L, 600

Karl Marx - Lavoro salariato e capitale Editori Riuniti, L. 600.

Marx Engels - Il Manifesto del Partito Comunista, introduzione di Palmiro Togliatti - Editori Riuniti - L. 600.

Friedrich Engels - L'evoluzione del socialismo dal-. l'utopia alla scienza - Editori Riuniti, L. 700

Truting Chin - Ho Chi Min, Ed. Riuniti, 1969, XXVIII, pag. 96, L. 400

A. Gramsci - Quaderni del carcere - Ed. Riuniti, 6 vo1I., L. 6.000

P. Togliatti - Comunisti e cattolici - Editori Riuniti, pag. 96, L. 250

E. Berlinguer - Relazione al XIII Congresso, pubblicata nel volume « Il XIII Congresso del PCI - Atti e risoluzioni », Ed. Riuniti, L. 3.500

Salvador Allende - La via cilena al socialismo, Ed. Riuniti, L, 900

Longo - Sulla via dell'insurrezione nazionale Editori Riuniti, L. 2.500

Luigi Longo - Le brigate internazionali in SpagnaEditori Riuniti, L. 3.000

R. Battaglia - Breve storia della resistenza italiana - Editori Riuniti, L. 1.200

P. Spriano - « L'Ordine Nuovo » - Ed. Einaudi, L. 1.600

A. Lepre - La svolta di Salerno - Editori Riuniti, L. 600

G. Procacci - Storia degli Italiani - Ed. Laterza, 2 voll. L. 1.800

Daniel H. Horowitz - Il movimento sindacale in Italia, Ed. Il Mulino, L. 6.000

Giorgio Amandola - I comunisti e. l'Europa - Editori Riuniti, L. 500

G. Amandola - Classe operaia e programmazione economica - Editori Riuniti, L. 2.000

H. Dobb - Economia del benessere ed economia socialista - Editori Riuniti, L. 2.800

Quest'opera fu pubblica LENIN ta nel 1920,a conclusio L'estremismo, malattia in- ne di un -neriodo rivolu fantile del comunismo .zionario,culminato con la conquista del potere in Russia,Lenincon l'intento di nettere in guardia il par tito da ogni facile illusione. circa la pos sibilità di procedere a pasSi rapidi verso il comunismo - fissa i principi e nega qualsiasi credito al dogmatismo e all'attivismo irrazionale di sinistra.

Ricordando che le avanguardie da sole non bastano a portare avanti il processori voluzionario, ma che occorrono invece con senso e partecipazione delle masse lavora-

PALM1R0 TOGLIATTI Il tema (" quello del rapComunisti acattolici porto fra comunisti e cat tolici, sullo sfondo deigrandi problemi del mondo moderno: - la pace, il destino dell'umanità, le pros)ettive della creazione di una nuova so cietà per l'edificazione del socialismo.

—e—

CON SI RAFFORZA IL PARTITO

Tre miliardi e mezzo per il PCI e la stampa comunista!

AUMENTARE LA DIFFUSIONE

Un momento essenziale dell'azione per rinsaldare l'unità antifascista e dare al Paese un governo che liquidi le macchinazioni reazionarie e imponga il rispetto della legalità democraticaMobilitazione papolare per una riforma nel campo delfinformazione

Per sostenere il PCI e la sua stampa occorre chiedere nuovi sforzi e nuovi sacrifici. Bisogna raccogliere quest'anno tre miliardi e mezzo di lire, moltiplicare il numero delle feste, aumentare la diffusione dell'Unità, di Rinascita, delle altre pubblicazioni, accrescere gli abbonamenti, per consentire al Partito di svilupparsi e per garantire alla sua stampa di resistere all'offensiva che contro di essa viene condotta. Ottenere un nuovo balzo in avanti nella sottoscrizione, nella diffusione, nelle feste dell'e Unità» non è interes-. se ristretto dei comunisti. Quanto più sarà fotté' nostra stampa tanto più sarà stimolata in ogni tilmpo una informazione meno conformista, più oggettiva, più libera nell'interesse della democrazia e di tutti i cittadini. I grandi risultati ottenuti lo scorso anno nella campagna per « l'Unità » e per « Rinascista », le eccezionali diffusioni del 25 Aprile.el del Primo Maggio di ,quest'anno indicano la possibilità di raggiungere e superare i più ambiziosi traguardi.

Avanti perchè giunga ovunque l'appello all'unità del popolo e delle forze politiche di sinistra e democratiche per risanare e rinnovare l'Italia!

14,
CAMPAGNA DELLA STAMPA COMUNISTA SEZ. LENIN (MAGNETI MARELLI) --OBIETTIVI 1973 ) ISCRITTI OBIETTIVO MEDIAxISCRITTI 184 .300.000 1.600

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