un questo numero
Approvato il bilancio per il 1979
Approvato il bilancio per il 1979
Il decentramento acquisisce maggiori poteri reali Il preventivo di spese per la nostra zona supera di circa 300 milioni la somma prevista dall'amministrazione comunale — Controllo democratico sull'attuazione degli interventi previsti.
Il Consiglio di Zona 19 ha approvato all'unanimità il bilancio di previsione della Zona per il 1979, che pubblichiamo in altra parte del nostro giornale e che prevede interventi per una spesa complessiva di 3 miliardi e 31 milioni di lire.
È questo un importante passo avanti sulla strada dell'acquisizione di poteri reali da parte dell'organo del decentramento, che è ora chiamato a decidere come
spendere, per quest'anno soltanto per spese in conto capitale, la quota di bilancio comunale azzonato assegnatagli.
Il fatto che la cifra complessiva delle spese previste superi di quasi 300 milioni di lire la somma di 2 miliardi e 740 milioni previste dall'amministrazione comunale per la nostra zona vuol essere, come ha tenuto a sottolineare il repubblicano Sinicato, responsabile della com-
Le case di via Gianicolo
missione bilancio del C.d.Z. 19, un atto provocatorio contro una normativa che ha posto agli organi del decentramento dei limiti entro i quali non era possibile restare.
REALIZZARE CON SOLLECITUDINE
Lo stesso consigliere Sinicato, che è stato il relatore, ha tenuto a precisare che nel bilancio di zona si sono voluti indicare alcu-
Presentato il progetto della nuova casa da costruire sull'area della cascina Case Nuove — Quando si passerà alla fase esecutiva? Mobilitare il quartiere per una rapida attuazione — Che ne sarà di chi ha acquistato gli appartamenti?
ni problemi, quali quelli degli handicappati, delle scuole e dei centri sociali, che vanno oltre i problemi edilizi.
Di particolare importanza, come ha ricordato il consigliere Lodola del gruppo socialista, è la manutenzione del parco scuole che nella nostra zona è molto ampio, con 47 complessi di proprietà comunale, ma lo sforzo del C.d.Z. non deve fermarsi qui, segue a pag. 2
SCUOLA I SOLDI CI SONO CHI LI
AMMINISTRA
ONNICOMPRENSIVO O ONNICOMPRENDENTE?
CENTRO
QUARTIERE AL QT8 LAMPUGNANO
Si sta avviando a soluzione l'annoso problema delle case degradate di via Gianicolo 8,10 e 12 e relativi bis, di cui abbiamo già avuto più volte modo di occuparci? A questa domanda chiedevano una precisa risposta quanti sono intervenuti il 10 febbraio scorso all'assemblea indetta dal Circolo immigrati pugliesi Giuseppe Di Vittorio, cui hanno aderito il Consiglio di Zona 19, rappresentato dal suo presidente Danilo Pasquini, e da quattro consiglieri, i comunisti Grandi e Gruppioni, il democristiano Gibelli ed il capogruppo socialista Zaccaria, nonché le forze politiche, con la presenza di rappresentanti del P.S.I., della D.C. e del P.C.I.
Il tempo dei comizi è finito, ha esordito il presidente del Consiglio di Zona, dicendo che ormai si sta passando dall'epoca delle promesse, per lunghi anni rinnovate, ma sempre rinviate, al momento della concretizzazione, non soltanto per lo stanziamento già deliberato nel 1977 dell'amministrazione comunale di Milano del miliardo e 320 milioni di lire necessari per la costruzione della casa-parcheggio dove sistemare gli inquilini di via Gianicolo, nell'attesa del" i ristrutturazione degli stabili. ma anche e soprattutto per' .ie sono ormai pronti i progetti per la realizzazióne di tale casa, anche se essi, come ha spiegato l'arch. Grandi,
coordinatore della commissione concessioni edilizie-manutenzioni del Consiglio di Zona 19, necessitano di alcune revisioni e rettifiche per migliorarne la funzionalità.
Bisognerà poi passare all'acquisizione dell'area della cascina
Case Nuove, su cui la casa dovrebbe essere costruita ed ai cui proprietari è già stato inviato il relativo avviso nel tentativo di risolvere il problema della dispoSegue a pag. 2
Nella zona una iniziativa culturale per la città
Il circolo ARCI Giulio Trevisani in collaborazione con il C.D.Z. 19 e il Gruppo di Ricerca della facoltà di architettura ha organizzato per la città un seminario, sullo sviluppo urbanistico di Milano dal dopoguerra ai giorni nostri, che si terrà nella sala del Consiglio di Zona 19. A questo proposito abbiamo avuto un interessante dialogo con Romano Chiovini, presidente del Circolo, e con Silvano Tintori, docente alla facoltà di architettura di Milano, il quale sarà uno dei protagonisti di tale seminario.
Chiovini: «Con questa iniziativa si è giunti ad un rapporto nuovo ma felice tra circolo di periferia ed università, all'interno di una istituzione come il Consiglio di Zona...»
Tintori: «La facoltà di architettura ha l'esigenza di un rapporto con l'esterno rivolto a stabilire le motivazioni della ricerca, radicate nel sociale. Questa esigenza ha cominciato ad emergere in facoltà dalla fine degli anni '50 arrivando alla sua occupazione nel 1962 contro i docenti conservatori che invece volevano tene-
re i programmi nel professionalismo. E scontato d'altronde che quando si inizia una ricerca bisogna andare a verificare che l'esigenza che l'ha motivata sia reale e non solo di addetti ai lavori. Ma da questa iniziativa emerge un risvolto ancora più interessante: l'istituzione che accetta di esercitare un suo ruolo nella definizione dei termini progettuali della ricerca e soprattutto nella direzione di una ricerca storica sulla città.»
R. Chiovini: «Per noi circolo TreSegue a pag. 11
pag. 2 - milano 19
Dalla prima pagina
deve andare oltre impegnandosi a seguire il lavoro degli uffici comunali perché quanto previsto venga attuato con la massima celerità, dato che se entro un anno tali opere non verranno messe in cantiere si perderebbero possibilità di finanziamenti futuri ed anche perchè, come ha ricordato il democristiano Magrone, in caso di ritardi le spese ora previste come ordinarie finirebbero con il divenire straordinarie, con maggiori oneri per l'amministrazione comunale ed in definitiva per i cittadini.
CONTROLLO DEMOCRATICO
Appare quindi indispensabile andare a dei controlli democratinibilità del terreno mediante la trattativa diretta, che richiederebbe tempi di attuazione molto più brevi che non l'esproprio.
LA BATTAGLIA NON È ANCO-
RA VINTA
Se tutto andasse per il meglio nel giro di qualche mese i lavori potrebbero avere inizio; ma non bisogna illudersi che tutto sia ormai risolto, che la battaglia sia ormai vinta, che tutto sia ormai fatto. Il padrone, è stato detto, non dorme e bisogna aspettarsi che faccia qualche tentativo per ostacolare la realizzazione del progetto. Non è da escludere che nella questione cerchi di inserirsi la speculazione. Già si sono sentite circolare voci di strane cooperative che mirerebbero ad acquistare la cascina Case Nuove per ricavarne miniappartamentini di lusso e studi per artisti, ristrutturandola a scopo speculativo. Non bisogna comunque lasciarsi prendere da un senso di sfiducia e di scoramento, anche se giustificato da anni di attesa. È necessario continuare la lotta, il cui peso non va però caricato soltanto sulle spalle degli abitanti di via Gianicolo, ma deve essere sostenuto da tutti i cittadini, dalle forze politiche e dalle organizzazioni democratiche, che devono farsi carico dei problemi non soltanto di via Gianicolo, ma anche di via Pinerolo e di via Rembrandt, per affrontare in modo organico il problema della casa nella nostra zona.
OLTRE ALLA BEFFA IL DANNO
Un problema da affrontare con
ci e periodici, ogni tre mesi, perchè, ha detto il capogruppo comunista Caprara, queste cose non potranno essere realizzate se non si coinvolgono in modo concreto i cittadini, che debbono essere portati a conoscenza del bilancio di zona e delle motivazioni politiche che ne sono alla base attraverso assemblee pubbliche e che debbono essere chiamati a gestirne l'attuazione attraverso le varie commissioni in cui il Consiglio di Zona si articola.
Ci si trova ad affrontare, come ha sottolineato il comunista Volpe, una fase sperimentale per quanto riguarda i bilanci azzonati, ma essi sono il banco di prova
della capacità degli organi di decentramento politico-amministrativo di essere amministratori.
Proprio sul bilancio, sulla possibilità di utilizzare in modo autonomo il pubblico denaro per fronteggiare i bisogni della zona e della gente che vi abita si giocano il prestigio e la credibilità degli organi di democrazia decentrata, anche in vista del varo, previsto per la fine di quest'anno, della nuova legge amministrativa metropolitana, che dovrebbe consentire alle zone di inserire nei loro bilanci previsioni di spesa non soltanto in conto capitale.
COMITATO UNITARIO ANTIFASCISTA PER LA DIFESA DELL'ORDINE REPUBBLICANO-SEZIONE DI S.SIROVIA MAR JONIO 7 - MILANO
Cittadini, il Comitato Unitario Antifascista per la difesa dell'Ordine repubblicano di S. Siro venuto a conoscenza che nel corso dl una assemblea tenutasi nell'ITIS G. Gallia' è stato affermato che alcuni brigatisti rossi sarebbero iscritti al P.C.I. ed alla C.G.I.L., condanna tale grave affermazione.
Il Comitato invita la cittadinanza a non raccogliere tali provocazioni che hanno come unico scopo quello di spezzare l'unità democratica nel Paese. Tale unità è l'effettivo baluardo contro l'eversione terroristica e contro l'azione disgregatrice operata da comportamenti irresponsabili, potenzialmente lesivi della necessaria unità perseguita, pur nel rispetto delle differenti opinioni politiche, dalle forze che si riconoscono nel Comitato. Tale comunicato è stato approvato all'unanimità dalla assemblea indetta in data 17-2-79.
Il Comitato Unitario Antifascista Sez. S. Siro (PCI, DC, PSI, PSDI, CUZ 18-19, MLS, ACLI, UDI)
urgenza è anche quello dell'assegnazione degli alloggi affinché, come è già accaduto in altri casi, una volta ultimata la nuova casa non resti per mesi vuota, con il rischio di occupazioni abusive e di un degrado precoce.
Il presidente del consiglio di zona ha proposto, agli inquilini e alle forze politiche presenti di gestire in proprio la graduatoria mediante la formazione in seno alla Commissione Casa del Consiglio stesso di un apposito gruppo di lavoro, nel quale siano presenti tre inquilini di via Gianicolo, e rappresentanti delle forze politiche e sindacali, attuando un'iniziativa democratica, che, come ha proposto il socialista Zaccaria, dovrebbe essere ripetuta ogni qualvolta si ripresentassero casi analoghi.
Rimane il problema di quegli inquilini, che cedendo alla proprietà hanno, a costo di grossi sacrifici, acquistato parte degli appartamenti degli stabili di via Gianicolo, la cui ristrutturazione, come ha precisato il comunista Grandi, dovrebbe consistere nel loro totale abbattimento per far posto a nuovi stabili, che saranno realizzati dallo IACP. Purtroppo, è stato detto, tali inquilini essendo divenuti condomini non avranno diritto ad entrare in graduatoria per l'assegnazione dei nuovi alloggi.
Sarà un ulteriore danno per questi lavoratori che, per una pur giustificata paura di perdere la casa, hanno sacrificato i loro sudati risparmi, assogettandosi al gioco della proprietà mirante a dividere gli inquilini, per indebolirne la resistenza.
Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni 1° liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
«Era ora che si approvasse questo famosissimo passante ferroviario. È da un casino di tempo che se ne parla e non si realizza mai.»
La mia primogenita ha appena finito di leggere la notizia del dibattito sul piano dei trasporti in consiglio comunale.
Mi viene da domandarle: «Perchè poi a te interessa tanto il passante ferroviario che collegherà in sotterranea la Stazione Vittoria con quella Garibaldi, visto che tu non l'adopererai quasi mari?»
La luce artificiale sfuma i colori e ho difficoltà ad intravedere l'arrossamento della giovane universitaria, poi la risposta:
«Beh, il passante servirà ai pendolari, agli operai, anche agli studenti, anche a quelli della Statale, anzi ce n'è uno... qualcuno che conosco anch'io che viene dal lodigiano, cioè, uno che arriva alla stazione di Porta Vittoria, poi se trova la metropolitana può arrivare al QT8 in un battibaleno, cioè...»
L'imbarazzo del privato che prevale sul pubblico viene tolto di mezzo dall'intervento più preciso del tiglio liceale: «a proposito del QT8 quando avremo il metrò qui al Gallaratese, perchè io mi sono rotto di fare su e giò con autobus vari per andare a scuola?»
Devo dire che trovo la domanda più che legittima e di alto contenuto culturale rispetto ai discorsi di Fonzie che a quest'ora (19,30) si sta esibendo in TV.
«Dunque il vicesindaco ha detto la MM arriverà al Molino Dorino
alla fine dell'80 e noi per quella data avremo pure la fermata sotto casa...» Mia moglie spegne la sigaretta e mi interrompe. «Ma come non doveva arrivare entro quest'anno?» E mentre se ne accende un'altra, (di sigaretta) attende la mia spiegazione. «La faccenda è che la linea sarebbe finita entro quest'anno, ma siccome non sarebbe pronto il deposito di Molino Dorino, non si potrebbero tenere le vetture al capolinea e allora dovrebbero rimanere sui binari in sosta creando un sacco di problemi e poi ci sono i guidatori dei convogli che si troverebbero a disagio perchè non potrebbero finire la corsa dove dovrebbero e allora ci sarebbe il problema del loro trasporto da una parte all'altra, con ritardi alla fine del turno di lavoro, con spese supplementari per l'ATM...»
Mi fermo: tutti i 3/4 della mia famiglia mi stanno guardando in silenzio, poi la mia metà fumosa si allunga «Perché la fai così lunga per dire che dovremo aspettare ancora un paio d'anni per avere il metrò?»
ll liceale dal canto suo effettua un tiro libero dalla lunetta e fa un canestro secco affermando: «Lo dicevo io che mi toccherà andare a fare gli esami di maturità (fra quattro anni - nota mia) con il solito 68 schifoso, stracolmo di gente.»
Anche l'universitaria non mi lascia tregua: «Eppure questa giunta di sinistra aveva promesso il prolungamento al Gallaratese, oltre il passante, naturalmente...»
Come spiegare che è diverso approvare, progettare, stanziare e poi realizzare... e poi anch'io aspettavo con ansia il metrò sotto casa per andare in ufficio.
«Ma è proprio impossibile fare qualcosa per far funzionare il prolungamento prima che sia fatto il deposito a Molino Dorino?» - incalza la mia consorte, seminascosta da una nuvola di fumo nazionale lunga.
Credo proprio che abbia ragione lei a porre il problema in modo costruttivo. Bisogna convincere l'amministrazione comunale a esaminare ogni poss'bilità al fine di mettere in funziole il prolungamento al più presto. E non solo perchè è utile farlo prima delle elezioni comunali del 1980, ma per dimostrare il nuovo modo di governare.
«Avete ragione: andiamo domani sera in Consiglio di Zona, proponiamo che si facciano incontri con l'assessorato, gli uffici tecnici, la direzione e i sindacati dell'ATM. Niente deve essere lasciato intentato per realizzare il prolungamento appena pronto, anche senza deposito al Molino Dorino... Studiamo delle soluzioni per ovviare agli inconvenienti. Tutti insieme, utenti ed amministratori se non vogliamo dare motivi a legittime proteste» e pensandoci bene avrei anch'io qualche ragione di protestare se dovessi continuare a viaggiare come sardina in scatola entro autobus traballanti mentre sotto la strada giacerebbe abbandonata e silenziosa la metropolitana dei nostri sogni e delle nostre lotte.
Luca OrsenigoMolte pagine sono state scritte nella storia dell'emancipazione femminile che ne caratterizzano il grande passo in avanti per il raggiungimento dell'affermazione della donna unicamente come donna e non come imitatrice dell'uomo.
La donna via via prende e prenderà coscienza sempre maggiore della necessità di lottare perché si possa e si debba arrivare alla realizzazione di una vita sociale nella quale ciascuno esplichi le sue attitudini e le sue competenze senza distinzione di sesso.
Notevoli cambiamenti e svolte decisive si sono avute e si avranno.
Basti indicare ad esempio l'importanza che ha assunto in Italia
la legge sull'aborto, una legge che sancisce finalmente il diritto all'assistenza della donna in caso di necessità di tale intervento. Tenendo sempre presente che in ogni caso l'aborto è per la donna un dramma, solo la corretta e onesta applicazione della legge potrà portare in un tempo che si spera breve alla totale abolizione della piaga dell'aborto clandestino, causa di numerosissime vittime e incredibili speculazioni, oltre alla realizzazione di tutte quelle strutture che consentano di programmare e gestire una procreazione responsabile.
E la legge sulla parità di lavoro? Questa legge ha cancellato, almeno dalla legislazione, molte descriminazioni nei riguardi della maternità e dello stato di famiglia. La donna, infatti, non ha più l'obbligo di andare in pensione
petenze, senza distinzione di sesso: per arrivare a questo è indispensabile che le donne, come gli uomini, possano occupare i posti chiave in numero sufficiente per influenzare la vita politica. Lotta quindi per la conquista di un lavoro qualificato e lotta nella scuola perché questa cessi la sua discriminazione e non indirizzi obbligatoriamente le donne verso carriere «squisitamente femminili».
Inserimento globale nel mondo produttivo e conseguente creazione di servizi collettivi seri, affidati a persone competenti, per la cura dei figli e l'organizzazione delle faccende domestiche: queste le condizioni determinanti per consentire alla donna di dedicare, in modo sereno, il tempo libero ai figli e ai propri interessi particolari.
Anna
Bontempicinque anni prima del lavoratore e ha l'opportunità di scegliere tra il pensionamento a 55 o a 60 anni. Le due ore di allattamento non vengono più caricate sul datore di lavoro, ma se ne fà carico l'intera collettività. Anche il padre ha diritto di assentarsi dal posto di lavoro per assistere i figli piccoli. La parità si è estesa inoltre al riconoscimento del diritto agli assegni familiari, alle aggiunte di famiglia e alla maggiorazione della pensione per i famigliari a carico.
Poiché il lavoro è l'elemento fondamentale e determinante per l'indipendenza di qualsiasi individuo, e quindi anche della donna purché non sia sempre relegata nel terziario o in lavori dequalificati, ecco che ella deve ancora lottare per un graduale e sicuro inserimento nell'area produttiva con conseguente possibilità di una diretta partecipazione alle lotte sociali e senza limitarsi quindi a dare delega ai partiti e alle organizzazioni sindacali.
Inserimento nel mondo del lavoro dunque quale condizione necessaria per contribuire alla realizzazione di una vita sociale organizzata in modo tale da dare a ciascuno la possibilità di esplicare le sue attitudini e le sue com-
La storia del quartiere S. Leonardo, ultimo lembo di terra abitata prima dell'aperta campagna, come ama definirla la stampa cittadina, è la storia dei suoi undici palazzi ed è anche la storia del Comitato Inquilini S. Leonardo che si è recentemente costituito. È vero che il quartiere esiste da dieci anni, come è vero che esistono da tempo vari sindacati che si interessano dei problemi della casa e degli inquilini che li abitano; ma quando un intero quartiere va in disfacimento e le varie forze che credono di rappresentarlo non fanno nulla o quasi per esso e che certe decisioni per risanarlo vengono prese dal vertice senza ascoltare la base per vedere quali siano le reali condizioni del quartiere stesso, ecco nascere il malcontento, il malumore e il risentimento degli inquilini.
Questo non vuole essere un articolo critico verso le varie organizzazioni sindacali e politiche perché se criticassimo senza porre basi alternative, non ci differenzieremmo da coloro che hanno operato prima di noi, ma l'evoluzione democratica dei tempi, ci hanno fatto notare che certe forme di lotta sono superate e che senza la partecipazione viva degli inquilini certe cose non subirebbero mutamenti che rientrano nella logica della realtà.
Vediamo come è nato il quartiere — male — senza pompe antincendio, citofoni, mancanza di servizi igienici e sociali, insufficienza autoclave, scale che rappresentano l'accesso facile a chiunque voglia accedervi, brache di scarico delle acque nere sempre rotte, infiltrazioni d'aria e d'acqua negli appartamenti, riscaldamento insufficiente e sempre rotto, questo solo per citare alcune delle carenze che esistono sin dalla sua costruzione.
E in dieci anni cosa si è fatto? (domanda per i lettori).
Dopo anni di promesse fatte da vari Assessori Comunali e dalle Organizzazioni Sindacali, la realtà dei fatti è che il quartiere (salvo la sostituzione tapparelle ed alcune piccole opere di manutenzione ordinarie) è come all'inizio e la situazione in questo ultimo periodo è peggiorata.
Lo scorso anno il Comune ha stanziato con una delibera la cifra di 1.245.000.000 per opere di manutenzione straordinaria per il quartiere, ma questa non rispondeva alle necessità; era una
delle tante delibere che competenti (sindaco Tognoli in testa e Assessore Pillitteri) sarebbe ancora nel dimenticatoio.
Per sopperire a ciò circa 470 famiglie del quartiere hanno dato mandato a 9 inquilini di adire le vie legali presso la 6° Sezione Penale del Tribunale di Milano per fare modificare la situazione.
C'è stato un incontro con lo stesso Sindaco Tognoli, il quale ha nominato una successiva Commissione Tecnica, che ha verificato che l'esigenza degli inquilini (che nel frattempo si erano costituiti attraverso varie assemblee, in «Comitato Inquilini S. Leonardo inviando in data 11.10.78 con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, la sua costituzione alla Procura della Repubblica di Milano e p.c. alla Regione Lombardia, al Comune di Milano, all'Istituto Autonomo delle Case Popolari e al Consiglio di Zona 19) erano reale
C'è stata una comunicazione del Pretore con gli organi competenti per la verifica di tutto ciò e le 470 famiglie che avevano aderito attraverso i 9 denuncianti all'azione penale e amministrativa, stanno per vedere realizzato il loro giusto obiettivo.
Sono circa due mesi (13*11*78) che il Comune ha dato mandato all'IACP per iniziare i lavori per l'installazione dei citofoni, la chiusura dei portici, sistemazione impianti igienici, colonne verticali degli appartamenti ecc., mandato fatto con urgenza dall'Assessore all'Edilizia Popolare sig. Rossinovich, che evidenzia una procedura d'urgenza perché la Magistratura sta indagando su denuncia degli inquilini. La nostra lotta ha portato ad un successivo stanziamento di c.a
L. 1.500.000.000 come si può vedere dalla delibera successiva del 27*12*78, ed anche in questo atto, si evidenzia l'urgenza in base all'art. 140 T.U.L.C.P., perché esiste sempre la nostra denuncia.
È utopia tutto ciò? È sedicenza tutto ciò? È prevaricazione? Il comitato inquilini S. Leonardo, che ha sede presso il bar tabacchi di via Appennini, 53 F Milano.
è a disposizione di tutti quegli inquilini, sindacati, partiti, che desiderano chiari menti e per partecipare ad una lotta pluralistica che superi certe stupide barriere e che portino veramente alla realizzazione delle opere di cui il Comitato inquilini S. Leonardo, si è fatto promotore.
Comitato Inquilini S. Leonardo
Sull'ormai annoso problema delle manutenzioni al S. Leonardo, che ora sembra si stia avviando a soluzione, il Consiglio di Gestione della terza Zona delle IACPM (comprendente un rappresentante del Consiglio di Zona 19, uno del Comune di Milano ripartizione Case popolari, uno del SUNIA, uno del SICET, uno dell'APIA, uno dell'UIL-Casa, uno dell'Unione inquilini, uno dei lavoratori autonomi e tre del CUZ della Zona 18-19) aveva già espresso il suo parere nella seduta del 20 luglio 1978 con il seguente ordine del giorno:
Il Consiglio di Gestione della 3° Zona IACPM nella sua seduta ordinaria ha esaminato la situazione generale del Q.re S. Leonardo relativa alla manutenzione straordinaria, oggetto dell'apposita delibera del Consiglio Comunale che è stata attentamente esaminata e discussa dai componenti il C.d.G. allargata ai rappresentati del Quartiere. Facendo anzitutto rilevare che fin dal suo insediamento (avvenuto nel 1974) il C.d.G. ha lungamente approfondito la vicenda del quartiere, sollecitando di volta in volta agli Enti interessati, Comune e IACP, gli interventi prioritari ed urgenti di manutenzione da effettuare.
Il C.d.G. prende ora atto della volontà di iniziare gli interventi con un primo stanziamento di 1.245 milioni che si riferisce ad una valutazione, dei lavori da eseguire, che risale a qualche anno fa e che attualmente risulta inadeguato, quindi è da rivalutare. Per stimare la consistenza reale dei costi da sostenere per gli interventi prioritari il C.d.G. condivide la scelta proposta dalla C.T.C. di svolgere una indagine ulteriore, direttamente sui fabbricati al fine di avere degli elementi certi ed attuali prima di procedere agli appalti dei lavori. Tale indagine dovrà comunque essere effettuata e conclusa entro e non oltre la fine di settembre, di conseguenza la C.A. dovrà mettere tempestivamente a disposizione dello IACPM i fondi occorrenti per effettuare
l'indagine. Ciò consentirà di individuare e stabilire la priorità dei lavori più urgenti da effettuare con i fondi stanziati.
Il C.d.G. esprime la necessità di
mantenere i tempi previsti e chiede un ulteriore stanziamento a totale copertura degli interventi necessari ed ormai non più dilazionabili.
Nel corso dell'assemblea indetta dal Consiglio di Zona e tenutasi il giorno 16 febbraio sono state annunciate le opere di manutenzione straordinaria per il Quartiere San Leonardo che verranno appaltate in questi giorni.
Rifacimento delle colonne verticali di fognatura e dei relativi scarichi (spesa prevista 700 milioni)
Fornitura e posa di lamiera zincata per assicurare le pericolanti coperture dei balconi (leggi corrimani in marmo).
Ripristino del cordolo in cemento armato di coronamento dei piloty, già demolito nelle parti pericolanti. (spesa prevista 70 milioni).
Esecuzione dell'impianto
dei citofoni negli alloggi compresa fornitura e posa in opera di nuovi casellari postali in ogni scala (spesa prevista 60 milioni)
Sistemazione camerette immondezzai, compresa la ventilazione tuttora mancante (spesa prevista 50 milioni)
Per il raggiungimento dell'importo stanziato di L. 1.245.000.000 sono già in fase di progetto la chiusura del piloty di tutti gli stabili del quartiere.
Apprendiamo, inoltre che verranno sottoposte per l'approvazione del consiglio comunale, con un successivo provvedimento, altre opere e la relativa spesa prevista di L. 1.460.000.000.
Presentato dalla Commissione Cultura-sport-tempo libero il programma delle attività da realizzare nella Zona 19 nel 1979. Denunciate le carenze delle strutture esistenti.
La «Due giorni con lo sport» terza edizione, gare di nuoto, di sci, atletica leggera, pallavolo, pallacanestro, calcio, tennis, il Palio dei Quartieri «da disputarsi tra i quartieri della nostra zona (Figino, Trenno, Lampugnano, QT8, Gallaratese, S. Leonardo, Fiera, S. Siro, Harar) con gare di pattinaggio, cicloturistica, albero della cuccagna, corsa nei sacchi, marciatoria e gare di bocce, e ancora musica popolare, folk, moderna, classica, lirica, teatro, cabaret, cinema, mostre di pittura e di fotografia, dibattiti. Tutto questo è previsto nel programma elaborato per il 1979 dalla Commissione Cultura-sporttempo libero del Consiglio della nostra zona. Nel formularlo essa non ha però ritenuto di potersi esimere dall'esprimere considerazioni sulle peculiarità della zona, che presenta distinzioni sociologiche secondo la qualità degli insediamenti.
UNA ZONA EMARGINATA
Il Gallaratese e Lampugnano abitati quasi esclusivamente da ceti operai ed impiegatizi, salvo pochi isolati come il Monte Amiata ed altri modesti insediamenti nella zona di Lampugnano, sono privi di strutture per la cultura e lo sport, salvo alcune istituzioni private, e sono carenti di mezzi pubblici che li colleghino al resto della città. I suoi abitanti vivono quindi in una situazione di emarginazione in attesa della realizzazione dei servizi sociali previsti nella spina centrale, la cui realizzazione richiederà ancora del tempo.
Peggiore appare la situazione del quartiere S. Siro Harar, che ha però l'aggravante di una popolazione di età mediamente avanzata, che abita in case fatiscenti e le cui condizioni di emarginazione appaiono più evidenti.
La presenza del verde sportivo del galoppatoio, dello stadio e di altri impianti sportivi non miglio-
ra la situazione, dato che si tratta di strutture utilizzate a livello cittadino, nazionale ed internazionale per lo sport spettacolare.
Anche la presenza di palazzine di lusso con vasti giardini non modifica la qualità della vita in questo quartiere in quanto si tratta di nuclei chiusi in se stessi.
Il QT 8, sorto come quartiere popolare e divenuto nel tempo residenza di ceto medio impiegatizio e professionale, può essere considerato il miglior insediamento della zona, anche perché beneficia del campo sportivo comunale 25 Aprile, del Monte Stella e di campi gioco, nonché di una stazione della MM che lo collega rapidamente al centro cittadino. Tuttavia mancano strutture per la cultura e lo spettacolo, salvo quelle parr,pcchiali e quelle inutilizzate, come l'ex «Paradiso del Pescatore».
Nei vecchi borghi di Figino, di Trenno e di Lampugnano sopravvive qualche accenno di vita associativa sostenuto dalla presenza di cooperative, destinate probabilmente a sparire con l'espansione della città se non si interverrà secondo una linea di salvaguardia già individuata dal Consiglio di Zona. Comunque le possibili attrezzature per lo spettacolo esistenti in questi borghi non sono adeguatamente utilizzate.
Il Parco Nord è sicuramente notevole per costruzioni e dotazione di verde e comprende dei vecchi fabbricati agricoli che potrebbero essere recuperati per attività culturali, ma che attualmente sono inutilizzati.
GLI OBIETTIVI DA PORSI
Da questa rapida analisi si deduce che nel complesso la nostra zona vive in una situazione complessiva di emarginazione e di mancanza di mezzi per la diffusione della cultura e dello sport, da cui deriva una perdita di valori sociali e comunitari.
L'obiettivo dell'azione culturale
da svolgere dovrebbe quindi consistere in una serie di manifestazioni che stimolino la presa di coscienza della condizione di vita urbana e quindi in manifestazioni propositive di modi alternativi di vivere in città. Ma l'avvio di questa operazione deve avvenire in forma critica, dimostrativa di condizioni storiche confrontabili. Perché tale obiettivo non rischi di vanificarsi in sterile denuncia, né si esaurisca in operazione puramente politica, deve esprimersi in qualità e con i mezzi specifici dell'arte e della cultura, individuando un percorso che tragga le sue origini dalla storia recente e contemporanea, senza però escludere, secondo le opportunità e con le dovute esplicitazioni, momenti del passato particolarmente significativi della lotta per condizioni di vita non alienanti.
GLI STRUMENTI
Un obiettivo, ha sottolineato la commissione, si pone in particolare nei confronti della scuola con la scelta di rappresentazioni con carattere didattico e di svago, stimolanti ai fini della creatività, dell'espressione e della partecipazione.
Le attrezzature attualmente praticabili in zona sono l'Aula magna del Vittorio Veneto e Ettore Conti (debitamente adattata dall'amministrazione provinciale), le sale delle Cooperative di Lampugnano e di Figino, la sala (delI'ECER al Gallaratese, mentre restano in attesa di utilizzo la nuova biblioteca del Consiglio di Zona, l'ex scuola di via Lampugnano, la palestra del Centro scolastico onnicomprensivo di via Trenno. Queste disponibilità non sono assolutamente sufficienti a coprire il fabbisogno della zona. Importante è utilizzarle nel migliore dei modi possibile in attesa di reperirne o di realizzarne altre.
La Nuova Atletica Astro (ex Nuova Atletica Duina) è una società sportiva affiliata alla FIDAL, che opera nella disciplina della atletica leggera. Le nostre finalità sono l'avviamento all'agonismo sportivo dei ragazzi e ragazze che intendono praticare lo sport.
La N.A. ASTRO, è presente oltre che nel quartiere di Trenno-Gallaratese anche nel quartiere di Quarto Oggiaro, S. Maria Nascente (QT8) al campo Giurati, e nel paese di Vimodrone. Nel quartiere Trenno-Gallaratese, per il periodo invernale, utilizziamo la palestra della scuola di via M. Viscontini 145 il Lunedì, Giovedì, Venerdì dalle ore 17,30 alle ore 19,30 e l'allenamento all'aperto, (programma di corsa, marcia etc.) lo svolgiamo nel bellissimo parco di Trenno. Lo scopo principale della N.A. Astro come si è detto è avviare i ragazzi dei vari quartieri in cui operiamo alla attività sportiva senza discriminazioni, (come invece fa qualche società sportiva, scartando i meno bravi) ma solo tenendo in considerazione la buona volontà dei ragazzi che si impegnano negli allenamenti e nel partecipare alle gare che si svolgono a livello provinciale, regionale e nazionale.
Gli atleti per frequentare gli allenamenti e partecipare alle gare non sborsano una lira, ma solo all'atto dell'iscrizione annuale L. 10.000, che servono alla società
per pagare l'affitto della palestra. Ogni ragazzo o ragazza, alla partecipazione della prima gara riceve gratuitamente la maglietta sociale.
Attualmente la N.A. Astro è composta nelle sue varie componenti (senior, junior, allievi, ragazzi) da circa 350 iscritti; il settore di Trenno-Gallaratese da 60 praticanti.
Attualmente la disciplina più seguita è la marcia, dove nella passata stagione abbiamo conquistato il 3° posto assoluto nella classifica di società, dietro le Fiamme Gialle e i Carabinieri, e perciò siamo la prima società sportiva non militare.
A livello categoria ragazzi e ragazze, abbiamo conquistato il 1° posto assoluto di società nel Trofeo «Ugo Friggerio» di marcia, che è la manifestazione più importante a livello nazionale, e anche quest'anno abbiamo buone possibilità per ripetere il successo.
Come N.A. Astro siamo disponibili a operare con le varie componenti sociali e culturali che operano nel quartiere, sia per scambi di esperienze, sia per poter organizzare delle manifestazioni sportive.
Per concludere, invitiamo chiunque voglia prendere contatto con la nostra società sportiva, di rivolgersi presso la palestra della scuola di via M. Viscontini 145. Nuova Atletica Astro
Le società sportive della zona Sport... non solo agonismo
Caro Milano 19 desidero portare all'attenzione dei commissari ATM il problema riguardante la mancanza dipensiline lungo tongo tutto il tragitto della linea autobus 78. Questa manchevolezza crea degli inconvenienti specie durante i periodi di pioggia, neve e vento forte.
Il cittadino Domenico Lima
Mi riferisco all'incrocio di via Kant con via Quarenghi. Questo «stop» permette di rallentare la velocità di percorribilità della via
Quarenghi limitando il pericolo che corrono quotidianamente gli scolari delle scuole adiacenti.
Tale preoccupazione era stata espressa in una memoria al Sindaco di Milano, nell'anno scolastico 1976/77, dalle tre scuole congiunte, in occasione dell'investimento di un ragazzo, e ripetuta nel 1977/78.
Anche per questo, torse, il ripristino dello «stop».
Quando i cittadini finalmente si erano abituati; a rispettarlo non so quale ripensamento ha dato la precedenza alla via Quarenghi ridandogli la qualifica di «pista di velocità”. Prima che gli automobilisti (non quelli per antonomasia ma quelli che si sentono importanti in base alla cilindrata che guidano, e sono la maggioranza), prima che gli automobilisti, dicevo, non perdano l'abitudine a rispettare l'incrocio sarebbe opportuno ripristinarlo.
Risultato: meno pericolo per gli
studenti delle vicine scuole e per i fedeli che vanno alle funzioni religiose nella chiesa proprio all'incrocio.
Giulio FantuzziIll.mo Signor Sindaco, dopo l'incontro avuto con lei nel mese di luglio 1978 con i rappresentanti del Comitato inquilini
S. Leonardo, gli stessi erano rimasti fiduciosi che in tempi ragionevolmente brevi si fossero attuati tutti quei piani di interventi che avrebbero portato a sopperire parte di quelle carenze che il Quartiere S. Leonardo, da anni lamenta. Dato che esisteva ed esiste tuttora una delibera di Giunta del 28/12/77 N.5151 con nulla osta del CO.RE.CO. dell'11/5/78, in cui veniva stanziato L. 1.245.000.000. — per opere di rifacimento per la via Appennini 41-4 7-49-55-57-63-65- 73- 79 (Q.re S. Leonardo) e che la stessa non comprendeva quelle opere di cui il Quartiere necessita, la speciale Commissione Tecnica da Lei nominata, riscontrava che effettivamente l'installazione di impianti cito fonici, mollettoni spingiporta, chiusura strutture portici, brache colonna verticali, servizi igienici, pompe enti incendio, sostituzione cassette postali ecc. che il comitato inquilini S. Leonardo a nome di 500 famiglie del quartiere lamentava, ha dato parere favorevole all'esecuzione di tale opere sentito anche il parere consultivo favorevole del Consiglio di Zona 19.
Con la diminuzione dei problemi di sopravvivenza, e non vuol dire aver raggiunto il benessere, all'essere umano resta un margine di tempo per affrontare un'analisi della propria esistenza, anche inconscia.
Si va sviluppando una ricerca per spiegare fenomeni per noi ancora misteriosi ma che man mano diventano giustificabili.
La parapsicologia è la disciplina sperimentale che tenta di dare tali risposte, ed oggi si può dire che ne sia scoppiato il «boom».
Con questo numero vorremmo tentare di aprire una discussione tra i lettori di Milano 19.
Come primo intervento chiediamo il contributo di una lettrice: casalinga e pittrice (non un semplice hobby), che da tempo segue i dibattiti organizzati dal Comune di Milano e si occupa continuativamente di questo fenomeno.
M. 19 - «Perché si è avvicinata alla parapsicologia?»
Ris. - «La parapsicologia sarà la scienza nuova la quale cercherà di dare una spiegazione a quei fenomeni che vengono definiti soprannaturali, non comprensibili. Questa disciplina attira ia mia attenzione perché credo che i fenomeni paranormali debbono avere una loro spiegazione che va oltre ciò che noi possiamo comprendere e al di fuori delle leggi fisiche oggi conosciute.
accaduti. In principio ho riscontrato molta riluttanza nel raccontare le proprie esperienze in proposito probabilmente per timore di essere ridicolizzati o considerati al limite della pazzia. Per questi motivi ancora oggi molte persone tengono nascoste le loro angosce. É necessario quindi che queste esperienze vengano alla luce perché proprio con la «massa» di informazioni si può meglio studiare la materia. La maggior parte delle persone durante la propria vita ha registrato almeno un fenomeno paranormale ma non lo ha tenuto in considerazione oppure non lo ha espresso per i motivi sopracifati».
M. 19 - «Qualcosa è mutato nella sua vita? Ad esempio; lei è molto religiosa: come si comporta nei confronti della sua religione?» Ris. - «Mi sento molto più tranquilla ogni qualvolta mi sono spiegata un mistero. Per quanto riguarda la mia religione ne do un'interpretazione meno divinizzante pu mantenendo le mie abitudini al culto».
M. 19 - «Ha un "messaggio" da inviare ai lettori?».
LABORATORIO DI ANALISI MEDICHE LACOMINA
DIRE TTORE Dott. Orazio leopardi
Nuova convenzione INAM
ORARIO PRELIEVI: INIZIO ORE 7,30 - 10
VIA DELLE ANDE, 5 - TEL. 3086091
MUTUE ENPAS INADEL COMMERCIANTI ENPALS ENPDEP STIPEL CARIPLO
Speriamo che Ella assolva l'impegno preso con il Comitato Inquilini S. Leonardo intervenendo, presso la Giunta Municipale, affinché la nuova delibera sempre per L. 1.245.000.000.- venga approvata al più presto in base all'art. 140 del T. U.L.C.P. approvato con R.D. 4,2/1915 n° 148 in modo che detti lavori vengano eseguiti al più presto per il bene comune dell'inquilinato, di cui tutti noi ci siamo fatti interpreti. Ringraziando anticipatamente. Comitato Inquilini S. Leonardo
Oggetto: installazione bacheche Si porta a conoscenza di codesto Consiglio di Zona l'esigenza di poter disporre, all'interno del Comprensorio Nord-Ovest del quartiere Gallaratese, di bacheche che consentano l'affissione di comunicati o manifesti con il seguente minor imbrattamento di muri o cabine.
I punti più adatti che accentrano un maggior numero di persone sono:
-- Via Appennini 21 (Ufficio postale)
- Via Appennini 51 (Negozi COOP)
- Via Appennini 57 (Edicola)
- Via Appennini 73 (Capolinea autobus 68)
- Via Cilea 80 (Supermercato Zani)
- Via Cilea 34 (fermata 71 - Monte Amiata)
- Via Falk 37 (ingresso M.Amiatafdicola)
- Via Falk 19 (c0 Negozi)
Via Cilea 10 (c/o Edicola)
Via Alex Visconti 18 (ingresso scuola)
Via M. Borsa 26 (ingresso scuola)
- Via Cilea 4 (ingresso scuola)
Si fa notare che il numero sopra richiesto è il minimo indispensabile per una sufficiente informazione. Sez. Ragionieri del P.C.I.
Certo, è un mistero, sotto molti aspetti, ma, appunto per questo stimola la mia curiosità. Nella vita ci sono molti misteri che attirano la mia attenzione: l'ufologia, l'archeologia spaziale, la religione e non ultima, la parapsicologia. Insomma tutto ciò che c'è di arcano mi attira e perciò alterno al mio lavoro lo studio di tali materie. Facendo un'inchiesta tra alcune mie amiche sono venuta a conoscenza di molti fenomeni riguardanti la telepatia, la chiaroveggenza, i sogni, le visioni a loro
Ris. - «Non abbiate paura di dire quello che vedete e/o sentite anche se non riuscite a darne una spiegazione. Dovete invece convincere i vostri interlocutori che ciò che raccontate non sono "fantasie". Anzi chi avesse esperienze da comunicare può farlo scrivendomi: Cannetti Doris Consonni via Kant 5 20151 Milano».
Bando al timore dunque; il racconto delle proprie esperienze (e non solo in questo campo) può essere un motivo in più per comunicare fra noi, attuando maggiormente uno dei propositi di questo giornale.
Questa rubrica è curata da Gi.Gi.
1.f. PIAllA KENNEDY«Il fiore della mia vita — avrebbe potuto sbocciare da ogni lato — se un vento crudele non avesse — intristito i miei petali dal lato di me — che potevate vedere nel villaggio. Dalla polvere innalzo il mio grido di protesta: — Voi non vedeste mai il mio lato in fiore» Tra le pagine di questa poesia, tratta dall'«Antologia di Spoon River», Marco Riva ha lasciato una lettera ai genitori: «... Non è stato il rifiuto della vita, ma l'impossibilità di vivere, di vivere la mia vita, la mia realtà, a farmi scegliere la morte». Qualcuno, ancorato ad una apparentemente sana e razionale logica vitale, magari ribatterebbe semplicisticamente, che la nostra esistenza non accontenta mai il nostro desiderio, poi ritornerebbe alle proprie abituali occupazioni. Marco d'altronde non potrebbe rispondere, in quanto è morto: suicida nel prato nei pressi dell'Istituto Nazareth che tutti noi abitanti del Gallaratese ben conosciamo.
Parlare di un suicidio non è facile, secondo molti probabilmente il più adeguato commento sarebbe il silenzio, ma questo potrebbe sembrare anche il tentativo di esorcizzare un gesto che non può non rimanerci impresso per parecchi motivi. Si accusa un vago, lieve eppure insinuante, senso di colpa di fronte al suicidio di un giovane di ventun'anni. Marco ha per anni osservato i nostri stessi palazzi, discusso con i nostri amici, passeggiato per le nostre strade, corso dietro il nostro stesso autobus. Ora di colpo ha rifiutato tutto questo, noi perfino. «... Avrei tanto voluto vivere, amare, essere amato» dice Marco nella sua lettera, e al dilà delle dotte interpretazioni sociologiche, delle strumentalizzazioni politiche, del freddo cinico scientifismo, di cui il suo gesto è stato vittima, nei nostri eroici e frustrati sogni ad occhi aperti non potremo non includere quello della salvezza di Marco, del dialogo con lui, della voglia di chiedergli, di sapere: «Perchè?». Rimpianto, alienazione, abitudine alla paura e alla fuga, ricacciano questa nostra voglia nel doveroso quotidiano costituito a sua volta da infiniti doveri: anche quello di fuggire
pensieri molesti, angosciosi, troppo critici, conducenti alla mistica del pessimismo, all'improduttivo nichilismo, quindi ritenuti inutili, immaturi, infantili. Nella nostra società le pause riflessive, i ripensamenti, sono accuratamente scansati, «chi pensa troppo è fregato» parrebbe essere il motto di qualcuno perennemente impegnato nel sano e produttivo efficientismo. Tutto ciò privilegia la quantità delle azioni e non la loro qualità. I giovani bollati dal marchio del decandentismo gratuito, dell'utopia irrealizzabile, dell'ideale inattuabile, sono definiti «adolescenziali». Crescere dunque significa soltanto accettare il compromesso, rinnegare l'assoluto o meglio la spita ad esso, significa rassegnarsi ad un quotidiano degradante, alienante più che stimolante, per giunta imposto come moderna ricchezza, come duramente conquistata sicurezza dell'apparenza? St spera di no: che questa illusione semplicistica e troppo accomodante di una maturità famosa come portatrice di tranquillità gratuite, non abbia travolto tutti. E allora? Sapendo del suicidio 4:11 Marco Riva cosa pensare? Ricercare spiegazioni, motivazioni, cause collettive e individuali da additare al pubblico ludibrio?... Così sentiremo la nonna che racconta alla nipotina troppo precoce: «Vivendo, vivendo... incontrerò dei brutti pensieri... che lo convinsero ad ammazzarsi» e la bambina impaurita prometterà solennemente: «Sarò sempre buona e integrata. lo non mi farò mai ammazzare dai cattivi pensieri». D'altronde questo mini dialogo fantastico non sembri un'esasperazione perchè un periodico dichiaratamente cattolico, di vasta fama e diffusione, ha così commentato la morte di Marco: «Ci si uccide perchè si è comunisti delusi? O non piuttosto perchè, prima di essere comunisti, si è ragazzi dai nervi fragili e dalla sensibilità esacerbata? Nervi fragili e sensibilità esacerbata che potrebbero essere alla base della stessa scelta politica estremista». Chiara condanna di un modo di essere, con conseguenti sbocchi politici, considerato deleterio per sè e
per gli altri. Ma non ci si può neppure fermare all'elogio della visione assolutistica e totalmente sfiduciata della vita. Massimo de Angelis su «La città futura» del 24 gennaio a proposito dell'esperienza del '68, in relazione alla attuale crisi del personale-politico, dice: «La ricerca dell'utopia, della totalità del comunismo qui e subito fu la ricerca di un sostituto, di una compensazione alla crisi dei rapporti quotidiani» Crisi che però oggi corre il rischio di divenire: «Pura testimonianza «ideologica» continuamente ripetuta. Riduzione della ricerca pratica e politica a metafora letteraria». Ecco dunque che il gesto di Marco Riva non deve generare spavento e fuga, scorrette insinuazioni e ipotesi brutalmente scientifiche, ma essere lo stimolo perchè si riconosca la spesso nostra, non solo altrui, incapacità di rapporti umani, cambiando il vittimimso in gusto sottile e indefinibile per la vita non intesa come sistemazione, come mera ricerca di gratificazione sociale, abitudine ad una tranquillità ipocrita e passiva, ma come accettazione dei rapporti umani, scavo interiore di sè, capacità di cogliere il «lato in fiore» di altri, tramutata se necessario (ed è sempre necessario) in lotta politica e sociale.
Fra questi alti palazzi anonimi, fra questi prati ritagliati ... in un'erba rada, fra i quotidiani screzi, le piccole meschinità, consapevoli illusioni, macchiettistiche arroganze e megalomanie, pensiamo a Marco, come vuole lui, senza giudicarlo, senza osannarlo nella mistica nichilista o eroica del suicidio, ma con la consapevolezza di tutti gli errori subiti e fatti subire, di tutte le giornate sprecate, morte, che se anche non riunite, schiacciate, soffocate senza più speranza nell'unico irreversibile gesto del suicidio, spesso perdono il valore degli attimi vissuti con l'intelligenza e la dignità di individui. Facciamo insomma che la testimonianza di Marco, non l'unica nè la prima, non sia stata vana e che il suo rimpianto per la vita non debba divenire anche il nostro o quello di altri.
Patrizia Romano
Per la prima volta da quando è stato costituito il Circolo Giulio Trevisani-Arci ha tenuto il suo congresso per discutere e verificare i problemi dell'associazionismo inteso a aiutare i cittadini ad uscire dalle difficoltà di ordine morale e civile con soluzioni che abbiano un segno positivo e non si esauriscano nella fuga nel privato.
È pertanto opportuno, come ha sottolineato nella sua relazione introduttiva Romano Chiovini, presidente del circolo, creare ed organizzare momenti positivi e creativi, non dopolavoristici, evitando che il Consiglio di Zona prenda iniziative passando sopra le teste degli abitanti del quartiere.
Come si è mosso finora il circolo? Il tesseramento per il 1978. con oltre 50 iscritti, ha avuto un risultato estremamente esiguo rispetto alle potenzialità e in contraddizione con le proposte culturali e ricreative avanzate. Mi-
Come cittadini abitanti al quartiere QT8 - Lampugnano, sentiamo la necessità di sollevare nuovamente il problema di un centro sociale che diventi luogo di aggregazione e di vita associativa per i giovani, i meno giovani e gli anziani e risolva tutte le necessità di incontri, riunioni e dibattiti che giornalmente ci si presentano con tutta la loro urgenza.
La questione è dibattuta da anni e non ha trovato ancora soluzione. Varie idee, alcune proposte erano già scaturite gli anni scorsi ma non si sono mai concretizzate. Ci riferiamo ad un possibile insediamento bancario, ad un centro AVIS od altre iniziative private che potevano essere accettate a condizione che risolvessero anche il problema del centro quartiere.
Crediamo che sia improrogabile la messa in opera da parte del Consiglio di Zona di indagini ed azioni promozionali in questo senso. I cittadini dei quartiere, durante gli ultimi anni, hanno interessato più volte il Consiglio di Zona a considerare quanto diventi sempre più insostenibile la carenza di simile struttura.
Monte Stella
Seconda questione che vogliamo sollevare è la sistemazione definitiva del Monte Stella, Anche questo problema si trascina da anni attraverso progetti diversi che sono stati discussi e rifiutati dai cittadini i quali hanno ritenuto idonea e valida l'ultima proposta prevista dal piano regolatore della zona 19, impostata sui seguenti principi:
piantumazione totale
gliori appaiono le prospettive del 1979, con già 80 tesserati, ma si deve compiere uno sfrozo per raggiungere traguardi più avanzati.
La festa del circolo è stata un successo politico, ma ha fatto registrare una perdita economica. Comunque si tratta di un'iniziativa da riprendere, sfatando il mito che fare cultura e ricreazione costa.
Un'obiettivo che il circolo si è po-
sto sin dalla sua nascita è quello di ricostruire la cultura nel quartiere, facendo in periferia cultura di qualità. In tal senso si sono sviluppate tutte le iniziative sinora realizzate, e si svilupperanno quelle future, prima tra tutte la «Storia Urbanistica di Milano», in collaborazione con la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e con il Consiglio di Zona 19, che verrà attuata nel corso del corrente mese di marzo.
Il circolo Trevisani annuncia, per il mese di marzo, 3 pomeriggi domenicali dedicati ai bambini:
4 Marzo h. 15
luzzi e bizze» Spettacolo di pagliacci per bambini da O
a 80 con i clowns Punto e Virgola
18 Marzo h. 15
«La medicina di Pulcinella» spettacolo di burattini in 2 tempi
1 Aprile h. 15
«Tutti in pista con Punto e Virgola» giochi a premi per bambini
Tutti gii spettacoli si terranno presso il circolo ARCI Trevisani, via Appennini 41
Anfiteatro all'aperto
Bar Bianco gestito dal Comune
Strade di accesso. vietate ai veicoli, con entrata sia da via Terzaghi (sotto la scuola M.L. King) sia da via Cimabue.
Campi gioco per bambini con relative panchine
Eventuale recinzione dell'intero parco con orario di apertura e chiusura come per i giardini pubblici, oppure con garantita sorveglianza dei vigili di quartiere
Viabilità
Rivendichiamo la realizzazione rapida del progetto di sovrapasso pedonale, accessibile anche agli handicappati, che da via Cimabue (n. 18) porti direttamente in via Papa onde permettere ai cittadini di recarsi in Piazzale Accursio dove hanno sede i servizi decentrati (lnam-Comune)
È evidente che tutto il progetto di viabilità riguardante il Piazzale Kennedy riveste anche per noi la massima importanza per il collegamento dei vari quartieri che gravitano intorno al polmone verde del Monte Stella e del Parco di Trenno per allargare l'utenza di questa grande area di verde.
Tutti i problemi sollevati rientrano nel grande tema della nuova qualità della vita in quanto «la salute»,non può essere divisa in «fisica», «morale», «individuale»; essa è un tutto complessivo che inquadra il problema centrale dell'uomo. Tutto ciò che viene fatto per rispondere alle esigenze e ai bisogni, e semplificare in generale la vita di tutti i giorni, fa parte del risanamento che vogliamo promuovere contro la disgregazione, l'emarginazione, la solitudine, le difficoltà che le megalopoli del trentennio passato, hanno elevato contro l'uomo.
Sez. Pci A. OrianiE.R. la trovi in Modulazione di Frequenza 88.300.
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ASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANI DEL SANGUE - Delegazione GALLARATESE
Comune di Milano Fed. Ciclistica Italiana Consiglio di Zona N. 19 Comitato Regionale Lombardo
ORGANIZZANO E PATROCINANO UNA
Manifestazione CICLOTURISTICA il 18 marzo 1979 al Quartiere
Presidente fondatore dell'A.V.I.S alla memoria
Numerosissimi sono i TROFEI, le COPPE, le TARGHE, i MEDAGLIONI messi a disposizione da Sportivi, Enti, Associazioni per la PREMIAZIONE.
A tutti i partecipanti verrà assegnata una ARTISTICA MEDAGLIA RICORDO.
La prova è valida per la speciale classifi.:a « TROFEO LOMBARDIA ”.
Raduno Cicloturistico di Km. 60 aperta a tutti gli iscritti alla FCI
Ritrovo ore 7,30 del 18 marzo nel cortile della Scuola di Via Betti
Partenza ore 8,45 per via Ojetti - Betti - Cechov - Omodeo - B. Croce - Uruguaj - Quarenghi - Appennini - Pero - Rho - Barbaiana - Pogliano - Nerviano -
Lainate - Bariana - Valera - Arese - Terazzano - Mazzo di Rho - Rho - Lucernate - Cornaredo - Settimo Milanese - Via Novara - Via Bellaria - Trenno.
ARRIVO E PREMIAZIONE alla Scuola Via Betti
QUOTA D'ISCRIZIONE L. 600
Per cortesia telefonateci in anticipo la Vostra adesione a:
Dall'Ara 30 91 953 - Stefanini 30 80 016 - Samele 30 80 916 - Veneroni 35 27 753
Olivato 30 84 403. Vi aspettiamo in molti.
TUTTE LE SOCIETA' PRESENTI SARANNO PREMIATE.
Inviare la corrispondenza a:
U.S. TRENNO - Via Ratti 22 - Telef. 45 20 428 - 45 21 336
Assistenza medica e stradale sul percorso.
Una pittrice del gruppo Sirio: Esther Bruno di Lapiè piazza Stuparich 18, Milano, Tel. 394615
Se avrete la fortuna di conoscere Esther Bruno di Lapiè non mancherete di accorgervi di aver incontrato un personaggio.
Di corporatura minuta e dai movimenti agili e giovanili, Esther è la prima a dichiarare sorridendo i suoi anni, ai quali nessuno crede, tanto è impossibile attribuirglieli.
Tralasciato da pochissimo il tennis, in cui si è fatta sempre ono-
re, Esther oggi si dedica all'arte in modo totale. È scultrice, poetessa, scrittrice di narrativa poliziesca o teatrale, pittrice, decoratrice e insegnante.
L Riprendendosi con coraggio dopo l'improvvisa vedovanza, Esther ha incanalato le sue molteplici qualità in queste attività cosi ricche di soddisfazioni, tanto che ora esse sono tutta la sua vita.
Si è allestita uno studio che è il sogno di ogni artista. In quel locale che guarda sulla milanesissima piazza Stuparich vi è un'atmosfera speciale che mette a suo agio qualsiasi visitatore, che subito diventa amico. E difficilmente Esther è sola, da lei si incontrano persone impegnate in ogni campo dell'arte, non solo figurativa ma anche teatrale e letteraria.
Alcuni sono allievi e frequentano lo studio di Esther per apprendere questa o quella tecnica, perché lei è così eclettica da passare disinvoltamente da un'opera all'altra, sempre con competenza e ottimi risultati. Può esprimersi tanto con pittura a olio, pastello, acquerello. Segue ispirazioni subitanee o cova un'idea dentro di sè e dopo lunga preparazione la realizza quasi a liberarsi di un frutto ormai maturo.
I soggetti? Su questo punto si scopre la dote fondamentale di Esther: la fantasia. Perché tutto la tenta e non si ferma alle cose che più le riescono (cieli nuvolosi o boschi con alberi e ruscelli) ma cerca e sperimenta nuove invenzioni, che realizza con incredibile audacia. Con molto estro e senso del ritmo, in alcune composizioni che sarebbero già complete con il solo paesaggio, Esther inserisce un soggetto inaspettato. Ecco dunque una radura alberata e in essa comparire delle figure semi-trasparenti che danzano tra raggi di sole e pulviscoli luminosi. Ecco un branco di cavalli, o un singolo cavallo galoppare sulla riva del mare, ecco arrampicarsi su una collina una modernissima fila di ragazzi in moto-cross, oppure su una pista d'autodromo sprizzare i colori vivaci delle carrozzerie delle auto Formula Uno.
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Nessun soggetto intimorisce questa pittrice di sicuro temperamento: ritratti, fiori, alberi, acque di mare o di laghi, scene di pesca subacquea, controluce o tramonti, tutto la tenta e con tutto lei si cimenta. Lontanissima dalla produzione in serie, ha tuttavia un suo stile che la identifica. Siamo certi che avrebbe potuto ben figurare anche in lavori di grande respiro, non si fa fatica ad immaginarla come scenografa in rappresentazioni teatrali di forte suggestione.
Abbiamo però un debole per la sua produzione più delicata e più difficile da capire, oltre che da realizzare: parliamo dei suoi acquerelli che sono di un garbo e di una sicurezza non comuni.
Quando Esther non avrà più desiderio di esprimersi nelle altre tecniche, ci auguriamo che continui a coltivare questa dell'acquerello. In questa tecnica che non ammette ripensamenti o correzioni, la nostra socia mostra tutta la sua capacità trasferendo nel dipinto la sua carica umana e il suo amore per la vita intera.
Esther Bruno di Lapiè ha partecipato in questi anni a numerosi concorsi di pittura, più per la passione di confrontarsi con i lavori altrui che per la smania dei riconoscimenti. Questi le sono ugualmente arrivati in gran numero, a confermarle la validità delle sue opere e del suo impegno. Lo spazio ci impedisce di elencarli e concludiamo queste note ricordando la prossima mostra personale di Esther Bruno di Lapiè che si terrà a Bresso nel mese di Marzo.
Mobilitati i cittadini in seguito al ferimento di un sindacalista della CISL in via Appennini - Denunciati gli obiettivi reazionari dei terroristi.
«Il terrorismo, strumento di confusione e di paura, riappare puntuale quando le lotte dei lavoratori diventano determinanti per mutamenti concreti della realtà sociale, economica e politica del nostro paese». Con queste parole iniziava un volantino con cui le sezioni delle ACLI e dell'ANPI del Gallaratese, dell'UDI S. Leonardo, il Circolo Giulio Trevisani, il circolo F. Vinci della FGCI e le locali sezioni del P.C.I., del
P.S.I. del M.L.S. e della D.C. invitavano i cittadini ad una manifestazione unitaria contro il terrorismo e la violenza indetta la domenica immediatamente successiva all'uccisione di un sindacalista della CGIL a Genova ed al forimento di un altro sindacalista, della CISL, al Gallaratese.
I fatti sono ormai noti a tutti.
La stessa mattina, diremmo alla stessa ora in cui le Brigate Rosse hanno assassinato a
Noi Democratici cristiani ci sentiamo vicini allo sgomento delle famiglie Ferie, Rossa e Alessandrini, ci uniamo in «preghiera» affinché Ferie possa guarire al più presto ed i congiunti di Rossa e del giudice Alessandrini
Mensile di informazione politica e cultura della Zona 19
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Genova l'operaio Guido Rossa, sindacalista della CGIL, altri terroristi, sedicenti appartenenti a fantomatiche e fino ad allora del tutto sconosciute «Squadre proletarie di combattimento per l'esercito di liberazione comunista», hanno atteso sotto casa sua, in via Appennini, Battista Ferla, capo infermiere del Policlinico di Milano e sindacalista della CISL, e gli hanno sparato ferendolo alle gambe.
segue da pag. 1
La storia urbanistica di Milano
visani del Gallaratese era un'esigenza conoscere, dopo le lotte del quartiere, le proprie radici, le radici della propria città: capire quali sono stati i meccanismi che hanno determinato il suo sviluppo e in ultima analisi quello del nostro quartiere. Siccome nel passato le lotte in esso svolte si erano saldate immediatamente e sistematizzate nel consiglio di Zona, ci sembrava logico usare tale istituzione come momento di confronto culturale facendole assolvere una funzione di mediazione in positivo, di strumento capace di recepire e mettere a contatto le varie istanze.»
S. Tintori: «Certo, il Gallaratese rappresenta un momento di crisi nell'espansione convenzionale della città quindi io penso sia essenziale domandarsi cosa c'è dietro, naturalmente ponendosi il problema di come fare questa storia.»
Chiovini: «Prima di entrare nello specifico della ricerca volevo sottolineare come questa sia un'esperienza positiva del decentramento culturale: si è sempre parlato di fare cultura in periferia ma in realtà con risultati, sul piano qualitativo, abbastanza disastrosi. Invece noi, come circolo, siamo convinti sia possibile fare il decentramento mantenendo un certo livello qualitativo: nel caso di questa iniziativa sull'urbanistica, quindi, un rapporto con la facoltà di architettura: così la periferia produce cultura, in rapporto con le grandi istituzioni culturali per tutta la città.»
frammentarizzare il problema ambiente, dissociandolo in contraddizioni parziali, per settori, senza arrivare alla contraddizione generale di fondo che è insita nello sviluppo capitalistico.
Il problema più grave però è un altro: la compromissione del territorio è estremamente rischiosa e a volte irrecuperabile per molti anni. Si tratta di un accumulo di problemi la cui soluzione diviene sempre più difficile man mano le devastazioni proseguono. Noi alcune cose a Milano non potremo farle mai più: un valore storico o ambientale non lo si ricostruisce molto facilmente.»
Chiovini: «Vorrei che tu spiegassi perchè è stato scelto questo periodo dal dopoguerra in avanti.»
possano col tempo lenire il loro profondo dolore.
Abbiamo sottoscritto, con le altre forze politiche che operano nel Quartiere, un volantino e aderito alla manifestazione svoltasi in Via Appennini, ma riteniamo che tutto questo operato non sia sufficiente. I partiti che come il nostro rappresentano gli interessi dei cittadini e dei lavoratori, ed i sindacati, non solo devono sdegnarsi di queste atrocità ma prevenirle collaborando attivamente con la magistratura e le forze dell'ordine.
Perciò siamo concordi con Lama quando nella commemorazione di Genova ha riconosciuto che se il gesto di Rossa non fosse rimasto troppo isolato, forse la sua vita non sarebbe stata stroncata, e con il Presidente Pertini il quale ha affermato che la medaglia d'oro data all'operaio caduto è anche un incitamento ad unire tutti i cittadini contro le brigate rosse. Le brigate rosse e tutti gli altri gruppuscoli non sono purtroppo isolati nelle fabbriche, ma godono di un tessuto protettivo di omertà, di complicità e di paura. Questo tessuto esiste nella nostra città ed anche nel nostro Quartiere, il ferimento di Ferie ne è la prova lampante. Ebbene questo tessuto deve essere
spezzato, operando tutti insieme non con spirito di parte o di fazione, ma con criteri di giustizia e di onestà.
Per tutte queste ragioni e non per una mera distinzione di termini, noi, quando è stata proposta al Consiglio di Zona la costituizione di un «comitato antifascista» abbiamo preferito la dizione di «comitato contro la violenza».
L'assassinio del giovane procuratore Alessandrini è una lugubre conferma di quanto l'azione comune da noi auspicata debba svolgersi nel modo più rapido possibile. Condividiamo quindi il comunicato del Procuratore Capo della Repubblica, Giovanni De Matteo e quello dell'Associazione Nazionale dei Magistrati i quali chiedono una seria e fattiva collaborazione fra la magistratura, Parlamento e Governo. Alessandrini era un uomo retto, con le idee chiare, non aveva pregiudizi, non dava coperture ideologiche a coloro su cui indagava. Nell'ultima intervista da lui rilasciata, il giudice affermava che i terroristi colpiscono i progressisti, gli uomini onesti, la parte migliore della nostra società. Ha avuto ragione.
Il Direttivo della Sezione Bob Kennedy della D.C.
A FIGINO
COOPERATIVA EDIFICATRICE
XXIV MAGGIO
MILANO - VIA ZANZOTTERA 3
Tintori: «A me pare estremamente importante riuscire a fare anche un'azione di «propaganda» della storia della città per arrivare ai problemi che sono connessi alla sua crescita. Due di essi danno carattere di urgenza a un'operazione di questo tipo. Il primo è che in Italia la tradizione di questi studi è molto modesta perchè è sempre stata appartata e di conseguenza trattata con tagli estremamente riduttivi.»
Chiovini: «E una scienza giovane l'urbanistica...»
Tintori: «Si ma soprattutto perchè in Italia, in confronto ad altre nazioni, c'è scarsissima sensibilità per il problema dell'ambiente. Vi è un atteggiamento culturalmente distratto su questi problemi che è invece particolarmente significativo trattare in un quartiere come il Gallaratese: qui la contraddizione è vissuta sulla propria pelle. E più difficile portare questa discussione in ambienti che godono la parte migliore della città e quindi l'iniziativa del vostro circolo mi sembra molto giusta ed importante, non tanto perchè tutte le attese possano essere soddisfatte ma perché si possa aprire un vero dibattito sull'argomento.»
Chiovini: «Non vi è un ritardo anche della sinistra su questi problemi?»
Tintori: «Direi che è un ritardo della sinistra marxista in generale. La prima denuncia della condizione operaia nella città è di Engels da allora la cultura marxista ha affrontato poco questo problema. Quella borghese dal canto suo ha sempre tentato di
Tintori: «Per due motivi: da un punto di vista storiografico il periodo che va dall'Unità d'Italia al 1945 è abbastanza indagato sia dalla storiografia generale sia dalla storiografia urbana. Con questo non voglio dire che gli studi fatti sono completamente esaurienti. La seconda ragione è che ci interessa un processo di pianificazione che, rispetto a quello precedente, registrava un grosso salto di qualità: il ruolo del comune diventa nuovo e coincide con la democratizzazione del governo locale. In questo periodo si ha inoltre la grande espansione di Milano. Comunque il lavoro che intendiamo portare avanti in questo seminario al Consiglio di Zona, si fonda molto poco sulla ricerca d'archivio, non perchè intendiamo ignorarla, ma in quanto si preferisce privilegiare la testimonianza diretta di persone che ebbero parte attiva nei problemi discussi.
In un secondo tempo attraverso la stampa quotidiana e specializzata, verificheremo, confronteremo, gli aspetti che emergono oggi con quelli emersi in passato. Naturalmente questo diventa sempre più difficile man mano ci avviciniamo al nostro periodo perchè siamo noi i protagonisti dell'attuale dibattito.»
Unitamente al circolo Trevisani e al C. di Z. invitiamo tutti i lettori a partecipare al seminario che sarà articolato in quattro mattinate.
P.R.
Seminario sulla politica urbanistica a Milano dal dopoguerra ad oggi.
Sabato 3 Marzo 1945/1953
Nuova legislazione urbanistica e ricostruzione. II Piano Regolatore del 1953
Sabato 10 Marzo 1954/1960
Sviluppo economico e crescita urbana negli anni del centrismo.
Sabato 17 Marzo 1961/1968
L'esperimento della programmazione economica e la dimensione metropolitana.
Sabato 24 Marzo 1969/1978
Crisi del «Modello di sviluppo». La ricerca di nuovi livelli di governo della città e del territorio. Il
P.R.G. del 1977
La redazione di Milano 19 si associa al lutto di Sergio De Cesare, segretario della sezione Gonzales e vice segretario zonale del P.S.I., già consigliere e presidente del Consiglio di Zona 19, per la morte del padre
ANTONIO DE CESARE
Per la vostra pubblicità su Milano 19 telefonate al n. 49.58.33 oppure in redazione il martedì dopo le ore 21,30 Tel. n. 35.39.458
In gennaio i Consigli di Zona di Milano hanno approvato il bilancio di previsione di zona per il 1979. Le scelte indicate riguardano solo gli «investimenti produttivi», vale a dire spese per nuove costruzioni, per manutenzioni scolastiche (quelle maggiori, come tetto ecc.), per il verde, per le manutenzioni stradali.
Il senso di questa operazione che per la prima volta vede responsabilizzati i Consigli di Zona, è quello di dare risposte più aderenti ai reali fabbisogni della popolazione, avendo gli organi del decentramento una possibilità di conoscenza più ravvicinata dei quartieri, delle scuole e di tutti i problemi della gente che vi abita.
Ma il senso più profondo, più corretto sia socialmente, sia politicamente di questa responsabilizzazione diretta degli organi decentrati nell'indicare scelte e relative spese, è diverso.
Noi pensiamo, ne siamo certi, che l'operazione «bilancio di Zona» vuol dire avvicinare di più, di molto, gli abitanti di Milano al
governo della loro città.
Tutti, infatti, ricordiamo come prima del 1975 abbiamo chiesto (nei comitati di quartiere, nei dibattiti pubblici con le forze politiche e sociali, nelle mobilitazioni e lotte che hanno caratterizzato l'inizio degli anni 70 in quartieri come il Garibaldi, il Gallaratese, ecc.) di «partecipare» alle scelte che interessano la vita attuale e quella futura della città e dei suoi abitanti. Abbiamo lottato per il decentramento politico-amministrativo. Abbiamo voluto essere protagonisti della politica della città, per la città, per chi la usa per vivere, lavorare, studiare, passare il tempo libero. Da quelle lotte abbiamo avuto un nuovo Piano Regolatore, il piano della casa (ora con i fondi regionali qualcosa in più si muoverà), il piano dei trasporti. Con quelle lotte abbiamo indicato quale doveva essere la politica e la qualità dei servizi sociali (sport, educazione, scuola, salute, cultura) e qualcosa di diverso, da quanto eravamo abituati a subire, sta accadendo.
STUDI RADIOTELEVISIVI DI MILANO
Via Casignolo, 44 - CINISELLO BALSAMO (MILANO)
Tel. 6173089 - 6184440 - 6187965
Chiaro: non tutto si ha in un attimo, in un giorno o anche in un pugno di anni. Ora ci sono le premesse per raggiungere gli obiettivi che ci si era proposti attraverso quelle lotte, la cui giustezza va mano a mano emergendo.
Ci sono però ancora due pericoli: 1) non riuscire a far partecipare tutti a quanto si decide; 2) non riuscire a gestire la realizzazione delle opere previste nel bilancio.
Occorre ampliare sempre più la collaborazione tra cittadini, Consiglio di Zona, uffici tecnici comunali, nonchè creare meccanismi che consentano di controllare i «tempi tecnici» di attuazione dei progetti, dei finanziamenti, degli appalti: i primi realizzati secondo prospettive che guardino alla possibilità del recupero delle costruzioni a funzioni diverse da quelle previste (scuole in centri culturali, ecc.); i secondi attuati rapidamente fedelmente alle indicazioni dei quartieri e Consigli di Zona che li rappresentano. Gli appalti, infine, dovranno essere assegnati alla luce dei sole, con le garanzie di affidare i lavori a chi sia in grado di rispettare la qualità dell'opera ed i tempi di realizzazione, affinchè non si ripetano casi come quello dell'Onnicomprensivo di via Trenno, costruito dall'amministrazione provinciale.
Se questi sono i significati politici e concreti del bilancio di zona, e le lotte che esso offre in prospettiva, occorre l'impegno di tutti alla sua realizzazione. Comprendendo che finalmente con la partecipazione si determinano le scelte, delle amministrazioni: si è al governo.
DANILO PASQUINI
La legge 392 (Equo canone) prevede agli articoli 75, 76, 77 e 78 la costituzione di un fondo sociale al quale potranno accedere gli inquilini meno abbienti che, a seguito dell'applicazione del nuovo sistema di calcolo, si trovino impossibilitati a sopportare un aumento del canone d'affitto.
Il fondo sociale potrà concedere un contributo pari all'80% del maggior onere da sopportare, con un margine di 200 mila lire annue.
I residenti nella Zona 19 che ritengono di aver diritto all'accesso al fondo sociale sono invitati a mettersi in contatto, entro la fine del mese di marzo, con la segreteria del Consiglio di Zona 19 (aperta al pubblico ogni giono dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 16,30), che farà loro compilare un questionario contenente le notizie atte all'accertamento di tale diritto.
1980 ristrutturazione Cascina Brusada attrezzatura area servizi sociali di via S. Giusto -- servizi sociali e mercato ambulante Celio-Paravia sede e servizi mercati ambulanti ChiarelliFalck-Uruguay-Cechov-Borsa PROGRAMMA 1980-81
Centro scolastico polifunzionale Gallaratese, previa verifica dell'utenza - chiusura di via Città del Messico ed eventuale polifunzionale ad integrazione della scuola Colorni.
MANUTENZIONI STRAORDINARIE SCUOLE - PROGRAMMA 1979 (in lire)
A) NIDI
Via Zamagna: tinteggiatura interna e opere interne di riordino
Via Ojetti: verniciatura cancellata ed opere di riordino esterne
B) MATERNE
Via Quarenghi: sostituzione completa copertura e canali di gronda (35); tinteggiatura interna e verniciatura
Via Monte Baldo: ampliamento giardino, tinteggiatura interna, verniciatura cancellata revisione fognatura
Via Stratico: fornitura e posa di montacarichi, controsoffittatura refettorio
Via Don Gnocchi: sostituzione canali gronda pluviali, revisione copertura
Via Appennini 51: impermeabilizzazione gronda e sostituzione coperture in lamiera
Via Mar Jonio: tinteggiatura parziale ed opere di riordino
Via Borsa: verniciatura cancellata
Via Sem Benelli: sostituzione parziale serramenti esterni in legno
P.zza Segesta: opere di riordino generale
Via Chiarelli: sistemazione esterna recinzione
C) ELEMENTARI
Via Dolci: restauro facciate sostituzione di parte canali di gronda, revisione copertura e serramenti di facciata
P.zza S. Maria Nascente: tinteggiatura generale ed opere di riordino
Via Borsa: chiusura con armadiature in legno di 4 spazi comuni da adibire ad aule (atrio)
Via Silla: formazione nuova recinzione (35). tinteggiatura ed opere di riordino ala adibita a scuola materna (35)
Via Cilea: tinteggiatura corpo palestra, verniciatura cancellata, sostituzione parti interne
Via Betti: chiusura atrio laterale e verniciatura cancellata
Via Don Gnocchi: tinteggiatura generale, verniciatura cancellata
Via Alex Visconti: tinteggiatura generale, verniciatura cancellata
Via Oderzo: rifacimento pavimento palestra
Via della Ande: verniciatura cancellata
17.000.000
277.000.000
Via Brocchi: formazione servizi igienici sotto il porticato 533.000.000
D) SECONDARIE
Via Quarenghi: tinteggiatura generale, chiusura parziale atrio, opere di riordino
Via Uruguay: tinteggiatura generale verniciatura cancellata, opere di restauro
Piazza Axum: completamento recinzione, verniciatura cancellata, opere di riordino
Via Poldi Pezzoli: rifacimento servizi igienici (80), sostituzione pavimento palestra (6)
Via Lovere: tinteggiatura generale (4) chiusura locale insegnanti, verniciatura cancellata
Via A. Visconti: rifacimento pavimento palestra, verniciatura cancellata
Via Paolo Uccello: tinteggiatura generale, opere di riordino
269.000.000