Non fare il passo più lungo della gamba
Il documento programmatico del Dipartimento Problemi economici. Controllo su ogni capitolo di spesa. Sollecitata una maggiore partecipazione dei cittadini. Gestione oculata e salvaguardia dei beni pubblici
Se i cittadini prendessero l'abitudine di seguire con maggiore attenzione i lavori del Consiglio di Zona potrebbero, a volte assistendo anche ad una sola delle sue sedute, avere una risposta alle loro esigenze. In particolare potrebbero rendersi conto che vi sono momenti in cui, più che in altri, si avverte il senso della produttività politica di questi organismi di decentramento politico - amministrativo.
È questo il caso della seduta del 6 aprile scorso del Consiglio di Zona 19, che aveva all'ordine
del giorno l'esame e l'approvazione del documento programmatico del Dipartimento Problemi economici, che comprende le commissioni bilancio - programmazione, lavoro - problemi sociali e commercio - carovita. Il responsabile di tale dipartimento, il comunista Volpe, nel leggere e nell'illustrare tale documento ha posto in rilievo come la gestione dei beni pubblici sia un problema che va affrontato non soltanto sul piano tecnico, ma anche con un discorso di pianificazione economica, che
tenga conto della redditività di tali beni, la cui gestione deve essere strettamente connessa alle indicazioni del bilancio di zona, pur nel rispetto dei compiti e delle responsabilità dei singoli dipartimenti e delle singole commissioni.
I COMPITI DELLA COMMISSIONE BILANCIO Da tali premesse derivano alla Commissione bilancio una serie di impegni. In primo luogo la verifica della compatibilità di ogni delibera delle singole commissioni con il
bilancio di zona e con quello comunale, operando per la gestione della cosa pubblica secondo criteri di priorità che privilegino le scelte che rispondono alle esigenze della zona nel suo complesso e quale parte integrante della più vasta realtà cittadina (anche quando tali scelte si riferiscano ad interventi da operarsi per una parte soltanto del territorio o della popolazione zonale), rifuggendo dalla facile demagogia della soddisfazione di interessi corporativi e partico(segue a pag. 2)
UNA IMPORTANTE INIZIATIVA LA METROPOLITANA AL GALLARATESE LOTTA
ALL'INQUINAMENTO dell'aria, dell'acqua e del suolo
Il 10 aprile, presso la sede del Consiglio di Zona 19, in via Pogatshnig 34 (QT 8), si sono riuniti i rappresentanti dei Consigli di Zona nn. 18-19-20, i Sindaci dei Comuni di Pero, Rho, Settimo Milanese e Cornaredo, l'Assessore all'Ecologia del Comune di Milano Ferrario, i rappresentanti del Comitato di quartiere di Figino e il Comitato Donne per la salute di Pero. Scopo della riunione è stata la costituzione della "Consulta intercomunale per la lotta all'inquinamento e la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini".
L'importante riunione è stata aperta dal presidente della Zona 19, Pasquin i, che ha sottolineato i pericolosi livelli di inquinamento del territorio e quindi i gravi pericoli che insidiano la salute di tutti i cittadini, specie quella dei bambini. Egli ha proseguito dicendo che lo sviluppo industriale ha sì favorito l'aumento dei consumi, ma ha comportato l'alto prezzo della degradazione dello ambiente. Proprio perchè la logica del massimo profitto privato ha perseguito in modo anarchico l'utile immediato a spese di tutti. Gli insediamenti industriali non hanno rispettato gli indispensabili equilibri con le produzioni agricole, quindi attraverso la catena alimentare l'inquinamento minaccia l'uomo. La salvaguardia di questi equilibri avrebbe richiesto í necessari stanziamenti per introdurre le opportune misure per la salvaguardia dei suoli e delle acque; ma questa scelta ancora oggi è valutata come uno spreco dei fautori dell'industrializzazione selvaggia. I poteri pubblici, centrali e periferici, anzichè intervenire per preservare l'ambiente, si sono adeguati per 30 anni a questa logica dello scempio con-
Mancava solo un punto interrogativo
tro la collettività. La conseguenza di tutto ciò è la sfasatura esistente tra la rapidità nella formazione dei rifiuti solidi-liquidi e la lentezza degli smaltimenti di esse e quindi la loro distruzione biologica ad opera della terra, delle (segue a pag. 12)
Ci riferiamo al titolo dell'articolo di prima pagina, pubblicato sul numero di febbraio di "Milano 19" e relativo al nuovo tronco della M M del QT8 al Gallaratese. Diceva quel titolo: "Per il 1980 la MM al Gallaratese". Nel testo si riportava l'intervista avuta col vice - sindaco ing. Korach dalla quale risultava che, l'entrata in funzione del nuovo tronco in pa-
CON L'APPROVAZIONE DELLA VARIANTE
DA PARTE DELLA REGIONE
Ora
Finalmente approvata la variante al piano regolatore per il Gallaratese. Questo significa che d'ora in avanti è possibile intervenire sulle aree ancora inedificate — prima tra tutte quella nota come "spina centrale" — per realizzare i servizi che sono attesi da anni. Oltretutto già è stato elaborato, e approvato a suo tempo, anche il piano particolareggiato: esistono, quindi, tutti gli strumenti urbanistici per fare quel che manca.
L'attesa più grande riguarda il Centro civico, che è previsto proprio sulla spina centrale, nel quale i cittadini del Gallaratese e del S. Leonardo potranno avere una serie di servizi, compresi gli spazi per la vita culturale e sociale.
Il consiglio di zona 19 San Siro-QT8-Galiaratese ha affisso manifesti in tutto il quartiere per annunciare l'avvenuta approvazione della variante al piano regolatore da parte della Regione. Per comprendere l'importanza
della notizia si deve tener conto che per la variante i cittadini si sono battuti unitariamente per anni; che la variante stessa è stata approvata dal Consiglio comunale il 13 luglio del 1973; che il piano particolareggiato (elaborato da un gruppo di tecnici in collaborazione con i rappresentanti dei cittadini) è stato approvato nella sua prima parte nel-
rola avrebbe dovuto attendere la costruzione di un deposito in località Molino Dorino. Deposito che veniva indicato come in "avanzata fase di progettazione"; come dire esistente solo sulla carta, mentre è sotto gli occhi di tutti gli abitanti del quartiere che il tronco vero e proprio è già nelle fasi ultime di messa in opera. (segue a pag. 2)
l'aprile del 1975 e nella sua seconda parte nel novembre del 1976. Ora che non ci sono più ostacoli procedurali, il Gallaratese premerà perchè siano realizzati i servizi mancanti.
Comunque l'approvazione della variante nel PRG è già oggi un importante successo della lotta e della mobilitazione del quartiere.
EUROPA PERCHÈ?
In occasione delle elezioni per il Parlamento europeo, che si terranno il prossimo 10 giugno, abbiamo rivolto ai capi gruppo dei partiti politici presenti nel Consiglio di Zona 19 una domanda: Europa perché?
Pubblichiamo a pagina 6 le risposte che ci sono state date
in questo numero Un incontro con i Vietnamiti Spazio donna Auguri e ... figli maschi Scuola ... e dopo? La droga è tra noi Istituiamo il giudice di pace di zona Al S. Leonardo giardini o pattumiere? NUOVA SERIE - N. 5 - MAGGIO 1979 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300 PER UNA CORRETTA AMMINISTRAZIONE DELLA ZONA
il Gallaratese ha il suo PRG e si possono realizzare i servizi
dalla prima pagina
Non fare il passo più lungo della gamba
lari.
In secondo luogo la verifica delle priorità e della legittimità delle proposte di spesa e della loro aderenza alle indicazioni ed alle disponibilità finanziarie dei bilanci sia zonale, sia comunale.
In terzo luogo fornire ai cittadini una costante e completa informazione sulla spesa pubblica, invitando nel contempo tutti gli abitanti della zona a partecipare ai lavori della singole commissioni e non soltanto su questioni che li riguardano personalmente, affinchè ciascuno comprenda che la cosa pubblica è un patrimonio comune che tutti dobbiamo difendere e che la sua distruzione, se non vi si pone fine, finirà con il travolgere anche il privato.
DOVE E COME INTERVENIRE?
Oltre a quelli della commissione bilancio la relazione passa ad esaminare i compiti e le esigenze delle altre commissioni raggruppate nel Dipartimento problemi economici.
In primo luogo la Commissione lavoro, che i partiti politici devono impegnarsi a rafforzare delegandovi un maggior numero di loro iscritti o simpatizzanti, affinchè essa possa operare nel concreto, puntando alla creazione di cooperative di servizi ed alla formazione professionale giovanile, che si contrapponga al dilagare della disaffezione al lavoro lamentata dalle associazioni artigianali. A tale scopo è necessario stabilire nuovi e diversi rapporti tra il Consiglio di Zona ed i Consigli di Fabbrica, per giungere alla formulazione di piani di intervento per il recupero delle strutture produttive della nostra zona.
La Commissione commercio, per parte sua, si trova di fronte alla necessità di portare avanti
Cronache familiari
un lavoro di ricerca delle attività operative commerciali esistenti, accertando come esse si inseriscano nella zona e provvedendo ad opere di manutenzione per salvaguardare il patrimonio dei mercati, affrontando nello stesso tempo un programma di proposte per quanto concerne le vendite controllate.
PER OGNI DELIBERA LA
COPERTURA FINANZIARIA
Come si andrà alla programmazione? Ogni delibera delle singole commissioni del Consiglio di Zona dovrà essere accompagnata dal parere della Commissione bilancio, che deve anche indicarne la copertura finanziaria. Non si tratta di creare una supercommissione, ma soltanto di ottemperare a precisi impegni di amministratori pubblici consci delle loro responsabilità verso la comunità. D'altra parte in mancanza dell'indicazione della copertura finanziaria la segreteria del Consiglio di Zona non potrebbe neppure inoltrare le delibere all'Amministrazione comunale per la loro attuazione. Si tratta di creare un sistema democratico di controllo sulla spesa pubblica, che verifichi la sua aderenza al bilancio di zona ed a quello comunale, verificandone nel contempo le reali possibilità finanziarie di realizzazione, evitando cioè di "fare il passo più lungo della gamba".
Nello stesso tempo si dovrebbe realizzare una struttura, che potrebbe essere lo stesso ufficio di presidenza, incaricata di seguire l'attuazione delle delibere, per attuare, con l'impegno di tutti, una gestione nuova, capace di realizzare cose precise entro i termini stabiliti.
Gian Piero Pagetti
Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni 1° liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
Arbore prende la parola mentre stiamo rompendo l'uovo di Pasqua, si perchè oggi è Pasqua anche qui al Gallaratese e noi siamo sintonizzati sull"'Andy domenica", quella della rete 2.
Il presentatore televisivo ci spiega del programma ridotto di questa domenica e del maxiquiz delle "uvi" che diventano "uova", ma in famiglia è già scoppiata un'altra discussione.
L'ha aperta la dolce partner della mia vita con "è incredibile, andare a votare due volte in una settimana. Si vede proprio che in Italia c'è gente a cui piace spendere i soldi per niente". E mentre sta ancora masticando un pezzo di cioccolato già ha acceso la cinquantesima sigaretta pasquale.
Devo dire che avevo pensato di poter soprassedere a tavole rotonde nella giornata odierna, da dedicare piuttosto alla tavola in senso figurato (ottima era la pasta con il sugo di agnello arrosto e ottimo l'agnello arrosto da cui è stato ricavato il sugo).
Senonchè ormai il dado è tratto e il figlio liceale approfondisce la ferita con un "Che bellezza, due settimane di scuola in meno! Perchè non hanno programmato una qualche elezione anche domenica 27 maggio?"
Non raccolgo la provocazione, ma la raccoglie la giovane universitaria: "Sarebbe bastato accettare la proposta di Pannella, che avrebbe rinunciato, cioè, all'ostruzionismo in parlamento (parlamento lei lo dice con la "p" minuscola - n.d.r.).
Se si fossero versati i miliardi per l'elezione doppia a favore dei bambini che muoiono di fa-
La mia partner ha già iniziato la cinquantunesima sigaretta quando sbotta: "I tipi come Pannella sono disposti a rinunciare alle elezioni in cambio di qualcosa, anche Mussolini aveva cominciato così, dicendo che le elezioni costavano troppo e alla fine i bambini morivano non solo di fame ma anche sotto le bombe della guerra fascista".
Mi sembra giunto il momento di intervenire per riportare al dunque la discussione: "Ormai la frittata è stata fatta: si voterà due domeniche e bisogna convincere la gente a votare tutte e due le volte, per le politiche e per le europee".
L'universitaria sottolinea: "Certo, che le elezioni europee, per il loro valore supernazionale anche nel senso di favorire una lotta comune contro le forze multinazionali che vogliono imporre la loro politica anche nel settore energetico, con le centrali nucleari pericolosissime, cioè, come ci dimostra il recente episodio americano, le elezioni europee, voglio dire, sono importantissime, tanto è vero che qualcuno in Italia le ha voluto sabotare mettendole dopo quelle nazionali".
"Ma chi se ne importa delle elezioni europee! Dobbiamo invece darci da fare per dare una lezione all'arroganza dei democristiani. Avete sentito quell'impudente del senatore Bubbico
che in Acquario ha detto di voler altri trent'anni di potere per la Dc? - l'intervento duro e senza attenuanti è della moglie. "Il Bubbico è quello che faceva coppia con il Salmeri, pretorpretoris di Palermo?" - L'intervento è del neolatinista che aggiunge spudoratamente: "Molto meglio la tizia dei "cicciolini", quella Ilona Staller".
Ancora una volta sento allontanarsi la conclusione del dibattito e cerco di porvi rimedio: "Dunque queste elezioni politiche anticipate noi quattro non le abbiamo volute ma le ha volute quella parte della DC che si è opposta alla realizzazione di un governo di unità nazionale con dentro tutti i partiti democratici comunisti compresi. D'altra parte non si può continuamente far vivere governi a cui tutti portano acqua e solo la DC beve. Ma anche le elezioni europee sono importanti, per creare un Parlamento Europeo che faccia una poltica di pace e di distensione. E allora potremo concordare su alcuni punti: 1) Votare; 2) Non votare per la DC; 3) Votare a sinistra: 4) votare a sinistra per chi non è stato e non è disposto a fare da sgabello alla DC quando questa ruba la marmellata (metaforicamente parlando). 5) Dare un voto serio e quindi non votare per Pannella e compagnia bella extra e ultra che sia". "Bbuono" conferma Anddy dallo schermo mettendo a questo modo la sua sigla a questa tavola rotonda pasquale.
Luca Orsenigo
Riportiamo dal quotidiano cattolico Avvenire dell'i i marzo la seguente lettera:
E qui siamo alla ragione del punto interrogativo di cui si diceva: quel titolo srebbe stato forse meglio impostarlo così: "Per il 1980 la MM al Gallaratese?" (punto interrogativo).
Ci siamo infatti informati più volte presso gli addetti ai lavori, i quali un po' a malincuore e molto a denti stretti ci hanno assicurato che l'approntamento di un tale deposito (Molino Dorino) avrebbe previsto tempi riferibili almeno allo spazio di due anni dall'inizio dei relativi lavori, mentre d'altra parte tronchi di smistamento dei convogli, per il corretto funzionamento della linea, sono già costruiti.
E allora? Chiediamo lumi alle competenti autorità...
I cittadini del Gallarate se hanno alle spalle anni di lotte per la MM nel loro quartiere. Ora che questo obbiettivo pareva raggiunto o quasi, esso sembra spostarsi indefinitivamente nel tempo.
Ma, richiedono giustamente i cittadini del Gallaratese, quando la MM faceva capolinea a piazzale Lotto e poi ora che lo fa al quartiere QT8, come mai non si è sentita l'impellente necessità di costruire anche allora un adeguato deposito?
È parere unanime che la ritardata messa in funzione del tron-
co della MM QT8 - Gallaratese, fondata sulla costruzione di questo nuovo deposito, sia purtroppo di motivazione assai poco convincente.
Per questo sarebbe opportuna una mobilitazione dei futuri utenti, volta ad ottenere nei tempi previamente fissati la messa in funzione del tronco metropolitano in esame.
Se lotte ci sono state negli anni passati, dicono gli abitanti del Gallaratese, per l'attuazione del progetto della MM al loro quartiere, e perchè fosse portato a termine nei tempi giusti, è necessario ora che lotte ci siano per la messa in funzione delle date da lungo tempo previste, senza procrastinazioni motivate da iniziative che, a ben guardare, non convincono nè i tecnici del ramo nè il pubblico degli utenti. ALCA
Mini - compromesso al Gallaratese
Il lettore Pietro Pulici ci scrive: Accadono fatti significativi i quali sembrano indicare una probabile inversione di ruoli e finalità tra cattolici e marxisti, ovvero tra credenti nella necessità di maturazione culturale delle masse per uno sviluppo politico - sociale, e credenti nella priorità assoluta di ciò che soddisfa le funzioni naturali e biologiche dell'essere umano. Il quartiere Gallaratese, 'è noto, sembra sia stato concepito in origine come semplice insediamento urbano per il pernottamento dei pendolari interni alla città. Pochi spazi commerciali e niente spazi culturali e ricreativi. Vi furono subito lotte memorabili, con dibattiti in tenda, ai quali non è mancata la solidarietà del Sindaco il quale solidarizzava con le proteste della base contro l'amministrazione civica da lui presieduta.
Col tempo e sotto la spinta dei cittadini più impegnati, sono stati creati alcuni spazi e sono spuntati impianti sportivi e ricreativi.
I comunisti della zona, indubbiamente tra i più attivi, concepirono la brillante idea di creare una liberia di quartiere, come del resto stanno facendo in altre zone della città.
Sollecitati da questa prospettiva sono riusciti a convin-
cere socialisti e democristiani a fare fronte, comune per ottenere uno spazio ampio da dividere poi equamente in tre. Infatti, le tre forze associate sono riuscite a far trasformare un grande porticato di un edificio di via Appennini, amministrato dal Comune, ricavando tre ampi locali per i carenti servizi.
Per non fare la stessa cosa, i tre associati hanno proceduto a un opportuno compromesso dividendosi i compiti. I comunisti, ritenuti volgarmente molto sensibili ai bisogni mangerecci dell'uomo, apriranno e gestiranno tra breve la sognata libreria, affidandola a un compagno molto impegnato ed esperto del settore; i socialisti, i quali derivano dalla stessa matrice materialista, apriranno e gestiranno un centro culturale; i democristiani, i quali si rifanno alla ispirazione cristiana, qualitativamente spiritualista e cuturale, apriranno e gestiranno un supermercato alimentare che avrebbe potuto aprire e gestire un qualsiasi commerciante.
A questo punto è quantomeno corretto prendere atto che comunisti e socialisti intendono svolgere concretamente alla base il ruolo di stimolo e proposta per la crescita culturale delle masse, mentre per i democristiani la cultura rimane chiusa in cucina, e buon appetito.
pag. 2- milano 19
Mancava solo un punto interrogativo SERVIZIO A CITROEN Dolomiti s.r.I. di Carlo Gaudio & C. RIPARAZIONI DI OFFICINA E CARROZZERIA 20133 MILANO - Via Sansovino, 23 - Telefono 22.54.28 dalla
prima pagina
Un incontro con i Vietnamiti al Gallaratese
Ha consentito a Enrica Collotti Pischel di fare una panoramica sui problemi internazionali più scottanti
fl 29 marzo u.s., la Sezione del PCI "Di Vittorio" e il Circolo "Stella Rossa" hanno organizzato nella palestra della Scuola di via uruguay una manifestazione a sostegno della ricostruzione del Viet - Nam. Tra gli intervenuti molti erano i giovani del quartiere. Alla manifestazione erano presenti un gruppo di compagni del Viet - Nam della "Unione vietnamiti" e la nota studiosa dei problemi asiatici Enrica Collotti Pischel. La manifestazione ha rappresentato un concreto atto di solidarietà con un popolo che per difendere la propria identità nazionale ha dovuto combattere in continuazione dal 1938 ad oggi, contro gli imperialismi, giapponese, francese, tedesco, nordamericano, e in questo 1979 contro l'invasione della Cina. L'incontro è stato una importante occasione per avere notizie di prima mano sulla durissima realtà vietnamita di oggi.
La serata è stata aperta con una breve introduzione del Segretario della sezione del PCI "Di Vittorio" Martini che ha sottolineato come gli accordi in vigore tra l'URSS e il Viet - Nam non prevedono l'intervento armato automatico di uno dei contraenti a sostegno dell'altro in caso di aggressione da parte di un paese qualsiasi. Ha poi preso la parola la Pischel che ha riconfermato la sua vasta e profonda conoscenza sui problemi del Sud - est asiatico, attraverso un discorso che partendo dal VietNam ha saputo evidenziare in termini chiari e comprensibili e con notevole sensibilità civile, gli stretti legami esistenti tra i problemi dei vietnamiti con quelli degli squilibri socio - economici esistenti tra i paesi avanzati e quelli arretrati, e ancora con i problemi ecologici e i conseguenti pericoli per la pace nel mondo.
CONTRO LO SPRECO
SI SALVA LA PACE.
La Pischel ha esordito richiamando l'attenzione sulla campagna denigratoria condotta dalla stampa "indipendente" contro il Viet - Nam e in chiave giustificazionista dell'intervento armato cinese. Tutto ciò ha consentito alle forze moderate e reazionarie del nostro paese di portare avanti in termini "nuovi" il vecchio anticomunismo di sempre contro l'intero schieramento operaio italiano.
La studiosa ha poi illustrato
come l'imperialismo di oggi appare molto articolato nella sua struttura; quello giapponese, tedesco, ecc.. Proseguendo il suo intervento, ha dimostrato gli effetti altamente distruttivi che nei paesi del Terzo mondo ha il modello di vita che i paesi privilegiati avanzano, in termini neocolonialisti, ai paesi sottosviluppati (armamenti, industrializzazione forzata, consumismo per le elites, ecc.). Questi paesi, ha affermato, hanno una economia agricola molto arretrata, spesso incapace di sfamare le proprie popolazioni. Perciò proporre loro i modelli consumisti, significa sollecitare le elites di questi paesi ad aggravere ulteriormente lo sfruttamento e indurre così squilibri sociali e politici molto pericolosi per intere zone del mondo.
La Pischel ha poi giustamente spiegato come questi stessi modelli consumistici dell'imperialismo sono negativi anche per i popoli e le economie dei paesi occidentali. L'austerità che noi sosteniamo, ha continuato è una linea giusta che non deve negare la lotta di classe; essa non può significare la compressione dei redditi più bassi, ma la compressione di quelli più alti. Questa stessa linea si concilia pienamente con la lotta agli sprechi e quindi deve essere perseguita con coraggio e tenacia. Avendo coscienza che "la Terra non è in grado di sopportare a lungo la calamità dello spreco".
Lo sproporzionato consumo di risorse, ha inoltre affermato, che avviene in Occidente e ancor più negli USA, comporta la corsa al riarmo. Questi processi costringono l'URSS che ha un reddito globale più basso degli USA, a sopportare costi enormi e crescenti. Tutto ciò diminuisce il livello di vita in tutti i paesi socialisti e di riflesso introduce tensioni crescenti a livello mondiale. Perciò dobbiamo mobilitarci attivamente su questi problemi, per la salvaguardia della pace e contrastare l'imperialismo e quindi tutti gli attacchi al socialismo, superando i molti ritardi dovuti alle divisioni del movimento operaio internazionale, e sviluppando anche le nostre capacità di produrre una tempestiva e completa informazione che orienti le masse popolari sui fatti, come quelli avvenuti di recente nel Viet - Nam.
UNA DATA DA RICORDARE 1° Maggio 1947
La data del 1° Maggio deve la sua grande importanza, come ben sappiamo, alla estensione internazionale e mondiale, quale celebrazione di una festa che chiama all'unità tutte le forze del lavoro, per affermare solennemente i valori umani e sociali che esse rappresentano.
In quel lontano 1889, quando fu proposta e sancita, si lottava per la riduzione delle ore lavorative a otto dalle dodici o quattordici allora in vigore, un principio questo oggi largamente raggiunto e anzi soggetto a continui revisioni a vantaggio dei lavoratori.
Ma forse non tutti i lettori ricordano che dovettero passare ben due anni dalla Liberazione, perchè un Decreto ufficiale restituisse agli italiani la Festa internazionale del Lavoro; e due anni non son davvero pochi considerata l'importanza della ricorrenza: si era dovuto attendere il 1947. Vale la pena di aggiungere qualche breve annotazione: oggi è la nostra Costituzione che afferma il riconoscimento egualitario del diritto e della dignità del lavoro.
Tuttavia molti principi costituzionali sono anche oggi disattesi nella pratica: si veda il vergognoso diffondersi del lavoro "nero" e della cosiddetta "economia sommersa", vere piaghe sociali nel mondo del lavoro.
È quindi proprio oggi importante celebrare col 1° Maggio, Festa del Lavoro, l'affermazione del più alto e insopprimibile diritto di dignità e di giustizia sociale che compete ad ogni uomo libero.
LE DRAMMATICHE CONDIZIONI
DEL VIET - NAM
La Pischel richiamando l'attenzione dei presenti sulle drammatiche condizioni di questo paese, ha ricordato come le immense devastazioni della guerra abbiano distrutto i due terzi delle foreste del Viet - Nam. Ciò provoca continue alluvioni durante la stagione dei monsoni. Queste alluvioni distruggono periodicamente le colture della terra e costringono intere popolazioni a trasferimenti continui per sfuggire, appunto, alla furia delle acque. Un altro dato impressionante, fornito dalla studiosa, è stato quello che la media dei 50 milioni di vietnamiti è costretta a vivere oggi con un reddito annuo al di sotto dei 100 dollari (meno di 7.000 lire al mese). Perciò questo paese, dal punto di vista alimentare è largamente deficitario. Dal 1975 in poi, gli aiuti alimentari dei cinesi sono cessati, gli stessi cinesi, come è noto, non hanno eccedenze di cereali. Questa situazione, ha aggiunto la compagna, come conseguenza delle molteplici devastazioni prodotte dagli americani, è ancor peggiore nel Sud. Quì è molto difficile indurre i giovani ad andare nelle campagne, le autorità vietnamite sono state perciò costrette a ricorrere a misure amministrative. In questo quadro drammatico gli errori, anche politici e gravi, compiuti dai vietnamiti sono comprensibili. Un altro dato agghiacciante, fornito dalla oratrice, riguardante il Sud; il partito comunista ha perso il 90 per cento dei suoi iscritti, morti combattendo nella guerra di liberazione. Con conseguenti ed enormi difficoltà nell'opera di ricostruzione di oggi, perchè sono venuti così a mancare molti quadri tecnici e amministrativi (sindaci, ecc.). A questo punto la Pischel ha stigmatizzato l'invasione cinese di marzo, la quale si è caratterizzata per le sistematiche distruzioni delle colture nei territori occupati dalle truppe cinesi e dagli eccidi di cui esse si sono macchiate senza alcuna scusante. Ma la estrema gravità dell'intervento cinese è consistita nella bassa strumentalizzazione delle molteplici difficoltà etniche interne al VietNam. Speculando cioè sulle antiche rivalità tra le popolazioni delle montagne e quelle delle pianure, rivalità che si era cercato di superare, nel corso della guerra, con l'unità nazionale.
L'AVVENTURISMO
PORTA ALLA GUERRA
La studiosa ha poi parlato dell'intervento vietnamita nella Cambogia, spiegando come gli antichi e fraterni rapporti che legano la resistenza cambogiana a quella vietnamita, abbiano indotto il Viet Nam ad intervenire contro il regime reazionario di Pol Pot e a sostegno delle forze rivoluzionarie cambogiane.
Un'altra ragione dell'intervento vietnamita è consistito nella minaccia che le forze di Pol Pot costituivano per il Viet Nam, anche a causa di secolari rivalità tra i vietnamiti e i cambogiani, sulle quali gli imperialisti USA nòn hanno mancato di strumentalizzare. Si può certo discutere, ha proseguito su questo problema e gli errori di valutazione politica compiuti daì vietnamiti, ma non ci sono dubbi che l'intervento vietnamita ha violato un principio fondamentale; quello della sovranità di un altro paese, ciò è grave. Ora la tensione con la Cambogia Ösi è andata allentando, fortunatamente, e sembra destinata ad esaurirsi in futuro.
La Pischel si è poi soffermata
sulla gravità dell'attuale politica portata avanti dal gruppo di Deng Xiaoping, il quale nei suoi recenti viaggi a Tokio e Washington è arrivato a chiedere alla destra reazionazia americana di sferrare un colpo decisivo all'URSS. L'oratrice ha quindi denunciato ché l'attuale gruppo cinese, con l'intervento nel Viet Nam, risulta di fatto uno strumento dell'imperialismo USA. La Cina, per condurre la sua attuale politica avventurista, ha rinunciato a meccanizzare l'agricoltura; per avere dall'imperialismo più armi sofisticate e inserirsi nella politica internazionale, si sta però aggravando la sua situazione interna. Che la Cina debba avere il suo giusto posto nella politica mondiale, non solo è giusto ma è indispensabile per la stessa pace mondiale. Noi, ha proseguito, dobbiamo condannare la linea cinese sulla base degli atti concreti. La linea del gruppo dirigente i questo grande paese è una linea avventurista e molto pericolosa per la pace nel mondo; essa non ha nulla a che spartire con quella di Mao. Avviandosi a concludere il suo intervento, Pischel, ha ricordato anche i notevoli errori politici compiuti dall'URSS nei confronti della Cina, ma ha aggiunto: "Si deve però riconoscere che i sovietici, di fronte alle grosse difficoltà dei cinesi, per la estrema debolezza politica delle loro azioni e posizioni, hanno dimostrato con grande senso di responsabilità di non voler approfittare. Questo potrà aiutare all'interno della Cina quei gruppi che non condividono l'attuale politica del gruppo dirigente cinese. Ciò ha pure rappresentato un enorme contributo dei sovietici al mantenimento della pace nel mondo".
PARLANO I VIETNAMITI
Dopo un lungo applauso all'intervento della Pischel, un altro molto affettuoso ha accolto il rappresentante vietnamita. Egli ha esordito ringraziando gli "amici e compagni italiani che in molti anni sono stati vicini alla nostra lotta di liberazione, con manifestazioni concrete di solidarietà". Il vietnamita ha quindi portato la viva testimonianza sulle enormi difficoltà che il suo popolo sta attraversando per la ricostruzione del paese, dopo le enormi distruzioni prodotte dalla macchina bellica USA. Dal 1965 10 milioni di vietnamiti hanno dovuto lasciare i loro luoghi d'origine senza potere più farvi ritorno. I costi di queste migrazioni forzate sono tutte da pagare, città sovraffollate e campagne spopolate. Milioni sono stati i vietnamiti morti per la guerra, milioni di orfani, mutilati, diossinati, napalmizzati, ecc. Gli americani lasciando il Viet Nam "ci hanno lasciato squiliri enormi, i danni morali sono incalbolabili (prostituzione, droga, disadattati, ecc.). Oggi nel Sud abbiamo 7/8 milioni
di disoccupati e sotto occupati". Anche il vietnamita ha poi spiegato alcune ragioni dell'intervento del Viet - Nam in Cambogia.
LA RICOSTRUZIONE È IN ATTO
Il vietnamita ha quindi illustrato i sacrifici enormi che il suo popolo sta compiendo per la ricostruzione del paese. Uno dei primi obiettivi posti è stato quello, dopo avere ricostruito le aule, di essere riusciti ad avere nelle scuole 15 milioni di studenti. Questo è un successo enorme per i vietnamiti, del quale vanno giustamente orgogliosi perchè rappresenta una sicura garanzia di ricostruzione e di sviluppo civile per il domani del Viet Nam. L'oratore ha poi ricordato che il suo paese prima della 2* guerra mondiale, esportava pesce, tabacco, banane, ecc. Per il 1980, ha proseguito, i vietnamiti contano di poter fare un raccolto di 20 milioni di quintali di cereali, questo è un altro importante passo in avanti. In pratica vietnamiti, per il 1981, disporranno meno di 50 kg. di cereali pro - capite. Come si vede, il deficit alimentare è ancora drammatico e, purtroppo lo resterà a lungo. L'oratore che parlava un ottimo italiano, forse un po' veloce, avviandosi a concludere, ha denunciato la totale violazione da parte degli USA dell'art. 21 del trattato di pace firmato nel 1975 a Parigi. Il Governo USA aveva con esso assunto il "solenne" impegno a "ricostruire a sue spese, con miliardi di dollari, il Viet Nam". A tutto oggi i vietnamiti non hanno visto un solo dollaro USA.
li rappresentante vietnamita ha infine ricordato che "l'unità popolare è stata l'arma della nostra vittoria". Egli ha nuovamente ringraziato gli "amici e compagni" italiani per i loro aiuti, i quali hanno rappresentato un enorme sostegno per la nostra lotta ". Un caldo e prolungato applauso ha concluso l'intervento fatto a nome del popolo vietnamita. Quello che ha maggiormente colpito i presenti, nell'intervento del vietnamita è stato, oltre alla enorme tensione ideale e politica, la grande fiducia e ottimismo che il popolo vietnamita ha dimostrato e dimostra di fronte ai suoi immani problemi. È stata, insomma, una indicazione e un incitamento per tutti noi, ad avere maggiore fiducia nella lotta che le masse popolari conducono nel nostro paese. I presenti anno poi effettuato degli interventi e posto domande, alle quali hanno risposto il vietnamita e la compagna Pischel. La successiva proiezione di un film sulla realtà vietnamita ha concluso l'interessantissima serata dedicata alla solidarietà con i popoli dei paesi arretrati ed oppressi dalla neo - colonizzazione imperialista.
Gianfranco Bassi
milano 19 - pag. 3
È questo "il ruolo delle opposizioni"? I soliti comodi trent'anni
La DC milanese è tutta di De Carolis?
Dopo la metà di marzo la Giunta democratica a Palazzo Marino ha presentato il bilancio preventivo 1979. Sono rimasto con molti altri cittadini, notevolmente stupito del voto contrario della DC a Palazzo Marino e soprattutto dalla inconsistenza delle sue argomentazioni a sostegno del suo NO'.
Il bilancio prevede, tra l'altro, 56 miliardi da assegnare ai Consigli di zona, per cospicui investimenti per i trasporti, la casa, il verde, la cultura, ecc.. In pratica significa che questi miliardi dovranno essere investiti con un maggiore controllo della città, rispetto al passato, e quindi con un maggiore controllo delle stesse opposizioni. Pochi giorni dopo questo nò, si è votato per il piano dei trasporti (a favore 36 voti contro 20) e la DC piazza un altro nò: contro la terza linea della MM; contro la costruzione di 16 grandi parcheggi (per oltre 15 mila auto). Eppure più di un consigliere democristiano ha riconosciuto la serietà e il rigore del piano proposto dalla Giunta democratica. La stessa Giunta
Il
regionale, per bocca del presidente ferroviario che congiungerà la stazione Garibaldi con quella di P. Vittoria, in particolare per i pendolari. Ma la DC di P. Marino ha detto solo nò e le sue critiche sono parse a tutti fuori luogo.
Questa è la linea di De Carolis, portata avanti dal luglio 1975 ad oggi; è la linea dei nò, e basta! Al confronto essa continua a preferire lo scontro, per pura scelta ideologica. Una linea dalla quale si differenziano non soltanto i repubblicani, ma anche i liberali. Alla DC milanese, non pare interessino i problemi della nostra città; ma solo il suo ritorno al potere della città di Milano, per ripristinare i vecchi e logori metodi clientelari.
Ora mi domando, il miglioramento dei trasporti e di tutti gli altri servizi è una legittima aspirazione di tutti i cittadini che vivono a Milano? E quindi anche di quelli che votano DC.
Come mai allora che la DC milanese non sembra tener conto di queste aspirazioni?
In questo ultimo caso è giusto
che la linea di De Carolis, fatta propria dalla DC a Milano, non tenga conto delle stesse cose che i rappresentanti DC nel Consiglio di zona hanno sostenuto, assieme alle altre forze, per migliorare la qualità della vita nella nostra città e quindi anche nel nostro quartiere?
Noi non vogliamo insegnare il mestiere a nessuno, ma noi comunisti riteniamo di avere una lunga esperienza di opposizione costruttiva. Per fare un solo esempio, voglio ricordare che alla vigilia delle elezioni amministrative del 15 giugno 1975, i comunisti a Palazzo Marino votarono a favore in quell'aprile il piano 167, presentato dall'allora Antonio Velluto ass. all'Edilizia popolare.
Che fare? Troviamoci, apriamo un dibattito, non ideologico, ma sui problemi che interessano tutti i cittadini, per un serio confronto politico e comportamentale sulla migliore soluzione e più sollecita riguardante i problemi di tutti, anche per farci soprattutto capire dalla gente.
Giovanni Beretta
Convitto Edile
La Fondazione Convitto Allievi delle Arti Edilizia ed Affini, gestita pariteticamente dalle Organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori del settore (F.L.C. e Assimpredil), è un ente che da oltre vent'anni si occupa della formazione professionale dei giovani che desiderano avviarsi ad un lavoro in edilizia e degli operai che desiderano perfezionare la propria qualificazione.
I corsi, riconosciuti dalla Regione Lombardia, riguardano le professioni di muratore polivalente, carpentiere - ferraiolo, verniciatore - tappezziere, conduttore di macchine movimento terra, elettromeccanico di cantiere.
Gli allievi che hanno l'abitazione lontana dalla nostra città, sono ospitati nella residenza che, assieme alla scuola, forma il complesso del nostro convitto.
La scuola è del tutto gratuita per ogni tipo di allievo (anzi, viene elargito un pem io di frequenza e rimborsate le spese di viaggio) mentre i servizi della resi-
denza (vitto, alloggio, lavanderia, attività del tempo libero) sono gratuiti per gli allievi diurni e a prezzo agevolato per i lavoratori che frequentano i corsi serali.
Senza voler sostenere che tutto sia perfetto, possiamo affermare che gli ambienti e le attività sono oggetto di costante attenzione anche attraverso un dialogo sempre aperto con gli organismi collettivi degli allievi e del personale.
Oltretutto, una serie di trasformazioni strutturali attuate, in corso e in progetto di alcuni servizi è stata sottoposta al Consiglio di zona per vedere assieme se è possibile rimuovere l'ostacolo frapposto dal Comune ai sensi del Regolamento edilizio) si sono poste l'obiettivo di rendere sempre più rispondente la nostra sede alle varie esigenze.
È, quindi, con particolare rammarico che abbiamo preso visione dell'articolo apparso su Milano 19" ad opera del sig. Francesco Trimboli, articolo che oltre a gettare ombre sulla no-
stra istituzione ci sembra metta in cattiva luce gli allievi, nonché il personale preposto a quei lavori così mal eseguiti, la qual cosa è certamente ingiusta.
Nel chiederVi di pubblicare questa nostra, riteniamo che più che attraverso una lunga descrizione, una efficace smentita possa sortire da una visita che, chiunque ne sia interessato, potrà effettuare al nostro ente.
Di conseguenza esterniamo l'invito a ogni cittadino affinché venga di persona a rendersi conto di quali siano le effettive condizioni in cui studiano e vivono i nostri allievi.
Ringraziamo per l'attenzione concessaci.
Il Cons. di Amm. della Fondaz. Convitto Allievi Edili
Spesse volte in italia, quando ci si trova di fronte a casi la cui rapida ed efficace soluzione sarebbe necessaria, si preferisce individuare chi, almeno secondo certe opinioni e certa stampa, ne è l'autore o meglio il colpevole.
La ricerca di costui è di solito molto facile, perchè si sa che causa delle più grandi disgrazie e calamità nazionali, da 30 anni a questa parte è sempre e solo la D.C.
L'articolo sul dibattito avvenuto in C.d.Z., intorno al problema della Cascina Cottica e pubblicato da Milano 19 è un fedele esempio di quanto detto sopra. Durante tale dibattito che viene definito "vivace" dall'articolista (ma si può definire soltanto vivace una discussione nel corso della quale il Presidente Pasquini ha minacciato le sue dimissioni per l'intemperanza del pubblico?) erano emersi due orientamenti: uno socialista, dettato forse delle pressioni del pubblico, che voleva una commissione mista comporta da 3 membri della commissione casa del CDZ o da tre inquilini della Cottica, aventi il fine di prendere in esame l'assegnazione di alloggi dell'IACP agli inquilini; peraltro era l'atteggiamento del gruppo dei consiglieri DC di rigido rispetto della delibera comunale del 18.10.78 con la quale si costituivano le Commissioni Casa presso i 20 CDZ.
Personalmente non ho nulla da obiettare che Milano 19 caldeggi la proposta socialista, infatti tutti hanno diritto di avere le proprie opinioni giuste o sbagliate che siano. Non concordo però sul modo in cui il giornale ha illustrato questi due differenti orientamenti. Infatti non si può addurre come precedente l'approvazione di una proposta simile del sig. Pasquini fatta nel corso deil'assemblea di Via Gianicolo, per due ordini di ragioni: La seconda è che il consigliere DC, è cioè il sottoscritto, non ha dato alcuna approvazione, perchè non aveva nessun mandato per fare una cosa simile ed ha soltanto preso atto informando il Capo Gruppo e gli altri consiglieri del suo partito.
È da ricordare, per maggiore chiarezza da parte di tutti, anche a costo di fare ripetizioni, che la delibera sulla costituzione delle Commissioni Casa, resa immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 3 della Legge 9.6.947 n. 530, è stata ratificata dal Consiglio Comunale il 1810-1976 e che la DC allora, come del resto tutt'ora, non faceva parte della Giunta, quindi non era certo l'autrice (non si capisce bene allora il perchè si accusi la DC che chiedeva il rispetto formale di una delibera comunale, di predilezione della penombra delle sacrestie anzichè della luce del sole).
Si esamini poi più attentamente il contenuto di questa delibera, e più precisamente il 1° capoverso il quale recita:
1° COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE CASA
Presso i 20 CdZ del Decentramento Comunale è costituita una Commissione Casa composta come segue: - da n° 5 rappresentanti nominati dal CdZ (di cui 2 appartenenti alla minoranza) tra i quali dovrà essere designato il Presidente. - da n. 3 rappresentanti del CUZ (CGIL - CISL - UIL) - da n. 5 rappresentanti delle Organizzazioni più rappresentative degli inquilini e degli assegnatari - da n. 1 rappresentante dell'Ass. piccoli proprietari Imniobiliari (UPPI) - La commissione casa riferisce al CDZ e ad esso sottopone le proprie proposte per le opportune determinazioni.
Alle sedute delle Commissioni prenderanno parte di volta in volta i rappresentanti degli inquilini, dei proprietari, e degli operatori del settore direttamente interessato dall'oggetto all'ordine del giorno. (Non si capisce perciò la ragione per cui la DC, chiededendo il rispetto formale di tale delibera, venga accusata di voler nascondere chissà quali favori a chicchessia).
Ora si veda chi sono i rappresentanti della commissione casa per la Zona 19:
DIMITRIO ANNA (DP - CDZ)
MUSSETTI ANGELO (APIA)
DI PASQUALE DOMENICO (PLICDZ)
VALENTINI UGO (SICET)
MATASSI CLAUDIO (Ass. Milanese proprietà edilizia)
SERBÒ EMANUELE (Unione Inquilini)
RIEFOLI ORONZO (UIL CASA)
RELLA GIUSEPPE (DC - CDZ)
FUSCO GIOVANNI (PSI - CDZ)
MALUSARDI FERNANDO (PRICDZ)
CUZ (non è stato nominato alcun rappresentante) UPPI (non è stato nominato alcun rappresentante) SUNIA (non è stato nominato alcun rappresentante)
Alla luce di quanto sopra mi domando come possa la commissione casa e le persone che la compongono essere strumentalizzate in qualche modo da eventuali interessi fraudolenti della DC e come si possa pensare che la commissione casa, così strutturata, sia priva di "controllo democratico". Ritengo altresì che l'accusa di corruzione nei confronti di rappresentanti delle forze politiche, sindacali e di tutti gli altri cittadini facenti parte la commissione casa, siano atti di per sè gravi che vadano prima ben ponderati e non espressi con una superficialità che sfiora il qualunquismo. Parimenti esorto gli amici di Milano 19 ad occuparsi attivamente dei fatti di malcostume politico e amministrativo realmente presenti in una Zona e non di quelli che potranno accadere in un futuro più o meno incerto.
Giovanni Maria Gibelll consigliere di zona della D.C.
pag. 4 - milano 19
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Paternità consapevole Auguri e figli maschi
Perchè nel rapporto uomo - donna non sia il bambino a pagare
II Consultorio di via Albenga è stato inaugurato nel luglio scorso, ma praticamente è entrato in funzione soltanto a novembre. Che ha fatto in questo primo periodo di attività? Quali ostacoli ha incontrato? Quali obiettivi si pone per il prossimo futuro? Sono domande cui si è cercato di dare una risposta nel corso di una recente seduta del Consiglio di Zona 19, che aveva all'ordine del giorno la discussine e l'approvazione del piano di lavoro preparato dal Comitato di gestione.
Si tratta, è opportuno dirlo subito, di un documento politico che risente indubbiamente dei limiti derivantigli dal fatto di essere stato redatto praticamente soltanto una ventina di giorni dopo l'effettiva entrata in funzione di questa struttura, ma che indubbiamente ha il pregio di non voler essere una gabbia limitativa di ogni libertà di iniziativa e di non voler medicalizzare eccessivamente il consultorio, per farne emergere in primo luogo l'aspetto socializzante.
Un documento quindi, a nostro parere, di indubbio valore, che indica gli obiettivi politici e sociali verso cui puntare ed al quale deve ora seguire una fase tattica, come ha indicato lo stesso Consiglio di Zona nell'approvarlo a grande maggioranza e dando contemporaneamente mandato alla propria Commissione sanità di predisporre un piano operativo di attuazione dettagliato per il periodo di tempo che va fino al prossimo 31 dicembre.
Prima di giungere alla votazione i consiglieri di zona hanno dato vita ad un dibattito cui hanno partecipato anche i rappresentanti del comitato di gestione del consultorio e nel corso del quale sono stati posti in rilievo i limiti entro cui la struttura di via Albenga è costretta a muoversi in primo luogo a causa della sua stessa dimensione, che sarebbe adeguata ad una popolazione di ventimila abitanti, ma che è indubbiamente insufficiente per una zona di circa 115 mila residenti, quanti ne ha la nostra, dove nel corso del 1976 si sono registrate 986 nascite.
Quanto pesano mille donne in gravidanza sul lavoro del medico? Come può il consultorio affrontare tale realtà con una presenza dei ginecologi per ora limitata a 18 ore la settimana?
Un invito alla riflessione
Sono domande poste polemicamente dal consigliere comunista
Baronciani, dettate dalla sua esperienza di medico, alle quali bisogna dare una risposta al più presto facendo delle scelte precise. Non si può continuare a discutere per titoli, senza scendere nel dettaglio delle cose, anche perchè è da prevedere ed ancor più da auspicare un sempre maggiore ampliamento dell'utenza, finora limitata anche a causa della sin qui insufficiente pubblicizzazione del servizio da parte dell'organismo competente: la Ripartizione sanità dell'amministrazione comunale.
A tale carenza di informazione il comitato di gestione è fino ad oggi riuscito a sopperire soltanto in parte, sia a causa di strumenti idonei, sia a causa di una presenza che normalmente non supera i due terzi dei suoi componenti, anche perchè, come ha ricordato la socialista
Giorcelli, finora il distretto scolastico non ha ancora mandato i suoi due rappresentanti, mentre il CUZ fatica ad assicurare la sua presenza, che è richiesta anche da tutti gli altri organismi di democrazia decentrata.
ll comitato di gestione, quindi, per ora può contare soltanto su cinque dei suoi membri, che si trovano a dover affrontare una imponente mole di lavoro (basti pensare ad esempio alle 15 assemblee tenute in questo primo periodo nelle fabbriche della zona).
Da qui deriva la richiesta formulata dal comitato stesso di aumentare il suo organico dagli attuali otto (nominali) a dodici componenti, al fine di poter meglio adempiere alla sua funzione di sensibilizzazione, di educazione e di informazione non soltanto nei confronti delle donne, perchè non si tratta di un problema esclusivamente femminile. Se la donna è costretta ad abortire, ha evidenziato il comunista Volpe, il maschio ha le sue responsabilità e non lievi, quindi si deve puntare non soltanto ad una "maternità", ma anche ad una "paternità consapevole".
L'obiettivo deve essere l'armonia della coppia nella libera scelta e nella consapevolezza della procreazione, che liberi la donna dal ruolo subalterno in cui è stata sinora costretta e le cui conseguenze finiscono con il riflettersi anche sull'anello più debole della catena: il bambino.
La riproduzione sessuale è la conseguenza dell'unione di cellule specializzate provenienti l'una dalla femmina (ovulo) e l'altra dal maschio (spermatozoo). Nella specie umana l'appartenenza di un individuo all'uno o all'altro sesso è determinata dalla combinazione dei cromosomi sessuali provenienti dai gameti, owerossia cellule specializzate per la riproduzione prodotte dalle gonadi (ghiandole preposte alla riproduzione). ll gamete maschile è lo spermatozzo, il gamete femminile l'ovulo. Ventitre sono i cromosomi contenuti nell'ovulo e ventitre quelli contenuti nello spermatozoo. Nel 1956 si è scoperta l'esistenza di spermatozoi portatori di cromosomi X e spermatozoi portatori di cromosomi X e Y. Poichè la madre è portatrice di cromosomi X e il padre di cromosomi X e Y il sesso viene determinato dal padre.
Ciò nonostante la donna ancora oggi, come nel passato, viene sovente accusata di incapacità nel concepire il figlio maschio sempre tanto atteso (specie se primogenito) dal marito e dai famigliari. E questo si verifica ancora a tutti i livelli; nelle classi meno abbienti addirittura la donna ha talmente interiorizzato il dovere che le compete (generare il figlio maschio) che arriva talvolta a sottoporsi a pellegrinaggi sfibranti presso luoghi considerati particolarmente efficaci e favorevoli, pur di riuscire a "donare" il sospirato figlio maschio.
Diverse sono le pratiche credute valide e atte a favorire il concepimento del figlio maschio. Ad esempio l'accoppiamento durante la luna piena. Poi, a gravidanza instaurata, si hanno le previsioni più innumerevoli: la prova più usata è quella della forcella di pollo; il padre e la madre ne prenderanno una ciascuno, se la più lunga resta all'uomo il nascituto sarà maschio. Oppure si domanda all'improvviso alla donna gravida cosa tiene in mano se guarderà prima la mano destra (la più attiva, la più usata, la non discriminata) il figlio nascerà maschio, se osserverà la sinistra nascerà femmina.
E di questo passo possiamo continuare all'infinito nel campo delle tradizioni, delle credenze, delle consuetudini e soffermarci su realtà inverosimili che si trascinano da sempre. Se la donna incinta è di buonumore, ridente, facile al riso, il nascituro sarà maschio, se è depressa, di cattivo umore, irascibile, partorirà femmina. Se il suo viso è smagliante, colorito, sano, avrà il
maschio, se invece è smunta, sofferente, stanca, metterà al mondo una femmina. Se il feto sarà attivo prima del 40° giorno, il nascituro sarà maschio e il parto non comporterà alcun problema, viceversa sarà femmina. Quindi falsa cultura, superstizioni fanno sì che venga tramandata da sempre la credenza che tutto ciò che è positivo è caratteristica, già in fase pre - natale, del sesso maschile, mentre alla femmina resta il negativo. Nel maschio si dà per scontato che tutto ciò che lo riguarda sia perfetto, tanto è vero che se la donna non concepisce è lei a sottoporsi SEMPRE, e in ogni caso prima dell'uomo, a tutti gli esami di ricerca sulla sterilità: solo quando questi avranno dato esito negativo allora, forse (spesso non avviene), l'uomo umiliato e avvilito vi si
assoggetta a sua volta.
Tutte le credenze, le più antiche e le più recenti hanno sempre privilegiato l'uomo con il merito, la parte più importante nel processo della riproduzione, e riservato alla donna il demerito e la parte secondaria.
Al trionfo della procreazione l'uomo, per affrancare la sua virilità, realizza la paternità di un figlio maschio.
E questo non è che l'inizio, anzi il pre - inizio.
Riflettiamo. Se già in fase pre - natale alla femmina viene riservato un ruolo così sconfortante, cosa avverrà di lei piccola creatura appena nata e poi via via nel corso della sua esistenza? Cercheremo di analizzarlo con la massima obiettività possibile nei prossimi numeri.
Anna Bontempi
El cantón del barbee
Il serpente monetario
- Ciao! Hai sentito? Finalmente c'è lo S.M.E.
Se l'è? EI Suppin de Menudrai cont i erbett?
Ma no. È il Sistema Monetario Europeo, detto anche serpente monetario europeo.
- Hoo capì! l'è ona bissa che la trova i danee!... Magari l'è bonna de trovai anca in di sacocc di sciori per fagh pagà i tass.
Ma no...
Eh già,... ghe voeureria alter che ona bissa... Ti stavo dicendo che lo SME è un accordo tra le monete europee. E tossa el gh'entra la bissa... o el serpent, comè tel ciamet ti.
- È un modo di dire, perchè le monete sono legate tra loro, ma possono oscillare muovendosi come un serpente. Ad esempio la lira può aumentare o diminuire il suo valore rispetto alle altre monete, come il franco o il marco.
- Hoo capì! L'è ona fregadura!
- Perchè? Stamm a sentì. Te mai vist ona bissa? La par tuta coa, ma anca le la gh'ha coo ed ona coa. EI coo el ved dovè ch'el va e el mena la coa comè ch'el voeur Iù. Dam a trà. In quella bissa che te diset ti el Marco, el Franco o el Giovan, comè che t'el voret ciamà sarann el coo e la nostra povera liretta la sarà la coa. Ciao, te saludi. el barbee
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EUROPA PERCHÈ
Queste le risposte dei capigruppo del PCI, del PSDI e del PRI. Analoga domanda avevamo rivolto ai capigruppo della DC, del PSI, di DP e del PLI, dai quali però nulla ci è pervenuto
AL SERVIZIO DELL'UOMO
Le elezioni per il Parlamento Europeo rappresentano per i Socialisti Democratici il Coronamento di una realtà da anni caldeggiata poichè ritengono che tale organismo debba essere uno strumento garante di soluzioni tese a migliorare le condizioni di vita dei cittadini.
Siamo sostenitori convinti dei principi di giustizia sociale e di libertà evidenziati dalla dichiarazione politica votata nel giugno dello scorso anno da tutti i Partiti Socialisti e Socialdemocratici della Comunità Europeza, che, con un vico programma per tutte le comunità, si sono richiamati al servizio dell'uomo e nel suo interesse.
I socialisti democratici milanesi si ritengono impegnati affinchè i punti qualificanti di tale programma, peraltro fatti propri, da sempre, possano trovare la più ampia affermazione.
Quindi l'obiettivo che perseguiamo, è, e rimane, quello di operare in un modo costante di lotta democratica e difesa dell'occupazione, della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, alla creazione della Confederazione degli Stati Europei, alla difesa dell'ambiente, contro gli sprechi e per la creazione di un'unica moneta che rimane il principio della realizzazione dell'auspicato Stato: "EUROPA".
Giuseppe Massoni Capo Gruppo del P.S.D.I.
UNA CONQUISTA DEMOCRATICA E POPOLARE
Il prossimo 10 giugno si svolgeranno le elezioni per il primo Parlamento europeo. Queste votazioni acquistano una notevole importanza per il movimento democratico e popolare, non soltanto per i paesi interessati, ma per tutti i popoli d'Europa.
Riuscire a dare un assetto unitario e democratico ai paesi economicamente più forti dell'Europa occidentale può e deve significare maggiore autonomia economica e politica, quindi maggior capacità di contrastare il predominio delle compagnie multinazionali finanziarie, industriali e commerciali.
Forme di unità plurinazionali permettono, attraverso nuovi rapporti di collaborazione, di accrescere il prestigio dell'Europa nel mondo.
È inoltre possibile impedire il risorgere di nuovi regimi fascisti e reazionari, che porterebbero con sè gravi conseguenze per la libertà e per la pace.
Una nuova politica economica e democratica permetterà un ulteriore sviluppo degli scambi economici e nuovi rapporti di amicizia con i paesi dell'Est europeo, con i quali è necessaria una maggiore comprensione allo scopo di approfondire i nostri rapporti di pace e di coesistenza.
Carlo Caprara Capo Gruppo del P.C.I.
PER LA COSTRUZIONE DI UNA LIBERA EUROPA
Credo che nessuno possa ormai più pensare che l'Italia sia in grado di fare a meno dell'Europa.
Noi Italiani fummo tra i primi a fare la scelta della Europa già nel dopoguerra e i Repubblicani furono allora, come sono ancora oggi, tra i più convinti sostenitori dell'idea Europa. Dall'imprenditore che deve esportare i suoi prodotti all'emigrante che va a lavorare all'estero tutti siamo ormai coinvolti in strutture che non tengono più conto delle frontiere.
E giusto, allora, che le scelte importanti per l'Europa, cioè anche per il nostro futuro di Italiani, siano fatte dai rappresentanti eletti dai popoli europei e non più dai tecnici di Bruxelles, giacche la costruzione di una grande e libera Europa non può nascere dal dibattito franco e aperto tra le grandi componenti sociali, culturali e politiche espresse dai popoli che, un giorno, forse, saranno un popolo solo.
Federico Sinicato
Consigliere di Zona Repubblicano
6 E IL 7 APRILE
La IV B e le Elezioni Europee
Stefano Sab.: É interessante che questi Stati si debbano unire e mi compiaccio del fatto che, dopo tanti anni, si sia arrivati alla formazione del Parlamento Europeo.
Cinzia: Sono molto contenta che anche la Grecia, la Spagna e il Portogallo si vogliano unire al Parlamento Europeo, perchè, essendo in molti, si possono fare e decidere più cose.
Davide: Il valore del Parlamento Europeo sta nel fatto che questo organo potrà risolvere molti problemi.
Stefano Sab.: Se l'Europa si unirà, non sarà più uno Stato solo a tentare di risolvere i propri problemi, ma una Comunità in grado di offrire maggiori ipotesi di soluzione.
Davide: Il Parlamento Europeo dovrà darci delle indicazioni precise su come affrontare tutti i problemi, sia nuovi che vecchi.
Riccardo: L'unità dell'Europa dovrebbe consentire di aiutare quegli Stati che ne hanno più bisogno.
Leo: L'unità dei nove Stati Europei ci potrà prmettere di approfondire reciprocamente le varie culture.
Riccardo: Essere uniti significa affrontare dei problemi insieme, quindi cooperare: ad esempio potrebbero essere messe a disposizione di tutti le nuove e più importanti invenzioni e scoperte.
Stefano Sab.: Se l'Europa si unirà saremo molti di più a combattere il terrorismo.
Stefano Sim.: Se finisse il petrolio, gli Stati d'Europa, uniti, potrebbero ricercare nuove fonti di energia. Inoltre, uniti, i Paesi Europei potrebbero fornire tanti nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani: in questo modo, verrebbe combattuta, con la disoccupazione, anche la delinquenza giovanile.
Riccardo: Unendosi si può cercare anche di superare il problema della droga, aumentando le possibilità di lavoro.
Angelo: Si potranno aumentare gli scambi economici tra i
vari paesi europei.
Riccardo: L'Europa Unita potrebbe favorire anche la soluzione del problema degli emarginati consentendo una maggiore uguaglianza sociale: non ci devono più essere persone povere o troppo bisognose.
Stefano Sab.: Il Parlamento Europeo dovrebbe preoccuparsi che tra tutti gli Stati d'Europa ci sia una vera collaborazione come se si trattasse di un paese solo.
Cristiano: L'Europa Unita dovrebbe garantire per tutti case, posti di lavoro ed ospedali.
Angelo: A proposito di ospedali, sarebbe necessario costruirne soprattutto nella zona di Napoli.
Stefano Sab.: l'Europa Unita potrebbe fornire molti più dottori che con le loro ricerche e con le loro scoperte dovrebbero riuscire a combattere quelle malattie che ora non si riescono a guarire.
Antonietta: È giusto tentare di formare gli Stati Uniti d'Europa, così si potrà dare lavoro ai disoccupati e, avendo più ospedali, curare meglio i malati.
Stefano Sim.: Ogni anno anche in Italia si distruggono grosse quantità di frutta per tenere più alti i prezzi; con gli Stati dell'Europa veramente uniti, si potrebbe fare in modo di distribuire i prodotti in più ai Paesi più poveri e bisognosi.
Giulia: Anche per me le Elezioni Europee dovrebbeo fare i n modo di eleggere un Parlamento che risolva prima di tutto i problemi della disoccupazione e della mancanza di ospedali.
Fabio: Gli Stati d'Europa dovrebbero unirsi soprattutto per aiutare i Paesi meno ricchi.
Rosalba: Per me è giusto che ci riuniamo insieme per discutere e per fare tante cose importanti.
Antonietta: L'Europa Unita permetterà a tutti noi bambini di conoscerci meglio anche attraverso i lavori scolastici.
PER LE ELEZIONI DI GIUGNO
I comunisti scelgono i loro candidati
Come di consuetudine i comunisti hanno indetto nella città assemblee pubbliche per discutere i criteri di formazione delle liste del PCI per le elezioni politiche nazionali del tre e quattro giugno e per quelle europee del dieci giugno.
Nella nostra zona hanno tenuto, il 17 aprile presso la sezione Fornasari, in via Micene, una assemblea cui hanno partecipato iscritti, simpatizzanti ed elettori, chiamati ad esprimere i loro pareri in merito, ed alla quale ha presenziato Piero Bolchini, consigliere della regione Lombardia .e membro del comitato federale del PCI.
pag. 6- milano 19
IV B - Via Cilea, 4
UNA DISCUSSIONE REGISTRATA IN UNA CLASSE DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI VIA CILEA IL
_LA CRISI INFURIA 0VERIÜ10 MANO sui 'TRONO sVE A BANDIERA NT0LA t3IAN(A
SCUOLA...E DOPO?
Siamo i ragazzi di due terze della scuola media sperimentale "G. Casati" e come tutti quelli della nostra età abbiamo il problema del "post" scuola dell'obbligo. Per questo motivo abbiamo proposto ai nostri insegnanti un lavoro interdisciplinare in cui ci si chieda:
- Perché la scuola ed il lavoro viaggiano su due treni diversi?
- Perchè la scuola superiore rimasta ferma alla Riforma Gentile e sempre in attesa di ristrutturazione, continua a deluderci?
- Perché la disoccupazione, fenomeno tipico della società a economia capitalistica, diventa sempre più il nostro unico traguardo?
Proprio per rispondere a questi interrogativi abbiamo affrontato un lavoro che ha visto alternarsi i momenti teorici a quelli pratici, dapprima con l'esame di alcuni articoli della nostra Costituzione, poi con la constatazione che in pratica i principi fissati su quella carta non rispecchiano la realtà odierna.
I TAPPA: ANDIAMO ALL'UFFICIO DI COLLOCAMENTO
D. Come ci si iscrive all'Ufficio di Collocamento?
R. I lavoratori disoccupati, che cercano un'occupazione, possono iscriversi presentando la seguente documentazione: - libretto di lavoro rilasciato dal Comune di residenza, - stato di famiglia.
Al momento dell'iscrizione questo ufficio individuerà il titolo di studio, cioè la professionalità. Dopo di ciò il lavoratore può trovare il lavoro in due modi: - con l'avviamento nominativo oppure - attraverso le offerte che arrivano in questo ufficio da parte delle varie aziende.
D. Che cosa vuol dire "avviamento nominativo?" Come e quanto esso avviene?
R. Si parla di "avviamento nominativo" quando la richiesta che arriva all'ufficio di Collocamento, da parte della ditta, specifica il nome e la categoria contrattuale che deve essere quella dell'impiegato di concetto o quella dell'operaio altamente specializzato. Questo riferimento lo troviamo anche nei contratti quando essi sottolineano l'uniformità retributiva per l'impiegato di concetto e l'operaio altamente specializzato.
D. Chi è l'impiegato di concetto?
R. "Impiegato di concetto" è colui il quale possiede una proffesionalità datagli dal lavoro e dal titolo di studio.
D. Difficilmente le ditte fanno le richieste nominative. Per quale motivo?
R. Questo è un problema di professionalità e di costi di lavoro.
Assumere un impiegato di concetto è controproducente per una ditta in quanto può ottenere lo stesso rendimento da un ragazzo, privo di diploma, mandatole da questo ufficio e che, di conseguenza, può pagare meno.
D'altra parte, attualmente, il giovane diplomata comincia a lavorare più presto e più facilmente solo con la richiesta nominativa. Una soluzione del problema la si può vedere nell'AUTOMATISMO in base al quale un diplomato può essere assunto come tale, ma riceve per un periodo determinato lo stipendio di una categoria inferiore; allo scadere di tale periodo di tempo, viene a far parte della categoria che gli compete e, di conseguenza, ottiene lo stipendio che gli compete.
D. Può illustrarci il funzionamento della nuova legge per l'occupazione giovanile?
R. Essa è una legge speciale che riguarda i giovani e che prevede un avviamento numerico. in base a questa legge i giovani possono essere awiati al lavoro attraverso un contratto di formazione che può essere a tempo determinato o indeterminato.
Recentemente essa è stata modificata per dare ai giovani la possibilità di svolgere un lavoro secondo la propria professionalità. (Ad esempio: un ragioniere può fai e il ragioniere).
D. Questa legge viene effettivamente applicata?
R. Si dice di no. lo leggo i giornali come voi. Comunque, a
Milano, lo Stato ha assunto circa 10.000 lavoratori; le aziende private, invece, non sono ancora entrate nel meccanismo anche perchè esse devono richiedere l'autorizzazione agli organi regionali.
D. La legge favorisce i giovani?
R. Sì, soprattutto perchè dà loro la professionalità di cui il mondo economico lamenta la mancanza. Con il contratto di formazione di mira appunto a dare questa professionalità poichè durante la giornata si lavora e si studia.
D. A quanto ammontano i disoccupati regolarmente iscritti nelle vostre liste?
R. Più sicuri sono i dati che abbiamo circa il numero dei disoccupati a livello nazionale, il quale ammonta a L. 580.000 secondo l'ISTAT. È un dato drammatico, ma è da verificare in quanto bisogna, ad esempio, controllare quanta gente lavora, quanta è la popolazione attiva, quanti sono i nati ecc...
Comunque i disoccupati esistono anche all'interno del MEC.
D. A vostro avviso conta di più oggi, ai tini di una immediata assunzione, un diploma di scuola media superiore o la specializzazione in qualche settore particolare?
R. Premettendo che le mie dichiarazioni sono personali, credo che contino entrambi, in quanto sono due cose che non si possono scindere. Secondo la mia esperienza, credo che sia una scuola di 5 anni che una professionale devono essere accompagnate da una attività pratica.
Ritengo, tuttavia, che quello che si fa a scuola e che chiamiamo "TEORIA" sia un supporto necessario.
D. A cosa attribuisce, le code davanti a questo ufficio?
R. Penso che ciò sia dovuto in parte alle strutture; d'altro canto oggi, in Italia le file si fanno dappetutto e quindi è un modo civile di vivere.
D. Quanti e con quali qualifiche soprattutto, in un giorno, vengono assunti all'incirca?
R. Dire quanti ne assumiamo in un giorno non è possibile. Ogni settimana soddisfiamo soprattutto richiede ad avviamento numerico. Si tratta per lo più di operai qualificati non specializzati e d'impiegati d'ordine: in pratica di tutte quelle qualifiche che non possono avere l'avviamento nominativo.
D. t vero che il lavoro c'è e che i giovani, in genere, non vogliono lavorare?
R. Noi avviamo al lavoro i giovani; lo Stato, ad esempio, ha assunto molti giovani: molti li abbiamo qui. Vedere se lavorano non è compito nostro, ma riguarda l'imprenditoria e i lavoratori stessi.
Personalmente penso che i giovani lavorano e data la società in cui essi vivono, non si possono fare dei paragoni con i giovani di ieri.
D. La riduzione dell'orario di lavoro crede che possa veramente dare lavoro a tutti?
R. È una domanda molto difficile. Si tratta di un problema non risolto neanche dalle varie parti sociali o nell'ambito del MEC.
D. Nel 2000 quale sarà la situazione?
R. Il problema è collegato a
quello del numero delle nascite e delle persone attive. Se ci saranno meno nascite, la popolazione si ridurrà e ci saranno meno problemi.
D. Come mai nei paesi socialisti non ci sono disoccupati?
R. Questo fatto dipende da un sistema diverso di ripartizione della ricchezza.
D. Qui abbiamo intervistato molte persone e tutti hanno sottolineato la scarsa funzione di questo ufficio. Come mai avviene ciò?
R. I risultati della nostra attività dipendono da molti fattori: le strutture, le capacità del mondo imprenditoriale nel recepire certe norme. Ad esempio si è passati dalla legge del '49 che si basava sull'avviamento nomina-
tivo a quella attuale che si basa sull'avviamento numerico. Sono passati molti anni, ma il mondo imprenditoriale non ha ancora assimilato bene il servizio del collocamento e l'avviamento numerico.
D. Ci potrebbe dire qualcosa circa la disoccupazione intellettuale?
R. Questo è un problema fondamentale perchè nelle liste speciali dei giovani, i disoccupati intellettuali sono molti.
D. Può farci un quadro del recente progetto di ristrutturazione dell'Ufficio di collocamento?
R. In base a questo progetto, la ristrutturazione dell'Uffcio prevede maggiori strumenti
30 o 60 giorni di ferie
Sono una commessa del Comune di Milano e lavoro in una scuola Materna scrivo alla redazione di MILANO 19 per fare chiarezza a proposito del "Luglio lavorativo".
L'Amministrazione Comunale intende riproporre, anche quest'anno, l'iniziativa 'Estate Milano scuola' per i bambini della scuola materna ed elementare che restano in città nel mese di
luglio i cui genitori in quanto lavoratori hanno la necessità di questo servizio.
Fino a qualche anno fa il Comune risolveva il problema facendo lavorare le insengnati con volontariato pagando eccessivo straordinario e assumendo personale senza alcuna esperienza per far funzionare il servizio il cui costo ammontava a circa 700.000.000 a carico dell'Ammi-
(elaborati elettronici), la riorganizzazione del lavoro attraverso la professionalità, un maggior impegno da parte di tutti.
D. A ragazzi come noi che stanno per scegliere un ciclo di studi superiori, cosa consiglia?
R. Consiglio di non mirare a un'attività di colletti bianchi e quindi di evitare una scelta sociale. Sono da considerare le attitudini. Infine i campi più promettenti alla fine di una occupazione sono quelli dell'elettronica e della metalmeccanica.
(Continua)
Le Classi III F - III H
nistrazione Comunale. Ritengo sia opportuna questa precisazione, come è importante precisare i seguenti punti.
1°) grave situazione finanziaria in cui versano gli Enti Locali a causa dei ritagli governativi per la spesa degli enti locali
2°) Il decreto Stammati che blocca gli organici
3°) Il piano Pandolfi che ostacola le assunzioni per le sostituzioni gravidanza e lunghe malattie. Nonostante che l'Amministrazione abbia messo a conoscenza le insegnanti comunali di questa grave situazione, la maggior parte di queste ultime aderenti alle proposte della CISL Enti Locali hanno "boicottato" le ultime assemblee di categoria in modo antidemocratico ponendosi in posizione di socntro e non di confronto nei riguardi dell'Amministrazione Comunale, la quale proponeva che chi lavorava a Luglio avrebbe recuperato durante l'anno i giorni lavorati.
lo ritengo non si tratti di abuso di potere da parte dell'Ammrnitrazione Comunale la proposta di usufruire nel mese di Luglio delle insegnanti comunali, poichè esse come tutti gli altri lavoratori del Comune hanno diritto a 30 gioni di ferie e non a 60.
Il fatto che le altre amministrazioni per motivi clientelari non avessero mai applicato il contratto non esclude che l'attuale proposta sia lecita. Anche se tutt'ora l'accordo da parte dell'Amministrazione Comunale e O.O.S.S. sia stato firmato con l'apertura delle scuole a Luglio con volontariato; invito comunque la cittadinanza ad esprimere le proprie opinioni al riguardo tenendo sempre presente che la risoluzione di questo problema va a beneficio esclusivo dell'utenza. (cittadinanza).
Luigia Tettamanzi
milano 19 - pag. 7
I ragazzi della Gabrio Casati intervistano una giovane disoccupata, davanti all'ufficio di collocamento.
Per un semaforo in piazza Zavattari
Egr. sig. Carlo Tognoli sindaco di Milano, e p.c. Milano 19
Mi scuso per prima cosa se vengo ad importunarla per questo problema ma penso sia cosa fattibile per tutta la popolazione che abita nella zona 19.
Non so se lei conosce l'incrocio che esiste in piazza Zavattari che raccorda Viale Murillo, Via Vodice, Via Monreale, Via Tempesta e Viale Migliara. Non sarebbe possibile installare dei semafori?
Domando questo perchè è cosa vergognosa che in un punto così pericoloso, dove ci sono delle scuole e la Siemens e tante cose che è inutile stare a elencare, per attraversare questa strada da un marciapiede all'altro ci vogliono sempre dieci minuti. Questo per persone efficienti, ma per i bambini e gli anziani non c'è niente da fare! Dobbiamo aspettare ancora molti incidenti, aspettare ancora qualche morto?
Questa zona è affollata di tifosi e sportivi che vanno allo stadio, ci vorrebbero le partite tutti i giorni perchè solo allora vengono i vigili. Creda è cosa vergognosa non essere tutelati perchè coloro che abitano in questi paraggi sono operai, impiegati, lavoratori che sono tassati alla fonte, perciò tutta gente che produce agli effetti fiscali e che rende alla città.
Perciò non è possibile dare loro un servizio pubblico sicuro e importante come un semaforo? Penso di non chiedere troppo per la cittadinanza di S. Siro.
Se vuole essere sicuro di ciò che le sto chiedendo la invito a fare un giretto in questa parte della città che è bella, ma poco servita da certi servizi importanti.
Non rida se le dico che io sono una portiera, ma sono persona cosciente e coerente in tutte le cose primarie che servono alla comunità, e le spiego perchè mi sono rivolta a lei.
Perchè proprio ieri a Tele Alto Milanese l'ho ascoltata e lei parlava proprio dei semafori, perciò mi sono azzardata a scriverle. Se lei voi rà essere tanto cortese da darmi qualche schiarimento in merito ne sarei lieta, non per me, ma per mettere al corrente le persone che sanno di quanto ho scritto per loro.
Scusi per il malscritto e la ringrazio vivamente per avermi letto.
In fede Liliana Galli Marchini — Via Martiri Triestini, 3
N.B. Le rammento che questo l'ho fatto perchè c'è anche dell'ambiguità nella cittadinanza. Si sente dire che questa amministrazione non fa niente, questo cose a me non
LelTerèa milano 19
piacciono, penso che lei capisca ciò a cui voglio riferirmi (la Giunta democratica). Fa male agli occhi a molte persone, perciò bisogna guarirli da questi pensieri e dal qualunquismo.
Corsi di aggiornamento
Il Comune di Milano anche quest'anno ha organizzato i corsi di aggiornamento obbligatori per il suo personale.
Purtroppo, com'è già successo per gli anni precedenti, ci si trova di fronte ad una notevole disorganizzazione: nessun collegamento tra un ufficio e l'altro, cambiamenti improvvisi di sede, senza un tempestivo avviso, e, infine, scelta di ambienti non idonei all'esecuzione dei corsi stessi.
Riferisco la mia esperienza. Mi sono iscritta al corso di psicomotricità ma, dopo ripetute telefonate ad un ufficio che risulta essere sempre occupato, mi si dice che la scheda, che io avevo fatto inoltrare tramite la scuola, non esiste.
Chiarisco la mia posizione, mi presento quindi ad una riunione ma ancora non risulto inclusa nell'elenco dei partecipanti al corso. Nella stessa riunione si stabilisce il calendario del corso e la sede che, promettono, sarà confermata successivamente tramite la scuola. Ma la conferma non arriva e io, per puro caso, vengo a sapere che la sede del corso è cambiata. Mi presento di buon'ora,ma vi trovo solo 5 delle 18 iscritte (io ancora non sono inclusa nell'elenco!). Nessuna di noi è stata ufficialmente avvertita del cambiamento per cui il gruppo aspetta, evidentemente in un'altra sede, l'arrivo del professore, che, carico com'è del suo materiale, non nasconde la propria irritazione e, a ragione, dichiara che non è possibile iniziare data l'esiguità del gruppo.
Non si sa, o non si vuole appurare chi sia il responsabile e così si è persa una mattinata che, per la maggior parte di noi, significa disagi familiari e perdite di tempo notevoli.
Ora io chiedo: invece di organizzare quaranta corsi non sarebbe il caso di organizzarne pochi... ma buoni?
15 marzo 1979
Angela Todisco
Puzza nel quartiere
Al Consiglio della Zona 19
A tutti i cittadini della zona 19
A Milano 19
Siamo dei ragazzi della IH della
scuola media Alex Visconti. In questo periodo ci troviamo ad affrontare un problema molto importante che riguarda tutti: l'inquinamento.
Ci troviamo coinvolti, poichè pensiamo di essere i cittadini del futuro. Pensiamo che se l'inquinamento continuerà si arriverà a un punto insopportabile. Ma il punto principale che ci ha spinto a scrivere la lettera è stata la nube tossica che ha avvolto Pero e Rho negli ultimi giorni.
Abitando in un quartiere vicino risentiamo dell'inquinamento che circola nell'aria e che può essere dannoso al nostro organismo. La nube tossica dell'altra sera ha provocato in alcuni abitanti del quartiere forme di intossicazione simili a quelle provocate dalla diossina.
Sono successi anche altri casi.
In alcune scuole di Pero e in alcune case del Quartiere S. Leonardo si sono verificati bruciori agli occhi e voltastomachi. Anche la natura ne risente; man mano che passano i giorni essa si rovina sempre più. Voi, autorità, gente importante che ci insegnate cosa sono i fiumi, voi che ci insegnate a buttare le bucce delle banane nei cestini, che ci dite di rispettare la natura, voi la rispettate? Nn sono certo le bucce di banana o le carte delle brioche che inquinano l'aria. Sono le industrie che non vogliono mettere i depuratori e inquinano l'aria e l'acqua con gli scarichi dannosi.
Siete voi padroni del "PROGRESSO" che inquinate il mondo.
E ora vi chiediamo: si può continuare così? Facciamo un appello alle autorità per porre rimedio a questo fatto, nonchè danno.
Chiediamo a voi di collaborare con noi nella lotta contro l'inquinamento.
Seguono 700 firme
Ah!... Com'era meglio .. ... Alcuni cittadini volonterosi ...
Arrieccoli!, direbbero a Roma, rispuntano in quartiere quei cittadini che, nonostante la crisi e la qui e là, anzichè starsene in casa comodi a visionarsi il Mike ed i 30 canali, si vedono, si incontrano, borbottano, chiedono: i servizi al Gallaratese?
Fanno un comitato promotore per sollecitare a spingere "anche" la giunta di sinistra (oibò) aperto a tutti, e infatti aderiscono il P.C.I., le A.C.L.I, il P.S.I., I'M.L.S. e... ma manca qualcuno.
E pensare che per mesi avevamo letto sul bollettino parrocchiale S. Romano note e critiche anche giuste ("dov'è il comitato di quartiere delle famose lotte?", "perchè adesso, son la giunta di sinistra, nessuno solleci-
ta?", ecc.). Giuste critiche, dicevamo, anche se di un altro misterosi taceva: e il "Comitato F. cattolico?"
(F. uguale Fantomas).
E la D.C.? Non tocca alla D.C. fare l'opposizione "popolare"? Comunque, dicevamo, alcune critiche del "bollettino" erano stimolanti. In quartiere infatti, nonostante varie iniziative del P.C.I. e dello stesso Consiglio di Zona, la partecipazione calava per motivi vari ed avvenimenti eccezionali, che qui non analizziamo, ma che provocavano sfiducia, paura, rilassamento ed il cosiddetto "ritorno nel privato". Ma qualcuno vuole ricominciare con ostinazione, in modo unitario, ma chiaro: basta parole, si analizzi ciò che di concreto si può fare e si faccia. Anche perchè leggendo una gustosa nota sul bollettino parrocchiale, firmata dal consigliere di Zona D.C. Martellosio, apprendevamo da lui che "i lavoratori raffigurati nel bel quadro di Pellizza da Volpedo sembravano voler fuggire dai loro indegni rappresentanti (quelli della sinistra ovviamente n.d.r.). Ci siamo
Manutenzioni al S. Leonardo
MANUTENZIONI AL S. LEONARDO
ALL'ILL.MO SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI MILANO
Ill'mo Signor Sindaco, il mancato inizio dei lavori di manutnzione straordinaria al Quartiere S. Leonardo (via Appennini 41 - 47 - 49 - 55 - 57 - 63 - 65 - 73 - 79), non certo per colpa degli inquilini, lavori che in base allo stanziamento effettuato dal Comune di L. 1.245.000.000 con apposita delibera, ha portato ad aggravarsi ulteriormente la situazione nel quartiere.
Solo negli ultimi 15 giorni sono stati perpetrati vari furti negli appartamenti come risulta da enuncia al Commissariato di P.S. di S. Siro e nella giornata del 22-3-79 nello stabile N. 63 scala A della suddetta via, vi sono stati ben 6 tentativi di scasso in varie abitazioni.
Purtroppo la predisposizione alle scale che danno accesso agli appartamenti: si prestano alla più incontrollata e sfrenata libertà di accesso a chiunque voglia accedervi ed inoltre non vi è sorveglianza alcuna per sopperire a tutto ciò — Del quartiere
S. Leonardo ne hanno parlato tutti.
Sono state fatte denunce da parte di inquilini alla Procura della Repubblica di Milano; tutta la stampa cittadina è specialmente il Corriere della Sera ed il Giorno, hanno scritto sulle nostre vicissitudini, ma benchè in data 13-11-78, l'Assessore all'Edilizia Popolare Rossinovich, abbia dato mandato allo I.A.C.P. di iniziare i lavori che qui elenchiamo ravvedendone l'urgenza, in quanto la Magistratura sta indagando su denuncia degli inquilini stessi, per un precisa mancanza di volontà politica che noi ignoriamo, è ancora tutto in alto mare. I lavori sono: rifacimento colonne verticali di fognatura e dei relativi scarichi. Spesa prevista Lire 700.000.000. Fornitura e posa di la-
spaventati. Che i lavoratorio fuggendo abbiano invocato Cannaralla o, in un ritorno alla natura, addirittura l'Antilope?
Orbene, dunque, quando il comitato promotore fa due assemblee in quartiere, raccoglie indicazioni e fa una scelta di priorità dei servizi da sollecitare per il Gallaratese, quindi si presenta in Consiglio di Zona perchè lo stesso adotti queste richieste e richieda un incontro con il Sindaco e con gli assessori competenti, il Consiglio di Zona concorda. Una sola, come al solito affettuosa, obiezione da parte del consigliere D.C. (arrieccolo anche lui) sig. Martellosio: "e no, dal sig. Sindaco e dalla giunta ci va il Consiglio di Zona e, volendo, qualche cittadino... volonteroso" ... cos'è questo comitato? Faso tuto mi!
Ma quella è gente che non demorde, consigliere Martellosio. Si figuri che vogliono "partecipare" e son più che ... volonterosi ... Ormai le conosciamo queste "teste calde", chi ce le leva più di torno? (lettera firmata)
miera zingata per assicurare le pericolanti coperture dei balconi — ripristino dei cordali in c.a. di coronamento dei piloty già demolito nelle parti pericolanti. (Spesa prevista 70.000.000) — esecuzione impianto citofono negli aloggi, compresa fornitura e posa di nuovi casellari postali in ogni scala (spesa prevista 60.000.000). Sistemazione camerette immondizzai compresa la ventilazione tuttora mancante (spesa prevista 50.000.000).
Nel documento inoltre si evienzia: Si prega. inoltre di voler predisporre. con estrema urgenza, il progetto per la chiusura perimetrale dei piloty (con fornitura e posa dei cancelli in ferro per gli ingressi nelle scale.
Ora se questi lavori e specialmente la chiusura piloty, cancelli in ferro, fossero stati eseguiti, gli abitanti del quartiere non vivrebbero nel terrore di trovarsi la casa svuotata di ogni loro avere.
Pertanto il comitato inquilini S. Leonardo in base a questa denuncia, riterrà responsabile il Comune di Milano e lo I.A.C.P. Milano, per ogni furto che avverrà in qualsiasi appartamento del quartiere S. Leonardo, costituendosi parte civile, presso la Procura della Repubblica di Milano, per il risarcimento materiale e morale dei danni subiti, finchè non saranno effettuati i succitati lavori necessari per la sicurezza degli abitanti.
In fede
Comitato Inquilini S. Leonardo
Milano 26 marzo 1979
Raccomandata RR.
Sul problema è stato fissato un incontro tra l'assessore Rossinovich e il Consiglio di Zona 19, sull'esito del quale riferiremo nel prossimo numero.
IL PROBLEMA DELLA CASA pag. 8 - milano 19
"LA
ANTICA TRATTORIA MILANESE di Eugenio e boato Anzaghi Milano Via GALLARATE 92 - Tel. 3 O 5.6 41
POBBIA 99
Per il diritto alla salute Come
La creazione delle Unità sanitarie locali. Necessario superare il concetto di assistenza. Prevenzione in primo luogo. Come influisce l'ambiente sulla salute? Il ruolo del Consiglio di Zona
Il vecchio sistema mutualistico è in liquidazione. Dal primo aprile scorso gli è subentrato il Servizio sanitario nazionale. Cosa cambia?
Tra le altre cosa ci par giusto sottolineare l'aspetto di maggior democratizzazione che la legge dovrebbe introdurre nella gestione del servizio sanitario, superando la centralizzazione per introdurre l'azzonamento, cui la Regione deve provvedere entro il 28 giugno prossimo, dando mandato ai comuni per la realizzazione delle Unità sanitarie locali.
Come funzioneranno tali unità?
Come verranno gestite? Quale sarà la loro area di giurisdizione?
E quanto si è discusso nel corso di un'apposita seduta al nostro Consiglio di Zona.
Nella relazione introduttiva preparata dalla Commissione igienesanità e servizi sanitari, letta dalla sua coordinatrice, la socialista Giorcelli, è stata giustamente posta in rilievo l'importanza dei principi di partecipazione e di gestione sociale contenuti nella legge e sono state sottolineate le necessità di evitare di creare organismi troppo burocratizzati e di istituire nella nostra zona, date le caratteristiche del suo territorio, non una, ma due sedi per i servizi sanitari: una a San Siro e l'altra a Gallaratese.
La legge, ha detto il consigliere comunista Baronciani nell'introdurre un suo lungo intervento, viene in un momento in cui assistiamo, nel nostro paese, ad un notevole sforzo finanziario per la sanità, cui però corrisponde un servizio che è certo dei peggiori. SERVIZIO, NON BENEFICENZA
Superato il concetto di beneficenza tipico delle classi dominanti, bisogna ora andare ad un superamento di quello di assistenza, che pure è una conquista delle classi lavoratrici, per giungere, ha detto il consigliere Baronciani, a considerare la sanità come servizio dovuto dallo stato ai cittadini. Tale principio, sostenuto in primo luogo dai movimenti operai, è contenuto nella legge, ma non basta, bisogna mobilitarsi e lottare perché esso non rimanga soltanto
una vuota affermazione, ma divenga una realtà operante. Come delimitare il territorio su cui l'unità sanitaria locale dovrà operare? La legge lascia ai comuni la facoltà di decidere in merito ed è quindi lecito che i Consigli di Zona esprimano la loro posizione su tale questione. Per il P.C.I., ha detto Baronciani, il territorio dell'unità sanitaria locale deve corrispondere con quello delle zone del decentramento politico - amministrativo per due motivi: primo perché la legge prevede che ciasuna di tali unità operi in un territorio che comprenda da 50 a 200 mila abitanti; secondo perchè tale scelta creerebbe le basi per un passaggio dei poteri di gestione ai Consigli di Zona. COME ATTUARE LA LEGGE?
Cosa deve essere un moderno servizio sanitaio? Bisogna innanzituto che esso sia non più e non soltanto un mezzo di intervento curativo, ma che divenga sempre più uno strumento di prevenzione, il che significa poter intervenire per modificare la qualità della vita, realizzando una città diversa in quanto sulla salute sempre meno pesa l'intervento sanitario e sempre più pesa l'ambiente.
Da qui deriva la necessità di vedere il problema in un ambito più vasto, che coinvolga vari settori e la cui gestione non può che essere strettamente collegata agli organismi del decentramento politico - amministrativo.
Certamente attuare la legge è cosa estremamente difficile, per cui bisogna invitare l'amministrazione comunale a lavorare di concerto con i Consigli di Zona, dando loro gli strumenti necessari per operare in concreto, tenendo presente che se si vuole che la struttura sia efficace bisogna superare il volontarismo e puntare su un decentramento effettivo. Ciò significa dotare tale struttura del necessario personale di supporto, con un adeguato livello di professionalità, in grado quindi di garantire la necessaria continuità ed un alto livello del servizio.
E un problema non tanto di strutture quanto di governo.
Droga: una realtà che a quanto ci riferiscono sta sempre più aumentando la sua presenza nella nostra zona. Si parla di un sempre crescente numero di spacciatori, di dosi offerte gratis ai ragazzi delle scuole medie o persino delle elementri per una capillare campagna promozionale tendente ad allargare la diffusione della droga ed ad aumentare i profitti di chi la introduce sul mercato.
Quali sono le reali dimensioni del fenomeno? Come difenderci? Come intervenire? Come ricuperare i tossicomani? A questi interrogativi stiamo tentando di dare una rispota con questa nostra inchiesta che vogliamo portare avanti con la collaborazione di tutti.
In un primo articolo, pubblicato su Milano 19 del mese scorso, Silvana Scaini Campi ha illustrato come la droga si è diffusa in questi ultimi dieci anni, ora affronta il problema del recupero reale del drogato.
L'intervento nel mondo della droga deve tendere ad un recupero reale dei tossicomani e quindi va scartata ogni forma di morte propagandata che preveda la distribuzione di droghe ai tossicodipendenti perché "non creino problemi".
La legge n. 685 del dicembre 1975, pur nei suoi limiti, ha introdotto due concetti fondamentali di rilevante portata politica e sociale: 1) debbono essere posti sotto controllo tutti gli psicofarmaci e le imprese che li fabbricano, in un primo serio tentativo di ridurre l'abuso nelle prescrizioni mediche e di introdurre il principio del controllo della produzione; 2) chi consuma droga a fini terapeutici non è un delinquente, ma un malato, quindi il suo ricovero deve avvenire in un ospedale generico e non nell'ospedale psichiatrico od in carcere, dove le condizioni di vita e la mancanza pressochè totale di assistenza esasperano il senso di abbandono, esponendo maggiormente tali soggetti alla violenza ed al ricatto. Infatti è provato che usciti dal carcere molti di loro scivolano in uno stato di sempre più profonda emarginazione, divenendo disponibili al ricorso a qualsiasi mezzo per procurarsi la droga.
Non esiste, nè può esistere, un modello di cura pre - codificata del tossicomane, come se egli fosse una categoria particolare e non un prodotto di attuali condizioni sociali e di condizioni di sfruttamento della società capitalistica. Quindi il problema va affrontato in questa società, il più presto possibile.
LE INIZIATIVE
DELLA PROVINCIA
L'Amministrazione provinciale di Milano si è assunta l'impegno di coordinare e qualificare gli operatori, dando loro delle strutture adeguate. Si è infatti realizzato, a livello provinciale, il C.M.A.S. (Centro Medico Assistenza Sociale, corso Monforte 38, Milano), ossia un unico centro medico di assistenza sociale con competenze di carattere programmatico ed informativo.
La proposta è di elaborare una linea di lavoro unitaria, programmata tra i diversi livelli, coinvolgendo anche il settore privato.
L'iniziativa sarà presa in collegamento con i Comitati Sanitari di Zona, i Consigli di Zona e le organizzazioni democratiche del territorio e della Regione promuovendo il rafforzamento delle equipes psicosociali che nelle zone si occupano in genere del recupero e del reinserimento sociale del deviante mediante l'integrazione di operatori parti-
colarmente preparati nel trattamento dei tossicodipendenti. Sviluppando una azione di educazione scientifica e sanitaria di massa, che privilegi l'educazione sessuale, l'istituzione dei consultori familiari, la medicina preventiva negli ambienti di lavoro e scolastici. Conducendo una battaglia politica e culturale, che abbia la funzione di tener desta l'attenzione sull'obbiettivo collettivo della salute in generale e di quella mentale in particolare, da perseguirsi nella scuola, al lavoro, nell'habitat.
Per il raggiungimento di tali obiettivi possiamo individuare linee di intervento a livello territoriale, rivolte in generale a tutta la popolazione, attraverso una campagna di informazioni culturali e scientifiche di massa, con gruppi di discussione, gruppi di lavoratori, mostre, raccolte di materiale, ecc.
COME INTERVENIRE
Le possibilità di intervento possono essere molteplici, anche a livello degli organismi democratici della scuola attraverso i genitori presenti nei consigli di circolo o di istituto o nelle associazioni genitori, tenendo presente e valorizzando il ruolo determinante dell'insegnante.
È molto importante, infatti, che si sappia come la droga abbia potuto assumere un ruolo rilevante nella vita delle nuove generazioni, come viene manipolata, quali sono gli interessi che
ne sostengono la diffusione, quale è la dinamica del suo mercato, quali sono i rapporti tra droga e politica. Pur rendendosi conto che sul terreno della prevenzione non è possibile realizzare un programma efficace di intervento sino a che non venga bandita la coltivazione del papavero da oppio a livello internazionale, si può sin d'ora incrementare la repressione dello spaccio promuovendo iniziative per affrontare e discutere con chiarezza la questione della coltivazione e della produzione dell'oppio, offrendo attività economiche alternative alle popolazioni che vi si dedicano e fornendo mezzi e risorse più idonei agli organismi preposti alla lotta contro gli spacciatori. Si tratta soltanto di alcune indicazioni, altre ne potranno essere fatte da altri interventi su queste pagine, ci preme comunque sottolineare ancora una cosa. A nostro parere la riduzione dei fenomeni di criminalità legati al piccolo spacciatore ed al consumatore è un obiettivo che potrà essere raggiunto non mediante l'istituzione di centri pubblici di distribuzione della droga, ma attaverso la creazione di meccanismi giuridici che diano la possibilità a chi ne è vittima di uscire dal mondo della droga senza passare attraverso la pena detentiva.
Riflusso e il rivoluzionario
Il rivoluzionario ha svoltato l'angolo e ad attenderlo non ha trovato le grandi masse pronte per la rivoluzione che dovrebbe abbattere il sistema capitalistico, ma Riflusso, un signore distinto, vecchio stampo, che sembra essere andato in ibernazione per un decennio perdendosi cosi il grande movimento che ebbe inizio intorno al 1968.
Riflusso balla il rock, va allo stadio, ascolta musica d'evasione, ricerca ciò che procura piacere senza porsi troppe domande".
"Come?" Pensa il rivoluzionario "lo ho dato tutto me stesso nelle lotte di questi anni per porre le premesse di una società comunista e lui pensa a divertirsi?". Si fissano in silenzio ed il rivoluzionario si accorge che, anche se tenta di apparire giovane, Riflusso è vecchio, odora di stantio.
"Eppure anch'io avrei avuto voglia di divertirmi, ma ci ho rinunciato per coerenza conme stesso. Mi sono anche divertito, ma in modo alternativo al sistema e quindi in modo costruttivo e mai fine a se stesso". Un'espressione delusa si stampa sul volto del rivo-
Silvana Scaini Campi luzionario che fissa riflusso aspettandosi una reazione. Ma riflusso rimane immobile, indifferente, rivoluzionario. "Persino il più grande partito della rivoluzione ha tradito ed è passato alla sponda opposta; si accontenta di riforme. Non posso negare che, in questi ultimi anni, qualche risultato apprezzabile si sia raggiunto, e molto ancora si potrebbe fare, ma si tratta sempre di poca cosa. Con la rivoluzione invece si risolverebbero tutti i problemi in un colpo solo. Avanti di questo passo bisogna attendere chissà quanto e, allorchè ci sarà (ammesso che ci sarà mai) una società comunista, io non esisterò più e avrò lottato per altri. Allora tanto vale farsi i fatti propri e divertirsi. Sarà mica egoismo questo? No, assolutamente.
"Aspettami, vengo con te" grida il rivoluzionario temendo che Riflusso se ne scappi.
Una partenza da centrometrista e sbatte il muso contro lo specchio che rifletteva la propria immagine. Si ritrova il volto dolorante e la mente confusa. TILT!
Francesco Trimboli
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DECENTRAMENTO
IL
DEL LA SANITA LA DROGA È TRA NOI
intervenire?
PER UN FUNZIONAMENTO PIÙ SNELLO DELLA GIUSTIZIA
Avvicinare i giudici alla realtà sociale
Una proposta per l'istituzione del giudice di pace di zona
Si fa un gran parlare di crisi della giustizia in questi anni, di difficoltà per il comune cittadino di comprendere i motivi per i quali i giudici non riescono a mandare in galera i delinquenti i capire perché ci vogliono dieci anni per arrivare a una sentenza (di primo grado!) nel processo sui fatti di piazza Fontana.
Ebbene, proprio in questi giorni leggevo sui giornali in merito alla pubblicazione dei bilanci di zona, dell'intenzione da parte dell'amministrazione comunale di dar vita in ciascuna zona, a dei veri e propri centri civici polifunzionali, nei quali riunire gli uffici del Consiglio di Zona, un auditorium, gli uffici zonali della Vigilanza Urbana, un centro sociale, il consultorio,
dando vita così, ad un nucleo socio - amministrativo nella zona, un polo d'aggregazione per tutto il tessuto sociale - culturale ed amministrativo della comunità. Ora voglio avanzare un'ipotesi che può forse sembrare rivoluzionaria (ma non lo è poi tanto): abbinare la soluzione del problema della giustizia alla realizzazione dei centri civici, che credo di fondamentale importanza per il decentramento e la vivibilità della nostra città.
Si è parlato tra gli addetti ai lavori della giustizia negli ultimi tempi, anche sulla spinta di un disegno di legge del ministro Bonifacio, della creazione dei "giudici di pace", una giurisdizione onoraria per le cause civili
L'angolo della poesia
di minore valore e per quelle penali di più facile soluzione e minore importanza, la cui costituzione potrebbe sgravare di molto il lavoro dei tribunali, concentrandolo sulle questioni e in più breve tempo di quanto non sia ora necessario.
Perché, allora non distribuire i giudici di pace nelle venti zone del decentramento, presso i costituendi centri civici?
Perché non avvicinare giudici alla realtà sociale, economica e culturale della città, facendoli operare là dove le questioni da dirimere o la piccola criminalità da giudicare nascono e si manifestano?
Si pensa che a tali giudici potrebbero essere addirittura affidati compiti in materia familiare di equo canone. Quale giudice potrebbe meglio giudicare di colui il quale vive nel quartiere dove esistono problemi di speculazione edilizia, o di spaccio di stupefacenti, o dove è più facile conoscere l'ambiente familiare e sociale di una coppia in crisi o in difficoltà nell'educazione dei figli?
L'ADDIO
Una donna che urla
Un bambino che piange Il latte che bolle I panni per terra
Un uomo e un bastone una bottiglia vuota una sedia rotta una cinghia a penzoloni.
Un letto che aspetta un vestito stracciato le promesse già fatte due valigie sono pronte.
Antonella anni 13
È TARDI RAGAZZO (Febbraio 1977)
È scura la sera, Forse pioverà nel sud, Tanta gente ha la tristezza dipinta sul volto, Stasera c'è il quiz a premi,
LABORATORIO DI ANALISI MEDICHE LACOMINA
DIRETTORE Doti. Orazio leopardi
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Senza pensare come potrebbe avvantaggiarsi della assistenza continua degli uffici amministrativi della zona, dagli assistenti sociali ai vigili urbani, allo stesso Consiglio di Zona, che conoscono a fondo i problemi del quartiere.
Ma al di là dei motivi tecnici che mi inducono a ritenere auspicabile questa ipotesi di struttura giudiziaria, credo che il maggiore vantaggio rispetto ad ogni altra soluzione accentrante e burocratica stia nel diverso rapporto tra giudice e cittadino.
Non ho dubbi infatti, che la maggiore possibilità di contatto tra l'organo dello Stato e la gente ribalterebbe l'odierna situazione di profonda sfiducia e diffidenza nei confronti del mondo giudiziario e degli operatori della giustizia.
La maggiore capacità di noi tutti di capire i problemi della gente liberandoci delle infrastrutture giuridiche e scientifiche, del parlare dotto e difficile, del formalismo e delle carte da bollo, la maggiore vicinanza, insomma, tra giudice e giudicandi, non potrebbe che giovare alla reciproca comprensione. Ciò non vuol dire, naturalmente, che il giudice non debba essere un tecnico, dato che gli sarà richiesta una capacità professionale comunque valida dovendo dirimere casi che possono essere, pur nella loro limitatezza, anche notevolmente complessi. Dovrà dunque applicare il codice dove è necessario e giudicare invece secondo "equità" cioè secondo buon senso, laddove la legge glielo consente (e potranno essere ampliati questi casi) ma certo sarà più facile per lui giudicare e per il cittadino capire ed apprezzare le sue decisioni.
Il problema è grosso e non è ancora risolto ma certo è di importanza fondamentale e da non sottovalutare poiché non può esistere Stato o comunità senza leggi e le leggi servono se vengono fatte rispettare. Ma il rispetto delle leggi non deve essere ubbidienza cieca per paura od ignoranza, deve essere invece rispetto per l'autorità di chi le applica e fiducia nella loro utilità.
Credo che tutti potremmo far nostra la frase del grande filosofo inglese Nume: "Vale più un buon giudice che una buona legge".
Federico Sinicato Consigliere di Zona Repubblicano
Le lacrime corrono veloci sui visi appassiti, La signorina continua a sorridere, Qualcuno starà certo piangendo, Mike continua a dire allegria.
È tardi ragazzo.
Spegni il televisore, Spegni l'immagine della signorina che sorride sempre, Spegni l'immagine di Mike
Che continua a dire allegria, Guarda dalla finestra.
Guarda la tristezza dipinta sul volto della gente, Guarda le lacrime
Che corrono veloci sui visi appassiti, Spegni il televisore.
Guarda dalla finestra, È più brutto, Fa più male, Ma è quello il mondo vero, Impara a riconoscerlo, Ci dovrai vivere, Ci dovrai morire.
Roberto Pisoni
UOMO DI PAGLIA (8 Novembre 1978)
Dove vai, uomo?
Sei uscito dal lavoro
E ti ritrovi in strada.
Cammini fra la gente, Ma sei solo.
Gli altri non li vedi, Li sfiori
Sono come te, Uomini senza più nulla di umano, Svuotati e riempiti di paglia.
Dove vai, uomo?
Che fai in quella città?
Sei solo un numero, Sei miseramente solo, Solo.
Solo come tutti.
Solo in mezzo a tanta gente, Uomo di paglia.
I programmi hanno scadenze fisse, Le gioie sono state programmate, I dolori non li percepisci più.
Che vita è così?
Dio mio, non te ne rendi conto?
Paghi a rate la TV a colori, Prenoti l'auto con le cambiali in tasca, Fai del consumismo la tua religione.
Ma che ti rimane?
Nulla, Assolutamente nulla.
La sera ti addormenti senza desideri, La mattina ti risvegli senza rimpianti.
Sei vuoto, Uomo di paglia, Sei solo, Uomo di paglia, Sei solo, Sei solo, Sei solo .... un uomo di paglia.
Roberto Pisoni
ffi
pag. 10 - milano 19
Vita dei quartieri:
Giardini o pattumiere
La manutenzione e la pulizia delle aiuole al Gallaratese
Il degrado morale, sociale e culturale che negli ultimi anni ha colpito grandi settori della comunità nazionale assume ormai connotati "fisici", in particolare nei quartieri periferici delle grandi città.
E il nostro quartiere purtroppo non è da meno e c'è da dire che la sufficienza con cui in genere si risponde a queste osservazioni rappresenta essa stessa un campanello d'allarme ed una ulteriore triste conferma del fenomeno denunciato.
Il degrado si esprime, in modo evidente e macroscopico, innanzitutto nel disinteresse verso il funzionamento di servizi pubblici e verso l'integrità di spazi e strutture comunitarie.
Certo, tutti noi eravamo facili profeti quando anni fa prevedevamo (per un sorta di storica diffidenza nei confronti di una determinata gestione dell'edilizia pubblica) le magagne che puntualmente l'Istituto avrebbe dimostrato quando si sarebbe trattato di passare alla fase di manutenzione del quartiere e delle sue strutture.
Puntualmente sono emerse
inefficienza, pressapochismo, indegne trascuratezze e nel complesso mancanza di rispetto e di considerazione nei confronti degli abitanti del San Leonardo spesso additati tutti indistintamente alla pubblica vergogna quasi come indebiti approfittatori, come ingrati piantagrane, come morosi cronici, ecc. ecc.
Non voglio entrare nel merito specifico della manutenzione degli stabili e degli alloggi (sarebbe un capitolo troppo lungo per aprirlo in questa sede) ma c'è un esempio che balza evidente agli occhi di tutti, la pulizia degli spazi pubblici.
In molte zone del quartiere: viali interni, piazze, parcheggi e aiuole sono diventati a tutti gli effetti delle immense pattumiere.
L'Istituto sostiene che gli incaricati passano tutti i giorni a pulire, mi risulta invece, da molti controlli fatti di persona, che spesso passano settimane prima che gli addetti si facciano vedere, e in quell'occasione quasi mai si occupano di pulire aiuole, parcheggi e viali, ma si limitano a svuotare quei pochi
Evitato il caos nelle scuole elementari
Fortunatamente si è risolta positivamente la vertenza che opponeva le insegnanti comunai delle attività integrative (doposcuola) con l'Amministrazione comunale. Tale conflitto era sorto a seguito della "pretesa" della Amministrazione di utilizzare tale personale, a rotazione, in attività di preminente interesse sociale quali ad esempio l'apertura di alcune Scuole Materne nel mese di lualio.
Pur non volendo entrare nel merito delle posizioni assunte dalle insegnanti che pretendono sia moralmente e socialmente giusto godere di 2 mesi di ferie all'anno, desideriamo fare alcune considerazioni sulle forme di lotta che la categoria attua ormai in modo puntuale e sistematico: ci riferiamo allo sciopero di I ora effettuato nel periodo in cui i bambini dovrebbero mangiare e le insegnanti prestare la loro opera di sorveglianza. Sottolineiamo intanto che lo sciopero fatto con tali modalità consente alle insegnanti stesse, con una minima pedita di salario, di paralizzare totalmente l'attività del doposcuola in quanto la stragrande maggioranza dei genitori, anch'essi lavoratori, non ha praticamente la possibilità di riportare i bambini a scuola nel pomeriggio. Sappiamo infatti che i genitori sono costretti ad adottare una serie di espedienti quali ad esempio affidare il bambino a parenti o amici che sopperiscano per qualla mezza giornata alla carenza del servizio scolastico. Oppure, cosa ben più grave, a consumare preziosi giorni di quelle 4 settimane di ferie che; dovrebbero utilizzare per riposarsi, in citta. Ouei genitori che poi hanno parenti ed amici al di fuori del quartiere, sono spesso costretti a non mandare in molti casi il bambino neanche alla lezione del mattino. Se questi sono i disagi che hanno causato nel quartiere Gallaratese (e in Milano)
queste forme di lotta attuate in modo sporadico nei mesi scorsi e lo scorso anno, che cosa sarebbe accaduto se le insegnanti avessero attuato con queste modalità lo sciopero per ben otto giornate consecutive come laconicamente annunciato alle famiglie un giorno prima dell'attuiazione dello sciopero? Pensiamo che sia da condannare senza alcuna attenuante un atteggiamento rivendicativo che, qualsiasi ne sia la motivazione, attui forme di lotta che non tengono conto dell'utenza, specialmente quando si vanno a sconvolgere servizi così importanti e delicati quali quelli dell'assistenza e dell'educazione dei bambini.
L'insensibilità di questa categoria è stata clamorosamente dimostrata nella giornata del 28 marzo in quanto, benchè nella notte tra il 27 e il 28 fosse stato raggiunto l'accordo tra la FIDEL - CISL che aveva indetto lo sciopero e l'Amministrazione Comunale, non si sono neanche preoccupate di controllare tempestivamente come stessero le cose. Tale atteggiamento ha fatto si che benchè lo sciopero fosse stato revocato, il servizio scolastico della refezione non fosse attuato.
Detto questo, terminiamo questa breve nota con la speranza che questa categoria sia nel presente sia nel futuro, receda da questi atteggiamenti di chiuso corporativismo ma sposti le sue iniziative e le sue lotte su obbiettivi di reale avanzamento della scuola. Se così sarà come è successo all'inizio di questo come all'inizio dello scorso anno, avrà al suo fianco anche i genitori, pronti a dare il loro contributo personale di sacrificio e di lotta per un reale e costruttivo miglioramento della struttura scolastica.
Associazione genitori democratici
Circolo Visconti Borsa
cestini rimasti dopo i ripetuti atti di vandalismo degli anni scorsi (a proposito quando ci si deciderà a rimpiazzarli e a sistemarne un numero maggiore nelle aree più critiche?).
Il risultato è che in molti angoli e in particolare sotto i cespugli si accumulano cartacce, residui organici, sacchetti di plastica, barattoli arrugginiti, ecc. ecc.: un rischio continuo di infezioni e malattie per i bambini e sicuro richiamo per grossi topi di fogna che ormai si fanno vedere sempre più spesso nei cosiddetti "giardini".
A proposito di giardini, poi, l'Istituto da anni non fa più manutenzione al verde, per ragioni di economia — si sostiene — (è una affermazioen che andrebbe discussa); molti alberi e cespugli nel frattempo sono morti e andrebbero sostituiti e in molte zone occorre un certo riporto di terra. È però vero che alberi, cespugli e verde non muoiono solo a causa del gelo o malattie, e qui entrano in ballo l'educazione ed il civismo di noi tutti abitanti del quartiere, tutti infatti si saranno resi conto che in paticolare le aiuole sono ormai diventate: 1) zone di transito "veloce", e se qualche cespuglio si oppone alla "retta via", viene sistematicamente raso al suolo, 2) zone di scavo intensivo, in particolare in prossimità delle già provate radici degli alberi, 3) zone di disboscamento massiccio, 4) zone di scarico per rifiuti vari, 5) campi gioco aggiuntivi (chissà
perchè con tutti i prati esistenti — ed è una fortuna — nel quartiere, ci si riduca a giocare sem pre e solo sulle aiuole?)
Quello che è grave è che queste azioni, almeno per ciò che riguarda i bambini, spesso si svolgono sotto l'occhio benevolo di mamme che di tutto si preoccupano fuorchè di insegnare ai loro frugoletti a rispettare il verde n il patrimonio collettivo (panchine, porte, infissi, cordonature, ecc.).
Quando, a questo proposito, qualcuno azzarda una osservazione, ci si sente rispondere che "io pago e quindi posso rompere"; è veramente una risposta che qualifica chi la dà e comunque rimane da chiarire cosa debbano dire coloro i quali pagano e vorrebbero vedere le cose non rotte (mi sembra che ne abbiano il diritto, o no?).
Non parliamo poi dell'uso improprio che si continua a fare di finestre come scarichi di immondizia e dei parcheggi come depositi di residui tossici delle innumerevoli operazioni di "maquillage" da parte di automobilisti amorevoli nei confronti delle loro auto e non altrettanto rispettosi della pubblica igiene.
Qualche appunto potrebbe infine essere fatto sulla buona coscienza dei negozianti, che dovrebbero essere costretti a mantenere maggiore pulizia davanti ai loro ingressi (che così, tra l'altro, risultano molto poco invitanti).
Il fatto che certi estremi di
ineducazione e menefreghismo non si raggiungessero quattro o cinque anni fa e che l'educazione fosse allora apparentemente maggiore dimostra forse che in un periodo di crisi certe cose sembrano meno importanti (il rifugi nel personale e nel proprio "particolare").
Ciò però non può servire da alibi per il nostro disinteresse, semmai dimostra che una convivenza civile era ed è possibile (e con poco sforzo), così come non deve servire da scusa la constatazione che trascuratezza, mancanza di rispetto per gli altri e vandalismi sono il logico prodotto dell'ignoranza.
Al contrario, la consapevolezza civile, che certamente è patrimonio della maggioranza dei cittadini e la considerazione che, in una società come la nostra, l'ignoranza è colpevolezza deve spronare tutti ad una maggiore attenzione, sensibilità e attivismo nei confronti di questi episodi di degradazione.
È possibile, con un minimo di presenza e di stimolo da parte di tutti, costringere l'Istituto a prendere gli opportuni provvedimenti ma, soprattutto, cominciare noi a dare un esempio di educazione evitando e combattendo tutte le svariate forme di inciviltà, che, pur nella loro apparente scarsa importanza, rappresentano comunque una delle tante strade attraverso le quali la nuova barbarie entra nella nostra vita quotidiana.
F. Fantini
UN'ARTISTA AL MESE Fora la nebbia col suo pennello
Maria Teresa Di Micco è una pittrice che vive e lavora nella nostra zona, in via Cilea 34. I suoi paesaggi pieni di luce hanno ispirato il poeta dialettale Zuani Barbieri, che le ha dedicato la poesia che qui le pubblichiamo.
ANCA A MILAN
SE SBUSA LA SCIGHERA (i) Tutti i colòr che gli è in la piattellera fann fiadà Ius e vista, se on quadrett el ga el savor de la toa poesia. d'on anima che no la diss bosia, cont i sò pennellatt pienn d'aria fresca, de mar, de ciel, de fior, de pescador...
Quand te pennellett ti - par de vedettanca a Milan se sbusa la scighera, se sbusa i nivor e vegn foeura e sò per tucc, come se fussom in Riviera al Golfo Paradis, Maria Teresa! La canta la toa tela milanesa, la canta in del splendor de la natura, lusenta come ti, bella creatura!
Zuani Barbieri (i) scighera = nebbia
milano 19 - pag. 11
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dalla prima pagina UNA IMPORTANTE INIZIATIVA
LOTTA ALL'INQUINAMENTO dell'aria, dell'acqua e del suolo
acque e dell'atmosfera. Gli inter. venti per porre un argine oggi all'inquinamento, anche nelle sole nostre zone, esigono somme notevoli da parte degli Enti locali. Pasquini ha concluso avanzando quattro proposte per avviare opportune iniziative contro l'inquinamento del nostro territorio:
1) la costituzione della "Consulta intercomunale";
2) sviluppo di una campagna di informazione sui problemi ecologici, in collaborazione con i Comitati di quartiere, quelli per la salute, con la scuola, i partiti e i sindacati; 3) costituzione di un "Comitato scientifico" da affiancare alla "Consulta"; 4) rapporti con la Regione Lombardia perchè metta in pratica le leggi esistenti per la tutela dell'ambiente sugli scarichi industriali.
L'ASSESSORE ALL'ECOLOGIA DEL COMUNE DI MILANO
Ha illustrato, con alcuni dati, l'attività svolta dall'amministrazione comunale e alcuni interventi della Provincia, riguardo ai nuovi insediamenti industriali. Dopo essersi dichiarato pienamente d'accordo con le proposte avanzate da Pasquini, ha suggerito alcuni criteri per il miglior funzionamento della "Consulta", alla quale ha assicurato lo stanziamento di 10 milioni. Ferrario ha poi richiamato l'attenzione sui diversi tipi di inquinamento che variano da zona a zona, perciò il lavoro che dovrà svolgere la Consulta" dovrà avere un carattere di éuipe; da un lato, utilizzare l'apporto degli studiosi, dall'altro avvalersi della collaborazione volontaria dei cittadini per le rilevazioni dei campioni da analizzare. Sarà necessario istituire commissioni ca-
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paci di proporre alla "Consulta" interventi organici, sia politici che amministrativi, per il risanamento ecologico. Ferrario ha poi denunciato che le molteplici pressioni degli interessi costituiti, in primo luogo la Confindustria, sono riuscite a far slittare di altri 6 mesi l'entrata in vigore della legge "Merli" n. 319, del 10/5/1976: "Norme per la tutela dell'inquinamento". Questo slittamento provocherà di fatto un ritardo, per gli interventi di risanamento, di altri tre anni. Con la prospettiva suicida, non soltanto di aggravare ancora lo stato dell'inquinamento, ma di rendere ancora più problematica e costosa la futura opera degli interventi per bloccare il processo di inquinamento. L'Assessore, parlando degli orientamenti della Regione Lombardia e del "Piano stralcio", ha detto che essa interverrà in futuro solo sulle acque di superficie e non su quelle sottorranee.
Lo stesso Assessore alla Sanità regionale, su questi temi, si è recentemente pronunciato in termini molto generici. Ferrario, più volte ha sottolineato che per invertire l'attuale tendenza ai rinvii, è indispensabile una forte mobilitazione dei cittadini sui temi ecologici.
IL "PIANO STRALCIO"DEL LA REGIONE
Il Sindaco di Pero, Di Risio, dopo aver apprezzato l'iniziativa di Ferrario, per lo stanziamento di 10 milioni per il funzionamento della "Consulta" ha denunciato le grosse difficoltà che hanno gli Enti locali a stabilire i rapporti di collaborazione con gli organismi sindacali, specie con quelli delle fabbriche, per avere le necessarie informazioni sui processi produttivi altamente inquinanti. Senza le quali diventa difficile all'Ente locale approntare i giusti interventi. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato con forza che gli interventi contro gli inquinamenti, andranno svolti di pari passo con quelli per la salvaguardia dei livelli occupazionali. L'obiettivo sarà quello della battaglia a fondo contro quelle industrie che si rifiuteranno di introdurre, nelle loro lavorazioni, gli apparati anti-inquinati. Il sindaco, come Ferrario, ha espresso le sue perplessità sugli obiettivi del "Piano stralcio" che prevede una spesa di 25 miliardi in tre anni, già è stato approvato dalla Giunta regionale, ma ha soggiunto: "non è affatto escluso che esso subisca ulteriori peggioramenti in fase di approvazione da parte del Consiglio regionale, ove sono annidati molti fiduciari dei grandi inquinatori". Perciò, i 25 miliardi, per la logica del "Piano", saranno distribuiti a "pioggia" dalla Regione. Di Risio ha invece sostenuto che si doveva partire con interventi prioritari per bonificare i luoghi più inquinati. Noi abbiamo avuto l'impressione che questi primi 25 miliardi di denaro pubblico che saranno distribuiti a "pioggia" dalla Regione, potrebbero risolversi in un "premio"per i grandi inquinatori. Soltanto una grande mobilitazione di cittadini, in alleanza con gli amministratori onesti, potrà impedire un nuovo sperpero di denaro, tolto dalle buste paga dei lavoratori, e costringere alla sveglia sia la Giunta che il Consiglio regionale affinchè intervengano seriamente sul Governo e il Parlamento per impedire lo slitta-
mento della legge "Merli", la quale rappresenta la garanzia minima di un'intervento urgente nella Regione campione d'Italia dell'inquinamento!
I presenti sono stati tutti d'accordo di aprire, in prospettiva, una vertenza con la nostra Regione sui problemi dell'inquinamento. Molti altri interventi hanno puntualizzato con dovisia di particolari le situazioni più pericolose di inquinamento nelle nostre zone. Oltre alle grosse carenze legislative, sono stati denunciati i ritardi nella applicazione delle poche leggi esistenti che pur consentirebbero di intervenire per la depurazione delle acque luride, prodotte dalle lavorazioni industriali e quelle urbane. Mazzi della Zona 18, ha citato come esempio il caso delle due cascine di Assiano; una delle quali per produrre il foraggio per le mucche da latte, usa e paga l'acqua non inquinata del Villoresi. L'altra usa invece l'acqua inquinata dei fontanili che non paga. II latte prodotto dalle due cascine viene però pagato allo stesso prezzo. Il risultato per la salute dei cittadini è paradossale; il contadino che paga l'acqua e vende latte non inquinato guadagna meno, l'altro di più. Il latte inquinato quindi, costando meno, premia il contadino disonesto. Placchi, sindaco di Cornaredo, ha indicato l'esigenza di sviluppare , in prospettiva, la nostra iniziativa oltre i limiti delle nostre zone, stabilendo i rapporti con altri enti che già operano in questa direzione, quali il "Consorzio idraulico del Magentino" che raggruppa già 30 Comuni e il "Consorzio Nord Milano". Dopo l'approvazione unanime delle proposte e dei suggerimenti avanzati nel corso del dibattito e quindi dopo la costituzione della "Consulta intercomunale" ha concluso i lavori l'Assessore Ferrario. Egli ha sottolineato l'opportunità di muoversi, con le iniziative e le mobilitazioni di massa, "anche dove la legge nulla prevede". Esse "potranno costituire dei validi presupposti per nuove norme giuridiche". Infatti, bisogna superare le distorsioni di interpretazioni sugli usi delle acque che risalgono al Medioevo. Si tratta, con la mobilitazione di massa, di "imporre il principio che l'acqua venga dichiarata bene comune e quindi essa non può essere consumata; ma soltanto usata e poi restituita pulita alla collettività che ha consentito l'uso".
L'importante riunione si è chiusa con i primi impegni operativi per la "Consulta" che ha fissato la successiva riunione sabato 21 aprile alle ore 10 nella sede della Zona 19.
La scelta della strategia di privilegiare la partecipazione attiva degli organismi popolari è stata unanime. Ugualmente è stata la puntualizzazione di stabilire stretti rapporti con gli istituti scientifici e con operatori altamente qualificati.
Gianfranco Bassi
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